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BELGIO
A cura di: ESU di Venezia - Azienda Regionale per il Diritto allo Studio Universitario
CUORI Ufficio Orientamento e Consulenza psicologica
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BELGIO
I principali avvenimenti nella storia del Belgio
Avanti Cristo – I Belgi, popolo di origine celtica, resistono vanamente a Giulio Cesare, che li
sottomette nel 57 a.C. Tre anni dopo, viene soffocata una rivolta degli Eburoni, guidata da
Ambiorige.
Dal I al III sec. – Pax romana: il Belgio attuale è suddiviso fra 3 province romane: Belgica
Prima (capitale Treviri), Belgica Seconda (Reims), Germania Seconda (Colonia). Tongres e
Tournai sono città importanti.
IV - V sec. – Invasioni barbariche: tribù franche si insediano in Toxandria (Campine) e nel
Lussemburgo. Prima evangelizzazione
V sec. – Tournai passa sotto il dominio dei Franchi Sali. Childerico, padre di Clodoveo, fonda la
dinastia merovingia. Clodoveo, dopo la sua conversione, fa di Tournai la sede di un vescovato.
VII sec. – Seconda evangelizzazione. Diffusione delle grandi abbazie.
843 – Trattato di Verdun: divisione dell’impero carolingio fra la Francia ad ovest dell’Escaut,
la Germania e, fra le due, uno stretto territorio che va dal Mare del Nord al Mediterraneo
attribuito a Lotario I. Alla morte di quest’ultimo, i suoi territori sono divisi in tre parti: Italia,
Borgogna e Lotaringia, i cui limiti corrispondono all’incirca al Belgio attuale senza le Fiandre
(che dipendono dalla corona francese).
862 – Baldovino Braccio di Ferro diventa primo conte delle Fiandre.
962 – La Lotaringia viene annessa al Sacro Romano Impero germanico.
963 – Un signore della Mosella, Sigfrido, fonda la contea di Lussemburgo.
980 – Notger, principe-vescovo di Liegi, acquisisce il potere temporale sul suo territorio.
Inizio dell’XI sec. – Le Fiandre si ingrandiscono a spese dei territori dell’Impero: nascono le
Fiandre imperiali. Il conte di Fiandra è al tempo stesso vassallo del re di Francia e
dell’imperatore.
XII -XIII sec. – Emancipazione delle città fiamminghe: il dato saliente del periodo che va
dal XII al XIV sec. è lo sviluppo del commercio, legato soprattutto alla tessitura della lana. La
ricchezza della città conduce alla nascita dell’autonomia comunale. È l’età d’oro di Bruges.
Nonostante il rapporto di vassallaggio con il re di Francia, le Fiandre coltivano stretti legami
di natura economica con l’Inghilterra e l’Impero germanico: avviene così una scissione fra il
popolo, che difende i propri interessi, e i nobili sostenuti dai Francesi. Il re di Francia Filippo
Augusto avanza pretese nei confronti degli Stati del Nord e ben presto una coalizione si
forma contro di lui: i Fiamminghi sono sostenuti dal re inglese Giovanni senza Terra e
dall’imperatore germanico Ottone IV, ma nel 1214 Filippo Augusto esce vincitore dalla
battaglia di Bouvines, il cui grande sconfitto è il conte delle Fiandre, Ferrante.
1300 – Filippo il Bello annette le Fiandre, ma la popolazione si ribella e, l’11 luglio 1302, la
battaglia di Courtrai (o degli Speroni d’oro) termina con la vittoria del popolo fiammingo
sulla cavalleria francese.
1308 – Enrico VII di Lussemburgo diventa imperatore germanico.
1337 – Scoppia la guerra dei Cento Anni fra la Francia e l’Inghilterra. Rivolta a Gand.
1354 – La contea di Lussemburgo viene trasformata in ducato.
1369 – Il duca di Borgogna Filippo l’Ardito sposa Margherita di Male, figlia di Luigi di Male,
conte di Fiandra.
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I duchi di Borgogna.1384 – Alla morte di Luigi di Male, Filippo l’Ardito eredita i suoi
possedimenti e la Fiandra diventa allora parte del ducato di Borgogna.
1429-1477 – Regno dei duchi di Borgogna Filippo il Buono e Carlo il Temerario, che coincide
con un grande periodo di prosperità. Al momento del suo matrimonio con Isabella del
Portogallo, Filippo il Buono fonda l’ordine del Toson d’oro. Con l’acquisizione del Lussemburgo
nel 1441, il duca completa l’unificazione dei “paesi di qui” (per opposizione alla Borgogna, paese
di là). I duchi di Borgogna si circondano di una fastosa corte, incomparabile centro d’arte.
Nel 1468, Carlo il Temerario distrugge Liegi in rivolta e si annette il principato. Alla sua
morte, nel 1477, sua figlia Maria di Borgogna eredita i suoi possedimenti e sposa Massimiliano
d’Austria. L’aquila bicefala sostituisce lo stemma borgognone.
Gli Asburgo. 1482-1519 – Alla morte di Maria di Borgogna, Massimiliano diventa reggente
dei Paesi Bassi (nome attribuito in opposizione al Paese Alto, l’alta Germania, il suo paese). Nel
1494, Massimiliano lascia i Paesi Bassi a suo figlio Filippo il Bello. Nel 1496, quest’ultimo sposa
Giovanna, figlia dei re cattolici di Spagna. Dalla coppia, nel 1500, nasce a Gand il futuro Carlo
V. Quest’ultimo viene allevato nelle Fiandre, in parte da sua zia Margherita d’Austria, figlia di
Massimiliano, che governa il paese dopo la morte di Filippo il Bello, avvenuta nel 1506.
1519-1555 – Regno di Carlo V: alla morte di Massimiliano, Carlo I re di Spagna diventa
l’imperatore Carlo V. Il suo impero “su cui non tramonta mai il sole” comprende i possedimenti
borgognoni, l’Impero austriaco e la Spagna con tutte le sue colonie d’America ed Asia. Carlo V
ingrandisce il territorio dei Paesi Bassi verso il nord e verso il sud. Nel 1548, Carlo V riunisce
la Franca Contea e le 17 province dei Paesi Bassi nel “circolo di Borgogna”, con Bruxelles come
capitale.
Il regime spagnolo. 1555-1598 – Regno di Filippo II di Spagna: nel 1555, Carlo V rinuncia
ai Paesi Bassi in favore di suo figlio Filippo II. A differenza di Carlo V molto attaccato al suo
paese d’origine e pronto a proteggerlo, suo figlio si sentirà soprattutto spagnolo. Fervente
cattolico, Filippo lotta contro gli iconoclasti protestanti che devastano le chiese cattoliche.
Durate il suo regno, si afferma il sentimento nazionale dei Paesi Bassi, e la lotta per le libertà
politica va di pari passo con la lotta dei calvinisti per la tolleranza religiosa. Nel 1567, il duca
d’Alba, nobile spagnolo nominato governatore dei Paesi Bassi, viene inviato da Filippo II per
estirpare l’eresia calvinista e lottare contro la rivolta dei Paesi Bassi. È in questo momento
che avviene l’esecuzione dei conti di Egmont e di Hornes a Bruxelles. Nel 1576, ad Anversa e
in seguito a Gand, si scatena la “furia spagnola”. Filippo II è allora obbligato a concedere la
pacificazione di Gand liberando le 17 province dei Paesi Bassi dalle truppe spagnole. Nel 1579,
dopo l’unione nella confederazione di Arras delle province cattoliche che hanno scelto di
restare fedeli alla Spagna, le province protestanti formano l’unione di Utrecht (sette
province degli attuali Paesi Bassi) e poi la repubblica delle Province Unite.
1585 – Caduta di Anversa; scissione definitiva fra i Paesi Bassi del sud e del nord.
1598-1621 – Regno degli arciduchi Alberto e Isabella, figli di Filippo II.
1648 – Con il trattato di Münster, Filippo IV di Spagna riconosce l’indipendenza delle
Province Unite e cede loro il nord del Brabante, il nord del Limburgo e la Fiandra zelandese. Il
quadro territoriale del futuro Belgio si precisa.
1659-1678 – Il trattato dei Pirenei, firmato da Francia e Spagna, fa passare l’Artois sotto
la sovranità francese e stabilisce il matrimonio di Luigi XIV e Maria Teresa di Spagna.
Quest’ultima, in base ad una tradizione del Brabante che favorisce i figli di primo letto,
dovrebbe ereditare da sua madre tutta la regione. Luigi XIV dichiara nel 1663 la guerra di
Devoluzione ai Paesi Bassi spagnoli, per recuperare l’eredità di sua moglie. La Francia annette
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allora il sud delle Fiandre (Lille). La Tripla Alleanza ferma questa guerra, che si chiude con il
trattato di Aquisgrana (Aachen). Ma nel 1672 Luigi dà il via alla guerra d’Olanda, che si
conclude con il trattato di Nimega nel 1678. Le Fiandre e l’Hainaut vengono allora private di
vari territori.
I Paesi bassi austriaci. 1701-1713 – Guerra di Successione di Spagna. Carlo II di Spagna
muore senza discendenti e lascia come erede Filippo d’Angiò, nipote di sua sorella Maria
Teresa e di Luigi XIV. Ma l’Inghilterra, l’Olanda, La Danimarca e i principi tedeschi appoggiano
l’arciduca d’Austria contro la Francia, perché egli ottenga la successione.
1742-1748 – Guerra di Successione d’Austria: Luigi XV invade i Paesi Bassi del sud ma questi
vengono di nuovo annessi all’Austria con il trattato di Aquisgrana (Aachen).
1780-1789 – Il dispotismo illuminato dell’imperatore Giuseppe II non tiene conto dei
particolarismi locali, suscitando una rivolta della popolazione: il sentimento nazionale belga
diventa una realtà. Nel 1789, la rivoluzione del Brabante scaccia gli Austriaci e a Bruxelles
vengono riuniti gli Stati generali. Gli Austriaci sono temporaneamente espulsi.
La dominazione francese. 1795 – Dopo la vittoria di Jemappes (1792) e di Fleurus (1794), la
Francia repubblicana annette i Paesi Bassi austriaci e il principato di Liegi. Vengono istituiti
nove dipartimenti, che diventeranno nove provincie.
Il Regno dei Paesi bassi. 1814 – Caduta di Napoleone. I Paesi Bassi settentrionali e
meridionali formano il regno dei Paesi Bassi, il cui sovrano Guglielmo I diventa inoltre
Granduca del Lussemburgo.
1815 – Battaglia di Waterloo seguita dal congresso di Vienna. Eupen e Malmedy sono in
seguito attribuite alla Prussia.
L’indipendenza, il nuovo stato dei Belgi 1830 – A seguito della rivoluzione iniziata a
Bruxelles, il Belgio conquista definitivamente la sua indipendenza a spese dell’Olanda, che
controllava il paese dal congresso di Vienna. Il Belgio rinuncia alla Fiandra zelandese, al
Brabante settentrionale e ad una parte del Limburgo. La regione di lingua tedesca del
Lussemburgo resta a Guglielmo I.
1831 – La conferenza di Londra riconosce l’indipendenza del Belgio. Viene promulgata la
Costituzione e la corona viene consegnata a Leopoldo di Sassonia-Coburgo-Gotha, che diventa
re dei Belgi con il nome di Leopoldo I (1831-1865). Guerra belga-olandese.
1839 – Guglielmo I riconosce l’indipendenza del Belgio. Il paese supera grandi difficoltà
economiche (carestia nelle Fiandre del 1845-1848) e partecipa alla “rivoluzione industriale”. Il
Lussemburgo, economicamente legato alla Germania dal 1842, conosce un grande sviluppo
industriale.
1865-1909 – Regno di Leopoldo II.
1890 – Indipendenza del Lussemburgo. Adolfo di Nassau è granduca dal 1890 al 1905. Gli
succede Guglielmo IV (1905-1912).
1894 – Il Belgio adotta il suffragio universale.
1908 – Il Congo, proprietà di Leopoldo II dal 1885, diventa colonia belga.
1909 – Alberto I diventa re dei Belgi.
1912 – Maria Adelaide diventa granduchessa del Lussemburgo.
1914-1918 – Prima Guerra mondiale. La Germania occupa il Lussemburgo e quasi tutto il
Belgio. Alberto I, il Re Soldato, dirige la resistenza: presa di Liegi, di Namur, di Bruxelles, di
Anversa. L’esercito belga si ritira sul litorale: battaglia dell’Yser, a cui mette fine
l’inondazione dei polder (territori strappati al mare). Il fronte si sposta sulla sporgenza di
Ypres e poi sulle alture delle Fiandre.
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1919 – Con il trattato di Versailles, il Belgio recupera Eupen, Malmedy, Moresnet e St-Vith.
1922 – Unione economica belga-lussemburghese o UEBL.
1934 – Morte accidentale di Alberto I a Marche-les-Dames. Gli succede Leopoldo III (19341944). L’anno seguente, nel 1935, la regina Astrid, moglie di Leopoldo III, muore in un
incidente d’auto a Küssnacht, in Svizzera.
1940-1944 – Seconda Guerra mondiale. La Germania occupa il Belgio e il Lussemburgo.
Battaglia delle Ardenne e assedio di Bastogne.
1944-1951 – Dopo la guerra scoppiano violente manifestazione legate alla “questione reale”.
Carlo del Belgio, fratello di Leopoldo II, diventa allora reggente.
1948 – Unione doganale del Benelux: Belgique-Nederland-Luxembourg (Belgio, Olanda e
Lussemburgo).
1951 – Confrontato alla minaccia di una vera guerra civile, Leopoldo III abdica in favore del
figlio, che diventa re dei Belgi con il nome di Baldovino I.
1957 – Il Belgio e il Lussemburgo diventano membri della C.E.E. (Comunità economica europea).
Bruxelles è la capitale della C.E.E.
1960 – Entra in vigore l’Unione economica del Benelux, istituita nel 1958. Il governo Eyskens
concede l’indipendenza al Congo, che diventa Congo-Kinshasa, poi Zaire. Matrimonio di re
Baldovino con doña Fabiola de Mora y Aragón.
1966 – La NATO si stabilisce a Bruxelles.
1977 – Accordo che prevede una federazione di tre regioni: Bruxelles, Fiandre e Vallonia.
1980 – Viene votata la regionalizzazione: nuove istituzioni nelle Fiandre e in Vallonia.
1989 – La regione di Bruxelles-Capitale dispone ormai di un potere legislativo (consiglio) e di
un potere esecutivo (governo).
1993 – Morte di Baldovino I. Gli succede Alberto II. Con l’accordo detto di “San Michele”, il
Belgio diventa uno stato federale, composto da tre regioni (Fiandre, Vallonia e Bruxellescapitale) e da tre comunità (fiamminga, francese e germanofona).
1996 – Scoppia lo scandalo Dutroux. L’arresto di Marc Dutroux, accusato del rapimento, del
sequestro, dello stupro e della morte di molte ragazze giovanissime, provoca emozione ed
indignazione nell’opinione pubblica belga.
2001 – Fallimento della compagnia aerea belga Sabena, il più importante evento del genere
nella storia del Belgio. Gli accordi del Lambermont concedono ulteriori competenze alle regioni
e alle comunità e decretano il rifinanziamento delle comunità.
2002 – Introduzione ufficiale dell’euro.
2005 – Il Belgio festeggia il 175° anniversario della sua indipendenza.
13 dicembre 2006 – La rete televisiva francofona RTBF trasmette un falso telegiornale in
cui si afferma che le Fiandre hanno dichiarato unilateralmente la propria indipendenza. La
trasmissione spezza un tabù e suscita numerose reazioni fra Fiamminghi e Valloni.
10 giugno 2007 – Le elezioni legislative sono vinte dai democristiani fiamminghi e dai liberali
francofoni. I due gruppi non riescono ad accordarsi sull’evoluzione delle istituzioni federali. I
Fiamminghi reclamano una maggiore autonomia, i francofoni rifiutano. Inizio di una crisi
politica senza precedenti nel paese.
10 dicembre 2011 – Dopo 540 giorni di crisi politica e di trattative, dalle ultime elezioni
legislative, nasce un nuovo governo guidato dall’italo-belga Elio Di Rupo che si trova davanti la
necessità di fronteggiare la crisi della zona euro, ma pure la complessa armonizzazione delle
diverse autonomie linguistiche, culturali e politiche interne.
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http://hystory-of-europe.cross-library.com/hist/it/16/storia_del_belgio/libri/info.htm
http://viaggi.viamichelin.it/web/Cultura/Bewlgio_Lussemburgo/Storia
Arti e architettura in Belgio
È soprattutto nei dintorni di Tongres che è stato scoperto un gran numero di oggetti antichi.
Il paese dei Treviri (Arlon e Lussemburgo) ci ha regalato innumerevoli statue, steli votive e
monumenti funerari, fra cui bassorilievi. Dal V al X sec., nelle regioni dominate dai Franchi Sali
(Tournai) e i Franchi Ripuari (Arlon e Lussemburgo), gli arredi funerari comprendevano armi in
ferro damascato, gioielli e spille in bronzo o in oro, con decorazioni in vetro. Pochi monumenti
architettonici di quest’epoca sono giunti fino a noi. I soli esempi ancora esistenti sono la
chiesa merovingia di Arlon (V sec.) e il complesso abbaziale di Nivelles, con le sue tre chiese
del VII sec.
A Carlo Magno, residente ad Aquisgrana (Aachen), si deve l’introduzione del cristianesimo
nell’impero franco. Questo evento è all’origine della rinascita culturale che si manifesta
nell’arte della miniatura.
Nelle regioni scaldiche devastate dal passaggio delle orde normanne, l’architettura romanica
appare in edifici isolati, come la collegiata di St-Vincent de Soignies. Alla costruzione della
cattedrale di Tournai fa seguito nel XII sec. quella di varie chiese ispirate allo stesso stile.
Questi monumenti sono caratterizzati dalla torre sulla crociera del transetto, dalle torrette
sulla facciata ovest e, all’interno, dalle tribune e dalle gallerie di influenza normanna. Anche
vari edifici civili, in particolare il Castello dei Conti e la maison de l’Étape di Gand, la Torre
Burbant a Ath ed alcune abitazioni di Tournai, appartengono all’arte scaldica: al di sopra del
pianterreno con aperture sormontate da archi a tutto sesto, le finestre divise in due da una
colonnetta sono allineate fra due cordoni di pietra.
Fin dal XII sec., favorita dalla presenza della pietra di Tournai, la scultura raggiunge nella
regione livelli notevoli: portali e capitelli (cattedrale di Tournai), fonti battesimali (Zedelgem,
Termonde).
Viene così definita l’arte sviluppatasi, nell’XI e soprattutto nel XII sec., nella diocesi di Liegi,
ossia nella valle della Mosa e nel suo retroterra. Già importante focolare artistico in epoca
gallo-romana, il principato di Liegi, che comprendeva Aquisgrana, subisce l’influenza dell’arte
carolingia. Più tardi, grazie ai rapporti particolarmente forti con l’arcivescovato di Colonia (da
cui dipende la diocesi di Liegi) e il Reno, si inizia ad avvertire l’influenza dello stile romanico
renano. Nel XIII sec., predomina l’influenza francese: è la fine dell’arte mosana in
architettura.
L’architettura romanica della regione della Mosa conserva un certo numero di componenti
dell’arte carolingia, della quale è in qualche modo il prolungamento. Innanzitutto, l’architettura
ottoniana, che si diffonde in Germania nel X sec. e all’inizio dell’XI sec., durante il regno
dell’imperatore Ottone I, influenza una parte della collegiata di Nivelles. Nivelles
apparteneva allora al vescovato di Liegi, che dipendeva dall’Impero. Nel XII sec., l’avancorpo
diventa più imponente, viene affiancato da torrette a scala (St-Denis e St-Jean à Liège) o più
raramente da due torri quadrate (St-Barthélemy di Liegi). La chiesa è decorata all’esterno da
arcate lombarde. L’abside è a volte fiancheggiato da una galleria esterna (St-Pierre a StTrond). La chiesa possiede spesso una cripta e a volte un bel chiostro (Nivelles, Tongres).
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Molte di queste caratteristiche si ritrovano nella parte più tardiva della collegiata di Nivelles
e in numerose chiese rurali (Hastières-par-delà, Celles, Xhignesse).
L’arte mosana produce belle sculture lignee: il Cristo di Tongres, le celebre Vergine in maestà
detta Sedes Sapientiae o quelle custodite nel museo d’Arte religiosa e d’Arte mosana di
Walcourt.
Le sculture in pietra sono altrettanto interessanti: in particolare i capitelli (Tongres) e i
bassorilievi (Vergine di Dom Rupert, nel museo Curtius di Liegi). Molte chiese romaniche
possiedono fonti battesimali la cui vasca è ornata da quattro teste d’angelo scolpite (Waha) e
il cui contorno è decorato con fogliame e figure di animali (St-Séverin). Anche l’oreficeria e
l’ottoneria conoscono una grande fioritura.
Negli edifici religiosi, l’arte renana viene sostituita dal gotico francese, importato dalle
comunità monastiche venute dalla Francia o diffusosi grazie all’esempio di Tournai.
Nonostante ciò, in Belgio, l’arte gotica appare più tardi che in Francia. La sua prima
manifestazione è la costruzione del coro della cattedrale di Tournai (1243), ispirato a quello
della cattedrale di Soissons. Si possono osservare varianti tipiche del Belgio o di determinate
regioni. La chiesa gotica belga ha una pianta più larga di quella francese ed è spesso meno alta.
Il campanile è invece molto imponente.
Questa variante del gotico perpetua i caratteri apparsi in epoca romanica sotto forma di un
triforio e di una torre quadrata che sormonta la crociera del transetto, ma la sua principale
particolarità è la presenza di finestre trilobate. Il più bell’esempio di gotico scaldico è la
chiesa di San Nicola a Gand. Lo stesso stile è riscontrabile in Notre-Dame de Pamele (12351300), a Audenarde.
Nel Brabante, lo stile gotico fa la sua apparizione solo nel XIV sec. Gli architetti, scultori e
tagliapietre si ispirano alle grandi cattedrali francesi (Sts-Michel-et-Gudule a Bruxelles), ma
le variazioni da essi introdotte creano uno stile particolare che si diffonde al di là della
provincia (cattedrale di Anversa).
La chiesa brabantina, ampio edificio con tre navate e deambulatorio con cappelle a raggiera, si
distingue per la presenza di una massiccia torre che sormonta un androne, orientata ad ovest
(la torre della cattedrale di St-Rombaut a Malines ne è l’esempio più notevole) e per le
cappelle laterali sormontate da frontoni triangolari. Il transetto è spesso assente (basilica di
Hal) così come i rosoni, sostituiti da grandi finestre.
L’interno è molto caratteristico. La navata è sorretta da robuste colonne cilindriche, i cui
capitelli sono ornati, in origine, da un doppio ordine di foglie di cavolo arricciate. A queste
colonne si addosseranno in seguito grandi statue di apostoli. La volta è in stile gotico ancora
poco evoluto. Le cappelle delle navate laterali comunicano fra loro, formando così nuove
navate. Infine, il triforio è a volte sostituito da una balaustra riccamente decorata, senza
galleria di circolazione. La basilica di Hal ne è uno dei più begli esempi.
Dalla fine del XIII sec., i tratti architettonici originali si manifestano, soprattutto nelle
Fiandre, negli edifici comunali: torri campanarie (beffroi), mercati coperti e palazzi
municipali. La fiorente industria tessile favorisce la creazione e la crescita delle città. Per
difendere il loro benessere, gli abitanti ottengono privilegi e statuti urbani che garantiscono
l’esercizio dei loro commerci. Questi preziosi documenti sono conservati in luogo sicuro, in
particolare nella torre campanaria. I borghesi costruiscono monumenti imponenti per le loro
riunioni e per i loro affari. Testimonianza di un’autonomia locale gelosamente difesa e di una
vita comunale attiva, questi edifici sono disposti intorno alla Grand-Place.
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Simbolo della potenza comunale (il campanile è invece quello della potenza ecclesiastica), il
beffroi si erge sulla Grand-Place. È a volte isolato, come a Tournai e a Gand, o incluso in un
edificio comunale, nel mercato coperto (Bruges, Ypres) o nel municipio (Bruxelles). La torre è
concepita come un mastio, con garitte di vedetta e piombatoi. Nelle fondamenta troviamo le
prigioni; al di sopra, due sale sovrapposte con una bertesca o balcone sporgente dal quale
vengono fatti i proclami. Vi vengono conservati anche gli statuti. Sulla cima, la sala delle
campane che compongono il carillon e la loggia delle vedette, portatori di trombe. Infine, a
coronamento dell’insieme, una banderuola che simboleggia la città: drago (Gand), lione delle
Fiandre, guerriero, santo (Bruxelles) o personaggio locale (Audenarde).
Lo sviluppo del comune va di pari passo con quello dell’industria tessile: nel XV sec., Gand conta
4.000 tessitori su 50.000 abitanti.
I mercati coperti sono composti da un edificio rettangolare diviso all’interno in spazi destinati
agli scambi; al primo piano si trovano sale per riunioni o magazzini. I più bei mercati sono
quello di Bruges, iniziato alla fine del XIII sec., e quello di Ypres, costruito alla stessa epoca
e riedificato dopo la Prima Guerra mondiale. A Bruges come ad Ypres, i mercati coperti
inglobano il beffroi: infatti, fino alla fine del XIV sec., servono generalmente anche da sede
del comune.
I più bei palazzi comunali (Bruges, Lovanio, Bruxelles, Audenarde) vengono edificati alla fine
del XIV sec. Bruges dà l’esempio con il suo municipio costruito nel 1376. Il palazzo assomiglia
ancora ad una cappella. Dopo verrà il municipio di Bruxelles. I palazzi comunali di Lovanio e
Gand sono completati durante il Rinascimento e quello di Audernarde costituisce una sintesi
dei precedenti.
All’esterno, la facciata è ornata da nicchie che accolgono le statue dei conti e delle contesse
delle Fiandre e dei santi patroni della città. Al 1° piano, la grande sala degli Scabini, che funge
da sala per le riunioni o per le feste, è decorata con arazzi o quadri che raffigurano la storia
della città o la vita del suo santo patrono e contiene sempre un camino monumentale. A
Damme, il pianterreno del municipio accoglie il mercato coperto.
Lo stile gotico si manifesta anche nelle dimore e nelle case delle corporazioni fiamminghe, in
particolare a Bruges dove matura uno stile molto particolare, di tendenza fiammeggiante, che
prosegue nel XVI sec.: le finestre sono in origine sormontate da un timpano decorato, mentre
in seguito finestre e timpani sono riuniti sotto un arco a carena, la cosiddetta arcata di
Bruges.
Tutte le riunioni delle corporazioni si svolgono nelle rispettive sedi, dove sono conservati i
beni della gilda. Le facciate riccamente decorate, ornate della statua del santo patrono o di un
animale simbolico, sono una testimonianza del ruolo di primo piano che le corporazioni
occupano nella società. Le più belle case delle corporazioni, in stile gotico, si ergono ancora sul
Quai aux Herbes a Gand.
Durante la seconda metà del XV sec. e all’inizio del XVI sec., nel Brabante (Bruxelles,
Lovanio), ad Anversa e a Mechelen-Malines si sviluppa una scuola di scultura che produce
innumerevoli polittici in legno, notevoli per finezza d’esecuzione e pittoresco realismo, e di
fattura ancora gotica.
In Belgio, il gotico fa soprattutto prova di originalità nella decorazione degli interni dei
monumenti religiosi o civili. La lavorazione del legno (polittici, statue, stalli, travi) raggiunge
livelli notevoli, così come quello della pietra, come testimoniato dai pontili in stile
fiammeggiante di Lierre, Walcourt e Tessenderlo. L’oreficeria mosana sparisce dopo il XIII
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sec.; gli ottonai invece, sparsi in tutto il paese, realizzano magnifici candelieri, fonti
battesimali e leggii.
La pittura e la tessitura di arazzi producono in quest’epoca opere eccezionali. Il XV sec. è
l’età d’oro della pittura fiamminga. Una corrente naturalistica già apparsa alla fine del XIV
sec. con Hennequin di Bruges o Jean Bandol, disegnatori di cartoni per l’arazzo L’Apocalisse
d’Angers (Francia) e Melchior Broederlam, di Ypres, pittore dei polittici della certosa di
Champmol, in Borgogna. La loro arte resta tuttavia molto vicina a quella della miniatura in cui i
Fiamminghi d’altra parte eccellono, sotto l’egida dei duchi di Borgogna. All’inizio del XV sec., i
fratelli Pol, Jean e Herman di Limburgo, miniaturisti delle Très Riches Heures du duc de
Berry (castello di Chantilly, Francia), mostrano un sorprendente realismo descrittivo.
L’arte dei primitivi fiamminghi lascia il quadro ristretto della miniatura per dedicarsi a nuovi
supporti e formati. Guidati dallo spirito del secolo, questi artisti, che occupano un posto di
rilievo nella società della loro epoca, osserveranno il reale con un principio di obiettività che
rivoluzionerà la composizione.
Il più grande pittore innovatore è Jan Van Eyck (nato probabilmente verso il 1390/1400 a
Maaseik nel Limburgo e morto a Bruges nel 1441) il cui polittico dell’Agnello mistico (chiesa di
St-Bavon, Gand), per il suo utilizzo della prospettiva, dei dettagli realistici e di colori vivaci
addolciti dalla luce, resta una delle meraviglie della pittura occidentale. All’artista fiammingo
è stata per lungo tempo attribuita, a torto, l’invenzione della pittura ad olio.
Nella stessa epoca, lavora a Tournai Robert Campin (1379-1444 circa) che è generalmente
identificato con il maestro di Flémalle. Il suo allievo di Tournai, Rogier de la Pasture, meglio
conosciuto con il nome di Rogier Van der Weyden (verso 1400-1464), diventa pittore
ufficiale della città di Bruxelles nel 1436. Le sue composizioni patetiche sono cariche di
misticismo, mentre i suoi ritratti sono notevoli per la precisione e la nettezza del tratto. Le
sue vergini dal dolce viso ovale e dalla fronte spaziosa fanno scuola.
Dopo aver studiato nella bottega di Van der Weyden, Dirk Bouts (1415-1475), originario di
Haarlem (Paesi Bassi), si stabilisce nel 1468 a Lovanio. Anche se l’austerità e la sobrietà delle
sue composizioni denotano l’influenza di Van der Weyden, le stile resta caratteristico:
l’impassibilità delle espressioni, temperata dalla finezza del tocco, la ricchezza dei colori e la
minuzia della decorazione conferiscono ai suoi dipinti un fascino nordico.
Dopo Van Eyck, la scuola di Bruges conta Petrus Christus (nato a Baarle verso il 1420 e morto
a Bruges verso il 1473), buon ritrattista le cui realizzazioni sono caratterizzate dalla
ricchezza dei colori, e il tedesco Hans Memling (1435-1494 circa) che offre nei suoi dipinti
una seducente sintesi delle caratteristiche pittoriche dell’epoca, sia nelle sue composizioni
religiose soavi ed intime che nei suoi ammirevoli ritratti di eccezionale maestria. Gérard
David (1460-1523 circa) è il continuatore della sua opera: ultimo dei grandi primitivi realizza
ottime composizioni dai colori saturati e dalle ombre a volte intense. A Gand, i quadri religiosi
dai realistici personaggi popolari di Hugo Van der Goes (1440-1482 circa) danno un nuovo
impulso all’arte pittorica.
Mentre gli edifici religiosi conservano lo stile gotico, il Rinascimento italiano fa la sua
apparizione nell’architettura civile. Pur restando in gran parte fedeli allo spirito gotico, il
palazzo comunale di Audenarde (1526-1530) e il cortile interno del palazzo dei PrincipiVescovi di Liegi (1526) annunciano già il Rinascimento. Ad Anversa, il palazzo comunale (1564),
costruito da Cornelis Floris de Vriendt (1514-1575) e le case delle corporazioni della GrandPlace (fine del XVI sec.) sono la manifestazione di un nuovo gusto estetico. Quest’ultimo si
esprime soprattutto nelle facciate, in cui appaiono colonne incassate, pilastri, statue (palazzo
Formazione interculturale – Esu di Venezia –Belgio
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comunale di Anversa), fregi (ex cancelleria di Bruges), frontoni sottolineati da volute e
coronati da statue (palazzo comunale di Furnes). Le finestre sono spesso sormontate da
timpani con stucchi, caratteristica regionale ereditata dal gotico. L’ampiezza e l’esuberanza
delle decorazioni hanno permesso in effetti di definire prebarocco lo stile rinascimentale
delle Fiandre.
In pittura, all’inizio del XVI sec., il Rinascimento italiano trova poca risonanza nell’arte
fiamminga. L’epoca è ancora dominata dal gotico fiammeggiante e i rari elementi rinascimentali
non offuscano questa supremazia. Anversa, che sostituisce Bruges sul piano economico,
diventa allora il focolare artistico più importante dei Paesi Bassi meridionali.
Il primo pittore che si ispira al Rinascimento è Quentin Metsys (1466-1530). Amico di Erasmo
da Rotterdam, presenta uno stile con influenze italiane, che annuncia il manierismo della
scuola di Anversa. I suoi discepoli Patinir (1485-1524) e Henri Blès (morto nel 1560), due
artisti mosani, sono abili paesaggisti.
Artisti come Jan Gossaert (1478-1532 circa) e Barend van Orley (1492-1542 circa)
intraprendono il viaggio in Italia e, al ritorno, di diventano ambasciatori dello stile della
Penisola, ripreso da Pieter Coecke van Aelst (1502-1550, attivo ad Anversa) e da Lambert
Lombard (1505-1566, attivo a Liegi).
Verso il 1550 si sviluppa il manierismo, i cui principali rappresentanti sono Frans Floris (15161570 circa) di Anversa, il suo allievo Maarten de Vos (1532-1603), e Pieter Pourbus (15231584 circa) di Bruges. Anche Pieter Bruegel il Vecchio (vers 1525-1569) fa parte di questa
generazione. Il suo stile unico lo innalza tuttavia al di sopra dei suoi contemporanei. I suoi
dipinti, in cui abbondano i dettagli pittoreschi, sono il riflesso della vita nel Brabante nel XVI
sec. Suo figlio, Pieter Bruegel il Giovane (1564-1638 circa), detto Bruegel degli Inferi, lo
imita con talento.
Nell’architettura, nella seconda parte del XVI sec., sotto la dominazione spagnola, nei castelli
si sviluppa uno stile noto come ispano-fiammingo che si caratterizza per la presenza di bulbi,
come a Ooidonk, di torrette, come a Rumbeke, o di frontoni a gradoni, come a Beersel. Questi
elementi decorativi conferiscono all’edificio una sagoma pittoresca e caratteristica.
La scultura rinascimentale in Belgio si esprime per la prima volta nel pontile della collegiata di
Ste-Waudru a Mons, opera dell’artista cittadino Jacques Du Brœucq (circa 1500-1584), di cui
restano solo qualche bassorilievo e statue in alabastro. Nonostante le rappresentazioni
iconografiche ancora tradizionali, l’artista arriva a sviluppare uno stile personale. Cornelis
Floris de Vriendt, architetto del palazzo comunale della città di Anversa, è anche il
realizzatore del magnifico tabernacolo di Léau. Le opere di Jérôme Duquesnoy il Vecchio
(circa 1570-1641), noto per la statua del Manneken Pis, ricordano quelle di Cornelis Floris,
come in particolare il tabernacolo di Alost. Scultore di Carlo V, Jean Mone (morto verso il
1548), originario di Metz (Francia), è autore di monumenti funerari (Enghien, Hoogstraten) e
di polittici (Hal) nel più puro stile italiano.
All’inizio del secolo XVII, la basilica di Montaigu, sormontata da una cupola e realizzata da
Cobergher su richiesta degli arciduchi, segna l’apparizione dello stile barocco in Belgio. Molti
edifici religiosi della Compagnia di Gesù, come St-Charles-Borromée ad Anversa, St-Loup a
Namur, St-Michel a Lovanio, si ispirano poi alla chiesa del Gesù, edificata a Roma nel secolo
precedente.
Alla fine del secolo, diverse chiese abbaziali dei premostrati (Grimbergen, Averbode, Ninove)
adottano lo stile barocco. Sono edifici grandiosi il cui piano cruciforme a trifogli si prolunga in
Formazione interculturale – Esu di Venezia –Belgio
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un coro particolarmente lungo, riservato ai monaci. Tali chiese sono a volta sormontate da una
cupola, come a Grimbergen.
Merita di essere segnalato qualche edificio civile, come il beffroi di Mons.
Il più bell’insieme urbano riconducibile allo stile barocco è la Grand-Place di Bruxelles.
Riedificata dopo il bombardamento del 1695, testimonia una sbrigliata fantasia decorativa,
pur restando fedele ad un certo spirito rinascimentale ancora visibile nell’ordine degli stili
dorico, ionico e corinzio, che ritma le facciate, e nelle balaustre di alcuni frontoni.
Nella regione della Mosa, le case del XVII sec., molto caratteristiche ma senza alcuna
fantasia, sono riconoscibili dai muri in mattoni inframmezzati da strisce di pietra chiara fra
cui si aprono alte finestre a crociera, come il museo Curtius a Liegi.
Molte chiese dell’epoca hanno interni ornati da sculture di Artus Quellin il Vecchio (16091668) di Anversa, molto influenzato da Rubens, o di suo cugino Artus Quellin il Giovane
(1625-1697). A Luc Fayd’herbe (1617-1697) di Mechelen-Malines, allievo di Rubens, si devono
colossali statue addossate alle colonne delle navate e polittici. François Duquesnoy (15971643), figlio di Jérôme, lavora soprattutto a Roma ed è noto soprattutto per i suoi putti in
marmo, terracotta o avorio. Lo scultore sarebbe inoltre l’autore, come suo fratello Jérôme
Duquesnoy il Giovane (1602-1654), di innumerevoli crocifissi d’avorio, tutti di uguale finezza
ed eleganza (castello di Spontin).
A Liegi, Jean Del Cour (1627-1707), che fu collaboratore del Bernini a Roma, scolpisce
eleganti effigi di madonne e santi.
Infine, Henri-François Verbruggen (1655-1724) di Anversa eccelle nella lavorazione del
legno: i suoi confessionali di Grimbergen, preceduti da personaggi a grandezza naturale,
mostrano un movimento e un vigore notevoli. La sua opera è stata molto imitata.
Nella cattedrale dei Santi Michel e Gudule di Bruxelles, Verbruggen crea anche il prototipo
dei pulpiti chiamati in Belgio pulpiti della verità, che raffigurano Adamo ed Eva scacciati dal
paradiso terrestre.
Come il XV sec., il XVII sec. è un’epoca d’oro della pittura, in cui Anversa occupa il posto di
principale centro artistico. Pieter Paul Rubens (1577-1640), artista universale, il cui
esuberante stile barocco esprime una grande sensualità e gioia di vivere, riesce a conciliare il
realismo fiammingo e l’armonia italiana. L’artista dipinge molte opere religiose, ma si dedica
anche all’arte del paesaggio e del ritratto. Antoon Van Dyck (1599-1641), che vive in
Inghilterra dal 1632, è senza dubbio l’allievo e il collaboratore di Rubens di maggiore talento.
Questo autore dalla tecnica straordinaria e dallo stile raffinato dipinge opere spesso
melanconiche, ma anche quadri religiosi ed eleganti ritratti.
Altro allievo ed assistente di Rubens, Jacob Jordaens (1593-1678) predilige le scene popolari
truculente e colorate.
Fra gli altri artisti contemporanei citiamo Frans Snijders (1579-1657), pittore di animali che
si specializza anche nelle nature morte, e il suo allievo Paul de Vos (1591-1678 circa), il cui
fratello Cornelis de Vos (vers 1584-1651) si rivela ritrattista eccezionale. Jan Bruegel è noto
per le sue composizioni floreali e per i suoi paesaggi. Suo genero, David Teniers il Giovane
(1610-1690) rende popolare il genere rustico. Jan Siberechts (1627-1703) è un paesaggista
importante mentre Daniel Seghers (1590-1661) dipinge fiori.
Il XVIII sec. si attarda un po’ sui dipinti religiosi di Pieter Jozef Verhaghen (1728-1811),
continuatore di Pieter Paul Rubens
Sebbene il barocco sussista negli edifici religiosi, alla fine del secolo, sotto la dominazione di
Carlo di Lorena (1744-1780), assistiamo alla diffusione del neoclassico. La place Royale di
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Bruxelles viene disegnata in questo stile dagli architetti francesi Guimard e Barré. Sebbene il
barocco sussista negli edifici religiosi, alla fine del secolo, sotto la dominazione di Carlo di
Lorena (1744-1780), assistiamo alla diffusione del neoclassico. La place Royale di Bruxelles
viene disegnata in questo stile dagli architetti francesi Guimard e Barré.
All’inizio del XIX sec., lo stile neoclassico trionfa a Bruxelles (teatro reale della Monnaie,
Hospice Pacheco), a Gand (Grand Théâtre, Palazzo di Giustizia, Università) e ad Anversa
(Teatro Bourla). Il principale rappresentante del Neoclassicismo in pittura è il ritrattista
François-Joseph Navez (1787-1869), allievo del Francese Jacques-Louis David, in esilio a
Bruxelles. Il romanticismo fa la sua apparizione nel 1830 con Gustaaf Wappers (1803-1874),
Nicaise de Keyser (1813-1887) e Antoine Wiertz (1806-1865). Quest’ultimo, pittore dallo
stile visionario, è considerato un precursore del simbolismo e del surrealismo in Belgio.
Nel 1868, la Società libera di Belle Arti di Bruxelles riunisce i pittori realisti Félicien Rops
(1833-1898), che realizerà in seguito opere di carattere erotico, Alfred Stevens (1823-1906)
un ritrattista di talento, e gli artisti ispirati dal mondo operaio Charles de Groux (1867-1930)
e Constantin Meunier (1831-1905).
Ad eccezione di Émile Claus (1849-1924) che dipinge la tranquilla vita di campagna e di Théo
Van Rysselberghe (1862-1926) che adotta la tecnica puntinista di Seurat, i pittori della fine
del XIX sec. ignorano le nuove correnti e in particolare l’impressionismo.. Le opere di William
Degouve de Nuncques (1867-1935), Xavier Mellery (1845-1921) e Fernand Khnopff (18581921), pittore di enigmatiche donne sfingi o meduse, si richiamano al simbolismo.
Ancora intrise d’impressionismo e di simbolismo, le tele del giovane Ensor (1860-1949)
mostrano grande talento ed originalità. Le maschere e gli scheletri che animano le sue opere
tardive preannunciano il surrealismo.
Alla fine del secolo si affermano il gusto per il pastiche e gli stili “neo”, il cui più bell’esempio
è il palazzo di Giustizia di Bruxelles in stile grecoromano, progettato da Poelaert (1817-1879).
Altri esempi del genere sono l’abbazia neogotica di Maredsous (1872, J.B. Béthune), le
Gallerie St-Hubert a Bruxelles in stile neorinascimentale (1846, J.P. Cluysenaar) e la chiesa in
stile neobizantino di Ste-Marie di Schaarbeek (1845, L. Van Overstraeten). Gli eclettici non si
accontentano di un solo stile ma combinano elementi provenienti da diverse epoche e
tendenze. La stazione centrale di Anversa (1895-1905, L. De la Censerie) e il quartiere
Zurenborg, con la Cogels-Osylei a Berchem, nei pressi di Anversa, sono gli esempi più notevoli
del genere.
Tuttavia, dal 1890, alcuni architetti in rivolta contro lo sterile plagio del passato cercano di
rinnovare forme e materiali.
Guillaume Geefs (1805-1883), rappresentante del neoclassicismo, è l’autore della statua di
Leopoldo I, situata sulla sommità della colonna del Congresso a Bruxelles. Dal 1830, il
Romanticismo e il gusto per Quattrocento italiano si esprimono nelle sculture di Charles
Fraikin (1817-1893) e di Julien Dillens (1849-1904). Quest’ultimo partecipa con Rodin, in
esilio, alla decorazione della Borsa di Bruxelles. Constantin Meunier (1831-1905), all’inizio
pittore, si rivolge dal 1885 verso la scultura: attento ai fenomeni della nuova era industriale,
si dedica alla rappresentazione dell’uomo al lavoro, del minatore in pieno sforzo.
Verso il 1900, la pittura belga ritrova nuovo slancio grazie al gruppo di Laethem-St-Martin,
dal nome di un paesino nei pressi di Gand. Gli artisti più importanti della prima generazione di
Laethem sono il paesaggista Valerius de Saedeleer (1867-1941) che dipinge secondo la
maniera di Bruegel, lo scultore Georges Minne. Fra il 1905 e il 1910, Laethem accoglie una
seconda generazione di artisti, questa volta espressionisti. Il capofila Constant Permeke
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(1886-1952) raffigura paesaggi e personaggi caratterizzati da una forza tranquilla che, come
le sue sculture, esprimono un lirismo un po’ primitivo.
Nel Brabante, il fauvisme assume un’importanza simile a quella dell’espressionismo nelle
Fiandre.
Tra fine ‘800 e primi del ‘900 esplode in Belgio il fenomeno dell’Art nouveau,
Corrente artistica tipica della Belle Époque, l’Art nouveau gode ancora oggi di una fama
internazionale. Un successo dovuto alle audaci forme floreali e all’elegante decorazione in
ferro battuto o piuttosto al colpo d’occhio a cui non sfugge alcun dettaglio e alla raffinata
capacità esecutiva? Una cosa è certa, chiunque visiti la casa di Victor Horta a Bruxelles non
può restare insensibile a tanta armonia e bellezza. L’Art nouveau, movimento artistico
internazionale del periodo 1893-1914, nasce in maniera convergente in vari paesi europei, dove
assume nomi diversi. Per primo nasce il movimento franco-belga, caratterizzato da linee
organiche ed asimmetriche, ispirata alla natura.
Alla fine del XIX sec., all’apogeo dei vari stili “neo” e dell’eclettismo, alcuni giovani architetti
in rivolta contro lo sterile omaggio al passato cercano di rinnovare forme e materiali, creando
un nuovo stile. La prima casa in stile Art nouveau, palazzo Tassel (1893), è opera
dell’architetto di Gand Victor Horta (1861-1947). Nello stesso anno, Paul Hankar (18591901), appartenente alla tendenza più geometrica dell’Art nouveau, costruisce la propria casa
a St-Gilles (Bruxelles). Due anni più tardi, Henry Van de Velde (1863-1957) fa edificare villa
Bloemenwerf, a Uccle (Bruxelles), in uno stile che ricorda i cottage inglesi.
L’Art nouveau in Belgio non ha nulla di un normale stile artistico. I suoi ispiratori sono giovani
intellettuali, liberi pensatori d’avanguardia, spesso vicini ai movimenti socialisti. Proprio questi
ultimi affidano all’architetto Horta, nel 1896, la costruzione della celebre Casa del Popolo di
Bruxelles, demolita purtroppo negli anni ’60 nonostante un coro di proteste internazionali. Fra
i clienti di Horta figurano personaggi progressisti della vita economica, politica e sociale, come
l’industriale Solvay o i proprietari dei grandi magazzini Waucquez.
Bruxelles è la grande capitale dell’Art nouveau. Nel periodo 1893-1914, la città si arricchisce
di 500 facciate di valore eccezionale, un numero superiore a qualsiasi altra città del mondo. La
maggior parte di queste case si trova nella periferia della capitale belga. Fra gli edifici di
Victor Horta ancora esistenti citiamo la sua casa, attuale sede del Museo Horta (1898-1901)
a Saint-Gilles, i Grandi magazzini Waucquez (1903-1906) che accolgono oggi il Centre belge
de la Bande Dessinée, e palazzo Van Eetvelde (1895-1898). Altri importanti edifici in stile
Art nouveau a Bruxelles sono: Old England (1899) di Paul Saintenoy, che accoglie attualmente
il museo degli Strumenti Musicali, la Casa del pittore de St-Cyr (1900) di Gustave Strauven,
notevole per la stretta facciata e per la sua esuberanza, Casa Cauchie (1905), abitazione di
Paul Cauchie, con la sua facciata manifesto, e palazzo Hannon (1901) di Jules Brunfaut.
Segnaliamo inoltre l’interno di Casa Cohn-Donnay (1904, oggi sede del caffè-ristorante “De
Ultieme Hallucinatie”) di Paul Hamesse.
Il celebre Palazzo Stoclet (1905-1911), progettato dall’austriaco Josef Hoffmann e dai
“Wiener Werkstätte” per la famiglia Stoclet, annuncia la fine dell’Art nouveau e l’inizio del
modernismo.
La città di Anversa è ugualmente celebre per le sue magnifiche case Art nouveau, in
particolare nel quartiere di Zurenborg. Le dimore in stile Art nouveau di questo quartiere
straordinariamente ben conservato sono opera di Jos Bascourt, Jules Hofman e Frans SmetVerhas. A quest’ultimo si deve anche l’edificio Les Cinq Continents (1901). La casa del popolo
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liberale Help U zelve (1881) di Van Averbeke e Van Asperen merita di essere ugualmente
citata.
A Gand, gli esponenti del nuovo stile sono gli architetti Geo Henderick e Achiel Van HoeckeDessel, mentre a Liegi le personalità più importanti sono Paul Jaspar e Gustave SerrurierBovy (quest’ultimo soprattutto nel campo dell’ebanisteria e delle arti decorative).
Palazzo Stoclet (1906-1911, Josef Hoffmann) ha un’enorme influenza sull’evoluzione
dell’architettura, sia in Belgio che all’estero. Facciate bianche, tetti piatti e volumi geometrici
annunciano già l’architettura moderna e trovano seguaci ovunque. La Prima Guerra mondiale
frena tuttavia questo sviluppo, poiché in generale si preferisce dare la precedenza alla
ricostruzione delle città devastate negli stili storici, nel tentativo di ricollegarsi alle
tradizioni e alle certezze dell’anteguerra. Ma l’evoluzione prosegue. Fra i movimenti
architettonici sviluppatisi in Belgio fra le due guerre ci limiteremo a citare i due stili
principali: l’Art déco e il modernismo.
L’Art déco (il termine deriva dalla “Esposizione internazionale delle arti decorative e
industriali moderne” organizzata a Parigi nel 1925) è un movimento che si colloca fra il
modernismo e l’architettura tradizionale. Le rigorose forme cubiche sono ancora ornate da
elementi tradizionali: colonne senza capitelli, fregi e soffitti a cassettoni. I pavimenti musivi,
le piastrelle colorate che rivestono i pavimenti e gli elementi in argento, acciaio ed ottone
sono molto utilizzati. Come per l’Art nouveau, la costruzione e gli interni formano un insieme
armonioso, nel rispetto del principio della “Gesamtkunstwerk”. Qualche esempio di edificio in
stile Art déco a Bruxelles sono la Basilica di Koekelberg (1920-1970, Albert Van Huffel), il
municipio di Forest (1925-1936, J.B. Dewin), l’Istituto Nazionale di Radiodiffusione in place
Flagey (1933-1939, Joseph Diongre) e il Palazzo delle Belle Arti (1919-1928), una delle ultime
opere di Horta. Antoine Pompe e Jef Huygh sono altri rappresentanti importanti di questa
corrente.
Come era avvenuto per l’acciaio e la ghisa, usati nel XIX sec. per creare nuove costruzioni, i
modernisti utilizzano in maniera massiccia il cemento armato e le vetrate. Le linee astratte, la
sobrietà delle decorazioni e i volumi semplici e puri sono tipici del movimento modernista.
Forme e tecniche sono nuove. La scarsezza di alloggi del dopoguerra mette gli architetti a
confronto con una nuova sfida: costruire rapidamente case popolari a costi contenuti. Nascono
così le città giardino degli anni ’20: “Floréal” e “Le Logis” a Watermael-Boisfort realizzate
dagli architetti Jean J. Eggerickx e Louis Van der Swaelmen, “Klein Rusland” a Zelzate e
“Kapelleveld” a Woluwé-St-Lambert opera di Huib Hoste e la “Cité moderne” a Berchem-St.Agathe di Victor Bourgeois. Altri rappresentanti importanti del modernismo sono Henry Van
de Velde (Biblioteca universitaria di Gand, 1932-1935), Eduard Van Steenbergen (Ateneo
reale di Deurne, 1936), Louis Herman De Koninck, Gaston Eysselinck e Marcel Leborgne che
costruiscono abitazioni nello stile di Le Corbusier, e Léon Stynen (Casinò di Ostenda, 1948).
Dopo la Seconda Guerra mondiale, Bruxelles concentra i suoi sforzi nella ricostruzione. Viene
finalmente completato l’asse nord-sud e vengono eretti vari complessi monumentali, come la
nuova sede della Banca nazionale, la Città amministrativa (1958-1984) e il World Trade Center
(1969). Le Mont des Arts ritrova un nuovo aspetto e si comincia la costruzione della Biblioteca
Reale (1949-1964).
In pittura, il surrealismo si afferma con René Magritte (1898-1967) e i suoi universi
fantastici, in cui la tecnica precisa è messa al servizio dell’immaginario. Paul Delvaux (18971994) dipinge donne nude che vagano in scenografie teatrali.
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L’arte astratta ha in Belgio i suoi rappresentanti e teorici con Joseph Peeters (1895-1960) e
Victor Servranckx (1897-1965), le cui opere geometriche ricordano Fernand Léger.
Dopo la Seconda Guerra mondiale, nel luglio 1945, nasce un nuovo movimento di arte astratta
con la creazione della Giovane Pittura Belga che riunisce Gaston Bertrand, Louis van Lint,
Anne Bonnet, Antoine Mortier e Marc Mendelson. Nel 1948, il gruppo COBRA (Copenhague,
Bruxelles, Amsterdam) viene fondato dal belga Christian Dotremont. Il danese Asger Jorn,
l’olandese Karel Appel e il belga Pierre Alechinsky (1927) ne sono i principali rappresentanti.
COBRA vuole essere un modo di essere, una forma d’arte aperta a tutte le esperienze.
Dal 1960, i pittori belgi seguono le grandi correnti internazionali senza perdere la loro
identità. L’opera di Roger Raveel (1921) è caratterizzata da figure astratte dai colori vivaci.
Con Raoul De Keyser (1930), Raveel è considerato uno dei capofila del movimento “Nuova
Visione”, vicino al nuovo realismo.
In scultura, il periodo impressionista è illustrato soprattutto da Rik Wouters (1882-1916) che
lascia libero sfogo alla sua spontaneità in realizzazioni molto vivaci, come La Vierge folle.
George Minne (1866-1941) getta le basi dell’espressionismo, che ha come principali
rappresentanti Oscar Jespers (1887-1970) e Joseph Cantré (1890-1957). Georges Grard
(1901-1984) celebra l’immagine sensuale del corpo femminile. Negli anni ’20, l’arte astratta fa
già un’apparizione nelle opere di Victor Servranckx. Fra i pionieri del dopoguerra citiamo
Maurice Carlier e Félix Roulin (nato nel 1931) che martella nel rame un mondo molto
personale, inserendo nei bassorilievi frammenti di corpo umano (mani, bocche, gambe, ecc.).
Jacques Moeschal (nato nel 1913), architetto e scultore, punteggia autostrade e spazi urbani
di sue opere in acciaio o cemento. Vic Gentils (1919-1997) realizza assemblaggi con materiale
di recupero. Pol Bury (nato nel 1922), erede dei surrealisti e vicino al gruppo COBRA, si
dedica dagli anni ’50 alla realizzazione di sculture in cui il movimento è sempre presente.
Simboli della modernità, i grattacieli degli anni ’50 servono soprattutto come case popolari
(complessi di abitazioni, quartiere del Kiel, Anversa). L’architettura moderna degli anni ‘60-‘70
conta fra i suoi rappresentanti più importanti Renaat Braem (dal forte impegno sociale),
Roger Bastin (Museo di Arte moderna di Bruxelles, 1973), Jacques Dupuis, Claude Strebelle
e Charles Vandenhove (Campus universitario del Sart Tilman, nei pressi di Liegi, 1960), André
Jacqmain (Università Cattolica di Lovanio a Louvain-la-Neuve, 1972) e Lucien Kroll (La Mémé o
Maison Médicale sui terreni dell’U.C.L. – Università Cattolica di Lovanio – a Woluwe-St.Lambert, 1975). Bob Van Reeth (Café Zuiderterras ad Anversa, 1987), Bruno Albert (École
des Hautes Études Commerciales a Liegi, 1994), Jo Crepain, Willem-Jan Neutelings
(Caserma Hollain a Gand, 1993-1998), Xaveer De Geyter, Christian Kieckens, Stéphane Beel
(Museo Roger Raveel a Machelen-aan-de-Leie, 1999), Paul Robbrecht e Hilde Daem
(Concertgebouw a Bruges, 2002) rappresentano la giovane generazione di architetti.
In pittura, fra gli artisti belgi di prestigio internazionale figura Marcel Broodthaers (19241976), la cui arte concettuale espressa in assemblaggi di cozze ed uova si fa beffe dei valori
egemoni. Ritroviamo la stessa ironia nelle realizzazioni di Jacques Charlier (1939). Il rapporto
fra l’individuo e l’universo è al centro dell’opera di Thierry de Cordier (1954). Jan Fabre
(1958) è noto soprattutto per i disegni a penna blu, gli assemblaggi e le produzioni
drammatiche, mentre Lili Dujourie (1941) e Marie-Jo Lafontaine (1950) si esprimono
attraverso i video. Meritano inoltre di essere citati i poetici pastelli di Jean-Michel Folon
(1934). Nella scultura infine va menzionato Panamarenko (nato ad Anversa nel 1940), il quale
analizza il rapporto fra arte e scienza moderna. I suoi “aerei” ed aeronavi sono al tempo
stesso giocosi e poetici.
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Musica.
Anversa e Bruxelles già nel Quattrocento divennero importanti centri musicali, fiorenti nello
sviluppo della musica polifonica e di quella contrappuntistica, insegnate dall'Accademia di
Musica. In questo periodo si misero in evidenza vari artisti, tra i quali Joaquim Déspres.
Nei secoli successivi in terra belga si perfezionò la composizione sacra e il mottetto per
doppio coro ideato da Henri Dumont nel Seicento.
Adolphe Sax è noto per aver inventato il sassofono nel 1841.
Nel Novecento i compositori belgi hanno sviluppato esperienze nella musica dodecafonica, in
quella elettronica e nella musica leggera.
Jacques Brel è il più noto cantautore belga. Nel jazz, Django Reinhardt e Toots Thielemans
sono nomi che hanno contribuito alla fama del genere in terra belga. Salvatore Adamo di
origine italiana è uno dei più popolari cantanti belgi di varietà.
Nel commerciale/alternativo si ricordano alcuni importanti artisti, su tutti gli Hooverphonic
autori di alcuni album di fama internazionale e originari della provincia Anversa. Il loro leader,
Alex Callier, è inoltre un importante compositore e produttore a livello mondiale. Sono belgi e
hanno raggiunto una certa fama internazionale anche i dEUS, gli Ancient Rites, gli Ocean of
Sadness, i SoulWax e i K's Choice.
http://viaggi.viamichelin.it/web/Cultura/Bewlgio_Lussemburgo/Arte_e_architettura
Michelin, Belgio e Lussemburgo. La Guida verde, Milano: Michelin Italia, 2008
Touring Club Italiano, Belgio, Lussemburgo, Milano, 2010 “Guide verdi d’Europa e del Mondo”.
Il Belgio oggi
Il Belgio è una monarchia parlamentare costituzionale, densamente abitato, che sintetizza
bene la complessità culturale e linguistica dell’Unione Europea, di cui è membro. La sua
capitale, Bruxelles, è la sede infatti della Commissione Europea (e anche del quartier
generale della NATO, l’Alleanza militare tra i paesi occidentali). Ha tre lingue ufficiali: il
neerlandese (olandese), il francese e il tedesco. Oggi, il Belgio è uno stato federale fondato su
base territoriale in 3 Regioni (Regione di Bruxelles Capitale, Regione delle Fiandre e Regione
della Vallonia) o, su base linguistica, su 3 Comunità (Comunità di lingua fiamminga, Comunità di
lingua francese, Comunità di lingua tedesca). Le competenze in materia culturale, educativa e
formativa sono demandate alle singole regioni.
Economia
Nonostante sia uno dei più piccoli paesi europei, il Belgio ha un’economia industrializzata
molto competitiva. Già nel Medioevo l’attività mercantile e quella dei manufatti tessili
gettarono le basi per la rivoluzione industriale, che trovò nel Belgio uno dei terreni più fertili.
Oggi, la posizione geografica, unita alla presenza di adeguate infrastrutture, conferiscono alla
nazione un ruolo strategico all’interno dell’Unione Europea. La rete di comunicazione belga è
una delle più dense al mondo, facilitando la velocità degli scambi. Il porto di Anversa , il
secondo d’Europa dopo Rotterdam, consente di convogliare ogni anno verso altri paesi europei
decine di milioni di tonnellate dirette in particolare verso Francia, Germania, Olanda, Italia,
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Svizzera. Le esportazioni costituiscono infatti l’82% del reddito nazionale lordo. Anversa è
nota anche per essere un rilevante centro nel mercato delle pietre preziose.
L’economia belga è basata prevalentemente su attività industriali e commerciali. Da questo
settore, il paese deriva ancor oggi circa il 20% del suo PIL. Il settore terziario ne costituisce
invece il 75%. Grande produttore di carbone in passato, il Belgio ha oggi ridotto notevolmente
lo sfruttamento dei suoi giacimenti, cercando di recuperare al contempo aree del Paese
(soprattutto nella regione vallone) un tempo segnate da tale sfruttamento. La produzione di
energia elettrica è quasi interamente di origine nucleare, anche se questo settore è destinato
ad essere smantellato entro il 2015. L’agricoltura non è molto praticata, occupando meno del
3% della popolazione. Tra le coltivazioni prevalgono il frumento, la barbabietola e la patata.
Abbastanza sviluppato l’allevamento soprattutto di suini e bovini. Finanziariamente, il Belgio fa
parte dell’eurozona, e il suo bilancio dello stato presenta un significativo debito pubblico.
Popolazione
Con una popolazione di 10.840.000 abitanti, il “piccolo” Belgio ha una densità di abitanti per
kmq tra le più alte al mondo. Oggi il 95% della popolazione vive nelle aree urbane, soprattutto
a Bruxelles (oltre 1 milione di abitanti, sommando tutte le sue municipalità), Anversa
(483.500 abitanti), Gand (in fiammingo Gent, 243.500), Charleroi (202.500), Liegi (192.500),
seguite da Bruges (Brugge)
e Namur. La causa è da ricercarsi, oltre che
nell’industrializzazione, nei forti flussi migratori, i quali nei decenni hanno fatto confluire
nel paese un numero assai elevato di immigrati in cerca di lavoro (circa 850.000 persone).
Il tasso di natalità è tra i più bassi d’Europa, di contro la media d’età della popolazione è
piuttosto elevata. Le aree di lingua neerlandese risultano maggiormente abitate rispetto a
quelle di lingua francese, ciò anche in conseguenza dell’impatto maggiore avuto dalle due
guerre mondiali in questa parte del paese. Il saldo tra immigrazione ed emigrazione è a
favore del primo, tuttavia esso non incide sensibilmente sul trend nazionale. Tra gli immigrati,
le nazionalità più consistenti sono rappresentate da italiani (170.000 circa), francesi
(130.500), olandesi (124.500) e marocchini (80.000). Gli stranieri residenti in Belgio sono
circa 1 milione, il 9,1% della popolazione.
Lingue
Le lingue ufficiali sono il neerlandese, il francese e il tedesco (parlato in alcune province
confinanti con la Germania). Il concetto di minoranza linguistica non è usato in Belgio.
Tuttavia, i dialetti regionali (vallone, gaumais, picardo) e le lingue degli immigranti (italiano,
arabo, spagnolo, turco e portoghese in particolare) sono parlate da alcuni settori della
popolazione. Il Belgio ha siglato l’accordo quadro sulle minoranze linguistiche nel 2001. Nel
settembre2002 una risoluzione del Consiglio d’Europa ha stabilito che devono considerarsi
minoranze linguistiche a livello di Stato la comunità di lingua tedesca, a livello di regione
vallona i parlanti in fiammingo o tedesco, a livello di regione fiamminga i parlanti in francese
o tedesco. Questa convenzione tuttavia non è stata riconosciuta dalla regione fiamminga. La
lingua d’insegnamento è quindi quella della regione linguistica (olandese per la fiamminga,
francese per la vallona). Per la regione di Bruxelles capitale bilingue (anche se a maggioranza
francofona), scelgono i genitori se desiderano per i figli l’insegnamento in francese o
olandese. In alcune condizioni, alcuni corsi possono svolgersi in una lingua diversa dal
francese. Per alcuni aspetti, anche l’insegnamento delle lingue straniere è regolato per legge.
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Religioni
La Costituzione garantisce la separazione tra stato e chiesa. Sono garantiti la libertà
religiosa, la libertà di culto e delle manifestazioni religiose.
Una percentuale significante della popolazione si definisce cattolica. Ma la maggioranza non è
praticante.
Tutti gli studenti in obbligo scolastico sono soggetti ad un’educazione morale o religiosa. I
costi di questa sono sostenuti dalla Comunità. Di conseguenza ogni allievo può beneficiare di
un’educazione etica civile o di una delle 5 forme religiose riconosciute (cattolica, islamica,
giudaica, ortodossa, protestante).
Struttura del sistema scolastico belga
Il sistema educativo, come abbiamo detto, è organizzato dalle 3 diverse comunità linguistiche
autonome, fiamminga, francese e tedesca. Questa autonomia prevede quindi delle differenze
nel sistema di istruzione delle 3 comunità.
Pur se con denominazioni differenti e con alcune specificità, sostanzialmente i corsi di studio
si articolano nel modo seguente: un primo ciclo (corso base), dopo la scuola dell’infanzia, che
dura dai 6 ai 12 anni, al quale si aggiunge un corso secondario di transizione, ossia di
formazione generale (dai 12 ai 14 anni) più un corso secondario superiore previsto dai 14 ai 18
anni (in parallelo si può seguire un corso di istruzione tecnica o professionale). Dopo questo, si
può proseguire con un corso universitario di 1 livello (3 anni) e poi con un corso universitario
di 2° livello. La formazione superiore non universitaria invece si diversifica a seconda delle 3
diverse comunità linguistiche di appartenenza.
http://eacea.ec.europa.eu/education/eurydice/documents/tools/108_structure_education_s
ystems_it
Società e cultura belghe
Non essendo il Belgio un paese omogeneo o con una identità nazionale, è difficile fornire uno
sguardo generale sul paese, in quanto esso è legato alle specificità di ciascuna delle 3
comunità (fiamminga, francese, germanica). In genere comunque si può dire che la famiglia
riveste un ruolo rilevante in molti aspetti della vita di una persona. Molti individui rimangono
nel contesto del proprio luogo di nascita, e in esso spesso formano la nuova famiglia.
Modi di condotta
Le apparenze rivestono un ruolo importante in Belgio. La pulizia è uno dei pilastri dell’orgoglio
nazionale. Essi tengono molto non solo al loro ambiente domestico, ma pure a quello
circostante del loro giardino. Tengono inoltre molto alle apparenze, sia alle impressioni che
ricevono dalle persone, sia a quelle che pensano di generare negli altri.
Egualitarsimo
Il Belgio è fondamentalmente una società egualitaria. Le discriminazioni tra i sessi come per
nazionalità o religione sono legalmente perseguibili. Le donne mantengono il loro cognome
anche dopo il matrimonio, sono riconosciuti sia peridi di paternità che di maternità per
accudire i figli.
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Relazioni sociali e di lavoro
Per incontrarsi si usa fissare un appuntamento. Generalmente a metà mattina o a metà
pomeriggio. Tutti si aspettano la puntualità. Gli incontri sono formali. Il primo appuntamento a
quasi sempre lo scopo di far conoscenza. I belgi, in genere, anche per questioni di
lavoro,preferiscono aver a che fare con qualcuno che conoscono. L’abito va curato, ma senza
eccessi. Gli uomini vestono preferibilmente di nero, magari anche con pantaloni e maglietta. Le
donne hanno maggiore libertà. Nei rapporti sono tendenzialmente prudenti. Gli aspetti
burocratici nelle questioni di lavoro sono importanti. I belgi hanno dimestichezza con diverse
lingue, spesso anzi, anche per superare le diversità linguistiche locali, si preferisce parlare in
inglese. I belgi, in generale, amano confrontarsi su cose concrete e adottano una logica
serrata, con confronti anche diretti, pur se le discussioni possono durare a lungo prima che
venga presa una decisione.
Gli abitanti del Belgio socializzano di preferenza nelle loro case o al ristorante, anche se la
casa è riservata ai famigliari o agli amici più stretti. Se si riceve un invito scritto, occorre
rispondere per iscritto. Si deve sempre aspettare che il sia il proprio ospite a fare le
presentazioni. Le donne sono servite prima degli uomini. Il pranzo abitualmente è di uso
continentale. A volte negli incontri si offre un toast. I fiamminghi tendono a riempire il
bicchiere dell’ospite due volte, durante e alla fine del toast. E’ bene non lascare nulla sul
piatto quando si ha finito e collocare le posate in parallelo per indicare che si è terminato. I
belgi amano la loro cucina e gradiscono gli apprezzamenti su di essa.
Forse non tutti sanno che alcune delle migliori e più rinomate birre del mondo sono belghe. I
belgi ne vanno fieri.
Doni, incontri
Se siete invitati in una casa belga, è opportuno portare dei fiori (che non siano crisantemi) o
cioccolatini o dolciumi di ottimo cioccolato per l’ospite. Agli anziani è preferibile portare
fiori (sempre in numero dispari, ma mai 13). Vino o liquori si possono portare solo agli amici
intimi. Appena ricevuti i doni vengono aperti in segno di interesse per l’invitato.
http://www.kwintessential.co.uk/resources/global-etiquette/netherlands.html
Siti utili
http://europa.eu/about-eu/countries/index_it.htm
http://eacea.ec.europa.eu/education/eurydice/documents/eurybase/eurybase_full_reports/
DE_EN.pdf sistema educativo
http://www.kwintessential.co.uk/cross-cultural/competence-training.html
info
sulle
competenze interculturali
www.euroguidance.it materiali per vivere l’Europa
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Consigli utili in ambito di comunicazione interculturale:
In questo tipo di meccanismo comunicativo occorre tenere presente determinati elementi:
1. Avere competenze linguistiche non implica necessariamente avere conoscenze
(inter)culturali.
2. verificare tramite il feedback, vale a dire il “messaggio di ritorno” dal destinatario al
mittente, che il messaggio sia giunto a destinazione ed è stato compreso correttamente.
3. Il destinatario, dopo aver codificato il messaggio, deve a sua volta ritrasmetterlo al
mittente dimostrando l’esito positivo della comunicazione.
4. E’ importante evitare espressioni, gerghi, acronimi e metafore tipiche del contesto
culturale d’origine.
5. Accertarsi sempre di aver compreso il senso delle metafore o degli analogismi usati da
persone provenienti da contesti culturalmente differenti.
6. Occorre poi imparare ad interpretare il silenzio – il cui significato cambia da cultura a
cultura-.
7. Osservare attentamente prima di compiere una qualsiasi azione.
8. Nelle relazioni interculturali il mediatore culturale è un ottimo punto di riferimento.
9. Provare a cogliere la logica intrinseca di una cultura differente– il nesso tra apparenza,
caratteristiche comportamentali e valoriali –
10. L’importante è “buttarsi”, accettando eventuali rischi, ma ciò che più conta è fare tesoro
di questa esperienza.
Centre for Intercultural Learning Centro per l’apprendimento interculturale
Canadian Foreign Service Institute Istituto canadese per stranieri
www.intercultures.gc.ca
Fonte: Mobilità in Europa Manuale Ergo-in-net http://www.ergoinnet.net
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