http://www.iss.it/lgac/docu/index.php?lang=1&tipo=32&area=106 ulteriore contributo alla documentazione e approfondimento: link al PROGETTO ONCOLOGIA del ISS le basi scientifiche delle Linee Guida nazionali. CASO CLINICO (risposte e approfondimenti) le fonti citate sono disponibili nel materiale già fornito. Prevenzione oncologica - CSPO: Tumore del colon-retto 2 - Numero evento: Obiettivi formativi: Fonti disponibili: Gruppo 2 obiettivi formativi di interesse nazionale 2002/2006: a) miglioramento delle conoscenze e delle competenze professionali per le principali cause di malattia, con particolare riferimento alle patologie neoplastiche Obiettivo specifico: conoscenza e applicazione dei criteri per la prevenzione e lo screening del tumore del colon-retto 2. Screening oncologici - Cancro del colon-retto 1. Screening oncologici - Generalità 3. Osservatorio nazionale screening - Le 100 domande sul cancro del colon-retto Giovanni, 65 anni, un anno fa si è sottoposto al test per la ricerca del sangue occulto nelle feci, aderendo all’invito dell’ASL. Da persona attenta alla propria salute qual è aveva apprezzato l’iniziativa della sua città di allestire un programma di screening per il carcinoma del colon-retto. L’esame è risultato negativo e Giovanni è stato rinviato a un controllo successivo a distanza di 2 anni. Ora si è rivolto al suo medico perché da alcuni mesi lamenta un alvo alterno e una modesta rettorragia: “Magari non è niente, dottore, ma come sa io mi preoccupo subito; io sto bene come al solito, a parte questi piccoli disturbi recenti”. “Ha fatto bene a venire in ambulatorio signor Giovanni, è importante non trascurare sintomi come quelli che mi riferisce”. Il medico sottopone Giovanni a una visita generale e all’esplorazione rettale senza rilevare nulla di patologico, a parte la presenza di emorroidi di secondo grado. Quale comportamento del medico è appropriato nel caso di Giovanni? • • • • • il medico non deve sottovalutare i sintomi riferiti da Giovanni e deve consigliare una colonscopia in presenza di un test per la ricerca di sangue occulto negativo eseguito l’anno precedente, il medico deve rassicurare Giovanni, ma deve spiegargli che al controllo successivo è più indicata una colonscopia anziché la ricerca del sangue occulto in presenza di un test per la ricerca di sangue occulto negativo eseguito l’anno precedente, il medico deve rassicurare Giovanni e rimandare la valutazione al controllo successivo, già fissato dalla ASL il medico non deve sottovalutare i sintomi riferiti da Giovanni e deve seguire il decorso nei 2-3 mesi successivi per decidere se consigliare una colonscopia il medico non deve sottovalutare i sintomi riferiti da Giovanni e deve far ripetere un test per la ricerca del sangue occulto nelle feci FONTE Da: Dossier Screening oncologici - Cancro del colon-retto Colonscopia totale (Ct) La colonscopia totale è il test più accurato per individuare adenomi e Ccr, tanto da essere considerata il gold standard di riferimento per tutte le altre metodiche. Per questo motivo, la Ct è essenziale per la diagnosi precoce del Ccr, con tre distinte funzioni: • • • come test da utilizzare per la sorveglianza dei soggetti ad alto rischio come metodo frequentemente utilizzato nella diagnosi nel soggetto asintomatico, in base alla decisione presa nell’ambito del rapporto medico-paziente come accertamento di secondo livello nei casi positivi al test di screening. “Visitandola, non ho trovato nulla, a parte le emorroidi, ma preferisco approfondire la questione e richiedere una colonscopia”. Giovanni domanda stupito: “Ma è proprio necessaria la colonscopia, dottore? Ho riportato gli esami dello scorso anno, anche se li aveva già visti ho pensato che non potesse ricordare gli esami di ogni paziente. Guardi che sono tutti a posto, non solo quelli generali; anche l’esame per il sangue nelle feci era negativo!”. “Lo so, ricordo bene. Ma con i sintomi che mi riferisce, non possiamo fare eccessivo affidamento sulla negatività degli esami anche se abbastanza recenti”. “Credevo di poter stare tranquillo visto che la ricerca del sangue occulto era negativa!”. Che cosa può dire il medico a Giovanni? • • • • • “i tumori del colon-retto possono manifestarsi successivamente a un esame negativo. E’ bene non sottovalutare i sintomi che possono comparire nel frattempo” “può capitare che un polipo e anche una lesione tumorale ci siano, ma non sanguinino il giorno in cui si fa la ricerca del sangue occulto” “è possibile che a sanguinare siano le emorroidi; ma purtroppo è molto più probabile che si tratti di un adenoma dell’intestino ed è meglio toglierlo” “in effetti è molto probabile che a sanguinare nel suo caso siano le emorroidi anche perché la ricerca del sangue occulto ha dato esito negativo” “i tumori del colon-retto possono manifestarsi successivamente a un esame negativo. Anche se è bene non sottovalutare i sintomi, è ragionevole preoccuparsi solo se sono passati parecchi anni dall’esame” FONTE Da: Dossier Osservatorio nazionale screening. Le 100 domande sul cancro del colon-retto I tumori colorettali possono, in alcuni casi, manifestarsi successivamente ad un esame negativo. Per questo è fondamentale ripetere il test per la ricerca del sangue occulto ogni due anni. Basta un solo esame positivo per consigliare la colonscopia. Infatti potrebbe esserci un piccolo polipo che però non sanguina il giorno che si ripete l’esame. “Un esame negativo non esclude in assoluto una malattia dell’intestino. Per questo è molto importante non sottovalutare eventuali disturbi che possono manifestarsi successivamente. Consideri però che i tumori dell’intestino si sviluppano molto lentamente a partire da formazioni benigne e che i test di screening ripetuti permettono di solito di arrivare in tempo, quando la malattia è ancora curabile”. Giovanni esclama: “Questa è una brutta sorpresa per me! Mi sentivo veramente tranquillo e mai pensavo di essere a rischio di ammalarmi. In pratica, la ricerca del sangue occulto nel mio caso non è stata sufficiente e ora lei mi propone la colonscopia. Non c’è una via di mezzo, non ci sono esami alternativi prima di fare la colonscopia?”. Che cosa deve rispondere il medico a Giovanni? • • • • • “si potrebbe fare un clisma opaco, ma non permette di vedere direttamente le pareti dell’intestino e di fare biopsie” “la colonscopia è l’unico esame che permette di vedere tutto il colon e di fare biopsie diagnostiche o curative” “si possono fare la TC e una RM perché hanno lo stesso valore diagnostico della colonscopia” “ci sarebbe la videocapsula endoscopica che consente un’eccellente visualizzazione di tutto l’intestino ma non si utilizza per i costi troppo elevati” “si può fare il clisma opaco, che ha lo stesso valore della colonscopia, ma la espone a radiazioni ionizzanti” FONTE Da: Dossier Osservatorio nazionale screening. Le 100 domande sul cancro del colon-retto L’esame delle feci ci dice solamente che ci sono tracce di sangue. Se c’è stato il sanguinamento la colonscopia ci dice da dove e perché. La colonscopia è il test più accurato per individuare adenomi e CCR: permette la visione diretta dal colon, l’effettuazione di biopsie e l’asportazione di parte delle lesioni identificate. Il clisma opaco non permette di vedere direttamente le pareti dell’intestino. Inoltre non dà la possibilità di fare prelievi degli eventuali polipi. Se si vede qualcosa col clisma opaco dopo si deve comunque fare una colonscopia. Il medico ribadisce: “In casi come il suo la colonscopia è l’esame più indicato perché permette di vedere tutto il colon e anche di asportare eventuali formazioni presenti”. “So che è doloroso e lungo; ma ci sono dei rischi?” si preoccupa Giovanni che a questo punto è quasi convinto a effettuare la colonscopia. “Più che doloroso direi fastidioso, forse la preparazione più dell’esame. La colonscopia in sé dura dai 20 ai 30 minuti. Ora le spiego tutto...“. Quali informazioni sulla colonscopia deve fornire il medico a Giovanni? • • • • • deve descrivere la modalità di esecuzione dell’esame, gli strumenti utilizzati e i possibili effetti avversi deve dare istruzioni per la preparazione e spiegare che è cruciale per la riuscita dell’esame deve descrivere l’esame, ma evitare i dettagli per non allarmare il paziente deve spiegare la differenza tra adenoma, cancro isolato e metastatico deve indirizzare Giovanni al centro di endoscopia perché si informi sulle modalità della preparazione FONTE Da: Dossier Osservatorio nazionale screening. Le 100 domande sul cancro del colon-retto La preparazione intestinale può essere fastidiosa, alcune persone la tollerano bene, altre meno. Si deve bere un prodotto sgradevole che se bevuto freddo può essere più gradevole. Può essere un po’ fastidioso bere il prodotto, ma perché l’esame riesca è necessario pulire bene l’intestino. Altrimenti si può rischiare di dover ripetere l’esame. La colonscopia si effettua introducendo una sonda flessibile attraverso l’ano. Con questa sonda il medico può vedere direttamente le pareti dell’intestino (colon). Se c’è un piccolo polipo lo può anche togliere subito oppure può fare dei prelievi di tessuto. In genere l’esame dura 20/30 minuti; tra tutto un’ora e mezza circa. La sonda ha una lunghezza adeguata al nostro intestino: il medico infatti deve poter vedere le pareti di tutto il colon. La sonda misura 130-140 cm e ha un diametro di circa 1 cm, 1cm e mezzo. La colonscopia è un esame endoscopico, che permette cioè di guardare l’interno del colon. Lo strumento usato per fare quest’esame è un endoscopio specifico per il colon, chiamato "colonscopio". Perciò l’endoscopia del colon è chiamata "colonscopia". Il colon, o grosso intestino, è l’ultimo tratto dell’apparato digerente o gastrointestinale. Il colon inizia dall’intestino cieco (che comunica con l’estremità finale dell’intestino tenue) e termina nel retto e poi nell’ano. Il colon ha l’aspetto di un tubo lungo circa un metro e ha la funzione principale di contenere gli alimenti non assimilati prima che questi vengano espulsi come feci. La colonscopia viene fatta da un medico specialista, capace di usare il colonscopio per individuare, e in alcuni casi curare, i problemi del colon. Il colonscopio è abbastanza lungo per permettere di esaminare tutto il colon e perfino una parte dell’intestino tenue. Però non sempre è necessario esaminare tutto il colon; in alcuni casi è sufficiente esaminare la parte sinistra del colon ("sigma"). La colonscopia limitata alla sola parte sinistra del colon si chiama "sigmoidoscopia". Il gastroenterologo, orientando il colonscopio, può esaminare la superficie delle pareti interne del colon con attenzione e in tutta sicurezza. Le immagini sono dettagliate e chiare e possono essere riprodotte su uno schermo televisivo. La colonscopia consente perciò una visione diretta dell’organo in esame ed è molto più precisa di un esame radiologico e ha anche il vantaggio di non esporre il paziente ai raggi X. Un altro vantaggio di questo esame è che, attraverso il colonscopio, possono essere fatti passare alcuni strumenti chirurgici, se necessari. Questi strumenti consentono, in maniera assolutamente indolore, di fare biopsie, cioè di prelevare un campione di tessuto da analizzare, o di eliminare piccole lesioni tumorali. In questi casi, la colonscopia contribuisce ad evitare un intervento chirurgico o a stabilire, con maggiore precisione, quale tipo di intervento chirurgico vero e proprio sarà necessario. Durante la colonscopia il medico può individuare e fermare eventuali emorragie del colon. La colonscopia consente di accertare se sono presenti tumori al colon e rimuovere eventuali polipi. I polipi variano per forma e per dimensioni. Anche se la maggior parte dei polipi è di natura benigna, alcuni di essi possono trasformarsi in un tumore maligno. La sola osservazione di un polipo presente all’interno del colon non permette di stabilire se è benigno, potenzialmente maligno o maligno. Per questo é possibile eliminare i polipi con una tecnica chiamata "polipectomia", cioè asportazione dei polipi. La continua eliminazione dei polipi del colon si è dimostrata efficace nel prevenire la formazione di tumori maligni del colon e del retto. Durante l’esame il medico e i suoi assistenti useranno tutte le precauzioni per fare stare il paziente il più comodo possibile. Se necessario somministreranno per via endovenosa un sedativo per farlo rilassare. Il sedativo potrebbe dare una sensazione di assopimento, ma sarà solo una sensazione perché in realtà il paziente rimane abbastanza vigile per poter collaborare. Appena il paziente è completamente rilassato il medico esaminerà innanzitutto il retto con un dito protetto da un guanto lubrificato. Successivamente introdurrà con gentilezza nel retto il colonscopio, anche questo lubrificato. A mano a mano che lo strumento viene lentamente inserito il paziente può sentire il bisogno di andare di corpo. Per aiutare il colonscopio a entrare, il medico introdurrà un po’ di aria: il paziente può allora avvertire qualche spasmo oppure una sensazione di gonfiore. Tuttavia i fastidi, di solito, sono limitati al minimo o completamente assenti. Dopo un’accurata spiegazione da parte del medico e prima di salutare il medico, Giovanni pone alcune domande di dettaglio che trovano pronta risposta e infine chiede: “Questo esame mi spaventa; non posso farlo in anestesia? E poi me lo fanno in giornata? Posso tornare a casa subito o c’è qualche pericolo?”. Come deve rispondere il medico alle domande di Giovanni? • • • • • deve rispondere che solitamente non si pratica un’anestesia, ma una sedazione deve avvisarlo che dopo l’esame dovrà attendere di ristabilirsi prima di tornare a casa e dovrà farsi accompagnare deve avvisarlo della possibilità di sanguinamento intestinale anche a 24 ore dall’esame deve avvisarlo che dopo l’esame può tornare subito a casa guidando l’automobile deve avvisarlo che dopo l’esame può aversi diarrea FONTE Da: Dossier Osservatorio nazionale screening. Le 100 domande sul cancro del colon-retto Non c’è necessità di una anestesia vera e propria, ma viene effettuata una sedazione prima di fare l’esame per favorire il rilassamento. Dopo l’esame, se sarà necessario, il medico e i suoi collaboratori assisteranno il paziente finché si sentirà completamente a posto. Il medico lo informerà sui risultati dell’esame e gli darà le informazioni che lui o il suo accompagnatore desidereranno. Specificherà anche quando il paziente potrà riprendere a bere e a mangiare e quando potrà riprendere le sue attività abituali. In alcuni casi possono protrarsi problemi minori, come una sensazione di gonfiore alla pancia, la presenza di gas o leggeri spasmi intestinali. Di solito, questi sintomi spariscono in 24 ore o anche meno. Subito dopo l’endoscopia (o dopo poche decine di minuti, se è stato dato un sedativo), il paziente potrà tornare a casa. Comunque per il resto del giorno sarà meglio stare a riposo. In particolare se è stato dato un sedativo, il paziente dovrà evitare di guidare: è importante perciò informarlo in anticipo che c’è l’eventualità che un parente o un amico debba riaccompagnarlo a casa. Alcune complicanze, come ad esempio il sanguinamento, si possono manifestare anche a 24 ore dall'esame.