• Tipi di sordità e cause; • Sviluppo affettivo e sociale; • Sviluppo cognitivo della memoria; • Sviluppo linguistico; • Metodi riabilitativi; Facciamo un passo indietro... Cosa si intende per disabilità? E’ importante inquadrare storicamente l’evoluzione del lessico utilizzato in questo campo. Prima... Menomazione o minorazione o deficit Secondo l’I.C.D. (International Classification of Disease) e l’O.M.S. (1981) (Organizzazione Mondiale della Sanità), la menomazione è: • La perdita, l’anomalia, il difetto o altra anormalità a carico di arti, organi o altre strutture del corpo, incluso il sistema delle funzioni mentali. • Essa può comportare danni a carico dell’intelligenza, della memoria e del pensiero, delle funzioni di base. • Le menomazioni possono assumere carattere transitorio o permanente. 4 Disabilità La disabilità è l’epifenomeno della menomazione Definisce le possibili restrizioni o carenze conseguenti una menomazione, di cui può essere una diretta conseguenza, o una reazione psicologica a un deficit fisico, sensoriale o di altra natura. Non c’è disabilità senza menomazione. Esistono menomazioni fisiche che non producono disabilità funzionale , ma danno vita a reazioni psichiche drammatiche perché colpiscono il corpo. Interessa la possibilità di relazione che la persona ha con sé. 5 Disabilità Limitazione o perdita, conseguente alla menomazione, della capacità a svolgere particolari attività. Si tratta di scostamenti nella realizzazione dei compiti e nell’espressione dei comportamenti, rispetto a ciò che sarebbe normalmente atteso. Le disabilità possono essere reversibili o meno. 6 Handicap Condizione di svantaggio vissuta dalla persona come ridotta capacità a conformarsi alle aspettative o norme sociali in conseguenza di una disabilità o di una menomazione che limita, inibisce la possibilità di ricoprire un ruolo normalmente proprio in relazione all’età, al sesso e ai fattori socioculturali. Ridotta partecipazione sociale, dipendenza. 7 Handicap Discrepanza tra l’efficienza del soggetto e le aspettative di efficienza dello stesso e del gruppo cui appartiene. Riguarda la relazione “PERSONA AMBIENTE ed è l’effetto sociale della menomazione/disabilità. Attiene al vissuto, all’esperienza che la persona fa della propria disabilità. 8 Handicap Un handicap si presenta quando si richiedono dei livelli di prestazione più elevati, a prescindere dalle reali possibilità del soggetto. Tale richiesta di prestazioni specifiche può determinare il vissuto di svantaggio. Limitazione delle attività: difficoltà che l’individuo incontra nell’eseguire attività rispetto alle attese. Restrizione della partecipazione: limitazione o inibizione a partecipare delle attività sociali e delle possibilità di sviluppo fornite dall’ambiente. 9 Limiti del modello Evento morboso Menomazione Il modello si concentra SOLAMENTE sulle menomazioni e sulle disabilità. Handicap Disabilità Dopo… ICF (2001) dell’OMS Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute La salute è una condizione di benessere fisico e sociale, non soltanto assenza di malattia (OMS, 1946, 1998) 12 ICF • RIGUARDA TUTTE LE PERSONE • INTRODUCE IL CONCETTO DI PERSONA “DIVERSAMENTE ABILE” • SPIEGA IL FUNZIONAMENTO DELLA PERSONA SECONDO 4 DIMENSIONI: 1) CORPO: Funzioni corporee e Strutture corporee 2) ATTIVITA’ :semplici e complesse 3) PARTECIPAZIONE: nei vari ambiti di vita 4) FATTORI CONTESTUALI: caratteristiche dell’ambiente fisico e sociale; atteggiamenti; valori. Ecco una delle figure più importanti della storia della musica di tutti i tempi. Un genio rivoluzionario. Ludwig van Beethoven era SORDO. Ma Come faceva Beethoven a “sentire” la sua musica? ... smontiamo qualche pregiudizio sulla sordità! La sordità è un deficit sensoriale e non cognitivo L’apparato vocale dei sordi è integro Con la legge del 2006 n° 59 si è sostituito il termine Sordomuto con il termine Sordo. Sordo è colui che ha un deficit uditivo e non per questo perde la facoltà di apprendere la lingua. Per sordità si intende: 1. 2. Una lesione di una qualsiasi struttura dell’apparato uditivo Una disabilità conseguente Ipoacusia lieve, media, grave, profonda 3. Anacusia qualora l’udito sia completamente scomparso Uno svantaggio o handicap: - perdita di informazioni acustiche dell’ambiente; - alle compromissioni delle abilità linguistiche. Fattori che determinano le variabilità fra persone con deficit uditivo??: • Se ereditaria o acquisita; • La qualità e il grado delle perdite uditive; • La presenza di altri danni associati; • L’appartenenza a famiglia di sordi; • La qualità e il tipo di educazione; • La qualità dell’utilizzo di apparecchi acustici; La disabilità uditiva è una patologia “invisibile” comportando dunque un ritardo nella diagnosi. E’ necessario intervenire favorendo un supporto psicologico, materiale e tecnico ai bambini con tale deficit e alle loro famiglie. Struttura dell’orecchio Criteri di definizione delle ipoacusie 1- Localizzazione del danno SORDITA’ TRASMISSIVA PERCETTIVA Neurosensoriale Centrali (Patologie della coclea e del nervo acustico) (Alterazioni del sistema nervoso centrale) Trasmissiva: Dovuta a una lesione dell’orecchio medio e/o esterno, può avere origine nel condotto uditivo o nella catena degli ossicini. Questa ipoacusia viene causata da un’ostruzione che impedisce al suono di raggiungere l’orecchio interno. Può trattarsi di: • Un accumulo di cerume • Liquido nell’orecchio interno • Un’insolita escrescenza ossea nell’orecchio interno • Infezioni dell’orecchio medio • Perforazioni del timpano Neurosensoriale: Dovuta a una lesione dell’ orecchio interno e/o delle fibre nervose che trasmettono gli impulsi nervosi al cervello. Le cellule possono piegarsi o spezzarsi a causa di: • Esposizione a rumori molto forti • Predisposizione genetica • Infezioni virali dell’orecchio interno • Particolari cure mediche come la chemioterapia e la radioterapia • Una lesione al capo • Età avanzata Centrale: Con disfunzione del processing uditivo da lesioni delle vie centrali Cause: La più frequente causa di rallentamento delle vie centrali è rappresentata dall’invecchiamento ma anche tutta un’altra serie di malattie, anche gravi, possono determinare il problema Apparato Uditivo 2- Gravita’ della perdita uditiva • LEGGERA (perdita fra 20 e 40 dB) •MEDIA (perdita fra 40 e 70 dB) •GRAVE (perdita fra 70 e 90 dB) •PROFONDA (perdita oltre i 90 dB) GRADO lieve EFFETTI Solo la voce bisbigliata non viene percepita. media La voce emessa a livello di normale conversazione non viene udita perfettamente;ad intensità superiore la persona percepisce i suoni ma ha una certa difficoltà a discriminare le parole. In particolare se il deficit uditivo è presente in un bambino alla nascita o nel primo periodo di vita, l’acquisizione del linguaggio senza la protesi acustica avverrà in modo limitato e sempre con un certo ritardo nel tempo. grave La persona avente un tale deficit percepisce solo alcuni suoni delle parole anche se pronunciate a intensità elevata. Vengono percepiti solo i suoni più gravi e intensi aventi una notevole componente vibratoria, come il rombo del motore, lo sbattere della porta e profonda pochi altri. La parola non viene assolutamente udita per cui senza un ausilio protesico associato alla lettura delle parole sulle labbra non è possibile alcuna forma di apprendimento del linguaggio verbale. Parametri di riferimento GRAVITA’ INTENSITA’ PIANO FORTE ALTEZZA SUONI ACUTI SUONI GRAVI 3-Classificazione in base alle cause e all’epoca di insorgenza Ereditarie 50% Autosomiche Recessive Autosomiche Dominanti 77% 22% X linked 1% Acquisite 33% Prenatali Infettive Esogene Perinatali Tossiche Ipossia Endogene Ittero Postnatali Infettive Traumatiche Tossiche Sconosciute 17% Lo sviluppo affettivo e sociale del soggetto audioleso • Bowlby : importanza della relazione madre-bambino per lo sviluppo di una personalità psicologicamente sana. • Il bambino avrebbe una predisposizione geneticamente determinata a ricercare e mantenere la vicinanza con il caregiver che assolve ad una funzione di protezione dai pericoli oltre che di nutrimento (anche se non come funzione principale) La sordità E’ fondamentale per i soggetti audiolesi: * L’odore (che sostituisce la voce durante la fase neonatale); * Lo sguardo ; * Il canto ( lo stimolo sonoro ha una durata più lunga che facilita l’ascolto da parte dei bambini sordo profondi); * Il linguaggio visivo-gestuale ; * I vocalizzi ( con tonalità particolari, percepibili anche da bambini ipoacustici gravi); * Il ruolo dell’intervento verbale: la parola guida l’azione, la inserisce in un contesto ambientale e sottolinea l’azione stessa; * La stimolazione precoce: lallazione e vocalizzi se non stimolati si impoveriscono e spariscono. La mancanza di udito incide sullo sviluppo psichico e relazionale del bambino. Il suono è una componente importantissima dello sviluppo d’identità e delle capacità relazionali ed affettive dell’individuo. I rischi: attaccamento insicuro nella diade madrebambino; interazione ridotte; disturbo della reciprocità nella comunicazione; insicurezza; iperdipendenza; difficoltà relazionali. Dallo strutturarsi di relazioni problematiche, possono nascere degli effetti secondari: Bassa autostima Aggressività Impulsività Cosa può provocare un comportamento intrusivo e direttivo da parte degli adulti: Mancata conquista dell’indipendenza; Insicurezza; Iperprotezione; Difficoltà di acquisizione di abilità alla portata del bambino; Dipendenza forte dalla figura genitoriale; Ansia. Il genitore: Incide sullo sviluppo del bambino; Deve rivolgersi al bambino, non alla sua sordità; Se troppo ansioso non permette lo sviluppo delle potenzialità del bambino; Deve rispettare i tempi personali necessari alla strutturazione di una personalità indipendente; Deve imparare a capire con il tempo i limiti e i tempi della disponibilità attentiva del proprio figlio; Deve accogliere le iniziative e sostenere le curiosità. Lo sviluppo cognitivo e della memoria La vita psichica di un bambino affetto da sordità congenita, può essere mobilitata nel momento in cui si ricorre ad un intervento tempestivo ed efficace. Alcune teorie.. Furth «Il ritardo dello sviluppo di bambini con problemi di udito è attribuito alla povertà di esperienze e solo indirettamente al carente sviluppo linguistico» Oléron «L’idea di un ritardo di sviluppo è quella che meglio caratterizza la vita psichica del soggetto sordo. Esso si manifesta soprattutto nel pensiero astratto ed è strettamente legato alle carenze dello sviluppo linguistico» Il ritardo nell’acquisizione di alcune competenze non può essere attribuito alla condizione di sordità di per sé… … ma tutto dipende dalla qualità dell’esperienza educativa e dall’efficacia dei metodi riabilitativi impiegati. Ad ogni modo gli studi compiuti e le statistiche ci portano a concludere che il grado elevato di istruzione di molti soggetti ipoacusici e la loro abilità nel svolgere determinati lavori con competenza non sono aspetti che fanno pensare alla sordità in sé come unico limite dello sviluppo cognitivo del soggetto. Sviluppo della memoria.. I deficit uditivi compromettono infatti anche la capacità mnemonica del bambino. Le possibili lacune dovute alla difficoltà di attenzione, concentrazione e memoria sono colmabili attraverso l’ausilio di strategie di apprendimento adeguate alle diverse di abilità Il percorso di recupero e sostegno deve essere costruito ad hoc tenendo conto di quanto esperito dal bambino Dallo studio condotto da Marschark è emerso che i bambini sordi usano codici linguistici a seconda delle abilità linguistiche possedute. Quelli principali sono: Codice visivo o cinestetico Codice verbale o fonologico Altre strategie mnemoniche sono impiegate per condurre un lavoro sistematico con i bambini sordi: Ripetizione Imitazione Occasioni di immagazzinamento che consentono una fissazione permanente delle info e un’acquisizione di nuove conoscenze e nozioni La sordità in sé non va intesa come sintomo di cecità mentale. È importante che un linguaggio fondato su una terminologia emotiva, sia parte integrante di programmi di riabilitazione per offrire un supporto ai processi cognitivi propri e altrui. L’ACQUISIZIONE DEL LINGUAGGIO E’ L’OSTACOLO MAGGIORE: il bambino vicino ai 6 mesi smette di produrre suoni. Come comunicare allora? Con la Lingua Dei Segni, che NON è mimica, ma una vera Lingua con il suo lessico e la sua grammatica. Tempi di apprendimento lingua: Bambino sordo (con genitore sordo, segnante) ≈ Bambino udente Questo non avviene per i bambini sordi con genitori udenti, perché l’ambiente non è di tipo segnante e i genitori, qualora imparassero la LIS non la padroneggerebbero come la lingua parlata. Quindi … è lecito supporre che anche il bambino sordo segnante entri nella lingua con un ritardo più o meno marcato rispetto ai coetanei udenti, soprattutto se il bambino viene educato oralmente. LINGUAGGIO: sistema complesso. • Fonologiche • Lessicali-semantiche • Grammaticali-pragmatiche Interagiscono competenze: Bambino sordo aspetto compromesso: Fonologico Sensibilità alle differenze tra i suoni della lingua inibita dal feedback uditivo A livello grammaticale: DIFFICOLTA’ NELL’ACQUISIZIONE DI FONEMI LIBERI (articoli, preposizioni) perché parole brevi, difficili da percepire e riprodurre. Pensare che l’utilizzo di frasi brevi (soggettoverbo-complemento) è una conseguenza della sordità è un’inferenza, poiché non è dimostrato! Il contesto educativo è fondamentale. Infatti … alcuni studi dimostrano che se un ragazzo è ADEGUATAMENTE AIUTATO E SUPPORTATO DALLA FAMIGLIA E DAI TERAPISTI, può raggiungere capacità di lettura simile a quella del compagno udente della stessa età. Per facilitare l’accesso alla scrittura bisogna favorire il collegamento tra SEGNO, RAPPRESENTAZIONE DELLA PAROLA CON L’ALFABETO MANUALE E RAPPRESENTAZIONE ORTOGRAFICA DELLA STESSA. I METODI RIABILITATIVI Metodo bimodale Nel metodo bimodale si utilizza l’Italiano Segnato (IS) trasmesso in due modalità: segni e parole. Bimodale significa doppia modalità e infatti in questa metodologia vengono utilizzate la modalità acustico-verbale perché si parla e la modalità visivo-gestuale perché si segna, rispettando la struttura della lingua vocale. L’aspetto peculiare della modalità bimodale sta nel fatto di dare la massima importanza alla scelta e alla comprensione dei contenuti da trasmettere. METODO BIMODALE si divide in Modalità acustico-verbale (parole) Modalità visivo-gestuale (segni) LINGUA VOCALE Nella metodologia bimodale si lavora su tre livelli: STIMOLAZIONE FONO-ACUSTICA LETTURA LABIALE STIMOLAZIONE COGNITIVO-LINGUISTICO STIMOLAZIONE FONO-ACUSTICA Con la stimolazione fono-acustica si intende l’allenamento volto a sfruttare al massimo, tramite l’uso della protesi acustica, il residuo uditivo, l’impostazione dei fonemi e della prosodia della lingua italiana. Già nella fase di osservazione si cerca di comprendere se il bambino risponde ad alcuni stimoli acustici. È importante notare, anche, il tipo di suoni che emette il bambino, in quanto sono un indice di come sente. Nell’ottica di una stimolazione si utilizzano diverse modalità della voce: parlata, modulata e cantata. LETTURA LABIALE La lettura labiale consente, in caso di allenamenti specifici, di far concentrare l’attenzione del bambino sui piccoli movimenti delle labbra, anziché sui segni, facili da percepire. STIMOLAZIONE COGNITIVO-LINGUISTICA La stimolazione cognitivo-linguistico fornisce al bambino contenuti cognitivi e linguistici adeguati alla sua età, tramite giochi, racconti, conversazioni con la lettura e la scrittura. Metodo bilingue Il metodo bilingue consiste nell’esposizione contemporanea del bambino alla lingua vocale e alla Lingua dei segni Italiana (LIS). La LIS è a tutti gli effetti una lingua con una sua grammatica e sintassi. Ciascuna comunità di sordi sviluppa e utilizza una sua lingua dei segni con caratteristiche legate al gruppo e ai bisogni comunicativi. È significativo evidenziare il termine «segno» come insieme di movimenti manuali e/o espressioni facciali dal «gesto» prodotto dagli udenti in accompagnamento al vocale. Nel metodo bilingue non si parla di fonemi ma di «cheremi» dal greco «chero» (mano). Si conferisce molta importanza alla costruzione e posizione della mano. Infatti nella costruzione del segno si possono rintracciare quattro parametri: • • • • Luogo: lo spazio dove si esegue il movimento Configurazione: la forma della mano nell’eseguire il segno Movimento: come si muovono mano, braccio, polso e dita Orientamento: posizione del palmo rispetto a colui che segna Metodo orale-classico si pone come obiettivo primario di fornire al bambino, anche sordo, una competenza linguistica più vicina possibile a quella degli altri utenti. È importante: Una diagnosi precoce L’esatta valutazione del deficit Una tempestiva protesizzazione La collaborazione della madre al programma riabilitativo. Si basa principalmente su: Tattolettura Allenamento acustico Labiolettura Esercizi di respirazione Impostazione dell’articolazione Associazione della parola Una lettura precoce Metodo verbo-tonale Ideato da P. Guberina. È un metodo multidisciplinare, infatti, tutto il corpo viene considerato uno strumento appropriato per ricevere e trasmettere messaggi, in quanto sensibili alla componente vibratoria del suono Amplificatori Situati direttamente sul corpo del bambino e sono impiegati nella riabilitazione Strumenti musicali Apparecchi audio-visivi Alla sua realizzazione concorrono: Attività corporee ritmiche Simulazioni musicali Stimolazioni grafo-motorie Psicomotricità Attività drammatiche Suvag macchinario che permetteva agli studenti di ascoltare solo il ritmo e l'intonazione delle lingua straniera. Successivamente P. Guberina inventò il Suvag 1 per applicare la sua teoria ai sordi ritenendo che si potesse sfruttare al massimo il ritmo e l'intonazione (frequenze gravi) Metodi riabilitativi Uso delle tecnologie informatiche attraverso SOFTWARE RIABILITATIVI E DIDATTICI INTERNET Software riabilitativi e didattici: Programmi di riconoscimento vocale «PROGETTO VOICE»: studia l’utilizzo di riconoscimenti vocali in varie situazioni per generare sullo schermo di un computer ciò che viene detto in simultanea. Software riabilitativi e didattici: Programmi finalizzati a incrementare la competenza linguistica «ELSE»: software volto a migliorare le abilità ortografiche e la costruzione delle frasi corrette Software didattici e riabilitativi: Dizionario mimico gestuale Programmi che permettono di visualizzare le caratteristiche acustiche della voce Programmi che mettono in comunicazione bambini audiolesi in diverse scuole Programmi finalizzati alla costruzione di testi Internet Grazie ad internet diventa più facile fare conoscenze, imparare, divertirsi, comunicare liberamente senza mettere in campo la propria disabilità. Vantaggi: • Aumento della stima di sé • Sentirsi al pari degli altri. «Metodo creativo, stimolativo, riabilitativo della comunicazione orale con le strutture musicali di Zora Drežančić»: finalizzato all’insegnamento di un linguaggio orale e scritto intellegibile anche a bambini sordi profondi I principi che caratterizzano il metodo adottato da Zora Drezancic riflettono la peculiarità della comunicazione orale scritta I principi fondamentali del metodo in questione sono: La competenza linguistica di un bambino sordo può essere mobilitata attraverso un intervento pedagogico tempestivo e corretto. La stimolazione deve iniziare precocemente rispettando le fasi di sviluppo vocale e linguistico normale. I modelli vanno proposti rispettando tempi e modi di ricezione e di immagazzinamento dei soggetti sordi. Il linguaggio è inteso come un sistema complesso, data la molteplicità dei suoi processi. Tra questi ricordiamo: VOCALIZZAZIONE Meccanismo della fonazione con cui l’uomo riesce ad articolare la parola e i muscoli coinvolti nelle corde vocali LALLAZIONE Produzione pre-linguistica caratterizzata da coppie di vocali e consonanti ben definite e toni diversi N.B. La fonazione non può essere separata dall’articolazione I modelli proposti sono multisensoriali: l’attenzione del bambino viene richiamata Sulla proposta vocale Sulla percezione uditiva Sull’espressione del viso Sui movimenti del corpo Dalla voce cantata Dal ritmo musicale Principali supporti per lo sviluppo della competenza comunicativa orale A tal fine molta importanza riveste un uso corretto delle protesi acustiche, adeguatamente scelte e programmate sulla base dei residui uditivi presenti nel soggetto. Il bambino percepisce la voce dell’adulto e sperimenta la sua voce all’interno di un dialogo significativo. La scelta dei vocaboli viene adoperata tenendo conto età dei bambini capacità di comprensione ed espressione vocale « La riabilitazione non è un lavoro, ma un processo educativo che richiede una spinta motivazionale dei soggetti audiolesi » Una programmazione rigorosa e coerente nel tempo è necessaria per un apprendimento del linguaggio in bambini con gravi deficit uditivi I quattro programmi della pedagogia I Programma proposte adatte dai 6 mesi ai 3 anni Questo primo programma è adatto a partire dai 6 mesi, poiché a quest’età la stimolazione e la produzione cessano perché il bambino non sente. Affinché il bambino sordo non interrompa questo processo occorre intervenire con un’azione di rinforzo che consiste in una stimolazione globale, attraverso l’attivazione delle vie neurali, delle diverse funzioni psichiche dei primi processi mentali. Nel I Programma si intende far progredire i processi di: sensibilizzazione all'ascolto delle proposte vocali imitazione attraverso la risposta vocale alla proposta associazione di stimoli vocali con gli oggetti scelti emissioni di vocaboli aventi significato riconoscimento uditivo dei modelli già assimilati, in presenza degli oggetti II Programma dai 3 ai 6 anni Caratterizzato da procedimenti pedagogici per stimolare: La voce I suoni del linguaggio L’intonazione I ritmi Il dialogo Le prime parole Le prime frasi III Programma dai 6 ai 14 anni Si consolidano le acquisizioni precedenti e si estendono le competenze linguistiche sui versanti fonologico, semantico, sintattico e pragmatico, riguardo a: • Sviluppo delle attività psichiche necessarie per leggere e scrivere; • Lettura delle note musicali; • Esercizio e controllo della voce parlata; • Apprendimento della grammatica nella forma orale • I tre tempi dei verbi • Approccio alla letteratura e ad una lingua straniera. IV Programma dai 14 ai 20 anni Prevede la possibilità di esercitarsi da parte del soggetto stesso per non perdere la qualità di quanto appreso nei precedenti programmi, sviluppando: Stimolazione e controllo della voce Collaborazione tra famiglia, scuola e intervento logopedico per aiutarli nella scelta della scuola Conclusioni I nuovi progressi tecnologici e pedagogici fanno sperare in una maggiore possibilità di integrazione delle persone con deficit uditivi nella società. Oggi si dà molto peso alla qualità del processo educativo, grazie al superamento di quei pregiudizi che volevano l’individuo sordo chiuso nel suo silenzio, senza la possibilità di alcun miglioramento. Un segno vale più di mille parole.. È difficile fare le cose difficili: parlare al sordo, mostrare la rosa al cieco. Bambini, imparate a fare le cose difficili: dare la mano al cieco, cantare per il sordo, liberare gli schiavi che si credono liberi. Gianni Rodari Realizzato da: Armenia Doriana Butticè Simona Paola Chiarenza Giulia Curto Giada Di Blasi Flavia Gambino Denise Nicotra Adele Quartarone Selene Sallemi Irene Strazzante Francesca