I
NOTIZIE DALLA MARIAPOLI PERMANENTE
REDAZIONE: LOPPIANO
.
50064 INCISA VALDARNO (FII· ANNO III N. 3
.
MAGGIO 1980
.
BIMESTRALE
divina avventura
La scomparsa di Igino Giordani, uno degli inizia tori
del Movimento dei Focolari deceduto a Rocca di Papa il
18 aprile u.s., da noi chiamato familiarmente «Foco.,
perché « tale era: un fuoco che illumina, che riscalda, che
unisce la famiglia intorno a sé» - come disse Mons.
Mayer alla Radio Vaticana in occasione della sua morte ci suggerisce di ripubblicare un suo testo, scritto subito
dopo /'incontro col Movimento, che diede inizio a quella
che egli stesso chiamò «la divina avventura ».
I fratelli da amare sono quelli che di attimo
in attimo la Provvidenza mi mette accanto: mi
fa prossimi. Ora è la persona di casa, ora è il
vicino di treno, ora il superiore e ora il servo,
ora l'agente delle tasse e ora il cliente del
negozio: lo sconosciuto e il conosciuto, il bello
e il brutto, il ricco e il povero, il
nemico» in
guerra e il connazionale in patria ... Si ama pri­
mamente chi ci è messo accanto. E chi ci è
messo accanto .è Dio in effigie: Dio per parte­
cipazione: e io amo in lui il mio Dio.
lo sto nella vita per questo: per amare Dio.
Ed io lo amo - e lo conosco - ordinariamente
per la mediazione del fratello, sua immagine e
somiglianza.
Questo è amare il fratello come Dio lo ama.
Amatevi come io vi ho amati». E vivere la vi­
ta di Dio è in pratica un convivere coi fratelli
per convivere col Padre, unificando le nostre
anime, secondo l'economia dell'incarnazione.
Se ci amiamo l'un l'altro, Dio abita' in noi»
(1 Gv. 4, 12).
E allora, sempre in religione si è: e ogni
luogo è chiesa; e Dio è in ogni luogo. E il fra­
tello è il dono fatto a me per permettermi di
amare e conoscere Dio; quasi
sacramento»
per cui viene Dio in me. Unendomi col fratello,
con le sue pene, le sue miserie e anche le sue
gioie, io stabilisco il circuito per cui passa l'amo­
re; e cioè passa Dio. Ed entra con lui in me il
paradiso.
Amare in altre parole equivale a vivere già
dal tempo la vita eterna, nella quale amore e
conoscenza sono due aspetti d'una unica realtà,
la carità è una con la verità, come la fede con
l'amore.
Ora la vita eterna consiste nel cono­
scere te, solo vero Dio, e colui che tu hai man­
dato, Gesù Cristo» (Gv. 17, 3). E dunque amare
«
«
«
«
«
è conoscere Dio e godere la vita di lui: l'amore
è la vita eterna.
Per· capire Gesù, per vedere Dio, occorre
amarlo; con che l'amore risulta un vedere di là
dal finito: pupilla che si spalanca sul paradiso.
Una conoscenza divina.
Chi ama è nato da Dio
e conosce Dio. Chi non ama, non ha conosciuto
Dio, perché Dio è amore ... Nessuno ha mai ve­
duto Dio. Se ci amiamo l'un l'altro, Dio abita in
noi... » (1 Gv. 4, 7-12). E così l'amore è anche
il lume datoci per conoscere Dio e quel che di
divino è nel mondo, e primamente nei fratelli.
Senza amore, si resta all'oscuro. Conoscere Dio
equivale a vivere la vita con lui: ad averne una
nozione vitale, per l'unione dell'anima con lui, sì
che da Giovanni l'apostolo, che è l'annunziatore
dell'amore, Dio è definito anche lume: e di con­
tinuo è posta una correlazione - una reversibi­
lità - tra luce e amore: come fiamma che fa
lume. Ouindi è l'amore che genera la verità: ed
è la verità che innamora.
«
------
--------�
notizie flash della mariapoli
gruppo ecumenico a loppiano
Un gruppo ecumenico formato da 165 cristiani di diverse Chie­
se e comunità ecclesiali (anglicani, metodisti, battisti, luterani e
cattolici) provenienti dalla Gran Bretagna e dalla Svezia hanno
trascorso una giornata nella Mariapoli a conclusione di una set­
timana ecumenica al Centro Mariapoli di Rocca di Papa.
Erano presenti anche
Vescovi e parroci an­
glicani e pastori lute­
rani.
settimana santa
Anche quest'anno la Setti­
mana Santa si è svòlta in un
clima di profondo raccogli­
mento e vera comunione. Or­
mai le celebrazioni liturgiche
sono diventate un punto di
incontro degli abitanti della
Mariapoli con parenti, amici
e numerosi ospiti arrivati an­
che dall'estero,
Nella foto: il dotto
Richard Darby, vescovo
anglicano di Sherwood
con una partecipante
al congresso.
una nuova
famiglia
Nella foto: un
momento del
battesimo
dell'ultima nata
in Mariapoli.
battesimo
Sabato 19 aprile è stata battezzata in Mariapoli Giovanna "Pao­
la, che segue a Maria Cielo, Chiaretto, Sara e Pietro Gorton, tutti
nati a Loppiano dove papà e mamma abitano da otto anni.
Ezio e Silvana
Cravero, giunti
a Loppiano con
le loro tre bam­
bine, Simona di
9 anni, Silvia di
5 e Giulia di 3.
Vengono da Torino, dove da 14 anni hanno preso parte attiva alla vita del Mo­
vimento. Ezio svolge ora il lavoro di contabile nella Cooperativa
Prima ".
• Loppiano
" Per noi - dicono Silvana ed Ezio - venire nella Mariapoli
permanente è stato rispondere ad una chiamata di Dio. Abbiamo
lasciato ogni cosa per seguirlo, e per contribuire allo sviluppo di
questa cittadei'la ".
gen verde
Nella foto: Spettacolo al Palazzo dei Congressi di Firenze dove si
2
è
conclusa la tournée.
La 1 a tournée del Gen Verde nell'anno 1980
si è svolta dal 26 gennaio al 31 marzo in Umbria,
Marche, Toscana, Liguria e Lazio. 14 spettacoli;
17.000 le persone incontrate. Molti che assistevano
agli spettacoli per la prima volta hanno lasciato im­
pressioni e indirizzi per mantenere i contatti con il
Movimento.
«1/ vostro modo di esprimervi, la vostra arte
ha qualche cosa che mi colpisce nel più profondo
dell'anima. Mi invita a riflettere, mi sprona a vi­
vere '.
«Ci fa pensare a ciò che siamo; ci mette in
crisi '.
«1/ vostro messaggio, la vostra forza ha im­
presso in me una profonda considerazione: devo
cambiare! '.
A Viterbo 2.000 persone hanno partecipato ai
due spettacoli tenuti nel cinema della Caserma
Scuola Allievi Sottufficiali, presenti il Comandante,
ufficiali e molti militari.
A Spoleto, Siena, La Spezia i Vescovi presenti
hanno manifestato la loro soddisfazione per questo
« annuncio moderno del Vangelo -.
IL CENTRO AZUR
Iniziamo da questo numero la
presentazione di alcune attività cui
le scuole» e i cittadini tutti del­
la Mariapoli permanente hanno da­
to vita come espressione del loro
amore a Dio e al prossimo, come
banco di prova della loro forma­
zione di uomini, di cittadini e di
cristiani.
<C
La mostra permanente
del Centro Azur a Loppiano.
D
a una piccola porta in ferr(), che una volta immetteva in un
capannone dove si allevavano polli, si entra ora in una mostra,
dove sono esposti numerosi prodotti del
Centro Azur». Sembra
impossibile - lo dicono molti - una simile trasformazione! Ep­
pure tutto è nato tredici anni fa con la cosiddetta
attività degli
stracci». Si prendevano in alcune piccole industrie dei ritagli di
tessuti, si selezionavano e poi si vendevano a Prato.
({
({
Col passare degli anni e con il contri­
buto professionale ed artistico di molti,
man mano si è arrivati all'Azur di oggi:
piccola azienda di progettazione e realiz­
Mobili disegnati e realizzati dalla falegnameria del
Centro Azur.
zazione di arredamento per case, uffici. sa­
le e teatri, costituita da varie équipes di
disegnatori,
falegnami,
posatori
di
pavi­
menti in moquettes e vinilici.
Le continue idee, che la carità via via
suggeriva per inventare sempre qualcosa
di bello e di nuovo, si sono in seguito or­
ganizzate dando vita ad un centro di crea­
tività artistica.
Si lavora il legno, ricavando da radici
di ulivo pezzi pregiati ad intarsio e giochi
per bambini; si batte il ferro per realizza­
Animaletti componibili in legno.
re disegni originali di oggetti per la casa;
si dipingono quadri con varie tecniche; si
è sviluppato il settore della grafica per li­
bri, cartoline ecc.
Il lavoro all'Azur; come dovunque a Lop­
piano, è parte vitale dell'esperienza che
qui si fa: si lavora perché si ama Dio e il
prossimo, e lavorare è veramente amare.
E' stato così fin dal principio, fin dal tem­
po degli
({
stracci» e lo evidenzia una fra­
se di un giovane che ha dato inizio all'Azur:
Aurelio
Lagorio, sulla cui vita in questi
giorni è stato pubblicato un libro:
({
alla
fine di una giornata non contano i chili di
stracci, ma quanto ci siamo saputi amare».
Due giovani della scuola internazionale al lavoro su radici
di ulivo.
5
Ultimo messaggio
ALCUNI CENTRI DEL MOVIMENTO
DEI FOCOLARI IN ITALIA
ANCONA
Via V. Veneto 5, ti. (071) 201401 - F.F,
Via Tagliamento 19, ti. (071) 32285
-
F.M.
-
F.F.
BARI
Via G. Murat 80/9, tf. (080) 210318
Via Beatillo 21/3°, ti. (080) 212493 - F.M.
BOLOGNA
Via Torreggiani 4, ti. (051) 352618
Via San Donato 156,
F.F.
-
ti. (051) 503493
F.M.
-
CAGLIARI
Via Giudice Chiano 18. tf. (070) 496894
F.F.
-
Via Fracastoro 39 se. C. ti. (070) 308363 - F.M.
CATANIA
Via Borgo 1, ti. (095) 436235 - F,F.
Via Mineo, 11 tI. (095) 441292
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F.M.
FIRENZE
Via Vitto Em. Il, 247, ti. (055) 499684 - F.F.
Via Risorgimento 5, ti. (055) 494149 - F.M.
Centro Internazionale Studenti
•
G. La Plra
»
Via de' Pesclonl 3, tf. (055) 219749
GENOVA
Via S. Zita 1/11, ti. (010) 586378 - F,F.
Via
al
383431
Capo
di
S.
Chiara, .16/A
ti.
(010)
FM
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GROTTAFERRATA
Via S.
Nilo
30. tf. (06)
INCISA VALDARNO -
9458972
-
F.M.
LOPPIANO
Casa Emmaus. ti. (055) 8335641 - F.F.
Via di Tracolle, ti. (055) 8335053
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F.M.
MARINO
C.so Vittoria Colonna, 78 - Pal. A in!. 7
tI. (06) 9386387 - F.F.
Igino Giordani, qui ripreso durante il suo ultimo soggiorno a Loppiano nel mese di maggio del '79.
MILANO
P.le Archinto 9, ti. (02) 6889812
Igino Giordani veniva spesso a Loppia­
no; amava questa cittadella che più volte
aveva chiamato «preludio di Paradiso " e
della quale aveva scritto: « Loppiano... cit­
tà di Dio dove si prega e si lavora, fa­
cendosi del lavoro una liturgia quotidiana,
e si insegna la legge dell'amore come so­
lo antidoto contro le discordie, i ricatti,
le risse sociali, le guerre ".
Si intratteneva spesso con gli abitan­
ti, dava a grandi e bambini il meglio della
sua esperienza cristiana, parlava a lungo
coi giovani delle scuole internazionali. A
volte era stanco, ma il suo sorriso era
sempre pieno e il suo sguardo sempre
Rispondeva con sollecitudine e affetto
ad ogni più piccola attenzione, valorizzava
ogni cosa, sapeva mettere in luce - co­
me solo chi ama sa fare - i più piccoli
sforzi compiuti nella cittadella per impre­
gnare di Vangelo le varie espressioni del­
la vita.
«Lasciatemi dire ,l'ammirazione mia
- scrisse un giorno al Centro Azur - per
tutto quello che fate come anime di Dio
e come cittadini e lavoratori ricchi d'in­
gegno, d'inventiva, serietà professionale,
arte e buon gusto ". E al Gen Verde:
« Non si può ascoltare il vostro canto nei
vostri dischi senza sentirsi allacciati al
cielo; ascoltandovi viene voglia di prega­
re, di piangere, d'amare ... I vostri canti
davvero purificano, verginizzano le anime
degli ascoltatori ".
Del Centro Ave parlava come di un
luogo «dove l'Amore si manifesta in ar­
te, e arte sacra e qUindi - diceva
arriva anche a me, come un coro di luci
e colori ".
Ultimamente, non potendo venire a
Loppiano di persona, tenne il collegamen­
to con le varie componenti della Maria­
poli attraverso piccoli messaggi e bigliet­
6
amore particolare.
della cooperativa:
Vangelo semplice­
comunione dei be­
ni sostanziati di carità e siete le primi­
zie di una società da molti concepibile
solo a .parole, eppure da tutti sognata ".
E al Gen Rosso, dopo l'ultima tournée in
Asia: «Veramente il vostro viaggio è sta­
to ' carismatico', me ne sono giunti pa­
recchi echi ". E aggiunse: «Voi usate la
musica come gratitudine al Signore, co­
me hanno fatto i grandi artisti; suscitate
energie e ridate il segreto della vita:
l'Amore ".
L'ultima lettera che ci fece arrivare fu
più luminoso.
tini di auguri:
farci dono del suo
Scrisse ai volontari
«Voi testimoniate il
mente col lavoro e la
altrettante occasioni per
per il «volo in Paradiso " - come lo chia­
mò lui - di suor Maria Angela. «Mi ha
dato grande gioia - scrisse - insieme
con la speranza di poterla un giorno rag­
giungere". Era il 7 febbraio ed era già
cosciente della gravità del suo stato.
Più tardi, pochi giorni prima della sua
'
«partenza ", andai a visitarlo. Parlava a
fatica, ma appena mi vide, con un sorriso
indescrivibile sussurrò: «Farei volentieri
una passeggiata a Loppiano! ". Seguì un
lungo silenzio, straordinariamente denso
ed eloquente; poi sorrise di nuovo e con
solennità scandì: «Saluta tutti, tutti, tut­
ti! ".
E' il suo ultimo messaggio a Loppia­
no, indescrivibile e vero come il suo sor­
riso, un messaggio che ha la dimensione
e l'efficacia della sua vita tutta permeata
di bontà, di dedizione, di fede, di fortez­
za, di amore.
Un saluto che, indirizzato ad ogni cit­
tadino della Mariapoli, ma non circoscrit­
to agli abitanti della cittadella, oltrepassa
i confini dello spazio e del tempo per ar­
rivare a vicini e lontani: a tutti coloro che
di Loppiano hanno fatto e faranno uno
stile di vita.
Maras
Via Faruffini 16,
-
F.F •
.
ti. (02)
4984375 - F.F.
Via E. De Marchi 8/N, ti. (02) 6888995 - F.M:
Via Pastorelli 19,
tI. (02)
8358267 - F.M.
NAPOLI
Via P. Castellino 105-A/16,
ti. (081) 252500 - F.F.
Salita S. Antonio ai Monti 13/10
ti. (081) 216937 - F.M.
PADOVA
Via Lucania 25, ti. (049) 684750 - F.F.
Via R.
Fowst 10bis, ti. (049)
600382
-
F.M.
PALERMO
Via Rapisardi 60, ti. (091) 266585 - F.F.
Via Sammartino 22, ti. (091) 331730 - F.M.
PESCARA
Via Regina Elena 142 - F.F.
REGGIO CALABRIA
Via Roma 5/c int. ·11/A,
ti. (0965) 27587 - F.F.
Via Annunziata Argine Destro 13,
ti. (0965) 97167 - F.M.
ROMA
Via della Balleria Nomentana 48/7,
ti. (06) 8391415 - F.F.
Via Marcello Il, 26/10, ti. (06) 633614.
-
F.F.
Via M. Dionigi 16/8, ti. (06) 3601120 - F.M.
Via I. Giorgi 41/22, ti. (06) 855609
TORINO
-
F.M.
'
P.za A. Peyroh 7, ti. '(011) 741893 - F.F.·
Via Sineo 12/8 se. C., tf. (011) 837440 - F.M.
TRENTO
Via Vicenza 10, ti. (0461) 30567 - F.F.
Via Grazioli 43/7,
ti. (0461)
23827 - F.M.
TREVISO
Via S. Angelo 81, ti. (0422) 53456 - F.F.
TRIESTE
Via Malleolli 39, ti. (040) 793837 - F.F.
Via A. Madonfzza 6/2, ·tI. (040) 744151 .- F.M.
VARESE MASNAGO
«Villa Mater Dei
t. (0332) 238530
O>
- Via Gonfalonieri 12,
Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho ama­
(Gv. 13, 34).
to, così amatevi anche voi gli uni gli altri »,
cc
maggio 1980
Vorrai sapere quando Gesù ha detto queste paro­
le. Ecco Egli parla così prima che inizi la sua pas­
vere subito quest'amore assieme ai
prossimi?
sione. Pronuncia infatti allora un discorso d'addio che
costituisce il suo testamento, di cui queste parole
fanno parte.
cristiani tuoi
Giovanni, che riporta le parole che stiamo appro­
fondendo, vede nell'amore reciproco il comandamen­
to per eccellenza della Chiesa la cui vocazione è ap­
punto esser comunione, esser unità.
Pensa quindi quanto sono importanti!
Se quello che dice un padre prima di morire, non
si dimentica più, che sarà delle parole d'un Dio?
Prendile allora molto sul serio e cerchiamo in­
sieme di capirle profondamente.
«
Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate
gli uni gli altri; come io vi ho amato, così amatevi
anche voi gli uni gli altri
».
Gesù sta per morire e quanto dice risente di
questo prossimo evento. La sua imminente partenza
infatti richiede soprattutto la soluzione d'un proble­
ma. Come può fare egli a rimanere fra i suoi per
portar avanti la Chiesa?
Tu sai che Gesù è presente, ad esempio, nelle
azioni sacramentali: nella Eucaristia della Messa egli
si fa presente.
Ebbene anche dove si vive l'amore vicendevole
Gesù è presente. Egli ha detto infatti:
due o tre riuniti nel mio nome
«
Dove sono
(e ciò è possibile
mediante il reciproco amore), io sono in mezzo a
loro ".
Nella
comunità
dunque la cui
profondp
vita
è
l'amore reciproco, Egli può rimanere efficacemente
presente. E attraverso la comunità può continuare a
rivelarsi al °mondo, può continuare ad .influire sul
mondo.
'
Non ti pare �,plendido? Non ti vien voglia di vi-
•
Gesù in
mezzo ·
di Ave Cerquetlio
3
Vi do un comandamento nuovo: che .vi amiate
dare a Messa, prima di ogni attività, verifica se regna
gli uni gli altri; come io vi ho amato, così amatevi
fra te e chi vive con te il mutuo amore. Se è così.
anche voi gli uni gli altri».
su questa base, tutto ha valore. Senza questo fon­
cc
damento nulla è gradito a Dio.
Gesù dice subito dopo:
«
Da questo tutti sapran­
no che siete miei discepoli: se avrete amore gli uni
per gli altri».
cc
Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate
gli uni gli altri; come io vi ho amato, così amatevi
Se vuoi dunque cercare il vero segno di autenti­
anche voi gli uni gli altri».
cità dei discepoli di Cristo, se vuoi conoscere il loro
distintivo, devi individuarlo nell'amore reciproco vis­
Gesù ti dice inoltre che questo comandamento è
suto. I cristiani si riconoscono a questo segno. E, se
questo manca, il mondo non scoprirà più nella Chiesa
Gesù.
cc
«
nuovo».
«
Vi do un comandamento nuovo».
Che vuoi dire? Forse che questo comandamento
non era conosciuto?
No.
Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate
«
Nuovo» significa fatto per i
«
tempi nuovi».
Di che, dunque, si tratta?
gli uni gli altri; come io vi ho amato, così amatevi
Vedi: Gesù è morto per noi. Dunque ci ha amato
anche voi gli uni gli altri ».
fino all'estrema misura. Ma che amore era il suo?
Non certo come i I nostro. Il suo era ed è un amore
L'amore reciproco crea l'unità.
l'unità?
«
Ma che cosa fa
. . Siano uno - dice ancora Gesù - affin­
.
«
divino ». Egli dice:
«
Come il Padre ha amato me,
così anch'io ho amato voi». Ci ha amato, dunque.
ché il mondo creda ... ». L'unità, rivelando la presenza
con quello stesso amore col quale lui e il Padre si
di Cristo, trascina il mondo al suo seguito. Il mo'ndo
amano.
di fronte all'unità, al reciproco amore, crede in lui.
E con quello stesso amore noi dobbiamo amarci
a vicenda per attuare il comandamento
cc
Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate
gli uni gli altri; come io vi ho amato, così amatevi
anche voi gli uni gli altri».
«
nuovo».
Un amore simile però tu, come uomo, non l'hai.
Ma sta' felice perché come cristiano lo ricevi. E chi
te lo dà? Lo Spirito Santo lo infonde nel tuo cuore,
nei cuori di tutti i credenti.
C'è allora un'affinità tra il Padre, il Figlio e noi
Nello stesso discorso d'addio Gesù dice
«
suo»
questo comandamento.
questo amore che ci inserisce nella Trinità. E' questo
E' suo e quindi gli è particolarmente caro.
Non devi intenderlo semplicemente come una nor­
ma, una regola o un comandamento accanto agli altri.
Qui Gesù vuoi rivelarti un modo di vivere, vuoi dirti
come impostare la tua esistenza. Infatti i primi cri­
stiani mettevano questo comandamento alla base del­
la loro vita. Diceva Pietro:
cristiani per l'unico amore divino che possediamo. E'
«
Soprattutto conservate
amore che ci fa figli di Dio.
E' per questo amore che cielo e terra sono colle­
gati come da una grande corrente. Per questo amore
la comunità cristiana è portata nella sfera di Dio e
la realtà divina vive in terra dove i credenti si amano.
Non ti sembra divinamente bello tutto questo. e
straordinariamente affascinante la vita cristiana?
fra voi una grande carità» (1 Pt. 4, 8).
Prima di lavorare, prima di studiare, prima di an-
4
Chiara Lubich