Indagine sui meccanismi di difesa da Flavescenza dorata della vite (MEDVI) La diffusione in Piemonte della Flavescenza dorata della vite (FD), organismo nocivo sottoposto a lotta obbligatoria ai sensi del D.M. 31/05/2000, ha avuto un grave impatto sulla viticoltura regionale ed ha suscitato nuove criticità anche a livello ambientale. La gravità e l’andamento epidemico della malattia rendono necessario infatti un continuo contrasto all’insetto vettore (Scaphoideus titanus Ball.) mediante l’esecuzione di due e talvolta più trattamenti insetticidi specifici sugli oltre 40.000 ettari del vigneto Piemonte. La dinamica della diffusione della FD non pare lineare e legata soltanto alla più o meno efficace esecuzione di determinate pratiche di lotta nei vigneti, ma assume spesso i tratti di un fenomeno complesso. Si comprende dunque come i trattamenti insetticidi obbligatori, pur efficaci contro lo scafoideo nel ristretto ambito del vigneto, non possano essere una soluzione sufficiente. E’ necessario affrontare il problema partendo anche dalla pianta e della sua capacità di lottare contro il fitoplasma. Si ritiene quindi necessario esplorare ulteriori strade alla ricerca di eventuali genotipi resistenti o tolleranti a FD. Linee di ricerca: 1. Valutazione della sensibilità di Cv diverse italiane e georgiane in condizioni controllate di inoculo su viti erbacee derivate da vitro. 2. Confronto della sensibilità delle diverse Cv a parità di condizione infettante in campo (triennale). 3. Verifica del grado si di sensibilità di accessioni da patrimonio Barbera preclonale . L’IPSP dispone delle competenze, attrezzature e personale indispensabili per garantire il raggiungimento degli obiettivi previsti. In particolare, l’IPSP dispone dell’isolato di FD presente in Piemonte e mantenuto in fava in condizioni controllate, di protocolli di inoculo del fitoplasma FD mediante insetto vettore, protocolli diagnostici rapidi per FD, di procedure per la quantificazione, mediante real time PCR del fitoplasma, di competenze ed attrezzature per la produzione di piante di vite in vitro. Viten dispone di spazi, attrezzature e competenze per la gestione delle viti in vigneto. I due gruppi hanno già collaborato con successo in precedenti esperienze. 1. Identificare eventuali genotipi tolleranti a FD L’obiettivo sarà raggiunto mediante l’inoculazione in serra tramite Scaphoideus titanus sperimentalmente infetto, di viti erbacee provenienti da coltura in vitro. In particolare, in una prima fase saranno identificati 8‐10 genotipi di vite da sottoporre ad analisi. La selezione verrà effettuata sulla base di dati precedentemente raccolti nell’ambito del Tavolo Tecnico Regionale Flavescenza dorata e comunque in collaborazione con il Servizio Fitosanitario ed i tecnici da esso identificati come potenziali collettori di genotipi di interesse, nonché i responsabili del progetto sperimentale che utilizza genotipi georgiani di vite. In particolare, si procederà in modo da inserire nel protocollo sperimentale un genotipo di provata suscettibilità (probabilmente nell’ambito Barbera) ed uno di minore sensibilità (Nebbiolo o Glera). Nel periodo invernale si raccoglieranno le gemme da ciascun genotipo e si procederà alla coltivazione in vitro e, successivamente, al trasferimento ed ambientazione delle piantine micropropagate in vaso. Sempre durante l’inverno si raccoglieranno i tralci biennali di vite in zone ad elevata incidenza di S. titanus (sulla base delle letture delle trappole esposte nella stagione 2015) e li si conserverà al freddo fino al momento in cui saranno necessari per la produzione di ninfe del vettore. Le ninfe saranno utilizzate per l’acquisizione del fitoplasma a partire da fave infette che saranno opportunamente prodotte per la sperimentazione a partire dal materiale costantemente presente in laboratorio. Gli insetti infettivi, dopo la fase di latenza, saranno utilizzati per inoculare le piante. Le piante inoculate saranno mantenute in vaso e campionate a 11 mesi dall’inoculo per il saggio diagnostico e, in caso di positività, per la quantificazione del fitoplasma. La sensibilità di ciascun genotipo sarà misurata attraverso il numero delle piante infette sul totale di quelle inoculate e attraverso il confronto della popolazione di fitoplasma che ogni genotipo infetto potrà sostenere. 2. Identificare le accessioni utilizzabili per caratterizzare le basi dei meccanismi di tolleranza. L’obiettivo sarà raggiunto attraverso in mini impianto in condizioni di elevata pressione di infezione (esempio: vigneto di Viten a Calosso) di piante ottenute dagli stessi genotipi del punto 1 (almeno 20 piante per varietà in blocchi randomizzati). In questo caso le piante verranno tutte sottoposte a saggio diagnostico molecolare per la diagnosi di FD una volta all’anno per almeno tre anni, nel tentativo di confermare in campo la maggiore o minore sensibilità mostrata nel saggio su vite erbacea (punto 1). Per questa prova bisogna prevedere un’attività almeno triennale. 3. Identificare genotipi di Barbera eventualmente da utilizzare per moltiplicazione clonale. L’obiettivo sarà raggiunto attraverso l’innesto delle accessioni di Barbera preclonale su un appropriato portainnesto. Le barbatelle saranno poi impiantate insieme alle piante descritte al punto 2 in condizioni di elevata pressione di infezione (esempio: vigneto di Viten a Calosso). Questo punto non produrrà risultati al primo anno, che sarà l’anno del barbatellaio. Le piante in questione saranno sottoposte ad analisi molecolare per la diagnosi di FD una volta all’anno per almeno tre anni. Anche per questa prova bisogna prevedere un’attività almeno triennale. Le linee sviluppate sono in stretto collegamento fra di loro e sono l’ideale prosecuzione di progetti svolti in precedenza sull’argomento. In particolare, il presente Progetto sfrutta la disponibilità di protocolli, reagenti e know‐how sull’argomento derivato in precedenza e lo collega ai risultati ottenuti da attori diversi della filiera, seconde quanto emerso dai risultati del lavoro di coordinamento svolto dal Tavolo Tecnico Regionale sulla Flavescenza. Risultati concreti attesi Identificare eventuali genotipi tolleranti a FD. Identificare le accessioni utilizzabili per caratterizzare le basi dei meccanismi di tolleranza. Identificare genotipi di Barbera eventualmente da utilizzare per moltiplicazione clonale. Linee di gestione della malattia che sfruttino i meccanismi di tolleranza. La data prevista per la pubblicazione dei risultati parziali previsti del progetto è il 31/12/2016. I risultati saranno pubblicati nella "Banca dati della ricerca agricola della Regione Piemonte", dove saranno disponibili gratuitamente per tutte le imprese attive del comparto agricolo. Tali risultati resteranno a disposizione su Internet per un periodo di almeno cinque anni dalla data di conclusione del progetto. Per informazioni Direzione Agricoltura ‐ Settore Fitosanitario e Servizi tecnico‐scientifici Paola Gotta | 011.4323716 | [email protected]