Concorso per l’ideazione e la progettazione di un marchio e/o logotipo identificativo della città di Milano con particolare riferimento all’ambito turistico. Documentazione e materiali di lavoro per i progettisti a cura di Aiap Associazione italiana progettazione per la comunicazione visiva Milano. La nostra Milano. Città dai mille volti e dalle mille anime. Città criticata, ma amata e irrinunciabile. Milano è la città che più di ogni altra è viva, pulsante e rappresenta una sintesi tra la memoria e il futuro con tracce di eredità del passato a stretto contatto in centro come in periferia con nuove realizzazioni. Milano è una metropoli particolare, sorprendente. Dietro al sipario della modernità, lontano dai rumori e dai clamori della quotidianità, distante dalle angosce e dalla freddezza dell’era digitale, vi è un’altra città parallela vivace e allo stesso tempo discreta. Il fascino di Milano è rappresentato proprio da queste due anime della città che si incontrano e si intrecciano continuamente in armonia. Un marchio che rappresenti la città di Milano, o meglio il Sistema Milano, deve necessariamente tenere conto di questo aspetto. Senza dimenticare le tante eccellenze di questa città, perché Milano non ha solo la moda ma detiene anche tanti altri primati: dal design alla fiera, dal sistema aeroportuale e di trasporti alle università e la ricerca scientifica, dall’editoria alla finanza, dalla cultura con i musei, le mostre, il teatro alla Scala, ai concerti, dallo sport al divertimento, dalla moda allo shopping. Il simbolo deve essere rappresentativo dell’identità di Milano ed essere immediatamente riconoscibile, oltre che molto comunicativo ed emozionale. La sua funzione sarà anche quella di fidelizzare il turista grazie anche a operazioni di merchandising che lo renderanno fruibile e che ne faciliteranno la diffusione all’estero. Il marchio Milano verrà portato all’estero nei numerosi road show che verranno organizzati e permetterà di promuovere il Sistema Milano a livello internazionale in maniera ancora più incisiva. Ma i risultati più auspicati spero si verifichino nell’animo dei milanesi: con un marchio davvero rappresentativo è possibile che i cittadini acquisiscano più facilmente l’orgoglio di appartenere a questa città, una metropoli a cui tutto il mondo guarda. Giovanni Bozzetti Assessore Turismo, Moda, Eventi, Relazioni Internazionali, Marketing Urbano Comune di Milano Alcune osservazioni utili al progetto I marchi per l’immagine delle città possono essere ricondotti a tre tipologie. In tutti i casi rappresentano e rendono visivo il volto delle città con un segno, una marca, un simbolo, ma differiscono in maniera sostanziale in relazione al valore strategico e comunicativo di questi distintivi d’immagine. Un primo ambito è rappresentato da quei segni che definiscono il volto istituzionale di una città, il suo essere ambito amministrativo, municipalità. I marchi solitamente si richiamano alla “memoria” araldica delle città, hanno una impostazione progettuale di consuetudine. Sono stemmi costruiti con i richiami storici, gli emblemi, le tradizioni visive della città. Nel caso mancassero, con lo stesso impianto araldico vengono adattate anche forme moderne, rese schematiche e sovente di derivazione aziendale. Questa tipologia di marchi risponde sovente ad ambiti di codificazione in riferimento ai dispositivi araldici, dove segni e colori sono normati, rispondono a precisi significati. Devono contemplare, nelle forme, uno statuto di esplicita ufficialità ed adempiere non solo alle necessità di identificazione e di comunicazione (in genere istanze secondarie), ma soprattutto quelle che potremmo definire liturgiche (protocolli cerimoniali, rappresentanza). Un secondo caso raggruppa quei marchi che rappresentano in forma sintetica e visiva l’immagine delle città con la funzione preminente di individuare un servizio e/o una funzione (l’ufficio turistico, un organismo di promozione). Devono quindi perseguire in primo luogo l’obiettivo di rendere riconoscibile un’attività, e quindi hanno solitamente una fisionomia caratterizzata in funzione da esplicitare il senso di organizzazione e struttura. Esprimono una necessità comunicativa molto significativa, fanno conoscere la città, ma sempre riconducendola alla identità del servizio o della funzione proposta. Sono strumenti attuativi della promozione urbana, che possono al tempo stesso esprimere una potenzialità comunicativa che oltrepassa lo specifico da rappresentare. Un terzo caso, infine ed è questo l’oggetto del concorso proposto, i marchi rappresentano il dato visivo di un vero e proprio brand. Sono la forma visiva, la dote comunicativa, di un prodotto che non è solo la città nella sua forma amministrativa, e neppure solo in quella performativa del turismo o di altre strategie economiche, ma è molto di più. È l’insieme di tutte queste risorse, ma anche e soprattutto il loro essere valori spendibili per la distinzione, la riconoscibilità, la concorrenzialità. Il “nome” visivo si trasforma in un vero e proprio prodotto, la città diventa una marca, il centro di una strategia di marketing ad ampio spettro. Diventa anche “sigillo di qualità” per i comportamenti degli attori locali, per le molteplici azioni di promozione e per le infinite gamme di articoli e merci che possono essere prodotti. In questa direzione il volto del marchio deve esprimere una notevole capacità sintetica, offrire con grande efficacia una sintesi dei possibili scenari visivi della città, ma soprattutto deve possedere una grande espressività. Deve emozionare ed entrare nei cuori di target estremamente eterogenei e differenziati: dai turisti agli investitori, non dimenticando le istituzioni, i cittadini e gli “user”. Sarà quindi fondamentale calibrare il tono, individuare i valori visivi da enfatizzare e racchiudere in un segno nuovo, ma che diventi subito amico, che sia condiviso e sia riconosciuto proprio, nel minore tempo possibile. Un segno che rappresenti non solo il biglietto da visita di una città, ma anche il suo abito, il suo corpo, le sue idee. Che renda evidenti le risorse facilitanti della città per chi la abita, per chi ci lavora, per chi la visita, per chi la attraversa, per chi la comunica. Alcuni esempi di marchi per città Di seguito presentiamo una selezione di alcuni progetti relativi a marchi e logotipi per l’immagine di una città. Sono casi estremamente variegati, alcuni notissimi (segno di successo e correttezza progettuale), altri noti, altri meno conosciuti. Alcuni sono l’esito di concorsi e gare, altri sonoil risultato di progetti assegnati su commissione. Possono essere una documentazione utile, una casistica di soluzioni che illustrano limiti e percorsi di ricerca progettuale molto diversi fra loro. Amsterdam Marchio di promozione turistica della città di Amsterdam identifica l’ufficio di promozione turistica e non viene utilizzato per merchandising e azioni promozionali. Il marchio ufficiale della città di Amsterdam (derivato dall’emblema della città) per il suo contenuto di marchiatura storica è utilizzato ampiamente per operazioni commerciali e per la produzione di souvenir. A tal fine è protetto da clausole di utilizzo e di copyright. Copenaghen Progetto: Scandinavian Branding. L’icona della sirenetta, la famosa scultura di Edvard Eriksendal, è usata come testimonial per la città. In questa versione, trasformata in un marchio dai tratti morbidi e fluidi e affiancata mirabilmente al claim “Wonderful Copenhagen”, accompagna gli strumenti di informazione e accoglienza turistica. È una declinazione dell’immagine della piccola sirenetta, vero e proprio marchio non a caso di proprietà dell’artista dal quale gli utilizzatori, compreso l’ufficio di promozione turistica di Copenaghen devono dipendere per la licenza d’uso . Francoforte Il marchio dell’ufficio di promozione turistica di Francoforte viene utilzzato anche per materiale promozionale cartaceo e per souvenir. Il marchio della città di Francoforte, stemma e logotipo, viene usato per la comunicazione istituzionale dell’amministrazione, ma anche per materiale informativo e promozionale. Entrambi si caratterizzano per un appeal contemporaneo, efficientista ed astratto. Helsinki Una “H” costruita con puntini disposti in modo prospettico, dentro un campo rettangolare di colore uniforme è il marchio di Helsinki. Affianca il rettangolo del marchio, un rettangolo blu cobalto scuro con il logotipo “Helsinki” e il claim “ all points considered” che rafforza le ragioni del marchio. Un approccio di una certa chiarezza, ma un filo “freddo”, forse in linea con uno degli stereotipi della città. Funziona meglio come marchiatura di materiali informativi e promozionali, meno per l’adattamento a prodotti e/o souvenir. Lo stemma della città è il marchio dell’amministrazione comunale e del sindaco. Tale marchio, di proprietà del comune, non viene utilizzato per merchandising ma per materiale esclusivamente ufficiale. Lisbona Il marchio dell’ufficio di promozione turistica viene utilizzato esclusivamente per motivi promozionali e merchandising, ovviamente è un marchio registrato. Nelle diverse versioni, realizzate nel tempo, più o meno figurate, preserva un volto festoso, con colori delicati ma non tristi, una certa aria di libertà e di intrapresa. Un carattere teso a sottilineare maggiormente i valori e lo spirito della città, più che le prerogative dell’ente di promozione. Londra Il marchio “visit London” si presenta come un sistema implementabile attraverso l’introduzione di figure tipiche del panorama londinese nel logotipo caratterizzato da un forte impianto tipografico. È un sistema che trova anche la necessaria articolazione nella codifica dei criteri di utilizzazione e del grado di partecipazione dei partner. Il marchio è di proprietà della London Tourist Board, organizzazione indipendente che ha una partecipazione del Ministero del Turismo Britannico. Il marchio viene usato per scopo promozionale e ci sono severe restrizioni sull’uso commerciale. New York Progetto: Milton Glaser “Dato che il marchio, per incoraggiarne l’utilizzo, non era in origine stato registrato, chiunque poteva farne ciò che voleva. Nell’esempio (a fianco) qualcuno decise di inserire la parola “love” nel cuore, come se la gente non fosse stata abbastanza intelligente da arrivarci da sola. L’effetto dipende interamente dal coinvolgmento dell’osservatore, indotto a trovare una soluzione a semplice rebus “I” è una parola di senso compiuto, il cuore è un simbolo d’amore e “NY”sono sono le iniziali di un luogo: l’inserimento della parola “love” annulla l’effetto. Questo piccolo oggetto che ha rischiato di non essere mai realizzato, è diventato il mio lavoro più noto. In modo un po’ iperbolico, è stato definito l’oggetto effimero in serie più replicato del XX secolo. È tuttavia vero che questa immagine è entrata a far parte del lessico comune, al punto che è difficile credere che ci sia stato bisogno di inventarla e che non sia sempre esistita. Come e perché sia accaduto rimane un mistero per me.” da: Milton Glaser. Art is work, Edizioni Leonardo Arte Oggi il marchio è di proprietà del Dipartimento di sviluppo economico dello Stato di New York, che ne permette l’uso commerciale-promozionale. Il ricavato delle licenze d’uso viene destinato alla promozione turistica. Oltre a questo NY ha il marchio “araldico” dello stato/città, infinitamente meno noto. Oslo La prua di una nave vichinga, con diverse stilizzazioni, è l’icona che caratterizza l’immagine di Oslo. Marchio registrato dell’ufficio del turismo viene usato dallo stesso ufficio, mentre in caso di utilizzo promozionale è accompagnato da una scritta riportata sotto la nave, che varia a seconda del contesto (es. Oslo Promotion). Parigi La torre Eiffel è il medium, lo stereotipo visivo più utilizzato per raccontare Parigi. Anche nelle evoluzioni del marchio per l’Ufficio del Turismo la torre Eiffel è il cardine del sistema visivo. Da un primo marchio dove la torre appare stilizata in un disegno vagamente realistico, tridimensionale e imbandierata (che ci pare più efficace per l’uso fieristico e per i congressi), a semplice segno astratto, ottenuto da una sequenza di macchie colorate a gruppi e disposte nella tipica silhuette della torre. La caratteristica principale di questi marchi che rappresentano Parigi è che non vengono di fatto utilizzati per politiche di commercializzazione. C’è poi lo stemma della municipalità parigina che viene utilizzato preminentemente in ambito istituzionale. È invece possibile trovare molte proposte di uso di logotipi e di immagini emblematiche di Parigi. Dalle scritte vagamente di sapore liberty, alla stilizzazione o alla citazione di altre icone e luoghi tipici della città; tutte queste immagini vengono pensate e usate per finalità commerciali a sfondo turistico: dai francobolli alle t-shirt, dalle tazze ai cappellini. Stoccolma Stoccolma ha dei marchi, sia per promozione di eventi che per l’ufficialità della città, molto illustrati e molto colorati. Hanno un tono informale e piacevole. Quelli per eventi come quello riprodotto hanno un uso estensivo e di solito vengono usati per promuovere e commercializzre l’immagine della città. Il marchio ufficiale della città (raffigurante lo scudo di St.Erik) è usato per la comunicazione amministrativa, ma anche per eventuali usi commerciali senza cambiamenti di colore o diciture. Venezia Progetto: Mathieu Thibaut, Philippe Starck (Consulente) Nato da un travagliato concorso promosso dal Comune di Venezia, pur suggellato dalla firma di un “ultra” designer internazionale, il marchio per Venezia appare un progetto al di sotto delle aspettative. L’idea di Venezia, città unica al mondo e che possa dotarsi di un marchio-garanzia di qualità per prodotti o servizi “unici al mondo”, non trova adeguata risposta in un segno troppo carico di nostalgia e di decadenza. Al di là dei rimandi culturali, il marchio trasmette un’idea crepuscolare della città ed ha una costruzione, la grande “V” sormontata dalla testa di leone e da un’ala, poco equilibrata. Il marchio è debole ma strutturata è la strategia per il suo posizionamento nel mercato attraverso un piano di marketing e di comunicazione finalizzato alla affermazione nei principali mercati internazionali, alla realizzazione di un manuale di immagine e alla definizione di un piano per l'applicazione, la commercializzazione e l'attività di licensing. Zurigo Questo marchio, di proprietà del Zurich Tourism (un’agenzia no profit), rappresenta il turismo della città di Zurigo. Il tono grafico del marchio è tipicamente elvetico, con forte attenzione alla tipografia e con una soluzione geometrica astratta per la parte pittografica. Sono valori che riaffermano la qualità estetica della scuola grafica svizzera, ma forse orientano il marchio in una dimensione “aziendale”, valorizzando il sistema e l’organizzazione turistica, ma con un certo distacco sugli altri aspetti della città. uso corretto del marchio uso scorretto del marchio Berlino Progetto: Meta Design La stilizzazione della porta di Brandeburgo è il simbolo di Berlino, della Berlino di nuovo unita. Nato all’interno di un articolato e pianificato programma di immagine e di identità (dal sistema dei trasporti alla un carattere tipografico dedicato) il marchio ha un tono compatto, molto disegnato ed allegro. Le contrapposizioni di segni positivi e negativi infondono un’aria dinamica. Manca forse nella dimensione emozionale, essendo più segno espressione di una corporate (i cappellini con il marchio fanno un po’ immagine di club, gruppo sportivo e/o aziendale a confronto degli altri ammiccanti all’orso, motivo araldico della città). Il Berlin Tourismus Marketing GMBH è l’ente responsabile per l’advertising e il marketing della città. Barcellona Una “B” maiuscola, personale nel disegno, con una parentesi tonda sdraiata, disposta in orizzontale sotto di essa è il marchio di Barcellona. La parentesi può essere una bocca, un sorriso, uno scafo sormontato dalla vela a “B”, un movimento del mare. La sceltà è per una certa semplicità, capace di offrire spunti di interpretazione e allo stesso tempo di porsi come cardine per struttura un sistema, una articolazione della corporate. Accompagna la “B” maiuscola un logotipo o una scritta funzionale in tutto minuscolo, che si armonizza e completa: B è Barcellona, B è cultura, B è turismo... Anche in questo caso l’approccio è maggiormente sistemico, ma il segno preserva una simpatica espressività.