Milano oltre l’Expo
Capolavori d’Arte
nell’inverno meneghino
I Macchiaioli, la Belle Époque, Boldini… La cornice? Via Manzoni
di Eugenia Sciorilli
S
e lo scorso anno Milano era stata scelta da
Lonely Planet tra le dieci destinazioni da
visitare nel 2015 grazie all’Expo, non si può
certo dire che l’autunno meneghino sia povero di
attrazioni per i visitatori. Anzi, è il contrario: basti
pensare che una sola via, elegantissima, del centro
storico di Milano, Via Manzoni, accoglie tre mostre
d’arte imperdibili per chi ama la pittura dell’Ottocento.
L’incanto dei Macchiaioli viene presentato al Museo
Poldi Pezzoli, mentre la GAM Manzoni ospita
capolavori sul tema “La Belle Époque” e la Galleria
Bottegantica propone Boldini.
I pannelli della mostra sui Macchiaioli al Museo Poldi
Pezzoli (foto Eugenia Sciorilli).
In alto, Giuseppe De Nittis, Che freddo! – 1874. (foto
Collezione privata/Museo Poldi Pezzoli)
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In alto, a sinistra, Giuseppe Abbati, Il campanile di Badia – 1865 (foto Istituto
Matteucci Viareggio/Museo Poldi Pezzoli); a destra, Vincenzo Cabianca, Lungomare –
1860 (foto Collezione privata/Museo Poldi Pezzoli).
Sopra, Giovanni Fattori, Costumi livornesi – 1865 (foto Collezione privata/Museo
Poldi Pezzoli); a destra, Silvestro Lega, Curiosità – 1869 (foto Collezione
privata/Museo Poldi Pezzoli).
MACCHIAIOLI
AL MUSEO POLDI PEZZOLI
Fino al 29 febbraio 2016, il
Museo Poldi Pezzoli, la casa
museo di via Manzoni (al civico
12), riunisce le opere della
collezione di Giacomo e Ida
Jucker nella raffinata mostra
intitolata “L’incanto dei
Macchiaioli nella collezione di
Giacomo e Ida Jucker”. La
mostra racconta la straordinaria
avventura collezionistica di
Giacomo Jucker, esponente di
una nota dinastia
imprenditoriale affermatasi a
Milano agli inizi del Novecento.
Proprio al suo nome e a quello
della moglie Ida è legato il
collezionismo di opere d’arte del
secondo Ottocento italiano, in
particolare dei Macchiaioli.
Il risultato è una raccolta
eccezionale, la prima dedicata al
secondo Ottocento italiano di
rilevanza e fama davvero
internazionali (come dimostra la
presentazione di una parte di
essa nel 1949 a New York presso
la Galleria Wildenstein e il
Metropolitan Museum of Art),
in grado di rappresentare un
vero e proprio modello anche
per altri collezionisti, in cui
spiccano in particolare, come
due poli contrapposti, i
magnifici nuclei di dipinti di
Giovanni Fattori e di Silvestro
Lega.
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In alto, Giovanni Fattori,
Silvestro Lega che dipinge
sugli scogli – 1866. (foto
Collezione privata/Museo
Poldi Pezzoli). Sopra, a
sinistra, Silvestro Lega,
Lettura romantica –
1870 circa; al centro,
Antonio Mancini,
Scugnizzo col salvadanaio
– 1874 circa; a destra,
Antonio Fontanesi, Sole
d'inverno – 1875 circa
(fotografie Collezione
privata/Museo Poldi
Pezzoli). A lato, a
sinistra, Telemaco
Signorini, Bapin de Lilela
– 1895 circa (foto
Collezione privata/Museo
Poldi Pezzoli); a destra,
Giacomo Favretto, Il
micio sulla biancheria –
1882 circa (foto Società
di Belle Arti
Viareggio/Museo Poldi
Pezzoli).
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Ca p ola vor i d ’A r te ne ll’i nverno m ene ghino
L’ambizioso progetto espositivo
del Museo Poldi Pezzoli, curato
da Andrea Di Lorenzo, Fernando
Mazzocca e Annalisa Zanni su
progetto di Giuliano Matteucci e
Augusto Mercandino in
collaborazione con Istituto
Matteucci di Viareggio, offre al
pubblico l’opportunità davvero
straordinaria di ammirare 55
opere di eccezionale qualità e
importanza, con autori di di
spicco tra cui i già citati Lega e
Fattori, ma anche Abbati,
Signorini, Costa, Cabianca.
Alcuni quadri del suggestivo
percorso, inoltre, sono firmati da
celebri pittori che operarono al di
fuori della scuola dei Macchiaioli,
come De Nittis e Segantini. Tra le
iniziative legate alla mostra, da
segnalare un aperitivo abbinato a
visita guidata (solo su
prenotazione), dalle 18 alle 21 del
9 dicembre prossimo.
www.museopoldipezzoli.it
BELLE ÉPOQUE
ALLA GAM MANZONI
Fino al 21 febbraio 2016, alla
GAM Manzoni (via Manzoni 45)
è protagonista la Belle Époque, in
particolare la Parigi di Boldini,
De Nittis e Zandomeneghi,
grazie a 35 opere che
documentano l’attività dei tre
principali protagonisti della
pittura italiana dell’Ottocento
nella Parigi di uno dei più felici
periodi dell’era moderna,
mettendola a confronto con altri
importanti artisti italiani attivi
negli stessi anni nella capitale
francese, quali Vittorio Matteo
Corcos, Antonio Mancini,
Edoardo Tofano e altri ancora.
Giovanni Boldini (Ferrara 1842 –
In alto, Giuseppe De Nittis, Flirtation.
Sopra, Giuseppe De Nittis, Il kimono
color arancio. A sinistra, Giovanni
Boldini, La contessa de Rasty in piedi
(fotografie CLP Relazioni Pubbliche)
Parigi 1931), Giuseppe De Nittis
(Barletta, 1846 -Saint-Germainen-Laye, 1884) e Federico
Zandomeneghi (Venezia, 1841 –
Parigi, 1917) sono dunque riuniti
in una mostra curata da
Francesco Luigi Maspes e da
Enzo Savoia che ripercorre le
tappe fondamentali della carriera
dei tre Italiens de Paris, capaci di
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In alto, a sinistra,
Federico
Zandomeneghi, In
salotto; Antonio
Mancini,
Saltimbanchi
suonatori.
A sinistra, Edoardo
Tofano,
Infine...soli! (foto
CLP Relazioni
Pubbliche)
interpretare i sogni di un mondo
in bilico fra Otto e Novecento.
Particolarmente valorizzata nelle
sale espositive è l’opera di De
Nittis, pittore della vita
moderna, che ha esaltato nei
suoi quadri il vivere borghese
dei salotti parigini. Anche il
pennello di Boldini sa offrire in
ugual misura uno specchio
fedele della mondanità parigina
della Belle Époque, attratta dal
culto di una moda raffinatissima
e ossequiosa delle regole di un
aristocratico buon gusto: temi
che trovano una adeguata
espressione nel genere del
ritratto, ambito in cui Boldini
dimostra una indiscussa abilità.
L’attività parigina di
Zandomeneghi, infine, è
documentata da una serie di
ritratti femminili a olio e a
pastello di matrice
impressionista.
www.gammanzoni.com
BOLDINI ALLA GALLERIA
BOTTEGANTICA
Fino al 20 dicembre 2015, la
Galleria Bottegantica (Via
Manzoni 45) rende omaggio a
uno tra gli indiscussi
protagonisti della pittura italiana
dell’Ottocento riunendo 40 suoi
capolavori, alcuni dei quali mai
esposti in pubblico. Giovanni
Boldini è stato, senza ombra di
dubbio, tra quegli artisti che
meglio seppero interpretare i
sogni di un mondo in bilico fra
Otto e Novecento. Curata da
Enzo Savoia e Stefano Bosi,
l’esposizione ripercorre le tappe
fondamentali della carriera del
pittore ferrarese attraverso una
preziosa selezione di opere,
privilegiando quelle eseguite a
Parigi tra il 1871 e il 1920 circa,
il periodo della sua piena
maturità creativa e stilistica.
Il percorso presenta quadri
importanti, come quelli eseguiti
per il mercante Adolphe Goupil
dove a prevalere sono soggetti
garbati o allusivi, ambientati fra
un Settecento galante, esotismi
orientaleggianti e una eccitante
contemporaneità. Da questa
miscela prende vita una serie di
lavori, densi di materia e di
colore, dove protagoniste sono
dame abbigliate alla moda del
tempo, dall’ingenuità maliziosa e
carica di sottintesi, moderne
interpreti di una femminilità
vivace, spesso ritratte sullo
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Ca p ola vori d ’A r te nell’i nve r no m e neghino
In alto, a sinistra, Il Palazzo della Prefettura a Venezia – 1896; al centro, Ritratto di Lady Nanne Schrader (nata Wiborg) – 1903
(fotografie CLP Relazioni Pubbliche); a destra, alcune opere di Boldini esposte alla Galleria Bottegantica (foto Eugenia Sciorilli).
Sopra a sinistra, Ritratto di Madame Lacroix – 1910; a destra, En soirée – 1911 (fotografie CLP Relazioni Pubbliche).
sfondo di paesaggi rigogliosi. A
posare qui è Berthe, la graziosa
modella e amante di Boldini per
quasi un decennio, la cui
fisionomia aggraziata torna con
frequenza nei quadri del
periodo. Di altrettanto interesse
sono le “impressioni”
paesaggistiche della campagna
francese e le affascinanti vedute
della Ville Lumière,
caratterizzate da un “realismo”
singolare in cui l’artista ferrarese
dimostra di padroneggiare sia il
piccolo che il grande formato,
basando ogni sua creazione sullo
studio attento del vero.
www.bottegantica.com
PER DORMIRE – A pochi
passi dalla Stazione Centrale, lo
Starhotel E.c.ho Milano è un 4
stelle interamente eco sostenibile
che può essere un’ottima
soluzione per soggiornare nel
capoluogo lombardo. Hotel di
design, dotato di un accogliente
spazio per la ristorazione e di una
sala fitness con vista panoramica,
lo Starhotel E.c.ho Milano offre
un’atmosfera gradevole e
rilassante grazie ad ampie vetrate
e a caldi interni e arredi in legno
ed altri materiali ecologici. Di
particolare fascino la sua veranda
affacciata sul giardino interno.
www.starhotels.com/Echo
Un angolo del Ristorante Orto, presso lo
Starhotel E.c.ho. Milano (foto Eugenia
Sciorilli).
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