il formatore etico e l`informatore filosofico

annuncio pubblicitario
il formatore etico e l'informatore filosofico
Giuramento di Ippocrate e Dialoghi socratici
E’ questo il titolo di un evento formativo ECM organizzato dall’Ordine dei Medici Chirurghi e
degli Odontoiatri della provincia di Foggia e che nasce dall’incontro culturale interdisciplinare tra
un medico (il “formatore etico”) che individua un tema o meglio un atto etico per eccellenza ,
quale il giuramento professionale medico (derivato dall’antico giuramento di Ippocrate ),e un
consulente filosofico (“l’informatore filosofico”) che propone un metodo di lavoro formativo di
origine altrettanto antica ma ancora attuale (il dialogo socratico). L’incontro tra 2 discipline
antiche ,l’Etica Medica e la Filosofia ,oggi riscoperte nell’ambito delle cosiddette Medical
Humanities, può così essere riattualizzato in chiave moderna nel 3° millennio.
“Il formatore etico”
E’ possibile stimolare i medici sui temi etici della professione a partire dal testo del giuramento
professionale ,premessa etica a valenza altamente simbolica del codice deontologico medico ?
E’ questo il senso dell’iniziativa formativa avviata presso l’Ordine dei Medici Chirurghi e degli
Odontoiatri della provincia di Foggia intitolata “Giuramento di Ippocrate e Dialoghi Socratici”.
L’Evento formativo ,diretto a un gruppo di 20 partecipanti medici e articolato in un ciclo di 4
incontri a frequenza settimanale, ha come filo conduttore il giuramento professionale medico e
come originale strumento metodologico di lavoro di gruppo il dialogo socratico. Lasciando all’
“informatore” filosofico il compito di illustrare lo strumento metodologico dei dialoghi socratici
,tocca al “formatore etico” introdurre il tema del giuramento professionale ,indicato nel titolo del
Corso come Giuramento di Ippocrate per sottolineare un ideale incontro tra il medico Ippocrate
e il filosofo Socrate che furono peraltro coevi nella Grecia del IV secolo a.C.
Ma chi può essere il” formatore etico” ,ideale seguace di Ippocrate ? In senso generale l’Ordine dei Medici che ha organizzato l’evento formativo ECM e la cui
mission principale è proprio la tutela dell’etica e della deontologia della professione medica. Ma
è possibile formare i medici in tema di etica? 1 / 13
il formatore etico e l'informatore filosofico
Il vigente Codice Deontologico prevede che la formazione etica sia addirittura obbligatoria :
art.19 “il medico ha l’obbligo di mantenersi aggiornato in materia tecnico-scientifica ,etico-dento
logica
e
gestionale-organizzativa…”.
Ma l’Etica ,a differenza della Deontologia che è un insieme di norme da rispettare pena
provvedimenti disciplinari , è piuttosto un insieme di valori da condividere ma che non prevede necessariamente delle sanzioni .Quindi l’Etica ,termine che etimologicamente significa costume
,condotta sociale e non a caso viene fatto spesso coincidere con il termine Morale (dal latino
mores = costumi,abitudini sociali), attiene al codice morale personale e non al codice deontologico della categoria professionale.
La formazione etica presuppone quindi una chiara e sincera volontà individuale del medico di
confrontarsi sulle tematica dell’etica a partire proprio dal giuramento professionale , atto etico
per eccellenza che viene chiamato a condividere per entrare nella professione ,atto di origine
antica in quanto l’originale giuramento di Ippocrate risale a 25 secoli fa’. E i principi etici
contenuti nel Giuramento di Ippocrate sono rimasti in buona parte inalterati anche nelle Carte
etiche mediche dei tempi moderni,compresa la Carta Europea dell’Etica Medica approvata l’11
giugno del 2011 dai presidenti del Consiglio Europeo degli Ordini dei Medici nell’isola greca di
Kos ,patria di Ippocrate . Tuttavia esistono differenze tra l’antico Giuramento di Ippocrate e il
moderno Giuramento professionale e la principale riguarda il rapporto medico – paziente .
Ed è su questo aspetto del giuramento che l’evento formativo si soffermerà in maniera
particolare. Il medico delineato nell’antico Giuramento di Ippocrate è un medico dedito al bene
del paziente nel contesto di un rapporto di tipo paternalistico ,basato sul presupposto che la
natura tecnica e spesso complessa dell’atto medico rendesse molto difficile ,e in alcuni casi
impossibile, per un paziente prendere decisioni nel proprio interesse .Di conseguenza era
sottinteso che tutte le decisioni mediche dovessero essere prese dal medico ,e che la necessità
di informare il paziente dei dettagli dovesse limitarsi a quegli aspetti che ne avrebbero garantito
la collaborazione. Invece il medico del moderno giuramento professionale deve rapportarsi con un paziente diventato oramai protagonista attivo e consapevole della propria salute e del
proprio diritto alla salute. Non a caso un passo del moderno giuramento professionale
collegato al vigente Codice Deontologico Medico approvato nel 2006, impone al medico di “Pr
omuovere l’alleanza terapeutica con il paziente fondata sulla fiducia e sulla reciproca
informazione,nel rispetto e condivisione dei principi a cui si ispira l’arte medica”
L’alleanza terapeutica rappresenta dunque lo standard di riferimento del rapporto
medico-paziente che il neo- medico appena laureato e magari già specializzando si appresta a
seguire secondo il codice etico rappresentato dal giuramento professionale.
2 / 13
il formatore etico e l'informatore filosofico
E viene innanzitutto da chiedersi se il neo-medico che ha studiato e ha fatto pratica nella
Facoltà di Medicina e magari continua a studiare e a fare pratica nella scuola di
Specializzazione ,arriva al giuramento preparato a questo modello di rapporto che vede nel
paziente non un semplice organismo da studiare ,ma una persona con cui condividere un
percorso diagnostico e terapeutico.
Questo modello a sua volta presuppone l’integrazione delle Medical Sciences imperanti in
ambito accademico ,con le Medical Humanities ,ancora poco conosciute e praticate e delle
quali l’Etica è una delle discipline più significative.
Al riguardo l’Ordine dei Medici di Foggia ha istituzionalizzato nel suo calendario di attività
scientifiche e culturali la “Giornata delle Medical Humanities” dedicata a tutte quelle discipline
umanistiche e artistiche che concorrono alla Umanizzazione della Medicina.
Ma ritorniamo alla Giornata del Giuramento in cui il giurando ,accompagnato dai suoi famigliari
si presenta nella sua nuova Casa (professionale) ,l’Ordine dei Medici Chirurghi e degli
Odontoiatri , e in un clima di emozione legge il testo del giuramento davanti al Presidente
dell’Ordine ,l’officiante del rito di passaggio del giurando da dottore in Medicina ,cioè studente ,
a medico ,cioè professionista al servizio dei pazienti .
Domanda : il neo-medico che idea e che esperienza personale ha dei valori etici del
giuramento che si impegna a rispettare nella sua vita professionale ?
Sarebbe estremamente interessante, in considerazione del carattere irripetibile di questa
cerimonia , organizzare un incontro con i neo-medici per confrontarsi sui valori etici definiti nel
giuramento professionale.
Ma se questo è il clima , il senso e in un certo senso il limite della lettura del giuramento dei
neo- medici, che significato può avere una ri-lettura del giuramento per il medico con una certa
esperienza professionale che si è già spesso confrontato più o meno consapevolmente con i principi etici del giuramento professionale ?
3 / 13
il formatore etico e l'informatore filosofico
La pratica professionale pone quotidianamente al medico (ospedaliero ,ambulatoriale ,di
medicina generale , di continuità terapeutica ) , problemi tecnici di diagnosi e terapia inseriti in
un contesto di rapporto medico-paziente che a volte può favorire o complicare la risoluzione
dei problemi tecnici . Ecco che la ri-scoperta del valore “etico”, prima ancora che psicologico,
della relazione medico-paziente può rappresentare la bussola del corretto agire professionale
con pazienti ,famigliari e colleghi .
Ma ,come è già stato rilevato ,poiché l’etica attiene alla sfera individuale dei valori, nei Convegni
basati sulla tradizionale lezione frontale in cui il relatore dà risposte pre-definite ai partecipanti
,si può fare essenzialmente “informazione” , mentre la “formazione”presuppone un confronto
nell’ambito di piccoli gruppi in cui ogni singolo partecipante viene stimolato dal conduttore a
porsi domande sulla propria idea ed esperienza professionale in tema di Etica. Con queste premesse e con queste finalità il gruppo di 20 partecipanti medici ammesso a
ciascuna edizione del Corso , si accinge a mettersi in gioco su un tema (il giuramento
professionale medico) fissato dal “formatore etico” , seguace di Ippocrate , utilizzando delle
regole di gioco (il dialogo socratico) fissate dall’ “informatore filosofico”, seguace di Socrate.
E questa originale esperienza formativa può diventare un prezioso momento di riflessione e di
discussione per la comunità medica della Capitanata in occasione delle prossime giornate
mediche daune,programmate per il 4-5-e 6 ottobre 2012 ,che avranno come tema “L’etica nella
professione ,nella formazione e nella ricerca” . Angelo Graziano ,vice Presidente Ordine dei Medici Foggia
4 / 13
il formatore etico e l'informatore filosofico
“L’informatore filosofico”
Cari medici,
immaginate che un giorno, dopo un turno di lavoro faticoso e anche un po’ routinario, entri nel
vostro studio un informatore. Non il solito, quello scientifico, venuto a propinarvi l’ultima risposta
chimica al dolore, ma un informatore che dalla valigetta tiri fuori “strumenti filosofici” e vi
sottoponga, non risposte e soluzioni, ma interrogativi.
La reazione istintiva sarebbe quella di dissuaderlo dal farvi perdere tempo. Ma se, superando la
comprensibile resistenza, gli offriste l’occasione per sorprendervi e smentire una volta per tutte
il consunto adagio secondo cui la filosofia è un lusso da perdigiorno, vi dareste con tale
apertura la preziosa opportunità di riossigenare la vostra consolidata idea di ‘essere un medico’.
Le idee, i concetti, i pensieri sono la materia prima di cui è fatta la nostra visione della vita,
professionale e non. I nostri pensieri determinano il nostro agire e le nostre scelte. In altri
termini, noi siamo ciò che pensiamo.
Accade talvolta che anche le nostre idee si ammalino ed occorra prendersene cura. Ci sono
cattive posture logiche che se non corrette possono generare inquietudini, disagi, errori,
relazioni tossiche.
Ci sono momenti nella vita in cui bisogna far chiarezza fra le idee che si affollano nella mente
per poter prendere una decisione. Stabilire una gerarchia di priorità, una scala di valori da
5 / 13
il formatore etico e l'informatore filosofico
prendere a riferimento, aiuta ad agire con accresciuta consapevolezza e senso di
responsabilità. Immaginate ora che quell’informatore insolito vi proponga di inforcare gli occhiali della filosofia
per reimparare a guardare il malato, lasciando per un attimo fuori della porta gli organi.
Provereste di sicuro, pentendovi della fiducia accordatagli, un senso di disorientamento.
Perfetto! State sperimentando concretamente cosa sia filosofare: osservare le cose da un’altra
prospettiva, a testa in giù. Filosofare è dunque un “divenire chiari a se stessi”, un modo diverso di approcciarsi alla vita
professionale e alle sue problematiche, uno spostare lo sguardo, mettere a fuoco ciò che
risulta sbiadito. Fermarsi a pensare su ciò che si è e quel che si fa.
Ora, filosoficamente, sottoporrò alla vostra riflessione critica alcune considerazioni che auspico
possano essere una proficua occasione di confronto per la comunità scientifica di Capitanata.
Il medico, esercitando la professione, parte da precisi quadri nosografici e utilizza una logica
tecnico-operativa, per elaborare una efficace terapia che faccia approdare a sicura guarigione il
paziente. Facendolo, accade spesso che smetta di interrogarsi. Come intrappolato nella cultura
terapeutica, con il suo linguaggio sacrale, sembra non abbia più tempo per domande che
indaghino i fondamentali del “fare medicina” piuttosto che assumerli come indiscutibile
premessa.
Dominato dall’ideologia dell’emergenza e del risultato, il medico pensa a cosa curare “in fretta”
e non si interroga abbastanza sul come. Quel che manca al medico, abituato a dare risposte e prescrivere farmaci, è saper “sostare
nella domanda”, assorbito com’è da una tecnica che nel dare soluzioni sempre pronte ha finito
per sacrificare la relazione.
6 / 13
il formatore etico e l'informatore filosofico
Ogni giorno, il fare medicina comporta innumerevoli implicazioni etiche e deontologiche.
Eppure, la dimensione etica viene lasciata amministrare da una non ben definita coscienza
individuale
,
come fosse un giudice infallibile. Anzi, le si riconosce persino la possibilità di essere invocata
per defilarsi da situazioni professionali eticamente impegnative (mi riferisco all’esercizio
dell’obiezione di coscienza). Sarebbe opportuno invece che la Capitanata si dotasse di un
Comitato Etico Multidisciplinare: una sorta di pronto soccorso cui rivolgersi in caso di “incidente
etico”. Si eviterebbe così di lasciar solo il medico nel farsi carico di decisioni dalle complesse
ricadute etiche ed esistenziali.
Inoltre, un prezioso contributo alla formazione etica e deontologica potrebbe essere offerto ai
neolaureati che facciano il loro ingresso nell’Ordine dei Medici. Stimo lodevole ed originale l’iniziativa, promossa dal Presidente dr. Salvatore Onorati, di aprire da un po’ di anni alla
cittadinanza il rituale del giuramento, coronandolo con festeggiamenti ma propongo di renderlo
ancora più solenne impreziosendolo con una giornata di formazione dedicata all’indagine critica
delle premesse etico-dentologiche della professione medica.
E’ diffusa la convinzione che il supporto di un assistente spirituale possa farsi carico (spesso a
posteriori) di tutte le declinazioni etiche della professione medica. Dal mio punto di vista,
equivale ad attribuirsi un improbabile supplemento d’anima con salvacondotto. Per non parlare
poi della necessità di garantire il medesimo supporto anche ai medici non credenti o di credo
non cattolico.
Ogni medico quotidianamente deve fare i conti con decisioni e scelte che riguardano la vita
degli altri, deve armonizzare il proprio orizzonte valoriale con le indicazioni deontologiche, con
la filosofia di vita del paziente, o con le indicazioni e la mission dell’azienda per cui lavora. Ogni
giorno il medico viene interpellato, sollecitato a riflettere, a prendere posizione, provocato.
Tutte queste sono questioni esistenziali, filosofiche, che chiamano in causa il medico e il suo
universo valoriale. E non è ammissibile delegare simili dilemmi a terzi o all’arbitrio della
coscienza personale. Come è detto nel giuramento “Il medico deve agire secondo scienza e coscienza”.
7 / 13
il formatore etico e l'informatore filosofico
Ma cos’è la coscienza?
Ecco una bella domanda che dovrebbe essere oggetto di riflessione critica da parte di ciascun
medico. Se anche fosse un solido baluardo, la coscienza si ritroverebbe ogni giorno a fare delle
scelte nelle zone di confine, all’ombra del dubbio, nella solitudine di un ambulatorio, nel silenzio
delle notti, nelle nebbie dell’incertezza. E’ necessario attrezzarsi nei giorni di quiete per quando
verrà la tempesta. Addestrarsi a gestire le crisi, muoversi nella complessità, condividere con
altri soluzioni possibili, aprirsi ad un pensare altro, rivisitare il già pensato e l’abitudinario.
In uno scenario di tale complessità, chiedo, la mera padronanza della tecnica può esaurire le
competenze che oggi vengono richieste al medico?
Gli aggiornamenti, garantiti dall’Educazione Continua in Medicina, hanno quasi sempre la
struttura di convegno o conferenza, dove con lezioni frontali e (ab)uso di slides, si trasferiscono
in maniera passiva le informazioni ai presenti.
Ritengo che la formula ECM possa essere arricchita rendendola pro-attiva ad esempio
inserendo nella programmazione dell’offerta formativa alcune sessioni di filosofia pratica che
consentano ai partecipanti di essere parte attiva nell’indagine critica dei principi etici e
deontologici della medicina, rivisitando e arricchendo il codice esistente;
Ma seguitiamo nell’indagine critica…
L’utilitarismo imperante e le pressanti - nonché legittime - richieste di contenimento della spesa
nella sanità, chiedono di rinunciare ciecamente a tutto ciò che non è produttivo, utile.
8 / 13
il formatore etico e l'informatore filosofico
Chiedo: fare “filosoficamente” prevenzione, educando i pazienti a vivere la malattia come una
dimensione imprescindibile della condizione umana e a considerare alcuni disagi non
necessariamente da medicalizzare o psicologizzare - scegliere un sano stile di vita - fare un
uso responsabile dei farmaci - sottoporsi a controlli periodici: non è tutto ciò un lungimirante
modo di gestire le risorse sanitarie ed evitare gli sprechi?
Forse quel che manca è un ‘nuovo approccio’ ai problemi della professione medica. La filosofia
pratica, in tal senso, intende mettere a disposizione il proprio contributo con alcune pratiche
filosofiche per farne “best practice”, quali ad esempio il dialogo socratico per i team (max 15
persone), la consulenza individuale, la community of inquiry per gruppi più numerosi. L’obiettivo
è offrire ai medici gli strumenti concreti per agire la propria professione con maggiore
consapevolezza e gestire le implicazioni etiche e deontologiche con rinnovato senso di
responsabilità. Quei medesimi strumenti, in futuro, potranno essere messi a disposizione del
paziente, trasformando proficuamente la relazione e la comunicazione.
Provo adesso, da filosofo, a sottoporvi alcune questioni perché meglio si comprenda
l’importanza di ragionare, insieme e criticamente, sui concetti chiave che connotano il nostro
modo di pensare, con inevitabili ricadute sull’agire professionale che ne risulterà così
trasformato.
Porsi interrogativi obbliga a ripensare il proprio modo di essere medico. La domanda causa
sempre dei cortocircuiti e, se ben posta, consente di capire dove s’annida il problema. Farlo
interagendo con altri colleghi ha inoltre l’indubbio vantaggio di ampliare in maniera
considerevole la possibilità di arricchimento reciproco.
1)Cos’è la malattia? Se lo chiedessi a ciascuno di voi otterrei mille definizioni diverse. Eppure
è la dimensione in cui agite tutti, ogni giorno. In Asia dopo una malattia si diventa sciamani,
saggi. In Occidente? Parliamone. La malattia è sempre una rottura biografica, una questione
esistenziale perché impone una forma di vita, stravolge l’esistenza quotidiana e la possibilità di
fare progetti. La malattia impone di riordinare la gerarchia delle priorità, ridisegna lo scenario del
possibile e del desiderabile. La malattia modifica il senso delle cose. Ciò premesso, non
meriterebbe uno scenario così complesso di essere rivisitato con maggiore consapevolezza?
9 / 13
il formatore etico e l'informatore filosofico
2)Che cos’è il dolore? Il dolore, un universo ancora da esplorare, nel momento in cui viene
percepito è già interpretato: tra normalità e malattia vi è un’area di indeterminatezza. Il medico
diagnosticando un individuo malato esprime un giudizio che va oltre il suo stato fisico e che gli
assegna una posizione nella società. Lo stesso paziente nel descrivere la sua malattia attinge
ad un registro linguistico che rivela l’appartenenza sociale-culturale, il suo immaginario. Il
dolore, dunque, è un errore della mente, come sosteneva Eschilo, o qualcosa di imprescindibile
che ci rivela l’esistenza, come sosteneva Cioran? Suggestioni affascinanti da cui si potrebbe partire per un viaggio nei meandri della medicina.
3)Che differenza c’è fra il dolore percepito dal paziente e quello compreso dal medico?
L’ascolto, la comunicazione, la relazione (molto spesso dati in monopolio alla sensibilità
individuale) quanta attenzione ricevono nella formazione dei medici?
4)Quanta consapevolezza c’è in ciascun medico delle influenze culturali che agiscono
sulla interpretazione dei sintomi, sulla loro esteriorizzazione, e sulle diagnosi? Una
volta, come si riscontra in Ippocrate, l’epilessia veniva chiamata “Il male sacro”. Oggi nessuno
scomoderebbe dio per chiarire l’origine di questa malattia.
5)Cos’è l’alleanza terapeutica e in che modo si declina? Quanti medici, ad esempio,
comunicando una terapia al paziente usano il NOI? Dire “Ora, dobbiamo farci un ciclo di
chemio” non equivale a dire “adesso, devi farti un po’ di chemio”. Rivisitare il linguaggio e
migliorare le modalità di comunicazione fra medici, e nella relazione medico-paziente, sono
obiettivi che andrebbero considerati di prioritaria importanza.
La filosofia si occupa da oltre due millenni di pensieri, di linguaggio, di chiarificazione
concettuale, di etica: sarebbe opportuno interpellarla.
Il padre della medicina Ippocrate sosteneva che “Un medico che si fa filosofo diventa pari a un
dio
”. A dire il vero, oggi si soffre fin troppo di
delirio di onnipotenza per assumere alla lettera questo suggerimento. Piuttosto, la medicina
dovrebbe umanizzarsi recuperando la dimensione della fragilità del vivere, e prendendosi cura
dell’uomo nella sua finitudine.
10 / 13
il formatore etico e l'informatore filosofico
La medicina ha un solo obiettivo: scoprire la malattia e curarla. La filosofia invece cerca di
capire che cosa, del progetto vita di una persona, rimanendo inespresso, possa ancora
generare salute e quindi ben-essere. Soltanto metticciando questi due approcci si potrà
guadagnare una terapeutica della persona, e non della malattia.
Da un simile nuovo rapporto medico-paziente deriverebbe, io credo, persino un decremento
delle richieste di risarcimento, quando l’errore (umano) dovesse sopraggiungere.
Una proposta di immediata applicazione.
Perché la pratica filosofica non sia equiparata al solito filosofeggiare, questa volta c’è la
concreta possibilità per i medici del nostro territorio di confrontarsi, in gruppo, guidati da un
consulente filosofico, sulle questioni etiche e deontologiche della professione.
Come?
Aderendo al progetto formativo ECM , promosso dall’Ordine dei Medici di Foggia, intitolato “Giuramento di Ippocrate e Dialoghi Socratici” ,che prenderà il via nel mese di marzo. Si tratta di
una innovativa esperienza formativa ,articolata in un ciclo di 4 incontri a frequenza settimanale ,
in cui l’etica e la deontologia medica (prendendo lo spunto dal moderno giuramento del medico
) verranno discussi da un numero ristretto di partecipanti (massimo 15) nel contesto dello
strumento del dialogo socratico, in cui il Consulente filosofico più che dare risposte pone domande ai partecipanti .
11 / 13
il formatore etico e l'informatore filosofico
E’ ora di mettersi in gioco: il futuro è ciò che scegliamo di diventare.
Buona filosofia a tutti.
dr. Stefano Gramazio - Consulente filosofico
Indicazioni bibliografiche
C. Iandolo Introduzione all’Etica clinica (Edizioni Luigi Pozzi)
G. Corbellini , P.Donghi ,A. Massarenti : Biblioetica ,Dizionario per l’uso (Einaudi)
K. Jaspers Il medico nell’età della tecnica (Raffaello Cortina Editore)
P. Dordoni Il dialogo socratico (Apogeo)
U. Galimberti La casa di psiche. Dalla psicoanalisi alla pratica filosofica (Feltrinelli)
AAVV Tra il dire e il fare. Saggi e testimonianze sulla consulenza filosofica (Mimesis)
12 / 13
il formatore etico e l'informatore filosofico
M. Sautet Socrate al caffè (Ponte alle Grazie)
P.A. Rovatti La filosofia può curare? (Raffaello Cortina Editore)
13 / 13
Scarica