Accordo di programma tra la Provincia di Cremona, i Comuni di Cremona, Crema e Casalmaggiore e l'Ufficio Scolastico Territoriale XIII Cremona per la realizzazione di interventi di supporto all'inserimento di alunni non italofoni nel sistema di istruzione e formazione ITALSTUDIO: LA RISCRITTURA FUNZIONALE DEI TESTI NELLA CLASSE MULTILINGUE Documentazione del Corso di formazione per docenti organizzato dal Comune di Casalmaggiore presso l’I.I.S.”Romani” dal 27 novembre al 18 dicembre 2012. a cura di Sara Pisani con la collaborazione di Massimiliano Cimino Greta Viani Nell’ambito dell’Accordo di programma tra la Provincia di Cremona, Crema e Casalmaggiore e l’Ufficio Scolastico Territoriale XIII Cremona per la realizzazione di interventi di supporto all’inserimento di alunni non italofoni nel sistema di istruzione e formazione, il Comune di Casalmaggiore ha organizzato, nei mesi di novembre e dicembre 2012, due corsi di formazione indirizzati a docenti alfabetizzatori per migranti, a docenti di CAD multilingue, a referenti intercultura o funzione strumentale intercultura inseriti nella scuola pubblica di ogni ordine e grado. La formazione è stata suddivisa in due corsi, ciascuno della durata di quattro incontri frontali da due ore ciascuno e supportati da altrettante ore di preparazione e di accompagnamento dei docenti nel corso dei mesi seguenti. Obiettivo del primo corso, indirizzato a docenti non ancora formati sul tema e intitolato Approccio alla didattica della lingua italiana a persone non italofone, è stato acquisire una serie di strumenti generali finalizzati all’insegnamento della lingua italiana a migranti di varia origine linguistica Il secondo corso, intitolato Italstudio: la riscrittura funzionale dei testi nella classe multilingue, ha avuto come obiettivo tracciare le prime linee guida nella semplificazione dei manuali di studio per agevolare nei docenti la didattica della lingua dello studio a studenti non italofoni e rendere contemporaneamente autonomi nello studio gli studenti stessi. Le difficoltà nel rendimento scolastico, i ritardi e spesso i fallimenti di una parte di giovani non italofoni frequentanti gli istituti secondari del territorio italiano, hanno indotto il Comune di Casalmaggiore a scegliere questo tipo di proposta formativa, i cui destinatari sono stati sia i docenti di classe sia gli studenti stessi con cui i docenti hanno subito sperimentato i metodi appresi. I docenti sono stati stimolati a ripensare la propria metodologia didattica, per favorire maggior apprendimento da parte degli studenti e per costruire un nuovo rapporto di fiducia e di reciprocità tra docente-studente; gli studenti, invece, vivendo questo nuovo approccio allo studio, sono stati portati a ripensare alla loro motivazione allo studio, alla loro partecipazione ai corsi, all’intensificarsi dello studio autonomo attraverso percorsi facilitati e, dove necessario, attraverso testi semplificati. Docenti e studenti hanno così appreso che l’avvicinamento all’italiano lingua dello studio, possibile solo dal livello di competenza A2 (meglio ancora livello soglia B1) del Framework Europeo, può diventare altresì un momento formativo relativo alla L2 della prima comunicazione, divenendo occasione di sviluppare il lessico delle parole alte oltre che del vocabolario di base. Questo li ha resi consapevoli che l’uso di un micro linguaggio corretto (Imparare l’italiano. Imparare in italiano1) permette di comprendere meglio un testo scritto ed un messaggio orale -ad esempio la spiegazione dell’insegnante- e di produrre un testo scritto quale riassunto o commento. Spesso, infatti, le difficoltà dello studente vengono riscontrate dai docenti solo in sede di verifica, quando – dopo ore di spiegazione alle quali lo studente ha partecipato senza segnalare particolari problemi di comprensione- si raggiunge, con l’interrogazione orale o ancora di più con la verifica scritta, la consapevolezza della mancata comprensione del contenuto espresso dal docente e dal manuale e ancor più la mancata capacità di espressione. Da questo percorso è nata la volontà da parte di alcuni docenti di creare materiale semplificato per i propri gruppi classe, con lo scopo di rendere pubblico il lavoro intrapreso e di condividerlo in rete con chi ne potrà avere bisogno. Si tratta di due docenti dell’I.I.S. G. Romani di Casalmaggiore, la prof.ssa Viani e il prof. Cimino, rispettivamente docente di Lettere e di sostegno abilitato all’insegnamento di Chimica e Biologia, i quali, a seguito del 1 Favaro, G. (1999) (a cura di) Imparare l’italiano. Imparare in italiano, Milano, Guerini Ed. corso Italstudio, hanno prodotto, con il monitoraggio del docente formatore, le tre unità formative che qui presentiamo. Importante rilevare che entrambe le unità siano state implementate direttamente con la classe e abbiano pertanto prodotto delle modifiche e delle migliorie strada facendo. I docenti, pertanto, dopo avere partecipato al corso relativo alle tecniche di semplificazione di un manuale di studio e dopo aver appreso le strategie fondamentali per l’accompagnamento facilitato alla comprensione di testi dalla lingua alta (o micro lingua), si sono adoperati per sperimentare sul campo quanto appreso ed hanno potuto verificare che spesso ciò che viene attribuito a personali difficoltà dello studente e pertanto punito con voti insufficienti, è dovuto piuttosto alla carenza linguistica in L2. Hanno convenuto peraltro che per nessun motivo questa deve diventare fattore discriminatorio ed è pertanto doveroso, per l'istituzione scolastica, fornire strumenti adeguati per far fronte a necessità linguistiche degli studenti non italofoni. In conclusione, ritengo di poter affermare che la partecipazione attiva al corso e la richiesta pervenuta in più occasioni da parte dei docenti di essere accompagnati e seguiti nell’arco dell’anno scolastico nel loro operare in classi multilingue, siano segnali importanti che la direzione intrapresa sia quella corretta. Ringraziando i docenti per la loro importante collaborazione all’insegna della crescita delle competenze in campo di didattica della lingua italiana a non italofoni, segnalo la ricchezza dei rapporti intrapresi e la necessità sempre certa di proseguire in questo percorso. Sara Pisani Coordinatrice progetti di Alfabetizzazione per il Comune di Casalmaggiore INDICE Sara Pisani ITALStudio: la riscrittura funzionale dei testi nella classe plurilingue Teoria della semplificazione dei testi di studio La lingua dei testi scolastici. Caratteristiche del manuale di studio Procedure di riscrittura e didattizzazione dei testi dalla teoria alla sperimentazione Greta Viani Unità formativa in Storia - Le origini della Grecia antica Massimiliano Cimino Unità formativa in Chimica – La nomenclatura chimica Unità formativa in Biologia – Le macromolecole biologiche Unità formativa in Biologia – La cellula ITALStudio: la riscrittura funzionale dei testi nella classe plurilingue Corso avanzato in didattica di italiano L2 Destinatari e beneficiari del corso Docenti che operano in CAD (classi ad abilità differenziate) multilingue Studenti coinvolti in programmi CLIL (Content and Language Integrated Learning ) Studenti italofoni e non italofoni iscritti nelle scuole italiane dell’obbligo di ogni ordine e grado e negli enti professionali Studenti non italofoni in L1 Bambini, ragazzi e adulti monolingue in L1 L1 è riconosciuta dal paese d’accoglienza L1 può avere usi frequenti o rari (famiglie miste) L1 era affiancata ad un altro codice linguistico in patria Bambini e ragazzi nati in Italia (seconda generazione) Studenti non italofoni in possesso di un livello di competenza L2 pari a A2 / B1 del QCEU Obiettivi del corso Acquisire tecniche di riscrittura e didattizzazione del testo scolastico Rendere la comprensione del testo funzionale all’apprendimento linguistico Riscrittura funzionale di un testo Testo 1. fulcro generatore delle attività presenti in una unità didattica 2. stimolo al raggiungimento delle competenze comunicativa e linguistica 1. Testo e UD L’UD (o Unità di Acquisizione) è una rete di Unità di Apprendimento (G.A.S.) E’ preceduta da una fase introduttiva motivante e seguita da una fase conclusiva di riflessione e verifica Ha per fulcro l’analisi ’analisi e la comprensione di un testo finalizzati all’apprendimento/acquisizione apprendimento/acquisizione linguistica Apprendimento e acquisizione Apprendimento – – – Avviene in maniera strutturata e guidata Avviene dal livello linguistico A1 Avviene dopo la fase di acquisizione Acquisizione – – – Avviene per immersione nella L2 È un processo naturale È direttamente proporzionale all’interazione con i nativi Fasi di acquisizione L2 Input testuale – – Notato Compreso Intake (memoria a breve termine): fase di sperimentazione Integrazione (memoria a lungo termine): fase di esercitazione Output (uso delle strutture apprese): l’attenzione dell’apprendente passa dalla forma ai contenuti e poi si fa produzione spontanea Input testuale Ha tre funzioni – – – Sviluppare interazione e comunicazione tra pari Modello di usi linguistico-comunicativi Fonte di problemi che attivino l’apprendimento (i + 1) E’ fulcro generatore delle attività di una UD – – – – Contestualizzazione Attività comunicative Riflessione metalinguistica Esercitazioni 2. Testo e competenze La comprensione di un testo sviluppa • • • Abilità linguistiche semplici ed integrate Competenza comunicativa Competenza linguistica Abilità linguistiche ricettiva Orale: ascolto produttiva Scritta: lettura Orale: parlato Scritta: scrittura Competenza comunicativa Saper fare con la lingua Saper fare lingua (competenza pragmatica) (c. sociolinguistica) Abilità linguistiche integrate Funzioni - atti registri linguistici Sapere la lingua (c. linguistica) Sapere la lingua non verbale Le grammatiche Fonologia Ortografia Morfosintassi Lessico Competenza linguistica ITAL2 Le parole basse Le parole per dire Le parole della prima comunicazione ITALSTUDIO Le parole alte Le parole per studiare Microlinguaggio materie scolastiche Competenza linguistica Codice linguistico differente da quello materno (L1) Lingua dell’ambiente quotidiano e degli scambi sociali extra familiari (parole basse BICS) Lingua dello studio (parole alte - CALP) BICS e CALP Cummins (1979) http://www.iteachilearn.com/cummins/bicscalp.html BICS Basic Interpersonal Communication Skills (capacità comunicative interpersonali di base) CALP Cognitive Academic Language Proficiency (abilità cognitive della lingua accademica) Cosa significa BICS Italiano della prima comunicazione È lingua orale È lingua dell’hic et nunc Permette di comprendere gli input del docente Permette di comunicare a docente e compagni i propri bisogni Rappresenta la fase di maggiore ansia per il docente che non sempre sa interpretare i silenzi dell’alunno Funzioni coinvolte in BICS Salutare Presentarsi Capire gli input e chiedere Denominare cose, colori, persone, parti del corpo Esprimere stati e bisogni Aprire un dialogo Inserirsi in una conversazione Cosa fa l’insegnante in BICS Insegna le strutture linguistiche ed il lessico che servono ad orientarsi nel vivere quotidiano Usa parole chiave Usa glossari settoriali (anche bilingue) Usa immagini, foto, schemi, tabelle Fornisce rassicurazioni, per es. facendo lavorare in piccoli gruppi Rispetta il silenzio d’attesa Non corregge gli errori di interferenza Il silenzio di attesa È il silenzio della prima fase di inserimento e la sua durata dipende da: carattere della persona modelli culturali distanza tra L1 e L2 quantità/qualità di scambi comunicativi in L1 (bilinguismo bilinguismo) Bilinguismo Esistono varie forme di bilinguismo Mantenere L1 produce maggiore apprendimento di L2 Più della metà del mondo è bi-plurilingue Bilinguismo isolato Di chi impara L2 da solo aggiuntivo Di chi impara L2 mantenendo L1 sottrattivo Di chi impara L2 a scapito di L1 semilinguismo L’interlingua Quando il discente cerca di produrre un insieme di enunciati nella lingua bersaglio, essi risultano diversi dall'ipotetico insieme corrispondente che sarebbe stato prodotto da un parlante nativo della lingua bersaglio stessa. Questa differenza significa che è in gioco un sistema linguistico diverso (Interlanguage). Selinker 1972 Interlingua è un continuum tra L1 e L2 un sistema di regole fluido e dinamico in evoluzione un sistema ricco di errori di interferenza L’errore di interferenza Ipotesi che l’apprendente fa sulla L2 Fatto regolare e coerente Segue un ordine naturale di apprendimento A volte persiste per sempre per una fossilizzazione dell’interlingua Cosa fa lo studente in BICS Lo studente usa espressioni di saluto che gli permettono di entrare o uscire da un gruppo: ciao, come stai? (funzione fàtica) parole e formule che esprimono bisogni, sentimenti, opinioni: mi piace/non mi piace (funzione espressiva) modi di dire gergali, informali, richieste di pareri e permessi: posso? va bene? espressioni indipendenti da L1 e L2 Cosa significa CALP Italiano della lingua astratta Compete l’abilità di comprensione e di produzione di un testo scritto Per accertarne il livello nell’apprendente si utilizzano i test di ingresso (A2-B1) Il suo livello di acquisizione dipende da diversi fattori Alunno non ancora scolarizzato nel Paese d’origine Alunno scolarizzato con alfabeto neolatino Alunno scolarizzato con alfabeto non neolatino Alunno in situazione di analfabetismo o semianalfabetismo in L1 CALP - italiano come lingua dello studio È lingua della costruzione dei saperi Implica l’abilità di decodificare, riformulare, creare ipotesi e sintetizzare informazioni fornite in L2 (lingua astratta) Questa abilità dipende dalla conoscenza di strutture sintattiche e morfologiche di L2 Tempi di acquisizione Piano nazionale L2 FASI OBIETTIVI DURATA TEMPI ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------Iniziale comunicazione 3-4 mesi 8-10 ore settimanali A1-A2 interpersonale di base ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------“Ponte” -comunicazione fino a tutto il circa 6 ore settimanali A2-B1 di base primo anno -italiano per lo studio ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------Facilitazione Linguistica B1-B2 -comunicazione efficace secondo anno iniziative di aiuto allo studio -apprendimento curricolare in orario scolastico ed extrascolastico ..quindi.. Per apprendere BICS – – partendo da LP / A1 circa 2 anni Per apprendere CALP – – – partendo da livello A2 / B1 (livello soglia) dai 5 ai 7 anni compito del docente: introdurre l’alunno alla CALP attraverso azioni di semplificazione e facilitazione del testo Da G. Pallotti Studiare nella L2: il problema della comprensione 5-7 anni 2 anni Capacità di interagire verbalmente in attività contestualizzate parlanti nativi parlanti non nativi Abilità linguistiche per le attività a bassa contestualizzazione (accademiche) parlanti nativi parlanti non nativi Parlanti nativi e non nativi Le difficoltà affrontate sono le stesse per studenti italofoni e non. Esse sono dovute alle caratteristiche della CALP: Diversità dalla lingua delle ordinarie interazioni La lingua accademica è una lingua colta La lingua colta è considerata un prerequisito Nodi grammaticali problematici Organizzazione concettuale e testuale Nodi grammaticali CALP Uso corretto di – – – Gerundio Passivo Impersonali Gestione degli elementi di coesione del testo – – – Pronomi Nessi relativi Connettivi Organizzazione concettuale e testuale Difficoltà a gestire il rapporto tra i diversi elementi del periodo e del testo – – – – – Individuare, isolare e classificare le informazioni Individuare e interpretare gli elementi di collegamento tra i concetti Estrapolare la struttura concettuale Comprendere il significato di parole nuove dal contesto Formulare ipotesi sul testo Alcuni suggerimenti per i docenti 1. 2. 3. Proporre testi brevi (max 100 parole) Soffermarsi su immagini e parole chiave Usare lo stesso contenuto per sviluppare diverse funzioni linguistiche Ad es. il tema del viaggio può far apprendere: lessico di base strutture linguistiche (tempi verbali passati e preposizioni) concetti (direzione, spazio, moto) linguaggio tecnico (continente, direzione, confine, punti cardinali) 4. Semplificare un testo: tradurre le informazioni date in senso logico e cronologico scrivere frasi brevi (max 25 parole) e testi non superiori alle 100 parole usare frasi coordinate usare verbi alla forma attiva usare un titolo e le immagini come supporto 5. 6. Usare testi semplificati o facilitati Creare testi ex novo È utile Considerare che ogni alunno ha il suo grado di scolarizzazione precedentemente acquisita Considerare che ogni alunno impara l’italiano studiando in italiano Considerare che l’attività di lettura-scrittura aumenta la capacità di astrarre, generalizzare, sintetizzare Sapere agire in una CAD (proporre didattica alternativa) Individuare situazioni di comunicazione reale (i materiali autentici sono nel vivere quotidiano) Favorire l’interazione e gli scambi comunicativi (lessico, modi di dire, proverbi, espressioni gergali) Ricordare che nella fase iniziale di apprendimento L2 è accompagnata da silenzio di attesa ed interlingua Saper riconoscere il livello linguistico dell’apprendente non italofono Stilare un elenco di obiettivi linguistici definiti di volta in volta in rapporto alla categoria dei destinatari Calare questo lavoro nella sequenza didattica del contesto scolastico Cosa fa lo studente in CALP Semplifica il testo di studio Comprende il testo Si appropria dei concetti Riformula il testo usando L2 decontestualizzata Teoria della semplificazione dei testi di studio Dare cose uguali persone disuguali è somma ingiustizia http://www.donlorenzomilani.it Movimento cooperazione educativa (MCE) http://www.mce-fimem.it/home.html 1951 Maestro Mario Lodi Alfabetizzazione culturale e sociale basata su cooperazione Educazione popolare rispettosa delle differenze Gruppo di intervento e studio nel campo dell’educazione linguistica (GISCEL) http://www.giscel.org/ http://www.eulogos.net/ActionPagina_1021.do#IndiceGULPEASE http://www.dueparole.it/default_.asp 1975 Prof. Tullio De Mauro Dieci tesi per l’educazione linguistica democratica La comprensione del testo.. … prevede Interventi creativi Inferenze e ipotesi fatti in base alle informazioni di cui il lettore è già in possesso … risulta essere quindi un’operazione attiva e circolare Comprensibilità vs leggibilità Comprensibilità = caratteristica qualitativa Valutabile in relazione al sistema di conoscenze, esperienze, capacità del lettore Data da organizzazione del testo Leggibilità = caratteristica quantitativa Valutabile grazie a formule matematiche secondo criteri oggettivi Data da lessico e sintassi Criteri di leggibilità di un testo Stati uniti – anni ’20 – Formula di Flash – – Lunghezza delle parole misurate in sillabe Lunghezza delle frasi misurate in parole Italia – anni ’80 - Vocabolario di base - Indice di Gulpease VdB di Tullio De Mauro 7.000 vocaboli della lingua italiana Compresi e usati da chi possiede la licenza media inferiore Distinti in – – – Parole fondamentali (ca 2000) Parole di alto uso (ca 3000- meno usate delle PF) Parole di alta disponibilità (ca 2000 – le più usate dagli italiani ma poco nei testi scritti) Indice di Gulpease Calcolo della leggibilità dato da – – – Lunghezza delle parole Lunghezza delle frasi Collocazione delle parole rispetto al VdB Scrittura controllata – – Che si rapporta alle capacità di lettura dell’utente Attenta ai piani dell’organizzazione concettuale e testuale Buona organizzazione del testo Ossatura concettuale ben pianificata – Chiara sequenza dei punti e dei sottopunti Organizzazione testuale efficace – – Suddivisione dei paragrafi Esplicitazione dei connettivi che li uniscono Condivisione degli scopi del testo Semplificazione e facilitazione Differenza e complementarietà Destinatari della semplificazione Livello di semplificazione Finalità della semplificazione Perplessità Differenza e complementarietà Facilitazione è iperonimo di semplificazione Semplificare un testo è uno dei tanti modi di facilitarne la comprensione Sono gradi diversi di intervento sul testo – – Testi semplificati entro livello B1 Apprendimento di tecniche facilitatrici dal B1 Anche la semplificazione usa tecniche facilitatrici Semplificazione Destinatari Bambini/ragazzi con deficit linguistico momentaneo Livello In fase transitoria alto / molto alto Diminuisce in relazione alle competenze linguistiche acquisite Finalità Sviluppo delle competenze linguistiche per permettere l’accesso successivo a testi più complessi Testo Strumento di apprendimento linguistico Veicolo dei contenuti Più aumenta il livello linguistico più l’approccio al testo è verso i contenuti Perplessità Meglio semplificare un testo o insegnare allo studente tecniche di facilitazione? 1. Dopo i primi stadi di apprendimento i testi troppo semplificati (o ad alto indice di leggibilità) rischiano di fossilizzare nello studente un livello linguistico basso? 2. Semplificazione = banalizzazione dei contenuti? 3. Semplificazione = proporre documenti non reali/non autentici? 4. Semplificazione = sottolineare il ritardo di alcuni alunni con l’effetto di diminuire l’autostima ed aumentare la marginalizzazione? 5. Semplificazione = metodo CLIL ? 1. La progressività La lingua dei testi semplificati è una fase transitoria e strumentale ad una competenza più avanzata facilitazione graduale crescita del livello di difficoltà semplificazione testo autentico 2. È possibile una semplificazione non banale? Stadi iniziali (livelli inferiori al soglia) – – Semplificazione testo = s. contenuti Perché i contenuti sono pretesto per apprendimento linguistico del Lessico Grammatiche Testualità 3. È possibile una semplificazione autentica? Testi di studio = costruiti a fini didattici Testi che riproducono situazioni comunicative reali (realia) – – – – Articoli Brani di narrativa Trasmissioni radiofoniche Registrazione dialoghi spontanei Il manuale di studio è un realia? No, è già di per sé una riscrittura semplificata e funzionale all’apprendimento.. .. che varia la sua complessità in base al destinatario Autenticità ? Che cosa deve essere autentico? Il testo o il linguaggio ? La semplificazione riguarda soprattutto gli aspetti linguistici, morfologici, sintattici Caratteristiche di un testo semplificato Lessico Uso del VdB No figurativi No nominalizzazioni Sintassi – – – – – – – – – Frasi brevi (massimo 20 - 25 parole) Soggetto-Verbo-Complemento Verbi ai modi finiti e alla forma attiva Soggetti esplicitati, no forme impersonali Frasi coordinate o subordinate semplici (es. finali, causali, temporali) Assenza dei pronomi Uso del passato prossimo al posto del passato remoto Uso del presente storico Uso dell’indicativo al posto del congiuntivo Coerenza/Coesione – – – – Mantenere un tasso elevato di ridondanza (più nomi pieni che pronomi, poche ellissi, ripetere le stesse forme piuttosto che cercare sinonimi) Esplicitare i passaggi tra argomenti Segnalare mediante l'a capo il passaggio tra diversi argomenti Organizzare i contenuti in modo da favorire la loro elaborazione cognitiva Ma… Un testo semplificato può contenere elementi di novità per il lettore perché Competenza ricettiva è maggiore di c. produttiva Non è necessario capire tutto di un testo – – Lessico e struttura concettuale subito Morfologia anche a posteriori Data un’organizzazione testuale paratattica Conosciuti o esplicati i segnali testuali connettivi Gli elementi morfologici possono mancare senza negare la comprensione globale del testo Di conseguenza in fase di semplificazione è utile Intervenire sul lessico e sull’organizzazione testuale Non intervenire eccessivamente su sintassi e morfologia 4. A chi è destinato un testo semplificato ? A studenti non italofoni (A2): strumento di apprendimento dell’IT in fase transitoria A studenti italofoni o non italofoni (da B1): fase di pre o post lettura A tutti perché utile per acquisire abilità di analisi e manipolazione del testo Analisi del testo Individuazione dei nuclei concettuali Stesura della scaletta delle informazioni Ricerca di scelte lessicali e sintattiche più funzionali Sintesi dei contenuti tramite riassunti Fissazione dei contenuti Riscrittura del testo Rende lo studente più autonomo Abitua lo studente a una vera rielaborazione e appropriazione del testo Chiede allo studente di integrare le info mancanti nel testo originario Aumenta le competenze metalinguistiche dello studente Come aumentare le competenze metalinguistiche Fornire input comprensibile e motivante (i + 1 Krashen) Esplicitare gli elementi linguistici nuovi Riscrittura funzionale del testo Il processo di RF del testo prevede La stesura di un testo semplificato tarato sulle abilità linguistiche dei destinatari ma al tempo stesso è più di un TS, perché oltre che semplice è difficile al punto giusto (i + 1) 5. Semplificazione vs CLIL (Content and Language integrated Learning) Il CLIL riguarda solo sillabo non linguistico Gli OL non sono proposti gradualmente I materiali sono autentici e non manipolati Le attività sono centrate sui contenuti e sulle loro relazioni (mappe concettuali/tabelle/sintesi..) Le attività linguistiche riguardano spt il lessico della microlingua Quindi... … la metodologia CLIL è vicina alla facilitazione lontana dalla creazione di un sillabo linguistico che guida la proposta graduata di testi semplificati Semplificazione: modalità di attuazione I livello Ragazzi stranieri livello LP e A1 Vedi Piano Nazionale L2 In classe solo per determinate lezioni Lingua dello studio no Solo attenzione al lessico e ai concetti base della disciplina II livello Ragazzi stranieri livello A2 Laboratorio linguistico separato Testi semplificati per apprendimento strutture grammaticali e lessico I testi introducono i contenuti scolastici Utilizzo di mappe concettuali e schede iconografiche III livello Ragazzi stranieri livello B1 Riscritture funzionali Uso di testi didattizzati a fini linguistici IV livello Ragazzi stranieri e italiani livello B2 Testi originari affiancati da materiale di supporto – – – – – Testi semplificati Mappe concettuali Scaletta informazioni Riassunti Glossari V livello Ragazzi stranieri e italiani livello C1 – C2 Coinvolti in laboratori di riscrittura per affiancare il docente Sviluppo di competenze metalinguistiche La lingua dei testi scolastici Caratteristiche del manuale di studio Tipologia dei testi – Descrittivo Geografia/scienze/tecnologia – Narrativo Storia – Regolativo Matematica/tecnica/scienze – Argomentativo Storia/letteratura – Espositivo il più comune Caratteristiche del testo espositivo Ha per fine la comprensione Espone i concetti secondo una struttura logica (mappe concettuali) Usa con attenzione – – connettivi titoli Usa sintassi piana e termini del linguaggio comune Minore densità informativa di un testo argomentativo Buon testo espositivo Ha ottima padronanza dell’argomento trattato Ripone attenzione al destinatario – Tiene presente nella stesura le preconoscenze del lettore Vincolo interpretativo Testi poco vincolanti – Poesie Testi molto vincolanti – Testi scientifici Manuali scolastici = medio vincolo non sono testi autentici ma già semplificati Testo scolastico è.. …un testo espositivo … … di argomento tecnico o scientifico … … rivolto a soggetti non ancora formati linguisticamente e cognitivamente ha il dovere di fornire le informazioni con chiarezza Duplicità del suo obiettivo 1. Trasmettere contenuti adeguandosi al livello linguistico e cognitivo 2. Formare i destinatari (sviluppo delle competenze) Lingua del testo scolastico Linguaggio divulgativo Linguaggio tecnico Linguaggio colto Linguaggio divulgativo dei testi di studio Tecniche linguistiche, testuali, grafiche, iconografiche Tecniche linguistiche Rivolgersi direttamente al lettore con il tu o il noi inclusivo Lessico: termini colloquiali o di uso comune Tecniche testuali Nozioni distribuite in blocchi informativi coerenti e non troppo lunghi I titoli descrivono l’argomento di ogni paragrafo I connettivi sono esplicitati Si può usare la domanda didattica Procedure tecniche diffuse nei testi scolastici Accumulo successivo di informazioni, che vanno di volta in volta spiegate Uso di paragoni ed esempi Ridondanza informativa – – – Ripetizione Aggettivazione Parafrasi Tecniche grafiche e iconografiche Ausili didattici – – – A inizio capitolo (sommario- elenco prerequisitielenco obiettivi) In itinere (schede approfondimento- documentiglossario) In fine (mappe concettuali riassuntive – test autoverifica) Immagini . . . Espedienti grafici – Grassetto Corsivo colori Linguaggio tecnico dei testi di studio Termini specialistici e stile impersonale Termini specialistici Terminologia propria Non ambigua Internazionale Non flessibile ed estensibile nel significato Stile impersonale Scopo – presentare fatti-eventi-fenomeni in maniera oggettiva Strumenti: – – – Frasi passive Frasi impersonali Nominalizzazioni Frasi passive e impersonali – – Per non nominare l’agente Per portare l’attenzione dal soggetto all’oggetto Ex: [..] Si pensò di usare come moneta i metalli preziosi […] La moneta come intermediaria viene tutt’ora usata nei mercati .. Nominalizzazioni – Trasformare un verbo nel suo corrispondente sostantivo astratto – Per portare l’attenzione dal soggetto all’azione Frasi in cui l’azione Frasi in cui il verbo è è espressa dal verbo nominalizzato Gli uomini primitivi vivevano nei villaggi La vita degli u.p. si svolgeva nei villaggi Le alghe crescono negli strati pochi profondi del mare La crescita delle alghe si verifica negli… Garibaldi conquista la La conquista della Sicilia Sicilia nel 1860 da parte di G. avviene… Specificazioni Verbo intransitivo (vivere-crescere) Complemento specificazione = soggetto Verbo transitivo (conquistare) Locuzioni particolari Per il soggetto: da parte di- a opera diper merito di Per il compl. oggetto: a favore di – a svantaggio di – nei confronti di Linguaggio colto dei testi di studio Lessico, sintassi, morfologia Lessico Parole diverse da interazioni comuni Verbi come – – – – Fare sono sostituiti da eseguire operare effettuare condurre compiere svolgere costruire realizzare Essere da costituire rappresentare apparire come sembrare rivelarsi Avere da presentare possedere assumere Succedere da accadere aver luogo avvenire verificarsi Sintassi Costruzioni passive Nominalizzazioni Costruzioni lunghe con subordinate e incidentali Morfologia Pronomi come egli / esso Uso del passato remoto Stile – – metafore /metonimie/ iperboli sostituti grammaticali e lessicali (pronomi, sinonimi, iperonimi, incapsulatori..) Uso del participio presente – Usato spt in matematica o scienze Ex: un quadrilatero avente il lato di 8 cm. Lo stile Sconfina con il linguaggio letterario È in collisione con il linguaggio tecnico Scopo: avvicinare i lettori Procedure di riscrittura e didattizzazione dei testi Fase preparatoria Individuare gli obiettivi – Di contenuto Uguali per tutta la CAD se il livello migrante è B1 Differenziati se il livello migrante è inferiore al B1 – Linguistici Dipendono dalla sequenza di acquisizione naturale Argomenti linguistici che i destinatari del testo possono inglobare nella loro interlingua Obiettivi linguistici del testo semplificato La scelta dipende dalle caratteristiche del testo Tipologia testuale Disciplina Contenuto specifico Gli OL sono di tipo formale (lessicale, sintattico, morfologico) e non comunicativo Analisi e riorganizzazione del testo Ristrutturazione della struttura concettuale – – – Eliminare informazioni superflue Integrare con info necessarie Riordinare la scaletta secondo un criterio logico Operazioni Estrapolazione della scaletta originaria 1. • • Quali sono le unità informative minime Come suddividere un’info composta Revisione della scaletta 2. • • Stabilire quali info sono superflue rispetto gli OL Individuare carenze del testo quali info date per presupposte Riscrittura della scaletta 3. • • Eliminate info superflue Integrate info mancanti e riordinate in modo logico Fasi di lettura Pre--lettura Pre – Orientativa – Veloce Lettura – Per consultazione – Estesa – Parole difficili Post--lettura Post Vedi pag. 166 Pre--lettura Pre Brainstorming Elicitazione Spiegazione parole - chiave Docente moderatore Pre-lettura su cosa? Titolo Sottotitolo Nome autore Piccoli riassunti Grafici e tabelle Testi brevi Articoli Pagine internet Lettura orientativa Attivare le attese (expectancy grammar) Lettura veloce (skimming) Apparato iconografico Lettura veloce Normalmente l’occhio invia al cervello 900/1000 parole al minuto Noi usiamo solo il 25% della velocità potenziale dei nostri occhi Il 90% del lavoro lo svolge il cervello Ideale per riviste o giornali Lettura Globalità Analisi Tre tipologie – – – Per consultazione Estesa Per parole difficili Lettura globale Comprensione generale del testo e delle info principali Dopo prima lettura: esercizi V/F o scelta multipla Seconda lettura: per verificare se le risposte sono corrette Dopo terza lettura: attività sul testo Attività Completamento griglia 5 W vedi pag. 208 Dare titolo ad ogni capoverso Abbinare al testo immagini Scrivere didascalie ad immagini mute Completare il testo (cloze) Transcodificare il testo Evidenziare parole-chiave Lettura analitica Scoprire le regol襥 春 挷ᄩ鹟 ┋隙 懲 匄 ipotesi Rintracciare elementi linguistici Formulare ipotesi su significati, funzioni, regole Verificare le ipotesi con l’aiuto del docente Terminare la l. analitica con una lettura silenziosa Obiettivi Stimolare autonomia dello studente confronto con i pari costruzione di sapere collettivo Ruolo docente: osservatore e guida Utile lavoro a piccoli gruppi Come costituire i gruppi Gruppo linguisticamente Omogeneo Misto attribuire ruoli in rapporto alle competenze affidare ad ogni partecipante un compito di lettura diverso Attività Cercare nel testo le voci mancanti vedi pag. 213 Cercare sul vocabolario parole sconosciute e scrivere un piccolo glossario Cercare nel testo le frasi in cui compare una parola/espressione e provare a indurne il significato vedi pag. 211 Cerchiare espressioni di relazione tra concetti (connettivi) e sinonimi Tecniche Abbinamento Risposta fisica a comandi (TPR) Problem-solving Cloze-completamento Ricostruzione di testi Creazione di domande Creazione di un titolo Transcodificazione Continuazione di un testo Lettura per consultazione Ricerca info e dati precisi Lettura analitica (scanning) Cerca solo informazione richiesta Lettura estesa Fini specifici di studio La scelta delle tecniche dipende da – – – – Grado conoscenze pregresse Tipo di testo Livello motivazione Metodo di studio Metodo studio PQRST P = preview (pre-lettura) Q = questions (domande) R = read (leggere) S = summarize (riassumere) T = test Lettura di parole difficili Se la parola è fondamentale ai fini dell’apprendimento: cercare di decifrarla dal contesto o usare sussidi Se la parola non è fondamentale: trascurarla Post--lettura Post Obiettivi: esercitare/consolidare i contenuti appresi Fase esercitativa Fase di reimpiego Obiettivi Consolidare i contenuti e le strutture linguistiche al di là del testo Sviluppare competenza metalinguistica Essere in grado di usare le nozioni apprese per risolvere compiti assegnati Attività fase esercitativa Riordinare pezzi di testo Abbinare due elementi in due liste Completare un testo Riscrivere porzioni di testo trasformando porzioni di testo morfologico (da un tempo verbale ad un altro, da sing a plurale …) e sintattico (da passiva ad attiva, da impersonale a personale, da nominalizzata a verbale..) Nella fase di post-lettura si può fare esercitare anche un livello inferiore È bene prevedere attività di produzione/interazione orale di tipo guidato Import per studenti italofoni e non: organizzare un discorso a partire da una scaletta o mappa concettuale A conclusione della fase esercitativa: attività mirate alla fissazione Attività fase di reimpiego Ripetere i contenuti secondo una scaletta diversa Scrivere un testo di tipologia diversa usando parte dei contenuti dati Utilizzare le forme linguistiche apprese in contesti più vicini agli studenti (uno spot, un’immagine, un video, una canzone..) Attività libere e creative ITALSTUDIO: LA RISCRITTURA FUNZIONALE DEI TESTI NELLA CLASSE MULTILINGUE dalla teoria alla sperimentazione UNITÀ FORMATIVA IN STORIA A CURA DELLA PROF.SSA GRETA VIANI I.S. G. ROMANI - CASALMAGGIORE (CREMONA) Unità di apprendimento: Le origini della Grecia antica Manuale di classe di riferimento: Dialogo con la storia (ed. La Nuova Italia) Classe 1^, Istituto tecnico, corso: Costruzioni Ambiente e Territorio Livello linguistico dello studente: B1 Il testo da cui traggo il materiale in analisi è in adozione in prima superiore, sia sull’ITIS che sugli operatori. Segnalo di seguito quelli che considero essere i punti deboli e punti di forza del manuale di classe, sul quale ho lavorato per creare facilitazione allo studio. Punti deboli: - si dilunga su molte informazioni accessorie - spesso scivola via veloce su aspetti importanti che andrebbero meglio approfonditi, dando quasi per scontato che l’alunno già sappia (può essere vero in alcuni casi, nella maggior parte no) - ha un ricco apparato iconografico, ma pochissime carte geografiche - usa termini o strutturazione di frasi spesso complessi quando potrebbe dire la stessa cosa con sinonimi, oppure con frasi più semplici e chiare. Punti di forza: - ogni capitolo è già suddiviso chiaramente in paragrafi titolati - a margine riporta la sezione LESSICO, cioè spiega – come dizionario – i termini più complessi (es. anarchia) - presenta alcuni “box” con schematizzazioni (es. periodizzazioni, strutture sociali) e un riassunto alla fine di ogni capitolo - ricco apparato iconografico - esercizi alla fine di ogni capitolo di vario tipo (es. completamento, vero/falso….). Ore da dedicare all’attività di semplificazione: - 3 ore circa a casa - 4 (massimo 5) lezioni da un’ora Fasi di lavoro a casa (docente): - lettura analitica paragrafo per paragrafo - eliminazione di tutte le informazioni non necessarie in modo da far passare solo i contenuti effettivamente necessari per capire, in questo caso, i caratteri della civiltà oggetto di studio - se necessario reimpostazione delle frasi rimaste: abbreviandole o semplificandone la struttura, scegliendo sinonimi per termini ritenuti troppo complessi (es. prosperità = ricchezza), usando un unico tempo verbale, preferibilmente il presente storico - sottolineatura, per esempio in grassetto, dei termini chiave. Fasi di lavoro in classe (alunni- docente): - 1^ fase Brainstorming servendomi di immagini tratte dal testo in adozione o dal web o da altri testi, meglio se visualizzate tramite LIM. Scopo: verificare le conoscenze pregresse corrette da cui partire o di conoscenze pregresse errate da “smontare” - 2^ fase Lettura del capitolo in esame così suddivisa: focalizzazione dell’attenzione sul titolo di ogni paragrafo lettura globale (orientativa) di ogni paragrafo (non andrei oltre i due paragrafi per lezione, all’incirca una pagina, anche meno) lettura analitica con sottolineatura – con l’aiuto del docente – di frasi/passaggi e parole chiave, già in vista di un aiuto per la terza fase nonché per quella che sarà la verifica finale. Sia nella lettura globale sia ancor più in quella analitica fondamentale sarà la spiegazione, volta alla semplificazione, da parte del docente - 3^ fase Post-lettura, prevedendo in particolare questi momenti: esercizi di vario tipo (strutturati/semistrutturati) forniti dal testo o predisposti preventivamente dal docente per fissare quanto appreso nelle lezioni precedenti per un livello B1 “avanzato” ipotizzerei anche – seguendo quanto fatto sottolineare dal docente nella seconda fase – la stesura di un riassunto che già possa essere il suo testo semplificato o domande di comprensione aperte ma che richiedano risposte brevi - 4^ fase Verifica finale sotto forma di esercizi strutturati/semistrutturati, oppure di interrogazione orale. In tutte queste fasi fondamentale risulta sempre il ruolo del docente come guida allo svolgimento delle varie attività, chiarificatore/ semplificatore di concetti, termini ecc. Inoltre soprattutto per le prime volte ritengo utile che il docente fornisca il lavoro semplificato da lui prodotto dopo che i ragazzi hanno lavorato con lui, in modo da poter avere – anche a casa – un testo di riferimento, semplificato appunto, su cui poter fissare ulteriormente quanto fatto in classe in vista della verifica finale. LA CIVILTA’ CRETESE L’isola di Creta è un punto di passaggio obbligato tra Mediterraneo centrale e orientale; perciò – dal punto di vista commerciale – ha un ruolo fondamentale. Creta controlla i commerci - con le altre isole dell’Egeo e del Mediterraneo, - con l’Asia Minore e con la Grecia. Per questo motivo parliamo di talassocrazia (= dominio su una parte di mare e sui commerci di quella zona di mare) ; per fare questo Creta crea una flotta di navigatori esperti. L’origine di questo popolo è incerta; la mitologia ci parla, come primo re, di Minosse, perciò parliamo anche di “Minoici”. La mitologia racconta anche che con questo re i Cretesi sono diventati un grande popolo. MITOLOGIA RACCONTI O FAVOLE CHE PARLANO DI COSE IMPORTANTI NELLA VITA DELLE PERSONE (ES. NASCITA E MORTE) Dal 3000 a.C. al 1450 a.C., le città e le attività economiche della città diventano più importanti dei villaggi; la città ha il suo centro nel palazzo, perciò parliamo di tre età: - prepalaziale (= prima dei palazzi) - protopalaziale (= dei primi palazzi) - neopalaziale (= dei nuovi palazzi) Abbiamo detto che l’origine di questo popolo è incerta; è misteriosa anche la sua fine, nel 1450 a.C.; sappiamo solo che l’isola è colpita da un’improvvisa catastrofe: - alcuni storici parlano di un evento naturale (eruzione vulcanica seguita da violenti terremoti e maremoti); - altri parlano dello sbarco di un popolo invasore (es. Achei o Micenei); - altri ancora pensano a tutte e due queste cause. I palazzi Abbiamo detto che nelle città cretesi sono importanti i grandi palazzi; qui vivono i sovrani. Gli archeologi hanno trovato i resti di due grandi palazzi reali, quello di Cnosso e quello di Festo, del 2000- 1700 a.C.; in essi ci sono tanti corridoi, stanze e saloni, uffici, archivi, magazzini, …. I palazzi non hanno cinte murarie, perché la flotta cretese è l’unica difesa contro il possibile sbarco di nemici. I commerci e la religione I Cretesi sono bravi mercanti e marinai; sono i primi a portare prodotti artigianali su tutte le sponde del Mediterraneo orientale, commerciando - con l’isola di Cipro, - con la Grecia - e con l’Egitto. La scrittura cretese, le pitture e le statuette trovate nei palazzi permettono di sapere di più della vita sociale e religiosa di questo popolo. Le cerimonie religiose di solito si svolgono all’aperto; sono grandi feste nei campi; in particolare, nel corso di queste “feste”, si tiene la giostra del toro, animale sacro per i Cretesi (i ragazzi devono afferrare per le corna l’animale in movimento e volteggiare sopra di esso). Test finale 1) Dove si trova Creta? 2) Cosa significa talassocrazia? 3) Chi è il primo re cretese? 4) Chi vive nei palazzi? 5) Perché i palazzi non hanno mura? 6) Dove si trovano i resti di antichi palazzi? LA CIVILTA’ MICENEA Un’altra civiltà diventa importante tra il 1500 a.C. e il 1150 a.C., nella penisola greca: gli Achei o Micenei. Prima conquistano Creta poi tutto il Mediterraneo e la Grecia. Il loro territorio è diviso in tante piccole città-stato costruite su ripide alture (= colline) e con grandi mura attorno. CITTÀ-STATO SONO CITTÀ AUTONOME POLITICAMENTE COME DEI PICCOLI STATI Anche nelle città degli Achei, come nelle città dei Cretesi, è centrale il palazzo reale, costruito sull’ACROPOLI, cioè sulla parte più alta della città. I palazzi reali sono vere fortezze, importanti anche sul piano economico; nei palazzi i Micenei raccolgono tutti i beni prodotti nei villaggi vicini. Anche i Micenei – come i Cretesi – sono esperti nei commerci e nella navigazione. Perciò raggiungono Creta e tante altre zone del Mediterraneo. Un po’ alla volta questa civiltà mostra il suo carattere guerriero e aggressivo. I Micenei si coalizzano, cioè stringono alleanza, con altre città- stato del territorio greco e iniziano vere azioni di conquista. E’ proprio in questo modo che conquistano anche Creta. Risale al 1250 a.C. circa, invece, uno degli avvenimenti più famosi della storia antica, narrato anche nell’Iliade: i Micenei, guidati da re AGAMENNONE, attaccano la ricca e potente città di Troia. Perché tanta ostilità verso questa città? Troia sfrutta la sua posizione geografica – sullo Stretto dei Dardanelli – per far pagare un pedaggio (= tassa di passaggio) alle navi che, obbligatoriamente, devono passare da lì per andare verso il Mar Nero. I Micenei, così, organizzano una spedizione contro la città; assediano Troia per molto tempo (la leggenda parla di una decina d’anni) e, alla fine, la conquistano. APPROFONDIMENTO ........ DALLA STORIA ALLA LEGGENDA Due famosi poemi (= lunghe opere in versi), Iliade e Odissea, raccontano la guerra di Troia. Questi poemi sono di autore greco, OMERO; ma non sappiamo se è davvero esistito . In ogni caso gli esperti considerano Iliade e Odissea i primi capolavori della poesia mondiale. a) L’Iliade narra la guerra di Troia (in greco ILIO) usando continuamente il mito perché protagonisti sono soprattutto DEI ed EROI. L’assedio dura 9 anni perché gli eserciti che combattono sono valorosi allo stesso modo, ma soprattutto perché alcuni Dei proteggono i Greci e altri Dei i Troiani, facendo vincere ora gli uni ora gli altri. b) Anche l’Odissea racconta spesso della guerra di Troia; l’Odissea ha per protagonista Ulisse (in greco Odisseo), il più ASTUTO tra gli EROI GRECI, inventore del cavallo di legno, stratagemma con il quale i Greci conquistano Troia. Come detto sopra la civiltà micenea termina intorno al 1150 a.C.: si ha un graduale declino, fino alla sua scomparsa; in questo periodo tutti i palazzi micenei subiscono una vera distruzione. Anche in questo caso sono varie le ipotesi degli storici: alcuni pensano a cause naturali; altri storici pensano all’attacco dei Dori; altri ancora all’invasione da parte dei popoli del Mare. Test finale 1) Dove si trova questa civiltà? 2) Cosa sono le città-stato? 3) Dove sorge il palazzo reale? Perché è importante anche sul piano economico? 4) Perché i Micenei hanno carattere aggressivo? 5) Quale avvenimento importante collochiamo nel 1250 a.C.? 6) Quali due opere parlano della guerra di Troia? I.I.S. ROMANI A.S. 2012/2013 CASALMAGGIORE UNITÀ FORMATIVA IN SCIENZE INTEGRATE (CHIMICA) A CURA DEL PROF. MASSIMILIANO CIMINO I.I.S. G. ROMANI - CASALMAGGIORE (CREMONA) Unità di apprendimento: La nomenclatura chimica Classe 2^, Istituto tecnico, corso: Costruzioni Ambiente e Territorio Livello linguistico dello studente: B1 Tempo previsto: 20 ore PREREQUISITI Conoscere il concetto di ione. Conoscere i tipi di legami presenti nei composti. Individuare in una formula chimica gli elementi ed il numero di atomi che la compongono. CONOSCENZE Riconoscere e classificare semplici composti ionici. Riconoscere e classificare semplici composti covalenti. Conoscere le regole della nomenclatura chimica. COMPETENZE o Scrivere e leggere la formula di un composto. o Assegnare il numero di ossidazione ad un elemento in un composto. o Scrivere la formula di un composto covalente conoscendo il suo nome. o Scrivere la formula di un composto ionico utilizzando una coppia di ioni. o Assegnare il nome ad un composto ionico conoscendo la sua formula. Materia: Scienze Integrate (Chimica) Unità di apprendimento “La nomenclatura chimica” pag. 1 di 28 I.I.S. ROMANI A.S. 2012/2013 CASALMAGGIORE NOMI E FORMULE DEI COMPOSTI Le regole per scrivere una formula chimica sono: • Per il composto chimico (elemento + elemento) scrivere dei simboli che indicano gli elementi che la compongono. Ogni simbolo porta un indice a pedice (H2) = il numero di atomi di quell’elemento presenti nella molecola; • La molecola ha due parti: 1. la parte sinistra, positiva, con elementi metallici, cationi, atomi di idrogeno; 2. la parte destra, negativa, con elementi non metallici, anioni. Per esempio la molecola di HCl. • I composti binari hanno due elementi. Nella formula troviamo a sinistra l’elemento più elettropositivo e a destra l’elemento più elettronegativo. Per esempio la formula dell’acqua sarà H2O e non OH2; • In ogni formula la somma dei numeri di ossidazione degli atomi deve essere 0 (zero). Vedi esempi: Materia: Scienze Integrate (Chimica) Unità di apprendimento “La nomenclatura chimica” pag. 2 di 28 I.I.S. ROMANI A.S. 2012/2013 CASALMAGGIORE I DIVERSI SISTEMI DI NOMENCLATURA Puoi trovare scritti i composti in tre modi: 1. La nomenclatura tradizionale: divide gli elementi in metalli e non metalli i composti hanno alla radice dell’elemento dei suffissi come –oso, -ico, -ato, -ito o dei prefissi come ipo-, per-. Esempio : ferr : (radice) + oso: (suffisso) = ferroso; per : (prefisso) + ossido (radice) = perossido 2. La nomenclatura con la notazione di Stock: il numero di ossidazione degli elementi è scritto con i numeri romani indicati tra parentesi e letti come numeri arabi. Esempio: cifra romana (I), letta come numero arabo 1 cifra romana (II), letta come numero arabo 2 cifra romana (III), letta come numero arabo 3 3. La nomenclatura IUPAC: il numero di atomi di ogni elemento è preceduto dal prefisso mono-, bi-, tri-, tetra-, penta-, esa-, ecc... Esempio: triossido di diferro Fe2O3 triossido di cromo CrO3 ossido di diazoto N2O Il prefisso mono non viene scritto, per cui il composto FeO si legge ossido di ferro e non monossido di ferro. Materia: Scienze Integrate (Chimica) Unità di apprendimento “La nomenclatura chimica” pag. 3 di 28 I.I.S. ROMANI A.S. 2012/2013 CASALMAGGIORE CLASSIFICAZIONE DEI COMPOSTI CHIMICI I COMPOSTI BINARI DELL’OSSIGENO: GLI OSSIDI I composti binari sono formati da due elementi. Gli ossidi sono tutti gli elementi uniti con l’ossigeno. Negli ossidi l’ossigeno ha sempre numero di ossidazione -2. Nella formula di un ossido si scrive prima il simbolo dell’altro elemento e dopo il simbolo dell’ossigeno. Il simbolo dell’ossigeno si scrive dopo perché l’ossigeno ha numero di ossidazione -2, quindi essendo elettronegativo si scrive a destra. Esempio: se un elemento X ha numero di ossidazione +1 e l’ossigeno numero di ossidazione -2, la formula dell’ossido è: X2O per gli elementi che hanno numero di ossidazione +2, +3, +4, +5, la formula degli ossidi è: XO, X2O3, XO2, X2O5 Materia: Scienze Integrate (Chimica) Unità di apprendimento “La nomenclatura chimica” pag. 4 di 28 I.I.S. ROMANI A.S. 2012/2013 CASALMAGGIORE NOMENCLAURA TRADIZIONALE DELI OSSIDI Nella nomenclatura tradizionale gli ossidi si dividono in ossidi basici e ossidi acidi. Ossidi basici Gli ossidi basici sono composti binari (i composti binari sono formati da due elementi) formati dall’unione di un metallo con l’ossigeno. Se il metallo ha un solo numero di ossidazione, il nome dell’ossido basico si scrive aggiungendo alla parola ossido di + il nome del metallo. Esempio Li2O → ossido di litio Se invece il metallo ha due numeri di ossidazione, il nome dell’ossido basico si scrive aggiungendo alla radice del nome metallo la desinenza –oso o –ico. La desinenza –oso si usa per il metallo con numero di ossidazione più piccolo, mentre la desinenza –ico si usa per il metallo con numero di ossidazione più grande. Esempio: vedi tabella 3 “ Nomenclatura tradizionale degli ossidi basici” radice desinenza Ossidi acidi Gli ossidi acidi o anidridi sono composti binari di non metalli con l’ossigeno. ossidi acidi o anidridi: non-metallo + ossigeno L’ossido acido è scritto: anidride + radice del nome del non metallo + desinenza osa o ica Materia: Scienze Integrate (Chimica) Unità di apprendimento “La nomenclatura chimica” pag. 5 di 28 I.I.S. ROMANI A.S. 2012/2013 CASALMAGGIORE La desinenza –osa per il non metallo con numero di ossidazione più piccolo mentre la desinenza –ica per il non metallo con numero di ossidazione più grande. Esempio vedi tabella: “Nomenclatura tradizionale degli ossidi acidi” Non metalli con quattro numeri di ossidazione: alla radice del non metallo si aggiungono le desinenze –osa e –ica per i non metalli con numeri di ossidazione intermedi (a metà tra due numeri). Il prefisso ipo- si usa per i non metalli con numero di ossidazione più piccolo mentre il prefisso per- si usa per i non metalli con numero di ossidazione più grande. Esempio: vedi tabella: “Nomenclatura tradizionale degli ossidi acidi” Elemento Simbolo n.o. Formula Nome fosforo P +3 P2O3 Anidride fosforosa +5 P2O5 Anidride fosforica +1 Cl2O Anidride ipoclorosa +3 Cl2O3 Anidride clorosa +5 Cl2O5 Anidride clorica +7 Cl2O7 Anidride perclorica cloro Cl (n.o. = numero di ossidazione) Nomenclatura con la notazione di Stock degli ossidi La nomenclatura di Stock usa il numero di ossidazione dell’elemento unito all’ossigeno. Quando l’elemento ha un solo numero di ossidazione, il nome dell’ossido è “ossido di” + il nome dell’elemento Esempio Na2O → Ossido di sodio Se l’elemento ha più numeri di ossidazione, il nome dell’ossido si scrive aggiungendo alla parola “ ossido di “ il nome dell’elemento seguito da un numero romano tra parentesi: “ossido di” + il nome dell’elemento + numero romano tra parentesi Materia: Scienze Integrate (Chimica) Unità di apprendimento “La nomenclatura chimica” pag. 6 di 28 I.I.S. ROMANI A.S. 2012/2013 CASALMAGGIORE Il numero romano tra parentesi è il numero di ossidazione del metallo (ossidi basici) Il numero romano tra parentesi è il numero di ossidazione del non metallo (ossidi acidi) Esempi: vedi Tabella 6 “ Nomenclatura degli ossidi secondo la notazione di Stock” Numero romano Materia: Scienze Integrate (Chimica) Unità di apprendimento “La nomenclatura chimica” pag. 7 di 28 I.I.S. ROMANI A.S. 2012/2013 CASALMAGGIORE I COMPOSTI BINARI DELL’IDROGENO: GLI IDRURI E GLI IDRACIDI Gli idruri e gli idracidi sono composti binari degli elementi uniti con l’idrogeno. • Gli idruri sono formati da un metallo fortemente elettropositivo unito con l’idrogeno (idruro: metallo + idrogeno) Negli idruri l’idrogeno ha numero di ossidazione -1. Nella formula degli idruri il simbolo dell’idrogeno si scrive a destra del simbolo del metallo. Esempi: LiH: idruro di litio KH: idruro di potassio • Gli idracidi sono formati da un non metallo unito con l’idrogeno. (idracidi: non metallo + idrogeno) Negli idracidi l’idrogeno ha numero di ossidazione +1. Nella formula degli idracidi il simbolo dell’idrogeno si scrive prima del simbolo del non metallo. Esempi: HCl: acido cloridrico H2S: acido solfidrico Materia: Scienze Integrate (Chimica) Unità di apprendimento “La nomenclatura chimica” pag. 8 di 28 I.I.S. ROMANI A.S. 2012/2013 CASALMAGGIORE NOMENCLATURA TRADIZIONALE: GLI IDRURI E GLI IDRACIDI • GLI IDRURI Secondo questa nomenclatura il nome degli idruri è: “idruro di” + dal nome del metallo. Esempio: idruro di litio ( VEDI TABELLA 8 “ Nomenclatura tradizionale degli idruri” ) Quando il metallo ha due numeri di ossidazione, il nome dell’idruro si scrive aggiungendo alla radice del nome metallo la desinenza –oso o –ico. La desinenza –oso si usa per il metallo con numero di ossidazione più piccolo. La desinenza –ico si usa per il metallo con numero di ossidazione più grande. Idruro di + radice del nome metallo + desinenza Esempi : idruro rameoso, idruro rameico, ecc. ( VEDI TABELLA 8 “ Nomenclatura tradizionale degli idruri” ) • GLI IDRACIDI Il nome degli idracidi è: acido + radice del nome del non metallo + desinenza –idrico. Esempi: acido cloridrico, acido solfidrico, ecc. ( VEDI TABELLA 9 “ Nomenclatura tradizionale degli idracidi” ) Materia: Scienze Integrate (Chimica) Unità di apprendimento “La nomenclatura chimica” pag. 9 di 28 I.I.S. ROMANI A.S. 2012/2013 CASALMAGGIORE NOMENCLATURA CON LA NOTAZIONE DI STOCK: IDRURI ED IDRACIDI • GLI IDRURI Secondo la nomenclatura di Stock il nome degli idruri è: idruro di + nome del metallo + numero romano tra parentesi. Il numero romano tra parentesi è il numero di ossidazione del metallo . Esempi: vedi tabella 10 “ Nomenclatura di Stock degli idruri” • GLI IDRACIDI Nella nomenclatura di Stock il nome degli idracidi è Il nome degli idracidi è: acido + radice del nome del non metallo + desinenza –idrico. Esempi: acido cloridrico, acido solfidrico, ecc. Vedi tabella 9 “ Nomenclatura tradizionale degli idracidi” Materia: Scienze Integrate (Chimica) Unità di apprendimento “La nomenclatura chimica” pag. 10 di 28 I.I.S. ROMANI A.S. 2012/2013 CASALMAGGIORE I COMPOSTI TERNARI I composti ternari sono formati dall’unione di tre diversi elementi. I composti ternari sono divisi in: idrossidi, ossiacidi e sali degli ossiacidi. Idrossidi Gli idrossidi sono composti ternari formati da idrogeno, ossigeno ed un metallo. Nella formula degli idrossidi troviamo il gruppo monovalente -OH chiamato ione ossidrile . Lo ione ossidrile ha numero di ossidazione complessivo -1. Ione ossidrile (OH) = n.o. -1 (n.o. = numero di ossidazione) La formula degli idrossidi è: metallo + ossidrile, scritto tra parentesi, + un indice a pedice. L’indice a pedice è il numero di ossidazione del metallo. Esempi : Ca(OH)2 : idrossido di calcio Al(OH)3 : idrossido di alluminio NaOH: idrossido di sodio Nella formula NaOH , il sodio Na ha numero di ossidazione +1 mentre lo ione ossidrile OH ha numero di ossidazione -1 quindi l’indice 1 e le parentesi non sono scritti. Nomenclatura tradizionale: GLI IDROSSIDI Il nome degli idrossidi è: idrossido di + nome del metallo. Esempi: idrossido di sodio, idrossido di calcio.( vedi tabella 12 “ Nomenclatura tradizionale degli idrossidi”). Materia: Scienze Integrate (Chimica) Unità di apprendimento “La nomenclatura chimica” pag. 11 di 28 I.I.S. ROMANI A.S. 2012/2013 CASALMAGGIORE Se il metallo ha due numeri di ossidazione, il nome dell’idrossido è: idrossido di + radice nome metallo + desinenza (–oso o –ico). La desinenza –oso si usa per il metallo con numero di ossidazione più piccolo. Esempio : idrossido ferroso: Fe (OH)2 La desinenza –ico si usa per il metallo con numero di ossidazione più grande. Esempio: idrossido ferrico: Fe (OH)3 Nomenclatura con la notazione di Stock: IDROSSIDI Nella nomenclatura di Stock il nome degli idrossidi è: idrossido di + nome del metallo + numero romano tra parentesi. Il numero romano è il numero di ossidazione del metallo. Vedi tab. 13 “I nomi degli idrossidi secondo le tre nomenclature” Esempi : idrossido di ferro (II), idrossido di ferro (III), ecc. Materia: Scienze Integrate (Chimica) Unità di apprendimento “La nomenclatura chimica” pag. 12 di 28 I.I.S. ROMANI • A.S. 2012/2013 CASALMAGGIORE Ossiacidi Gli ossiacidi sono composti ternari, cioè formati dall’unione di tre elementi: idrogeno + non metallo + ossigeno. Ossiacido: acqua + anidride. Esempio: Nomenclatura tradizionale: OSSIACIDI Il nome degli ossiacidi è: acido + radice del nome del non metallo + desinenza oso o ico. Negli ossiacidi si aggiungono le desinenze –oso e –ico quando il non metallo ha solo due numeri di ossidazone. La desinenza –oso per il non metallo con numero di ossidazione più piccolo. La desinenza –ico per il non metallo con numero di ossidazione più grande. Esempi : acido solforoso, acido solforico ( vedi tabella 14 “ Nomenclatura tradizionale degli ossiacidi”) Quando il non metallo ha quattro numeri di ossidazione usiamo i prefissi ipo- e per-. Il prefisso ipo- quando il non metallo ha numero di ossidazione più piccolo. Il prefisso per- quando il non metallo ha numero di ossidazione più grande. Esempi : acido ipocloroso, acido perclorico Vedi tabella 14 “ Nomenclatura tradizionale degli ossiacidi” Materia: Scienze Integrate (Chimica) Unità di apprendimento “La nomenclatura chimica” pag. 13 di 28 I.I.S. ROMANI A.S. 2012/2013 CASALMAGGIORE Nomenclatura IUPAC con la notazione di Stock: OSSIACIDI Nella nomenclatura IUPAC con la notazione di Stock il nome degli ossiacidi è: acido + prefissi monosso-, diosso-, triosso-, tetraosso- + radice del nome del non metallo + la desinenza –ico. I prefissi monosso-, diosso-, triosso-, tetraosso- sono il numero di atomi di ossigeno presenti: monosso- → 1 atomo di ossigeno diosso- → 2 atomi di ossigeno triosso- → 3 atomi di ossigeno tetraosso- → 4 atomi di ossigeno Nella nomenclatura IUPAC con la notazione di Stock se l’elemento ha più numeri di ossidazione, il nome dell’ossiacido è: acido ( 1 ) + prefissi monosso-, diosso-, triosso-, tetraosso- ( 2 ) + radice del nome del non metallo ( 3 ) + la desinenza –ico ( 4 ) + numero romano tra parentesi ( 5 ). Il numero romano tra parentesi è il numero di ossidazione del non metallo. Esempi: acido solforico, H2SO4, si leggerà acido (1) tetraosso(2) – solfor(3)ico(4) (VI) (5). Vedi tabella 16 I nomi degli ossiacidi Materia: Scienze Integrate (Chimica) Unità di apprendimento “La nomenclatura chimica” pag. 14 di 28 I.I.S. ROMANI • A.S. 2012/2013 CASALMAGGIORE Sali I Sali si ottengono cambiando una parte o tutti gli ioni idrogeno della molecola di acido con uno o più ioni di metalli. Per esempio nella formula dell’acido solforico H2SO4 cambiamo gli atomi di idrogeno con gli ioni K+, Ca2+ e Al3+ ed otteniamo i sali: K2SO4, CaSO4, Al(SO4)3. Se togliamo uno o più ioni idrogeno da una molecola di idracido o di ossiacido otteniamo uno ione con carica negativa chiamato radicale dell’acido. La carica negativa di questo radicale è uguale al numero di ioni idrogeno sottratti. Vedi tabella 17 Nomenclatura dei radicali degli acidi I radicali degli acidi sono scritti cambiando: la desinenza –oso dell’acido con la desinenza –ito del radicale Materia: Scienze Integrate (Chimica) Unità di apprendimento “La nomenclatura chimica” pag. 15 di 28 I.I.S. ROMANI A.S. 2012/2013 CASALMAGGIORE –oso → –ito la desinenza –ico dell’acido con la desinenza –ato del radicale –ico → –ato Esempi: la desinenza –idrico dell’acido con la desinenza –uro del radicale. –idrico → –uro Se gli ioni idrogeno tolti sono solo una parte ( sostituzione parziale), si scrive: i prefissi mono-, bi- ,……+ idrogeno + il nome del radicale con le giuste desinenze (ito, -ato, -uro). Vedi tabella 18 La formula di un sale è: metallo + radicale acido. Esempio: CaSO4 Il sale è chiamato neutro quando non ha ioni idrogeno ( H) e non ha ioni ossidrili ( OH ). Esempio: Na2SO3 ll sale è chiamato acido quando ha ioni idrogeno. Materia: Scienze Integrate (Chimica) Unità di apprendimento “La nomenclatura chimica” pag. 16 di 28 I.I.S. ROMANI A.S. 2012/2013 CASALMAGGIORE Esempio: NaHCO3 Il sale è chiamato basico quando ha ioni ossidrile. Esempio: Ca(OH)NO3 Nomenclatura tradizionale: i sali Il nome di un sale neutro è : nome del radicale dell’acido + nome del metallo. Esempi: H2SO3 ( acido solforoso ) SO3 2- ( radicale dell’acido solforoso ) SO3 2- ( radicale dell’acido solforoso ) + Na2 ( metallo ) → Na2SO3 ( formula del solfito di sodio ) Vedi tabella 19 “ Nomenclatura tradizionale dei Sali neutri” Il nome di un sale acido è: radicale dell’acido + ione idrogeno + nome del metallo Esempi: H2CO3 ( acido carbonico) CO32- ( radicale dell’acido carbonico) CO32- (radicale dell’acido carbonico) +H (ione idrogeno) + K (metallo) → KHCO3 (formula del carbonato monoacido di potassio). I prefissi (mono) idrogeno, biidrogeno indicano il numero di atomi di idrogeno presenti: (mono- ) → 1 atomo di idrogeno biidrogeno- → 2 atomi di idrogeno Materia: Scienze Integrate (Chimica) Unità di apprendimento “La nomenclatura chimica” pag. 17 di 28 I.I.S. ROMANI A.S. 2012/2013 CASALMAGGIORE Vedi tabella 20: Nomenclatura tradizionale dei sali acidi Il nome di un sale basico è: radicale neutro + mono-, bi-, tri- ….basico a seconda del numero degli ioni ossidrili presenti + nome del metallo Esempi: HNO3 ( acido nitrico) NO3- ( radicale dell’acido nitrico) NO3- ( radicale dell’acido nitrico) + (OH)- ( monobasico) + Sr ( metallo) →Sr(OH)NO3 (formula del nitrato monobasico di stronzio) I prefissi (mono) basico, bibasico, tribasico indicano il numero di ioni ossidrili presenti: (mono)basico → 1 ione ossidrile bibasico → 2 ioni ossidrili tribasico → 3 ioni ossidrili Il nome di un sale formato da un ossiacido è: radicale dell’acido + di + nome del metallo. Esempio : HNO3 ( acido nitrico ) NO3- ( radicale dell’acido nitrico) NO3- ( radicale dell’acido nitrico) + di + Cs ( nome del metallo) → CsNO3 (formula del nitrato di cesio ) Nomenclatura IUPAC con la notazione di Stock: i sali Nella nomenclatura IUPAC con la notazione di Stock il nome del sale si scrive nell’ordine: prefissi monosso-, diosso-, triosso-, tetraosso- (1) + radicale dell’acido (2) + desinenza –ato (3) + numero romano tra parentesi ( 4 ) + di (5) + metallo (6) Materia: Scienze Integrate (Chimica) Unità di apprendimento “La nomenclatura chimica” pag. 18 di 28 I.I.S. ROMANI A.S. 2012/2013 CASALMAGGIORE Il numero romano tra parentesi è il numero di ossidazione del non metallo ( 4 ) Esempio: H2CO3 acido carbonico CO32- radicale dell’acido carbonico Triosso (1) carbon (2) ato (3) (IV) ( 4) di (5) calcio (6) → CaCO3 Vedi tabella 22 “ I nomi dei Sali degli ossiacidi secondo le diverse nomenclature” I prefissi monosso-, diosso-, triosso-, tetraosso- indicano il numero di atomi di ossigeno presenti: monosso- → 1 atomo di ossigeno diosso- → 2 atomi di ossigeno triosso- → 3 atomi di ossigeno tetraosso- → 4 atomi di ossigeno Nella nomenclatura IUPAC con la notazione di Stock il nome di un sale acido è: prefisso (mono) idrogeno, biidrogeno….(1) + radicale dell’acido (2) + desinenza – ato (3) + numero romano tra parentesi ( 4 ) che indica il numero di ossidazione del non metallo + di (5) + metallo (6) Esempio: acido fosforico H3PO4 radicale dell’acido fosforico: PO4 3Materia: Scienze Integrate (Chimica) Unità di apprendimento “La nomenclatura chimica” pag. 19 di 28 I.I.S. ROMANI A.S. 2012/2013 CASALMAGGIORE diidrogeno (1) fosf (2) ato (3) (V) ( 4) di (5) litio (6) Vedi tabella 22 “ I nomi dei Sali degli ossiacidi secondo le diverse nomenclature” I prefissi (mono) idrogeno-, biidrogeno- indicano il numero di atomi di idrogeno presenti: (mono- ) → 1 atomo di idrogeno diidrogeno- → 2 atomi di idrogeno Nella nomenclatura IUPAC con la notazione di Stock il nome del sale basico si scrive nell’ordine: prefissi monosso-, diosso-, triosso-, tetraosso- (1) + radicale dell’acido (2) + desinenza –ato (3) + numero romano tra parentesi ( 4 ) che indica il numero di ossidazione del non metallo + (mono) basico, bibasico, tribasico (5) + di (6) + metallo (7) Esempi: HNO3 ( acido nitrico) NO3- ( radicale dell’acido nitrico) Triosso (1) nitr (2) ato (3) (V) ( 4) dibasico (5) di (6) alluminio (7) Vedi tabella 22 “ I nomi dei Sali degli ossiacidi secondo le diverse nomenclature” I prefissi monosso-, diosso-, triosso-, tetraosso- indicano il numero di atomi di ossigeno presenti: monosso- → 1 atomo di ossigeno diosso- → 2 atomi di ossigeno triosso- → 3 atomi di ossigeno tetraosso- → 4 atomi di ossigeno Le parole (mono) basico, bibasico, tribasico indicano il numero di ioni ossidrili presenti: (mono)basico → 1 ione ossidrile dibasico → 2 ioni ossidrili tribasico → 3 ioni ossidrili Materia: Scienze Integrate (Chimica) Unità di apprendimento “La nomenclatura chimica” pag. 20 di 28 I.I.S. ROMANI A.S. 2012/2013 CASALMAGGIORE Gli elementi della tavola periodica: METALLI SEMIMETALLI NON METALLI I NUMERI DI OSSIDAZIONE DEGLI ELEMENTI DELLA TAVOLA PERIODICA Materia: Scienze Integrate (Chimica) Unità di apprendimento “La nomenclatura chimica” pag. 21 di 28 I.I.S. ROMANI A.S. 2012/2013 CASALMAGGIORE LA NOMENCLATURA CHIMICA ESEMPI DI OSSIACIDI ED IDRACIDI ESEMPI DI IDROSSIDI Materia: Scienze Integrate (Chimica) Unità di apprendimento “La nomenclatura chimica” pag. 22 di 28 I.I.S. ROMANI A.S. 2012/2013 CASALMAGGIORE Nella tabella ci sono ioni ( cationi, anioni) che hanno un diverso numero di ossidazione. Se uno stesso ione ha più numeri di ossidazione, si scrive lo ione con un numero romano (Es. Cu+:ione rame (I), Cu2+: ione rame (II). Materia: Scienze Integrate (Chimica) Unità di apprendimento “La nomenclatura chimica” pag. 23 di 28 I.I.S. ROMANI A.S. 2012/2013 CASALMAGGIORE GLOSSARIO ANIONE: atomo con carica negativa (esempio Cl-) ANIDRIDI: o ossidi acidi sono composti binari formati da un non-metallo con l’ossigeno. Formula = non-Me + O CATIONE: atomo con carica positiva (Na+) COEFFICIENTE: numero che precede la formula chimica in un’equazione bilanciata. Es: 6 atomi di ossigeno (6O). COMPOSTO BINARIO: composto formato da due soli elementi COMPOSTO TERNARIO: composto formato da tre elementi FORMULA CHIMICA: indica il numero di atomi presenti in una molecola ed il loro relativo numero. Es: una molecola di metano:CH4, è formata da 5 atomi, 1 di carbonio (C) + 4 di idrogeno (H) IDRACIDI: sono composti binari formati da idrogeno e un non-metallo. Formula: H + nonMe. Es: H (idrogeno) + Cl (cloro (non metallo) → HCl (acido cloridrico) IDROSSIDI: composti ternari formati da uno ione metallico positivo e dall’anione OH-. Formula: Me+n + (OH-)n ; Me = (metallo). Es: Na (sodio, ione metallico positivo) + OH (anione ossidrilico) → NaOH (idrossido di sodio) IDRURO: composto binario formato da un metallo + l’idrogeno. Es: Na + H → NaH (idruro di sodio) INDICE: o pedice è il numero in basso a destra di un elemento. Indica il numero di atomi di ciascun elemento in una formula chimica. Es: C6H12O6 molecola formata da 6 atomi di carbonio (C) + 12 atomi di idrogeno (H) + 6 atomi di ossigeno (O). IONE: singolo atomo o gruppi di atomi con carica elettrica positiva (Na+,catione) o negativa (Cl-anione). METALLO: elemento che tende a cedere (liberare) elettroni nelle reazioni chimiche. Es: Na (sodio), K (potassio), Mg (magnesio), Ca (calcio), …........ NOMENCLATURA: regole per dare un nome ai composti chimici. Materia: Scienze Integrate (Chimica) Unità di apprendimento “La nomenclatura chimica” pag. 24 di 28 I.I.S. ROMANI A.S. 2012/2013 CASALMAGGIORE NOMENCLATURA DI STOCK: regola di scrittura di una formula chimica. In questa nomenclatura al nome del metallo segue un numero romano, scritto tra parentesi, che indica il numero di ossidazione dell'elemento. Es: la formula Fe (metallo) + O (ossigeno) si scrive ossido di ferro (II) e si legge ossido di ferro due; la formula Fe2O3 si scrive ossido di ferro (III) e si legge ossido di ferro tre NOMENCLATURA TRADIZIONALE: distingue gli elementi presenti nei composti in metalli e non metalli. NUMERI DI OSSIDAZIONE: numeri assegnati agli atomi nelle molecole o negli ioni. OSSIACIDI: composti ternari formati da: idrogeno ( H, primo elemento della formula) + non metallo (secondo elemento della formula) + ossigeno (ultimo elemento della formula). Formula: H + non-Me + O. Es: H2SO3 è l'acido solforoso, H2SO4 è l'acido solforico OSSIDO: composto binario formato da metallo + ossigeno. Es. Ca (metallo) + O è l'ossido di calcio SALE: composto che si ottiene per sostituzione degli ioni idrogeno di una molecola di acido con uno o più ioni metallici. Es. sostituisco i due atomi di idrogeno (H2) alla molecola di acido solforoso H2SO3, con lo ione Ca (calcio), ottengo il sale CaSO3 chiamato solfito di sodio. Materia: Scienze Integrate (Chimica) Unità di apprendimento “La nomenclatura chimica” pag. 25 di 28 I.I.S. ROMANI A.S. 2012/2013 CASALMAGGIORE VERIFICA Scrivi il nome dei composti secondo la notazione di Stock: 1. HgCl 2. Cd(NO3)2 3. N2O5 4. PbSO4 5. Ag3PO4 6. CuPO4 7. HgI2 8. Ni(NO3)2 9. N2O3 10. SnSO4 11. CuCl 12. FeSO4 Scrivi il nome dei composti secondo la nomenclatura tradizionale: 1. Fe2(SO4)3 2. Li2O 3. Pb(OH)2 4. CaH2 5. P2O5 6. Al2(SO4)3 7. CaO 8. Fe(OH)3 9. NaH 10. P2O3 11. BaO 12. Al(OH)3 13. MgH2 Materia: Scienze Integrate (Chimica) Unità di apprendimento “La nomenclatura chimica” pag. 26 di 28 I.I.S. ROMANI A.S. 2012/2013 CASALMAGGIORE Scrivi la formula dei composti: 1. anidride nitrica 2. ioduro di potassio 3. bromuro piombico 4. solfito di zinco 5. ossido di mercurio (I) 6. idrossido ferrico 7. anidride nitrosa 8. idruro di potassio 9. bromuro stannico 10. solfito di zinco 11. cloruro di mercurio (II) 12. idrossido ferroso 13. anidride fosforosa 14. ioduro di rame (II) 15. bromuro piombico 16. solfato di cadmio Materia: Scienze Integrate (Chimica) Unità di apprendimento “La nomenclatura chimica” pag. 27 di 28 UNITÀ FORMATIVA IN SCIENZE INTEGRATE (BIOLOGIA) A CURA DEL PROF. MASSIMILIANO CIMINO I.S. G. ROMANI - CASALMAGGIORE (CREMONA) Unità di apprendimento: Le macromolecole biologiche Classe 2^, Istituto tecnico, corso: Costruzioni Ambiente e Territorio Livello linguistico dello studente: B1 Tempo previsto: 20 ore PREREQUISITI Conoscere il concetto di atomo. Conoscere il concetto di molecola. Conoscere il concetto di ione. Conoscere il concetto di legame chimico. CONOSCENZE o I principali composti organici presenti nelle cellule. o Monosaccaridi, disaccaridi, polisaccaridi. o I principali carboidrati e le loro funzioni. o I trigliceridi. o I fosfolipidi o La struttura delle proteine. o La struttura degli acidi nucleici COMPETENZE Descrivere le caratteristiche di base delle molecole organiche. Elencare per ogni classe di molecole studiate, gli elementi chimici contenuti. Costruire uno schema che metta in relazione i principali monosaccaridi, disaccaridi e polisaccaridi. Ricavare da ogni macromolecola (polisaccaridi, lipidi, proteine, acidi nucleici) i monomeri che la costituiscono. Specificare le subunità che costituiscono i nucleotidi Il modello "a mattoni" delle molecole biologiche Le molecole biologiche (zuccheri, lipidi, proteine, acidi nucleici) sono formate da monomeri. I monomeri sono le unità più piccole (“i mattoni”) delle molecole biologiche Esempi di monomeri sono: i monosaccaridi, gli aminoacidi, i nucleotidi. L'unione di molti monomeri uguali forma i polimeri (molecole molto grandi). Esempi di polimeri sono il glicogeno ( polisaccaride formato dall’unione di molti monosaccaridi vedi fig. 10), il DNA, le proteine. La prima classe di molecole biologiche: i carboidrati I carboidrati sono formati da carbonio, ossigeno e idrogeno (Vedi figura 4) I carboidrati sono: semplici formati da un solo monomero (monosaccaridi) come il glucosio formati da due monomeri (disaccaridi) come il maltosio complessi formati da catene di molti monomeri (polisaccaridi) hanno struttura lineare o ramificata hanno funzione strutturale (Es. cellulosa e chitina) o di riserva (Es. amido e glicogeno) I monosaccaridi sono zuccheri semplici. E’ un monosaccaride il glucosio (C6 H12 O6). La frutta matura ed il miele contengono il glucosio. Figura 4 N.B. I carboidrati hanno due funzioni: energetica plastica (struttura degli acidi nucleici) (vedi figura 5 e 6) Figura 5 Figura 6 Formula a catena aperta e ad anello di un pentoso (monosaccaride a 5 atomi di carbonio, Fig. 6) ed un esoso (monosaccaride a 6 atomi di carbonio, Fig. 5) l fruttosio è un monosaccaride a 6 atomi di carbonio (vedi figura 7). Il fruttosio si trova nella frutta e nel miele. Un altro monosaccaride importante è il galattosio, contenuto nel latte. Figura 7 I disaccaridi (vedi figura 8b) sono zuccheri formati dall’unione di due molecole di monosaccaridi. Disaccaridi sono: il saccarosio (vedi figura 8a), il comune zucchero da tavola, formato dall’unione di una molecola di glucosio con una molecola di fruttosio; il lattosio, lo zucchero del latte, formato da una molecola di glucosio unita a una di galattosio. il maltosio, formato dall’unione di due molecole di glucosio. Figura 8a Figura 8b I polisaccaridi sono molecole formate da tanti monosaccaridi. I più importanti polisaccaridi naturali sono la cellulosa, l’amido e il glicogeno; tutti sono formati da tantissime unità di glucosio, sono cioè polimeri del glucosio (Vedi figura 9). La cellulosa è un polisaccaride di origine vegetale. La cellulosa si trova nella frutta e nella verdura. L’amido è un polisaccaride di riserva di origine vegetale. L’amido si trova nei semi dei cereali (grano, riso, ecc.) e nei tuberi (patata). Figura 9 Il glicogeno è un polisaccaride di riserva formato da molti monosaccaridi di glucosio (vedi figura 9). I carboidrati o zuccheri CLASSE ZUCCHERI PRINCIPALI MONOSACCARIDI glucosio, fruttosio, galattosio DISACCARIDI saccarosio, lattosio, maltosio POLISACCARIDI cellulosa, amido, glicogeno La seconda classe di molecole biologiche: i lipidi Figura 10 I lipidi (vedi figura 10) sono composti organici formati da carbonio, idrogeno e ossigeno non hanno monomeri uguali sono tutti insolubili (non si sciolgono) in acqua hanno funzione di riserva Una classe di lipidi sono i gliceridi, formati da glicerolo e da acidi grassi (tre nei trigliceridi) (vedi figura 11). Figura 11 I trigliceridi formano i grassi animali ed i grassi vegetali od oli. I grassi animali sono solidi, come il burro, lo strutto e il lardo. I grassi vegetali sono liquidi come l’olio (vedi figura 11). I trigliceridi sono formati dall’unione di una molecola di glicerolo con tre molecole di acidi grassi; durante la digestione sono scissi divisi in glicerolo ed acidi grassi (vedi figura 10). I grassi vegetali (oli) hanno nella loro molecola uno o più doppi legami C=C e per questo sono chiamati acidi grassi insaturi (vedi figura 13). I grassi vegetali sono formati da acido linoleico (contenuto nell’olio di girasole, nell’olio di mais) e dall’ acido oleico (contenuto nell’olio d’oliva). Figura 12 Figura 13 I lipidi hanno: funzione energetica, funzione di riserva, funzione plastica. I lipidi insieme alle proteine formano le membrane cellulari. Gli acidi grassi sono: saturi - non hanno doppi legami - sono solidi a temperatura ambiente - sono una riserva di energia - causano malattie cardiovascolari insaturi - hanno uno o più doppi legami - sono liquidi a temperatura ambiente Ci sono 3 classi di lipidi. La seconda classe di lipidi sono gli steroidi: il colesterolo e gli ormoni sessuali (testosterone e estrogeno). La terza classe di lipidi sono i fosfolipidi (vedi figura 14) sono formati da: una molecola di glicerolo + due molecole di acidi grassi + un gruppo fosfato hanno una testa polare (solubile in acqua) e una coda non polare (non solubile in acqua) formano le membrane cellulari (vedi figura 15) Figura 14 Figura 15 Membrana cellulare La terza classe di molecole biologiche: le proteine Figura 16 Le proteine (vedi figura 16) sono molecole organiche formate da catene di molti aminoacidi. Gli aminoacidi: sono formati da un atomo di carbonio + un gruppo carbossilico (COOH) + un gruppo amminico (NH2) + un atomo di idrogeno + un gruppo R (vedi figura 17 e figura 18) Figura 17 - Formula di un generico aminoacido - Figura 18 si legano tra loro con il legame peptidico (vedi figura 19) Figura 19 sono diversi tra loro per il gruppo R (vedi figura 20) Figura 20 Le proteine sono formate da lunghe catene di amminoacidi (vedi figura 21) Figura 21 Gli aminoacidi sono uniti tra loro con il legame peptidico (vedi figura 22) Figura 22 Sono 20 (vedi figura 23) Le proteine hanno una forma diversa Le proteine hanno una funzione diversa La struttura delle proteine Le proteine sono catene polipeptidiche (vedi figura 21) sono formate da monomeri chiamati aminoacidi (vedi figura 22) sono diverse perché formate dall’unione di 20 amminoacidi diversi (vedi figura 23) Figura 23 hanno diverse funzioni. Le proteine hanno quattro strutture (vedi figura 24): - struttura primaria è la sequenza degli aminoacidi - struttura secondaria è ad alfa elica - struttura terziaria è la forma tridimensionale della proteina - struttura quaternaria è formata dall’unione di più catene polipeptidiche Figura 24 Le proteine hanno tante funzioni: - plastica o strutturale; - catalizzatrice (enzimi); - energetica; - di protezione (gli anticorpi che permettono di combattere le infezioni) - di trasporto (emoglobina). Figura 25 La quarta classe di molecole biologiche: gli acidi nucleici Gli acidi nucleici: sono molecole organiche formate dall'unione di molti nucleotidi sono il DNA (acido desossiribonucleico) e l'RNA (acido ribonucleico) (vedi figura 28) Il nucleotide è formato da (vedi figura 26a e figura 26b): un gruppo fosfato uno zucchero semplice (desossiribosio o ribosio) una base azotata (adenina, timina, citosina o guanina) Figura 26 a: Un nucleotide è formato da tre pezzi: un gruppo fosfato + uno zucchero a cinque atomi di carbonio + una base azotata Modello Figuraschematico 26 b Schema didi un unnucleotide nucleotide Rappresentazione schematica della del DNA Figura 27 La molecola molecola di DNA Rappresentazione schematica della Figura duplicazione 28 La molecola del DNA semiconservativa e la molecola dell’RNA del DNA I componenti del DNA La molecola di DNA è formata dall'unione di molti nucleotidi. Un nucleotide è formato da: un gruppo fosfato uno zucchero a cinque atomi di carbonio (il desossiribosio) una base azotata adenina, guanina, timina e citosina La doppia elica del DNA (vedi figura 27) è formata da due componenti: due “montanti”, formati dalle catene di zucchero + il gruppo fosfato (vedi figura 28) i “pioli”, formati da due basi azotate complementari (vedi figura 29) le basi azotate complementari sono: adenina e timina oppure guanina e citosina (vedi figura 30) Figura 28 Figura 29 Figura 30 Figura 31 Le basi azotate del DNA e dell’RNA I componenti dell’RNA Una molecola di acido ribonucleico (RNA) (vedi figura 28) è formata da una catena di ribonucleotidi il ribonucleotide è formato da uno zucchero (ribosio) + un gruppo fosfato + una base azotata (adenina, uracile, guanina o citosina) è costituita da un singolo filamento è più piccola di una molecola di DNA GLOSSARIO NUCLEOTIDE: molecola organica formata da: una base azotata (guanina, citosina, adenina, timina, uracile) + uno zucchero (ribosio o desossiribosio) + un gruppo fosfato. RNA O ACIDO RIBONUCLEICO: il ribosio è lo zucchero dell' RNA. L’RNA è a singola elica e contiene le quattro basi azotate: adenina (A), citosina (C), guanina (G), uracile (U). MONOSACCARIDE: uno zucchero semplice, con sette o meno atomi di carbonio a cui sono legati l’idrogeno e l’ossigeno. Esempi di monosaccaride: glucosio, galattosio, ribosio, desossiribosio, fruttosio. FOSFOLIPIDI: lipidi simili ai trigliceridi. I fosfolipidi hanno una funzione prevalentemente strutturale poiché costituiscono le membrane cellulari. DNA O ACIDO DESOSSIRIBONUCLEICO: molecola composta da due catene polinucleotidiche (più nucleotidi) avvolte in una doppia elica. SACCAROSIO: zucchero (disaccaride) formato da glucosio (monosaccaride) + fruttosio (monosaccaride). MALTOSIO: zucchero disaccaride formato da due molecole di glucosio (monosaccaride) LATTOSIO: zucchero disaccaride formato da glucosio (monosaccaride) + galattosio (monosaccaride) DISACCARIDE: zucchero formato da due molecole di monosaccaride. ENZIMA: proteina specializzata. PROTEINA: molecola organica formata dall'unione di diversi amminoacidi uniti dal legame peptidico. LEGAME PEPTIDICO: unisce gli amminoacidi. CARBOIDRATI: o glucidi o zuccheri, sono composti ternari formati da tre elementi chimici: carbonio (C), idrogeno (H) e ossigeno (O). POLISACCARIDI: zuccheri complessi formati dall’unione di diversi monosaccaridi. I polisaccaridi sono: il glicogeno; la cellulosa e l’amido. LIPIDE: composto organico formato da carbonio, idrogeno e piccole quantità di ossigeno. Esempi di lipidi sono i grassi, gli oli. GLUCOSIO: monosaccaride a 6 atomi di carbonio GALATTOSIO: monosaccaride a 6 atomi di carbonio. GLICOGENO: polisaccaride (zucchero complesso) formato da molte molecole di glucosio (monosaccaride). Il glicogeno si trova nel fegato e nei muscoli. CELLULOSA: La cellulosa è un polisaccaride vegetale. La cellulosa si trova nella frutta e nei vegetali. VERIFICA Le macromolecole biologiche Vero o falso? I carboidrati svolgono una funzione prevalentemente energetica [V] [F] Lo zucchero è un carboidrato [V] [F] Il lattosio è una proteina [V] [F] Lo zucchero comune svolge una funzione protettrice [V] [F] I grassi svolgono una funzione plastica [V] [F] Le proteine svolgono una funzione plastica [V] [F] Gli alimenti con molte proteine sono la frutta e la verdura [V] [F] Vero o falso? Le molecole organiche non contengono atomi di carbonio [V] [F] Gli oli sono lipidi di origine animale [V] [F] L’acido nucleico è un polimero di nucleotidi [V] [F] Gli aminoacidi sono monomeri che polimerizzano nella formazione delle proteine [V] [F] Il glucosio è un monosaccaride a 6 atomi di carbonio [V] [F] Gli enzimi sono lipidi a funzione strutturale [V] [F] L’RNA è una proteina [V] [F] Collega il composto della colonna A alla giusta definizione della colonna B A B Trigliceridi composti formati da amminoacidi Monosaccaridi zuccheri semplici Proteine composti formati da glicerolo e acidi grassi Collega il composto della colonna A ad un composto della colonna B A B Glicogeno monosaccaridi Saccarosio Amido disaccaridi Cellulosa Glucosio polisaccaridi RISPOSTA MULTIPLA: segna la risposta corretta Il glucosio è: [ ] un monosaccaride a 5 atomi di carbonio [ ] un amminoacido [ ] un polisaccaride [ ] un monosaccaride a 6 atomi di carbonio La cellulosa è: [ ] un polisaccaride a funzione di riserva [ ] un acido nucleico [ ] un polisaccaride a funzione strutturale e di sostegno [ ] un monosaccaride a 6 atomi di carbonio I grassi sono: [ ] lipidi di origine animale che si presentano allo stato liquido [ ] lipidi di origine vegetale che si presentano allo stato liquido [ ] lipidi di origine minerale che si presentano allo stato cristallino [ ] proteine di origine animale Le proteine sono molecole formate da: [ ] acidi grassi [ ] nucleotidi [ ] acqua [ ] amminoacidi I nucleotidi sono molecole formate da: [ ] una base azotata e un acido grasso [ ] uno zucchero a 5 atomi di carbonio, una base azotata e una molecola di acido fosforico [ ] uno zucchero a 6 atomi di carbonio e una base azotata [ ] amminoacidi L’RNA è: [ ] un lipide di origine animale [ ] un acido nucleico a singolo filamento [ ] un acido nucleico a doppio filamento [ ] un acido nucleico a triplo filamento Gli oli sono: [ ] acidi nucleici di origine animale [ ] proteine vegetali che si presentano allo stato solido [ ] lipidi di origine vegetale che si presentano allo stato liquido [ ] lipidi di origine animale che si presentano allo stato solido I fosfolipidi sono: [ ] molecole completamente solubili in acqua [ ] proteine a funzione ormonale [ ] i principali costituenti delle membrane biologiche [ ] i principali costituenti della parete delle cellule vegetali La struttura primaria delle proteine consiste: [ ] nella semplice sequenza aminoacidica [ ] nell’associazione di diverse catene proteiche nel formare una struttura complessa e globulare [ ] nella sequenza di due amminoacidi -foglietto ripiegato Gli acidi nucleici sono molecole formate da: [ ] amminoacidi [ ] acidi grassi [ ] monosaccaridi [ ] nucleotidi Il DNA è: [ ] uno steroide a funzione ormonale [ ] una proteina globulare a funzione di trasporto [ ] un acido nucleico a doppio filamento [ ] un acido nucleico a singolo filamento Elenca i principali polisaccaridi presenti in natura: ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………… Collega ogni termine della colonna sinistra con il giusto termine della colonna destra. Vedi l’esempio proteina [1] proteina [2] grasso [3] cellulosa [4] fruttosio [5] acido nucleico [6] amido [7] glucosio [8] saccarosio [ ] polisaccaride [ ] monosaccaride [1] aminoacido [ ] nucleotide [ ] acido grasso [ ] disaccaride [ ] polisaccaride [ ] monosaccaride Spiega la differenza tra monosaccaridi, disaccaridi e polisaccaridi ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… Segna la risposta corretta Come si realizza la struttura secondaria delle proteine? [ ] Tramite la formazione di legami idrogeno tra gli amminoacidi [ ] Tramite la formazione di legami peptidici tra gli amminoacidi Quali sono i monosaccaridi che compongono il saccarosio? [ ] Glucosio e fruttosio [ ] Glucosio e galattosio Rispondi alle domande 1. Quali atomi ci sono nelle sostanze organiche? 2. Che cosa sono gli aminoacidi? 3. Che cosa sono le proteine? 4. Da che tipo di composti organici derivano il burro e l’olio? 5. Osserva la figura sotto. A quale classe di composti organici si riferisce? 6. Osserva la figura sotto. A quale classe di composti organici si riferisce? I.I.S. ROMANI A.S. 2012/2013 CASALMAGGIORE Unità di apprendimento: La cellula Classe 2^, Istituto tecnico, corso: Costruzioni Ambiente e Territorio Livello linguistico dello studente: B1 Tempo previsto: 20 ore PREREQUISITI Conoscere il concetto di atomo. Conoscere il concetto di molecola. Conoscere il concetto di reazioni chimiche. Conoscere il concetto di composto organico (acidi nucleici, proteine, grassi e zuccheri). CONOSCENZE o o o o o o La cellula procariota. La cellula eucariota. Struttura e funzione degli organuli cellulari. Gli organismi autotrofi. Gli organismi eterotrofi I cinque Regni. COMPETENZE Descrivere le differenze tra cellula procariota e cellula eucariota. Associare ad ogni struttura cellulare la sua specifica funzione. Indicare le differenze tra cellula animale e cellula vegetale. Disegnare le diverse parti della cellula. Descrivere le differenze tra organismi autotrofi ed organismi eterotrofi. La cellula pag. 1 di 35 I.I.S. ROMANI A.S. 2012/2013 CASALMAGGIORE La cellula Le cellule: i mattoni degli esseri viventi Tutti gli esseri viventi sono formati da cellule. Le cellule: hanno funzioni diverse hanno forme diverse (vedi Fig.1) nascono da altre cellule Figura 1: La cellula eucariota di un animale La cellula La cellula procariota di un batterio pag. 2 di 35 I.I.S. ROMANI A.S. 2012/2013 CASALMAGGIORE Le cellule sono: procariote ed eucariote Le cellule sono: cellule procariote (vedi Fig.2) - non hanno il nucleo - non hanno gli organuli citoplasmatici - esempi di cellule procariote sono le cellule dei batteri Figura 2: La cellula procariota di un batterio le cellule eucariote (vedi Fig.3) - hanno un nucleo circondato da membrane - hanno organuli citoplasmatici - esempi di cellule eucariote sono le cellule degli animali, dei vegetali, …….. - sono più grandi delle cellule procariote Figura 3: La cellula eucariota La cellula pag. 3 di 35 I.I.S. ROMANI A.S. 2012/2013 CASALMAGGIORE Le differenze tra eucarioti e procarioti La cellula pag. 4 di 35 I.I.S. ROMANI A.S. 2012/2013 CASALMAGGIORE La cellula eucariota La cellula eucariota ha: il nucleo (vedi Fig. 4) - dentro il nucleo c’è il DNA (acido desossiribonucleico) - controlla la cellula Poro nucleare membrana nucleare cromatina (DNA + proteine) Figura 4: Il nucleo di una cellula eucariota Nucleolo gli organuli (vedi Fig.5) - sono protetti da membrane esempi di organuli sono i mitocondri, i ribosomi,………….. Figura 5: Gli organuli cellulari La cellula pag. 5 di 35 I.I.S. ROMANI A.S. 2012/2013 CASALMAGGIORE il citoplasma (vedi Fig. 6) - è una sostanza formata da acqua,sali minerali e sostanze organiche (proteine) - nel citoplasma ci sono gli organuli cellulari (mitocondri, ribosomi, lisosomi, apparato del Golgi,……… - si trova tra il nucleo e la membrana plasmatica Citoplasma Figura 6: Il citoplasma il citoscheletro (vedi Fig. 7a e Fig. 7b) - è un'impalcatura interna - è formato da filamenti di proteine citoscheletro Figura 7a: Il citoscheletro La cellula pag. 6 di 35 I.I.S. ROMANI A.S. 2012/2013 CASALMAGGIORE Figura 7b: Il citoscheletro la membrana plasmatica (vedi Fig. 8 e Fig. 9) - elimina le sostanze di rifiuto - protegge la cellula - fa passare (assorbe) le sostanze nutritive Fig. 8: Struttura della membrana plasmatica La cellula Fig. 9: Il fosfolipide della membrana plasmatica pag. 7 di 35 I.I.S. ROMANI A.S. 2012/2013 CASALMAGGIORE Le cellule eucariote sono: la cellula animale (vedi Fig. 10) - ha la forma di una sfera - è circondata da cellule uguali - è immersa in un ambiente acquoso la cellula vegetale (vedi Fig. 11) - ha una parete cellulare rigida - ha i cloroplasti (organuli celluari) - ha il vacuolo centrale (organulo celluare) Fig. 10: La cellula animale La cellula Fig.11 La cellula vegetale pag. 8 di 35 I.I.S. ROMANI A.S. 2012/2013 CASALMAGGIORE Gli organuli e le strutture della cellula Il nucleo: (vedi Fig. 12) è protetto da una membrana nucleare. La membrana nucleare ha tanti buchi. I buchi della membrana nucleare sono chiamati pori nucleari nel nucleo c’è il DNA nel nucleo il DNA è trascritto in molecole di RNA messaggero (mRNA). L’mRNA esce dal nucleo attraverso i pori nucleari e l’mRNA va nel citoplasma. Poro nucleare nucleolo membrana nucleare Figura 12: Il nucleo di una cellula animale Il nucleolo (vedi Fig.12) ha una forma rotonda è dentro il nucleo forma i ribosomi. Il reticolo endoplasmatico ruvido o rugoso (vedi Fig. 13): è formato da sacchetti appiattiti. I sacchetti appiattiti sono chiamati cisterne. è ricoperto da ribosomi Fig. 13: Il reticolo endoplasmatico rugoso La cellula pag. 9 di 35 I.I.S. ROMANI A.S. 2012/2013 CASALMAGGIORE L'apparato di Golgi (Fig. 14): distribuisce le proteine alla cellula trasporta fuori dalla cellula le proteine è formato da tante cisterne una sopra l’altra. Fig. 14: L’apparato del Golgi I ribosomi liberi(vedi Fig. 15a e Fig.15b): i ribosomi sono formati da proteine e RNA ribosomiale (rRNA) i ribosomi sono nel citoplasma i ribosomi hanno una forma rotonda i ribosomi formano le proteine Ribosomi liberi Ribosomi liberi Fig. 15a: I ribosomi liberi La cellula pag. 10 di 35 I.I.S. ROMANI A.S. 2012/2013 CASALMAGGIORE Fig. 15b: I ribosomi liberi Il reticolo endoplasmatico liscio (vedi Fig. 16): è formato da sacchetti appiattiti. I sacchetti appiattiti sono chiamati cisterne. non ha ribosomi forma i lipidi elimina le sostanze pericolose Fig. 16: Il reticolo endoplasmatico liscio La cellula pag. 11 di 35 I.I.S. ROMANI A.S. 2012/2013 CASALMAGGIORE I lisosomi (vedi Fig. 17): sono vescicole eliminano le sostanze di rifiuto Fig. 17: Il lisosoma I mitocondri (vedi Fig.18): hanno una doppia membrana. producono energia Fig. 18: Il mitocondrio Le ciglia: - sono corte - sono tante - sono sulla superficie della cellula - permettono il movimento della cellula (negli organismi unicellulari) - permettono il movimento di sostanze (negli organismi pluricellulari) I flagelli (vedi Fig. 19 a e Fig.19 b): - sono lunghi - sono pochi (uno o due) - sono all’estremità della cellula - permettono il movimento della cellula La cellula pag. 12 di 35 I.I.S. ROMANI - A.S. 2012/2013 gli spermatozoi (uniche cellule animali) hanno i flagelli Fig. 19a: Il flagello di una cellula batterica La cellula CASALMAGGIORE Fig. 19b: Il flagello di uno spermatozoo pag. 13 di 35 I.I.S. ROMANI A.S. 2012/2013 CASALMAGGIORE La cellula vegetale La cellula vegetale ha tre strutture particolari: la parete cellulare vedi Fig. 20a - è spessa - è di cellulosa - è una struttura protettiva Fig. 20 a: La parete cellulare il vacuolo centrale (vedi Fig. 20b) - è protetto da una membrana - riempie circa il 90% dello spazio cellulare - ha le sostanze nutritive - elimina le sostanze di rifiuto - è una vescicola piena di acqua Fig. 20b: Il vacuolo i plastidi - hanno sostanze nutritive - hanno i pigmenti (esempio: la clorofilla) Un esempio di plastidi sono i cloroplasti (vedi Fig. 20c) I cloroplasti hanno la clorofilla I cloroplasti sono la sede della fotosintesi clorofilliana. La cellula pag. 14 di 35 I.I.S. ROMANI A.S. 2012/2013 CASALMAGGIORE Fig. 20c: Il cloroplasto La cellula pag. 15 di 35 I.I.S. ROMANI A.S. 2012/2013 CASALMAGGIORE Le caratteristiche degli esseri viventi La biologia è una scienza. La biologia studia gli esseri viventi. Gli esseri viventi sono formati da una o più cellule. Gli esseri viventi formati da una sola cellula sono: gli unicellulari. 1 CELLULA: unicellulare. Organismi unicellulari sono: i “batteri” e i “cianobatteri”. Gli organismi viventi formati da due o più cellule sono: i pluricellulari. 1 cellula + 1 cellula + “n” cellule : organismo pluricellulare. Organismi pluricellulari sono gli animali, le piante e la maggior parte dei funghi. Tutti gli esseri viventi svolgono delle funzioni importanti: - nascere - crescere - mangiare (nutrirsi) - fare figli (riprodursi) - essere in movimento (muoversi) - morire La cellula pag. 16 di 35 I.I.S. ROMANI A.S. 2012/2013 CASALMAGGIORE Gli esseri viventi sono classificati: - in base alle CELLULE • gli esseri viventi sono unicellulari • gli esseri viventi sono pluricellulari - in base al bisogno di OSSIGENO • gli esseri viventi sono aerobi (se hanno bisogno di ossigeno) • gli esseri viventi sono anaerobi (se non hanno bisogno di ossigeno). - in base al cibo • gli esseri viventi sono autotrofi (produttori). Gli organismi autotrofi sono capaci di produrre il cibo da soli. Un esempio di organismi autotrofi sono i vegetali. I vegetali sono le piante (le alghe, gli alberi da frutta,…..) • gli esseri viventi sono eterotrofi (consumatori) Gli organismi eterotrofi non sono capaci di produrre il cibo da soli ma mangiano il cibo prodotto da altri organismi. Un esempio di organismi eterotrofi sono gli animali. Gli animali sono: 1) carnivori. I carnivori mangiano la carne. Esempio: il leone è un animale carnivoro (vedi fig. 21). Figura 21: il leone 2) Erbivori. Gli erbivori mangiano i vegetali (pianta, albero, erba). Esempio: la mucca è un animale erbivoro (vedi fig. 22) Figura 22: la mucca La cellula pag. 17 di 35 I.I.S. ROMANI A.S. 2012/2013 CASALMAGGIORE 3) Onnivori. Gli onnivori mangiano la carne ed i vegetali. Esempio: l’uomo è un animale onnivoro. La teoria cellulare La cellula pag. 18 di 35 I.I.S. ROMANI A.S. 2012/2013 CASALMAGGIORE La teoria cellulare La teoria cellulare dice che: - tutti gli esseri viventi sono formati da una cellula o da più cellule. - tutte le cellule nascono da altre cellule. - le reazioni chimiche di un essere vivente avvengono dentro le cellule. - le cellule hanno le informazioni genetiche. La cellula pag. 19 di 35 I.I.S. ROMANI A.S. 2012/2013 CASALMAGGIORE I livelli di organizzazione cellulare Gli organismi pluricellulari hanno dei livelli di organizzazione (vedi fig.23a, fig.23b, fig.23c e fig.24) atomo (parte più piccola della sostanza). Esempio di atomo è l’idrogeno (H) ↓ molecola (la più piccola parte di una sostanza che conserva le proprietà di quella sostanza). Esempio di molecola è l’acqua ↓ organulo (struttura della cellula utile ad una funzione specifica). Esempio di organulo è il mitocondrio. Il mitocondrio produce energia. ↓ cellula ( la più piccola parte vivente.) Esempio di cellula è la cellula muscolare ↓ tessuto (insieme di cellule che hanno la stessa funzione) Ad esempio le cellule muscolari formano il tessuto muscolare. ↓ organo (insieme di più tessuti che hanno la stessa funzione) Per esempio lo stomaco è un organo formato da: mucosa + tessuto muscolare + tessuto connettivo. ↓ apparato ( insieme di organi diversi con la stessa funzione) Per esempio l’apparato digerente (bocca + stomaco + intestino) ha la funzione di digerire il cibo. ↓ sistema (insieme di organi simili tra loro): La cellula pag. 20 di 35 I.I.S. ROMANI A.S. 2012/2013 CASALMAGGIORE Per esempio il sistema muscolare dell’uomo è formato da tanti muscoli. I muscoli (organi) hanno una struttura simile. ↓ organismo (insieme di sistemi ed apparati) Figura 23a: Schema di un organismo Figura 23b: I livelli di organizzazione di un organismo animale Figura 23c: I livelli di organizzazione di un organismo vegetale La cellula pag. 21 di 35 I.I.S. ROMANI A.S. 2012/2013 CASALMAGGIORE ↓ popolazione (organismi della stessa specie che vivono in un’area specifica) esempio di popolazione sono i pesci: (sardine e tonno) ↓ comunità (insieme di popolazioni di specie diverse che vivono nella stessa area) esempio di comunità è la barriera corallina ↓ ecosistema (insieme delle comunità e l’ambiente dove le comunità vivono) esempio di ecosistema è il mare ↓ biosfera (insieme dei diversi ecosistemi) I vari livelli di organizzazione della materia Figura 24: I livelli di organizzazione dei viventi e dei non viventi La cellula pag. 22 di 35 I.I.S. ROMANI A.S. 2012/2013 CASALMAGGIORE I cinque regni Gli esseri viventi sono divisi in 5 gruppi o (regni) vedi Tab.1e fig. 25a e fig. 25b: Regno Esempi di organismi Monere Batteri ed alghe azzurre Protisti protozoi alghe brune, alghe rosse, alghe verdi ficomiceti, mixomiceti, lieviti Funghi ascomiceti, basidiomiceti, etc. Piante piante con fiore, conifere, felci, muschi, alghe verdi Animali invertebrati, vertebrati unicellulari pluricellulari Tabella 1: esempi di organismi Fig. 25a: I cinque regni La cellula Fig. 25b: I cinque regni pag. 23 di 35 I.I.S. ROMANI A.S. 2012/2013 CASALMAGGIORE Il regno delle Monere o delle i Il regno delle monere (vedi Fig.26): Le Monere sono unicellulari Le monere sono procarioti Le monere sono autotrofe ed eterotrofe L’alga azzurra è una monera autotrofa Il batterio è una monera eterotrofa Figura 26: Il batterio La cellula pag. 24 di 35 I.I.S. ROMANI A.S. 2012/2013 CASALMAGGIORE Il regno dei Protisti Il regno dei protisti (vedi Fig. 27 e fig. 28) I protisti sono unicellulari I protisti sono eucarioti I protisti sono autotrofi ed eterotrofi L’alga verde è un protista autotrofo L’ameba è un protista eterotrofo Il lievito è un protista eterotrofo Figura 27: l'Ameba Figura 28: il lievito utilizzato per la produzione di vino e birra l regno d La cellula pag. 25 di 35 I.I.S. ROMANI A.S. 2012/2013 CASALMAGGIORE Il regno dei Funghi ei Funghi Il regno dei funghi (vedi Fig. 29a e fig. 29b): I funghi sono pluricellulari I funghi sono eucarioti I funghi sono eterotrofi Figura 29a: Le parti di un fungo Fig. 29b: Le muffe delle arance e dei limoni Il regno dei Vegeta li La cellula pag. 26 di 35 I.I.S. ROMANI A.S. 2012/2013 CASALMAGGIORE Il regno dei vegetali Il regno dei vegetali (vedi fig. 30a e fig. 30b) I vegetali sono autotrofi I vegetali sono pluricellulari I vegetali sono eucarioti I vegetali sono le piante Figura 30a: Pianta terrestre Figura 30b: Pianta acquatica Il r no degli Animali La cellula pag. 27 di 35 I.I.S. ROMANI A.S. 2012/2013 CASALMAGGIORE Il regno degli animali Il regno degli animali (vedi fig. 31a e fig. 31b; fig.32a, fig.32b e fig.32c) Gli animali sono eterotrofi Gli animali sono pluricellulari Gli animali sono eucarioti Fig.31a animali terrestri Fig.31b animali acquatici Figura 32a: uccelli volatori La cellula Fig.32b: uccello corridore Fig.32c: uccello nuotatore pag. 28 di 35 I.I.S. ROMANI A.S. 2012/2013 CASALMAGGIORE Tabella 2: le differenze tra gli organismi viventi La cellula pag. 29 di 35 I.I.S. ROMANI A.S. 2012/2013 CASALMAGGIORE Glossario di BIOLOGIA Modulo: “LA CELLULA” MEMBRANA PLASMATICA: ha un doppio strato di fosfolipidi. I fosfolipidi hanno una testa idrofila ed una coda idrofoba. NUCLEO: organulo presente nelle cellule eucariotiche. Il nucleo è circondato dalla membrana nucleare. Nel nucleo ci sono filamenti di DNA, RNA e proteine (DNA + PROTEINE = CROMOSOMI). RIBOSOMA: organulo cellulare formato da rRNA + proteine. rRNA = RNAribosomiale LISOSOMI: organuli presenti nelle cellule animali. I lisosomi hanno una forma sferica. I lisosomi hanno la funzione di distruggere il materiale estraneo alla cellula. RETICOLO ENDOPLASMATICO: ha una doppia membrana. Il reticolo endoplasmatico è nel citoplasma. Il reticolo endoplasmatico è: 1) rugoso se è unito ai ribosomi (reticolo endoplasmatico + ribosomi = reticolo endoplasmatico rugoso); 2) liscio se non è unito ai ribosomi. MITOCONDRIO: organulo cellulare presente nelle cellule eucariotiche. Il mitocondrio ha una doppia membrana. Il mitocondrio produce l’energia necessaria alla cellula. CLOROPLASTI: piccoli organuli presenti nelle cellule vegetali. I cloroplasti hanno la clorofilla. I cloroplasti hanno una doppia membrana. Nei cloroplasti avviene la fotosintesi clorofilliana. CIGLIA E FLAGELLI: sono organuli presenti nelle cellule animali. Ciglia e flagelli hanno una forma filiforme (come un filo). Ciglia e flagelli sono formati da microtubuli. Ciglia e flagelli permettono il movimento delle cellule negli ambienti liquidi. Le ciglia sono filamenti corti, mentre i flagelli sono filamenti lunghi. Le cellule delle piante non hanno ciglia e flagelli. APPARATO DEL GOLGI: presenta delle membrane. L’apparato del Golgi è nel citoplasma. L’apparato del Golgi è una struttura presente nelle cellule eucariotiche.. CROMOSOMA: struttura presente nelle cellule eucariotiche. Il cromosoma è nel nucleo della cellula eucariotica. Il cromosoma ha la forma di un bastoncino. Il cromosoma ha due sub unità (pezzi) chiamati cromatidi. Il cromosoma è formato da: DNA, RNA, proteine basiche (istoni) e proteine acide. Un cromosoma ha un telomero ad ogni estremità ed un centromero. PROCARIOTI: organismi di cellule che non hanno membrane nucleari. I procarioti sono: batteri e alghe azzurre. EUCARIOTI: organismi di cellule formati da: - cellule con nuclei circondati da membrane nucleari (DNA circondato dalla membrana nucleare) - organuli citoplasmatici circondati da membrane. CENTRIOLO: è una struttura della cellula animale. PARETE CELLULARE: è un rivestimento delle cellule vegetali. La parete cellulare è all’esterno della membrana plasmatica. La parete cellulare è di cellulosa. La parete cellulare ha la funzione di proteggere la cellula. NUCLEOLO: piccola struttura che si trova nel nucleo cellulare. VACUOLI: sono cavità piene di liquido circondate da una membrana. I vacuoli sono strutture delle cellule vegetali. MICROTUBULI: strutture cilindriche cave formate da una particolare proteina, la tubulina. PLASTIDIO: organulo citoplasmatico presente nella cellula vegetale. Il plastidio ha la clorofilla. TESSUTO: associazione di cellule CITOSCHELETRO: è una rete di filamenti proteici che si trova nel citoplasma delle cellule eucariotiche. APPARATO: insieme di organi. Esempio di apparato: cardiocircolatorio, riproduttivo, respiratorio. La cellula pag. 30 di 35 I.I.S. ROMANI A.S. 2012/2013 CASALMAGGIORE FUNGHI: regno di organismi eucarioti. I funghi sono organismi unicellulari e pluricellulari. Esempi di funghi sono: muffe e lieviti. INVERTEBRATI: gruppo di animali privi di scheletro interno. LIEVITO: fungo unicellulare MONERE: un regno di organismi procarioti. Un esempio di monere sono i batteri. PROTISTI: regno di eucarioti autotrofi ed eterotrofi. PROTOZOO: organismo unicellulare, eucariote, con membrana citoplasmatica, eterotrofo La cellula pag. 31 di 35 I.I.S. ROMANI A.S. 2012/2013 CASALMAGGIORE VERIFICA DI BIOLOGIA NOME CLASSE DATA La prova viene valutata in base ai seguenti indicatori: • Correttezza e pertinenza dei contenuti • Completezza delle conoscenze • Competenza espositiva lessicale, ovvero padronanza del lessico specifico a) Completa le frasi seguenti inserendo i termini opportuni:[21] - Le cellule.......................................................................hanno il nucleo ben evidente, racchiuso all’interno della…………………………………………….…………… - Oltre ai cloroplasti, le cellule vegetali hanno altre due strutture assenti nelle cellule animali: il.......................................................................e la .............................................................................. - Gli animali sono organismi…………………………………………………………….…………………… - I vegetali sono organismi…………………………………………………………………………………… - La………………………….……………………..è un involucro rigido che circonda all’esterno la membrana delle cellule vegetali c) Risposta multipla:[10] b) VERO O FALSO:[7] V F 1) La cellula degli organismi pluricellulari è di tipo procariota 2) Nella cellula procariota il DNA non è delimitato da una membrana 3) Sulla superficie del Reticolo Endoplasmatico Rugoso sono presenti i ribosomi 4) I vacuoli sono vescicole cellulari prive di membrana 5) La membrana nucleare è una struttura senza interruzioni 6) I mitocondri partecipano alla sintesi (formazione) delle proteine 7) Il citoscheletro è una struttura rigida che avvolge esternamente la cellula 1) Nei vegetali la parete cellulare è costituita (fatta) da: a) chitina b) cellulosa c) glucosio d) amido 2) I mitocondri servono a: a) svolgere la fotosintesi b) produrre energia mediante la respirazione cellulare c) assemblare le biomolecole d) inattivare le sostanze tossiche 3) La clorofilla si trova dentro: a) i mitocondri b) i ribosomi c) i lisosomi d) i cloroplasti 4) I microtubuli sono componenti: a) del citoscheletro b) della parete cellulare La cellula pag. 32 di 35 I.I.S. ROMANI A.S. 2012/2013 CASALMAGGIORE c) della membrana nucleare d) della matrice 5) Nei ribosomi si ha: a) sintesi (formazione) del DNA b) sintesi delle proteine c) sintesi dei polisaccaridi d) digestione intracellulare d) Esercizio a completamento: 1. Inserisci nella figura 1 i termini:[12] 1. 2. 3. 4. 5. 6. Reticolo Endoplasmatico Rugoso Cloroplasto Vacuolo centrale Mitocondrio Apparato di Golgi Centriolo Figura 8 2. Osserva la figura 2 e specifica che cosa sono i punti 1 e 2:[4] 2 Figura 9 La cellula 1 pag. 33 di 35 I.I.S. ROMANI A.S. 2012/2013 CASALMAGGIORE 3. Osserva la figura 3 e inserisci i termini mancanti:[12] È una cellula …………………………………. Figura 10 4. Osserva la figura 4 ed inserisci i termini mancanti:[14] È una cellula ………………..……………………………... Figura 11 La cellula pag. 34 di 35 I.I.S. ROMANI A.S. 2012/2013 Regno a) regno delle Monere b) regno dei Protisti c) regno delle Piante CASALMAGGIORE e) Associa ad ogni regno gli organismi:[10] Organismo 1) organismi eterotrofi pluricellulari come gli uomini 2) organismi fotosintetici pluricellulari come gli alberi da frutta 3) procarioti come i batteri d) regno dei Funghi Associazione 4) organismi eterotrofi unicellulari come le muffe 5) organismi eucarioti unicellulari come le amebe e) regno degli Animali f) Sottolinea la corretta composizione chimica delle parti cellulari :[10] a) membrane cellulari: b) ribosomi: RNA FOSFOLIPIDI - DNA c) parete dei batteri: RNA - TRIGLICERIDI - PROTEINE MUCOPOLISACCARIDI d) parete delle cellule vegetali: e) cromosomi: - - AMIDO DNA - - - LIPIDI - CELLULOSA CELLULOSA PROTEINE Punteggio massimo: 100 PROTEINE - TRIGLICERIDI Punteggio per la sufficienza: 60 Buon lavoro! La cellula pag. 35 di 35