Caratteristiche dei componenti con metodi dinamici all'oscilloscopio Le caratteristiche dei componenti elettronici sono relativamente facili I da rilevare all'oscilloscopio con l'uso di metodi di tipo dinamico nei E/R quali il "punto di lavoro" o "punto di riposo" del dispositivo viene fatto spostare rapidamente sulla caratteristica ricavando così dei segnali adatti a rappresentare attraverso un'oscilloscopio, su di un piano cartesiano, l'andamento dell'intensitá di corrente i in funzione di v. E V Come é noto se andiamo ad individuare con metodi grafici il punto di fig.1 Retta di carico lavoro del circuito di fig. 1 dobbiamo rappresentare sullo stesso grafico, la caratteristica i=i(v) del dispositivo in questione unitamente alla caratteristica i=f(v) del generatore; quest'ultima essendo la rappresentazione grafica di un legame lineare fra tensione v e corrente i viene denominata "retta di carico". VD = VCC − RI D V I D = CC − VD R La retta interseca l'asse x (asse V) nel punto di ascissa VD = VCC (punto di funzionamento a vuoto del generatore) e l'asse y (asse I) nel punto di ascissa ID = VCC R (punto di funzionamento in c. c. del generatore) L'inclinazione della retta di carico rispetto all'asse x dipende unicamente dal valore R della resistenza di carico. Poniamo ora di alimentare il circuito con un generatore di fem alternata sinusoidale o unidirezionale (segnale in uscita ad un raddrizzatore ad una o due semionde). Negli istanti in cui la tensione vale 0 la retta di carico E2/R passa per l'origine, quando la fem aumenta, la retta di carico si E1/R sposta mantenendo invariata l'inclinazione allontanandosi dall'origine del sistema d'assi cartesiani (nel primo quadrante); quando la fem è massima si raggiunge la massima distanza dall'origine; quando poi la fem diminuisce, la retta di carico si riavvicina all'origine; il punto P E1 E2 intersezione fra la retta di carico e la caratteristica percorre quindi la caratteristica del componente. Nel caso in cui la fem cambi segno si passa dal primo al terzo quadrante. All'asse X verrá inviata la tensione presente ai capi del diodo in prova (vedi circuito) e all'asse Y la caduta di tensione che si stabilisce ai capi di una R (R3 nello schema di fig.2) posta in serie al Curve caratteristiche - Azzani 1 diodo stesso e quindi percorsa dalla corrente che circola nel diodo (non é possibile inviare all'asse Y la I che scorre nel diodo in quanto l'oscilloscopio é nella sostanza un voltmetro). Nel circuito di fig. 2 la presenza del VARIAC (variatore di tensione alternata 0-240V) permette di modificare a piacere la tensione di alimentazione del circuito; in questo modo con tensione di alimentazione bassa é possibile indagare piú dettagliatamente sul primo tratto della caratteristica (zona di inizio della conduzione). In fig. 3 é riprodotto il circuito per il rilievo della caratteristica di un diodo Zener. Esistono ben tre possibilitá: rilievo del solo tratto di caratteristica diretta (alimentando fra 1 e 4) , rilievo del solo tratto di caratteristica inversa, rilievo della caratteristica completa. In fig. 4 é riprodotto un circuito analogo ai precedenti. Da notare poi che la d.d.p. ai capi di R (sensore di corrente) la la polaritá positiva a massa e quindi sullo schermo dell'oscilloscopio appare una caratteristica non nel I ma nel IV quadrante (I negativa); si dovrá perció usare il comando di inversione dell'asse Y per dare alla caratteristica la veste a noi piú familiare. Curve caratteristiche - Azzani 2 Caratteristiche dei componenti con metodi dinamici all'oscilloscopio Le caratteristiche dei componenti elettronici sono relativamente facili I da rilevare all'oscilloscopio con l'uso di metodi di tipo dinamico nei E/R quali il "punto di lavoro" o "punto di riposo" del dispositivo viene fatto spostare rapidamente sulla caratteristica ricavando così dei segnali adatti a rappresentare attraverso un'oscilloscopio, su di un piano cartesiano, l'andamento dell'intensitá di corrente i in funzione di v. E V Come é noto se andiamo ad individuare con metodi grafici il punto di fig.1 Retta di carico lavoro del circuito di fig. 1 dobbiamo rappresentare sullo stesso grafico, la caratteristica i=i(v) del dispositivo in questione unitamente alla caratteristica i=f(v) del generatore; quest'ultima essendo la rappresentazione grafica di un legame lineare fra tensione v e corrente i viene denominata "retta di carico". VD = VCC − RI D V I D = CC − VD R La retta interseca l'asse x (asse V) nel punto di ascissa VD = VCC (punto di funzionamento a vuoto del generatore) e l'asse y (asse I) nel punto di ascissa ID = VCC R (punto di funzionamento in c. c. del generatore) L'inclinazione della retta di carico rispetto all'asse x dipende unicamente dal valore R della resistenza di carico. asse Y D1 1N4007 R2 R3 680 22 GND DIODO R1 1K IN PROVA asse X VARIAC 220V/24V N.B. Visualizza solamente la caratteristica diretta fig. 2 Circuito per il rilievo della caratteristica diretta di un diodo Poniamo ora di alimentare il circuito con un generatore di fem E2/R alternata sinusoidale o unidirezionale (segnale in uscita ad un E1/R raddrizzatore ad una o due semionde). Negli istanti in cui la tensione vale 0 la retta di carico passa per l'origine, quando la fem aumenta, la retta di carico si sposta mantenendo invariata l'inclinazione allontanandosi dall'origine del sistema d'assi cartesiani (nel primo E1 E2 quadrante); quando la fem è massima si raggiunge la massima distanza dall'origine; quando poi la fem diminuisce, la retta di carico si riavvicina all'origine; il punto P intersezione fra la retta di carico e la caratteristica percorre quindi la caratteristica del componente. Nel caso in cui la fem cambi segno si passa dal primo al terzo quadrante. Nel circuito di fig. 2 la presenza del VARIAC (variatore di tensione alternata 0-240V) permette di modificare a piacere la tensione di alimentazione del circuito; in questo modo con tensione di alimentazione bassa é possibile indagare piú dettagliatamente sul primo tratto della caratteristica (zona di inizio della conduzione). All'asse X verrá inviata la tensione presente ai capi del diodo in prova (vedi circuito) e all'asse Y la caduta di tensione che si stabilisce ai capi di una R (R3 nello schema di fig.2) posta in serie al diodo stesso e quindi percorsa dalla corrente che circola nel diodo (non é possibile inviare all'asse Y la I che scorre nel diodo in quanto l'oscilloscopio é nella sostanza un voltmetro). Curve caratteristiche - Azzani 3 caratt. completa Y solo inversa1N4007 solo dir. 1N4007 R1 VARIAC R2 R3 2K2 10 1K GND DIODO IN PROVA X 220V/24V fig. 3 Circuito per il rilievo della caratteristica I/V di un diodo Zener In fig. 3 é riprodotto il circuito per il rilievo della caratteristica di un diodo Zener. Esistono ben tre possibilitá: rilievo del solo tratto di caratteristica diretta, rilievo del solo tratto di caratteristica inversa, rilievo della caratteristica completa. In fig. 4 é riprodotto un circuito analogo ai precedenti. Da notare poi che la d.d.p. ai capi di R (sensore di corrente) la la polaritá positiva a massa e quindi sullo schermo dell'oscilloscopio appare una caratteristica non nel I ma nel IV quadrante (I negativa); si dovrá perció usare il comando di inversione dell'asse Y per dare alla caratteristica la veste a noi piú familiare. Y R2 R3 GND 6K8 R1 10 1K DIAC IN PROVA X VARIAC 220V/40V fig. 4 Circuito per il rilievo della caratteristica di un DIAC Curve caratteristiche - Azzani 4 Rilievo del Ciclo di Isteresi magnetica all'oscilloscopio Lamierini Fe Si CICLO DI ISTERESI ALL'OSCILLOSCOPIO M1 220V T1 220 T2 32 50V fs V 100K/0.25W 12 C1 220 2.2uF/600V R1 220R 10/10W 220/32V CH. Y R2 GND 12/220V CH. X a) Nucleo di Lamierini Fe Si normali GND M1 220V T1 T2 CH. Y R2 100K/0.25W 220 110 V 200V fs C1 2.2uF/600V R1 220R 220/110V 10/10W GND Trasform. Impulsi Mat.le Ciclo Ister. Rett. CH. X b) Nucleo di Mumetal (Ciclo Isteresi Rettangolare) GND Curve caratteristiche - Azzani 5