Handrius: un silenzio assordante
Eliana Aiello
Istituto Pediatrico G. Gaslini Genova Direzione Didattica Sturla
Handrius, sordo dalla nascita, è un bambino di sette anni, vispo e socievole, ma molto irrequieto;
l’irrequietezza è il mezzo che ha scelto per dar voce al suo silenzio ed esorcizzare la paura di non
essere “ascoltato”.
Viene ricoverato nell’Istituto Pediatrico G. Gaslini di Genova per una seria patologia ed è prevista
per lui una degenza di almeno due mesi.
Il nostro primo incontro, nella sala giochi del reparto con altri bambini, è stato contraddistinto da
continue richieste di attenzione sempre più pressanti: continue tirate di maniche, mani sul mio viso,
scatti nervosi e abbandoni improvvisi della sala.
Sono preoccupata, è la prima volta che mi trovo ad affrontare un’esperienza scolastica con un
bambino sordo e non sono né un’insegnante specializzata né un’assistente alla comunicazione, sono
solo, un’insegnante ospedaliera di ruolo che di fronte a tale situazione sente tutto il peso della
propria inadeguatezza.
So che Handrius frequenta la classe II della scuola primaria e che durante le lezioni è affiancato da
un educatore sordo che comunica con lui attraverso la lingua dei segni.
Penso che sarebbe necessaria la presenza di un interprete che conosca la lingua dei segni per far da
ponte comunicativo tra me ed il bambino e tra lui ed i compagni, ne faccio richiesta ma mi viene
risposto che al momento non c’è disponibilità, non avrò neppure aiuto dai genitori perché anch’essi
affetti da sordità profonda.
Mi rivolgo quindi alle insegnanti di classe di Handrius per avere consigli, ma mi sento rispondere
di non preoccuparmi, di fare quel che posso perché Handrius potrà recuperare al rientro con
l’educatore, ma io so che non posso deludere le legittime aspettative di un bambino che chiede
attenzione e che sprizza voglia di comunicare da tutti i pori, perciò reagisco al senso di frustrazione
e metto in moto la macchina “fai da te”.
Parte la macchina “fai da te”: per prima cosa faccio ricerca nella rete Internet sulla possibilità di
accedere a dizionari della lingua dei segni, mi documento sulle metodologie didattiche più idonee e
più utili ai bambini sordi, sulla possibilità di utilizzare hardware e software nel progetto didatticoeducativo e scopro che il deficit uditivo non limita in alcun modo l’uso del computer, che anzi, può
essere considerato uno strumento integrativo, anche nel metodo logopedico.
Consulto online il sito di SD2 “Servizio Documentazione Software Didattico “ e, avendo la fortuna
di essere a due passi dalla Biblioteca del Software Didattico dell’Istituto per le Tecnologie
Didattiche del CNR, vado a visionare di persona il software specialistico e non, che penso possa
servire a Handrius nel suo percorso formativo.
Da qui la decisione, dopo aver accertato l’attitudine e la disponibilità del bambino ad interagire con
lo strumento informatico, di utilizzare le tecnologie dell’informazione e della comunicazione come
uno degli strumenti didattici in grado di catturare la sua attenzione e, motivarlo “a fare”
Viene così proposto ad Handrius, che ora fa parte del gruppetto di bambini che seguo: (due di classe
terza, uno di classe quarta ed uno di classe seconda), di partecipare alla progettazione e alla messa
in opera dell’ipermedia dal titolo “Centro relax Mukky & CO”., sul valore del latte, al quale i
bambini stanno lavorando.
Per prima cosa gli viene presentata la mappa concettuale ipertestuale contestualmente all’apertura
del dizionario della lingua dei segni online in modo che possiamo consultare insieme le parole
facilitandogli la comprensione dei significati delle parole scritte.
Handrius ripete i gesti sotto gli sguardi incuriositi ed interessati dei compagni, si capisce che vuole
memorizzare le parole ad essi corrispondenti; dopodichè gli viene proposto di ridisegnare la mappa
su carta in collaborazione con i compagni ed infine riproporla in modalità grafico testuale con il
software Kidspiration, di cui ora conosce, anche lui, le funzioni.
Il programma, di facile utilizzo, propone due ambienti principali correlati tra loro: quello “visuale”
per la creazione della mappa, e quello secondario tipo word processor che stimola la scrittura di
didascalie e brevi testi relativi agli elementi presenti nella mappa già costruita.
Combinare tra loro immagini, testo e parole per rappresentare idee e mostrarne le relazioni diventa
un gioco.
In collaborazione i bambini disegnano, creano e scrivono i testi, modificano le mappe e quello che è
sorprendente è che discutono e negoziano le soluzioni e sempre più spesso i bambini udenti
utilizzano con Handrius i “segni” che hanno imparato a conoscere.
Ho scelto di utilizzare con Handrius anche il software “Clicker 4”, in quanto presenta caratteristiche
che lo rendono particolarmente utile come strumento di comunicazione e di apprendimento che mi
hanno permesso di creare ad hoc percorsi di comunicazione mirata abbinando a singole o sequenze
di immagini, anche animate, parole ed intere frasi.
Nella mia ricerca ho trovato anche un paio di software che mi hanno permesso di intervenire in
modo mirato sia nel campo logico matematico sia nell’ambito linguistico per il consolidamento di
abilità specifiche. Ari-Lab, un sistema che supporta gli alunni nella risoluzione dei problemi, che
contiene anche il modulo in LIS per permettere ai bambini sordi l’apprendimento dell’aritmetica nel
rispetto della loro specificità linguistica e culturale mi ha permesso di proporre esercitazioni
aritmetiche e logiche . “Else” eserciziario con 47 tipologie di esercizi che vanno dal riconoscimento
di lettere fino alla strutturazione elementare della frase mi ha permesso, grazie all’ambiente editing
di personalizzare il lavoro sulle esigenze del bambino.
Handrius ha sempre accolto con entusiasmo le attività proposte perché consapevole che erano
preparate per “lui”; lavorava in un clima sereno e un tantino per volta anche la sua irrequietezza
scemava. E’ stato con noi un paio di mesi, mesi ricchi di accadimenti; è tornato alla sua scuola
soddisfatto ed orgoglioso di avere nel suo portfolio diversi lavori realizzati in autonomia ed in
cooperazione,da mostrare alle insegnanti ed ai compagni.
Con questa esperienza, seppur limitata nel tempo, siamo cresciuti tutti un po’. Handrius si è portato
via qualcosa di tutti noi e a tutti noi ha lasciato qualcosa.
Handrius ha visto riconosciuta e valorizzata la sua individualità, sentendosi “accolto e stimato”.
I compagni hanno fatto conoscenza con un nuovo modo di comunicare: la lingua dei segni, lingua
ricca di gestualità che fa parlare il corpo.
A me, insegnante di ruolo, non specializzata e tantomeno assistente alla comunicazione questa
nuova impegnativa esperienza mi ha insegnato che non esistono barriere fisiche per comunicare e
prendendo in prestito un pensiero di Victor Hugo anch’io dico:
”Che importanza ha la sordità dell’orecchio, quando la mente sente.
L’unica vera sordità, l’incurabile sordità, è quella della mente”