MAROCCO NOTA CONGIUNTURALE Il Marocco, con la sua storia plurimillenaria, costituisce un vero e proprio crocevia di scambi culturali ed economici, dove coesistono, all’insegna della tolleranza, influenze arabe, berbere, africane ed europee. Favorito da una posizione di notevole interesse geo-strategico, il Marocco vanta relazioni privilegiate con il mondo arabo, l’Africa e l’Europa. In particolare, nell’ottobre 2008, il Regno ha ottenuto un partenariato privilegiato con l’UE tramite la firma dello “Statuto Avanzato”, volto all’approfondimento della cooperazione sul fronte politico-strategico, giudiziario, parlamentare e della sicurezza, nonché in settori cruciali quali energia, trasporti e agricoltura. Il rafforzamento del dialogo politico-economico e sociale tra il Regno del Marocco e l’UE, all’indomani dell’entrata in vigore dello Statuto Avanzato, e il progetto di “Unione per il Mediterraneo”, non possono che rafforzare il ruolo strategico del Marocco quale ponte tra le due rive del Mediterraneo. Il Regno del Marocco presenta numerose opportunità di investimento. Nonostante l’assenza di risorse energetiche endogene, il turismo e le risorse naturali (miniere di fosfato, ferro, manganese, zinco, cobalto, argento ed importanti biorisorse nei settori della pesca e dell’agricoltura) hanno contribuito notevolmente allo sviluppo economico del Paese. La dinamica positiva della crescita, inoltre, ha consentito di avviare la realizzazione negli ultimi anni di primarie opere infrastrutturali, nel quadro di un processo di riforme economiche e di liberalizzazioni di grande importanza. Oggi il Paese svolge un ruolo primario non solo come nuovo polo di attrazione di investimenti tra Europa e Nord Africa, ma vede estendere la sua importanza strategica in tutto il continente africano: il Marocco è infatti il secondo Paese, dopo il Sudafrica, per IDE nel continente ed il 5° Paese investitore nella regione MENA (preceduto da Kuwait, EAU, Bahrein e Arabia Saudita). Indicatori socio-economici Superficie (kmq) 710 850 ( di cui Sahara occidentale 266.000) Popolazione (milioni ab.) 30.5 milioni (HCP Maroc 2007) Tasso crescita popolazione % 1,5 ( nel 2007) Densità (hab/km2) 43 Forma di Governo Monarchia costituzionale Lingua ufficiale Arabo (Lingue diffuse: Berbero, Francese, Spagnolo) Indice di sviluppo umano (IDH) 0,646 (126° posizione su 177 Paesi) Tasso di analfabetismo (%) 38,45 (Ministero dell’Educazione Rabat) Uomini 30,8%, Donne 54,7%, Urbano 29,4% Rurale 60,5% 2009 2008 2007 2006 2005 Tasso di disoccupazione (%) 10,2% previsioni 9,6 10 9,7 11,5 Tasso di inflazione (%) n.d. 3,3 2,1 3,3 1,1 Raccolta cerealicola ( mil. 70/100 previsioni 50 21,7 89 60 quintali) Risorsefosfato, carbone, minerali di ferro, piombo, rame e naturali scisti bituminosi Indicatori macro-economici 2009 2008 2007 2006 2005 P I L a prezzi correnti (mln €) 58.753 65.408 56.010 50.400 40.589 P I L pro capite (€) non a PPA n.d. 1.949 1.728 1.503 1.483 Tasso di crescita del PIL (%) 5,7 p. 5,6 2,2 8,1 2,4 Agricoltura/PIL (%) 22,3 p. 11,1 13,4 13,4 12,7 Industria/PIL (%) 32,5 p. 25,4 25,3 31,1 32,2 Servizi/PIL (%) 45,2 p. 62,7 44,1 38,2 38,4 Deficit pubblico / PIL (%) 2,8 p. 2,8 2,4 2,1 4,2 Debito pubblico / PIL (%) 50 p. 47,8 57 55 63 Debito estero / PIL (%) 19,4 p. n.d. 10,74 n.d. 10,622 Debito estero (mln di €) n.d. n.d. 21,8 20,4 13,2 2008* Bilancia commerciale 2009 2008 2007 2006 2005 Esportazioni n.d. 13,59 10,9 10,7 9,5 Importazioni n.d. 27,65 22,3 19,1 18,2 Principali prodotti esportati Tessile-abbigliamento, prodotti ittici, cibi bevande e tabacco Principali prodotti importati Semilavorati, prod. finiti di consumo, prod. finiti d’attrezza- (mld di €) tura, energia e lubrificanti Moneta (Dirham) 2009 2008 2007 2006 2005 Tasso di cambio serie storica 11,10611,08 11,14 11,03110,989 Principali Paesi investitori Francia (45), Spagna (5,3), Svizzera (5,2), Germania e UK (5) Quote % di mercato Investimenti Diretti Esteri 2009 (miliardi di €) 0,9 2008* 2008 2007 2006 2005 1,7 2,8 n.d. n.d. 2009 Interscambio commerciale con l’Italiagen.-luglio (mln di €) 2008 2007 2006 2005 Esportazioni italiane 1.008 1.688 1.450 1.153 1.147 Importazioni italiane 279 609 624 541 496 Saldo 729 1.079 826 612 651 Principali prodotti esportati Tessuti, Macchinari impiego speciale, Prodotti petroliferi raffinati, Macchine impiego generale, Apparecchi elettrici Principali prodotti importati Abbigliamento, Pesci conservati, Fili e cavi, Prodotti Chimici, Prodotti petroliferi raffinati, Prodotti agricoli Principali partner commerciali (quota % di mercato) periodo gennaio – luglio 2009 Principali clienti Francia (26,4), Spagna (20,2), India (5,0), Italia (4,1), Regno Unito (3,4), USA (3,1) Principali fornitori Francia (15,1), Spagna (12,2), Cina (7,9), USA (7,1), Italia (6,6), Germania (5,4) Secondo l’Office des Changes, a fine luglio 2009, gli scambi del Marocco con l’estero hanno raggiunto un valore di 21.987 M€. contro i 29.304 M€ dell’anno precedente, cioè un ribasso del 25%. L'Europa interviene per il 62,6% nel totale degli scambi, sia 13.768 M€, seguita dall'Asia con il 19,3% ossia 4.220 M€, dell'America 11,6% ossia 1.350 M€, dell'Africa 6,1% ossia 1.350 M.€ e della Oceania 0,4%. (*) Fonte F.M.I., ISTAT, Haut Commissariat au Plan, Office des Changes , Ministère des Finances Rabat Scheda economica Il Regno del Marocco prosegue con successo un processo di ammodernamento nei settori individuati quali prioritari dalla strategia di sviluppo nazionale. Gli obiettivi politici e socio-economici che il Paese si è prefissato volgono al consolidamento dello Stato di diritto, al perseguimento della politica di liberalizzazione economica, alla diversificazione delle relazioni economiche, al consolidamento del sistema commerciale multilaterale ed alla realizzazione di una crescita economica forte generatrice di impiego, attraverso l’instaurazione di un ambiente propizio alla crescita degli affari e degli investimenti. Sono in fase di avanzata realizzazione gli interventi infrastrutturali lanciati nel settore dei trasporti (strade, autostrade, nuove linee ferroviarie, ampliamento e adeguamento dei principali aeroporti), dell’energia (costruzione di 2 nuove grandi dighe e di 10 medio piccole per far fronte al fabbisogno idrico energetico), dell’habitat sociale (il risanamento delle principali città), del turismo. Nel settore portuale, dopo quattro anni di lavori colossali, il porto TANGER-MED, fiore all’occhiello dello sviluppo industriale marocchino, è finalmente operativo ed è già in fase di avanzata la progettazione la realizzazione di un altro grande porto, “TANGER-MED II”, opera che potrebbe interessare le aziende italiane specializzate nella costruzione di infrastrutture di base e nelle attività specialistiche degli impianti marittimi. Il proliferare di interventi strutturali potrebbe risultare particolarmente interessante per una maggiore presenza delle nostre imprese, soprattutto grazie all’assenza nel Paese di grossi rischi macro-economici ed alla presenza di una forte liberalizzazione degli scambi, sgravi fiscali, agevolazioni doganali, e di un basso costo della manodopera. Le imprese italiane possono contare su un programma di ingenti investimenti per esportare in questo mercato l’intera gamma dei propri prodotti, visto il crescente interesse che il Marocco riserva al prodotto “Made in Italy”, e per attivare forme di cooperazione industriale, con trasferimento di tecnologia e partecipazione alla costruzione di opere pubbliche. La preoccupazione, segnalata a più riprese dal Governo di Rabat, di un’eccessiva dipendenza dai capitali francesi e spagnoli potrebbe, infatti, rappresentare un “invito” ad altri Paesi, tra cui il nostro, ad intensificare gli investimenti nel Regno avvalendosi di un tessuto imprenditoriale analogo a quello italiano (piccole e medie imprese). Andamento congiunturale e rischio Paese Dopo un 2008 che ha complessivamente confermato la buona solidità del settore finanziario marocchino, una tenuta della crescita del PIL (5,6% rispetto al 2,5% del 2007), ottimi fondamentali macroeconomici (tra cui il rapporto debito pubblico/PIL al 48% e il deficit di bilancio al 0,4%), ed un flusso crescente degli IDE (3 miliardi di €), le prospettive di crescita per i prossimi due anni, pur positive, rimangono fortemente condizionate, come era nelle attese, dall’impatto sul Regno della crisi economica-finanziaria internazionale. Le previsioni per il 2009 sono state ripetutamente rivedute verso il basso e gli ultimi indicatori disponibili prefigurano un ulteriore lieve deterioramento della crescita dell’economia marocchina, attesa, a fine anno, tra il 3,5% ed il 5%. Va rilevato che la recessione internazionale non ha rallentato, almeno secondo quanto viene riferito dal Governo di Rabat, i numerosi grandi progetti d’investimento del Paese (dighe, aeroporti, stadi, ospedali, stoccaggio acqua potabile, energie elettrica, estensione rete autostradale, TangerMed II e risanamento della Valle Bouregreg di Rabat), la cui spesa ha superato, solo nel 2008, i 13 miliardi di €. Nel primo semestre del 2009 la crescita del PIL non è andata oltre il 5,4%, rispetto al 6,3% dei primi sei mesi del 2008: un risultato tuttavia migliore rispetto alle attese grazie ad un raccolto agricolo record nella stagione 2008-2009(la raccolta cerealicola per il 2009 è stimata fra i 70 ed i 100 milioni di quintali). Settori tradizionalmente legati alla domanda della clientela straniera, le rimesse dei marocchini residenti all’estero MRE (-13,8%), il turismo (-8%), gli IDE (-30,7%) ed il tessile, hanno, infatti, subito gli effetti del progressivo rallentamento delle economie europee. Nonostante il rallentamento generale dell’economia che ha coinvolto ampi settori del mondo produttivo marocchino, i dati sulla crescita del PIL dei Ministeri economici e della BAM (Bank Al Maghrib) rimangono confortanti per il 2009, con un valore previsto superiore al 5% (ben al disotto di questa soglia secondo alcuni centri economici indipendenti), anche in presenza di un previsto peggioramento della bilancia commerciale (il deficit commerciale nel 2008 si è attestato al 25,1% del PIL). In attesa delle ripresa delle principali economie, il Marocco ha potuto beneficiare, dall’inizio dell’anno, di una sostenuta domanda interna che, assieme ad un raccolto agricolo in forte crescita - il migliore degli ultimi cinquant’anni - e grazie ad un leggero miglioramento dei redditi (dovuto in particolare ad una diminuzione dell’imposta sui redditi confezionata nella manovra di bilancio 2009), ha potuto mitigare gli effetti negativi della crisi finanziaria ed economica internazionale. La strategia del Governo, dunque, punta a limitare gli effetti della congiuntura internazionale sfruttandone le possibili opportunità per il Marocco quale Paese di potenziali investimenti per delocalizzare e ridurre i costi di produzione. In questo senso, vanno inquadrate alcune iniziative governative, quali il progetto di creare una vera e propria Agenzia per gli investimenti, il potenziamento del Fondo Hassan II al fine di agevolare la creazione di nuove imprese, la creazione di un’Agenzia governativa per la diversificazione energetica attraverso investimenti nella produzione di energie rinnovabili (ANDEREE, “Agence Nationale pour le Développement des Energies Renouvelables et de l'Efficacité Energétique), il “Plan Maroc Vert”, per rilanciare il settore agricolo e sviluppare un’industria agroalimentare fortemente competitiva sui mercati internazionali, il consolidamento della vocazione del Paese ad ospitare servizi off-shore. A questo proposito va rilevato come il gigantesco porto TangerMed I e l’estensione TangerMed II, sono destinati a diventare due poli di sviluppo economico dalle attrattive evidenti (soprattutto TangerMed I è in pieno decollo), grazie allo sviluppo di tutta una serie d’incentivi che contribuiscono ad aumentare l’interesse nei suoi confronti da parte delle imprese straniere interessate a delocalizzare la produzione (ad esempio IRES 3Imposta sul Reddito delle società” allo 0% per i primi 5 anni e al 17,5% per gli anni seguenti, IRPEF al 20%, sostegno alla formazione continua, flessibilità della legislazione sul lavoro, tariffe telefoniche e contratti di locazione fino al 30% inferiori rispetto ai prezzi di mercato, e un regime doganale e fiscale speciale - previsto l'esonero d’imposte sull’acquisizione di terreni, di licenze industriali per un massimo di 15 anni, sui ricavi delle azioni e sui redditi dei non residenti - come del resto per la Tanger Free Zone e le altre piazze offshore vecchie e nuove (CasaNearShore Park, che si estende su un superficie di 290 000 m3 e può ospitare oltre 30 000 lavoratori, il TechnoPolis di Salé-Rabat, che si sviluppa su una superficie di 300 ettari, il parco integrato di FèsShore - consegna della prima tranche del progetto è prevista per il giugno del 2010 che potrà disporre di una superficie di 131.000 m3). Il piano “Emergence”, che si concentra su due grandi settori, l’ITO (Informations Technologies Outsourcing) e il BPO (Business Process Outsourcing), nonché sulla creazione di parchi dedicati, si inserisce nelle piattaforme produttive del Paese. Accanto a questi comparti va ricordato il nascente offshoring, considerato uno dei settori prioritari, grazie al forte potenziale di sviluppo e alla straordinaria domanda di servizi. E dunque sulla stabilità economica-politica, manodopera abbondante, qualificata a costi abbordabili, buone infrastrutture “world-class” nel settore delle telecomunicazioni, clima d’affari favorevole, rapporti preferenziali (ALE) con USA e UE (Accordi di libero scambio, firmati con gli Stati Uniti nel 2006 e operativo con l’Unione Europea nel quadro delle relazioni bilaterali euro-marocchine), ), nonché l’accesso ai mercati arabi e africani, che il Marocco può giocare un ruolo strategico sia per la gestione delle attività della zona MENA in termini di competitività che per attirare investitori stranieri mediante agevolazioni fiscali e riduzioni delle imposte (TFZ “Rade Free Zone” di Tangeri). Al fine di promuovere la competitività del settore agricolo il Governo ha adottato una nuova strategia denominata Piano Verde Marocco. Cinque sono stati gli accordi firmati tra il Governo e il settore professionale all’inizio del 2009 per promuovere la competitività dell'agricoltura marocchina. Gli accordi sono relativi al settore cerealicolo, alla realizzazione di progetti di finanziamento per i piccoli coltivatori, al miglioramento dell'avicoltura e all'incremento della produzione di agrumi. Il piano energetico nazionale prevede inoltre ulteriori sviluppi nell’ambito dell’energia fotovoltaica, termosolare ed eolica, e si concentra soprattutto sul miglioramento dei vantaggi fiscali per rendere più accessibili gli investimenti nelle energie rinnovabili, il cui consumo dovrebbe passare dall’attuale 2% al 12% nel 2012, pari a circa il 20% del consumo elettrico nazionale. I provvedimenti legislativi nel settore energetico, comprenderanno a fine 2009, una nuova “Carta” per gli investimenti nel settore, e mirano dunque sia ad incoraggiare gli investimenti nelle energie da fonti rinnovabili, sia alla liberalizzazione progressiva dell’intero sistema energetico del Marocco per poter meglio integrarsi con il mercato Euro-Mediterraneo. Il settore Bâtiment et Travaux Publics (BTP) persegue il suo sostenuto sviluppo, dettato dall’estensione della modernizzazione delle infrastrutture di base, dal miglioramento delle zone turistiche ed industriali, dall’esecuzione dei progetti per l’habitat sociale (progetto Villes sans Bidonvilles) e per la decongestione delle grandi metropoli (Villes Nouvelles). Il settore turistico nel 2008 ha attirato circa 7,9 milioni di visitatori, con un aumento complessivo di 6,3% rispetto al 2007 (+4,5% per i turisti stranieri e +8,6% per i marocchini residenti all’estero). I turisti italiani che hanno visitato il Marocco nello stesso periodo sono stati 189.000, in crescita del 4% rispetto al 2007. Il 2009 si preannuncia difficile: la contrazione del potere d’acquisto nei Paesi da cui tradizionalmente provengono i flussi verso il Marocco (Francia, Spagna, Italia, Germania e Belgio, Olanda e USA), impongono una forte revisione al ribasso degli obbiettivi iniziali. Per quanto riguarda il settore dei trasporti, dovrebbe proseguire il trend di crescita del 2008 anche nell’anno in corso, grazie alla strategia di sviluppo basata su grandi progetti infrastrutturali, liberalizzazione del mercato dei trasporti, intensificazione del programma di costruzione di autostrade, liberalizzazione del trasporto aereo e sviluppo della rete ferroviaria. Il settore degli investimenti ha goduto, nel Regno, di un trend positivo negli ultimi anni grazie ai grandi investimenti nei primi anni duemila (Accor, Maersk e STMicroelectronics), a quelli più recenti (Alstom e Reanult), ma soprattutto grazie ad una legislazione favorevole e alla stabilità della performance macroeconomica, Nei primi sei mesi del 2009, malgrado la congiuntura internazionale sfavorevole, i Paesi del Golfo Arabico (agli EAU e all’Arabia Saudita si affiancano Qatar, Bahrein e Kuwait, che nel primo trimestre del 2009 ha fatto registrare un considerevole aumento dei suoi IDE verso il Regno), grazie alla loro forte liquidità petrolifera, si sono distinti per importanti investimenti nel settore energetico (l’Abu Dhabi National Energy Company - TAQA - ha presentato un piano di investimenti di circa 2 miliardi di € per la realizzazione di nuove centrali elettriche nel Maghreb, di cui una buona parte verranno assorbiti per la modernizzazione della centrale elettrica di Jorf Lasfar e la costruzione di un centrale eolica di 300 MW a Tarfaya con gli spagnoli della Iberdrola), mentre nel settore aereo si incrementano gli investimenti delle compagnie internazionali low cost. In regresso gli IDE provenienti invece dai principali partner commerciali dell’UE: il primo Paese investitore resta saldamente la Francia (un miliardo e mezzo di €), seguita dagli EAU che hanno scavalcato la Spagna al terzo posto. Complessivamente, i tredici primi Paesi investitori nel Regno rappresentano il 74,5% del totale degli IDE. L’Italia è al tredicesimo posto tra i Paesi investitori. I settori prioritari nei prossimi anni saranno l’urbanismo, le vie ferrate, le autostrade e le strade, i porti, gli aeroporti, le poste, l'acqua e l'elettricità, l'agroindustria, il trasporto (autobus e tramway –a Casablanca e Rabat-per il rinnovo del parco veicoli delle principali città del Regno), l’aeronautica (Aeropôle di Casablanca o Polo Aeronautico di Nouaceur) i fosfati e la formazione. I recenti accordi di liberalizzazione degli scambi firmati con gli Stati Uniti ed alcuni Paesi arabi (Tunisia, Egitto, Giordania, Turchia) dovrebbero facilitare, a medio termine, nuovi investimenti nel Paese, anche in relazione agli interessanti vantaggi fiscali che si presentano per produzioni realizzate in loco e poi esportate nei Paesi partner. Gli eccellenti rapporti bilaterali tra Marocco e Italia si nutrono di antichi legami di amicizia e di una naturale simpatia che l’Italia suscita in tutti le fasce della popolazione, a tutti i livelli. Il nostro Paese viene percepito come naturale alfiere delle istanze marocchine nei fori comunitari accanto a Francia e Spagna. A differenza di questi due Paesi, tuttavia, l’Italia non ha nel Regno precedenti storici di natura coloniale e questo rende il dialogo con il Marocco potenzialmente più autentico e sgombro da condizionamenti. Al tempo stesso, però, questo nostro orientamento porta ad alcune difficoltà, specie a livello di investimenti produttivi, dove l’aggressività di Francia e Spagna pongono l’Italia in secondo piano. Certamente ottimo l’interscambio commerciale tra Marocco e Italia: con oltre due miliardi di € di merci scambiate, l’Italia è il terzo partner commerciale assoluto del Regno del Marocco. Negli ultimi due anni l’interesse delle nostre aziende per il mercato marocchino è sensibilmente aumentato, essendo prospettive di investimento e di partnership con le società marocchine molto numerose. Tra i settori coinvolti in recenti programmi di investimento e che potrebbero interessare le imprese italiane vanno segnalati gli interventi infrastrutturali lanciati nel settore dei trasporti (1.800 km di autostrade entro il 2015 e 2.000 km di nuove strade all’anno) alla cui realizzazione l’ADM (Autoroutes du Maroc) destinerà 3 miliardi di € entro il 2015, la costruzione del tramway a Casablanca e Rabat. Il settore delle vie ferrate prevede nuove linee e l’ONCF (Office National des Chemins de Fer), destinerà per il piano programmatico 2009-2013, 3 miliardi di €. Nel settore portuale, per il nuovo porto di Casablanca saranno investiti da qui al 2010 oltre 100 milioni di € (Agence Nationale des Ports), mentre sul versante sanitario e sociale, 500 milioni di € saranno destinati alla costruzione di 21 nuovi ospedali. I progetti di investimento legati al fabbisogno idrico-energetico riguardano invece la costruzione di 10 grandi e 50 medio-piccole dighe. Il Secrétariat d’Etat Chargé de l’Eau et de l’Environnement ha stanziato per il prossimo quinquennio 2 miliardi di €. Altri 320 milioni di € sono previsti per la realizzazione di aeroporti nelle principali città del Regno a cura dell’ONDA (Office National des Aéroports) ed altrettanti per le costruzioni di nuovi impianti sportivi (Ministère de la Jeunesse). In particolare, per la modernizzazione degli aeroporti marocchini 240 milioni di € verranno accordati con un prestito dalla Banca Africana di Sviluppo nell’ambito del PND, “Plan de Développement National”. Sul fronte del pacchetto investimenti “Plan Azur” (costruzione di sei nuove stazioni balneari sulla costa atlantica e mediterranea), entro il 2010 dovrebbe essere portata a termine la costruzione anche di 29 grandi Hotel, con una capacità ricettiva di oltre 30 mila posti letto. Sul fronte dell’habitat sociale, continua il risanamento delle principali città (costruzione di 150 mila alloggi sociali l’anno) anche per combattere le difficilissime condizioni di vita nelle periferie dei grandi centri urbani (il programma “Villes sans bidonvilles” mira allo sradicamento delle baraccopoli di tutto il Regno entro il 2012). Inoltre, per migliorare le condizioni abitative, è prevista la costruzione di vere e proprie città-satellite (“Stratégie National de Développement Urbanin”, SNFU), nelle periferie dei grandi centri urbani (“Villes Nouvelles”). L’obiettivo dichiarato dalla Holding pubblica che segue i lavori, Al Omrane, è di arrivare a quota quindici nuovi centri nel 2020, al ritmo di 85.000 nuove abitazioni l’anno. Un recente pacchetto oggetto di due convenzioni tra i Ministeri dell’Economia, dell’Habitat e Al Omrane e la “Fédération Nationale des Promoteurs Immobiliers” FNPI, ha mobilitato circa 4 mila ettari di terreni pubblici per la costruzione di 200 mila unità abitative per l’edilizia sociale, con investimento di 5 miliardi di €. In programma anche la costruzione di nuovi centri commerciali, tra cui il più grande dell’Africa del Nord (“Marocco Mail”) dovrebbe sorgere nei pressi di Casablanca, con un investimento di oltre 250 milioni di USD. Nel settore dell’elettricità, l’operatore pubblico ONE (Office National de l’Electricité), grazie anche alla recente ricapitalizzazione, con un finanziamento da parte dello Stato di 140 milioni di €, intende far fronte al nuovo Piano Nazionale d'Azione Prioritaria per il settore dell'Energia e, in particolare, rilanciare il comparto delle energie rinnovabili. La programmazione 2008-2015, prevede la costruzione di oltre 2.500 km di nuove linee elettriche (contributi della Banca Africana per gli Investimenti, del Fondo Arabo per lo Sviluppo Economico e della Banca Mondiale). L’ONE avrà anche la possibilità di diventare leader nazionale nel settore dell’energia rinnovabile. I capitali per questi progetti (il pacchetto investimenti nel settore fino al 2015 è stimato a 9 miliardi di €), provengono dall’Arabia Saudita (500 milioni di USD), Emirati Arabi Uniti (300 milioni di USD), dal fondo governativo Hassan II per lo sviluppo economico e sociale (200 milioni di USD), dal “Fonds di Développement Energétique” (1 miliardo di USD) e dall’UE (77 milioni di €), oltre che da stanziamenti da parte della finanza privata. Altri settori che potrebbero vedere una presenza delle aziende italiane, sono rappresentati dal settore della viabilità del rifornimento idrico (acquedotti): il programma di investimenti dell’ONEP (Office National de l’Eau Potable), prevede, fino al 2010, un diretto coinvolgimento delle Regioni del Paese, che riguarderanno oltre 60 agglomerati urbani che beneficheranno di un piano di investimenti di oltre 1 miliardo di €. Il piano si propône di portare il tasso di accesso all’acqua potabile al 92% anche se il continuo aumento della popolazione (1,8% annuo), ha determinato una diminuzione del quantitativo di acqua pro-capite annua. Per quanto attiene al risanamento dei liquidi, va rilevato un notevole ritardo nella gestione delle stazioni di depurazione acque, che peraltro dispongono di attrezzature vetuste. Sono in corso di definizione programmi di controllo dei rifiuti industriali, di trattamento delle acque reflue e investimenti sono previsti per l’installazione di stazioni di depurazione acque e di discariche strutturate nell’ambito di un programma decennale. Regime degli Investimenti Il regime degli investimenti esteri in Marocco è regolato dalla Carta degli Investimenti Esteri del 1995. Gli investitori stranieri godono dei medesimi diritti e benefici riconosciuti agli operatori locali. Sono ammessi investimenti esteri in tutti i settori, con l’eccezione di alcune attività riservate allo Stato (estrazioni di fosfati, ad esempio) e la proprietà di terreni agricoli. Anche in virtù della legislazione favorevole, negli ultimi anni si è assistito ad un notevole incremento degli investimenti diretti esteri. Tuttavia, essendo questi ultimi spesso legati ad operazioni di grande rilievo, la provenienza geografica varia notevolmente di anno in anno. I settori che maggiormente attirano gli investimenti diretti esteri (IDE), è quello delle holding, che hanno registrato una crescita esplosiva, chiaro segnale dell’accresciuta fiducia che gli investitori stranieri accordano al sistema marocchino, che ha intrapreso la strada delle liberalizzazioni. Altri settori che attraggono fortemente gli investitori sono l’immobiliare (in cui spesso investono i marocchini residenti all’estero), l’industria, il turismo ed i servizi in generale . Emergenti i settori dello sviluppo ambientale, delle tecnologie verdi, della gestione sostenibile delle acque e trattamento dei rifiuti urbani ed industriali, della formazione in materia di public utilities, dell’e-government, dell’elettronica, dell’ITC e della microfinanza, ma soprattutto dell’energia soprattutto quella prodotta da fonti tradizionali (carbone e petrolio) e, in minor misura, quella derivante dalle energie rinnovabili (in particolare fotovoltaico, termosolare, eolico e idroelettrico). L’Italia ritiene di prioritaria importanza assicurare un adeguato sostegno alla stabilità, al progressivo sviluppo ed alla liberalizzazione e modernizzazione del Marocco, partner d’interesse strategico nel contesto degli obiettivi condivisi della creazione di un’area di sicurezza e prosperità nel Mediterraneo, dell’impegno contro il terrorismo internazionale, la criminalità organizzata e l’immigrazione clandestina. In tale quadro, l’Italia ha approvato, di recente, una misura per la conversione del debito marocchino in progetti di cooperazione allo sviluppo, per il valore di 20 milioni €. Tali fondi sono stati destinati principalmente all’Iniziativa Nazionale di Sviluppo Umano (INDH), strumento di lotta alla povertà lanciato nel Regno nel 2005, e al Programma Nazionale di Strade Rurali (PNRR). Notevole è l’interesse nei confronti di taluni «modelli» italiani quali, ad esempio, i distretti industriali, le PMI, i Consorzi, come pure verso quei settori merceologici nei quali è riconosciuto al nostro Paese un primato di expertise (agroindustria, pelletteria, prodotti del mare, grandi lavori, abbigliamento, arredamento, etc.). In tale prospettiva, grazie al processo di privatizzazioni che il Governo marocchino sta realizzando, si stanno presentando nuove e rilevanti opportunità per le imprese italiane nel campo dell’agricoltura, dell’energia, dell’aeronautica e dei servizi collegati, del trasporto ferroviario, delle telecomunicazioni, dell’ambiente, dei grandi lavori. Assumono inoltre particolare interesse i progetti per il completamento della rete autostradale; per la costruzione di migliaia di nuove abitazioni; per l’ammodernamento o la costruzione di porti ed aeroporti; per lo sviluppo del turismo e dei settori dell’agroindustria, della conceria e dei prodotti in pelle. Un’ulteriore opportunità, infine, si è creata con l’implementazione dell’Area di Libero Scambio Marocco-USA, nonché con la creazione della Free Zone di Tangeri. La possibilità di beneficiare dei vantaggi riconosciuti in Marocco agli investitori stranieri, unitamente alle possibilità di sbocco privilegiato nel mercato nord americano, merita una riflessione attenta da parte delle nostre imprese. Per compiutamente le potenzialità di un consolidamento e di una crescita della presenza economica italiana in Marocco, occorre tener conto della posizione «dominante» della Francia (meglio in grado di conoscere e decifrare i processi decisionali del Paese), nonché della tradizionale, più discreta, ma assai dinamica, presenza della Spagna. L’Italia gode dell’indubbio vantaggio di esser correttamente percepita come un partner mediterraneo rilevante, privo di antagonismi storici o di reminiscenze coloniali. Tale percezione è particolarmente vivace tra i politici ed i manager delle nuove generazioni che spesso hanno legami culturali con il nostro Paese. Inoltre, la tecnologia italiana gode di ottima reputazione presso gli operatori locali. Notevole è l’interesse nei confronti di taluni «modelli» italiani quali, ad esempio, i distretti industriali, le PMI, i Consorzi, come pure verso quei settori merceologici nei quali è riconosciuto al nostro Paese un primato di expertise (agroindustria, pelletteria, prodotti del mare, grandi lavori, abbigliamento, arredamento, etc.). Suggerimenti per realizzare investimenti in Marocco Da qualche anno l’interesse delle aziende italiane per il mercato marocchino è sensibilmente aumentato, essendo prospettive di investimento e di partnership con le società marocchine molto numerose. Peraltro, la struttura del sistema economico del Regno (le PMI rappresentano più del 90% del tessuto economico nazionale e contribuiscono per il 35% al volume delle esportazioni globali) è analoga al nostro sistema imprenditoriale ed ai nostri distretti industriali. Si segnala che l’imposta marocchina sul reddito delle società corrisponde, secondo la manovra di bilancio 2008 al 30%, sia per le imprese locali che per gli investitori esteri. Il Marocco rientra inoltre tra i Paesi beneficiari della Legge 212 per interventi di supporto, assistenza tecnica, finanziaria e di sviluppo in alcune aree svantaggiate del Regno. Ulteriori opportunità sono offerte dalla creazione della Free Zone di Tangeri per le operazioni di delocalizzazione di investimenti produttivi e dall’espansione del porto di Tangeri (TANGER MED) con l’implementazione del progetto di TANGER MED II. Le molteplici possibilità di beneficiari di vantaggi riconosciuti in Marocco agli investitori stranieri (esenzione tasse sugli utili, riduzione delle imposte) possono essere approfondite, come rilevato, presso i CRI (Centri Regionali di Investimenti - www.CRI.ma) e presso l’Agenzia marocchina di Sviluppo degli Investimenti di Rabat AMDI (www.invest.gov.ma). Costituire un immobile in Marocco Qualora si volesse costituire un’attività in Marocco, secondo la relazione “Doing Business 2008”, sono necessari alo Stato i seguenti documenti:19 procedure, per un arco temporale in media di 163 giorni; la spesa richiesta è in media pari al 334,67% del Prodotto Interno Netto pro capite. ottenimento del piano catastale; ottenimento della Note de Renseignements dal Piano di Registrazione dei Terreni richiesta ed ottenimento del permesso di costruzione; visita d’ispezione del Municipio e della Polizia Municipale; ottenimento del Certificato di Conformità; installazione della rete idrica e connessione della rete elettrica con ispezione da parte della LYDEC (Lyonnaise des Eaux de Casablanca); registrazione dell’immobile all’Agenzia Urbana. Costituire una società in Marocco Le procedure necessarie per la costituzione di una società in Marocco possono essere svolte direttamente dall’imprenditore oppure attraverso i Centri Regionali d’Investimento “CRI” presenti in tutte le Regioni del Regno. I CRI sono le Istituzioni competenti per fornire informazioni e rilasciare tutta la documentazione necessaria ad avviare un'attività commerciale nella regione prescelta (ad esempio, se s’intende avviare un’attività commerciale nella Regione di Rabat, si potrà consultare il sito Internet: www.rabatinvest.ma). Sono necessari mediamente dieci giorni per la costituzione di una società (alla “Société Anonyme, S.A.” corrisponde la nostra S.p.A., alla “Société à Responsabilité Limitée, SARL”, la s.r.l.), ed il costo, a titolo orientativo, si aggira tra i 10 mila ed i 15 mila Dirhams (1 € = 10, 90 Dirhams – 15 ottobre 2008). Indipendentemente dall’attività commerciale prescelta, si illustrano di seguito i principali passaggi obbligatori: - richiesta di un certificato (certificat negatif) che autorizza l’uso in Marocco della denominazione sociale scelta; la domanda per ottenere tale certificato deve essere inoltrata al Servizio di Registro Centrale o presso i Centri Regionali di Investimento (CRI); - la redazione dello Statuto della società, in lingua francese, e la dichiarazione di conformità a cura di un notaio; - registrazione dello statuto presso la Cancelleria del Tribunale commerciale dove ha sede la società e pagamento delle imposte sulla società e della tassa di esercizio (licenza); - versamento e vincolo di un capitale presso una banca locale (per una S.A. circa il 25% del capitale versato, per una S.A.R.L. il 100%) a cura di un avvocato o commercialista o della propria banca; - trascrizione della costituzione della società, immatricolazione presso il Registro del Commercio e deposito dei libri legali; - iscrizione alla CNSS “Caisse Nationale de Solidarité Sociale”, il nostro INPS. Nella stipulazione di contratti con società locali, si suggerisce di inserire una delle clausole previste dalla Convenzione Arbitrale (clausole compromissorie e compromessi arbitrali) o di contattare la Camera Arbitrale Nazionale ed Internazionale di Milano, Dipartimento Internazionale Fonte: ICE Casablanca