1 DAI GRAFFITI AL GRAFFITISMO Il graffito è un`incisione eseguita

DAI GRAFFITI AL GRAFFITISMO
Il graffito è un'incisione eseguita in modo da lasciare una traccia distinguibile. Gli uomini primitivi
incidevano sulle pareti delle caverne motivi magici o religiosi. Gli Etruschi utilizzavano questa tecnica per
decorare le suppellettili. Nel Rinascimento ornavano così le facciate dei palazzi. Oggi chiamiamo graffiti
nuove forme di pittura murale, nate nelle periferie delle aree metropolitane.
Graffiti preistorici
Nel Paleolitico l'uomo sente l'esigenza di esprimere con il disegno o il graffito la propria concezione magica
dell'esistenza. Non sapendo spiegare i fenomeni naturali, li raffigura dando loro un carattere propiziatorio e
un aspetto realistico, talvolta sfruttando le sporgenze naturali della roccia per rafforzare il volume. Al
Neolitico risalgono molti graffiti spesso colorati.
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Graffiti tomba etrusca (graffiti templari)
Un misterioso rito a sfondo sessuale, suggellato da un giuramento. A svelare l'ultimo segreto dei Templari
sono i graffiti incisi in un sepolcro etrusco di Tarquinia. Scritture e simboli medievali in una tomba etrusca di
Tarquinia.
La tomba è stata reimpiegata nel XIII° secolo dai Templari per farne un luogo “sacro”, tempio per riti di
iniziazione esclusivi dei cavalieri, che prevedevano anche atti a sfondo sessuale.
L’Ordine dei Templari scelse questa tomba probabilmente per la decorazione a scacchiera in bianco e rosso
ovvero i tipici colori della divisa dei Cavalieri Templari. Poi perché questa tomba ha una planimetria
perfettamente cruciforme, che riproduce la forma di una croce greca, appunto simbolo dei templari.
Tomba etrusca dei Templari a Tarquinia - Graffiti, croci e riti sessuali
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Graffiti rinascimentali
La tecnica dell'incisione a graffito, già testimoniata dalle incisioni rupestri preistoriche, in cui i disegni
graffiti erano poi riempiti di colore, fu largamente impiegata dai Greci e dagli Etruschi per decorare oggetti
di bronzo o vasi dipinti. Usato sui vasi corinzi e attici per disegnare i particolari interni delle figure nere
(capelli, vesti ricamate, armature, ecc.). Splendidi risultati ottennero gli artigiani etruschi nella decorazione
di specchi e ciste di bronzo. In età romana il graffito fu usato soprattutto per tracciare sull'intonaco fresco
schizzi preparatori di pitture parietali.
La tecnica del graffito continuò a essere usata anche in epoca medievale, soprattutto applicata alla
ceramica. Il graffito fu molto usato anche per decorare facciate di edifici secondo un procedimento, simile a
quello usato per la ceramica e assai diffuso nel Rinascimento, consistente nello stendere su un muro
coperto di uno strato di intonaco scuro un secondo strato di intonaco bianco e nel graffire quest'ultimo
secondo un dato disegno in modo da esporre il sottostante strato bruno. In seguito (sec. XVI° e XVII°) si usò
sovrapporre vari strati d'intonaco di diverso colore ottenendo, secondo la profondità dell'incisione, il segno
del colore desiderato e gradevoli effetti di chiaroscuro.
Nel Rinascimento venivano decorati con la tecnica del graffito, insieme all'affresco colorato oppure a
chiaroscuro, le facciate e i cortili dei palazzi, come è ancora visibile in numerosi esempi rimasti nel centro
storico di Roma.
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Writing o Graffitismo
Nel tempo il graffito ha perso la sua connotazione di iscrizione o figurazione graffiata o incisa, finendo per
identificarsi con una pittura parietale eseguita in contesti pubblici per lo più a scopi propagandistici o
politici. Per la tendenza artistica sviluppatasi negli Stati Uniti durante gli anni Settanta del sec. XX° (writing o
graffitismo).
Graffiti di Keith Haring (Philadelphia 1987)
Street Art o Arte di strada/Arte urbana
Graffiti sotto i portici via Zamboni (Bologna)
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