Sangue
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1
Sangue
Tessuto connettivo a carattere fluido che
scorre in un sistema di canali comunicanti
(vasi arteriosi e venosi)
Composto da una parte fluida e da cellule
definite “globuli”
Funzione trofica
5-6 litri, 38°C, pH 7.2-7.4
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2
SANGUE
↓
Connettivo particolare : la matrice
extracellulare non contiene né fibre, né altre
molecole tipiche dei connettivi e non viene
prodotta da cellule che, a loro volta, nascono
al di fuori di questo tessuto (midollo
emopoietico)
Funzioni
1. RESPIRAZIONE tramite gli eritrociti vi è il trasporto dell’O2 dai
polmoni ai tessuti e della CO2 dai tessuti ai
polmoni
2. NUTRIZIONE
distribuzione dei nutrienti a tutte le cellule
3. ESCREZIONE
trasporto di scorie metaboliche ai reni
4. REGOLAZIONE DEL METABOLISMO veicolo di ormoni, vitamine, ecc.
5. REGOLAZIONE EQUILIBRIO ACIDO-BASE mantenuto grazie ai suoi sistemi
tampone
6. REGOLAZIONE EQUILIBRIO IDRICO tramite continui scambi tra i
liquidi circolanti e la matrice
extracellulare
7. REGOLAZIONE DELLA T CORPOREA rendendola omogenea in tutte le
parti del corpo
8. DIFESA CONTRO LE INFEZIONI grazie ai leucociti
Eritrocita:scambi gassosi
O2
O2
diffusione
Shift del cloro
Controllo del pH
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5
IL SANGUE
Non è una soluzione omogenea , ma una
sospensione di una fase solida
corpuscolata ( globuli rossi, globuli bianchi,
piastrine ) in una fase liquida, costituita da
proteine, ormoni, lipidi, zuccheri, elettroliti,
enzimi in mezzo acquoso
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6
7
Composizione del sangue
~55%
Plasma
P.S.10271030
~1%
Acqua (90%)
Proteine
Lipidi
Glucosio
Aminoacidi
Ioni
globuli bianchi
e piastrine
Albumine
Globuline
Fibrinogeno
Granulociti:
• Neutrofili
•Eosinofili
•Basofili
Linfociti
Monociti
globuli
~ 45% rossi
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8
Aspetto del sangue prelevato in
provetta
Precentrifugazione
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Postcentrifugazione
9
PLASMA
COMPOSIZIONE CHIMICA
90% H2O
10% RESIDUO SOLIDO
1% sostanze inorganiche (Na+, K+, Mg++, Ca++, Fe)
9% sostanze organiche (glucidi, lipidi, proteine)
albumina, globuline (α1,α2, β, γ)
Proteine del complemento
Proteine del Plasma
Albumina
Globuline
legano lipidi e vitamine liposolubili
γ, prodotte da plasmacellule, anticorpi della difesa immunitaria
Protrombina e fibrinogeno, prodotte dal Fegato
Proteine del complemento
α e β, prodotte dal Fegato, trasporto ioni metallici, proteine che
Proteine della coagulazione
Prodotta dal Fegato, mantiene pressione osmotica e trasporta
metaboliti insolubili
C1-C9, prodotte dal Fegato, difesa microorganismi e risposta
infiammatoria
Lipoproteine plasmatiche
Chilomicromi, trigliceridi al fegato
Lipoproteine a densità molto bassa (VLDL), trigliceridi dal fegato alle
cellule
Lipoproteine a bassa densità (LDL), colesterolo dal fegato alle cellule
Plasma
% in Peso
(% in peso)
% in
Volume
(5 litri)
Proteine 7%
Globuline 38%
Fibrinogeno 4%
Altri fluidi e tessuti
92%
Sangue
8%
Albumine 58%
Acqua
91%
Plasma
55%
Altri soluti 2%
Elementi Figurati
Elementi
Figurati
45%
Ioni
Nutrienti
Prodotti di Rifiuto
Gas
Sostanze regolatrici
(ormoni)
(x mm3)
Piastrine
250-400.000
Globuli Bianchi
5-20.000
Neutrofili 60-70%
Linfociti 20-25%
Globuli Rossi
4,2-6,2 milioni
Monociti 3-8%
Eosinofili 2-4%
Basofili 0.5-1%
VES: velocità con la quale gli eritrociti
sedimentano
HC: valore ematocrito (45% volume totale del
sangue)
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14
Emocromo – Esame citometrico
Il test indica:
la quantità dei vari globuli presenti nel sangue
l'ematocrito (la percentuale in volume della parte
corpuscolata del sangue separata dal plasma), la quantità
di emoglobina,
il volume globulare medio (cioè la grandezza media dei
globuli rossi),
il contenuto medio di emoglobina del globulo e la sua
concentrazione media.
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15
Valori normali
Eritrociti (RBC), da 4 a 6,2 milioni/mm3;
Leucociti (WBC), da 4.000 a 10.000/mm3;
Piastrine (PLTS),da 150.000 a 350.000/mm3;
Emoglobina (Hb), 12-16 g/dl (donne); 14-18 g/dl (uomini);
Ematocrito (Ht): 35 - 47 (donne); 40-54 (uomini);
Volume globulare medio (MCV): da 80 a 100 µ3;
Contenuto emoglobinico globulare medio (MCH), 24-34 pcg;
Concentrazione emoglobinica globulare media (MCHC),
da 32 a 36 su 100.
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Velocità di eritrosedimentazione
(VES)
La velocità con cui si ha la sedimentazione della parte
corpuscolata nel sangue reso incoagulabile e posto in una
apposita provetta graduata in millimetri, di altezza e
diametro standard.
Il suo valore viene espresso con un indice (indice di Katz) che
si ottiene sommando il valore letto alla prima ora alla metà
del valore letto dopo due ore, e dividendo il risultato per due.
In condizioni normali tale indice è di 4-10 nell’uomo, di 5-15
nella donna.
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La velocità di eritrosedimentazione è condizionata da due fattori: la
composizione proteica del plasma, e le caratteristiche di forma e
numero
dei
globuli
rossi.
Un aumento della VES si ha in malattie di natura infiammatoria
(infezioni batteriche e nelle collagenopatie), in alcuni processi
tumorali, nell’infarto miocardico, nelle anemie.
Di norma, la velocità di sedimentazione, durante la prima ora, è
inferiore:
» a 10 mm nell’adulto (aumenta un po’ con l’avanzare dell’età);
» a 20 mm nel bambino;
» a 30 mm nella donna mestruata;
» a 40 mm nella donna che si avvicina al termine della gravidanza.
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Lo “striscio”
di sangue
data la sua natura
liquida, lo studio
istologico del
sangue è diverso da
quello degli altri
tessuti
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Lo “striscio”
di sangue
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nello striscio di sangue la matrice
extracellulare (plasma) viene
eliminata e si osservano solo i
cosiddetti elementi figurati, ovvero
cellule o parti di cellule
striscio
gli elementi figurati del sangue
vengono fissati e poi colorati con
il metodo di Romanowski, cioè
con una miscela di coloranti acidi,
basici e neutri
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Globulo
rosso
8 µm
aspetto morfologico a
“disco biconcavo”
la forma del globulo rosso aumenta
l’efficienza dello scambio di gas fra
citoplasma e plasma ematico
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due globuli rossi
(e una piastrina)
in un vaso capillare
la forma del globulo rosso
favorisce anche il suo
scorrimento nel microcircolo periferico…
composizione interna?
è privo di nucleo!
il suo citoplasma è
omogeneo e privo di
organuli!
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TEM di Globuli Rossi (sezione trasversale)
Globuli rossi
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Circa 1000 per
ogni globulo
bianco
5.4milioni/mL
nell’uomo
4.5milioni/mL
nella donna
3x106 immessi
in circolo al
secondo
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Emoglobina
In un globulo rosso:
66% acqua
33% proteine, di cui
95% emoglobina
5% altre
L’emoglobina è responsabile della maggior parte del trasporto di ossigeno e
anidride carbonica
In ogni eritrocito 250-300 milioni di molecole di Hb
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Eritrociti: emoglobina
Ogni eritrocita è rimpito con circa 280 milioni di molecole di
una proteina-pigmento rossa chiamata emoglobina.
Responsabile del trasporto di ossigeno ed anidride carbonica,
e del caratteristico colore rosso vivo del sangue arterioso.
L’emoglobina che non contiene ossigeno ha un colore rosso
intenso che viene percepito come blu perchè il sangue
all’interno di queste vene è osservato attraverso gli strati della
cute e del sottocutaneo.
Eritrociti
Emoglobina
Grossa proteina tetramerica, composta da 4 catene
legate covalentemente ad un gruppo Eme
Trasportatore dei gas respiratori
Ossiemoglobina, legata all’ossigeno
Carbaminoemoglobina, legata alla CO2
Trasporta anche ossido nitrico (NO)
4 tipi di globine, α, β, γ, δ
Feto: HbF, α2 γ2
Adulto:
HbA1, α2 β2 96% del totale
HbA2, α2 δ2, 2% del totale
HbF, restante 2%
Eritrociti: emoglobina
Ogni molecola di emoglobina è costituito da quattro blocchi di
proteine, chiamate globuline.
Catena Alpha (a) e catena Beta (b).
Tutte le catene globuliniche contengono un gruppo non proteico (o
eme) che ha la forma di un anello, con un ione ferro (Fe) al centro.
L’ossigeno si lega a questi ioni di ferro per il trasporto nel sangue.
Ogni molecola di emoglobina ha quattro ioni di ferro ed è capace di
legare quattro molecole di ossigeno.
Il legame dell’ossigeno è abbastanza debole per garantire un rapido
legame ed un rapido distacco dell’ossigeno all’emoglobina.
L’ossigeno si lega all’emoglobina, quando gli eritrociti passano
attraverso I vasi sanguigni dei polmoni.
Si rilascia l’emoglobina quando gli eritrociti passano attraverso I vasi
sanguigni tissutali del corpo.
31
Contengono emoglobina formata da 4 subunità
(ognuna costituita da una catena polipeptidica-globina-)
α, β, γ, δ che legano 1 gruppo contenente Fe (eme)
adulto HbA = 2 α e 2 β
HbA2 = 2 α e 2 δ
fetale HbF = 2 α e 2 γ (>affinità per O2)
Funzione: trasporto di O2
Ricambio dei globuli rossi
perdita di mitocondri, ribosomi, reticolo
endoplasmatico e nucleo durante il
differenziamento
mancando di dispositivi di sintesi, diventa
rapidamente senescente…
…e viene distrutto da cellule fagocitarie dopo
circa 120 giorni dall’entrata in circolo
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33
34
M.P eritrocitaria
95% fosfolipidi e colesterolo
Proteine importanti.
Glicoforine A,B e C (con acido sialico che impedisce
l’agglutinazione per le cariche negative)
Proteine della banda 3 (SONO TRASPORTATORI DI ANIONI)
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35
Citoscheletro
Spectrina, ancorata alla MP grazie a:
-Ankirina
-Proteine della banda 4.1 con l’intermediazione
di actina
Le glicoforine e le proteine della banda 3
legano la MP alla banda 4.1
RISULATO: flessibilità e plasticità della
membrana
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Eritrocita: membrana plasmatica
L’eritrocita si differenzia dalle altre cellule poiché il
citoscheletro forma un guscio che sostiene la membrana
plasmatica ed è unito ad essa in molti punti
Questa caratteristica permette all’eritrocita di essere
flessibile e di potersi spostare facilmente nei capillari dove
viaggia “impilato” con gli altri eritrociti
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37
Citoscheletro e proteine integrali della
membrana dell’eritrocita
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38
Le terminazioni libere dei tetrameri di spectrina
sono tenute insieme da catene fibrillari di actina
(banda 5) contenenti tropomiosina. L’adducina e
la banda 4,1 favoriscono la interazione actinaspectrina. L’ancoraggio del citoscheletro alla
membrana è ottenuto con la banda 2,1,
l’anchirina. A sua volta questa è legata alla banda
3
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39
Eritrocita: proteine della membrana plasmatica
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40
Eritrocita:proteine della membrana plasmatica
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41
Alterazioni dei globuli rossi
Anemia: una diminuzione di Hb e dei GR
Ipocromia: variazione del colore dei GR
Microcitosi/Macrocitosi: dimensioni
Anisocitosi: grandezze differenti
Poichilocitosi: forme bizzarre
Inclusioni eritrocitarie (corpi di howel-Jolly)
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42
Anemia
Condizione patologica in cui la
concentrazione di emoglobina e al di sotto
del normale
Minor numero di Eritrociti
Anemia aplastica
Depressione del midollo osseo a causa di tumore,
radiazioni o trattamento medico
Anemia Emorragica
Anemia Emolitica
Infezione Batterica
Altre anemie
Associate alla dieta
Anemia perniciosa
Incapacità ad assorbire
vitamina B12
Anemia da deficienza di
ferro
Sanguinamento prolungato
Cellule pallide
(ipocromiche) e piccole
(microcitiche)
CITOSCHELETRO
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45
PATOLOGIE DEL CITOSCHELETRO
PATOLOGIE
VERTICALI
(sferocitosi)
PERDITA DI
CONTATTO TRA LA
MEMBRANA E IL
CITOSCHELETRO
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PATOLOGIE
ORIZZONTALI
(ellissocitosi)
DANNI NELLA
STRUTTURA DEL
CON RECUPERO
COMPROMESSO
46
DIFETTI MEMBRANA ERITROCITA
Deficit di proteine del citoscheletro sottostante la
membrana:
anchirina, spectrina, proteina 4.1, proteina 4.2
-
- Deficit della membrana stessa:
banda 3.
- Sferocitosi
- Ellissocitosi
- Ovalocitosi
- Stomatocitosi
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47
Sferocitosi ereditaria
Nella sferocitosi
non si realizza il
legame tra
anchirina e
spectrina
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48
SFEROCITOSI (SP)
Molti difetti verticali inducono la SP. I più comuni
sono dominanti.
E’ fondamentalmente una patologia associata a
perdita della membrana
Di solito è caratterizzata da un processo emolitico
ben compensato con crisi occasionali.
MCV è ridotto, MCHC è incrementato
E’ caratterizzata da una ridotta resistenza osmotica
e da un aumento dell’auto-emolisi
E’ fondamentalmente curata con la splenectomia
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49
SFEROCITOSI EREDITARIA
Più frequente difetto di membrana
- Autosomica dominante nel 75% dei casi
- Nel 25% casi autosomica recessiva o
dominante a penetranza incompleta o
neomutazione
- Deficit anchirina o spectrina o banda 3 o
proteina 4.2
-
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50
SFEROCITOSI EREDITARIA
- Deficit di proteine determina perdita di coesione
citoscheletro con strato lipidico soprastante
- Perdita lipidi, riduzione superficie e assunzione di
forma sferica
- Eritrociti sferici trattenuti nei capillari splenici.
- Emolisi cronica.
- Sopravvivenza eritrocitaria variamente ridotta.
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51
ELLYPTOCYTOSIS
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52
ELLISSOCITOSI (EP)
Molti difetti orizzontali inducono la EP. I più comuni
sono dominanti
E’ fondamentalmente un disturbo associato ad
incapacità di recuperare la forma in seguito alle
modificazioni indotte dai capillari.
E’ caratterizzata da un processo emolitico molto ben
compensato.
MCV non è ridotto, MCHC non è incrementato
NO ridotta resistenza osmotica
Spesso non necessita di terapia. La splenectomia è
efficace, se necessario.
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53
STOMATOCITOSI
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54
STOMATOCITOSI (ST)
Disordino associato ad un difetto di permeabilità
(protein 7.2)
RBC diventa grasso, con ridotto MCHC
Ed incrementato MCV
E’ caratterizzato da un processo emolitico molto ben
compensato
C’è una riduzione delle resistenze osmotiche
Spesso non necessita di terapia.
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55
Ovalocitosi con microcitosi
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56
OVALOCITOSI EREDITARIA
Sud-Est dell’Asia più frequente.
Difetto della banda 3 (delezione di 9
aminoacidi alla giunzione dei domini
citoplasmatico e transmembrana)
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57
Drepanocitosi (anemia falciforme)
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58
La più comune malattia qualitativa
dell’Hb colpisce la solubilità dell’HB
Un prototipo di malattia a mutazione
puntiforme
β6 Glu--> Val
ANEMIA FALCIFORME (HBS)
NB β6 Glu-->Lys dà luogo ad una HBS
con un fenotipo più lieve.
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59
Striscio di sangue di cellule a forma di
falce
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60
RBC Normali
RBC a falce
QUADRO CLINICO DREPANOCITOSI
-Anemia di solito moderata: Hb ~ 8 g/dl, ma con
ampie variazioni individuali (5 – 11 g/dl).
-QUADRO DOMINATO DAI PROBLEMI VASOOCCLUSIVI:
crisi di intenso dolore osseo o toracico o
addominale;
infarti ossei con necrosi;
ulcere trofiche agli arti inferiori;
ischemie ed emorragie cerebrali;
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62
Gruppo sanguigno ABO
A
B
AB
0
⇒⇒
⇒⇒
⇒⇒
⇒⇒
Antigene A
Antigene B
Antigene A e B Ricevente universale
Né antigene A né B
Donatore universale
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63
Antigeni
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64
65
66
67
Altri Gruppi Sanguigni
Oltre al sistema ABO esistono numerosi altri
sistemi, di cui il più conosciuto è il gruppo Rh:
Comprende una dozzina di antigeni ma i più
comuni sono:
C
D
E
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68
Altri Gruppi
Sanguigni
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69
Globuli bianchi o
leucociti
sono cellule preposte alla difesa
dell’organismo
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70
Classificazione dei leucociti
Granulari (granulociti)
Presentano voluminose inclusioni citoplasmatiche
Si dividono in:
Neutrofili
Eosinofili
Basofili
Agranulari (agranulociti)
Si distinguono:
Monociti
Linfociti
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71
Leucociti
Leucociti
granulari (o granulociti) hanno specifici
granuli, i nuclei dei granulociti maturi o quasi maturi
sono composti da segmenti diversi: da due a
quattro
Leucociti non granulari (o agranulociti) non
hanno specifici granuli e possiedono un nucleo
sferico, ovale o a forma di ferro di cavallo.
Formula leucocitaria
5000-10000 / mm3
condizioni normali
Entro certi limiti, variazioni di numero sono
fisiologiche come nel bambino:
- 12.000/13.000
Tuttavia…
20000-40000 / mm3
Indica la presenza di una infezione
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73
Presenza relativa delle diverse
classi di globuli bianchi
Linfociti
20-30%
Monociti 3-8%
Basofili 0-1%
Neutrofili
55-75%
Eosinofili 2-4%
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74
Vita media e dimensioni
Neutrofili
Eosinofili
Basofili
Linfociti
Monociti
~ 9 µm
~10 µm
~8 µm
~8 µm
~12 µm
<1 settimana
<1 settimana
1-2 anni
da mesi-ad anni
pochi giorni*
*I Macrofagi, nel connettivo, vivono per diversi mesi.
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75
Proprietà generali dei leucociti
La maggior parte dei leucociti si trova al di
fuori del circolo ematico (principalmente nel
connettivo lasso e nel tessuto linfatico)
come e perché i leucociti escono dal circolo?
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76
chemiotassi, diapedesi e
movimento ameboide
in caso di necessità, i
globuli bianchi, attratti da
specifici stimoli chimici
(chemiotassi), sono in
grado di fuoriuscire dal
circolo ematico
(diapedesi) per migrare nel
connettivo
grazie al movimento
ameboide raggiungono il
sito
da difendere
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77
diapedesi
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78
Proprietà generali dei leucociti
Sono tutti dotati di capacità di movimento
ameboide
Attirati da specifici stimoli chimici
(chemiotassi) si dirigono verso aree di
invasione o lesione
Per mezzo della diapedesi escono dal circolo
per portarsi nei tessuti periferici
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79
granulocito
neutrofilo
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cellula
polimorfonucleata
(nucleo plurilobato)
80
neutrofilo
in microscopia ottica, il
citoplasma di queste cellule
presenta numerose
“granulazioni” (da cui il
termine granulocito)
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81
neutrofilo (tem)
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con la
microscopia
elettronica, si
dimostra che le
granulazioni
sono vescicole
piene di enzimi
litici e altre
sostanze
battericide
(lisosomi)
82
Granulociti neutrofili
“granuli”
citoplasmatici
la cellula è solo
apparentemente
polinucleata!
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83
LEUCOCITI CON GRANULI (GRANULOCITI)
Neutrofili 60-70%. FORMA: sferica
DIMENSIONI: 9-12 micron
Nucleo polilobato con corpo di Barr. Citoscheletro sviluppato.
GRANULI: azzurrofili (lisosomi primari)
secondari o specifici (più piccoli e numerosi; contengono sostanze ad azione
antibatterica come il lisozima)
Dotati di movimento ameboide. Quando sono attratti, per chemiotassi positiva, migrano per
diapedesi nel connettivo, dove liberano fattori batteriostatici e battericidi contenuti nei granuli, e
fagocitano frammenti di tessuto disgregato, digerendoli con gli enzimi lisosomiali.
Infine muoiono: pus.
Liberano inoltre leucotrieni, e possiedono recettori di membrana per il frammento Fc delle IgG e
per il complemento,e in questo modo fagocitano batteri ricoperti da anticorpi.
Nelle donne il nucleo può presentare un piccolo
addensamento di cromatina corrispondente al cromosoma X e
detto corpo di Barr
Corpo di Barr
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85
Granuli dei neutrofili
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86
Created by G. Papaccio
87
Neutrofili: superficie esterna
sulla superficie esterna dei neutrofili ci sono
recettori per il complemento, Fc-recettori per
IgG, così come per mediatori immunologici e
molte altre sostanze biologicamente attive
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89
Neutrofili
Funzione
Cellule molto mobili, primi ad arrivare sul luogo
di un infezione
Rispondono a fattori chemiotattici
Rilasciati da tessuti danneggiati
Lasciano il circolo
Aderiscono alle selectine delle endoteliali delle venule, che
vengono indotte (IL-1 e TNF) a produrre ICAM-1 a cui si
legano le integrine dei neutrofili
Smettono di migrare e si preparano ad entrare nel connettivo
Producono e rilasciano leucotrieni innescando il
processo infiammatorio
Neutrofili: funzioni
Diapedesi = cellule che attraversano
l’endotelio vascolare
Svolgono un ruolo centrale nei processi
infiammatori
Formano H2O2, potente sostanza
citotossica
Lisozima rompono la parete batterica delle
cellule
Lattoferrina si lega al Fe (richiesto da alcuni
batteri) – azione battericida
FAGOCITOSI
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93
Fisiologica
Infezione
Infiammazione/necrosi di
tessuti
Necrosi da tumore, trauma,
dermatite
Droghe/sostanze chimiche
Stress, lavoro, neonati, esercizio
Steroidi, epinefrina, digitale,
eparina
Metabolica
Acidosi daibetica, gotta,
ipertiroidismo, uremia
Neutrofilia
Neutropenia
Il midollo osseo non produce le cellule
Cellule non maturano (morte intramidollare)
Depressione del midollo osseo
Anemia aplastica, deficienza di vit b12, chemioterapia,
benzene, EtOH, radiazioni
Reazione a medicinali
Cloramfenicolo, PCNS, sulfonamidi, diuretici, ipoglicemici
Trapianto di midollo
Difetto ereditario
Anemia di Fanconi, sindrome di Kostman
Ipersegmentazione
Troppe cellule mature in
circolo
Focolai di infezione ed
infiammazione
Ustioni
Post chemio, gravidanza
granulocito eosinofilo
I granuli citoplasmatici
(specifici, relativamente
grandi) si colorano con il
colorante acido eosina g. acidofili
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99
granulocito
eosinofilo
(tem)
nucleo
tipicamente
bilobato
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100
Granulociti eosinofili
Partecipano alla
reazione
antiparassitaria
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101
Granulociti acidofili o eosinofili
I granuli (specifici, relativamente grandi) si colorano
con il colorante acido eosina g. acidofili
Nucleo tipicamente bilobato
Rimangono in circolo 6-10 ore, poi migrano nel
connettivo, dove sopravvivono 8-12 giorni
Non si occupano di fagocitare batteri
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102
Eosinofili
Azione anti-parassitaria, specialmente verso
gli elminti
Sono associati con le reazioni allergiche
Eliminano complessi antigene-anticorpo
formati nel corso di reazioni allergiche
Implicati nelle infiammazioni croniche
I corticosteroidi diminuiscono gli eosinofili nel
sangue
Funzione:
Eosinofili
Cellule fagocitiche con affinità per i parassiti
Contribuiscono ad eliminare i complessi antigeneanticorpo
Legame istamina, leucotrieni e fattore chemiotattico eosinofilo
(dai mastociti, neutrofili e basofili) ai recettori degli eosinofili
favorisce migrazione ai siti dove reazione allergica,
infiammatoria e parassiti presenti
Rilascio proteina basica maggiore o cationica eosinofila, causano
buchi nella parete e morte del parassita. Rilascio sostanze che
inattivano iniziatori della risposta infiammatoria (istamina e
lucotriene C) e fagocitano complessi antigene-anticorpo.
Complessi internalizzati vengono degradati dagli endosomi
Eosinofili
Il tratto ultrastrutturale più caratteristico è un grande granello
ovoidale specifico che contiene un cristalloide allungato.
Granuli specifici contangono 4 proteine maggiori:
major basic protein (MBP)
→ in cristalloide,
eosinophil cationic protein (ECP),
eosinophil peroxidase (EPO),
→ nei granuli della matrice
eosinophil-derived neurotoxin (EDN),
Anche enzimi idrolitici (istaminase), collagenasi, catepsina
Granuli azzurrofili - lisozima
Eosinofilia
Neoplasia
Reazioni allergiche
Parassiti
Eosinopenia
Stress acuto
Infezioni
Steroidi/sindrome di
Cushing
granulocito basofilo
la basofilia del citoplasma
ricopre il nucleo, anch’esso
basofilo
Created by G. Papaccio
107
granulocito
basofilo
(tem)
Created by G. Papaccio
Nucleo
reniforme o
bilobato
108
Granulociti basofili
• Granulazioni specifiche dense, molto grandi
• Producono eparina ed istamina
Created by ai
G. Papaccio
(simili
mastociti del connettivo!)
109
LEUCOCITI CON GRANULI (GRANULOCITI)
Basofili 0.5%
Diametro: 10 micron
Simili ai mastociti (dei quali secondo alcuni sarebbero i precursori)
GRANULI: basofili e metacromatici che spesso coprono il nucleo, contenenti eparina
ed istamina.
Possiedono recettori di superficie per il frammento Fc delle IgE.
Sono dotati di movimento ameboide, ma di scarsa fagocitosi.
Basofili
Funzione:
Reazioni di ipersensitività immediata (allergie), iniziatori della
risposta infiammatoria
Recettori di membrana per le IgE presenti sui basofili ed i mastociti,
“attivati” dal legame con IgE prodotte da plasmacellule. Secondo
incontro con antigene induce la risposta vera e propria
Legame antigene alle IgE, induce rilascio dai Granuli Specifici
Fosfolipasi agisce su membrane e forma Acido Arachidonico,
metabolizzato a Leucotrieni (sostanze di reazione lenta anafilattica)
Istamina provoca vasodilatazione, contrazione muscolatura liscia del
respiratorio e alterata permeabilità vasi sanguigni
Leucotrieni, effetto simile ad istamina ma più lento e duraturo.
Attivano leucociti e ne inducono la migrazione
Basofilia
Reazioni di
ipersensibilità
Allergie, asma,
eczema
Ipotiroidismo
Colite ulcerosa
Varicella
Basopenia
Stress
Infezioni
Steroidi/sindrome di
Cushing
monocita
Più grandi dei granulociti,
nucleo eccentrico, rotondo o
più
spesso
a forma di rene
Created
by G. Papaccio
113
Monociti
Creste e estroflessioni
della superficie cellulare
Circolano per 1-4 giorni prima di
migrare nel connettivo,
dove diventano macrofagi liberi
Created by G. Papaccio
114
Monociti
Cellule fagocitiche “voraci”, “ardite”, in
grado di fondersi fra loro in una cellula
fagocitaria gigante per aggredire particelle di
grandi dimensioni
Partecipano alla risposta immunitaria
“umorale” con la presentazione dell’antigene
Created by G. Papaccio
115
Funzione:
Monociti
Dopo aver lasciato il circolo si trasformano in
Macrofagi
Sono fagociti molto efficienti, eliminano cellule morte o
danneggiate (eritrociti), antigeni e batteri
Secernono citochine che attivano risposta infiammatoria,
la proliferazione e la maturazione di altre cellule
Cellule che presentano l’antigene fagocitano antigeni ed
espongono epitopi maggiormente antigenici alle cellule
immunocompetenti
In presenza di antigeni corpuscolati molto grandi si
fondono tra loro e formano le cellule giganti da corpo
estraneo
Monociti
Dove funziona il sistema MonociticoMacrofagico:
Pelle -> Cellule di Langerhan
Osso -> Osteoclasti
Fegato -> Cellule di Kuppfer
Cervello -> Microglia
Monocitosi
Infezioni
Monocitopenia
Tubercolosi
Sifilide
Salmonella
Listeria
Brucellosi
Tumore di Hodgkins
Disturbi
Gastrointestinali
Colite ulcerosa
Steroidi
linfocita
La maggior parte sono di piccole
dimensioni, nucleo grande con
grosse zolle di eterocromatina
Created by G. Papaccio
122
Linfociti
Created by G. Papaccio
123
Piccolo e grande linfocita
Created by G. Papaccio
124
Corpo di Barr
Created by G. Papaccio
125
Linfociti
Cellule del sistema di
immunità specifica
Cellule a vita lunga, non “terminali”,
in grado di trasformarsi in linfoblasti e di
assumere nuove funzioni in seguito
all’interazione con l’antigene
Created by G. Papaccio
126
Funzione dei Linfociti
Non svolgono attività in circolo, ma nel connettivo.
Acquisita la competenza migrano nei linfonodi e nella
milza, dove formano cloni di cellule identiche
Dopo stimolazione mediante antigene proliferano e
differenziano in due popolazioni:
Cellule con memoria, non partecipano alla risposta
immunitaria, ma rimangono nel clone e sono pronte a
rispondere a quell’antigene
Cellule effettrici, linfociti immunocompetenti che possono
essere classificate come Linfociti B e T
Linfociti B:
Si formano e divengono immunocompetenti nel midollo
osseo
Responsabili della risposta immunitaria umorale
Possono differenziare in Plasmacellule e produrre
anticorpi
Linfociti T:
Migrano dal midollo osseo al Timo dove maturano
Costituiscono il sistema immunitario, risposta cellulomediata
T Citotossici: contatto diretto ed uccisione cellule estranee o
infette
T Helper: inizio e sviluppo della risposta immunitaria
T Suppressor: soppressione della risposta immunitaria
Linfocitosi
Il numero varia con gli
anni
Infezione virale
Altre infezioni
Sifilide
Toxoplasmosi
Micoplasma
Altro
Autoimmunità
Ipertiroidismo
Trapianto (rigetto)
Linfocitopenia
Diminuzione nella
produzione
Immunodeficienza
ereditaria
AIDS
Aumento
dell'eliminazione
Steroidi/sindrome di
Cushing
Radiazioni, chemio
Le “piccole” piastrine
Created by G. Papaccio
7.5 µm
3 µm
130
Piastrina
ed
Eritrocita
Created by G. Papaccio
131
piastrine
piccoli elementi corpuscolati del sangue
periferico, privi di sostanza nucleare
in genere non più di 2-4 µm
250.000-400.000 per mmc
vita media: 8-10 giorni
prodotte nel midollo osseo per
frammentazione di grandi elementi cellulari
detti megacariociti
Created by G. Papaccio
132
Platelets
Citoplasma blu luce, granuli blu scuro/viola
Contiene un citoscheletro ben sviluppato
Alla periferia, una fascia marginale di microtubuli che si
depolimerizza all’inizio dell’aggregazione piastrinica
Il citoplasma è ricco di proteine contrattili (actina e
miosina) che sono coinvolti nella funzione di retrazione
del coagulo ed estrusione dei granuli
La membrana plasmatica esprime molecole di adesione
coinvolte nelle interazioni piastriniche, adesione alla
matrice extracellulare o al legame du fattori della
coagulazione.
Anatomia di una piastrina
Sistema tubulare
denso e aperto sulla
superficie
Granuli
Granuli alfa
Granuli delta
Fibrinogeno
Fattori di coagulazione
Fattori aggregazione e
vasocostrizione
Granuli lambda
Enzimi idrolitici,
dissoluzione del coagulo
Ialomero vs. Granulomero
Struttura di una piastrina
Created by G. Papaccio
135
Piastrine - TEM
Zona periferica: - membrana plasmatica
- fattori coagulazione
Zona strutturale: - microtubuli, filamenti di actina e
miosina
Zona degli organelli: - mitocondri, perossisomi, particelle
di glicogeno, granuli:
Granuli Alpha (300-500nm) fibrinogeno, fattore di crescita
derivato dalle piastrine (PDGF) ed altre proteine
Granuli Lambda (175-250nm) enzimi lisosomiali
Granuli Delta (corpi densi) (250-300nm) calcio, pirofosfato,
serotonina
Zona della membrana: - sistema di canalicoli
interconnessi
Platelet by TEM
Piastrine
Created by G. Papaccio
138
Piastrine
Created by G. Papaccio
139
Ruolo delle piastrine
Le piastrine sono strutture cellulari molto
importanti nel fenomeno della coagulazione e
nella riparazione di lesioni
Created by G. Papaccio
140
Coagulazione
Processo che impedisce l’emorragia in caso
dei rottura dei vasi
Normalmente l’aggregazione delle piastrine
impedita dalle cellule endoteliali, produzione di
Prostaciclina e NO. Presenza sulla membrana di
Trombomodulina e Molecole Eparino-simili
Endotelio danneggiato rilascia Fattore di Von
Willebrand e Tromboplastina Tissutale e cessa
produzione inibitori. Endotelina potente
vasocostrittore
Attivazione piastrinica
Piastrine aderiscono al collagene subendoteliale, rilasciano il
contenuto dei granuli ed aderiscono le une alle altre
Rilascio di ADP e Trombospondina rendono le piastrine circolanti
appiccicose e causano adesione a quelle già adese e la
degranulazione
Acido arachidonico
Formatosi nell’attivazione, viene convertito in trombossano A2
Potente vasocostrittore ed attivatore delle piastrine
Piastrine aggregate funzionano da tappo ed esprimono sul
plasmalemma il Fattore Piastrinico 3, superficie
fosfolipidica adatta per assemblaggio fattori di
coagulazione-Trombina
Attivazione dei fattori di coagulazione
Tromboplastina tessutale e piastrinica
Trombina
Agisce sulla protrombina circolante e la trasformano in trombina
Aumenta l’attivazione delle piastrine e in presenza di Ca2+
trasforma il Fibrinogeno (solubile) in Fibrina (insolubile)
Fibrina
Monomerica si aggrega e polimerizza formando un reticolo di
fibrina
Intrappola gli elementi figurati del sangue
Si forma un ammasso gelatinoso, il coagulo sanguigno (trombo)
Eritrociti facilitano l’attivazione delle piastrine, mentre neutrofili
ed endoteliali la limitano, delimitando le dimensioni del trombo
Dopo circa 1 ora, dalla formazione del
coagulo, monomeri di actina e miosina formano
dei filamenti sottili e spessi
Provocano la contrazione del coagulo (1/2 del
volume iniziale)
Riduzione della lesione e della perdita emorragica
Una volta che il vaso è stato riparato, le
endoteliali rilasciano attivatori del
plasminogeno, convertono plasminogeno
circolante in plasmina
Insieme ai granuli lambda (lisosomi) delle
piastrine lisano il coagulo
Formazione del coagulo
Created by G. Papaccio
145
Created by G. Papaccio
globuli rossi
imbrigliati in un
reticolo di fibrina
146
Created by G. Papaccio
147
Ricapitolazione
Created by G. Papaccio
148
Created by G. Papaccio
149
Preparati personali
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G.Papaccio
150
Neutrofilo ed Eosinofilo
Created by G. Papaccio
151
Preparati personali
Created by G. Papaccio
G.Papaccio
152
Preparati personali
Created by G. Papaccio
G.Papaccio
153
Preparati personali
Created by G. Papaccio
G.Papaccio
154
Preparati personali
Created by G. Papaccio
G.Papaccio
155
Eosinofilo
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156
Preparati personali
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157
Preparati personali
Created by G. Papaccio
G.Papaccio
158
Preparati personali
Created by G. Papaccio
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159
Basofilo
Created by G. Papaccio
160
Preparati personali
Created by G. Papaccio
G.Papaccio
161
Vari leucociti
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162
Monocita
Created by G. Papaccio
163
Preparati personali
Created by G. Papaccio
G.Papaccio
164
Preparati personali
Created by G. Papaccio
G.Papaccio
165
Preparati personali
Created by G. Papaccio
G.Papaccio
166
Neutrofilo e linfocita
Created by G. Papaccio
167
Neutrofili e monocito
Created by G. Papaccio
168
Grande linfocita
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169
Preparati personali
Created by G. Papaccio
G.Papaccio
170
Preparati personali
Created by G. Papaccio
G.Papaccio
171
Mieloblasto
Promielocito
Sangue di leucemico
Mielocito
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172
Midollo osseo
Tessuto connettivo reticolare a funzione
emopoietica, molto vascolarizzato, gelatinoso,
localizzato nella cavità midollare, riccamente
provvisto di cellule deputate all’emopoiesi
Created by G. Papaccio
173
Struttura del midollo emopoietico
-STROMA
-PARENCHIMA
Cavità compartimentalizzate da trabecole ossee,
contenenti: cellule adipose, parenchimali proprie (staminali,
progenitori e linee di eritroblasti, granuloblasti, megacariociti
etc.) nonchè cellule stromali.
Complesso sistema vascolare (arteriole midollari e corticali,
rete sinusale, seno centrale) permeabile alle cellule
ematiche mature per la presenza di pori sulla parete
sinusale (passaggio per processo "attivo").
Created by G. Papaccio
174
Midollo Rosso
Nel neonato, molti eritrociti
Midollo Giallo
Nelle diafisi delle ossa lunghe dopo i 20 anni
Accumulo di grasso che sostituisce i tessuti
ematopoietici
Vascolarizzazione
ampia rete di sinusoidi, confluiscono in vena
longitudinale centrale e poi vasi in uscita
Tra le maglie di questo comparto vascolare si trovano
isole di cellule emopoietiche, collegate tra loro a
formare il comparto ematopoietico
Sinusoidi
Tapezzati da endoteliali
Circondati da
Sottili fibre reticolari
Cellule reticolari avventiziali
rete intorno alle cellule ematopoietiche.
Accumulo di grasso nel loro citoplasma le trasforma in cellule
adipose e trasforma midollo da rosso a giallo
Isole ematopoietiche
Cellule ematiche a diversi stadi di maturazione
Macrofagi
Distruggono nuclei eritrociti e cellule alterate
Midollo Rosso
Sinusoidi
Codoni ematopoietici
o Isole ematopoietiche
Endoteliali
Adipociti
Istologia del midollo osseo
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178
Midollo osseo
nella cavità
diafisaria
Created by G. Papaccio
179
Osso e cavità midollare
Created by G. Papaccio
180
Midollo osseo
Created by G. Papaccio
181
Vasi midollari
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182
Midollo osseo
Eritroblasti
Elementi serie
granulocitica
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183
Midollo osseo
Si noti un isolotto di metamielociti e
di granulociti eosinofili.
Created by G. Papaccio
184
midollo osseo in anemia emocromatosica
Elementi di
tipo
macrofagico
hanno
fagocitato
emosiderina
Created by G. Papaccio
185
aspirato midollare
biopsia osteo-midollare
EMATOPOIESI
‘E (1) la proliferazione delle cellule
progenitrici, provenienti da cellule staminali, e
(2) la loro differenziazione nelle componenti cellulari
del sangue
Created by G. Papaccio
187
L’emopoiesi
N E U T R O F IL I
C F U -G M
M O N O C IT I
L IN F O C I T O T
C F U -E o
E O S I N O F IL I
C F U -G e m m
CELLULA
S TA M I N A L E
L IN F O I D E
C F U -M e g
P IA S T R I N E
CELLULA
S TA M I N A L E
T O T IP O T E N T E
C F U -B a so
L IN F O C I T O B
B A S O F IL I
B F U -E
C F U -E
Created by G. Papaccio
E R IT R O C IT I
188
pool delle cellule staminali
Emopoiesi prenatale
L’emopoiesi prenatale è divisa in quattro fasi:
Mesoblastica
(o pre-epatica)
Epatica
Splenica
Mieloide
Created by G. Papaccio
190
Timing dell’ematopoiesi
PRENATALE
POSTNATALE
CELLULARITA'
(%)
MIDOLLO OSSEO
100
SACCO VITELLINO
VERTEBRE
FEGATO
80
STERNO
60
40
MILZA
20
0
COSTOLE
TIBIA
FEMORE
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
NASCITA
Created by G. Papaccio
20
30
40
50
60
70
ETA'
191
Il microambiente emopoietico
Il microambiente è composto da cellule mesenchimali ed
emopoietiche che forniscono:
- Superfici
- Matrice extracellulare
- Fattori solubili che in concerto sono responsabili della
regolazione e proliferazione, quiescenza,
differenziazione, reclutamento ed accumulo dei
progenitori emopoietici e delle cellule staminali
Created by G. Papaccio
192
La normale funzione del midollo dipende
da:
1.
Normalità del microambiente midollare specifico
2.
Normale funzione delle "cellule staminali"
3.
Vit. B 12, acido folico, ferro+ormoni, proteine+lipidi
+zuccheri
Created by G. Papaccio
193
Fasi dell’emopoiesi
Cellula
Staminale
Totipotente
Automantenimento
Orientamento
Mieloide
"multip."
Linfoide
DIFFERENZIAZIONE
Eritroblasti
Granuloblasti
Megacariociri
B
T
Monoblasti.
MATURAZIONE
linfociti
eritrociti
Created by G. Papaccio
granulociti
monociti
piastrine
B maturi
T maturi
194
Il midollo delle CS pluripotenti
Linee somatiche
CS
CS
endodermiche CNS
Fegato
Pancreas
Cervello
Created by G. Papaccio
CS
Emopoietiche
Midollo
CS
Cresta neurale
Nervi periferici
Cellule neuro-endocrine
Cell. Schwann
Cellule pigmentarie
Cell. Musc. Liscie
Cellule
Germinali
primitive
Creste
genitali
Protogameti
195
LA CELLULA STAMINALE EMOPOIETICA
• Caratteristiche immunofenotipiche
• Antigene CD34
• Glicoproteina transmembrana di 105-120Kd
• Coinvolta in fenomeni di adesione e di
trasduzione del segnale
• Coespressione di altri antigeni
• CD38, HLA-DR, Thy-1 (CDw90), CD71,
CD45RA, c-Kit receptor (CD117), Lin → indici
di attivazione ed immaturità
• CD33, CD13, CD14, CD15 → linea mieloide
• CD61, CD41, CD42 → linea megacariocitaria
• CD10, CD19 (linea B); CD7, CD5 (linea T)
Created by G. Papaccio
196
Vasi e CS CD 34+
Created by G. Papaccio
197
La gerarchia delle cellule emopoietiche
Il compartimento delle cellule staminali è costituito da rare cellule
multipotenti (che sono in grado di trasformarsi in tutte le cellule
del sangue) e che possono automantenersi (generare cellule
identiche). [Capacità mitotiche limitate]
Il processo denominato orientamento comporta la transizione
verso cellule denominate progenitori emopoietici che hanno la
capacità di differenziarsi verso una linea emopoietica. [Capacità
mitotica elevata].
Le cellule riconoscibili nel midollo sono i precursori ; essi hanno
scarsa capacità di automantenersi ma elevatissima capacità
mitotica
Created by G. Papaccio
198
L’evoluzione delle CS ematopoietiche
LongTerm
HS
Automantenentesi
per tutta la vita
FlK-2Thy1.1low
CD34-
ShortTerm
HS
Automantenentesi
per 6-8 sett.
FlK-2+
Thy1.1low
CD34+
Created by G. Papaccio
Progenitore
Linfoide
comune
IL-7R+
c-kitlow
Sca-1low
CD34+
GMP
IL-7R-
Progenitore
Mieloide
comune
T-cell
NK
B-cell
c-kit+
Sca-1CD34+
MEP
199
CS Pluripotente
(CFU-blast)
Unità formanti
Aggl. eritroidi
(BFU-E)
CS mieloide
(CFU-GEMM)
Prog. Eritr.
(CFU-E)
Megac.
(CFU-Meg)
Mono/gran.
(CFU-GM)
Prog. Eos.
(CFU-Eo)
Eritrociti
Piastrine
Monociti
Neutrofili
Basofili
Eosinofili
Created by G. Papaccio
CS Linfoide
Linfonodi
Timo
Cellule B
Cellule T
200
Proteine adesive (ligandi) e loro recettori
Ligandi
proteine della superficie cellulare con la funzione di trattenere le
cellule nel midollo:
- VCAM-1 ligando la cui espressione è ridotta da: chemioterapia,
G-CSF (Granulocyte Colony-Stimulating Factor)
- ICAM-1
Recettori adesivi
- Integrine
- Selectine
- CD34, CD43, CD45RA, CD164: importanti per il
processo di homing e di ritenzione delle CS al midollo
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201
I fattori di crescita emopoietici (I)
L’ematopoiesi è regolata a diversi livelli:
-
le cellule emopoietiche hanno capacità
maturativa intrinseca
-
la matrice extracellulare svolge un ruolo importante
Gli ormoni di natura glicoproteica denominati
Fattori di Crescita Emopoietica (HGF,
Hematopoietic
Growth Factor) regolano l’emopoiesi
-
Created by G. Papaccio
202
Monocita
CS pluripotente
Endotossina
Azione dei fattori
di crescita
IL-3
T cell
CFUGEMM
Early
BFU
GM-CSF
EPO
Ipossia
Fibroblasto
IL-1
Late
BFU
Rene
Cellula endoteliale
EPO
EPO
EPO
CFU-Eo
CFU-G
CFU-M
Neutrofili
Eosinofili
Created
by G. Papaccio
Monociti
EPO
CFUMeg
Piastrine
CFU-E
Eritrociti
203
I fattori di crescita emopoietici:
classificazione
FC “non linea-specifici”
FC “linea-specifici”
Agiscono sulle celleule multi o totipotenti per l’automantenimento e
diffrenzazione
Agiscono sulle cellule “committed” per
la loro differenzazione e differenzazione
(stadi più avanzati)
Multi-CSF o IL-3
Per la formazione e differenzazione di
colonie di granulociti, macrofagi,
eosinofili, mast-cell, cellule eritroidi,
megacariociti
G (granulocyte)-CSF
M (monocyte)-CSF
Eo (Eosinophil)-CSF
GM-CSF
Formazione delle colonie
di granulociti e monociti
Linfociti e monochine, rispondono
all’infezione e risposta immune
(IL-1)
Created by G. Papaccio
204
Sintesi ed effetti
Molte citochine sono prodotte dalle cellule stromali del midollo e
agiscono a livello midollare e spesso agiscono in siti ben precisi e
specifici.
I fattori di crescita agiscono:
inducendo la proliferazione dei progenitori emopoietici
attivando le cellule mature
stimolando le funzioni delle cellule mature
stimolando la produzione di altri HGF
-
Created by G. Papaccio
205
Meccanismo autocrino di trasformazione
cancerogena
Fattori di crescita
mRNA
Recettore attivato
dei Fattori di crescita
Proteina oncogena
4
3
2
mRNA
Protoncogene
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1
Il proto-oncogene (1) stimola (2)
proteine oncogene e la proliferazione
diretta (3) o mediata (4) di fattori di
crescita
206
Eritropoiesi
La formazione degli eritrociti è sotto il controllo
di alcune citochine:
fattore delle cellule staminali
IL-3 e IL-9
eritropoietina
Created by G. Papaccio
207
Eritropoiesi
Processo tramite il quale vengono prodotti
2,5x1011 eritrociti al giorno
Due tipi di progenitrici unità eritrocitarie
BFU-E (blast-forming units-erithrocyte)
CFU-E (colony-forming units-erithrocyte)
Responsabili della maturazione
Formano colonie
L’abbassamento degli eritrociti circolanti,
induce il rene a produrre eritropoietina
Eritropoiesi
Eritropoietina insieme a IL-3 e -9, fattore
delle staminali e fattore stimolante le
colonie monocitarie e granulocitarie induce
differenziamento CFU-S in BFU-E
“Esplosione” mitotica BFU-E produce un
elevato numero di CFU-E
Bassa concentrazione di eritropoietina per
sopravvivere e generare proeritroblasto primo
elemento della serie eritrocitaria
MATURAZIONE
AMPLIFICAZIONE
ERITROBLASTI
ERITROBLASTI ERITROBLASTI
ERITROBLASTI
RETICOLITICI
ORTOCROMATOFILI
ERITROBLASTI
BASOFILI
POLICROMATPFOLI
ORTOCROMATPFOLI
ERITROCITI
72 h
ERITROBLASTI
40 h
POLICROMATOFILI
BASOFILI
CFU-E
BFU-E
CFU-Gemm
CELLULA
STAMINALE
TOTIPOTENTE
Created by G. Papaccio
PROERITROBLASTI
ERITROPOIESI ACCELERATA
BFU
ERITROPOIESI
INEFFICIENTE
210
Lacuna vascolare paratrabecolare
Created by G. Papaccio
211
ERITROPOIESI
Cellula staminale pluriipotente
Cellula staminale
BFU-E e poi CFU-E
Proeritroblasto
Eritroblasto basofilo
Eritroblasto policromatofilo
Eritroblasto ortocromatico
o acidofilo
Reticolocito
ERITROCITO
Created by G. Papaccio
212
Proeritroblasto
Eritroblasto basofilo
Eritroblasto policromatofilo
Eritroblasto
ortocromatico
Created by G. Papaccio
213
Proeritroblasto
14-19 µm, nucleo rosso,
cromatina sottile, mitosi,
aggregati citoplasmatici
grigio-blu periferici
Eritroblasto basofilo
12-17 µm, cromatina
granulare, un po’ di
emoglobina
Eritroblasto
policromatofilo
12-15 µm, nucleo denso,
cromatina molto granulare,
no nucleoli, più emoglobina
Eritroblasto
ortocromatico
Reticolocita
8-12 µm, nucleo piccolo tondo
e denso, in fase di espulsione,
molta emoglobina
7-8 µm, nucleo assente,
assomiglia alla cellula matura
ma si può colorare reticolo
citoplasmatico blu, ricco di
emoglobina
Eritrocita
Nucleo assente, citoplasma
rosa, solo emoglobina
Espulsione del nucleo
Espulsione del nucleo da un eritroblasto ortocromatofilo e formazione di un
reticolocita. A destra il processo è osservato con il microscopio a fluorescenza.
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216
Reticolociti
(1-8% nell’adulto)
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217
Quale cellula coopera nella formazione
dell’eritrocita?
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Macrofago
218
Granulocitopoiesi
La formazione dei granulociti neutrofili, eosinofili
e basofili è sotto l’influenza di alcune
citochine:
G-CSF
IL-1 e IL-6
IL-5
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219
Granulocitopoiesi
800.000 neutrofili, 170.000 eosinofili e 60.000
basofili al giorno
Unico precursore staminale unipotente origina i tre
tipi di granulociti
Staminali pluripotenti CFU-Eo e CFU-Ba si dividono e
originano il Mieloblasto
CFU-GM
Bipotente, origina la serie neutrofila (CFU-G) e quella
Monocitaria (CFU-M)
CFU-G si divide ed origina Mieloblasto
Precursore di tutte e 3 le serie, indistinguibili tra loro
Originano i Promielociti
Cellula staminale multiipotente
Cellula staminale
CFU-GM poi CFU-G
Promielocita neutrofilo
Mielocita neutrofilo
Metamielocita neutrofilo
NEUTROFILO
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Promielocita eosinofilo
Promielocita basofilo
Mielocita eosinofilo
Metamielocita eosinofilo
EOSINOFILO
Mielocita basofilo
Metamielocita basofilo
BASOFILO
221
Metamielocito
Granulopoiesi neutrofila
Mielocito
Mieloblasto
Neutrofilo
Promielocito
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222
Metamielocita neutrofilo
Promielocita
Mieloblasto
Promielocita
Mielocita neutrofilo
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Metamielocita neutrofilo
223
Mieloblasto
12-14
µm, nucleo
rosso-blu, cromatina
sottile, mitosi.
Aggregati
citoplasmatici blu e
processi citoplasmatici
Promielocita
16-24
µm, nucleo
rosso-blu, cromatina
granulare, mitosi.
Citoplasma blu, no
processi
Granuli azzurrofili
Mielocita
10-12
µm, nucleo
appiattito eccentrico,
cromatina granulare,
mitosi. Citoplasma blu
pallido
Granuli specifici ed
azzurrofili
Matamielocita
10-12
µm, nucleo forma
di fagiolo, denso,
cromatina granulare, no
mitosi, no nucleoli.
Citoplasma blu pallido
Granuli specifici ed
azzurrofili
Neutrofilo giovane
Nucleo a ferro di cavallo,
cromatina molto
granulare, no mitosi
Citoplasma blu pallido
Granuli specifici ed
azzurrofili
Neutrofilo
Nucleo multilobato,
cromatina molto
granulare, no mitosi
Citoplasma rosa-bluastro
pallido.
Granuli specifici ed
azzurrofili
Formazione delle piastrine
E’ sotto il controllo di:
• Trombopoietina, che induce la
proliferazione di cellule giganti conosciute
come megacarioblasti
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227
Formazione delle piastrine
Progenitore unipotente CFU-Mg origina il
Megacarioblasto
25-40 µm
Nucleo unico multilobato
Endomitosi, cellule non si dividono ma nuclei
polipliodi, fino 64 N
Citoplasma bluastro con Granuli azzurrofili
Stimolato a proliferare e differenziarsi
dalla trombopoietina
Megacarioblasto differenzia in Megacariocita
40-100 µm
Nucleo unico plurilobato
Si dispongono vicino ai sinusoidi ed inviano al loro
interno dei prolungamenti citoplasmatici
Si frammentano in seguito ad invaginazioni del
plasmalemma, canali di demarcazione, e danno
origine a gruppi di propiastrine
Propiastrine appena rilasciate si risolvono in
singole piastrine
Residui cellulari vengono fagocitati dai macrofagi
Cellula staminale multipotente
Cellula staminale
CFU-Meg
Megacarioblasto
Megacariocita
PIASTRINA
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230
Megacarioblasti
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231
Megacariocito
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232
Megacariocito
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233
Megacariocito
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234
Processo di
formazione e
distacco delle
piastrine
Lembo piastrinico
Piastrine
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235
Linfocitopoiesi
Cellule staminali multipotenti danno luogo alle
cellule della serie mieloide mediante CFU-S
(colony-forming unit-S) e a quelle della serie
linfoide mediante CFU-Ly (colony-forming
unit-Ly)
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236
Linfopoiesi
Staminali multipotenti CFU-Ly, si dividono nel
midollo osseo e formano
CFU-LyB
CFU-LyT
Negli uccelli migrano in diverticoli intestinali (borsa di Fabrizio), e
si dividono varie volte dando origine a linfociti B
immunocompetenti, che esprimono marker di superfice tipici.
Nei mammiferi gli stessi eventi si verificano nel midollo osseo
Si dividono e danno origine a linfociti T immunocompetenti, che
migrano al timo dove proliferano, maturano ed incominciano ad
esprimere i marker di superficie.
Elevata selezione ad opera del timo stesso e dei macrofagi
Linfociti migrano negli organi linfoidi, milza e
linfonodi, dove formano cloni di cellule
immunocompetenti
Cellula staminale multiipotente
Cellula staminale
CFU-GM poi CFU-M
Cellula staminale CFU-Ly
Monoblasto
Linfoblasto
Promonocita
Prolinfocita
MONOCITA
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LINFOCITA
238
Monocitopoiesi
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239
Promonocita
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240
Organizzazione del sistema immunocompetente
H
"helper" (T4)
LINEA T
T4
IMMUNITA'
CELLULARE
S
"suppressor" (T8)
T8
CELLULA
ANTICORPI
STAMINALE
LINFOCITOPOIESI
+
LINEA B
PLASMACELLULA
IMMUNITA'
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UMORALE
241
Sangue ed emopoiesi
The end
Gianpaolo Papaccio
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242