MANIFESTO CONTRO IL RAZZISMO E LA XENOFOBIA
della Facoltà di Lettere e Filosofia di Modena
Di fronte al verificarsi di numerosi e gravi episodi di razzismo e di xenofobia nel
nostro paese e alla frequenza di reazioni minimizzatrici e giustificazionistiche anche a
livello istituzionale, il Consiglio di Facoltà di Lettere e Filosofia considera necessario
affermare alcuni principi generali e farne derivare le relative indicazioni pratiche:
1. Il rispetto della persona e la disponibilità al dialogo vanno garantiti a tutti i
soggetti migranti presenti sul territorio italiano, indipendentemente dal loro
status civile e politico (migranti, rifugiati politici, asilanti, sans papiers o altro)
e dal possesso o meno della cittadinanza italiana. I soggetti vanno anzitutto
considerati come cittadini del mondo.
2. Va usata una oculata pianificazione linguistica nel denominare, descrivere e
riferire fatti e persone in cui sono coinvolti soggetti migranti. Si denuncia e si
rifiuta l’uso e l’abuso della parola “straniero”, offensiva e inadeguata per
intendere con un unico termine di derivazione fascista un’ampia tipologia di
soggetti che non hanno l’italiano come lingua materna. Si propone una dizione
più aderente alla realtà come quella di “Migrante”.
3. Va diffuso e incrementao il valore della diversità linguistica e culturale e il suo
pianificato intervento formativo per il raggiungimento di una sviluppata
competenza interculturale cui dovrebbe essere educata tutta la popolazione
autoctona.
4. Va sollecitata la diffusione della “Carta di Roma” come codice etico contro la
xenofobia e il razzismo. Ad essa dovrebbero attenersi tutti gli organi e le
istituzioni preposti sia alla diffusione dell’informazione (giornali e diffusori
massmediatici) che alla formazione dei cittadini. Va ugualmente promossa la
diffusione e la discussione della recente Decisione quadro dei ministri della
Giustizia della UE, che colpisce “coloro che incitano pubblicamente e
intenzionalmente alla violenza e all’odio … contro un gruppo di persone o un
membro di tale gruppo definito in base alla razza, al colore, alla religione,
discendenza, origini nazionali o etniche”, ricordando che i governi nazionali
sono tenuti a recepire entro due anni tale Decisione nei rispettivi ordinamenti.
5. Va favorito e pubblicizzato il contatto con le istituzioni che si occupano
statutariamente dei soggetti migranti, soprattutto con il “Forum Sociale
Europeo delle Migrazioni”. Ciò per progettare e coordinare campagne a tutto
raggio in favore dei diritti dei migranti e contro le politiche repressive e
securitarie.
6. Va sollecitata la denuncia pubblica di tutte quelle campagne di
criminalizzazione dello “straniero” che, ostacolando lo sviluppo della
competenza interculturale, vanno invece a costruire la “sindrome
dell’invasione” come risultato di una irrazionale immagine negativa dei
migranti.
7. Vanno documentati gli episodi di razzismo e di xenofobia e vanno segnalate e
appoggiate le più significative forme di contrasto e di denuncia di tali episodi,
allo scopo di superare atteggiamenti non solo di complicità, ma anche di
indifferenza e di acquiescenza.
8. Va promossa e approfondita – nella normale attività didattica e attraverso
specifiche iniziative culturali concordate con gli studenti – la comprensione
delle radici del razzismo nella storia del nostro paese: dalle “imprese” coloniali
alle leggi del 1938, dall’affermarsi di personalità e indirizzi razzistici nelle
varie scienze e discipline (eugenetica, demografia, antropologia, storia romana,
storia coloniale, ecc.) ai progetti ideologici di creazione dell’uomo nuovo o di
trasformazione guerriera del carattere degli italiani. La profondità di tali radici
significa anche la possibilità di persistenza e di riadattamento a nuove
situazioni e dimostra la inconsistenza e soprattutto la pericolosità del mito e
delle rappresentazioni del “bravo italiano”.
9. Va ricordato che la “costruzione” del migrante come “nemico” diventa
funzionale a nascondere la questione politica della sicurezza, della coesione e
della giustizia sociale per tutta la popolazione.
10. Va infine tenuto presente che il razzismo e la xenofobia non sono futili e
casuali esternazioni individuali, bensì segni di un profondo e pervasivo
degrado sociale. Restare in silenzio significa contribuire a legittimare e a
sviluppare gravi forme di intolleranza collettiva.
Sulla base dei punti sopra enunciati il Consiglio della Facoltà di Lettere e Filosofia si
impegna a pubblicizzare in tempi brevi un calendario di iniziative a partire dal mese
di gennaio 2009 e segnala già da ora l’interesse per la mostra “L’offesa della razza.
Razzismo e antisemitismo dell’Italia fascista”, curata dall’Istituto per i Beni Artistici,
Culturali e Naturali – Soprintendenza per i beni librari e documentari della Regione
Emilia Romagna e allestita presso il Liceo Venturi di Modena.