Misure Elettroniche - Lezione n. 1 Misure elettroniche Oscilloscopi analogici 1 Indice unità 2 Oscilloscopi analogici 1a parte Oscilloscopi analogici 2a parte 2 © 2004 Politecnico di Torino 1 Pag. 1 1 Misure Elettroniche - Lezione n. 1 Misure elettroniche Oscilloscopi analogici Oscilloscopi analogici 3 Indice Generalità e formazione dell’immagine Tubo a raggi catodici Presentazione nel dominio del tempo Base tempi Esercitazione su simulatore di Oscilloscopio 4 © 2004 Politecnico di Torino 2 Pag. 2 2 Misure Elettroniche - Lezione n. 1 Misure elettroniche Oscilloscopi analogici Oscilloscopi analogici 1a parte 5 Elemento principale di un oscilloscopio Tubo a Raggi Catodici (TRC) evoluzione dei tubi di Crookes 1879 Braun 1897 6 © 2004 Politecnico di Torino 3 Pag. 3 3 Misure Elettroniche - Lezione n. 1 Misure elettroniche Oscilloscopi analogici Costruzione dell’immagine 7 Schema a blocchi di un oscilloscopio S in posizione 1: rappresentazione di grandezze nel dominio del tempo (grandezze periodiche transitori) S in posizione 2: composizione di due segnali su assi 8 ortogonali © 2004 Politecnico di Torino 4 Pag. 4 4 Misure Elettroniche - Lezione n. 1 Misure elettroniche Oscilloscopi analogici S in posizione 1 9 S in posizione 2 10 © 2004 Politecnico di Torino 5 Pag. 5 5 Misure Elettroniche - Lezione n. 1 Misure elettroniche Oscilloscopi analogici Oscilloscopi analogici 1a parte 11 Tubo a raggi catodici 1 - Riscaldatore 2 - Catodo 3 - Cilindro di Wehnelt (Griglia di controllo) 4, 5 ,6 - Elettrodi di focalizzazione 7 - Placchette deflessione verticale 8 - Placchette deflessione orizzontale 9 - Elettrodo di postaccelerazione © 2004 Politecnico di Torino 12 6 Pag. 6 6 Misure Elettroniche - Lezione n. 1 Misure elettroniche Oscilloscopi analogici Schermo 1/2 Lo schermo è una lastra di vetro piana rivestita, nella superficie interna al TRC, di particolari materiali elettroluminescenti (i fosfori) Questi colpiti dal fascio elettronico emettono luce trasformando energia cinetica in energia luminosa Sullo schermo è anche depositato un strato sottile metallico che funziona da elettrodo di raccolta degli elettroni 13 Schermo 2/2 Tipi di fosforo determinato colore di emissione persistenza luminosa: in presenza di attivazione elettronica i fosfori emettono luce per fluorescenza, se cessa l’eccitazione si ha il fenomeno di emissione per fosforescenza con coda luminosa t p costante di tempo di decadimento 1 ~ 10 ms <t p< 1 s 14 © 2004 Politecnico di Torino 7 Pag. 7 7 Misure Elettroniche - Lezione n. 1 Misure elettroniche Oscilloscopi analogici Valutazione della sensibilità di deflessione Si può dimostrare che la deflessione D sullo schermo è calcolabile con la relazione 1 L⋅ Vd ⋅ b D= ⋅ 2 d ⋅Vacc Funzione della geometria del sistema e delle tensioni • Vacc di accelerazione • Vd di deflessione 15 Parametri che influenzano D Per rendere elevato D occorre avere: elevata tensione di deflessione Vd e quindi guadagno dell’amplificatore elevato elevata lunghezza b delle placchette e quindi capacità di carico alta per l’amplificatore elevata lunghezza del tubo e quindi elevato ingombro bassa tensione accelerazione Vacc che comporta una scarsa luminosità piccola distanza tra le placchette d con alta capacità equivalente 16 © 2004 Politecnico di Torino 8 Pag. 8 8 Misure Elettroniche - Lezione n. 1 Misure elettroniche Oscilloscopi analogici Sensibilità di deflessione 1/2 Si definisce un fattore di deflessione V H = d d D valutazione di massima di Hd ipotizzando b ≈ 3 cm d ≈ 1 cm L ≈ 40 cm Vacc ≈ 3 kV risulta Hd = 50 V/cm 17 Sensibilità di deflessione 2/2 Si parla anche di sensibilità di deflessione S = 1 d H d 18 © 2004 Politecnico di Torino 9 Pag. 9 9 Misure Elettroniche - Lezione n. 1 Misure elettroniche Oscilloscopi analogici Deflessione verticale 1/2 Con i valori numerici definiti, per una deflessione di 10 cm occorre avere V0 = 500 V; Se Vin =1mV occorre un guadagno dell’amplificatore G = 500 x 103 → 114 dB 19 Deflessione verticale 2/2 Caratteristiche amplificatore: guadagno elevato banda estesa da d.c. a frequenze elevate risposta piatta 20 © 2004 Politecnico di Torino 10 Pag. 10 10 Misure Elettroniche - Lezione n. 1 Misure elettroniche Oscilloscopi analogici Banda passante del sistema SENSIBILITÀ ELEVATA DI DEFLESSIONE COMPORTA PICCOLA DISTANZA TRA PLACCHETTE Banda passante del sistema di deflessione ELEVATA LUNGHEZZA DELLE PLACCHETTE CAPACITÀ ELEVATA BANDA PASSANTE RIDOTTA In pratica la banda passante del canale verticale è 21 però limitata dall’amplificatore Oscilloscopi analogici 1a parte 22 © 2004 Politecnico di Torino 11 Pag. 11 11 Misure Elettroniche - Lezione n. 1 Misure elettroniche Oscilloscopi analogici Presentazione nel dominio del tempo S in posizione 1: rappresenta grandezze nel dominio del tempo 23 Tensioni di deflessione Vx e Vy 24 © 2004 Politecnico di Torino 12 Pag. 12 12 Misure Elettroniche - Lezione n. 1 Misure elettroniche Oscilloscopi analogici Oscilloscopi analogici 1a parte 25 Circuito base tempi Invertitore SLOPE± formatore di impulsi VB Y + VT VE IINT -1 EXT LINE sorgente di trigger — VD selettore di ingresso — comparatore di soglia flip VF flop integratore di Miller × alle placche di deflessione verticale VCFR CFR livello di trigger + generatore di trigger compara tore di fine rampa generatore di rampa 26 © 2004 Politecnico di Torino 13 Pag. 13 13 Misure Elettroniche - Lezione n. 1 Misure elettroniche Oscilloscopi analogici Sorgente di trigger Il selettore d’ingresso seleziona il segnale da utilizzare per generare il sincronismo (sorgente di trigger). “INT”, viene utilizzato lo stesso segnale del canale verticale “EXT”, è possibile utilizzare come sorgente di trigger un segnale esterno Y INT EXT “LINE”, la sorgente di trigger è il segnale a frequenza di rete (50Hz) LINE sorgente di trigger 27 Generatore di trigger Invertitore SLOPE± “SLOPE” permette di scegliere di generare la rampa sui fronti in salita o in discesa del segnale di trigger. il comparatore di soglia e il formatore di impulsi generano un impulso, nell'istante in cui il segnale della sorgente di trigger supera la soglia V D formatore di impulsi VB + -1 — VD selettore di ingresso — VT VE comparatore di soglia Trigger Level Livello di trigger (LT) = 2V + VB generatore di trigger Slope - LT con il comando “LEVEL”, è possibile variare il valore di tensione V D (LT) t VT t VE t © 2004 Politecnico di Torino 28 14 Pag. 14 14 Misure Elettroniche - Lezione n. 1 Misure elettroniche Oscilloscopi analogici Generatore di rampa VE flip flop VG integratore di Miller VCFR CFR ComandoFineRampa VE × alle placche di deflessione verticale t C R — VG SW VG + comparatore di fine rampa t VCFR t generatore di rampa R e C possono essere variati, tramite il comando “TIME/DIV” 29 Oscilloscopi analogici 1a parte 30 © 2004 Politecnico di Torino 15 Pag. 15 15 Misure Elettroniche - Lezione n. 1 Misure elettroniche Oscilloscopi analogici Esercitazione pratica con Swilab 1/2 Attivare il pannello del Analog Oscilloscope (AO) Attivare il pannello del Analog Generator (AG) Collegare il morsetto OUT di AG con CH1 (IN selection) di AO Compare la traccia sinusoidale di default 31 Esercitazione pratica con Swilab 2/2 Verificare l’effetto dei controlli sul canale verticale Volt/div Verificare l’effetto dei controlli sulla base tempi SEC/DIV Verificare l’effetto dei controlli sul Trigger Setup in particolare variando il “level” 32 © 2004 Politecnico di Torino 16 Pag. 16 16 Misure Elettroniche - Lezione n. 1 Misure elettroniche Oscilloscopi analogici Oscilloscopi analogici 33 Indice Modalità di trigger Canale verticale Effetti di carico e scopo delle sonde La doppia base tempi Oscilloscopio a doppia traccia 34 © 2004 Politecnico di Torino 17 Pag. 17 17 Misure Elettroniche - Lezione n. 1 Misure elettroniche Oscilloscopi analogici Oscilloscopi analogici 2a parte 35 Generatore base tempi Interno Trigger source: Esterno linea 50 Hz slope: ± trigger level: circuito porta: generatore rampa: regolabile con continuità definisce inizio rampa start da porta stop da circ. fine rampa inibizione inizio di rampa successiva impedisce visualizzazione della traccia di ritorno circuito di hold - off: circuito di spegnimento: 36 © 2004 Politecnico di Torino 18 Pag. 18 18 Misure Elettroniche - Lezione n. 1 Misure elettroniche Oscilloscopi analogici Trigger automatico Si ha l’esigenza di far partire la rampa in modo automatico quando mancano gli impulsi al trigger e cioè nei casi seguenti: quando il segnale di sincronismo è una tensione continua (per esempio si utilizza il sincronismo interno per misurare il livello di una tensione continua) quando il segnale di sincronismo ha ampiezza piccopicco inferiore all’ampiezza della fascia di isteresi del circuito di trigger Fascia di isteresi del trigger 37 Segnale di sincronismo Immagine non sincronizzata 1/2 38 © 2004 Politecnico di Torino 19 Pag. 19 19 Misure Elettroniche - Lezione n. 1 Misure elettroniche Oscilloscopi analogici Immagine sincronizzata 2/2 39 Velocità di scansione diverse 40 © 2004 Politecnico di Torino 20 Pag. 20 20 Misure Elettroniche - Lezione n. 1 Misure elettroniche Oscilloscopi analogici Oscilloscopi analogici 2a parte 41 Canale verticale: schema a blocchi R IN=1MΩ±1% C IN=10÷40 pF 42 © 2004 Politecnico di Torino 21 Pag. 21 21 Misure Elettroniche - Lezione n. 1 Misure elettroniche Oscilloscopi analogici Ch vert.: Caratteristiche 1/2 Amplificatore Verticale ingresso a FET (per avere alta impedenza ) stadi differenziali (deve operare anche in continua) guadagno elevato e tarato banda sufficientemente elevata uscita bilanciata per pilotare correttamente il sistema di deflessione dinamica di uscita elevata (± 300÷400 V) 43 Ch vert.: Caratteristiche 2/2 Attenuatore Tarato resistenza caratteristica costante al variare dell’attenuazione (1 M Ω) bassa capacità di ingresso attenuazione tarata per valori discreti (definisce il fattore di deflessione verticale) banda elevata adeguata a quella dell’amplificatore verticale 44 © 2004 Politecnico di Torino 22 Pag. 22 22 Misure Elettroniche - Lezione n. 1 Misure elettroniche Oscilloscopi analogici Comportamento in frequenza Ipotesi di amplificatore ad un solo polo Modello in frequenza tipo filtro passa basso R Equivale a IN (V) Filtro P.B. C OUT. (DEFL.) fp = (2πRC) −1 f fp 45 Comportamento nel dominio del tempo 1/2 Vi R 90% Vi Vu C Vu 10% t t s0 Invece della costante di tempo τ =RC, per motivi pratici di misura sullo schermo, conviene definire il tempo di salita ts0 46 © 2004 Politecnico di Torino 23 Pag. 23 23 Misure Elettroniche - Lezione n. 1 Misure elettroniche Oscilloscopi analogici Comportamento nel dominio del tempo 2/2 ts0 il tempo compreso tra il 10% ed il 90% del valore asintotico della deflessione prodotta da un segnale a gradino ideale ts0 viene chiamato tempo di salita proprio (intrinseco) dell’oscilloscopio 47 Risposta al gradino e Tempo di salita Vi R 90% Vi Vu C Vu 10% t t s0 Dalla risposta al gradino Vu(t)= Vumax(1-e-t/RC) , si possono calcolare gli istanti t1 per cui Vu(t1)=0.1Vumax t2 per cui Vu (t2)=0.9Vumax Da cui si ricava ts0= t2-t1 Risulta ts0≅ 0.35/fp ≅ 2.2RC © 2004 Politecnico di Torino 48 24 Pag. 24 24 Misure Elettroniche - Lezione n. 1 Misure elettroniche Oscilloscopi analogici Impedenza di ingresso 1/2 Se interessa solo il comportamento in frequenza, il canale verticale può essere modellato come in figura Impedenza di ingresso V i=V e AMPL. 90% fp Vi R i Ci Ve Vu Ze→∞ oscilloscopio Vu 10% t t s0 49 Impedenza di ingresso 2/2 Se si invia un gradino ideale di tensione, fornito da un generatore ideale, sullo schermo si avrà un esponenziale con tempo di salita ts0 ≅ 0.35/fp L’impedenza di ingresso non ha effetto 50 © 2004 Politecnico di Torino 25 Pag. 25 25 Misure Elettroniche - Lezione n. 1 Misure elettroniche Oscilloscopi analogici Oscilloscopi analogici 2a parte 51 Effetto dell’impedenza di ingresso 1/2 Se si invia un gradino ideale di tensione, prodotto da un generatore reale (per semplicità con impedenza di uscita R0 resistiva) la situazione diventa quella di figura R0 Vi AMPL. 90% fb Vi Ri Ci V e Ve Vu 10% t t p1 f p1 = 1 2π Ci (R i //R 0) ( Ri //R 0≅ R 0 essendo normalmente R i >> R 0) 52 © 2004 Politecnico di Torino 26 Pag. 26 26 Misure Elettroniche - Lezione n. 1 Misure elettroniche Oscilloscopi analogici Effetto della impedenza di ingresso 2/2 R0 fb Vi Ri f p1 = Vi AMPL. Ci V e 1 2π Ci (R i //R 0) 90% Ve Vu 10% t t p1 ( Ri //R 0≅ R 0 essendo normalmente R i >> R 0) L’impedenza di ingresso dell’oscilloscopio in combinazione con la R0 , introduce un filtro passa basso la cui funzione di trasferimento Ve / Vi ha frequenza di taglio fp1 Conseguentemente si introduce un ulteriore tempo di salita 53 t p1 ≅ 0.35/fp1 ≅ 2.2 Ci(Ri//Req ) Effetto sul tempo di salita misurato 1/6 La teoria dei circuiti elettronici permette di calcolare la frequenza di taglio f ∗ di una cascata di doppi bipoli Vi f p1 fp Vu Vi f∗ E quindi il tempo di salita equivalente t cascata Vi t p1 t s0 Vu Vi t∗ Vu ∗ della Vu 54 © 2004 Politecnico di Torino 27 Pag. 27 27 Misure Elettroniche - Lezione n. 1 Misure elettroniche Oscilloscopi analogici Effetto sul tempo di salita misurato 2/6 Risulta con una sufficiente approssimazione che, se si invia un gradino ideale di tensione, prodotto da un generatore ideale, il tempo di salita misurato sullo schermo vale Vi 90% tm=t∗≅ (tp12+ts02) 1/2 Vu 10% t tm 55 Effetto sul tempo di salita misurato 3/6 Se il generatore di gradino ha un tempo di salita tg≠0, il tempo di salita misurato tm può essere stimato utilizzando il modello Vi tg t p1 t s0 Vu Vi tm Vu Il generatore con tempo di salita tg è stato realizzato applicando un gradino ideale ad un filtro passa basso con tempo di salita tg . 56 © 2004 Politecnico di Torino 28 Pag. 28 28 Misure Elettroniche - Lezione n. 1 Misure elettroniche Oscilloscopi analogici Effetto sul tempo di salita misurato 4/6 Con una sufficiente approssimazione si può stimare che il tempo di salita misurato sullo schermo vale Vi tm =t∗ ≅ (tg2 + tp12+ts0 2)1/2 90% Vu 10% t tm 57 Effetto sul tempo di salita misurato 5/6 In linea di principio questo errore di misura potrebbe essere corretto secondo la relazione tg= (tm 2 − tp12−ts02)1/2 Però l’incertezza su tp1 e su ts0 e l’approssimazione della relazione matematica non giustificano tale correzione 58 © 2004 Politecnico di Torino 29 Pag. 29 29 Misure Elettroniche - Lezione n. 1 Misure elettroniche Oscilloscopi analogici Effetto sul tempo di salita misurato 6/6 Si preferisce solo fare una valutazione grossolana dell’errore per decidere se: è il caso di utilizzare un altro oscilloscopio a banda più larga (ts0 minore) è il caso di ridurre tp1 intervenendo sul collegamento tra oscilloscopio e circuito di misura (riduzione dell’effetto di carico) Si ricorda che tp1 si manifesta a causa della resistenza di uscita del generatore equivalente 59 Effetto di carico dell’oscilloscopio Ro R IN C IN L’effetto provoca: – in D.C. attenuazione – in A.C. attenuazione rotazione di fase limitazione di banda © 2004 Politecnico di Torino 60 30 Pag. 30 30 Misure Elettroniche - Lezione n. 1 Misure elettroniche Oscilloscopi analogici Per ridurre l’effetto di carico Occorre ridurre possibilmente il rapporto R0/ RIN Si possono utilizzare due tecniche: introdurre una sonda attiva introdurre una sonda che realizzi un partitore compensato 61 Sonda Attiva CIRCUITO IN MISURA SONDA ATTIVA OSCILLOSCOPIO Ro Problemi presentati: amplificatore a larga banda necessità di elevata dinamica di ingresso richiede linee di alimentazione © 2004 Politecnico di Torino 62 31 Pag. 31 31 Misure Elettroniche - Lezione n. 1 Misure elettroniche Oscilloscopi analogici Sonda Passiva: Attenuatore compensato 1/3 OSCILLOSCOPIO+SONDA RS R0 Vi CS Vu RIN CIN ZE RE CE Si regola CS per avere RSCS = RINCIN In tali condizioni: la FDT Vu / Vi ha idealmente banda infinita la RE = RS +RIN la CE = CS×CIN/(CS +CIN ) 63 Sonda Passiva: Attenuatore compensato 2/3 L’effetto di carico del sistema oscilloscopio+sonda risulta inferiore a quello del solo oscilloscopio Normalmente la sonda attenua di un fattore 10 RS =9 RIN , CS = CIN /9 e quindi RE =10RIN , CE = CIN /10 64 © 2004 Politecnico di Torino 32 Pag. 32 32 Misure Elettroniche - Lezione n. 1 Misure elettroniche Oscilloscopi analogici Sonda Passiva: Attenuatore compensato 3/3 Il polo introdotto nel collegamento vale f* R0 Vl RE Vi f* = CE AMPL. fb Vu RE //R0 ≅ R0 , 1 2π CE (RE //R0) = f p1x10 CE = CIN /10 65 Osservazione dei fronti ripidi A causa del ritardo tra partenza della rampa e l’istante di trigger Si perde l’osservazione del fronte 66 © 2004 Politecnico di Torino 33 Pag. 33 33 Misure Elettroniche - Lezione n. 1 Misure elettroniche Oscilloscopi analogici Rimedio Introduzione di una linea di ritardo sul canale verticale 67 Compensazione del ritardo di start rampa 68 © 2004 Politecnico di Torino 34 Pag. 34 34 Misure Elettroniche - Lezione n. 1 Misure elettroniche Oscilloscopi analogici Problemi di sincronizzazione 1/2 Problemi di sincronizzazione per la osservazione di particolari del segnale A Trigger level t Se si vuole rappresentare il dettaglio A sull’intero schermo 69 Problemi di sincronizzazione 2/2 Occorre far partire le rampe immediatamente prima di A È però molto difficile sincronizzare con un livello di trigger posto sui tratti orizzontali della forma d’onda Trigger level t 70 © 2004 Politecnico di Torino 35 Pag. 35 35 Misure Elettroniche - Lezione n. 1 Misure elettroniche Oscilloscopi analogici Oscilloscopi analogici 2a parte 71 Oscilloscopi a doppia base di tempi Il problema di sincronizzare in punti difficili del segnale è risolto con gli oscilloscopi a doppia base tempi Schema a blocchi di principio IN Canale Vert . Base tempi B1 TRC Base tempi B2 Si hanno due generatori di base tempi © 2004 Politecnico di Torino 72 36 Pag. 36 36 Misure Elettroniche - Lezione n. 1 Misure elettroniche Oscilloscopi analogici Schema a blocchi Segnale di trigger Per BT B1 Generatore Base Tempi B1 (principale) + Deflessione Orizzontale _ Time/div A Segnale di trigger Per BT B2 Trigger Level Slope Generatore Base Tempi B2 (secondaria) Time/div B Trigger Level 73 Oscilloscopi a doppia base tempi Modalità di generazione della 2a base tempi B2 ritardata rispetto a B1 Segnale di trigger Per BT B1 Generatore Base Tempi B1 (principale) Deflession e Orizzontal e La rampa generata da B1 è utilizzata come segnale di trigger per BT B2 Generatore Base Tempi B2 (secondaria) Time/div B TriggerLevel→ DELAY 74 © 2004 Politecnico di Torino 37 Pag. 37 37 Misure Elettroniche - Lezione n. 1 Misure elettroniche Oscilloscopi analogici B2 ritardata rispetto a B1 LIVELLO DI TRIGGER PER B2 75 Scansione sola rampa B1 VY RAPPRESENTATA CON DEFL. ORIZZONTALE DATA DA B1 2 4 5 1 3 TENSIONE DI DEFL. ORIZZONTALE B2 76 © 2004 Politecnico di Torino 38 Pag. 38 38 Misure Elettroniche - Lezione n. 1 Misure elettroniche Oscilloscopi analogici Rampa B1 intensificata per la durata di B2 Tensione di intensificazione luminosità 77 Scansione con la sola rampa B2 2 4 3 Vy(B2) 78 © 2004 Politecnico di Torino 39 Pag. 39 39 Misure Elettroniche - Lezione n. 1 Misure elettroniche Oscilloscopi analogici Rampe B1 e B2 scansioni alternate Vy(B1) 2 4 1 4 2 3 5 3 Vy(B2) 79 Scansione B1 + B2 ( MISTA ) 80 © 2004 Politecnico di Torino 40 Pag. 40 40 Misure Elettroniche - Lezione n. 1 Misure elettroniche Oscilloscopi analogici Oscilloscopi analogici 2a parte 81 Oscilloscopi a Doppia Traccia A doppio cannone (Soluzione costosa non più adottata) A commutazione delle due tracce Modalità di presentazione alternate (per segnali A F) chopped (per segnali B F) 82 © 2004 Politecnico di Torino 41 Pag. 41 41 Misure Elettroniche - Lezione n. 1 Misure elettroniche Oscilloscopi analogici Modalità alternate (ALT) Y Y1 S2 Y2 F1 L T t S1 F2 X Y2 Y1 t 83 Modalità CHOPPED (CHOP) SEGNALE DI TRIGGER 84 © 2004 Politecnico di Torino 42 Pag. 42 42 Misure Elettroniche - Lezione n. 1 Misure elettroniche Oscilloscopi analogici Problemi di sincronismo interno (ALT) 1/2 COMMUTATORE Sincronismo prelevato a monte del commutatore (es. Y 2) mantiene le relazioni di fase i segnali devono essere sincroni altrimenti uno scorre sullo schermo Y Y1 CH 1 CH 2 SEGNALE DI SINCRONISMO S2 Y2 F1 L T t S1 F2 X Y1 Y2 t 85 Problemi di sincronismo interno (ALT) 2/2 Sincronismo prelevato a valle del commutatore non si mantiene la relazione di fase si possono però sincronizzare anche i segnali di differenti frequenze COMMUTATORE Y1 LT 1 Y2 2 2 LT Y1 e Y2 rappresentati con stessa fase CH1 Vo 2 1 SEGNALE DI SINCRONISMO CH2 2 86 © 2004 Politecnico di Torino 43 Pag. 43 43 Misure Elettroniche - Lezione n. 1 Misure elettroniche Oscilloscopi analogici Problemi di sincronismo interno (CHOP) Funzionamento chopped a monte del commutatore (CH1 o CH2) COMMUTATORE sincronismo corretto ma i segnali devono essere sincroni altrimenti uno scorre sullo schermo mantiene le relazioni di fase a valle del commutatore sincronismo difficoltoso per la complessità del segnale sincronizzante su molti oscilloscopi questa scelta viene impedita © 2004 Politecnico di Torino CH1 SEGNALE DI SINCRONISMO CH2 87 44 Pag. 44 44