Ipertensione e fibrillazione atriale

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Ipertensione e
fibrillazione atriale
Conoscerli e tenerli sotto controllo per prevenire
le malattie cardiovascolari, l’ictus e i disturbi
associati
a cura della:
Ipertensione
L’ipertensione in Italia colpisce 15 milioni di persone e solo 1
persona su 4 ha la pressione ben curata.
Ogni anno muoiono per malattie cardiovascolari dovute alla
pressione alta 280.000 persone.
Per ipertensione arteriosa si intende un aumento della pressione
arteriosa superiore a 140/90 mm/Hg.
In base alle linee guida dell’Organizzazione Mondiale della
Sanità si parla di:
ipertensione lieve
con valori sistolici (massima) compresi tra 140 e 159
mm/Hg e diastolici (minima) tra 90 e 99 mm/Hg
ipertensione moderata
con valori sistolici tra 160 e 179 mm/Hg e diastolici
tra 100 e 109 mm/Hg
ipertensione grave
con valori sistolici al di sopra di 180mm/Hg e
diastolici al di sopra di 110 mm/Hg
Controllare i fattori di rischio
Ipertensione e fibrillazione atriale non sono malattie ma fattori di
rischio frequentemente associati, che aumentano la possibilità
di avere malattie cardiovascolari e ictus.
Ipertensione e fibrillazione atriale sono condizioni spesso asintomatiche (non presentano sintomi) e quindi pericolose perché
la persona che ne soffre non è consapevole e non viene sottoposta alle terapie del caso.
Fibrillazione Atriale
La fibrillazione atriale è causa di 1 ictus su 5 ed è quindi un
importante fattore di rischio.
La fibrillazione atriale è un disturbo del battito cardiaco: il cuore
batte in modo irregolare e perde la capacità di contrarsi in modo
coordinato, causando un “ristagno” di sangue e il rischio di
formazione di coaguli (grumi solidificati di sangue). I coaguli possono immettersi nella circolazione sanguigna e arrivare al cervello
causando un ictus ischemico.
La fibrillazione atriale è l’anomalia del ritmo cardiaco più comune
nella popolazione adulta. In Italia colpisce circa 1.000.000 di persone, con 120.000 nuovi casi ogni anno.
I dati si riferiscono solo ai casi accertati, ma quelli totali sono in
realtà ben più numerosi perché molte persone che ne soffrono
non presentano disturbi e ignorano di avere questo problema.
Misurare la pressione
La misurazione della
pressione arteriosa deve
essere eseguita nell’ambito
del controllo del medico e
con apparecchi validati da
società scientifiche
internazionali anche per
pazienti particolari (donne in
gravidanza, diabetici,
dializzati, obesi, anziani,
fibrillanti, ecc)
Deve essere effettuate sul
braccio dal valore più alto
(o su quello non dominante
in assenza di differenze).
Misurare la pressione in modo
corretto è indispensabile
perché il risultato sia
utilizzabile dal medico.
Ecco cosa si deve fare:
Essere a riposo da almeno
cinque minuti
Non bere caffè o fumare per
almeno mezz’ora
Non indossare indumenti
stretti alla vita e al braccio
Sedere comodamente,
ben appoggiati allo schienale
Non incrociare in alcun modo
le gambe o i piedi
Appoggiare il braccio sul
tavolo, circa all’altezza del
cuore
Avvolgere il bracciale in modo
corretto intorno al braccio
(vedere le istruzioni
dell’apparecchio) facendo
attenzione che questo sia
della dimensione adeguata
Misurare una prima volta la
pressione dopo essere stato
seduto col braccio appoggiato
al tavolo da almeno un minuto
Effettuare almeno una
seconda misurazione con una
pausa non inferiore ai 15
secondi tra una misurazione e
l’altra
Se l’apparecchio non
memorizza i risultati o viene
utilizzato da più persone in
famiglia registrarli subito su un
foglio
Fare le misurazioni al mattino
e alla sera prima di assumere i
farmaci per la pressione e
prima di mangiare
Effettuare le misurazioni per
sette giorni di seguito
Controllare la
fibrillazione atriale
In circa un terzo dei casi la fibrillazione atriale rimane
asintomatica e non è diagnosticata. È quindi indispensabile un
approccio proattivo di medici, farmacisti e pazienti che permetta
di generare il sospetto di fibrillazione atriale.
Controllare il proprio battito cardiaco attraverso la palpazione del
polso o misurandosi la pressione arteriosa con apparecchi
automatici dotati di algoritmi (validati) in grado di indicare la
possibile presenza di fibrillazione atriale.
Generato il sospetto di fibrillazione atriale è importante
rivolgersi al proprio medico che effettuerà i necessari
accertamenti,
come
l’elettrocardiogramma,
per
diagnosticare questa aritmia.
Il verificarsi di fibrillazione atriale può essere suggerito
dall’utilizzo di misuratori della pressione automatici dotati di
algoritmo (validato) in grado di rilevare questa aritmia.
In caso di sospetta presenza di fibrillazione atriale suggerita
durante la misurazione della pressione arteriosa comportarsi
come segue:
se non si avverte alcun disturbo effettuare il controllo della
regolarità del polso attraverso la palpazione dell’arteria radiale e
un’altra misurazione dopo 1 ora. Se confermato il sospetto di
fibrillazione atriale comunicare subito l’accaduto al medico o
farlo con calma se questa non venisse confermata.
Se si avvertono disturbi (lieve mancanza di respiro, stanchezza
inusuale, senso di cuore che batte troppo rapidamente, ecc.)
avvisare subito il medico.
Prevenire e curare
La prevenzione dell’ipertensione e della fibrillazione atriale parte
sempre dalla correzione dello stile di vita.
Praticare attività fisica regolare, seguire una dieta povera di sale
e di grassi, non fumare, non eccedere con l’alcool, controllare il
peso corporeo e dormire per un sufficiente numero di ore (7/8)
sono ottime abitudini che aiutano a prevenire le malattie
cardiovascolari e l’ictus. É importante:
Non fumare! L’effetto ipertensivo di una singola sigaretta si
prolunga per oltre 15 minuti, con associata tachicardia.
Iniziare un’attività fisica di tipo aerobico (correre, camminare,
andare in bicicletta, nuotare, ecc.). Grazie all’esercizio fisico
infatti si consumano calorie, si abbassano le resistenze
periferiche, aumentano le fibre muscolari lente e si innesta un
circolo virtuoso che determina la riduzione della pressione.
Adottare una dieta ipocalorica, se si è in sovrappeso, e
comunque iposodica, eliminando l’assunzione di liquirizia e
limitando il caffè.
L’ipertensione arteriosa, la fibrillazione atriale e le conseguenze
ad esse correlate, possono essere curate o tenute sotto controllo soprattutto se diagnosticate in tempo.
E fondamentale per il successo terapeutico assumere regolarmente e nella quantità indicata il/i farmaco/i prescritti dal proprio
medico curante.
Si stima che in Italia l’aderenza alla prescrizione terapeutica sia
di solo il 53,7% dei pazienti per i farmaci antipertensivi e del
72,2% per i farmaci anticoagulanti.
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Disturbi associati:
la sindrome metabolica
La sindrome metabolica è una patologia multifattoriale che
coinvolge più organi ed apparati. Alla base c’è una
circonferenza addominale aumentata, superiore a 94 cm
nell’uomo e a 80 cm nella donna, a cui si associano almeno
due delle seguenti condizioni:
Ipercolesterolemia (eccesso di colesterolo nel sangue) e/o
diminuzione del colesterolo HDL (cosiddetto colesterolo
buono).
Ipertrigliceridemia (valori dei trigliceridi alti).
Alterazioni del metabolismo glucidico.
Ipertensione arteriosa.
Questa sindrome rappresenta un notevole pericolo per la
salute: ogni aumento di 5 cm della circonferenza
addominale comporta un aumento dell’11,9% di
ammalarsi di patologie cardiovascolari
La terapia della sindrome metabolica è legata alla modificazione
dello stile di vita. Fare regolarmente attività fisica
prevalentemente aerobica (3 sedute settimanali di 45-50 minuti
oppure 5 da 30 minuti) e diminuire le calorie introdotte con il cibo
sono alla base di uno sano stile di vita.
Riassumendo per punti:
l’attività fisica comporta calo del peso;
una diminuzione di peso determina un abbassamento dei
valori pressori;
conseguentemente si riduce la circonferenza addominale;
migliora l’insulinoresistenza alla base del diabete e in ogni
caso si riduce la posologia dei farmaci ipoglicemizzanti;
una dieta ipocalorica comporta un calo
dell’ipertrigliceridemia;
dieta e attività fisica aumentano la frazione
del colesterolo HDL;
i markers dell’infiammazione, causa di danni al sistema
vascolare scompaiono, riducendo il rischio cardiovascolare
globale.
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