italstudio: la riscrittura funzionale dei testi nella classe multilingue

Accordo di programma
tra la Provincia di Cremona, i Comuni di Cremona, Crema e Casalmaggiore
e l'Ufficio Scolastico Territoriale XIII Cremona
per la realizzazione di interventi di supporto all'inserimento
di alunni non italofoni nel sistema di istruzione e formazione
ITALSTUDIO:
LA RISCRITTURA
FUNZIONALE DEI TESTI
NELLA CLASSE MULTILINGUE
Documentazione del Corso di formazione per docenti
organizzato dal Comune di Casalmaggiore presso l’I.I.S.”Romani”
dal 27 novembre al 18 dicembre 2012.
a cura di
Sara Pisani
con la collaborazione di
Massimiliano Cimino
Greta Viani
Nell’ambito dell’Accordo di programma tra la Provincia di Cremona, Crema e
Casalmaggiore e l’Ufficio Scolastico Territoriale XIII Cremona per la realizzazione di
interventi di supporto all’inserimento di alunni non italofoni nel sistema di istruzione e
formazione, il Comune di Casalmaggiore ha organizzato, nei mesi di novembre e dicembre
2012, due corsi di formazione indirizzati a docenti alfabetizzatori per migranti, a docenti di
CAD multilingue, a referenti intercultura o funzione strumentale intercultura inseriti nella
scuola pubblica di ogni ordine e grado.
La formazione è stata suddivisa in due corsi, ciascuno della durata di quattro incontri
frontali da due ore ciascuno e supportati da altrettante ore di preparazione e di
accompagnamento dei docenti nel corso dei mesi seguenti. Obiettivo del primo corso,
indirizzato a docenti non ancora formati sul tema e intitolato Approccio alla didattica della
lingua italiana a persone non italofone, è stato acquisire una serie di strumenti generali
finalizzati all’insegnamento della lingua italiana a migranti di varia origine linguistica
Il secondo corso, intitolato Italstudio: la riscrittura funzionale dei testi nella classe
multilingue, ha avuto come obiettivo tracciare le prime linee guida nella semplificazione dei
manuali di studio per agevolare nei docenti la didattica della lingua dello studio a studenti
non italofoni e rendere contemporaneamente autonomi nello studio gli studenti stessi. Le
difficoltà nel rendimento scolastico, i ritardi e spesso i fallimenti di una parte di giovani non
italofoni frequentanti gli istituti secondari del territorio italiano, hanno indotto il Comune di
Casalmaggiore a scegliere questo tipo di proposta formativa, i cui destinatari sono stati sia i
docenti di classe sia gli studenti stessi con cui i docenti hanno subito sperimentato i metodi
appresi. I docenti sono stati stimolati a ripensare la propria metodologia didattica, per
favorire maggior apprendimento da parte degli studenti e per costruire un nuovo rapporto di
fiducia e di reciprocità tra docente-studente; gli studenti, invece, vivendo questo nuovo
approccio allo studio, sono stati portati a ripensare alla loro motivazione allo studio, alla loro
partecipazione ai corsi, all’intensificarsi dello studio autonomo attraverso percorsi facilitati
e, dove necessario, attraverso testi semplificati. Docenti e studenti hanno così appreso che
l’avvicinamento all’italiano lingua dello studio, possibile solo dal livello di competenza A2
(meglio ancora livello soglia B1) del Framework Europeo, può diventare altresì un
momento formativo relativo alla L2 della prima comunicazione, divenendo occasione di
sviluppare il lessico delle parole alte oltre che del vocabolario di base. Questo li ha resi
consapevoli che l’uso di un micro linguaggio corretto (Imparare l’italiano. Imparare in
italiano1) permette di comprendere meglio un testo scritto ed un messaggio orale -ad
esempio la spiegazione dell’insegnante- e di produrre un testo scritto quale riassunto o
commento. Spesso, infatti, le difficoltà dello studente vengono riscontrate dai docenti solo in
sede di verifica, quando – dopo ore di spiegazione alle quali lo studente ha partecipato senza
segnalare particolari problemi di comprensione- si raggiunge, con l’interrogazione orale o
ancora di più con la verifica scritta, la consapevolezza della mancata comprensione del
contenuto espresso dal docente e dal manuale e ancor più la mancata capacità di espressione.
Da questo percorso è nata la volontà da parte di alcuni docenti di creare materiale
semplificato per i propri gruppi classe, con lo scopo di rendere pubblico il lavoro intrapreso
e di condividerlo in rete con chi ne potrà avere bisogno. Si tratta di due docenti dell’I.I.S. G.
Romani di Casalmaggiore, la prof.ssa Viani e il prof. Cimino, rispettivamente docente di
Lettere e di sostegno abilitato all’insegnamento di Chimica e Biologia, i quali, a seguito del
1 Favaro, G. (1999) (a cura di) Imparare l’italiano. Imparare in italiano, Milano, Guerini Ed.
corso Italstudio, hanno prodotto, con il monitoraggio del docente formatore, le tre unità
formative che qui presentiamo. Importante rilevare che entrambe le unità siano state
implementate direttamente con la classe e abbiano pertanto prodotto delle modifiche e delle
migliorie strada facendo. I docenti, pertanto, dopo avere partecipato al corso relativo alle
tecniche di semplificazione di un manuale di studio e dopo aver appreso le strategie
fondamentali per l’accompagnamento facilitato alla comprensione di testi dalla lingua alta (o
micro lingua), si sono adoperati per sperimentare sul campo quanto appreso ed hanno potuto
verificare che spesso ciò che viene attribuito a personali difficoltà dello studente e pertanto
punito con voti insufficienti, è dovuto piuttosto alla carenza linguistica in L2. Hanno
convenuto peraltro che per nessun motivo questa deve diventare fattore discriminatorio ed è
pertanto doveroso, per l'istituzione scolastica, fornire strumenti adeguati per far fronte a
necessità linguistiche degli studenti non italofoni.
In conclusione, ritengo di poter affermare che la partecipazione attiva al corso e la richiesta
pervenuta in più occasioni da parte dei docenti di essere accompagnati e seguiti nell’arco
dell’anno scolastico nel loro operare in classi multilingue, siano segnali importanti che la
direzione intrapresa sia quella corretta. Ringraziando i docenti per la loro importante
collaborazione all’insegna della crescita delle competenze in campo di didattica della lingua
italiana a non italofoni, segnalo la ricchezza dei rapporti intrapresi e la necessità sempre
certa di proseguire in questo percorso.
Sara Pisani
Coordinatrice progetti di Alfabetizzazione per il Comune di Casalmaggiore
INDICE
Sara Pisani
ITALStudio: la riscrittura funzionale dei testi nella classe plurilingue
Teoria della semplificazione dei testi di studio
La lingua dei testi scolastici. Caratteristiche del manuale di studio
Procedure di riscrittura e didattizzazione dei testi
dalla teoria alla sperimentazione
Greta Viani
Unità formativa in Storia - Le origini della Grecia antica
Massimiliano Cimino
Unità formativa in Chimica – La nomenclatura chimica
Unità formativa in Biologia – Le macromolecole biologiche
Unità formativa in Biologia – La cellula
ITALStudio: la riscrittura
funzionale dei testi nella classe
plurilingue
Corso avanzato in didattica di
italiano L2
Destinatari e beneficiari del corso
Docenti che operano in CAD (classi ad abilità
differenziate) multilingue
Studenti coinvolti in programmi CLIL (Content and
Language Integrated Learning )
Studenti italofoni e non italofoni iscritti nelle scuole
italiane dell’obbligo di ogni ordine e grado e negli
enti professionali
Studenti non italofoni in L1
Bambini, ragazzi e adulti monolingue in L1
L1 è riconosciuta dal paese d’accoglienza
L1 può avere usi frequenti o rari (famiglie miste)
L1 era affiancata ad un altro codice linguistico in patria
Bambini e ragazzi nati in Italia (seconda
generazione)
Studenti non italofoni in possesso di un livello di
competenza L2 pari a A2 / B1 del QCEU
Obiettivi del corso
Acquisire tecniche di riscrittura e
didattizzazione del testo scolastico
Rendere la comprensione del testo
funzionale all’apprendimento linguistico
Riscrittura funzionale di un testo
Testo
1. fulcro generatore delle
attività presenti in una
unità didattica
2. stimolo al
raggiungimento delle
competenze
comunicativa e
linguistica
1. Testo e UD
L’UD (o Unità di Acquisizione) è una rete di Unità di
Apprendimento (G.A.S.)
E’ preceduta da una fase introduttiva motivante e
seguita da una fase conclusiva di riflessione e
verifica
Ha per fulcro l’analisi
’analisi e la comprensione di un testo
finalizzati all’apprendimento/acquisizione
apprendimento/acquisizione linguistica
Apprendimento e acquisizione
Apprendimento
–
–
–
Avviene in maniera strutturata e guidata
Avviene dal livello linguistico A1
Avviene dopo la fase di acquisizione
Acquisizione
–
–
–
Avviene per immersione nella L2
È un processo naturale
È direttamente proporzionale all’interazione con i nativi
Fasi di acquisizione L2
Input testuale
–
–
Notato
Compreso
Intake (memoria a breve termine): fase di
sperimentazione
Integrazione (memoria a lungo termine): fase di
esercitazione
Output (uso delle strutture apprese): l’attenzione
dell’apprendente passa dalla forma ai contenuti e poi
si fa produzione spontanea
Input testuale
Ha tre funzioni
–
–
–
Sviluppare interazione e comunicazione tra pari
Modello di usi linguistico-comunicativi
Fonte di problemi che attivino l’apprendimento (i + 1)
E’ fulcro generatore delle attività di una UD
–
–
–
–
Contestualizzazione
Attività comunicative
Riflessione metalinguistica
Esercitazioni
2. Testo e competenze
La comprensione di un testo sviluppa
•
•
•
Abilità linguistiche semplici ed integrate
Competenza comunicativa
Competenza linguistica
Abilità
linguistiche
ricettiva
Orale: ascolto
produttiva
Scritta: lettura
Orale: parlato
Scritta: scrittura
Competenza
comunicativa
Saper fare
con la lingua
Saper fare lingua
(competenza
pragmatica)
(c. sociolinguistica)
Abilità linguistiche
integrate
Funzioni - atti
registri linguistici
Sapere la lingua
(c. linguistica)
Sapere la lingua
non verbale
Le grammatiche
Fonologia
Ortografia
Morfosintassi
Lessico
Competenza
linguistica
ITAL2
Le parole basse
Le parole per dire
Le parole della prima comunicazione
ITALSTUDIO
Le parole alte
Le parole per studiare
Microlinguaggio materie scolastiche
Competenza linguistica
Codice linguistico differente da quello
materno (L1)
Lingua dell’ambiente quotidiano e degli
scambi sociali extra familiari (parole basse BICS)
Lingua dello studio (parole alte - CALP)
BICS e CALP
Cummins (1979)
http://www.iteachilearn.com/cummins/bicscalp.html
BICS Basic Interpersonal Communication Skills
(capacità comunicative interpersonali di base)
CALP Cognitive Academic Language Proficiency
(abilità cognitive della lingua accademica)
Cosa significa BICS
Italiano della prima comunicazione
È lingua orale
È lingua dell’hic et nunc
Permette di comprendere gli input del docente
Permette di comunicare a docente e compagni i
propri bisogni
Rappresenta la fase di maggiore ansia per il docente
che non sempre sa interpretare i silenzi dell’alunno
Funzioni coinvolte in BICS
Salutare
Presentarsi
Capire gli input e chiedere
Denominare cose, colori, persone, parti del
corpo
Esprimere stati e bisogni
Aprire un dialogo
Inserirsi in una conversazione
Cosa fa l’insegnante in BICS
Insegna le strutture linguistiche ed il lessico che
servono ad orientarsi nel vivere quotidiano
Usa parole chiave
Usa glossari settoriali (anche bilingue)
Usa immagini, foto, schemi, tabelle
Fornisce rassicurazioni, per es. facendo lavorare in
piccoli gruppi
Rispetta il silenzio d’attesa
Non corregge gli errori di interferenza
Il silenzio di attesa
È il silenzio della prima fase di inserimento e
la sua durata dipende da:
carattere della persona
modelli culturali
distanza tra L1 e L2
quantità/qualità di scambi comunicativi in L1
(bilinguismo
bilinguismo)
Bilinguismo
Esistono varie forme di bilinguismo
Mantenere L1 produce maggiore apprendimento di L2
Più della metà del mondo è bi-plurilingue
Bilinguismo
isolato
Di chi impara L2 da solo
aggiuntivo
Di chi impara L2
mantenendo L1
sottrattivo
Di chi impara L2
a scapito di L1
semilinguismo
L’interlingua
Quando il discente cerca di produrre un insieme di enunciati
nella lingua bersaglio, essi risultano diversi dall'ipotetico
insieme corrispondente che sarebbe stato prodotto da un
parlante nativo della lingua bersaglio stessa. Questa differenza
significa che è in gioco un sistema linguistico diverso
(Interlanguage).
Selinker 1972
Interlingua è
un continuum tra L1 e L2
un sistema di regole fluido e dinamico in evoluzione
un sistema ricco di errori di interferenza
L’errore di interferenza
Ipotesi che l’apprendente fa sulla L2
Fatto regolare e coerente
Segue un ordine naturale di apprendimento
A volte persiste per sempre per una
fossilizzazione dell’interlingua
Cosa fa lo studente in BICS
Lo studente usa
espressioni di saluto che gli permettono di entrare o
uscire da un gruppo: ciao, come stai? (funzione
fàtica)
parole e formule che esprimono bisogni, sentimenti,
opinioni: mi piace/non mi piace (funzione espressiva)
modi di dire gergali, informali, richieste di pareri e
permessi: posso? va bene?
espressioni indipendenti da L1 e L2
Cosa significa CALP
Italiano della lingua astratta
Compete l’abilità di comprensione e di
produzione di un testo scritto
Per accertarne il livello nell’apprendente si
utilizzano i test di ingresso (A2-B1)
Il suo livello di acquisizione dipende da
diversi fattori
Alunno non ancora
scolarizzato nel
Paese d’origine
Alunno scolarizzato con
alfabeto neolatino
Alunno scolarizzato con
alfabeto non neolatino
Alunno in situazione di
analfabetismo o
semianalfabetismo in L1
CALP - italiano come lingua dello studio
È lingua della costruzione
dei saperi
Implica l’abilità di
decodificare, riformulare,
creare ipotesi e sintetizzare
informazioni fornite in L2
(lingua astratta)
Questa abilità dipende dalla
conoscenza di strutture
sintattiche e morfologiche di
L2
Tempi di acquisizione
Piano nazionale L2
FASI
OBIETTIVI
DURATA
TEMPI
------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------Iniziale
comunicazione
3-4 mesi
8-10 ore settimanali
A1-A2
interpersonale di base
------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------“Ponte”
-comunicazione
fino a tutto il
circa 6 ore settimanali
A2-B1
di base
primo anno
-italiano per lo studio
------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------Facilitazione
Linguistica
B1-B2
-comunicazione efficace
secondo anno
iniziative di
aiuto allo studio
-apprendimento curricolare
in orario scolastico ed
extrascolastico
..quindi..
Per apprendere BICS
–
–
partendo da LP / A1
circa 2 anni
Per apprendere CALP
–
–
–
partendo da livello A2 / B1 (livello soglia)
dai 5 ai 7 anni
compito del docente: introdurre l’alunno alla CALP
attraverso azioni di semplificazione e facilitazione del testo
Da G. Pallotti
Studiare nella L2: il problema della comprensione
5-7 anni
2 anni
Capacità di interagire verbalmente in attività
contestualizzate
parlanti nativi
parlanti non nativi
Abilità linguistiche per le attività a bassa
contestualizzazione (accademiche)
parlanti nativi
parlanti non nativi
Parlanti nativi e non nativi
Le difficoltà affrontate sono le stesse per studenti
italofoni e non.
Esse sono dovute alle caratteristiche della CALP:
Diversità dalla lingua delle ordinarie interazioni
La lingua accademica è una lingua colta
La lingua colta è considerata un prerequisito
Nodi grammaticali problematici
Organizzazione concettuale e testuale
Nodi grammaticali CALP
Uso corretto di
–
–
–
Gerundio
Passivo
Impersonali
Gestione degli elementi di coesione del testo
–
–
–
Pronomi
Nessi relativi
Connettivi
Organizzazione concettuale e testuale
Difficoltà a gestire il rapporto tra i diversi
elementi del periodo e del testo
–
–
–
–
–
Individuare, isolare e classificare le informazioni
Individuare e interpretare gli elementi di
collegamento tra i concetti
Estrapolare la struttura concettuale
Comprendere il significato di parole nuove dal
contesto
Formulare ipotesi sul testo
Alcuni suggerimenti per i docenti
1.
2.
3.
Proporre testi brevi (max 100 parole)
Soffermarsi su immagini e parole chiave
Usare lo stesso contenuto per sviluppare diverse
funzioni linguistiche
Ad es. il tema del viaggio può far apprendere:
lessico di base
strutture linguistiche (tempi verbali passati e preposizioni)
concetti (direzione, spazio, moto)
linguaggio tecnico (continente, direzione, confine, punti cardinali)
4.
Semplificare un testo: tradurre le informazioni date
in senso logico e cronologico
scrivere frasi brevi (max 25 parole) e testi non superiori
alle 100 parole
usare frasi coordinate
usare verbi alla forma attiva
usare un titolo e le immagini come supporto
5.
6.
Usare testi semplificati o facilitati
Creare testi ex novo
È utile
Considerare che ogni alunno
ha il suo grado di
scolarizzazione
precedentemente acquisita
Considerare che ogni alunno
impara l’italiano studiando in
italiano
Considerare che l’attività di
lettura-scrittura aumenta la
capacità di astrarre,
generalizzare, sintetizzare
Sapere agire in una CAD (proporre didattica
alternativa)
Individuare situazioni di comunicazione reale (i
materiali autentici sono nel vivere quotidiano)
Favorire l’interazione e gli scambi comunicativi
(lessico, modi di dire, proverbi, espressioni gergali)
Ricordare che nella fase iniziale di apprendimento
L2 è accompagnata da silenzio di attesa ed
interlingua
Saper riconoscere il livello linguistico
dell’apprendente non italofono
Stilare un elenco di obiettivi linguistici definiti di volta
in volta in rapporto alla categoria dei destinatari
Calare questo lavoro nella sequenza didattica del
contesto scolastico
Cosa fa lo studente in CALP
Semplifica il testo di
studio
Comprende il testo
Si appropria dei
concetti
Riformula il testo
usando L2
decontestualizzata
Teoria della
semplificazione dei testi di
studio
Dare cose uguali
persone disuguali
è somma ingiustizia
http://www.donlorenzomilani.it
Movimento cooperazione
educativa (MCE)
http://www.mce-fimem.it/home.html
1951
Maestro Mario Lodi
Alfabetizzazione culturale e sociale basata
su cooperazione
Educazione popolare rispettosa delle
differenze
Gruppo di intervento e studio nel campo
dell’educazione linguistica (GISCEL)
http://www.giscel.org/
http://www.eulogos.net/ActionPagina_1021.do#IndiceGULPEASE
http://www.dueparole.it/default_.asp
1975
Prof. Tullio De Mauro
Dieci tesi per l’educazione linguistica democratica
La comprensione del testo..
… prevede
Interventi creativi
Inferenze e ipotesi
fatti in base alle informazioni di cui il lettore è
già in possesso
… risulta essere quindi un’operazione attiva e
circolare
Comprensibilità vs leggibilità
Comprensibilità = caratteristica qualitativa
Valutabile in relazione al sistema di
conoscenze, esperienze, capacità del lettore
Data da organizzazione del testo
Leggibilità = caratteristica quantitativa
Valutabile grazie a formule matematiche
secondo criteri oggettivi
Data da lessico e sintassi
Criteri di leggibilità di un testo
Stati uniti – anni ’20 – Formula di Flash
–
–
Lunghezza delle parole misurate in sillabe
Lunghezza delle frasi misurate in parole
Italia – anni ’80 - Vocabolario di base
- Indice di Gulpease
VdB di Tullio De Mauro
7.000 vocaboli della lingua italiana
Compresi e usati da chi possiede la licenza
media inferiore
Distinti in
–
–
–
Parole fondamentali (ca 2000)
Parole di alto uso (ca 3000- meno usate delle PF)
Parole di alta disponibilità (ca 2000 – le più usate
dagli italiani ma poco nei testi scritti)
Indice di Gulpease
Calcolo della leggibilità dato da
–
–
–
Lunghezza delle parole
Lunghezza delle frasi
Collocazione delle parole rispetto al VdB
Scrittura controllata
–
–
Che si rapporta alle capacità di lettura dell’utente
Attenta ai piani dell’organizzazione concettuale e
testuale
Buona organizzazione del testo
Ossatura concettuale ben pianificata
–
Chiara sequenza dei punti e dei sottopunti
Organizzazione testuale efficace
–
–
Suddivisione dei paragrafi
Esplicitazione dei connettivi che li uniscono
Condivisione degli scopi del testo
Semplificazione e facilitazione
Differenza e complementarietà
Destinatari della semplificazione
Livello di semplificazione
Finalità della semplificazione
Perplessità
Differenza e complementarietà
Facilitazione è iperonimo di semplificazione
Semplificare un testo è uno dei tanti modi di
facilitarne la comprensione
Sono gradi diversi di intervento sul testo
–
–
Testi semplificati entro livello B1
Apprendimento di tecniche facilitatrici dal B1
Anche la semplificazione usa tecniche facilitatrici
Semplificazione
Destinatari
Bambini/ragazzi con deficit linguistico momentaneo
Livello
In fase transitoria alto / molto alto
Diminuisce in relazione alle competenze linguistiche acquisite
Finalità
Sviluppo delle competenze linguistiche per permettere
l’accesso successivo a testi più complessi
Testo
Strumento di
apprendimento linguistico
Veicolo dei contenuti
Più aumenta il livello linguistico
più l’approccio al testo è verso i contenuti
Perplessità
Meglio semplificare un testo o insegnare allo
studente tecniche di facilitazione?
1.
Dopo i primi stadi di apprendimento i testi troppo
semplificati (o ad alto indice di leggibilità) rischiano
di fossilizzare nello studente un livello linguistico
basso?
2.
Semplificazione = banalizzazione dei contenuti?
3.
Semplificazione = proporre documenti non reali/non
autentici?
4.
Semplificazione = sottolineare il ritardo di alcuni
alunni con l’effetto di diminuire l’autostima ed
aumentare la marginalizzazione?
5.
Semplificazione = metodo CLIL ?
1. La progressività
La lingua dei testi semplificati è una fase
transitoria e strumentale ad una
competenza più avanzata
facilitazione
graduale crescita del
livello di difficoltà
semplificazione
testo autentico
2. È possibile una semplificazione
non banale?
Stadi iniziali (livelli inferiori al soglia)
–
–
Semplificazione testo = s. contenuti
Perché i contenuti sono pretesto per apprendimento
linguistico del
Lessico
Grammatiche
Testualità
3. È possibile una
semplificazione autentica?
Testi di studio = costruiti a fini didattici
Testi che riproducono situazioni
comunicative reali (realia)
–
–
–
–
Articoli
Brani di narrativa
Trasmissioni radiofoniche
Registrazione dialoghi spontanei
Il manuale di studio è un realia?
No, è già di per sé una riscrittura semplificata
e funzionale all’apprendimento..
.. che varia la sua complessità in base al
destinatario
Autenticità ?
Che cosa deve essere autentico?
Il testo o il linguaggio ?
La semplificazione riguarda soprattutto
gli aspetti linguistici, morfologici, sintattici
Caratteristiche di un testo
semplificato
Lessico
Uso del VdB
No figurativi
No nominalizzazioni
Sintassi
–
–
–
–
–
–
–
–
–
Frasi brevi (massimo 20 - 25 parole)
Soggetto-Verbo-Complemento
Verbi ai modi finiti e alla forma attiva
Soggetti esplicitati, no forme impersonali
Frasi coordinate o subordinate semplici (es. finali,
causali, temporali)
Assenza dei pronomi
Uso del passato prossimo al posto del passato
remoto
Uso del presente storico
Uso dell’indicativo al posto del congiuntivo
Coerenza/Coesione
–
–
–
–
Mantenere un tasso elevato di ridondanza (più nomi
pieni che pronomi, poche ellissi, ripetere le stesse
forme piuttosto che cercare sinonimi)
Esplicitare i passaggi tra argomenti
Segnalare mediante l'a capo il passaggio tra diversi
argomenti
Organizzare i contenuti in modo da favorire la loro
elaborazione cognitiva
Ma…
Un testo semplificato può contenere elementi di
novità per il lettore perché
Competenza ricettiva è maggiore di c. produttiva
Non è necessario capire tutto di un testo
–
–
Lessico e struttura concettuale subito
Morfologia anche a posteriori
Data un’organizzazione
testuale paratattica
Conosciuti o esplicati
i segnali testuali
connettivi
Gli elementi morfologici
possono mancare
senza negare
la comprensione globale
del testo
Di conseguenza in fase di
semplificazione è utile
Intervenire
sul lessico e
sull’organizzazione
testuale
Non intervenire
eccessivamente
su sintassi
e morfologia
4. A chi è destinato un testo
semplificato ?
A studenti non italofoni (A2): strumento di
apprendimento dell’IT in fase transitoria
A studenti italofoni o non italofoni (da B1):
fase di pre o post lettura
A tutti perché utile per acquisire abilità di
analisi e manipolazione del testo
Analisi del testo
Individuazione dei nuclei concettuali
Stesura della scaletta delle informazioni
Ricerca di scelte lessicali e sintattiche più
funzionali
Sintesi dei contenuti tramite riassunti
Fissazione dei contenuti
Riscrittura del testo
Rende lo studente più autonomo
Abitua lo studente a una vera rielaborazione
e appropriazione del testo
Chiede allo studente di integrare le info
mancanti nel testo originario
Aumenta le competenze metalinguistiche
dello studente
Come aumentare le
competenze metalinguistiche
Fornire input comprensibile e motivante
(i + 1 Krashen)
Esplicitare gli elementi linguistici nuovi
Riscrittura funzionale del testo
Il processo di RF del testo prevede
La stesura di un testo semplificato
tarato sulle abilità linguistiche dei destinatari
ma al tempo stesso è più di un TS, perché
oltre che semplice è difficile al punto giusto
(i + 1)
5. Semplificazione vs CLIL
(Content and Language integrated Learning)
Il CLIL riguarda solo sillabo non linguistico
Gli OL non sono proposti gradualmente
I materiali sono autentici e non manipolati
Le attività sono centrate sui contenuti e sulle
loro relazioni (mappe
concettuali/tabelle/sintesi..)
Le attività linguistiche riguardano spt il
lessico della microlingua
Quindi...
… la metodologia CLIL è
vicina alla facilitazione
lontana dalla creazione di un sillabo
linguistico che guida la proposta graduata di
testi semplificati
Semplificazione:
modalità di attuazione
I livello
Ragazzi stranieri livello LP e A1
Vedi Piano Nazionale L2
In classe solo per determinate lezioni
Lingua dello studio no
Solo attenzione al lessico e ai concetti base
della disciplina
II livello
Ragazzi stranieri livello A2
Laboratorio linguistico separato
Testi semplificati per apprendimento strutture
grammaticali e lessico
I testi introducono i contenuti scolastici
Utilizzo di mappe concettuali e schede
iconografiche
III livello
Ragazzi stranieri livello B1
Riscritture funzionali
Uso di testi didattizzati a fini linguistici
IV livello
Ragazzi stranieri e italiani livello B2
Testi originari affiancati da materiale di
supporto
–
–
–
–
–
Testi semplificati
Mappe concettuali
Scaletta informazioni
Riassunti
Glossari
V livello
Ragazzi stranieri e italiani livello C1 – C2
Coinvolti in laboratori di riscrittura per
affiancare il docente
Sviluppo di competenze metalinguistiche
La lingua dei testi scolastici
Caratteristiche del manuale
di studio
Tipologia dei testi
–
Descrittivo
Geografia/scienze/tecnologia
–
Narrativo
Storia
–
Regolativo
Matematica/tecnica/scienze
–
Argomentativo
Storia/letteratura
– Espositivo il più comune
Caratteristiche del testo espositivo
Ha per fine la comprensione
Espone i concetti secondo una struttura
logica (mappe concettuali)
Usa con attenzione
–
–
connettivi
titoli
Usa sintassi piana e termini del linguaggio
comune
Minore densità informativa di un testo
argomentativo
Buon testo espositivo
Ha ottima padronanza dell’argomento trattato
Ripone attenzione al destinatario
–
Tiene presente nella stesura le preconoscenze
del lettore
Vincolo interpretativo
Testi poco vincolanti
–
Poesie
Testi molto vincolanti
–
Testi scientifici
Manuali scolastici = medio vincolo
non sono testi autentici ma già semplificati
Testo scolastico è..
…un testo espositivo …
… di argomento tecnico o scientifico …
… rivolto a soggetti non ancora formati
linguisticamente e cognitivamente
ha il dovere di fornire le informazioni
con chiarezza
Duplicità del suo obiettivo
1.
Trasmettere contenuti adeguandosi al
livello linguistico e cognitivo
2.
Formare i destinatari (sviluppo delle
competenze)
Lingua del testo scolastico
Linguaggio divulgativo
Linguaggio tecnico
Linguaggio colto
Linguaggio divulgativo
dei testi di studio
Tecniche linguistiche,
testuali, grafiche,
iconografiche
Tecniche linguistiche
Rivolgersi direttamente al lettore con il tu o il
noi inclusivo
Lessico: termini colloquiali o di uso comune
Tecniche testuali
Nozioni distribuite in blocchi informativi
coerenti e non troppo lunghi
I titoli descrivono l’argomento di ogni
paragrafo
I connettivi sono esplicitati
Si può usare la domanda didattica
Procedure tecniche diffuse nei
testi scolastici
Accumulo successivo di informazioni, che
vanno di volta in volta spiegate
Uso di paragoni ed esempi
Ridondanza informativa
–
–
–
Ripetizione
Aggettivazione
Parafrasi
Tecniche grafiche e iconografiche
Ausili didattici
–
–
–
A inizio capitolo (sommario- elenco prerequisitielenco obiettivi)
In itinere (schede approfondimento- documentiglossario)
In fine (mappe concettuali riassuntive – test
autoverifica)
Immagini . . .
Espedienti grafici
–
Grassetto Corsivo colori
Linguaggio tecnico
dei testi di studio
Termini specialistici e
stile impersonale
Termini specialistici
Terminologia propria
Non ambigua
Internazionale
Non flessibile ed estensibile nel significato
Stile impersonale
Scopo
–
presentare fatti-eventi-fenomeni in maniera
oggettiva
Strumenti:
–
–
–
Frasi passive
Frasi impersonali
Nominalizzazioni
Frasi passive e impersonali
–
–
Per non nominare l’agente
Per portare l’attenzione dal soggetto all’oggetto
Ex:
[..] Si pensò di usare come moneta i metalli preziosi
[…] La moneta come intermediaria viene tutt’ora
usata nei mercati ..
Nominalizzazioni
–
Trasformare un verbo nel suo corrispondente
sostantivo astratto
–
Per portare l’attenzione dal soggetto all’azione
Frasi in cui l’azione Frasi in cui il verbo è
è espressa dal verbo
nominalizzato
Gli uomini primitivi
vivevano nei villaggi
La vita degli u.p. si
svolgeva nei villaggi
Le alghe crescono
negli strati pochi
profondi del mare
La crescita delle alghe si
verifica negli…
Garibaldi conquista la La conquista della Sicilia
Sicilia nel 1860
da parte di G. avviene…
Specificazioni
Verbo intransitivo (vivere-crescere)
Complemento specificazione = soggetto
Verbo transitivo (conquistare)
Locuzioni particolari
Per il soggetto: da parte di- a opera diper merito di
Per il compl. oggetto: a favore di – a
svantaggio di – nei confronti di
Linguaggio colto
dei testi di studio
Lessico, sintassi,
morfologia
Lessico
Parole diverse da interazioni comuni
Verbi come
–
–
–
–
Fare sono sostituiti da eseguire operare
effettuare condurre compiere svolgere costruire
realizzare
Essere da costituire rappresentare apparire
come sembrare rivelarsi
Avere da presentare possedere assumere
Succedere da accadere aver luogo avvenire
verificarsi
Sintassi
Costruzioni passive
Nominalizzazioni
Costruzioni lunghe con subordinate e
incidentali
Morfologia
Pronomi come egli / esso
Uso del passato remoto
Stile
–
–
metafore /metonimie/ iperboli
sostituti grammaticali e lessicali (pronomi,
sinonimi, iperonimi, incapsulatori..)
Uso del participio presente
–
Usato spt in matematica o scienze
Ex: un quadrilatero avente il lato di 8 cm.
Lo stile
Sconfina con il linguaggio letterario
È in collisione con il linguaggio tecnico
Scopo: avvicinare i lettori
Procedure di riscrittura e
didattizzazione dei testi
Fase preparatoria
Individuare gli obiettivi
–
Di contenuto
Uguali per tutta la CAD se il livello migrante è B1
Differenziati se il livello migrante è inferiore al B1
–
Linguistici
Dipendono dalla sequenza di acquisizione naturale
Argomenti linguistici che i destinatari del testo possono
inglobare nella loro interlingua
Obiettivi linguistici del testo
semplificato
La scelta dipende dalle caratteristiche del testo
Tipologia testuale
Disciplina
Contenuto specifico
Gli OL sono di tipo formale (lessicale, sintattico,
morfologico) e non comunicativo
Analisi e riorganizzazione
del testo
Ristrutturazione della struttura concettuale
–
–
–
Eliminare informazioni superflue
Integrare con info necessarie
Riordinare la scaletta secondo un criterio logico
Operazioni
Estrapolazione della scaletta originaria
1.
•
•
Quali sono le unità informative minime
Come suddividere un’info composta
Revisione della scaletta
2.
•
•
Stabilire quali info sono superflue rispetto gli OL
Individuare carenze del testo quali info date per
presupposte
Riscrittura della scaletta
3.
•
•
Eliminate info superflue
Integrate info mancanti e riordinate in modo
logico
Fasi di lettura
Pre--lettura
Pre
– Orientativa
– Veloce
Lettura
– Per consultazione
– Estesa
– Parole difficili
Post--lettura
Post
Vedi pag. 166
Pre--lettura
Pre
Brainstorming
Elicitazione
Spiegazione
parole - chiave
Docente
moderatore
Pre-lettura su cosa?
Titolo
Sottotitolo
Nome autore
Piccoli riassunti
Grafici e tabelle
Testi brevi
Articoli
Pagine internet
Lettura orientativa
Attivare le attese
(expectancy
grammar)
Lettura veloce
(skimming)
Apparato
iconografico
Lettura veloce
Normalmente l’occhio invia al cervello
900/1000 parole al minuto
Noi usiamo solo il 25% della velocità
potenziale dei nostri occhi
Il 90% del lavoro lo svolge il cervello
Ideale per riviste o giornali
Lettura
Globalità
Analisi
Tre tipologie
–
–
–
Per consultazione
Estesa
Per parole difficili
Lettura globale
Comprensione generale del testo e delle info
principali
Dopo prima lettura: esercizi V/F o scelta
multipla
Seconda lettura: per verificare se le risposte
sono corrette
Dopo terza lettura: attività sul testo
Attività
Completamento griglia 5 W vedi pag. 208
Dare titolo ad ogni capoverso
Abbinare al testo immagini
Scrivere didascalie ad immagini mute
Completare il testo (cloze)
Transcodificare il testo
Evidenziare parole-chiave
Lettura analitica
Scoprire le regol襥 春 挷ᄩ鹟 ┋隙 懲
匄
ipotesi
Rintracciare elementi linguistici
Formulare ipotesi su significati, funzioni,
regole
Verificare le ipotesi con l’aiuto del docente
Terminare la l. analitica con una lettura
silenziosa
Obiettivi
Stimolare
autonomia dello studente
confronto con i pari
costruzione di sapere collettivo
Ruolo docente: osservatore e guida
Utile lavoro a piccoli gruppi
Come costituire i gruppi
Gruppo linguisticamente
Omogeneo
Misto
attribuire ruoli in
rapporto alle competenze
affidare ad ogni partecipante
un compito di lettura diverso
Attività
Cercare nel testo le voci mancanti vedi pag. 213
Cercare sul vocabolario parole sconosciute e
scrivere un piccolo glossario
Cercare nel testo le frasi in cui compare una
parola/espressione e provare a indurne il
significato vedi pag. 211
Cerchiare espressioni di relazione tra
concetti (connettivi) e sinonimi
Tecniche
Abbinamento
Risposta fisica a comandi (TPR)
Problem-solving
Cloze-completamento
Ricostruzione di testi
Creazione di domande
Creazione di un titolo
Transcodificazione
Continuazione di un testo
Lettura per consultazione
Ricerca info
e dati precisi
Lettura analitica
(scanning)
Cerca solo
informazione
richiesta
Lettura estesa
Fini specifici di studio
La scelta delle tecniche dipende da
–
–
–
–
Grado conoscenze pregresse
Tipo di testo
Livello motivazione
Metodo di studio
Metodo studio PQRST
P = preview (pre-lettura)
Q = questions (domande)
R = read (leggere)
S = summarize (riassumere)
T = test
Lettura di parole difficili
Se la parola è fondamentale ai fini
dell’apprendimento: cercare di decifrarla dal
contesto o usare sussidi
Se la parola non è fondamentale: trascurarla
Post--lettura
Post
Obiettivi: esercitare/consolidare i contenuti
appresi
Fase esercitativa
Fase di reimpiego
Obiettivi
Consolidare i contenuti e le strutture
linguistiche al di là del testo
Sviluppare competenza metalinguistica
Essere in grado di usare le nozioni apprese
per risolvere compiti assegnati
Attività fase esercitativa
Riordinare pezzi di testo
Abbinare due elementi in due liste
Completare un testo
Riscrivere porzioni di testo trasformando
porzioni di testo morfologico (da un tempo
verbale ad un altro, da sing a plurale …) e
sintattico (da passiva ad attiva, da
impersonale a personale, da nominalizzata a
verbale..)
Nella fase di post-lettura si può fare esercitare
anche un livello inferiore
È bene prevedere attività di
produzione/interazione orale di tipo guidato
Import per studenti italofoni e non:
organizzare un discorso a partire da una
scaletta o mappa concettuale
A conclusione della fase esercitativa: attività
mirate alla fissazione
Attività fase di reimpiego
Ripetere i contenuti secondo una scaletta
diversa
Scrivere un testo di tipologia diversa usando
parte dei contenuti dati
Utilizzare le forme linguistiche apprese in
contesti più vicini agli studenti (uno spot,
un’immagine, un video, una canzone..)
Attività libere e creative
ITALSTUDIO:
LA RISCRITTURA
FUNZIONALE DEI TESTI
NELLA CLASSE MULTILINGUE
dalla teoria
alla sperimentazione
UNITÀ FORMATIVA IN STORIA
A CURA DELLA PROF.SSA GRETA VIANI
I.S. G. ROMANI - CASALMAGGIORE (CREMONA)
Unità di apprendimento: Le origini della Grecia antica
Manuale di classe di riferimento: Dialogo con la storia (ed. La Nuova Italia)
Classe 1^, Istituto tecnico, corso: Costruzioni Ambiente e Territorio
Livello linguistico dello studente: B1
Il testo da cui traggo il materiale in analisi è in adozione in prima superiore, sia sull’ITIS
che sugli operatori. Segnalo di seguito quelli che considero essere i punti deboli e punti di
forza del manuale di classe, sul quale ho lavorato per creare facilitazione allo studio.
Punti deboli:
-
si dilunga su molte informazioni accessorie
-
spesso scivola via veloce su aspetti importanti che andrebbero meglio approfonditi,
dando quasi per scontato che l’alunno già sappia (può essere vero in alcuni casi,
nella maggior parte no)
-
ha un ricco apparato iconografico, ma pochissime carte geografiche
-
usa termini o strutturazione di frasi spesso complessi quando potrebbe dire la
stessa cosa con sinonimi, oppure con frasi più semplici e chiare.
Punti di forza:
-
ogni capitolo è già suddiviso chiaramente in paragrafi titolati
-
a margine riporta la sezione LESSICO, cioè spiega – come dizionario – i termini più
complessi (es. anarchia)
-
presenta alcuni “box” con schematizzazioni (es. periodizzazioni, strutture sociali) e
un riassunto alla fine di ogni capitolo
-
ricco apparato iconografico
-
esercizi alla fine di ogni capitolo di vario tipo (es. completamento, vero/falso….).
Ore da dedicare all’attività di semplificazione:
-
3 ore circa a casa
-
4 (massimo 5) lezioni da un’ora
Fasi di lavoro a casa (docente):
-
lettura analitica paragrafo per paragrafo
-
eliminazione di tutte le informazioni non necessarie in modo da far passare solo i
contenuti effettivamente necessari per capire, in questo caso, i caratteri della civiltà
oggetto di studio
-
se necessario reimpostazione delle frasi rimaste: abbreviandole o semplificandone
la struttura, scegliendo sinonimi per termini ritenuti troppo complessi (es. prosperità
= ricchezza), usando un unico tempo verbale, preferibilmente il presente storico
-
sottolineatura, per esempio in grassetto, dei termini chiave.
Fasi di lavoro in classe (alunni- docente):
-
1^ fase
Brainstorming servendomi di immagini tratte dal testo in adozione o dal web o da altri
testi, meglio se visualizzate tramite LIM. Scopo: verificare le conoscenze pregresse
corrette da cui partire o di conoscenze pregresse errate da “smontare”
-
2^ fase
Lettura del capitolo in esame così suddivisa:

focalizzazione dell’attenzione sul titolo di ogni paragrafo

lettura globale (orientativa) di ogni paragrafo (non andrei oltre i due paragrafi
per lezione, all’incirca una pagina, anche meno)

lettura analitica con sottolineatura – con l’aiuto del docente – di
frasi/passaggi e parole chiave, già in vista di un aiuto per la terza fase
nonché per quella che sarà la verifica finale. Sia nella lettura globale sia
ancor più in quella analitica fondamentale sarà la spiegazione, volta alla
semplificazione, da parte del docente
-
3^ fase
Post-lettura, prevedendo in particolare questi momenti:

esercizi di vario tipo (strutturati/semistrutturati) forniti dal testo o predisposti
preventivamente dal docente per fissare quanto appreso nelle lezioni
precedenti

per un livello B1 “avanzato” ipotizzerei anche – seguendo quanto fatto
sottolineare dal docente nella seconda fase – la stesura di un riassunto che
già possa essere il suo testo semplificato o domande di comprensione aperte
ma che richiedano risposte brevi
-
4^ fase
Verifica finale sotto forma di esercizi strutturati/semistrutturati, oppure di interrogazione
orale.
In tutte queste fasi fondamentale risulta sempre il ruolo del docente come guida allo
svolgimento delle varie attività, chiarificatore/ semplificatore di concetti, termini ecc. Inoltre
soprattutto per le prime volte ritengo utile che il docente fornisca il lavoro semplificato da
lui prodotto dopo che i ragazzi hanno lavorato con lui, in modo da poter avere – anche a
casa – un testo di riferimento, semplificato appunto, su cui poter fissare ulteriormente
quanto fatto in classe in vista della verifica finale.
LA CIVILTA’ CRETESE
L’isola di Creta è un punto di passaggio obbligato tra Mediterraneo centrale e orientale;
perciò – dal punto di vista commerciale – ha un ruolo fondamentale. Creta controlla i
commerci
-
con le altre isole dell’Egeo e del Mediterraneo,
-
con l’Asia Minore e con la Grecia.
Per questo motivo parliamo di talassocrazia (= dominio su una parte di mare e sui
commerci di quella zona di mare) ; per fare questo Creta crea una flotta di navigatori
esperti.
L’origine di questo popolo è incerta; la mitologia ci parla, come primo re, di Minosse,
perciò parliamo anche di “Minoici”. La mitologia racconta anche che con questo re i
Cretesi sono diventati un grande popolo.
MITOLOGIA
RACCONTI O FAVOLE CHE PARLANO
DI COSE IMPORTANTI
NELLA VITA DELLE PERSONE
(ES. NASCITA E MORTE)
Dal 3000 a.C. al 1450 a.C., le città e le attività economiche della città diventano più
importanti dei villaggi; la città ha il suo centro nel palazzo, perciò parliamo di tre età:
-
prepalaziale (= prima dei palazzi)
-
protopalaziale (= dei primi palazzi)
-
neopalaziale (= dei nuovi palazzi)
Abbiamo detto che l’origine di questo popolo è incerta; è misteriosa anche la sua fine, nel
1450 a.C.; sappiamo solo che l’isola è colpita da un’improvvisa catastrofe:
-
alcuni storici parlano di un evento naturale (eruzione vulcanica seguita da violenti
terremoti e maremoti);
-
altri parlano dello sbarco di un popolo invasore (es. Achei o Micenei);
-
altri ancora pensano a tutte e due queste cause.
I palazzi
Abbiamo detto che nelle città cretesi sono importanti i grandi palazzi; qui vivono i
sovrani. Gli archeologi hanno trovato i resti di due grandi palazzi reali, quello di Cnosso
e quello di Festo, del 2000- 1700 a.C.; in essi ci sono tanti corridoi, stanze e saloni, uffici,
archivi, magazzini, ….
I palazzi non hanno cinte murarie, perché la flotta cretese è l’unica difesa contro il
possibile sbarco di nemici.
I commerci e la religione
I Cretesi sono bravi mercanti e marinai; sono i primi a portare prodotti artigianali su tutte
le sponde del Mediterraneo orientale, commerciando
-
con l’isola di Cipro,
-
con la Grecia
-
e con l’Egitto.
La scrittura cretese, le pitture e le statuette trovate nei palazzi permettono di sapere di più
della vita sociale e religiosa di questo popolo.
Le cerimonie religiose di solito si svolgono all’aperto; sono grandi feste nei campi; in
particolare, nel corso di queste “feste”, si tiene la giostra del toro, animale sacro per i
Cretesi (i ragazzi devono afferrare per le corna l’animale in movimento e volteggiare sopra
di esso).
Test finale
1) Dove si trova Creta?
2) Cosa significa talassocrazia?
3) Chi è il primo re cretese?
4) Chi vive nei palazzi?
5) Perché i palazzi non hanno mura?
6) Dove si trovano i resti di antichi palazzi?
LA CIVILTA’ MICENEA
Un’altra civiltà diventa importante tra il 1500 a.C. e il 1150 a.C., nella penisola greca: gli
Achei o Micenei. Prima conquistano Creta poi tutto il Mediterraneo e la Grecia.
Il loro territorio è diviso in tante piccole città-stato costruite su ripide alture (= colline) e
con grandi mura attorno.
CITTÀ-STATO
SONO
CITTÀ AUTONOME
POLITICAMENTE
COME DEI PICCOLI STATI
Anche nelle città degli Achei, come nelle città dei Cretesi, è centrale il palazzo reale,
costruito sull’ACROPOLI, cioè sulla parte più alta della città.
I palazzi reali sono vere fortezze, importanti anche sul piano economico; nei palazzi i
Micenei raccolgono tutti i beni prodotti nei villaggi vicini.
Anche i Micenei – come i Cretesi – sono esperti nei commerci e nella navigazione.
Perciò raggiungono Creta e tante altre zone del Mediterraneo.
Un po’ alla volta questa civiltà mostra il suo carattere guerriero e aggressivo. I Micenei
si coalizzano, cioè stringono alleanza, con altre città- stato del territorio greco e iniziano
vere azioni di conquista. E’ proprio in questo modo che conquistano anche Creta.
Risale al 1250 a.C. circa, invece, uno degli avvenimenti più famosi della storia antica,
narrato anche nell’Iliade: i Micenei, guidati da re AGAMENNONE, attaccano la ricca e
potente città di Troia.
Perché tanta ostilità verso questa città?
Troia sfrutta la sua posizione geografica – sullo Stretto dei Dardanelli – per far pagare un
pedaggio (= tassa di passaggio) alle navi che, obbligatoriamente, devono passare da lì
per andare verso il Mar Nero. I Micenei, così, organizzano una spedizione contro la
città; assediano Troia per molto tempo (la leggenda parla di una decina d’anni) e, alla
fine, la conquistano.
APPROFONDIMENTO ........
DALLA STORIA ALLA LEGGENDA
Due famosi poemi (= lunghe opere in versi), Iliade e Odissea, raccontano la guerra di
Troia. Questi poemi sono di autore greco, OMERO; ma non sappiamo se è davvero esistito
. In ogni caso gli esperti considerano Iliade e Odissea i
primi capolavori della poesia
mondiale.
a) L’Iliade narra la guerra di Troia (in greco ILIO) usando continuamente il mito perché
protagonisti sono soprattutto DEI ed EROI. L’assedio dura 9 anni perché gli eserciti
che combattono sono valorosi allo stesso modo, ma soprattutto perché alcuni Dei
proteggono i Greci e altri Dei i Troiani, facendo vincere ora gli uni ora gli altri.
b) Anche l’Odissea racconta spesso della guerra di Troia; l’Odissea ha per protagonista
Ulisse (in greco Odisseo), il più ASTUTO tra gli EROI GRECI, inventore del cavallo
di legno, stratagemma con il quale i Greci conquistano Troia.
Come detto sopra la civiltà micenea termina intorno al 1150 a.C.: si ha un graduale
declino, fino alla sua scomparsa; in questo periodo tutti i palazzi micenei subiscono una
vera distruzione. Anche in questo caso sono varie le ipotesi degli storici:



alcuni pensano a cause naturali;
altri storici pensano all’attacco dei Dori;
altri ancora all’invasione da parte dei popoli del Mare.
Test finale
1) Dove si trova questa civiltà?
2) Cosa sono le città-stato?
3) Dove sorge il palazzo reale? Perché è importante anche sul piano economico?
4) Perché i Micenei hanno carattere aggressivo?
5) Quale avvenimento importante collochiamo nel 1250 a.C.?
6) Quali due opere parlano della guerra di Troia?
I.I.S. ROMANI
A.S. 2012/2013
CASALMAGGIORE
UNITÀ FORMATIVA IN SCIENZE INTEGRATE (CHIMICA)
A CURA DEL PROF. MASSIMILIANO CIMINO
I.I.S. G. ROMANI - CASALMAGGIORE (CREMONA)
Unità di apprendimento: La nomenclatura chimica
Classe 2^, Istituto tecnico, corso: Costruzioni Ambiente e Territorio
Livello linguistico dello studente: B1
Tempo previsto: 20 ore
PREREQUISITI
Conoscere il concetto di ione.
Conoscere i tipi di legami presenti nei composti.
Individuare in una formula chimica gli elementi ed il numero di atomi che la
compongono.
CONOSCENZE
Riconoscere e classificare semplici composti ionici.
Riconoscere e classificare semplici composti covalenti.
Conoscere le regole della nomenclatura chimica.
COMPETENZE
o Scrivere e leggere la formula di un composto.
o Assegnare il numero di ossidazione ad un elemento in un
composto.
o Scrivere la formula di un composto covalente conoscendo il suo
nome.
o Scrivere la formula di un composto ionico utilizzando una coppia
di ioni.
o Assegnare il nome ad un composto ionico conoscendo la sua
formula.
Materia: Scienze Integrate (Chimica)
Unità di apprendimento “La nomenclatura chimica”
pag. 1 di 28
I.I.S. ROMANI
A.S. 2012/2013
CASALMAGGIORE
NOMI E FORMULE DEI COMPOSTI
Le regole per scrivere una formula chimica sono:
•
Per il composto chimico (elemento + elemento) scrivere dei simboli che indicano gli
elementi che la compongono. Ogni simbolo porta un indice a pedice (H2) = il
numero di atomi di quell’elemento presenti nella molecola;
•
La molecola ha due parti:
1. la parte sinistra, positiva, con elementi metallici, cationi, atomi di idrogeno;
2. la parte destra, negativa, con elementi non metallici, anioni.
Per esempio la molecola di HCl.
•
I composti binari hanno due elementi. Nella formula troviamo a sinistra l’elemento
più elettropositivo e a destra l’elemento più elettronegativo.
Per esempio la formula dell’acqua sarà H2O e non OH2;
•
In ogni formula la somma dei numeri di ossidazione degli atomi deve essere 0
(zero).
Vedi esempi:
Materia: Scienze Integrate (Chimica)
Unità di apprendimento “La nomenclatura chimica”
pag. 2 di 28
I.I.S. ROMANI
A.S. 2012/2013
CASALMAGGIORE
I DIVERSI SISTEMI DI NOMENCLATURA
Puoi trovare scritti i composti in tre modi:
1. La nomenclatura tradizionale:
divide gli elementi in metalli e non metalli
i composti hanno alla radice dell’elemento
dei suffissi come –oso, -ico, -ato, -ito
o
dei prefissi come ipo-, per-.
Esempio :
ferr : (radice) + oso: (suffisso) = ferroso;
per : (prefisso) + ossido (radice) = perossido
2. La nomenclatura con la notazione di Stock: il numero di ossidazione degli elementi
è scritto con i numeri romani indicati tra parentesi e letti come numeri arabi.
Esempio:
cifra romana (I), letta come numero arabo 1
cifra romana (II), letta come numero arabo 2
cifra romana (III), letta come numero arabo 3
3. La nomenclatura IUPAC: il numero di atomi di ogni elemento è preceduto dal
prefisso mono-, bi-, tri-, tetra-, penta-, esa-, ecc...
Esempio:
triossido di diferro Fe2O3
triossido di cromo CrO3
ossido di diazoto N2O
Il prefisso mono non viene scritto, per cui il composto FeO si legge ossido di ferro e
non monossido di ferro.
Materia: Scienze Integrate (Chimica)
Unità di apprendimento “La nomenclatura chimica”
pag. 3 di 28
I.I.S. ROMANI
A.S. 2012/2013
CASALMAGGIORE
CLASSIFICAZIONE DEI COMPOSTI CHIMICI
I COMPOSTI BINARI DELL’OSSIGENO: GLI OSSIDI
I composti binari sono formati da due elementi.
Gli ossidi sono tutti gli elementi uniti con l’ossigeno. Negli ossidi l’ossigeno ha sempre
numero di ossidazione -2. Nella formula di un ossido si scrive prima il simbolo
dell’altro elemento e dopo il simbolo dell’ossigeno. Il simbolo dell’ossigeno si scrive
dopo perché l’ossigeno ha numero di ossidazione -2, quindi essendo elettronegativo si
scrive a destra.
Esempio: se un elemento X ha numero di ossidazione +1 e l’ossigeno numero di
ossidazione -2, la formula dell’ossido è:
X2O
per gli elementi che hanno numero di ossidazione +2, +3, +4, +5, la formula degli ossidi è:
XO, X2O3, XO2, X2O5
Materia: Scienze Integrate (Chimica)
Unità di apprendimento “La nomenclatura chimica”
pag. 4 di 28
I.I.S. ROMANI
A.S. 2012/2013
CASALMAGGIORE
NOMENCLAURA TRADIZIONALE DELI OSSIDI
Nella nomenclatura tradizionale gli ossidi si dividono in ossidi basici e ossidi acidi.
Ossidi basici
Gli ossidi basici sono composti binari (i composti binari sono formati da due elementi)
formati dall’unione di un metallo con l’ossigeno. Se il metallo ha un solo numero di
ossidazione, il nome dell’ossido basico si scrive aggiungendo alla parola ossido di + il
nome del metallo.
Esempio
Li2O → ossido di litio
Se invece il metallo ha due numeri di ossidazione, il nome dell’ossido basico si scrive
aggiungendo alla radice del nome metallo la desinenza –oso o –ico. La desinenza –oso
si usa per il metallo con numero di ossidazione più piccolo, mentre la desinenza –ico si
usa per il metallo con numero di ossidazione più grande.
Esempio: vedi tabella 3 “ Nomenclatura tradizionale degli ossidi basici”
radice
desinenza
Ossidi acidi
Gli ossidi acidi o anidridi sono composti binari di non metalli con l’ossigeno.
ossidi acidi o anidridi: non-metallo + ossigeno
L’ossido acido è scritto: anidride + radice del nome del non metallo + desinenza osa o
ica
Materia: Scienze Integrate (Chimica)
Unità di apprendimento “La nomenclatura chimica”
pag. 5 di 28
I.I.S. ROMANI
A.S. 2012/2013
CASALMAGGIORE
La desinenza –osa per il non metallo con numero di ossidazione più piccolo mentre la
desinenza –ica per il non metallo con numero di ossidazione più grande.
Esempio vedi tabella: “Nomenclatura tradizionale degli ossidi acidi”
Non metalli con quattro numeri di ossidazione: alla radice del non metallo si aggiungono le
desinenze –osa e –ica per i non metalli con numeri di ossidazione intermedi (a metà tra
due numeri). Il prefisso ipo- si usa per i non metalli con numero di ossidazione più piccolo
mentre il prefisso per- si usa per i non metalli con numero di ossidazione più grande.
Esempio: vedi tabella: “Nomenclatura tradizionale degli ossidi acidi”
Elemento
Simbolo
n.o.
Formula
Nome
fosforo
P
+3
P2O3
Anidride fosforosa
+5
P2O5
Anidride fosforica
+1
Cl2O
Anidride ipoclorosa
+3
Cl2O3
Anidride clorosa
+5
Cl2O5
Anidride clorica
+7
Cl2O7
Anidride perclorica
cloro
Cl
(n.o. = numero di ossidazione)
Nomenclatura con la notazione di Stock degli ossidi
La nomenclatura di Stock usa il numero di ossidazione dell’elemento unito all’ossigeno.
Quando l’elemento ha un solo numero di ossidazione, il nome dell’ossido è “ossido di”
+ il nome dell’elemento
Esempio Na2O → Ossido di sodio
Se l’elemento ha più numeri di ossidazione, il nome dell’ossido si scrive
aggiungendo alla parola “ ossido di “ il nome dell’elemento seguito da un numero
romano tra parentesi:
“ossido di” + il nome dell’elemento + numero romano tra parentesi
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Unità di apprendimento “La nomenclatura chimica”
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Il numero romano tra parentesi è il numero di ossidazione del metallo (ossidi basici)
Il numero romano tra parentesi è il numero di ossidazione del non metallo (ossidi
acidi)
Esempi: vedi Tabella 6 “ Nomenclatura degli ossidi secondo la notazione di Stock”
Numero romano
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I COMPOSTI BINARI DELL’IDROGENO: GLI IDRURI E GLI IDRACIDI
Gli idruri e gli idracidi sono composti binari degli elementi uniti con l’idrogeno.
•
Gli idruri sono formati da un metallo fortemente elettropositivo unito con l’idrogeno
(idruro: metallo + idrogeno)
Negli idruri l’idrogeno ha numero di ossidazione -1.
Nella formula degli idruri il simbolo dell’idrogeno si scrive a destra del simbolo del
metallo.
Esempi:
LiH: idruro di litio
KH: idruro di potassio
•
Gli idracidi sono formati da un non metallo unito con l’idrogeno.
(idracidi: non metallo + idrogeno)
Negli idracidi l’idrogeno ha numero di ossidazione +1.
Nella formula degli idracidi il simbolo dell’idrogeno si scrive prima del simbolo del
non metallo.
Esempi:
HCl: acido cloridrico
H2S: acido solfidrico
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NOMENCLATURA TRADIZIONALE: GLI IDRURI E GLI IDRACIDI
•
GLI IDRURI
Secondo questa nomenclatura il nome degli idruri è: “idruro di” + dal nome del metallo.
Esempio: idruro di litio ( VEDI TABELLA 8 “ Nomenclatura tradizionale degli idruri” )
Quando il metallo ha due numeri di ossidazione, il nome dell’idruro si scrive aggiungendo
alla radice del nome metallo la desinenza –oso o –ico.
La desinenza –oso si usa per il metallo con numero di ossidazione più piccolo.
La desinenza –ico si usa per il metallo con numero di ossidazione più grande.
Idruro di + radice del nome metallo + desinenza
Esempi : idruro rameoso, idruro rameico, ecc.
( VEDI TABELLA 8 “ Nomenclatura tradizionale degli idruri” )
•
GLI IDRACIDI
Il nome degli idracidi è: acido + radice del nome del non metallo + desinenza –idrico.
Esempi: acido cloridrico, acido solfidrico, ecc. ( VEDI TABELLA 9 “ Nomenclatura
tradizionale degli idracidi” )
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NOMENCLATURA CON LA NOTAZIONE DI STOCK: IDRURI ED IDRACIDI
•
GLI IDRURI
Secondo la nomenclatura di Stock il nome degli idruri è: idruro di + nome del metallo +
numero romano tra parentesi.
Il numero romano tra parentesi è il numero di ossidazione del metallo .
Esempi: vedi tabella 10 “ Nomenclatura di Stock degli idruri”
•
GLI IDRACIDI
Nella nomenclatura di Stock il nome degli idracidi è Il nome degli idracidi è: acido +
radice del nome del non metallo + desinenza –idrico.
Esempi: acido cloridrico, acido solfidrico, ecc.
Vedi tabella 9 “ Nomenclatura tradizionale degli idracidi”
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I COMPOSTI TERNARI
I composti ternari sono formati dall’unione di tre diversi elementi. I composti ternari sono
divisi in: idrossidi, ossiacidi e sali degli ossiacidi.
Idrossidi
Gli idrossidi sono composti ternari formati da idrogeno, ossigeno ed un metallo.
Nella formula degli idrossidi troviamo il gruppo monovalente
-OH chiamato ione
ossidrile .
Lo ione ossidrile ha numero di ossidazione complessivo -1.
Ione ossidrile (OH) = n.o. -1
(n.o. = numero di ossidazione)
La formula degli idrossidi è: metallo + ossidrile, scritto tra parentesi, + un indice
a pedice.
L’indice a pedice è il numero di ossidazione del metallo.
Esempi :
Ca(OH)2 : idrossido di calcio
Al(OH)3 : idrossido di alluminio
NaOH: idrossido di sodio
Nella formula NaOH , il sodio Na ha numero di ossidazione +1 mentre lo ione
ossidrile OH ha numero di ossidazione -1 quindi l’indice 1 e le parentesi non
sono scritti.
Nomenclatura tradizionale: GLI IDROSSIDI
Il nome degli idrossidi è: idrossido di + nome del metallo.
Esempi: idrossido di sodio, idrossido di calcio.( vedi tabella 12 “ Nomenclatura
tradizionale degli idrossidi”).
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Se il metallo ha due numeri di ossidazione, il nome dell’idrossido è: idrossido di +
radice nome metallo + desinenza (–oso o –ico).
La desinenza –oso si usa per il metallo con numero di ossidazione più piccolo.
Esempio : idrossido ferroso: Fe (OH)2
La desinenza –ico si usa per il metallo con numero di ossidazione più grande.
Esempio: idrossido ferrico: Fe (OH)3
Nomenclatura con la notazione di Stock: IDROSSIDI
Nella nomenclatura di Stock il nome degli idrossidi è:
idrossido di + nome del metallo + numero romano tra parentesi.
Il numero romano è il numero di ossidazione del metallo.
Vedi tab. 13 “I nomi degli idrossidi secondo le tre nomenclature”
Esempi : idrossido di ferro (II), idrossido di ferro (III), ecc.
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Ossiacidi
Gli ossiacidi sono composti ternari, cioè formati dall’unione di tre elementi:
idrogeno + non metallo + ossigeno.
Ossiacido: acqua + anidride.
Esempio:
Nomenclatura tradizionale: OSSIACIDI
Il nome degli ossiacidi è: acido + radice del nome del non metallo + desinenza oso o
ico.
Negli ossiacidi si aggiungono le desinenze –oso e –ico quando il non metallo ha solo
due numeri di ossidazone.
La desinenza –oso per il non metallo con numero di ossidazione più piccolo.
La desinenza –ico per il non metallo con numero di ossidazione più grande.
Esempi :
acido solforoso, acido solforico ( vedi tabella 14 “ Nomenclatura tradizionale degli
ossiacidi”)
Quando il non metallo ha quattro numeri di ossidazione usiamo i prefissi ipo- e per-.
Il prefisso ipo- quando il non metallo ha numero di ossidazione più piccolo.
Il prefisso per- quando il non metallo ha numero di ossidazione più grande.
Esempi : acido ipocloroso, acido perclorico
Vedi tabella 14 “ Nomenclatura tradizionale degli ossiacidi”
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Nomenclatura IUPAC con la notazione di Stock: OSSIACIDI
Nella nomenclatura IUPAC con la notazione di Stock il nome degli ossiacidi è:
acido + prefissi monosso-, diosso-, triosso-, tetraosso- + radice del nome del non
metallo + la desinenza –ico.
I prefissi monosso-, diosso-, triosso-, tetraosso- sono il numero di atomi di ossigeno
presenti:
monosso- → 1 atomo di ossigeno
diosso- → 2 atomi di ossigeno
triosso- → 3 atomi di ossigeno
tetraosso- → 4 atomi di ossigeno
Nella nomenclatura IUPAC con la notazione di Stock se l’elemento ha più numeri di
ossidazione, il nome dell’ossiacido è: acido ( 1 ) + prefissi monosso-, diosso-, triosso-,
tetraosso- ( 2 ) + radice del nome del non metallo ( 3 ) + la desinenza –ico ( 4 ) + numero
romano tra parentesi ( 5 ).
Il numero romano tra parentesi è il numero di ossidazione del non metallo.
Esempi: acido solforico, H2SO4, si leggerà acido (1) tetraosso(2) – solfor(3)ico(4) (VI) (5).
Vedi tabella 16 I nomi degli ossiacidi
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Sali
I Sali si ottengono cambiando una parte o tutti gli ioni idrogeno della molecola di acido con
uno o più ioni di metalli.
Per esempio nella formula dell’acido solforico H2SO4
cambiamo gli atomi di
idrogeno con gli ioni K+, Ca2+ e Al3+ ed otteniamo i sali: K2SO4, CaSO4, Al(SO4)3.
Se togliamo uno o più ioni idrogeno da una molecola di idracido o di ossiacido
otteniamo uno ione con carica negativa chiamato radicale dell’acido. La carica
negativa di questo radicale è uguale al numero di ioni idrogeno sottratti.
Vedi tabella 17 Nomenclatura dei radicali degli acidi
I radicali degli acidi sono scritti cambiando:
la desinenza –oso dell’acido con la desinenza –ito del radicale
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–oso → –ito
la desinenza –ico dell’acido con la desinenza –ato del radicale
–ico → –ato
Esempi:
la desinenza –idrico dell’acido con la desinenza –uro del radicale.
–idrico → –uro
Se gli ioni idrogeno tolti sono solo una parte ( sostituzione parziale), si scrive:
i prefissi mono-, bi- ,……+ idrogeno + il nome del radicale con le giuste desinenze (ito, -ato, -uro).
Vedi tabella 18
La formula di un sale è: metallo + radicale acido.
Esempio: CaSO4
Il sale è chiamato neutro quando non ha ioni idrogeno ( H) e non ha ioni ossidrili ( OH ).
Esempio: Na2SO3
ll sale è chiamato acido quando ha ioni idrogeno.
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Esempio: NaHCO3
Il sale è chiamato basico quando ha ioni ossidrile.
Esempio: Ca(OH)NO3
Nomenclatura tradizionale: i sali
Il nome di un sale neutro è : nome del radicale dell’acido + nome del metallo.
Esempi: H2SO3 ( acido solforoso )
SO3 2- ( radicale dell’acido solforoso )
SO3 2- ( radicale dell’acido solforoso ) + Na2 ( metallo ) → Na2SO3 ( formula del
solfito di sodio )
Vedi tabella 19 “ Nomenclatura tradizionale dei Sali neutri”
Il nome di un sale acido è: radicale dell’acido + ione idrogeno + nome del metallo
Esempi: H2CO3 ( acido carbonico)
CO32- ( radicale dell’acido carbonico)
CO32- (radicale dell’acido carbonico) +H (ione idrogeno) + K (metallo) → KHCO3 (formula
del carbonato monoacido di potassio).
I prefissi (mono) idrogeno, biidrogeno indicano il numero di atomi di idrogeno presenti:
(mono- ) → 1 atomo di idrogeno
biidrogeno- → 2 atomi di idrogeno
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Vedi tabella 20: Nomenclatura tradizionale dei sali acidi
Il nome di un sale basico è: radicale neutro + mono-, bi-, tri- ….basico a seconda del
numero degli ioni ossidrili presenti + nome del metallo
Esempi: HNO3 ( acido nitrico)
NO3- ( radicale dell’acido nitrico)
NO3- ( radicale dell’acido nitrico) + (OH)- ( monobasico) + Sr ( metallo) →Sr(OH)NO3
(formula del nitrato monobasico di stronzio)
I prefissi (mono) basico, bibasico, tribasico indicano il numero di ioni ossidrili presenti:
(mono)basico → 1 ione ossidrile
bibasico → 2 ioni ossidrili
tribasico → 3 ioni ossidrili
Il nome di un sale formato da un ossiacido è: radicale dell’acido + di + nome del
metallo.
Esempio : HNO3 ( acido nitrico )
NO3- ( radicale dell’acido nitrico)
NO3- ( radicale dell’acido nitrico) + di + Cs ( nome del metallo) → CsNO3 (formula del
nitrato di cesio )
Nomenclatura IUPAC con la notazione di Stock: i sali
Nella nomenclatura IUPAC con la notazione di Stock il nome del sale si scrive nell’ordine:
prefissi
monosso-, diosso-, triosso-,
tetraosso- (1) + radicale dell’acido (2) +
desinenza –ato (3) + numero romano tra parentesi ( 4 ) + di (5) + metallo (6)
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Il numero romano tra parentesi è il numero di ossidazione del non metallo ( 4 )
Esempio: H2CO3 acido carbonico
CO32- radicale dell’acido carbonico
Triosso (1) carbon (2) ato (3) (IV) ( 4) di (5) calcio (6) → CaCO3
Vedi tabella 22 “ I nomi dei Sali degli ossiacidi secondo le diverse nomenclature”
I prefissi monosso-, diosso-, triosso-, tetraosso- indicano il numero di atomi di ossigeno
presenti:
monosso- → 1 atomo di ossigeno
diosso- → 2 atomi di ossigeno
triosso- → 3 atomi di ossigeno
tetraosso- → 4 atomi di ossigeno
Nella nomenclatura IUPAC con la notazione di Stock il nome di un sale acido è:
prefisso (mono) idrogeno, biidrogeno….(1) + radicale dell’acido (2) + desinenza –
ato (3) + numero romano tra parentesi ( 4 ) che indica il numero di ossidazione del
non metallo + di (5) + metallo (6)
Esempio: acido fosforico H3PO4
radicale dell’acido fosforico: PO4 3Materia: Scienze Integrate (Chimica)
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diidrogeno (1) fosf (2) ato (3) (V) ( 4) di (5) litio (6)
Vedi tabella 22 “ I nomi dei Sali degli ossiacidi secondo le diverse nomenclature”
I prefissi (mono) idrogeno-, biidrogeno- indicano il numero di atomi di idrogeno presenti:
(mono- ) → 1 atomo di idrogeno
diidrogeno- → 2 atomi di idrogeno
Nella nomenclatura IUPAC con la notazione di Stock il nome del sale basico si
scrive nell’ordine:
prefissi
monosso-, diosso-, triosso-,
tetraosso- (1) + radicale dell’acido (2) +
desinenza –ato (3) + numero romano tra parentesi ( 4 ) che indica il numero di
ossidazione del non metallo + (mono) basico, bibasico, tribasico (5) + di (6) +
metallo (7)
Esempi: HNO3 ( acido nitrico)
NO3- ( radicale dell’acido nitrico)
Triosso (1) nitr (2) ato (3) (V) ( 4) dibasico (5) di (6) alluminio (7)
Vedi tabella 22 “ I nomi dei Sali degli ossiacidi secondo le diverse nomenclature”
I prefissi monosso-, diosso-, triosso-, tetraosso- indicano il numero di atomi di ossigeno
presenti:
monosso- → 1 atomo di ossigeno
diosso- → 2 atomi di ossigeno
triosso- → 3 atomi di ossigeno
tetraosso- → 4 atomi di ossigeno
Le parole (mono) basico, bibasico, tribasico indicano il numero di ioni ossidrili presenti:
(mono)basico → 1 ione ossidrile
dibasico → 2 ioni ossidrili
tribasico → 3 ioni ossidrili
Materia: Scienze Integrate (Chimica)
Unità di apprendimento “La nomenclatura chimica”
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Gli elementi della tavola periodica:
METALLI
SEMIMETALLI
NON METALLI
I NUMERI DI OSSIDAZIONE DEGLI ELEMENTI DELLA TAVOLA PERIODICA
Materia: Scienze Integrate (Chimica)
Unità di apprendimento “La nomenclatura chimica”
pag. 21 di 28
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LA NOMENCLATURA CHIMICA
ESEMPI DI OSSIACIDI ED IDRACIDI
ESEMPI DI IDROSSIDI
Materia: Scienze Integrate (Chimica)
Unità di apprendimento “La nomenclatura chimica”
pag. 22 di 28
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Nella tabella ci sono ioni ( cationi, anioni) che hanno un diverso numero di
ossidazione. Se uno stesso ione ha più numeri di ossidazione, si scrive lo
ione con un numero romano (Es. Cu+:ione rame (I), Cu2+: ione rame (II).
Materia: Scienze Integrate (Chimica)
Unità di apprendimento “La nomenclatura chimica”
pag. 23 di 28
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GLOSSARIO
ANIONE: atomo con carica negativa (esempio Cl-)
ANIDRIDI: o ossidi acidi sono composti binari formati da un non-metallo con l’ossigeno.
Formula = non-Me + O
CATIONE: atomo con carica positiva (Na+)
COEFFICIENTE: numero che precede la formula chimica in un’equazione bilanciata.
Es: 6 atomi di ossigeno (6O).
COMPOSTO BINARIO: composto formato da due soli elementi
COMPOSTO TERNARIO: composto formato da tre elementi
FORMULA CHIMICA: indica il numero di atomi presenti in una molecola ed il loro relativo
numero.
Es: una molecola di metano:CH4, è formata da 5 atomi, 1 di carbonio (C) + 4 di idrogeno
(H)
IDRACIDI: sono composti binari formati da idrogeno e un non-metallo. Formula: H + nonMe.
Es: H (idrogeno) + Cl (cloro (non metallo) → HCl (acido cloridrico)
IDROSSIDI: composti ternari formati da uno ione metallico positivo e dall’anione OH-.
Formula: Me+n + (OH-)n ; Me = (metallo).
Es: Na (sodio, ione metallico positivo) + OH (anione ossidrilico) → NaOH (idrossido di
sodio)
IDRURO: composto binario formato da un metallo + l’idrogeno.
Es: Na + H → NaH (idruro di sodio)
INDICE: o pedice è il numero in basso a destra di un elemento. Indica il numero di atomi
di ciascun elemento in una formula chimica.
Es: C6H12O6 molecola formata da 6 atomi di carbonio (C) + 12 atomi di idrogeno (H) + 6
atomi di ossigeno (O).
IONE: singolo atomo o gruppi di atomi con carica elettrica positiva (Na+,catione) o
negativa (Cl-anione).
METALLO: elemento che tende a cedere (liberare) elettroni nelle reazioni chimiche.
Es: Na (sodio), K (potassio), Mg (magnesio), Ca (calcio), …........
NOMENCLATURA: regole per dare un nome ai composti chimici.
Materia: Scienze Integrate (Chimica)
Unità di apprendimento “La nomenclatura chimica”
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NOMENCLATURA DI STOCK: regola di scrittura di una formula chimica. In questa
nomenclatura al nome del metallo segue un numero romano, scritto tra parentesi, che
indica il numero di ossidazione dell'elemento.
Es: la formula Fe (metallo) + O (ossigeno) si scrive ossido di ferro (II) e si legge ossido di
ferro due; la formula Fe2O3 si scrive ossido di ferro (III) e si legge ossido di ferro tre
NOMENCLATURA TRADIZIONALE: distingue gli elementi presenti nei composti in
metalli e non metalli.
NUMERI DI OSSIDAZIONE: numeri assegnati agli atomi nelle molecole o negli ioni.
OSSIACIDI: composti ternari formati da: idrogeno ( H, primo elemento della formula) +
non metallo (secondo elemento della formula) + ossigeno (ultimo elemento della formula).
Formula: H + non-Me + O. Es: H2SO3 è l'acido solforoso, H2SO4 è l'acido solforico
OSSIDO: composto binario formato da metallo + ossigeno. Es. Ca (metallo) + O è l'ossido
di calcio
SALE: composto che si ottiene per sostituzione degli ioni idrogeno di una molecola di
acido con uno o più ioni metallici.
Es. sostituisco i due atomi di idrogeno (H2) alla molecola di acido solforoso H2SO3, con lo
ione Ca (calcio), ottengo il sale CaSO3 chiamato solfito di sodio.
Materia: Scienze Integrate (Chimica)
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pag. 25 di 28
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VERIFICA
Scrivi il nome dei composti secondo la notazione di Stock:
1. HgCl
2. Cd(NO3)2
3. N2O5
4. PbSO4
5. Ag3PO4
6. CuPO4
7. HgI2
8. Ni(NO3)2
9. N2O3
10. SnSO4
11. CuCl
12. FeSO4
Scrivi il nome dei composti secondo la nomenclatura tradizionale:
1. Fe2(SO4)3
2. Li2O
3. Pb(OH)2
4. CaH2
5. P2O5
6. Al2(SO4)3
7. CaO
8. Fe(OH)3
9. NaH
10. P2O3
11. BaO
12. Al(OH)3
13. MgH2
Materia: Scienze Integrate (Chimica)
Unità di apprendimento “La nomenclatura chimica”
pag. 26 di 28
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Scrivi la formula dei composti:
1. anidride nitrica
2. ioduro di potassio
3. bromuro piombico
4. solfito di zinco
5. ossido di mercurio (I)
6. idrossido ferrico
7. anidride nitrosa
8. idruro di potassio
9. bromuro stannico
10. solfito di zinco
11. cloruro di mercurio (II)
12. idrossido ferroso
13. anidride fosforosa
14. ioduro di rame (II)
15. bromuro piombico
16. solfato di cadmio
Materia: Scienze Integrate (Chimica)
Unità di apprendimento “La nomenclatura chimica”
pag. 27 di 28
UNITÀ FORMATIVA IN SCIENZE INTEGRATE (BIOLOGIA)
A CURA DEL PROF. MASSIMILIANO CIMINO
I.S. G. ROMANI - CASALMAGGIORE (CREMONA)
Unità di apprendimento: Le macromolecole biologiche
Classe 2^, Istituto tecnico, corso: Costruzioni Ambiente e Territorio
Livello linguistico dello studente: B1
Tempo previsto: 20 ore
PREREQUISITI
Conoscere il concetto di atomo.
Conoscere il concetto di molecola.
Conoscere il concetto di ione.
Conoscere il concetto di legame chimico.
CONOSCENZE
o I principali composti organici presenti nelle cellule.
o Monosaccaridi, disaccaridi, polisaccaridi.
o I principali carboidrati e le loro funzioni.
o I trigliceridi.
o I fosfolipidi
o La struttura delle proteine.
o La struttura degli acidi nucleici
COMPETENZE
 Descrivere le caratteristiche di base delle molecole organiche.
 Elencare per ogni classe di molecole studiate, gli elementi
chimici contenuti.
 Costruire uno schema che metta in relazione i principali
monosaccaridi, disaccaridi e polisaccaridi.
 Ricavare da ogni macromolecola (polisaccaridi, lipidi, proteine,
acidi nucleici) i monomeri che la costituiscono.
 Specificare le subunità che costituiscono i nucleotidi
Il modello "a mattoni" delle molecole biologiche
Le molecole biologiche (zuccheri, lipidi, proteine, acidi nucleici) sono formate da
monomeri.
I monomeri sono le unità più piccole (“i mattoni”) delle molecole biologiche
Esempi di monomeri sono: i monosaccaridi, gli aminoacidi, i nucleotidi.
L'unione di molti monomeri uguali forma i polimeri (molecole molto grandi).
Esempi di polimeri sono il glicogeno ( polisaccaride formato dall’unione di molti
monosaccaridi vedi fig. 10), il DNA, le proteine.
La prima classe di molecole biologiche: i carboidrati
I carboidrati sono formati da carbonio, ossigeno e idrogeno (Vedi figura 4)
I carboidrati sono:
semplici
formati da un solo monomero (monosaccaridi) come il glucosio
formati da due monomeri (disaccaridi) come il maltosio
complessi
formati da catene di molti monomeri (polisaccaridi)
hanno struttura lineare o ramificata
hanno funzione strutturale (Es. cellulosa e chitina) o di riserva (Es. amido e
glicogeno)
I monosaccaridi sono zuccheri semplici. E’ un monosaccaride il glucosio (C6 H12 O6).
La frutta matura ed il miele contengono il glucosio.
Figura 4
N.B. I carboidrati hanno due funzioni:

energetica

plastica (struttura degli acidi nucleici) (vedi figura 5 e 6)
Figura 5
Figura 6
Formula a catena aperta e ad anello di un pentoso (monosaccaride a 5 atomi di carbonio,
Fig. 6) ed un esoso (monosaccaride a 6 atomi di carbonio, Fig. 5)
l fruttosio è un monosaccaride a 6 atomi di carbonio (vedi figura 7). Il fruttosio si trova
nella frutta e nel miele. Un altro monosaccaride importante è il galattosio, contenuto nel
latte.
Figura 7
I disaccaridi (vedi figura 8b) sono zuccheri formati dall’unione di due molecole di
monosaccaridi. Disaccaridi sono:

il saccarosio (vedi figura 8a), il comune zucchero da tavola, formato dall’unione di
una molecola di glucosio con una molecola di fruttosio;

il lattosio, lo zucchero del latte, formato da una molecola di glucosio unita a una di
galattosio.

il maltosio, formato dall’unione di due molecole di glucosio.
Figura 8a
Figura 8b
I polisaccaridi sono molecole formate da tanti monosaccaridi.
I più importanti polisaccaridi naturali sono la cellulosa, l’amido e il glicogeno; tutti sono
formati da tantissime unità di glucosio, sono cioè polimeri del glucosio (Vedi figura 9).
La cellulosa è un polisaccaride di origine vegetale. La cellulosa si trova nella frutta e
nella verdura.
L’amido è un polisaccaride di riserva di origine vegetale. L’amido si trova nei semi dei
cereali (grano, riso, ecc.) e nei tuberi (patata).
Figura 9
Il glicogeno è un polisaccaride di riserva formato da molti monosaccaridi di glucosio (vedi
figura 9).
I carboidrati o zuccheri
CLASSE
ZUCCHERI PRINCIPALI
MONOSACCARIDI
glucosio, fruttosio, galattosio
DISACCARIDI
saccarosio, lattosio, maltosio
POLISACCARIDI
cellulosa, amido, glicogeno
La seconda classe di molecole biologiche: i lipidi
Figura 10
I lipidi (vedi figura 10)




sono composti organici formati da carbonio, idrogeno e ossigeno
non hanno monomeri uguali
sono tutti insolubili (non si sciolgono) in acqua
hanno funzione di riserva
Una classe di lipidi sono i gliceridi, formati da glicerolo e da acidi grassi (tre nei trigliceridi)
(vedi figura 11).
Figura 11
I trigliceridi formano i grassi animali ed i grassi vegetali od oli. I grassi animali sono
solidi, come il burro, lo strutto e il lardo. I grassi vegetali sono liquidi come l’olio (vedi figura
11).
I trigliceridi sono formati dall’unione di una molecola di glicerolo con tre molecole di acidi
grassi; durante la digestione sono scissi divisi in glicerolo ed acidi grassi (vedi figura 10).
I grassi vegetali (oli) hanno nella loro molecola uno o più doppi legami C=C e per questo
sono chiamati acidi grassi insaturi (vedi figura 13).
I grassi vegetali sono formati da acido linoleico (contenuto nell’olio di girasole, nell’olio di
mais) e dall’ acido oleico (contenuto nell’olio d’oliva).
Figura 12
Figura 13
I lipidi hanno:

funzione energetica,

funzione di riserva,

funzione plastica. I lipidi insieme alle proteine formano le membrane cellulari.
Gli acidi grassi sono:

saturi
- non hanno doppi legami
- sono solidi a temperatura ambiente
- sono una riserva di energia
- causano malattie cardiovascolari

insaturi
- hanno uno o più doppi legami
- sono liquidi a temperatura ambiente
Ci sono 3 classi di lipidi.
La seconda classe di lipidi sono gli steroidi: il colesterolo e gli ormoni sessuali
(testosterone e estrogeno).
La terza classe di lipidi sono i fosfolipidi (vedi figura 14)



sono formati da: una molecola di glicerolo + due molecole di acidi grassi + un
gruppo fosfato
hanno una testa polare (solubile in acqua) e una coda non polare (non solubile in
acqua)
formano le membrane cellulari (vedi figura 15)
Figura 14
Figura 15 Membrana cellulare
La terza classe di molecole biologiche: le proteine
Figura 16
Le proteine (vedi figura 16) sono molecole organiche formate da catene di molti
aminoacidi.
Gli aminoacidi:
 sono formati da un atomo di carbonio + un gruppo carbossilico (COOH) + un
gruppo amminico (NH2) + un atomo di idrogeno + un gruppo R (vedi figura 17 e
figura 18)
Figura 17

- Formula di un generico aminoacido -
Figura 18
si legano tra loro con il legame peptidico (vedi figura 19)
Figura 19

sono diversi tra loro per il gruppo R (vedi figura 20)
Figura 20
Le proteine sono formate da lunghe catene di amminoacidi (vedi figura 21)
Figura 21
Gli aminoacidi sono uniti tra loro con il legame peptidico (vedi figura 22)
Figura 22
Sono 20 (vedi figura 23)
Le proteine hanno una forma diversa
Le proteine hanno una funzione diversa
La struttura delle proteine
Le proteine
sono catene polipeptidiche (vedi figura 21)
sono formate da monomeri chiamati aminoacidi (vedi figura 22)
sono diverse perché formate dall’unione di 20 amminoacidi diversi (vedi figura 23)
Figura 23
hanno diverse funzioni.
Le proteine hanno quattro strutture (vedi figura 24):
-
struttura primaria
è la sequenza degli aminoacidi
-
struttura secondaria
è ad alfa elica
-
struttura terziaria
è la forma tridimensionale della proteina
-
struttura quaternaria
è formata dall’unione di più catene polipeptidiche
Figura 24
Le proteine hanno tante funzioni:
-
plastica o strutturale;
-
catalizzatrice (enzimi);
-
energetica;
-
di protezione (gli anticorpi che permettono di combattere le infezioni)
-
di trasporto (emoglobina).
Figura 25
La quarta classe di molecole biologiche: gli acidi nucleici
Gli acidi nucleici:
sono molecole organiche formate dall'unione di molti nucleotidi
sono il DNA (acido desossiribonucleico) e l'RNA (acido ribonucleico) (vedi
figura 28)
Il nucleotide è formato da (vedi figura 26a e figura 26b):
un gruppo fosfato
uno zucchero semplice (desossiribosio o ribosio)
una base azotata (adenina, timina, citosina o guanina)
Figura 26 a: Un nucleotide è formato da tre pezzi: un gruppo fosfato + uno zucchero a cinque atomi
di carbonio + una base azotata
Modello
Figuraschematico
26 b Schema
didi un
unnucleotide
nucleotide
Rappresentazione
schematica
della del DNA
Figura
27 La molecola
molecola di DNA
Rappresentazione
schematica della
Figura duplicazione
28 La molecola del
DNA semiconservativa
e la molecola dell’RNA
del DNA
I componenti del DNA
La molecola di DNA è formata dall'unione di molti nucleotidi.
Un nucleotide è formato da:
un gruppo fosfato
uno zucchero a cinque atomi di carbonio (il desossiribosio)
una base azotata
adenina, guanina, timina e citosina
La doppia elica del DNA (vedi figura 27) è formata da due componenti:
due “montanti”, formati dalle catene di zucchero + il gruppo fosfato (vedi figura
28)
i “pioli”, formati da due basi azotate complementari (vedi figura 29)
le basi azotate complementari sono: adenina e timina oppure guanina e
citosina (vedi figura 30)
Figura 28
Figura 29
Figura 30
Figura 31 Le basi azotate del DNA e dell’RNA
I componenti dell’RNA
Una molecola di acido ribonucleico (RNA) (vedi figura 28)
è formata da una catena di ribonucleotidi
il ribonucleotide è formato da uno zucchero (ribosio) + un gruppo fosfato +
una base azotata (adenina, uracile, guanina o citosina)
è costituita da un singolo filamento
è più piccola di una molecola di DNA
GLOSSARIO
NUCLEOTIDE: molecola organica formata da: una base azotata (guanina, citosina,
adenina, timina, uracile) + uno zucchero (ribosio o desossiribosio) + un gruppo fosfato.
RNA O ACIDO RIBONUCLEICO: il ribosio è lo zucchero dell' RNA. L’RNA è a singola
elica e contiene le quattro basi azotate: adenina (A), citosina (C), guanina (G), uracile (U).
MONOSACCARIDE: uno zucchero semplice, con sette o meno atomi di carbonio a cui
sono legati l’idrogeno e l’ossigeno. Esempi di monosaccaride: glucosio, galattosio, ribosio,
desossiribosio, fruttosio.
FOSFOLIPIDI: lipidi simili ai trigliceridi. I fosfolipidi hanno una funzione prevalentemente
strutturale poiché costituiscono le membrane cellulari.
DNA O ACIDO DESOSSIRIBONUCLEICO: molecola composta da due catene
polinucleotidiche (più nucleotidi) avvolte in una doppia elica.
SACCAROSIO: zucchero (disaccaride) formato da glucosio (monosaccaride) + fruttosio
(monosaccaride).
MALTOSIO: zucchero disaccaride formato da due molecole di glucosio (monosaccaride)
LATTOSIO: zucchero disaccaride formato da glucosio (monosaccaride) + galattosio
(monosaccaride)
DISACCARIDE: zucchero formato da due molecole di monosaccaride.
ENZIMA: proteina specializzata.
PROTEINA: molecola organica formata dall'unione di diversi amminoacidi uniti dal legame
peptidico.
LEGAME PEPTIDICO: unisce gli amminoacidi.
CARBOIDRATI: o glucidi o zuccheri, sono composti ternari formati da tre elementi chimici:
carbonio (C), idrogeno (H) e ossigeno (O).
POLISACCARIDI: zuccheri complessi formati dall’unione di diversi monosaccaridi. I
polisaccaridi sono: il glicogeno; la cellulosa e l’amido.
LIPIDE: composto organico formato da carbonio, idrogeno e piccole quantità di ossigeno.
Esempi di lipidi sono i grassi, gli oli.
GLUCOSIO: monosaccaride a 6 atomi di carbonio
GALATTOSIO: monosaccaride a 6 atomi di carbonio.
GLICOGENO: polisaccaride (zucchero complesso) formato da molte molecole di glucosio
(monosaccaride). Il glicogeno si trova nel fegato e nei muscoli.
CELLULOSA: La cellulosa è un polisaccaride vegetale. La cellulosa si trova nella frutta e
nei vegetali.
VERIFICA
Le macromolecole biologiche
Vero o falso?
I carboidrati svolgono una funzione prevalentemente energetica [V] [F]
Lo zucchero è un carboidrato [V] [F]
Il lattosio è una proteina [V] [F]
Lo zucchero comune svolge una funzione protettrice [V] [F]
I grassi svolgono una funzione plastica [V] [F]
Le proteine svolgono una funzione plastica [V] [F]
Gli alimenti con molte proteine sono la frutta e la verdura [V] [F]
Vero o falso?
Le molecole organiche non contengono atomi di carbonio [V] [F]
Gli oli sono lipidi di origine animale [V] [F]
L’acido nucleico è un polimero di nucleotidi [V] [F]
Gli aminoacidi sono monomeri che polimerizzano nella formazione delle proteine [V] [F]
Il glucosio è un monosaccaride a 6 atomi di carbonio [V] [F]
Gli enzimi sono lipidi a funzione strutturale [V] [F]
L’RNA è una proteina [V] [F]
Collega il composto della colonna A alla giusta definizione della colonna B
A
B
Trigliceridi
composti formati da amminoacidi
Monosaccaridi
zuccheri semplici
Proteine
composti formati da glicerolo e acidi grassi
Collega il composto della colonna A ad un composto della colonna B
A
B
Glicogeno
monosaccaridi
Saccarosio
Amido
disaccaridi
Cellulosa
Glucosio
polisaccaridi
RISPOSTA MULTIPLA: segna la risposta corretta
Il glucosio è:
[ ] un monosaccaride a 5 atomi di carbonio
[ ] un amminoacido
[ ] un polisaccaride
[ ] un monosaccaride a 6 atomi di carbonio
La cellulosa è:
[ ] un polisaccaride a funzione di riserva
[ ] un acido nucleico
[ ] un polisaccaride a funzione strutturale e di sostegno
[ ] un monosaccaride a 6 atomi di carbonio
I grassi sono:
[ ] lipidi di origine animale che si presentano allo stato liquido
[ ] lipidi di origine vegetale che si presentano allo stato liquido
[ ] lipidi di origine minerale che si presentano allo stato cristallino
[ ] proteine di origine animale
Le proteine sono molecole formate da:
[ ] acidi grassi
[ ] nucleotidi
[ ] acqua
[ ] amminoacidi
I nucleotidi sono molecole formate da:
[ ] una base azotata e un acido grasso
[ ] uno zucchero a 5 atomi di carbonio, una base azotata e una molecola di acido fosforico
[ ] uno zucchero a 6 atomi di carbonio e una base azotata
[ ] amminoacidi
L’RNA è:
[ ] un lipide di origine animale
[ ] un acido nucleico a singolo filamento
[ ] un acido nucleico a doppio filamento
[ ] un acido nucleico a triplo filamento
Gli oli sono:
[ ] acidi nucleici di origine animale
[ ] proteine vegetali che si presentano allo stato solido
[ ] lipidi di origine vegetale che si presentano allo stato liquido
[ ] lipidi di origine animale che si presentano allo stato solido
I fosfolipidi sono:
[ ] molecole completamente solubili in acqua
[ ] proteine a funzione ormonale
[ ] i principali costituenti delle membrane biologiche
[ ] i principali costituenti della parete delle cellule vegetali
La struttura primaria delle proteine consiste:
[ ] nella semplice sequenza aminoacidica
[ ] nell’associazione di diverse catene proteiche nel formare una struttura complessa e
globulare
[ ] nella sequenza di due amminoacidi
-foglietto ripiegato
Gli acidi nucleici sono molecole formate da:
[ ] amminoacidi
[ ] acidi grassi
[ ] monosaccaridi
[ ] nucleotidi
Il DNA è:
[ ] uno steroide a funzione ormonale
[ ] una proteina globulare a funzione di trasporto
[ ] un acido nucleico a doppio filamento
[ ] un acido nucleico a singolo filamento
Elenca i principali polisaccaridi presenti in natura:
…………………………………………………………………………………………………………
…………………………………………………………………………………………………………
…………………………………………………………
Collega ogni termine della colonna sinistra con il giusto termine della colonna destra. Vedi
l’esempio proteina
[1] proteina
[2] grasso
[3] cellulosa
[4] fruttosio
[5] acido nucleico
[6] amido
[7] glucosio
[8] saccarosio
[ ] polisaccaride
[ ] monosaccaride
[1] aminoacido
[ ] nucleotide
[ ] acido grasso
[ ] disaccaride
[ ] polisaccaride
[ ] monosaccaride
Spiega la differenza tra monosaccaridi, disaccaridi e polisaccaridi
…………………………………………………………………………………………………………
…………………………………………………………………………………………………………
…………………………………………………………………………………………………………
Segna la risposta corretta
Come si realizza la struttura secondaria delle proteine?
[ ] Tramite la formazione di legami idrogeno tra gli amminoacidi
[ ] Tramite la formazione di legami peptidici tra gli amminoacidi
Quali sono i monosaccaridi che compongono il saccarosio?
[ ] Glucosio e fruttosio
[ ] Glucosio e galattosio
Rispondi alle domande
1. Quali atomi ci sono nelle sostanze organiche?
2. Che cosa sono gli aminoacidi?
3. Che cosa sono le proteine?
4. Da che tipo di composti organici derivano il burro e l’olio?
5. Osserva la figura sotto. A quale classe di composti organici si riferisce?
6. Osserva la figura sotto. A quale classe di composti organici si riferisce?
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A.S. 2012/2013
CASALMAGGIORE
Unità di apprendimento: La cellula
Classe 2^, Istituto tecnico, corso: Costruzioni Ambiente e Territorio
Livello linguistico dello studente: B1
Tempo previsto: 20 ore
PREREQUISITI
Conoscere il concetto di atomo.
Conoscere il concetto di molecola.
Conoscere il concetto di reazioni chimiche.
Conoscere il concetto di composto organico (acidi nucleici, proteine, grassi e
zuccheri).
CONOSCENZE
o
o
o
o
o
o
La cellula procariota.
La cellula eucariota.
Struttura e funzione degli organuli cellulari.
Gli organismi autotrofi.
Gli organismi eterotrofi
I cinque Regni.
COMPETENZE
Descrivere le differenze tra cellula procariota e cellula eucariota.
Associare ad ogni struttura cellulare la sua specifica funzione.
Indicare le differenze tra cellula animale e cellula vegetale.
Disegnare le diverse parti della cellula.
Descrivere le differenze tra organismi autotrofi ed organismi
eterotrofi.
La cellula
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I.I.S. ROMANI
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La cellula
Le cellule: i mattoni degli esseri viventi
Tutti gli esseri viventi sono formati da cellule.
Le cellule:
hanno funzioni diverse
hanno forme diverse (vedi Fig.1)
nascono da altre cellule
Figura 1: La cellula eucariota di un animale
La cellula
La cellula procariota di un batterio
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CASALMAGGIORE
Le cellule sono: procariote ed eucariote
Le cellule sono:
cellule procariote (vedi Fig.2)
- non hanno il nucleo
- non hanno gli organuli citoplasmatici
- esempi di cellule procariote sono le cellule dei batteri
Figura 2: La cellula procariota di un batterio
le cellule eucariote (vedi Fig.3)
- hanno un nucleo circondato da membrane
- hanno organuli citoplasmatici
- esempi di cellule eucariote sono le cellule degli animali, dei vegetali, ……..
- sono più grandi delle cellule procariote
Figura 3: La cellula eucariota
La cellula
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Le differenze tra eucarioti e procarioti
La cellula
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La cellula eucariota
La cellula eucariota ha:
il nucleo (vedi Fig. 4)
- dentro il nucleo c’è il DNA (acido desossiribonucleico)
- controlla la cellula
Poro nucleare
membrana nucleare
cromatina (DNA + proteine)
Figura 4: Il nucleo di una cellula eucariota
Nucleolo
gli organuli (vedi Fig.5)
-
sono protetti da membrane
esempi di organuli sono i mitocondri, i ribosomi,…………..
Figura 5: Gli organuli cellulari
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il citoplasma (vedi Fig. 6)
- è una sostanza formata da acqua,sali minerali e sostanze organiche (proteine)
- nel citoplasma ci sono gli organuli cellulari (mitocondri, ribosomi, lisosomi,
apparato del Golgi,………
- si trova tra il nucleo e la membrana plasmatica
Citoplasma
Figura 6: Il citoplasma
il citoscheletro (vedi Fig. 7a e Fig. 7b)
- è un'impalcatura interna
- è formato da filamenti di proteine
citoscheletro
Figura 7a: Il citoscheletro
La cellula
pag. 6 di 35
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Figura 7b: Il citoscheletro
la membrana plasmatica (vedi Fig. 8 e Fig. 9)
- elimina le sostanze di rifiuto
- protegge la cellula
- fa passare (assorbe) le sostanze nutritive
Fig. 8: Struttura della membrana plasmatica
La cellula
Fig. 9: Il fosfolipide della membrana plasmatica
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Le cellule eucariote sono:
la cellula animale (vedi Fig. 10)
- ha la forma di una sfera
- è circondata da cellule uguali
- è immersa in un ambiente acquoso
la cellula vegetale (vedi Fig. 11)
- ha una parete cellulare rigida
- ha i cloroplasti (organuli celluari)
- ha il vacuolo centrale (organulo celluare)
Fig. 10: La cellula animale
La cellula
Fig.11 La cellula vegetale
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Gli organuli e le strutture della cellula
Il nucleo: (vedi Fig. 12)
è protetto da una membrana nucleare. La membrana nucleare ha tanti buchi. I
buchi della membrana nucleare sono chiamati pori nucleari
nel nucleo c’è il DNA
nel nucleo il DNA è trascritto in molecole di RNA messaggero (mRNA). L’mRNA
esce dal nucleo attraverso i pori nucleari e l’mRNA va nel citoplasma.
Poro nucleare
nucleolo
membrana nucleare
Figura 12: Il nucleo di una cellula animale
Il nucleolo (vedi Fig.12)
ha una forma rotonda
è dentro il nucleo
forma i ribosomi.
Il reticolo endoplasmatico ruvido o rugoso (vedi Fig. 13):
è formato da sacchetti appiattiti. I sacchetti appiattiti sono chiamati cisterne.
è ricoperto da ribosomi
Fig. 13: Il reticolo endoplasmatico rugoso
La cellula
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L'apparato di Golgi (Fig. 14):
distribuisce le proteine alla cellula
trasporta fuori dalla cellula le proteine
è formato da tante cisterne una sopra l’altra.
Fig. 14: L’apparato del Golgi
I ribosomi liberi(vedi Fig. 15a e Fig.15b):
i ribosomi sono formati da proteine e RNA ribosomiale (rRNA)
i ribosomi sono nel citoplasma
i ribosomi hanno una forma rotonda
i ribosomi formano le proteine
Ribosomi liberi
Ribosomi liberi
Fig. 15a: I ribosomi liberi
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Fig. 15b: I ribosomi liberi
Il reticolo endoplasmatico liscio (vedi Fig. 16):
è formato da sacchetti appiattiti. I sacchetti appiattiti sono chiamati cisterne.
non ha ribosomi
forma i lipidi
elimina le sostanze pericolose
Fig. 16: Il reticolo endoplasmatico liscio
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I lisosomi (vedi Fig. 17):
sono vescicole
eliminano le sostanze di rifiuto
Fig. 17: Il lisosoma
I mitocondri (vedi Fig.18):
hanno una doppia membrana.
producono energia
Fig. 18: Il mitocondrio
Le ciglia:
- sono corte
- sono tante
- sono sulla superficie della cellula
- permettono il movimento della cellula (negli organismi unicellulari)
- permettono il movimento di sostanze (negli organismi pluricellulari)
I flagelli (vedi Fig. 19 a e Fig.19 b):
- sono lunghi
- sono pochi (uno o due)
- sono all’estremità della cellula
- permettono il movimento della cellula
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-
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gli spermatozoi (uniche cellule animali) hanno i flagelli
Fig. 19a: Il flagello di una cellula batterica
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Fig. 19b: Il flagello di uno spermatozoo
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La cellula vegetale
La cellula vegetale ha tre strutture particolari:
la parete cellulare vedi Fig. 20a
- è spessa
- è di cellulosa
- è una struttura protettiva
Fig. 20 a: La parete cellulare
il vacuolo centrale (vedi Fig. 20b)
- è protetto da una membrana
- riempie circa il 90% dello spazio cellulare
- ha le sostanze nutritive
- elimina le sostanze di rifiuto
- è una vescicola piena di acqua
Fig. 20b: Il vacuolo
i plastidi
- hanno sostanze nutritive
- hanno i pigmenti (esempio: la clorofilla)
Un esempio di plastidi sono i cloroplasti (vedi Fig. 20c)
I cloroplasti hanno la clorofilla
I cloroplasti sono la sede della fotosintesi clorofilliana.
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Fig. 20c: Il cloroplasto
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Le caratteristiche degli esseri viventi
La biologia è una scienza.
La biologia studia gli esseri viventi.
Gli esseri viventi sono formati da una o più cellule.
Gli esseri viventi formati da una sola cellula sono: gli unicellulari.
1 CELLULA: unicellulare.
Organismi unicellulari sono: i “batteri” e i “cianobatteri”.
Gli organismi viventi formati da due o più cellule sono: i pluricellulari.
1 cellula + 1 cellula + “n” cellule : organismo pluricellulare.
Organismi pluricellulari sono gli animali, le piante e la maggior parte dei
funghi.
Tutti gli esseri viventi svolgono delle funzioni importanti:
- nascere
- crescere
- mangiare (nutrirsi)
- fare figli (riprodursi)
- essere in movimento (muoversi)
- morire
La cellula
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CASALMAGGIORE
Gli esseri viventi sono classificati:
- in base alle CELLULE
• gli esseri viventi sono unicellulari
• gli esseri viventi sono pluricellulari
- in base al bisogno di OSSIGENO
• gli esseri viventi sono aerobi (se hanno bisogno di ossigeno)
• gli esseri viventi sono anaerobi (se non hanno bisogno di ossigeno).
- in base al cibo
• gli esseri viventi sono autotrofi (produttori).
Gli organismi autotrofi sono capaci di produrre il cibo da soli.
Un esempio di organismi autotrofi sono i vegetali.
I vegetali sono le piante (le alghe, gli alberi da frutta,…..)
• gli esseri viventi sono eterotrofi (consumatori)
Gli organismi eterotrofi non sono capaci di produrre il cibo da soli ma
mangiano il cibo prodotto da altri organismi.
Un esempio di organismi eterotrofi sono gli animali.
Gli animali sono:
1) carnivori. I carnivori mangiano la carne.
Esempio: il leone è un animale carnivoro (vedi fig. 21).
Figura 21: il leone
2) Erbivori. Gli erbivori mangiano i vegetali (pianta, albero, erba).
Esempio: la mucca è un animale erbivoro (vedi fig. 22)
Figura 22: la mucca
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3) Onnivori. Gli onnivori mangiano la carne ed i vegetali.
Esempio: l’uomo è un animale onnivoro.
La teoria cellulare
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La teoria cellulare
La teoria cellulare dice che:
- tutti gli esseri viventi sono formati da una cellula o da più cellule.
- tutte le cellule nascono da altre cellule.
- le reazioni chimiche di un essere vivente avvengono dentro le cellule.
- le cellule hanno le informazioni genetiche.
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I livelli di organizzazione cellulare
Gli organismi pluricellulari hanno dei livelli di organizzazione (vedi fig.23a,
fig.23b, fig.23c e fig.24)
atomo (parte più piccola della sostanza).
Esempio di atomo è l’idrogeno (H)
↓
molecola (la più piccola parte di una sostanza che conserva le proprietà di
quella sostanza).
Esempio di molecola è l’acqua
↓
organulo (struttura della cellula utile ad una funzione specifica).
Esempio di organulo è il mitocondrio. Il mitocondrio produce energia.
↓
cellula ( la più piccola parte vivente.)
Esempio di cellula è la cellula muscolare
↓
tessuto (insieme di cellule che hanno la stessa funzione)
Ad esempio le cellule muscolari formano il tessuto muscolare.
↓
organo (insieme di più tessuti che hanno la stessa funzione)
Per esempio lo stomaco è un organo formato da: mucosa + tessuto
muscolare + tessuto connettivo.
↓
apparato ( insieme di organi diversi con la stessa funzione)
Per esempio l’apparato digerente (bocca + stomaco + intestino) ha la
funzione di digerire il cibo.
↓
sistema (insieme di organi simili tra loro):
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Per esempio il sistema muscolare dell’uomo è formato da tanti
muscoli. I muscoli (organi) hanno una struttura simile.
↓
organismo (insieme di sistemi ed apparati)
Figura 23a: Schema di un organismo
Figura 23b: I livelli di organizzazione di un organismo animale
Figura 23c: I livelli di organizzazione di un organismo vegetale
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↓
popolazione (organismi della stessa specie che vivono in un’area specifica)
esempio di popolazione sono i pesci: (sardine e tonno)
↓
comunità (insieme di popolazioni di specie diverse che vivono nella stessa
area)
esempio di comunità è la barriera corallina
↓
ecosistema (insieme delle comunità e l’ambiente dove le comunità vivono)
esempio di ecosistema è il mare
↓
biosfera (insieme dei diversi ecosistemi)
I vari livelli di organizzazione della materia
Figura 24: I livelli di organizzazione dei viventi e dei non viventi
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I cinque regni
Gli esseri viventi sono divisi in 5 gruppi o (regni) vedi Tab.1e fig. 25a e fig. 25b:
Regno
Esempi di organismi
Monere
Batteri ed alghe azzurre
Protisti
protozoi
alghe brune, alghe rosse, alghe verdi
ficomiceti, mixomiceti, lieviti
Funghi
ascomiceti, basidiomiceti, etc.
Piante
piante con fiore, conifere, felci,
muschi, alghe verdi
Animali
invertebrati, vertebrati
unicellulari
pluricellulari
Tabella 1: esempi di organismi
Fig. 25a: I cinque regni
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Fig. 25b: I cinque regni
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Il regno delle Monere
o delle i
Il regno delle monere (vedi Fig.26):
Le Monere sono unicellulari
Le monere sono procarioti
Le monere sono autotrofe ed eterotrofe
L’alga azzurra è una monera autotrofa
Il batterio è una monera eterotrofa
Figura 26: Il batterio
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Il regno dei Protisti
Il regno dei protisti (vedi Fig. 27 e fig. 28)
I protisti sono unicellulari
I protisti sono eucarioti
I protisti sono autotrofi ed eterotrofi
L’alga verde è un protista autotrofo
L’ameba è un protista eterotrofo
Il lievito è un protista eterotrofo
Figura 27: l'Ameba
Figura 28: il lievito utilizzato per la produzione di vino e birra
l regno d
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Il regno dei Funghi
ei Funghi
Il regno dei funghi (vedi Fig. 29a e fig. 29b):
I funghi sono pluricellulari
I funghi sono eucarioti
I funghi sono eterotrofi
Figura 29a: Le parti di un fungo
Fig. 29b: Le muffe delle arance e dei limoni
Il regno dei Vegeta
li
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Il regno dei vegetali
Il regno dei vegetali (vedi fig. 30a e fig. 30b)
I vegetali sono autotrofi
I vegetali sono pluricellulari
I vegetali sono eucarioti
I vegetali sono le piante
Figura 30a: Pianta terrestre
Figura 30b: Pianta acquatica
Il r
no degli Animali
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Il regno degli animali
Il regno degli animali (vedi fig. 31a e fig. 31b; fig.32a, fig.32b e fig.32c)
Gli animali sono eterotrofi
Gli animali sono pluricellulari
Gli animali sono eucarioti
Fig.31a animali terrestri
Fig.31b animali acquatici
Figura 32a: uccelli volatori
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Fig.32b: uccello corridore Fig.32c: uccello nuotatore
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Tabella 2: le differenze tra gli organismi viventi
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Glossario di BIOLOGIA
Modulo: “LA CELLULA”
MEMBRANA PLASMATICA: ha un doppio strato di fosfolipidi. I fosfolipidi hanno una testa
idrofila ed una coda idrofoba.
NUCLEO: organulo presente nelle cellule eucariotiche. Il nucleo è circondato dalla membrana
nucleare. Nel nucleo ci sono filamenti di DNA, RNA e proteine (DNA + PROTEINE =
CROMOSOMI).
RIBOSOMA: organulo cellulare formato da rRNA + proteine. rRNA = RNAribosomiale
LISOSOMI: organuli presenti nelle cellule animali. I lisosomi hanno una forma sferica. I lisosomi
hanno la funzione di distruggere il materiale estraneo alla cellula.
RETICOLO ENDOPLASMATICO: ha una doppia membrana. Il reticolo endoplasmatico è nel
citoplasma.
Il reticolo endoplasmatico è:
1) rugoso se è unito ai ribosomi (reticolo endoplasmatico + ribosomi = reticolo endoplasmatico
rugoso);
2) liscio se non è unito ai ribosomi.
MITOCONDRIO: organulo cellulare presente nelle cellule eucariotiche. Il mitocondrio ha una
doppia membrana. Il mitocondrio produce l’energia necessaria alla cellula.
CLOROPLASTI: piccoli organuli presenti nelle cellule vegetali. I cloroplasti hanno la clorofilla. I
cloroplasti hanno una doppia membrana. Nei cloroplasti avviene la fotosintesi clorofilliana.
CIGLIA E FLAGELLI: sono organuli presenti nelle cellule animali. Ciglia e flagelli hanno una
forma filiforme (come un filo). Ciglia e flagelli sono formati da microtubuli. Ciglia e flagelli
permettono il movimento delle cellule negli ambienti liquidi. Le ciglia sono filamenti corti, mentre
i flagelli sono filamenti lunghi. Le cellule delle piante non hanno ciglia e flagelli.
APPARATO DEL GOLGI: presenta delle membrane. L’apparato del Golgi è nel citoplasma.
L’apparato del Golgi è una struttura presente nelle cellule eucariotiche..
CROMOSOMA: struttura presente nelle cellule eucariotiche. Il cromosoma è nel nucleo della
cellula eucariotica. Il cromosoma ha la forma di un bastoncino. Il cromosoma ha due sub unità
(pezzi) chiamati cromatidi. Il cromosoma è formato da: DNA, RNA, proteine basiche (istoni) e
proteine acide. Un cromosoma ha un telomero ad ogni estremità ed un centromero.
PROCARIOTI: organismi di cellule che non hanno membrane nucleari. I procarioti sono: batteri e
alghe azzurre.
EUCARIOTI: organismi di cellule formati da:
- cellule con nuclei circondati da membrane nucleari (DNA circondato dalla membrana
nucleare)
- organuli citoplasmatici circondati da membrane.
CENTRIOLO: è una struttura della cellula animale.
PARETE CELLULARE: è un rivestimento delle cellule vegetali. La parete cellulare è all’esterno
della membrana plasmatica. La parete cellulare è di cellulosa. La parete cellulare ha la funzione di
proteggere la cellula.
NUCLEOLO: piccola struttura che si trova nel nucleo cellulare.
VACUOLI: sono cavità piene di liquido circondate da una membrana. I vacuoli sono strutture delle
cellule vegetali.
MICROTUBULI: strutture cilindriche cave formate da una particolare proteina, la tubulina.
PLASTIDIO: organulo citoplasmatico presente nella cellula vegetale. Il plastidio ha la clorofilla.
TESSUTO: associazione di cellule
CITOSCHELETRO: è una rete di filamenti proteici che si trova nel citoplasma delle cellule
eucariotiche.
APPARATO: insieme di organi. Esempio di apparato: cardiocircolatorio, riproduttivo, respiratorio.
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FUNGHI: regno di organismi eucarioti. I funghi sono organismi unicellulari e pluricellulari.
Esempi di funghi sono: muffe e lieviti.
INVERTEBRATI: gruppo di animali privi di scheletro interno.
LIEVITO: fungo unicellulare
MONERE: un regno di organismi procarioti. Un esempio di monere sono i batteri.
PROTISTI: regno di eucarioti autotrofi ed eterotrofi.
PROTOZOO: organismo unicellulare, eucariote, con membrana citoplasmatica, eterotrofo
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VERIFICA DI BIOLOGIA
NOME
CLASSE
DATA
La prova viene valutata in base ai seguenti indicatori:
• Correttezza e pertinenza dei contenuti
• Completezza delle conoscenze
• Competenza espositiva lessicale, ovvero padronanza del lessico specifico
a) Completa le frasi seguenti inserendo i termini opportuni:[21]
- Le cellule.......................................................................hanno il nucleo ben evidente,
racchiuso all’interno della…………………………………………….……………
- Oltre ai cloroplasti, le cellule vegetali hanno altre due strutture assenti nelle cellule animali:
il.......................................................................e la ..............................................................................
- Gli animali sono organismi…………………………………………………………….……………………
- I vegetali sono organismi……………………………………………………………………………………
- La………………………….……………………..è un involucro rigido che circonda all’esterno la
membrana delle cellule vegetali
c) Risposta multipla:[10]
b) VERO O FALSO:[7]
V F
1) La cellula degli organismi pluricellulari è di tipo procariota
2) Nella cellula procariota il DNA non è delimitato da una membrana
3) Sulla superficie del Reticolo Endoplasmatico Rugoso sono presenti i ribosomi
4) I vacuoli sono vescicole cellulari prive di membrana
5) La membrana nucleare è una struttura senza interruzioni
6) I mitocondri partecipano alla sintesi (formazione) delle proteine
7) Il citoscheletro è una struttura rigida che avvolge esternamente la cellula
1) Nei vegetali la parete cellulare è costituita (fatta) da:
a) chitina
b) cellulosa
c) glucosio
d) amido
2) I mitocondri servono a:
a) svolgere la fotosintesi
b) produrre energia mediante la respirazione cellulare
c) assemblare le biomolecole
d) inattivare le sostanze tossiche
3) La clorofilla si trova dentro:
a) i mitocondri
b) i ribosomi
c) i lisosomi
d) i cloroplasti
4) I microtubuli sono componenti:
a) del citoscheletro
b) della parete cellulare
La cellula
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c) della membrana nucleare
d) della matrice
5) Nei ribosomi si ha:
a) sintesi (formazione) del DNA
b) sintesi delle proteine
c) sintesi dei polisaccaridi
d) digestione intracellulare
d)
Esercizio a completamento:
1. Inserisci nella figura 1 i termini:[12]
1.
2.
3.
4.
5.
6.
Reticolo Endoplasmatico Rugoso
Cloroplasto
Vacuolo centrale
Mitocondrio
Apparato di Golgi
Centriolo
Figura 8
2. Osserva la figura 2 e specifica che cosa sono i punti 1 e 2:[4]
2
Figura 9
La cellula
1
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3. Osserva la figura 3 e inserisci i termini mancanti:[12]
È una cellula ………………………………….
Figura 10
4. Osserva la figura 4 ed inserisci i termini mancanti:[14]
È una cellula ………………..……………………………...
Figura 11
La cellula
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Regno
a) regno delle Monere
b) regno dei Protisti
c) regno delle Piante
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e) Associa ad ogni regno gli organismi:[10]
Organismo
1) organismi eterotrofi pluricellulari come gli
uomini
2) organismi fotosintetici pluricellulari come
gli alberi da frutta
3) procarioti come i batteri
d) regno dei Funghi
Associazione
4) organismi eterotrofi unicellulari come le
muffe
5) organismi eucarioti unicellulari come le
amebe
e) regno degli Animali
f) Sottolinea la corretta composizione chimica delle parti cellulari :[10]
a) membrane cellulari:
b) ribosomi:
RNA
FOSFOLIPIDI
-
DNA
c) parete dei batteri:
RNA
-
TRIGLICERIDI -
PROTEINE
MUCOPOLISACCARIDI
d) parete delle cellule vegetali:
e) cromosomi:
-
-
AMIDO
DNA
-
-
-
LIPIDI
-
CELLULOSA
CELLULOSA
PROTEINE
Punteggio massimo: 100
PROTEINE
-
TRIGLICERIDI
Punteggio per la sufficienza: 60
Buon lavoro!
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