Large Animals Review, Anno 9, n. 4, Agosto 2003 45 EMBRYO TRANSFER NEGLI OVINI E NEI CAPRINI II - Tecniche di trapianto degli embrioni e fattori che influenzano il successo dell’Embryo Transfer* GIOVANNI MARTEMUCCI, ANGELA GABRIELLA D’ALESSANDRO Dipartimento di Progettazione e Gestione dei Sistemi Agro-Zootecnici e Forestali Università degli Studi - Bari Vengono descritte le principali metodiche di trapianto degli embrioni e i fattori di maggiore influenza sulla sopravvivenza embrionale e sul successo della biotecnologia di embryo transfer negli ovini e nei caprini. La metodica laparoscopica di trapianto degli embrioni risulta più rapida e meno traumatica rispetto a quella chirurgica. La tecnica semi-laparoscopica fornisce risultati soddisfacenti. La qualità degli embrioni prodotti in vitro è inferiore a quella della produzione in vivo. La metodica di crioconservazione degli embrioni per vitrificazione fornisce buoni risultati. Per il transfer merita particolare attenzione lo stadio di sviluppo degli embrioni, il grado di sincronizzazione tra embrione e stato fisiologico della ricevente, il numero e sito di transfer degli embrioni. Summary The article describes the main techniques for embryo transfer and the factors affecting embryo survival and successful of the whole biotechnology of embryo transfer in sheep and goats. Transfer by laparoscopic method is more rapid and less traumatic compared to the surgical procedure. Semi-laparoscopic technique provides satisfactory results. In vitro-produced embryos emphasize a lower quality than those in vivo derived. Regarding embryo cryopreservation, the vitrification system is an effective method providing good results. Stage of embryo development, synchrony between age of embryos and physiological state of recipient, number of embryos transferred and site of transfer affect survival of embryos. INTRODUZIONE La tecnica di trasferimento embrionale, mentre nei bovini trova già un consistente interesse, negli ovini e nei caprini è limitata dal rapporto costo/benefici e dalle procedure di raccolta e di trapianto per via chirurgica degli embrioni66. Con lo sviluppo dell’allevamento intensivo, si assiste ad una maggiore predisposizione dell’allevatore ad accettare l’impiego di tecnologie innovative e l’applicazione delle biotecnologie riproduttive nell’allevamento. Peraltro, l’intensificarsi degli scambi internazionali del germoplasma animale e la problematica legata alla conservazione delle razze in via di estinzione determinano una modificazione del concetto classico di “costi/benefici” e accrescono l’interesse verso l’embryo transfer anche nei piccoli ruminanti. Il primo intervento di embryo transfer nella pecora e nella capra risale al 1934 ad opera di Warwick et al.155. Nel 1955 * Lavoro svolto nell’ambito del P.F. R.A.I.Z. Pubblicazione N. RZ 296. Hunter et al.58 effettuarono il trapianto di 19 embrioni in 18 pecore, con un tasso di sopravvivenza embrionale del 42% (8 agnelli nati). La procedura adottata da questi Autori costituisce ancora oggi la base per il trapianto chirurgico degli embrioni negli ovini e nei caprini. La metodologia di trasferimento degli embrioni costituisce una fase importante dell’embryo transfer, a cui è legato il successo e le potenzialità di sviluppo della biotecnologia. I risultati conseguiti variano con le diverse procedure adottate (Tabb. 1 e 2). METODOLOGIE DI TRASFERIMENTO EMBRIONALE Trasferimento chirurgico L’animale, privato degli alimenti solidi e liquidi 24-36 ore prima dell’intervento, viene preparato come per l’intervento di raccolta degli embrioni e posto in decubito dorsale sul tavolo operatorio con inclinazione antero-posteriore di 30-45°79. ALTRE SPECIE Riassunto 46 Embryo Transfer negli ovini e nei caprini - II Tabella 1 Sintesi di risultati di trasferimento degli embrioni negli ovini in rapporto alla tecnica di trapianto e alle caratteristiche dell’embrione Trapianto Fertilità(3) Embrione Sopravvivenza Embrionale(4) Autori Tecnica Sito Età(1) Tipo(2) N/ricevente N % N % Laparoscopia utero 6-7 d Fresco / / 88 / 72 Naitana e Cappai, 1988 Laparotomia utero - Fresco / 22/25 88 / / Vallet et al., 1991 Laparoscopia utero - Fresco / 37/46 80 / / ” Laparoscopia utero 6d Fresco 1 12/33 36,4 12/33 / Caira et al., 1992 Laparotomia utero 6d Fresco 1 18/37 48,6 18/37 48,6 ” Laparotomia utero 3-6 d Fresco 1 126/276 45,6 / / Cseh e Seregi, 1993 Laparotomia utero 3-6 d Fresco 2 32/58 55,2 / / ” Transcervicale utero 7d Fresco 2-3 1/15 6,6 / / Buckrell et al., 1993 Laparoscopia utero 7d Fresco 2-3 14/14 100 / / ” Laparoscopia utero 5,5-6,5 d Fresco 1-2 / / / 71 McMillan e Hall, 1994 Laparotomia utero / Fresco 1-2 / / 17/24 70,8 Ledda et al., 1995 Semilaparoscopia utero 5d Fresco 2 / / 1/4 25 Flores-Foxworth et al., 1995 Semilaparoscopia utero 5d IVP - fresco 1-3 / / 3/13 23 ” Semilaparoscopia utero B IVC - fresco 2 / / 28/70 40 O’Brien et al., 1997 Laparotomia utero 6d Fresco 2 20/32 62,5 28/64 43,7 Martemucci et al., 1988 b Laparotomia utero 7-8 d IVP - fresco 2 8/17 47,0 14/34 41,2 Ptak et al., 1999 b Laparotomia utero 7-8 d IVP - congelato 2 7/21 30,0 10/42 23,8 ” Laparotomia utero 7d Fresco 1-3 18/25 72 29/48 60 Baril et al., 2001 Laparotomia utero 7d Congelato 2 27/36 75 25/50 50 ” Laparotomia utero 7d Fresco 2 8/11 72,7 14/22 63,6 D’Alessandro e Martemucci, 2003 Laparotomia utero 7d Congelato ” 11/15 73,3 17/30 56,7 ” (1) (2) (3) (4) M= morula; B= blastocisti IVP= embrioni prodotti in vitro; IVC= embrioni coltivati in vitro Fertilità= femmine partorite/trapiantate Sopravvivenza embrionale= nati/embrioni trasferiti Nei piccoli ruminanti, la procedura chirurgica tradizionale di trasferimento embrionale viene eseguita con esteriorizzazione del tratto riproduttivo dopo laparotomia medio-ventrale4,24,33,43,62,65,68,81,138,159. Dopo anestesia generale, viene praticata una incisione di 7-8 cm sulla linea alba, a partire da 2-3 cm dalla linea di attacco della ghiandola mammaria. Vengono esteriorizzati i corni uterini e osservata la presenza di corpi lutei sulle ovaie. Per il trapianto, gli embrioni vengono aspirati in 30-50 µl di medium PBS in un capillare di vetro o in un catetere tomcat collegato ad una siringa di 1 ml. Dopo la puntura con ago a punta conica, a livello del terzo superiore, del corno ipsilaterale dell’ovaia dove è presente il corpo luteo, il capillare viene introdotto per 2-3 cm nel lume uterino, in prossimità della giunzione utero-tubarica, e gli embrioni vengono espulsi lentamente in direzione del corpo dell’utero. Dopo il transfer, si somministra antibiotico nella cavità addominale, quindi si procede alla suturazione del peritoneo, del sottocute e della cute. Trasferimento laparoscopico La procedura di trasferimento degli embrioni per via endoscopica è stata sviluppata, sia negli ovini che nei caprini, con diverse varianti24,50,51,69,99,105,149,150,159. Per il transfer laparoscopico può essere effettuata solo la sedazione dell’animale associata ad anestesia locale, o soltanto l’anestesia locale. Secondo McMillan e Hall93 la ricevente viene sedata, con 0,2 ml di xilazina cloridrata 2%, e posta in decubito dorsale su un tavolo operatorio inclinato a circa 45°; una Large Animals Review, Anno 9, n. 4, Agosto 2003 47 Tabella 2 Sintesi di risultati di trasferimento degli embrioni nei caprini in rapporto alla tecnica di trapianto e alle caratteristiche dell’embrione Fertilità(3) Embrione Sopravvivenza Embrionale(4) Autori Tecnica Sito Età(1) Tipo(2) N/ricevente N % N % Laparotomia utero 5-7 d Refrigerato 1-2 6/11 54,5 6/17 35,2 Bilton e Moor, 1976 Laparotomia utero 5-7 d Congelato 1 3/6 50 3/6 50 ” Laparotomia utero 6-7 d Congelato 2-3 37/14 21 7/53 13 Jaques et al.,1989 Laparotomia utero 6-7 d Fresco ” 33/52 62 56/134 41,7 ” Laparotomia utero 6-7 d Fresco 1-3 / / / 56 Deguet et al., 1989 Laparotomia utero / / / 24/34 70,5 39/70 55,7 Vallet et al., 1991 Laparoscopia utero / / 2 28/37 75,6 28/77 62,3 ” Laparotomia utero M IVP - fresco 3 – 50 2/6 33,3 Kenskintepe et al., 1996 Laparoscopia ovidutto / Fresco 4-5 6/23 26 9/108 8,3 Kuhholzer et al., 1998 Laparotomia utero 7-8 d Congelato 2 / 61,8 / 47,3 Baril et al., 2000 (1) M= morula; B= blastocisti (2) IVP= embrioni prodotti in vitro; IVC= embrioni coltivati in vitro (3) Fertilità= femmine partorite/trapiantate (4) Sopravvivenza embrionale= nati/embrioni trasferiti infiltrazione locale con lignocaina cloridrata (2%) viene praticata nei punti di incisione della parete addominale, anteriormente alla ghiandola mammaria. O’Brien et al.107, per la ricevente riportano l’anestesia locale effettuata con 5 ml di lignocaina. Baril et al.10, invece, riportano l’anestesia generale dell’animale per il transfer endoscopico degli embrioni. Ai fini del trapianto10, gli embrioni vengono aspirati in 30-50 µl di medium in un capillare di vetro (70 mm x 1 mm di diametro), collegato ad una siringa di 1 ml mediante un tubo di raccordo di 20 cm. Per assicurare la necessaria rigidità per poter operare, il capillare ed il tubo sono inseriti in una cannula metallica. Per l’intervento di trapianto, vengono praticati tre punti di incisione sulla parete addominale. Uno serve per il passaggio della cannula dell’endoscopio e per l’immissione dell’aria nella cavità addominale (pneumoperitoneo), al fine di agevolare la visualizzazione e la manipolazione degli organi riproduttivi. Attraverso la seconda incisione, opposta alla prima, a pochi centimetri dalla linea alba, viene introdotta una pinza atraumatica, per la manipolazione del tratto riproduttivo. Tramite la pinza viene mantenuto il corno uterino ipsilaterale all’ovaia con corpo luteo. Una terza incisione sulla linea alba, a 15 cm dalla linea di attacco della mammella, infine, viene effettuata per il passaggio della cannula con il capillare contenente l’embrione. Il transfer viene eseguito inserendo il capillare nel lume uterino, in prossimità della giunzione utero-tubarica, punta con ago di Mintz (30 cm x 1,5 mm di diametro) previamente inserito nella cavità ad- dominale attraverso la linea alba. Gli embrioni vengono espulsi lentamente in direzione del corpo dell’utero. Il trasferimento embrionale viene effettuato in circa 5 minuti. McMillan e Hall93 utilizzano per il transfer endoscopico due punti di incisione, a circa 5-7 cm anteriormente alla ghiandola mammaria. Una incisione viene praticata sulla linea alba, per il passaggio di una pinza atraumatica di Allis modificata; l’altra, a 5-7 cm sulla destra della linea alba, per il passaggio dell’endoscopio. La pinza di Allis viene utilizzata per manipolare il tratto riproduttivo, ovvero, dapprima per la rilevazione dei corpi lutei e, successivamente, per la esteriorizzazione dell’apice del corno uterino (2-3 cm), attraverso una incisione praticata sulla linea alba. Gli embrioni vengono aspirati in un aspic per inseminazione in utero (Cassou, IMV, L’Aigle, Francia), modificato, collegato a una siringa da 1 ml. Attraverso l’ago dell’aspic, gli embrioni vengono immessi lentamente nel lume uterino in direzione del corpo dell’utero. Nel 5-10% degli animali trapiantati sono state riscontrate complicazioni nel transfer, con compromissioni nella sopravvivenza embrionale. Negli animali privi di complicazioni durante il transfer è stato ottenuto un elevato tasso di gravidanza (>80%) e di sopravvivenza embrionale (>70%). Per l’impianto degli embrioni Caira et al.24 utilizzano due punti di incisione, previa infiltrazione con lidocaina cloridrato (2%), in posizione simmetrica, a 3-4 cm dalla linea mediana della parete addominale, a circa 10 cm dall’attacco della mammella (Fig. 1). Attraverso una incisione passa la cannula dell’endoscopio e l’aria per ottenere il ALTRE SPECIE Trapianto 48 Embryo Transfer negli ovini e nei caprini - II A B C D FIGURA 1 - Trapianto di embrioni mediante laparoscopia nella pecora (da Caira et al. 1992). Il laparoscopio viene prima utilizzato per la osservazione del tratto riproduttivo (A) e la pinza da presa a valve smusse serve per prendere il corno uterino (B). La pistolet, attraverso il laparoscopio, entra in cavità (C) e con la punta penetra nel lume uterino ove viene deposto l’embrione (D). L = Laparoscopio; P = Pinza da presa a valve smusse; T = Pistolet. pneumoperitoneo. L’ottica laparoscopica operativa, con diametro di 10 mm (SL 10,8939.315 Wolf), è percorsa da un canale cilindrico di 5 mm per il passaggio di una pistolet (mod. Cassou, IMV, L’Aigle, Francia), modificata per il trapianto degli embrioni (45 cm di lunghezza, 4 mm di diametro, puntale terminale di 3 cm ad ago smusso). Nella guida interna viene inserita la paillette contenente l’embrione. Attraverso la seconda incisione viene introdotta la cannula (6 mm) per il passaggio della pinza da presa a valve smusse (mod. 8383.03 Wolf) con la quale viene bloccato il corno uterino ipsilaterale all’ovaio con il corpo luteo. La pistolet, con la paillette contenente l’embrione, viene introdotta nella guida della cannula dell’ottica, e la parte terminale dell’ago, con leggera pressione, penetra nel lume ove viene deposto l’embrione. La procedura laparoscopica di impianto degli embrioni rispetto a quella chirurgica è meno traumatica, meno costosa e più rapida (circa 5 minuti10; da 15 a 20 soggetti/ ora93). Il tasso di concepimento o di fertilità risulta similare con il trasferimento laparoscopico e chirurgico degli embrioni (Tab. 3). Trasferimento trans-cervicale Il trasferimento degli embrioni per via trans-cervicale è stato poco studiato nei piccoli ruminanti. In generale la ricevente viene preparata come descritto per la raccolta trans-cervicale degli embrioni. Large Animals Review, Anno 9, n. 4, Agosto 2003 Specie Trasferimento embrioni Chirurgico Endoscopico Autori Caprini1 70,5 (34) 75,6 (37) Vallet et al. (1989) Ovini2 69,0 (26) 74 (27) Brebion et al. (1989) 1 : % di femmine partorite. : % di femmine gravide. ( ): Numero delle riceventi. 2 Per il transfer, dopo aver posizionato l’ingresso della cervice nella parte anteriore della vagina con una pinza atraumatica, il catetere contenente gli embrioni viene inserito attraverso l’ostio della cervice e il passaggio nel canale cervicale viene guidato per via trans-rettale. Il passaggio del catetere attraverso la cervice è difficoltoso, soprattutto nella pecora, per le caratteristiche anatomiche del tratto riproduttivo116. Gli embrioni vengono depositati nel corpo o alla base del corno uterino, in maniera non precisa, e senza possibilità di controllare la presenza del corpo luteo e di individuare il corno ipsilaterale all’ovaia con il corpo luteo. Nella capra, Flores–Foxworth et al.50 non hanno riscontrato differenze nel tasso di gravidanza di riceventi con impianto di embrioni per via laparoscopica o trans-cervicale (35,7 vs 38,9%). Nella pecora, Buckrell et al.23 hanno eseguito il trapianto trans-cervicale degli embrioni con la tecnica adottata per la inseminazione artificiale (Guelph System for Transcervical AI), ottenendo risultati non soddisfacenti (6,6%) rispetto alla tecnica laparoscopica (100%). In generale, il tasso di sopravvivenza embrionale successivo a trapianto per via cervicale è insoddisfacente. FATTORI CHE INFLUENZANO LA SOPRAVVIVENZA DEGLI EMBRIONI TRAPIANTATI E IL SUCCESSO DELL’EMBRYO TRANSFER Molti sono i fattori che possono ostacolare la riuscita del trasferimento embrionale: le caratteristiche della donatrice, della ricevente, dell’embrione, o fattori esterni. Per quanto attiene ai fattori esterni è consigliabile evitare ogni possibile causa di stress durante le tre-quattro settimane precedenti e successive all’embryo transfer, quali: cambio di alimentazione, vaccinazioni, trasporti, riorganizzazione della gerarchia tra gli animali nell’ambito dei gruppi. Gli ovini, e i caprini in particolare, sono sensibili al gruppo, alla gerarchia e alle variazioni ambientali62,138,150. MANAGEMENT E SUPEROVULAZIONE DELLA DONATRICE Management della donatrice Fermo restanti le elevate caratteristiche genetiche richieste ai fini della produzione in vivo degli embrioni nell’ambito del MOET (Multiple Ovulation and Embryo Transfer), risultano importanti anche lo stato fisiologico e lo stato sanitario della donatrice. È consigliabile custodire gli animali in idonee condizioni igieniche ed effettuare i trattamenti di profilassi sanitaria. È opportuno separare le pecore dalle capre almeno due mesi prima dell’inizio degli interventi di iperstimolazione ovarica, poiché la mescolanza in gruppo delle due specie causa stress91. Per le donatrici si richiede una età non avanzata, una carriera riproduttiva normale, uno stato sanitario ottimale, sia clinico che ginecologico, tre mesi prima dei trattamenti di superovulazione. I trattamenti di iperstimolazione ovarica per la produzione di embrioni devono essere effettuati ad una distanza minima di cinque mesi dopo il parto. La presenza della lattazione e/o un elevato livello di produzione di latte riducono la risposta superovulatoria26,80. Trasferimento semi-laparoscopico È una procedura che associa la endoscopia ad un piccolo intervento chirurgico. La ricevente è posizionata sul tavolo operatorio, come descritto per il trasferimento laparoscopico. L’animale non è sottoposto ad anestesia generale; viene sedato con acepromazina (0,3 mg/kg), a cui si associa l’anestesia locale (xilocaina) nei due punti di incisione sulla parete addominale, a circa 10 cm anteriormente all’attacco della ghiandola mammaria10. Attraverso una incisione si introduce in cavità l’ottica laparoscopica, dall’altra, di circa 1 cm, una pinza atraumatica con cui viene esteriorizzato l’apice del corno uterino ipsilaterale all’ovaia con corpo luteo. Con un ago si pratica un piccolo foro sul corno uterino, in prossimità della giunzione utero-tubarica, e un piccolo catetere viene usato per il trasferimento degli embrioni nel lume uterino. I risultati conseguiti nella pecora con questa procedura sono incoraggianti (70-80% di gravidanza7). Superovulazione, produzione in vivo e qualità degli embrioni I risultati relativi alla produzione in vivo degli embrioni negli ovini e nei caprini, conseguenti ai trattamenti farmacologici di superovulazione sono stati pubblicati da vari Autori5,10,29,36,78 e indicano una elevata variabilità di risposta alla iperstimolazione ormonale, sia nel tasso di ovulazione che nella produzione di embrioni. A ciò contribuiscono vari fattori, di natura genetica, stagionale, ambientale, nutrizionale, individuale, legati anche alle caratteristiche dei preparati ormonali e alla loro modalità di somministrazione, al tipo di inseminazione. Negli ovini, la produzione media di embrioni trasferiti o crioconservati, per donatrice, varia da 2,9-4,564,86,122,137 a 10,429, con un tasso di recupero di embrioni vitali pari al 33-50% delle ovulazioni. Nei caprini, Chemineau et al.27 indicano un range di 12-16 ovulazioni medie, con una va- ALTRE SPECIE Tabella 3 Tasso di gravidanza o di fertilità successiva al trasferimento di embrioni per via chirurgica o endoscopica 49 50 Embryo Transfer negli ovini e nei caprini - II riabilità individuale da 0 a 40 ovulazioni. In media si possono ottenere 7 embrioni utilizzabili per capra19,27. La variabilità nella risposta superovulatoria e nella produzione di embrioni costituisce una forte limitazione nei programmi di embryo transfer nei piccoli ruminanti. Rapporto FSH/LH e modalità di somministrazione delle gonadotropine In generale, la superovulazione è indotta alla fine di un trattamento progestativo di sincronizzazione degli estri, mediante iniezione di preparati gonadotropici per una durata uguale a quella della crescita follicolare terminale (3 giorni). Attualmente, per ottenere alti tassi di ovulazione viene maggiormente accettato l’impiego di estratti pituitari di FSH rispetto alla gonadotropina sierica di cavalla gravida (PMSG). I preparati di FSH di origine porcina (pFSH) o ovina (oFSH) sono estratti ipofisari più o meno purificati, con attività FSH ed LH variabile in rapporto al lotto commerciale. Considerando la breve emivita del preparato FSH (2 ore2; 5 ore per il pFSH44), si utilizza un regime di 6-8 iniezioni, ogni 12 ore, a partire da 2-3 giorni prima della fine del trattamento progestativo, con una dose totale variabile tra 16 e 20 Unità Armour. Nella pecora, un preparato ipofisario a basso contenuto di LH non favorisce la superovulazione e la produzione di embrioni37,39. Nella capra, risultano adeguati estratti ipofisari con apporto di LH pari al 40%106 e anche al 100% del preparato gonadotropico83. All’inizio del trattamento di iperstimolazione ovarica l’attività FSH del preparato gonadotropico deve prevalere su quella dell’LH. La possibilità di utilizzo delle frazioni purificate di FSH e di LH, nel protocollo di superovulazione, può consentire di mimare gli eventi fisiologici delle variazioni endogene delle gonadotropine, comprese tra la regressione luteale e l’ovulazione. L’impiego di un rapporto FSH/LH decrescente durante il trattamento superovulatorio, con valori pari a 0,3-0,4 nelle due ultime somministrazioni, migliora la risposta ovarica e la produzione degli embrioni negli ovini30,39. Nei caprini, la variazione del rapporto FSH/LH durante il trattamento di superovulazione ha fornito risultati discordanti, positivi in alcune ricerche11, mentre in altre non ha migliorato la produzione di embrioni19,38. Particolare importanza ai fini della risposta superovulatoria assume la dinamica follicolare individuale al momento del trattamento. Nella pecora, la presenza di un follicolo dominante influenza negativamente la risposta superovulatoria120 così come rilevato nella bovina67. Risulta difficile realizzare un trattamento in assenza del follicolo dominante, poiché ciò impone il costante monitoraggio ecografico dei follicoli nella donatrice. Il controllo delle ondate follicolari può essere superato mediante un trattamento antigonadotropico con agonisti/antagonisti del Gn-RH, che ha fornito risultati incoraggianti nella pecora e nella capra29,85. L’impiego di Gn-RH antagonista seguito dalla somministrazione di LH sembra poter allungare la fase follicolare e consentire un maggiore reclutamento e maturazione di follicoli nonché una maggiore sincronia tra l’ovulazione e la inseminazione artificiale nella dona- trice12,46. Nella pecora Lacaune il trattamento con Gn-RH antagonista consente una produzione superiore a 10 embrioni trasferibili e 7 nati per donatrice29, ma la variabilità individuale del tasso di ovulazione rimane ancora molto elevata31. Il trattamento ripetuto di iperstimolazione ovarica con gonadotropine eterologhe può indurre la formazione di anticorpi nella donatrice. Nella capra, l’induzione ripetuta della superovulazione con pFSH causa la formazione di anticorpi anti- pFSH115 che limita la risposta superovulatoria. Questo ostacolo può essere superato efficacemente utilizzando l’FSH ovino (oFSH) o l’FSH caprino (cFSH)14, anche se il preparato caprino di FSH non è commercializzato. Recenti studi hanno dimostrato una maggiore componente genetica nella immuno-risposta alle gonadotropine esogene118 suggerendo una strategia di selezione nell’utilizzo delle donatrici nei programmi MOET. Alcuni studi condotti negli ovini indicano che il trattamento di superovulazione può essere semplificato con una sola iniezione, veicolando il pFSH in PVP (polivinilpirrolidone)40,42. Un’altra strategia è rappresentata dall’impiego, in una singola somministrazione, di pFSH associato a dosi moderate di PMSG (400-800 UI)40,121. Nella capra, questo trattamento condiziona negativamente la risposta ovulatoria e la qualità degli embrioni38. Inseminazione della donatrice e produzione di embrioni La fertilizzazione della donatrice varia in rapporto al metodo di inseminazione e al grado di sincronizzazione delle ovulazioni. Con la monta libera si utilizza un maschio per 3-4 femmine. Con la monta controllata la donatrice riceve almeno 2 salti, a distanza di 12 ore, preferibilmente a partire dalla 12a ora dopo la comparsa dell’estro. Con la monta naturale si può ottenere l’80% di fertilizzazione, ma la fertilità può essere limitata dalla stagione di inattività o ipoattività riproduttiva. Con la inseminazione artificiale, la deposizione del seme a livello cervicale, anche con 2-3 inseminazioni per femmina, determina un basso tasso di fertilizzazione, soprattutto nelle donatrici con elevato tasso di ovulazioni (>10-12)10, dovuto alla riduzione del trasporto dei nemaspermi attraverso la cervice48. La inseminazione intrauterina per via laparoscopica (48 ore dopo la rimozione del progestageno) consente di ottenere alti livelli di fertilità e di ridurre la dose di seme utilizzata (80-100 x 10 6 Spz/femmina) rispetto alla inseminazione cervicale10. Nelle capre, il tasso di fertilizzazione è inferiore a quello riscontrato nelle pecore, soprattutto con elevati tassi di ovulazione (>1531). Anche in pecore Lacaune con tassi di ovulazione maggiori di 30 è stato rilevato un calo della fertilizzazione e della produzione di embrioni trasferibili31. Con il seme congelato, il tasso di fertilizzazione, anche con la inseminazione intrauterina, è inferiore rispetto all’impiego del seme fresco, sia nella pecora che nella capra10,31, soprattutto quando non viene rispettato il momento ottimale di inseminazione in rapporto all’ovulazione49. Nella capra, è stato rilevato che il momento ottimale di inseminazione è 20-24 ore dopo la comparsa dell’estro148 mentre nella pecora sarebbe 6 ore prima dell’ini- Large Animals Review, Anno 9, n. 4, Agosto 2003 La razza Sono state riscontrate differenze nella risposta superovulatoria tra le razze, sia negli ovini6,8,82,144 che nei caprini11,84. Sussistono razze in cui la raccolta di embrioni può essere effettuata con successo in qualsiasi periodo dell’anno9,28, mentre in altre i migliori risultati si ottengono durante la stagione di riproduzione11,53,123,124,133,145. L’alimentazione I rapporti tra lo stato nutrizionale dell’animale e la risposta superovulatoria alla iperstimolazione ormonale non sono ben definiti18,117. La restrizione alimentare può alterare l’accrescimento follicolare nelle pecore superovulate158 e ridurre il tasso di fertilizzazione degli ovociti75. Gli effetti della nutrizione, comunque, sembrano esercitarsi ancor prima della fertilizzazione e dell’ovulazione, cioè durante l’aquisizione delle competenze dell’ovocita18,90. Una razione insufficiente può determinare una luteolisi prematura dei corpi lutei nel 50% delle donatrici superovulate61, che si traduce in una drastica riduzione del tasso ematico di progesterone20 e della produzione di embrioni. Altri studi indicano altresì che alti livelli alimentari nelle pecore donatrici possono determinare una minore produzione di embrioni75, influenzare negativamente lo sviluppo degli embrioni e la loro sopravvivenza dopo il transfer89,90, forse a causa di un più rapido metabolismo e clearance del progesterone. Tasso di ovulazione e qualità degli embrioni La qualità degli embrioni rappresenta il fattore più importante per la loro sopravvivenza dopo il trasferimento nella ricevente. Nei caprini, è stata rilevata una relazione positiva tra il tasso di ovulazione della donatrice, la produzione di embrioni e il numero dei nati successivi al trapianto (Tab. 4). Nella pecora, invece, con l’aumento del tasso di ovulazione è stata osservata una drastica riduzione della fertilizza- Tabella 4 Influenza del tasso di ovulazione sulle percentuali di donatrici che producono embrioni e relativi nati da trapianto, e sulla sopravvivenza embrionale (nati/embrioni trasferiti) Specie Classe di ovulazione % Donatrici con: recupero nati da embrioni trapianto Sopravvivenza Embrionale % Capre 1-8 9-16 >16 85,0 85,0 74,3 95,1 93,4 56,1 98,2 96,4 54,9 Pecore 1-8 9-16 >16 82,8 56,5 45,6 91,7 50,0 32,6 38,3 23,1 16,2 Da: Armstrong et al. (1983) zione e/o un aumento delle perdite embrionali, che si traducono in una minore produzione di nati (Tab. 4). Gli elevati tassi di ovulazione influenzano negativamente il recupero, e quindi la produzione degli embrioni, e la successiva sopravvivenza embrionale37,81,142. Infatti, le pecore con un tasso di ovulazione >16 danno origine a una minore produzione di embrioni e di agnelli successivi al transfer (Tab. 4). Regressione prematura dei corpi lutei Nei caprini è stato rilevato che il prelievo degli embrioni oltre il 5° giorno (giorno 0 = estro) può determinare una drastica riduzione della raccolta di uova e di embrioni trasferibili, dovuta alla regressione prematura dei corpi lutei10. La regressione prematura dei corpi lutei è un fenomeno frequente nelle capre, sia in condizioni fisiologiche naturali25 che superovulate (27%134; 25-46%38,83,84) e varia con la razza10,83,84. Il fenomeno è stato riscontrato anche nelle pecore61,81,82. Alla regressione prematura dei corpi lutei viene associata la riduzione del numero di embrioni raccolti, per alterazioni del trasporto embrionale negli ovidotti133 e la scarsa qualità delle ovulazioni, che influenzano negativamente lo sviluppo e quindi la qualità degli embrioni. CRIOCONSERVAZIONE E QUALITÀ DEGLI EMBRIONI La biotecnologia di crioconservazione degli embrioni consente: il controllo nel tempo e nello spazio del transfer nella ricevente, la costituzione di banche di embrioni di elevato valore genetico, la facilità degli scambi commerciali di animali, con riduzione dei rischi di ordine sanitario, una più accurata valutazione delle risposte alla selezione rispetto al seme congelato. Il congelamento convenzionale prevede l’impiego di crioprotettori (glicerolo, glicole etilenico, dimetilsulfossido, etc.), il confezionamento dell’embrione entro due ore dalla raccolta in ampolle o in paillettes (0,25 ml), la crioconservazione lenta mediante un congelatore programmabile. Negli ovini il tasso di sopravvivenza embrionale (nati/embrioni trasferiti) varia tra il 13-25%52,56,93,127,131 e il ALTRE SPECIE zio delle ovulazioni153. La ridotta sopravvivenza degli spermatozoi congelati impone quindi una maggiore sincronia delle ovulazioni ai fini della inseminazione artificiale. Per sincronizzare le ovulazioni multiple si può somministrare Gn-RH a tempi fissi dopo la rimozione del progestageno, sia nella pecora (30-36 ore dopo la rimozione del progestageno153) che nella capra3. Va sottolineato che in uno studio condotto negli ovini, il 60% di pecore superovulate trattate con Gn-RH ha evidenziato un secondo picco di ovulazioni 12-24 ore dopo la prima ondata sincrona di ovulazioni29. Nella capra, l’efficienza dell’impiego di Gn-RH sulla produzione di embrioni trasferibili è controversa31; un trattamento efficace si è dimostrato la somministrazione di Gn-RH antagonista 12 ore dopo la rimozione del progestageno, seguito dalla iniezione di 3 mg di LH porcino 24 ore dopo, e dalla inseminazione artificiale, 16 ore dopo la somministrazione di LH12. 55 56 Embryo Transfer negli ovini e nei caprini - II 58%55,122,137 e risulta inferiore rispetto a quello ottenuto con il transfer di embrioni freschi. Nei caprini si è rilevato un tasso di sopravvivenza embrionale del 35-40%27. Con gli embrioni freschi si ottengono risultati migliori. Di recente viene utilizzata la metodologia di crioconservazione per vitrificazione, molto rapida e meno costosa, perché non richiede l’impiego di attrezzature programmabili per il congelamento. Essa è basata sull’impiego di soluzioni molto concentrate di crioprotettore che, durante il rapido calo di temperatura, sono in grado di costituire una struttura vetrosa. Le paillette contenenti gli embrioni vengono immerse direttamente in azoto liquido (-196°C), con un calo di temperatura di 2500°C114. Il passaggio repentino dalla fase liquida a quella vetrosa evita così la formazione dei cristalli di ghiaccio. L’efficienza della tecnica varia in rapporto al crioprotettore, alle caratteristiche dell’embrione, al protocollo di vitrificazione63,88. Il tasso di sopravvivenza degli embrioni di ovino varia tra il 21%129 e il 49-64%1,13,35,86. Nei caprini, con la vitrificazione è stato riscontrato un tasso di sopravvivenza embrionale pari al 37%146. Le alterazioni cellulari provocate dal processo di congelamento-scongelamento sembrano essere correlate alle variazioni delle caratteristiche delle membrane cellulari nel corso dello sviluppo embrionale129, alla dimensione e al numero di cellule dell’embrione. Ai fini del congelamento è consigliabile utilizzare embrioni allo stadio di blastocisti (6,5-7 giorni nella pecora; 7-8 giorni nella capra; giorno 0= estro10). Il tasso di sopravvivenza degli embrioni congelati aumenta con la qualità degli embrioni122 e con lo stadio di sviluppo degli embrioni al momento del congelamento, risultando più elevato per le blastocisti - blastocisti espanse - blastocisti schiuse (Tab. 5). Anche con la procedura di crioconservazione per vitrificazione la sopravvivenza embrionale risulta maggiore per gli embrioni di ovino allo stadio di blastocisti - blastocisti espansa13,104 ed è stata attribuita alle variazioni, durante lo sviluppo embrionale, della struttura e della permeabilità delle membrane cellulari ai crioprotettori94,129,130. Va comunque sottolineato che, per motivi sanitari, le blastocisti schiuse e gli embrioni con la zona pellucida rotta non possono essere utilizzati per il transfer. Per questo, alcuni AA. negli ovini consigliano la raccolta degli embrioni non oltre il 6° giorno successivo all’estro150. In generale, anche con la crioconservazione per vitrificazione, risultati migliori si ottengono con il transfer di embrioni freschi (ovini86,112). In alcuni studi recenti condotti negli ovini, risultano sovrapponibili i tassi di fertilità (72-73%), e il tasso di sopravvivenza embrionale (nati/embrioni trasferiti) risulta non statisticamente differente per i due tipi di embrioni (60-64%, per gli embrioni freschi vs 50-57% per i vitrificati13,35). Di recente è stata studiata una nuova metodica di vitrificazione denominata OPS (open pulled-straw vitrification147), che consiste nel ridurre a metà il diametro della paillette di contenimento degli embrioni da 0,25 ml, consentendo, per effetto di capillarità, il caricamento degli embrioni in un volume ridotto di medium di crioconservazione (0,5 µl). Quando la paillette viene immessa rapidamente in azoto liquido (-196°C), il tasso di raffreddamento è di circa 20.000°C/minuto, rispetto ai 2500°C/minuto riscontrabile con il metodo classico di vitrificazione87. La metodica ha fornito risultati promettenti nella pecora41 e nella capra47. PRODUZIONE IN VITRO E QUALITÀ DEGLI EMBRIONI La produzione in vitro rappresenta una fonte a basso costo degli embrioni, per le ricerche di base e per l’applicazione di biotecnologie commerciali come il trasferimento nucleare e la produzione di animali transgenici. Inoltre, risponde alle esigenze di una rapida moltiplicazione dei migliori genotipi. La tecnica completa prevede la maturazione in vitro (IVM) e la fertilizzazione in vitro (IVF) dell’ovocita, e il successivo sviluppo dello zigote in idonei sistemi di coltura (IVC) sino allo stadio di blastocisti, idoneo per il transfer o la crioconservazione. Negli ovini, è stato riportato che oltre il 57% di ovociti prelevati con l’ovum pick-up (OPU) si sviluppa in blastocisti, con una produzione media successiva al transfer di 1,5 agnelli nati per pecora sottoposta all’OPU132. Anche il recupero di ovociti in pecore e capre non stimolate con trattamenti ormonali sarebbe elevato (4-6 ovociti/seduta di recupero31). Da diversi studi è emerso che la maturazione e fertilizzazione in vitro degli ovociti influenza negativamente il Tabella 5 Percentuale di sopravvivenza degli embrioni (nati/embrioni trasferiti) in relazione allo stadio di sviluppo degli embrioni prodotti in vivo e congelati Specie Morula Giovane blastocisti Blastocisti Blastocisti espansa Blastocisti schiusa Autore Pecora 55,2 (29) 10,0 (10) 62,1 (29) 40 (15) 22,9 (9) Ali e Shelton (1993) Pecora 8,3 (12) 10,5 (19) 24 (25) Capra 22 (45) Capra 20 (10) ( ): Numero di embrioni. Szell e Windsor (1994) 62 (29) 50 (18) Chemineau et al. (1986) 67 (66) Li et al. (1990) Large Animals Review, Anno 9, n. 4, Agosto 2003 Tabella 6 Tasso di gravidanza e sopravvivenza degli embrioni di ovino e di caprino prodotti in vitro e crioconservati per vitrificazione Specie Ovini Caprini Tipo di embrione Gravidanze (%): a 40 d a termine Sopravvivenza Embrionale (%) In vivo In vitro 70a 32b 70a 15b 49a 9b In vivo In vitro 56 50 52 45 37 30 a, b: P<0,05. Da: Traldi et al. (1998). IVF + IVC) e vitrificati111. È stato suggerito100 che le cause di questa ridotta sopravvivenza degli embrioni prodotti in vitro può essere addebitata a un diverso rapporto del contenuto in lipidi e proteine73,139, alle caratteristiche della zona pellucida, e quindi alla diversità di flusso dei crioprotettori durante la crioconservazione109, al minor numero e alla più ridotta massa delle cellule embrionali60, forse più sensibili agli effetti del crioprotettore rispetto alle cellule del trofoblasto. MANAGEMENT DELLA RICEVENTE Per il successo del transfer embrionale particolare attenzione deve essere rivolta alle caratteristiche della ricevente. Le riceventi devono essere in buone condizioni fisiche, con ciclo regolare ed apparato riproduttivo perfettamente funzionante138,150 e devono essere osservate le condizioni di management previste per le donatrici. Come riceventi sono preferibili le nullipare rispetto alle pluripare, poiché risultano più fertili (+10%)150. Diversi fattori come lo stress, le malattie, le condizioni corporee, la nutrizione, le elevate temperature ambientali, etc., possono pregiudicare la sopravvivenza embrionale. Condizioni alimentari Lo stato nutrizionale della ricevente deve essere adeguato, prima e dopo il transfer. Alti livelli di nutrizione nelle prime fasi della gestazione della pecora possono ridurre la sopravvivenza embrionale e determinare un calo del tasso di gravidanza92. La restrizione alimentare riduce la fertilità successiva al transfer nelle capre76. Risposta ovulatoria La risposta ovulatoria della ricevente è importante, poiché bassi livelli di progesterone o alterazioni del suo profilo possono causare mortalità degli embrioni. Nei bovini è stata rilevata una correlazione positiva tra il tasso di progesterone e l’interferone tau embrionale, l’agente antiluteolitico coinvolto negli eventi fisiologici della sopravvivenza embrionale77. Tervit et al.134 in capre con una sola ovulazione non hanno riscontrato variazioni nella sopravvivenza embrionale con il trasferimento di due embrioni, entrambi nel solo corno ipsilaterale all’ovulazione o di un embrione per corno. In molte altre ricerche, condotte nei caprini, è stato invece rilevato che la sopravvivenza embrionale aumenta con il tasso di ovulazione della ricevente6,15,154. Numero di embrioni trasferiti Nella capra è stato dimostrato che la sopravvivenza embrionale è superiore con il trasferimento di due embrioni rispetto a uno (Tab. 7). Negli ovini i risultati sono contrastanti. In diverse ricerche non è stato riscontrato alcun vantaggio con il trasferimento nella ricevente di due embrioni rispetto a uno (Tab. 7). Moo- ALTRE SPECIE successivo sviluppo dell’embrione e del feto57 e che l’efficienza della tecnica è ancora ridotta. Negli ovini, la coltura in vitro degli zigoti (IVM-IVF) in media riduce la vitalità embrionale del 15-25% e il tasso di agnelli nati da transfer di morule - blastocisti prodotte in vitro risulta basso (25-35%57; 49%113). Nei caprini è riportato un tasso di sopravvivenza di blastocisti prodotte in vitro pari al 61%110. Peraltro, con il transfer di embrioni prodotti in vitro si è rilevato un prolungamento della durata di gestazione, un aumento del peso alla nascita e della mortalità perinatale degli agnelli, e la presenza di malformazioni nei nati113,143,152. Anche nei bovini l’efficienza del sistema di produzione in vitro degli embrioni risulta insufficiente. Solo il 20-30% di ovociti si sviluppa in blastocisti141 mentre il tasso medio di sopravvivenza embrionale (% di parti successivi al transfer di 1 embrione/ ricevente) risulta pari al 30% ± 10 (DS)108. Anche nei bovini, sono state riscontrate distocie al parto, dovute allo sviluppo abnorme dei feti ed all’incremento di peso dei vitelli nati da embrioni prodotti in vitro54,125. La ridotta efficienza del sistema di produzione in vitro degli embrioni e le cause delle alterazioni fisiologiche successive al transfer non sono ben definite108,139,151. Negli embrioni prodotti in vitro sono state riscontrate alterazioni a livello cellulare e sub-cellulare, nel metabolismo, morfologia ed ultrastruttura72,139 e alterazioni nella espressione dei geni156,157. La sopravvivenza degli embrioni prodotti in vitro sarebbe inferiore del 15% rispetto a quella degli embrioni prodotti in vivo139. Le differenti esigenze degli embrioni in fase di sviluppo hanno portato alla definizione di medium “sequenziali” per la coltura in vitro, in rapporto allo stadio di sviluppo dell’embrione140. Una considerevole preoccupazione è rappresentata dalla minore vitalità degli embrioni prodotti in vitro, susseguente a successive manipolazioni, come la crioconservazione, e i possibili effetti sullo sviluppo embrionale e sulla fisiologia del feto, che in teoria potrebbero manifestarsi anche solo nell’animale adulto. Gli embrioni prodotti in vitro risultano più sensibili alle basse temperature e la sopravvivenza dopo crioconservazione è minore rispetto a quella degli embrioni prodotti in vivo73,101,139. Traldi et al.146 riportano una sopravvivenza (nati/embrioni trasferiti) del 30% per gli embrioni caprini e del 9% per gli embrioni ovini, prodotti in vitro, crioconservati per vitrificazione e trasferiti nelle riceventi (Tab. 6). In una ricerca più recente è riportato un tasso di sopravvivenza del 24% per gli embrioni di ovino prodotti in vitro (OPU + IVM + 57 58 Embryo Transfer negli ovini e nei caprini - II Tabella 7 Percentuale di sopravvivenza embrionale (nati/ embrioni trasferiti) successiva al trasferimento di 1 o 2 embrioni per ricevente N. Embrioni per ricevente 1 2 Autori Tabella 8 Effetto dello stadio di sviluppo degli embrioni di ovino sulla sopravvivenza successiva al trapianto nella ricevente Stadio Embrioni trasferiti N. Sopravvivenza embrioni % Caprini 58,0 70,0 Tervit et al. (1983) 2-4 cellule 0 0 Caprini 51,6 65,2 Armstrong e Evans (1983) 5-8 cellule 26 28,0 Ovini 35,1 31,8 Armstrong e Evans (1983) 9-16 cellule 39 39,8 Ovini 73,0 76,0 McMillan e Hall (1994) Morula 14 28,6 Blastocisti 7 50,0 Da: Armstrong e Evans (1983) re95 ha rilevato che il trasferimento nella ricevente di più di un embrione non influenza il tasso di gravidanza, anzi deprime il tasso di sopravvivenza embrionale, come evidenziato in altre ricerche96,128. Nella pecora Lacaune, invece, è riportato che l’impianto di due embrioni fornisce migliori risultati di sopravvivenza embrionale rispetto al trasferimento di un solo embrione per ricevente10. Sia nei caprini che negli ovini, il trasferimento nella ricevente di tre embrioni rispetto al trapianto di due embrioni per ricevente non determina alcun miglioramento nella percentuale dei parti e della sopravvivenza embrionale6,10,71,93,134,136. Sito di trasferimento e stadio di sviluppo degli embrioni Tabella 9 Effetto del giorno dell’embryo transfer (recupero e trasferimento embrionale) sulla produzione degli embrioni e sulla sopravvivenza embrionale nei caprini (x ± E.S.) Per gli embrioni di 3-4 giorni (sino allo stadio di 8 cellule) è consigliabile il trasferimento negli ovidotti, attraverso il padiglione. Oltre lo stadio di 8 cellule, il transfer può essere effettuato in utero, poiché non sono state riscontrate differenze rispetto al transfer negli ovidotti6,154. Con il trapianto in utero, gli embrioni vengono trasferiti nel terzo superiore del corno corrispondente all’ovaia con un numero più elevato di corpi lutei, in prossimità della giunzione utero-tubarica. Con il trasferimento di due embrioni, uno per ciascun corno, non migliorerebbe la sopravvivenza embrionale10,134. Nella capra è stato rilevato che, a uno stadio precoce di sviluppo (2-4 cellule), il trasferimento di due embrioni in un solo ovidotto (unilaterale) fornisce una maggiore sopravvivenza rispetto al trasferimento bilaterale (1 per ovidotto) (69,8 vs 61,7%6), forse per un più adeguato scambio di “messaggi” tra l’embrione e la ricevente. Stadio di sviluppo degli embrioni Negli ovini, la sopravvivenza degli embrioni trasferiti aumenta con l’avanzare dello stadio di sviluppo (5-8 cellule: 28% vs 50% per le blastocisti, Tab. 86). Nei caprini, invece, la sopravvivenza embrionale può diminuire con il transfer di embrioni effettuato dopo il 5° giorno (Tab. 9), per la regressione prematura dei corpi lutei, che condiziona negativamente lo sviluppo embrionale6. Embrioni recuperati Sopravvivenza embrionale (2) 2-3 8,7 ± 1,4 A 5,1 ± 0,9 4-5 7,0 ± 2,3 A 4,3 ± 1,7 6-8 2,0 ± 1,4 B 1,1 ± 1,0 A, B: P< 0,01 (1) (2) Sito di trasferimento Giorno dell’embryo transfer (1) Giorno 0 = estro Capretti nati da trasferimento embrionale Da: Armstrong et al. (1983) SINCRONIZZAZIONE DONATRICE - RICEVENTE Per la programmazione degli estri delle riceventi, nella pecora si effettua un trattamento progestativo seguito dalla somministrazione di dosi moderate di PMSG (300-400 UI)5,82, o un trattamento combinato con progestageno (9 d) + PGF2α (7°d) + PMSG (9°d)35. Anche nella capra si utilizza un trattamento combinato di sincronizzazione degli estri, con progestageno (11d)+ PGF2α(9º d) + PMSG10. La sopravvivenza embrionale in generale migliora con la sincronizzazione degli stadi fisiologici della donatrice con la ricevente, cioè allorquando la comparsa dell’estro della donatrice coincide il più possibile con quella della ricevente. Sembra che gli embrioni più giovani (2-3 giorni) siano più sensibili all’asincronia rispetto a quelli di 5-8 giorni; questi embrioni, di maggiore età, tollerano meglio il trasferimento in un utero che si trova ad uno stadio fisiologico più avanzato. L’embrione di capra non risente molto del grado di sincronizzazione tra stadio di sviluppo e condizione fisiologica del tratto riproduttivo della ricevente134 e può tollerare una asincronia di 24 ore tra donatrice e ricevente (Tab. 106,154). L’embrione di ovino è, invece più sensibile, e migliori risultati di fertilità e di sopravvivenza embrionale si ottengono con una maggiore sincronizzazione estrale (±12 ore) tra donatrice e ricevente96,119. Large Animals Review, Anno 9, n. 4, Agosto 2003 Tabella 10 Sopravvivenza embrionale nei caprini in rapporto al grado di sincronizzazione fisiologica tra ricevente e donatrice 59 Tabella 11 Tasso di sopravvivenza embrionale di blastocisti, raccolte al 7° giorno (giorno 0 = estro) e crioconservate per vitrificazione Sincronia ricevente donatrice Giorni Embrioni trasferiti N. Sopravvivenza embrionale % -1 31 (16) 48,4 (50,0) 6° -24 22 16 0 637 (625) 63,9 (60,0) 7° 0 20 16 Età embrione(1) Giorno ore Embrioni trasferiti N. Tasso di sopravvivenza N. % 72,7 90,0 * 124 (121) 66,6 (57,2) > +1 9 11,1 Da: Warnes et al. (1982); Armstrong et al. (1983) valori tra parentesi. Per gli embrioni crioconservati sembra sussistere la necessità di una maggiore sincronia tra l’età dell’embrione e lo stato del tratto riproduttivo della ricevente. Negli ovini, una maggiore percentuale di gravidanza con il trasferimento di blastocisti di 7 giorni crioconservate per vitrificazione, è stata riscontrata con donatrici e riceventi aventi la stessa comparsa dell’estro103 (Tab. 11). TEMPI OTTIMALI PER IL TRANSFER Per preservare le caratteristiche qualitative degli embrioni, si suggerisce di effettuare il trapianto entro 20-30 minuti dallo scongelamento, per gli embrioni crioconservati, non oltre le 2 ore dal prelievo, per gli embrioni freschi. PRODUTTIVITÀ DI NATI DA EMBRYO TRANSFER Negli ovini la potenziale produzione di nati per donatrice varia con la razza (5,8: Scottish Black Face; 5,2: Wels Mountain8; 4,6: Suffolk45). Un adeguato incremento genetico in razze ovine poco prolifiche presuppone per ciascuna donatrice una potenziale produzione di 7 agnelli/anno8. Nei caprini, il numero di nati per donatrice (riferito a una sola raccolta di embrioni) è di 3 o 4 capretti con il transfer di embrioni congelati o freschi, rispettivamente21. 8° +24 22 10 44,0 (1) Da inizio estro * P< 0,05 Da: Naitana et al. (1995). La qualità degli embrioni prodotti in vitro è inferiore a quella degli embrioni prodotti in vivo. La crioconservazione per vitrificazione è rapida, meno costosa e fornisce risultati comparabili alla conservazione con metodo convenzionale. Va sottolineato che il costo di un agnello o capretto, nato da embryo transfer, è 10 volte superiore a quello di un nato da inseminazione artificiale e risulta ancora basso l’impatto del MOET sull’incremento genetico delle pecore da latte16. Pertanto, il MOET non è in grado di sostituire la inseminazione artificiale, che rimane ancora la tecnologia riproduttiva più utilizzata negli allevamenti ovini e caprini dei Paesi dove questi assumono una importante rilevanza produttiva ed economica. Il MOET potrebbe essere applicato per una scelta oculata delle femmine, per vantaggi produttivi extra genetici, mediante il trasferimento di embrioni di maschi riproduttori con indici positivi utilizzati per la inseminazione artificiale32,126; rimane comunque una scelta obbligata per il controllo sanitario negli scambi commerciali del germoplasma animale. Parole chiave Trasferimento embrioni, ovini, caprini. Key words Sheep, goats, embryo transfer. CONCLUSIONI Per il trapianto degli embrioni, la procedura laparoscopica è meno traumatica e più rapida di quella chirurgica. Nella pecora la procedura di transfer semi-laparoscopica ha fornito risultati soddisfacenti. Per il successo della biotecnologia dell’embryo transfer assumono importanza diversi fattori: la scelta della donatrice e la produzione media di embrioni in vivo; la qualità degli embrioni prodotti (in vivo, in vitro, crioconservati); le condizioni di management e fisiologiche della ricevente; il grado di sincronizzazione tra lo stadio di sviluppo dell’embrione e le condizioni fisiologiche del tratto riproduttivo della ricevente; l’età dell’embrione, il numero di embrioni trasferiti e il sito del transfer. Bibliografia 1. 2. 3. 4. 5. 6. Ali Y., Shelton Y. N. (1993) – Successful vitrification of day-6 sheep embryos. J. Reprod. Fertil., 99, 65-70. Akbar A. M., Nett T.M., Niswender G.D. (1974) – Metabolic clearance and secretion rates of gonadotrophins at different stages of the oestrus cycle in ewes. Endocrinology, 94, 1318-1324. Akinlosotu B.A., Wilder C.D. (1993) – Fertility and blood progesterone levels following LHRH-induced superovulation in FSH-treated anestrous goats. Theriogenology, 40, 895-904. Amoah E.A., Gelaye S. (1991) – Embryo recovery, evaluation, storage and transfer in goats. Small Rum. Res., 6, 119-129. Armstrong D.T., Evans G. (1983) – Factors influencing success of embryo transfer in sheep and goats. Theriogenology, 19, 31-42. Armstrong D.T., Pfitzneir A.P., Warnes G.M., Seamark R.M. (1983) – Superovulation treatments and embryo transfer in Angora goats. J. Reprod. Fertil., 67, 403-410. ALTRE SPECIE +1 60 7. 8. 9. 10. 11. 12. 13. 14. 15. 16. 17. 18. 19. 20. 21. 22. 23. 24. 25. 26. 27. 28. 29. 30. 31. Embryo Transfer negli ovini e nei caprini - II Bari F., Khalid M., Haresign W., Murray A., Merrell B. (2000) – Effect of mating system, flushing procedure, progesterone dose and donor ewe age on the yield and quality of embryos within a MOET program in sheep. Theriogenology, 53, 727-742. Bari F., Khalid M., Haresign W., Merrel B., Murray A., Richards R.I.W. (1999) – An evaluation of the success of MOET in two breeds of hill sheep maintained under normal system of hill flock management. Anim. Sci., 69, 367-376. Baril G., Vallet J.C. (1990) – Time of ovulation in dairy goats induced to superovulate with porcine follicle stimulating hormone during and out of the breeding season. Theriogenology, 34, 303-311. Baril G., Brebion P., Chesne P. (1993) – Manuel de formation pratique pour la transplantion embryonaire chez la brebis et la chevre. FAO. 1993, 115, ISSN, 1014-1197. Baril G., Casamitjiana P., Perrin J., Vallet J.C. (1989) – Embryo production, freezing and transfer in Angora, Alpine and Saanen goats. Zuchtygiene, 24, 101-115. Baril G., Pougnard J.L., Freitas V.J.F., Leboeuf B., Saumande J. (1996) – A new method for controlling the precise time of occurrence of the preovulatory gonadotropin surge in superovulated goats. Theriogenology, 45, 697-706. Baril G., Traldi A-L., Cognié Y., Leboeuf J.F., Mermillod P. (2001) – Successful direct transfer of vitrified sheep embryos. Theriogenology, 56, 299-305. Baril G., Remy B., Leboeuf B., Vallet J.C., Beckers J.F., Saumande J. (1992) – Comparison of porcine FSH, caprine FSH and ovine FSH to induce repeated superovulation in goats. Proc. 8th Meeting Ass. Eur. de Trans. Emb. (AETE). Lyon, France, 1, 126. Baril G., Leboeuf B., Pougnard J.L., Bernelas D., Bonne J.L., Forgerit Y., Santi E., Beckers J.F. (2000) – Embryo transfer after freezing with ethylene glycol from Alpine and Saanen dairy goats. 7th International Conference on Goats, Tours, France, 1030-1031. Barillet F. (1997) – Genetics of milk production. In: Piper L., Ruvinsky A. (Eds.). The genetics of sheep. CAB International, Wallingford, UK, 539-564. Bilton R.J., Moore N.W. (1976) – In vitro culture, storage and transfer of goat embryos. Aust. J. Biol. Sci., 29, 125-129. Boland M.P., Lonergan P., O’Callaghan D. (2001) – Effect of nutrition on endocrine parameters, ovarian physiology, and oocyte and embryo development. Theriogenology, 55, 1323-1339. Borghese A., D’Alessandro A.G., Terzano G.M., Ficco G., Beckers J.F., Martemucci G. (2003) – Effect of different FSH/LH ratios on superovulatory response and embryo yield in goats. XV Congresso A.S.P.A., Parma. Borque C., Pintado B., Perez B., Gutierrez A., Munoz I., Mateos E. (1992) – Progesterone levels in superovulation Murciana goats with or without successfull embryo collection. Theriogenology, 39, 192. Brebion P., Baril G., Cognié Y., Vallet J.C. (1992) – Transfert d’embryons chez les ovins et les caprins. Ann. Zootech., 41, 331-339. Brebion P., Vallet S.G., Cognié Y., Layous D., Baril G. (1989) – Ovine embryo transfer in the Lacaune breed: Efficiency of new laparoscopic tecnique. Proc. 5th Meeting Ass. Eur. de Trans. Emb. (AETE). Lyon, France, 1, 134. Buckrell B.C., Gartley C.J., Buschbeck C., Jordan P., Walton J.W. (1993) – Evaluation of a transcervical AI technique for transferring embryos in sheep. Theriogenology, 39, 197. Caira M., Manchisi A., Gambacorta M., Toteda F., D’Alessandro A., Martemucci G. (1992) – Impiego della tecnica laparoscopica e chirurgica nel trapianto di embrioni in pecore di razza Altamurana. Atti 46° Convegno S.I.S.Vet., 151-154. Camp J.C., Wild D.E., Howard P.K., Suart L.D., Chakrabortry P.K. (1983) – Ovarian activity during normal and abnormal length oestrus cycles in goats. Biol. Reprod., 28, 673-681. Cappai P., Branca A., Cognié Y. (1984) – Trattamento di superovulazione nella pecora Sarda. Numero di embrioni ottenuti con l’impiego di estratti ipofisari porcini e di PMSG nella pecora munta una o due volte al giorno. Atti 38° Convegno S.I.S.Vet., 216-219. Chemineau P., Baril G., Leboeuf B., Maurel M.C. Cognié Y. (1996) – Recent advances in the control of goat reproduction. Proc. 6th Intern. Conference on Goat, 2, 776-784. Chemineau P., Procureur R., Cognié Y., Lefevre P. C., Locatelli A., Chupin D. (1986) – Production, freezing and transfer of embryos from a bluetongue-infected goat herd without bluetongue transmission. Theriogenology, 26, 279-290. Cognié Y. (1999) – State of the art in sheep-goat embryo transfer. Theriogenology, 51, 105-116. Cognié Y., Chupin D., Saumande J. (1986) – The effect of modifying the FSH/LH ratio during the superovulatory treatment in ewes. Theriogenology, 25, 148. Cognié Y., Baril G., Poulin N., Mermillod P. (2003) – Current status of embryo technologies in sheep and goats. Theriogenology, 59, 171188. 32. 33. 34. 35. 36. 37. 38. 39. 40. 41. 42. 43. 44. 45. 46. 47. 48. 49. 50. 51. 52. 53. 54. 55. Colleau J.J., Heyman Y., Renard J.P. (1998) – Les biotechnologies de la reproduction chez les bovines et leurs applications réelles ou potentielles en sélection. INRA Prod. Anim., 11, 41-56. Correa J.E. (1976) – Use of mass laparotomy for an egg transfer technique to the uterus of the ewe. Vet. Rec., 99, 377. Cseh S., Seregi J. (1993) – Pratical experience with sheep embryo transfer. Theriogenology, 39, 207. D’Alessandro A.G., Martemucci G. (2003) – Employ of purified FSH and LH for embryo production, cryopreservation by conventional or vitrification and transfer of embryos in dairy ewes. Ital. J. Anim. Sci. (in press). D’Alessandro A.G., Colonna M. A., Borghese A., Martemucci G. (2000) – Produzione in vivo degli embrioni negli ovini e nei caprini mediante iperstimolazione ovarica con trattamenti farmacologici. In: “La Riproduzione in zootecnia”, Vol. III - P. F. R.A.I.Z., Mi. P.A.F., Ed. Enne G. e Rossi G., 137-154. D’Alessandro A.G., Colonna A.M., Toteda F., Martemucci G. (1996 a) – Effetto del rapporto FSH/LH nel preparato ipofisario porcino sulla risposta ovarica e sulla produzione di embrioni in pecore da latte. 8° Meet. Naz. “Studio della efficienza riproduttiva degli animali di interesse zootecnico”, Bergamo, 99-103. D’Alessandro A., Martemucci G., Colonna M.A., Manchisi A., Bellitti E. (1996 b)- Effect of the PMSG addition to P-FSH treatment or PMSG + P-FSH in a combined single injection on ovarian response and embryo production in goats. VI Int. Conf. on Goats, Beijing, China, 830-833. D’Alessandro A.G., Martemucci G., Colonna M.A., Cafueri C., Toteda F. (1997) – Some effects of adding p-LH in defined amounts to purified p-FSH to modify FSH/LH ratios during the superovulatory treatment of anoestrus ewes. Anim. Reprod. Sci., 47, 91-98. D’Alessandro A.G., Martemucci G., Colonna M.A., Borghese A., Terzano M.G., Bellitti A. (2001) – Superovulation in ewes by a single injection of pFSH dissolved in polyvinilpyrrolidone (PVP): effects of PVP molecular weight, concentration and schedule of treatment. Anim. Reprod. Sci., 65, 255-264. Dattena M., Isachenko V., Alabart J.L., Folch J., Accardo C., Cappai P. (2001) – Comparison between two embryo transfer methods of vitrified sheep blastocysts. Proc. 17th Mtg. Ass. Eur. de Trans. Emb. (AETE). Lyon, France, 114. Dattena M., Vespignani S., Branca A., Gallus M., Ledda S., Naitana S., Cappai P. (1994) – Superovulatory response and quality of embryos recovered from anestrous ewes after a single injection of porcine FSH dissolved in PVP. Theriogenology, 42, 235-239. Deguet M., Joisel F., Boender G., Dobbelaere T.H. (1989) – Transplantation embryonnaire dans l’espèce caprine. Application pratiques dans 3 élevages de chèvres Angora. Rec. Med. Vet., 165 (10), 807-813. Demoustier M.M., Beckers J.F., Van Der Zwalmen P., Closset J., Gillard J.L., Ectors F. (1988) – Determination of porcine plasma follitropin levels during superovulation treatment in cows. Theriogenology, 30, 379-386. Dingwall W. S., McKelvey W.A.C., Mile Y., Simm G. (1993) – An evaluation of MOET in Suffolk sheep. Anim. Prod., 56, 444 . Driancourt M.A. (2001) – Regulation of ovarian follicular dynamics in farm animals. Implications for manipulation of reproduction. Theriogenology, 55, 1211-1239. El-Gayar M., Holts W. (2001) – Technical note: vitrification of goat by the open pulled-straw method. J. Anim. Sci., 70, 2436-2438. Evans G., Armstrong D.T. (1984) – Reduction of sperm transport in ewes superovulation treatments. J. Reprod. Fertil., 70, 47-53. Evans G., Jabbour H.N., Moore N.W. (1986) – Time of intrauterine insemination of superovulated ewes using fresh and frozen semen. Aust. Soc. Reprod. Biol., 8th Annual Conf., Brisbane, Australia, 1, 18. Flores-Foxworth G., McBride B.M., Kraemer D.C., Nuti C.L. (1992) – A comparison between laparoscopic and transcervical embryo collection and transfer in goats. Theriogenology, 37, 213. Flores-Foxworth G., Coonrod S.A., Moreno J.F., Byrd S.R., Kraemer D.C., Westhusin M. (1995) – Interspecific transfer of IVM IVF- derived red sheep (Ovis orientalis gmelini) embryos to domestic sheep (Ovis aries). Theriogenology, 44, 681-690. Fogarty N.M., Maxwell W.M.C., Eppleston J., Evans G. (2000) – The viability of transferred sheep embryos after long-term cryopreservation. Reprod. Fertil. Dev., 12, 31-37. Gambacorta M., Toteda F., Manchisi A., Martemucci G., Bellitti E. (1990) – Influenza della stagione sulla risposta superovulatoria nella pecora. Agricoltura Ricerca, 114, 27-32. Hasler J.F., Henderson W.B., Hurtgen P.J., Jin Z.Q., McCauley A.D., Mower S.A., Neely B., Shuey L.S., Stokes J.E., Trimmer S.A. (1995) – Production, freezing and transfer of bovine IVF embryos and subsequent calving results. Theriogenology, 43, 141-152. Heyman Y., Vincent C., Garnier V., Cognié Y. (1987) – Transfer of frozen-thawed embryos in sheep. Vet. Rec., 120, 83-85. 56. 57. 58. 59. 60. 61. 62. 63. 64. 65. 66. 67. 68. 69. 70. 71. 72. 73. 74. 75. 76. 77. 78. 79. 80. 81. Hinch G.N., Shackell G.H., Thwaites C.J., Thompson J.M. (1998) – Sire and genotype effects on survival of transferred ovine embryos. Proc. Aust. Soc. Anim. Prod., 22, 237-240. Holm P., Walker S.K., Seamark R.F. (1996) – Embryo viability, duration of gestation and birth weight in sheep after transfer of in vitro matured and in vitro fertilized zygotes cultured in vitro or in vivo. J. Reprod. Fertil., 107, 175-181. Hunter G. L., Adams C. E., Rowson L. E. (1955) – Inter-breed ovum transfer in sheep. J. Agric. Sci., 46, 143-149. Ishwar A.K., Memon M.A. (1996) – Embryo transfer in sheep and goats: a review. Small Rum. Res., 19, 35-43. Iwasaki S., Yoshiba N., Ushijma H., Watanab S., Nakahara T.J. (1990) – Morphology and proportion of inner cell mass of bovine blastocysts fertilized in vitro and in vivo. J. Reprod. Dev., 90, 279-284. Jabbour H. N., Ryan J. P., Evans G., Maxwell W.M.C. (1991) – Effects of season, Gn-RH administration and Lupin supplementation on the ovarian and endocrine responses of Merinos ewes treated with PMSG and FSH-P to induce superovulation. Reprod. Fert. Dev., 3, 699-707. Jacques P., St.Pierre H., Picard L., Allan King W., Chartrain I., Baronet D. (1989) – La récolte et le transfert d’embryons chez la chévre Angora. Can. Vet. J., 30, 581-584. Kasai M. (1996) –Simple and efficient methods for vitrification of mammalian embryos. Anim. Reprod. Sci., 42, 67-75. Kelly R.W., Lewes R.P., Allison A.J., Paterson A., Howarth M. (1983) – Techniques to establish flock from fecund ewes by super-ovulation with or without ova transfer. Proc., N. Z. Soc. Anim. Prod., 43, 205208. Keskintepe L., Luvoni G.C., Rzucidlo S.J., Brackett B.C. (1996) – Procedural improvements for in vitro production of viable uterine stage caprine embryos. Small Rum. Res., 20, 247-254. Kiessling A.A., Houghes W.H., Blankevoort M.R. (1986) – Superovulation and embryo transfer in the dairy goat. J. Am. Vet. Med. Assoc., 188, 829-832. Ko J.C.H., Kastelic J.P., Del Campo M.R., Ginther O.J. (1991) – Effects of a dominant follicle on ovarian follicular dynamics during oestrus cycle in heifers. J. Reprod. Fertil., 91, 511-519. Kraemer D.C. (1989) – Embryo collection and transfer in small ruminants. Theriogenology, 31, 141-148. Kühholzer B., Müller S., Prokofiev M.I., Ernst L.K., Besenfelder U., Brem G. (1998) – Laparoscopic techniques for the recovery and transfer of microinjected goat zygotes. Theriogenology, 49, 245. Ledda S., Naitana S., Loi P., Dattena M., Gallus M., Branca A., Cappai P. (1995) – Embryo recovery from superovulated mouflons (ovis gmelini musimon) and viability after transfer into domestic sheep. Anim. Reprod. Sci., 39; 109-117. Lee C.S., Fang N.Z., Koo D.B., Lee Y.S., Zheng G.D., Oh K.B., Youn W.S., Han Y.M., Kim S.J., Lim J.H., Shin S. T., Jin S.W., Lee K. S., Ko J.H., Koo J.S., Park C.S., Lee K.S., Yoo O.J., Lee K.K. (2000) – Embryo recovery and transfer for the production of transgenic goats from Korean native strain, Capra hircus aegagrus. Small Rum. Res., 37, 57-63. Leese H.J., Donnay I., Thompson J.G. (1998) – Human assisted conception: a cautionary tale. Lessons from Domestic Animals. Hum. Reprod., 13 (suppl. 4), 184-202. Leibo SP., Loskutoff NM. (1993) – Cryobiology of in vitro derived bovine embryos. Theriogenology, 39, 81-94. Li R., Cameron A. W. N., Batt P. A., Trounson A. O. (1990) – Maximum survival of frozen goat embryos is attained at the expanded, hatching and hatched blastocyst stages of development. Reprod. Fertil. Dev, 2, 345-350. Lozano J.M., Boland M.P., O’Callaghan D. (2000) – Effect of nutrition on embryo development in ewes. Proc. Intern. Congr. Anim. Reprod. Stockholm, 1, 279. Mani A.U., Watson E.D., McKelvey W.A.C. (1994) – The effects of subnutrition before or after embryo transfer on pregnancy rate and embryo survival in does. Theriogenology 41, 1673-1678. Mann G.E., Lamming G.E., Fisher P.A. (1996) – The inter-relationship between maternal hormone environment and the embryo during early stages of pregnancy. J. Reprod. Fertil., Abstr. Ser. 21:37. Martemucci G., D’Alessandro A.G., Colonna M.A. (1998) – Superovulazione e produzione degli embrioni negli ovini. Agricoltura Ricerca, 179, 61-74. Martemucci G., D’Alessandro A.G., Crovace A., Nardi A. (2003) – Embryo transfer negli ovini e nei caprini. I. Tecniche di prelievo degli embrioni. Large Anim. Review, …-…. Martemucci G., Gambacorta M., Toteda F., Manchisi A., Bellitti E. (1987) – Influenza della secrezione lattea nella pecora sulla risposta alla superovulazione con PMSG. Terra Pugliese, 36, 3-11. Martemucci G., Gambacorta M., Toteda F., Manchisi A., Bellitti E. (1988 a) - Induzione della superovulazione nella pecora con PMSG, FSH-P, hMG, per il trapianto di embrioni. Zoot. Nutr. Anim., 15, 379386. 82. 83. 84. 85. 86. 87. 88. 89. 90. 91. 92. 93. 94. 95. 96. 97. 98. 99. 100. 101. 102. 103. 104. 61 Martemucci G., Toteda F., Manchisi A., Lacalandra G.M., Bellitti E. (1988 b) – Risposta al trattamento di superovulazione con PMSG in pecore di razza Gentile di Puglia e Altamurana. Fecondità successiva a trapianto di embrioni. Zoot. Nutr. Anim., 14, 165-172. Martemucci G., D’Alessandro A.G., Colonna M. A., Cafeuri C., Casamassima D. (1996) – Effect of the FSH/LH ratio of purified P-FSH on superovulation and embryo production in goats. Proc. VI Int. Conf. on Goats, Beijng, China, 834-837. Martemucci G., D’Alessandro A.G., Gambacorta M., Toteda F., Bellitti E. (1992) – Superovulation response of FSH-P to different treatments in donor goats. Proc. V Intern. Conference on Goat, New Delhy, 13281335. Martemucci G., D’Alessandro A.G., Cognié Y., Beckers J.F., Neri M.G., Nardi A. (2001) – Potential use of Gn-RH antagonist (Antarelix) as strategy to improve ovarian stimulation with purified gonadotrophins in dairy ewes. XIV Congr. Naz. A.S.P.A., 606-608. Martinez A.G., Matkovic M. (1998) – Cryopreservation of ovine embryos: slow freezing and vitrification. Theriogenology, 49, 1039-1049. Massip A. (2000) – Cryopreservation of embryos of farm animals. Proc. 7th Intern. Conference on Goats, Tours, France, 1030. Massip A., Van der Zwalmen P., Sheffen B., Ectors F. (1989) – Some significant steps in the cryopreservation of mammalian embryos with a note on a vitrification procedure. Anim. Reprod. Sci., 19, 117-129. McEvoy T.G., Robinson J.J., Aitken R.P., Kyle C.E., Roberston I.S. (1993) – The effect of feeding level during a 12-day progesterone-priming period on the viability of embryos collected from superovulated ewes. Anim. Prod. 56, 432. McEvoy T.G., Robinson J.J., Aitken R.P., Findlay P.A., Palmer R.M., Roberston I.S. (1995) – Dietary-induced suppression of pre-ovulatory progesterone concentrations in superovulated ewes impairs the subsequent in vivo and in vitro development of their ova. Anim. Reprod. Sci., 39, 89-107. McKelvey W.A.C., Bhattacharrya N.K. (1992) – Embryo – Biothecnology in goats. Proc, 5th Int. Cong. On Goat, New Delhi, 51-70. McKelvey W.A.C., Robinson J.J., Aitken R.P. (1988) – The use of reciprocal embryo transfer to separate the effects of pre-and post-mating nutrition on embryo survival and growth of the ovine conceptus. Proc. 11th Int. Cong. Reprod. and A.I., Dublin, 17. McMillan W.H., Hall D.R.H. (1994) – Laparoscopic transfer of ovine and cervine embryos using the transpic technique. Theriogenology, 42, 137-146. Miyake T., Kasai M., Zhu S.E., Sakurai T., Machida T. (1992) – Vitrification of mouse oocytes and embryos at various stage of development in an ethylene glycol-based solution by a simple method. Theriogenology, 40, 121-134. Moore N.W. (1968) – The survival and development of fertilized eggs transferred between Border Leicester and Merinos. Aust. J. Agric. Res., 19, 295-302. Moore N.W., Shelton J.N. (1962) – The application of the technique of embryo transfer to sheep breeding. Aust. J. Agric. Res., 13, 718-724. Moore N.W., Shelton S.N. (1964) – Egg transfer in sheep: effect of degree of synchronization between donor and recipient, age of egg and site of transfer on the survival of transferred eggs. J. Reprod. Fert., 7, 145-152. Mukherjee T.K., Horst P., Mathur P.K. (1996) – Current status and future perspectives of genetic improvement of goats in Asia. VI Int. Cong. on Goat, Beijng, China, 110-118. Naitana S., Cappai P. (1988) – Incremento dell’efficienza riproduttiva degli ovini e dei caprini. 1° Meeting Naz. “Studio della efficienza riproduttiva degli animali di interesse zootecnico”, Bergamo, 23-35. Naitana S., Ledda S., Leoni G., Bogliolo L. (2000) – Vitrificazione degli embrioni nei piccoli ruminanti: risultati e prospettive. In: “La Riproduzione in zootecnia”, Vol. III - P. F. R.A.I.Z., Mi. P.A.F., Ed. Enne G. e Rossi G., 155-163. Naitana S., Ledda S., Loi P., Cappai P. (1994) – Le nuove tecnologie riproduttive per la tutela del muflone sardo/corso. Atti 2° Conf. Naz. Su: “Stato dell’arte delle ricerche Italiane nel settore delle biotecnologie applicate alle scienze veterinarie e zootecniche”, Milano, 163168. Naitana S., Ledda S., Sini A., Loi P., Dattena M., Cappai P. (1994) – Development potential of in vivo and in vitro produced ovine embryos after vitrification. Proceeding of First Integrated European Conference on “Progress in Embryo Technology and Genetic Engineering in Cattle and Sheep Breeding”, 244-245. Naitana S., Dattena M., Gallus M., Loi P., Branca A., Ledda S., Cappai P. (1995) – Recipient synchronization affects viability of vitrified ovine blastocysts. Theriogenology, 43, 1371-1378. Naitana S., Ledda S., Loi P., Leoni G., Bogliolo L., Dattena M., Cappai P. (1997) – Polyvinil alchol as a defined substitute for serum in vitrifications solutions to cryopreserve ovine embryos at different stages of development. Anim. Reprod. Sci., 48, 247-256. ALTRE SPECIE Large Animals Review, Anno 9, n. 4, Agosto 2003 62 Embryo Transfer negli ovini e nei caprini - II 105. Nellenschulte E., Niemann H. (1992) – Collection and transfer of ovine embryos by laparoscopy. Anim. Reprod. Sci., 27, 293 - 304. 106. Nowshari M.A., Beckers J.F., Holtz W. (1995) – Superovulation of goats with purified pFSH supplemented with defined amounts of pLH. Theriogenology, 43, 797-802. 107. O’Brien J.K., Catt S. L., Ireland K.A., Maxwell W.M.C., Evans G. (1997) – In vitro and in vivo developmental capacity of oocytes from prepubertal and adult sheep. Theriogenology, 47, 1433-1443. 108. Peterson A.J., Lee R.S-F. (2003) – Improving successful pregnancies after embryo transfer. Theriogenology, 59, 687-697. 109. Pollard J.W., Leibo S.P. (1993) – Comparative cryobiology of in vitro and in vivo derived bovine embryos. Theriogenology, 39, 287. 110. Poulin N., Guler A., Pignon P., Cognié Y. (1996) – In vitro production of goat embryos: heparin in IVF medium affects developmental ability. Proc. 6th Int. Conf. On Goats, Bejing, 2, 838-840. 111. Ptak G., Loi P., Dattena M., Tischner M., Cappai P. (1999 a) – Offspring from 1-month-old lambs: studies on the developmental capability of prepubertal oocytes. Biol. Reprod., 61, 1568-1574. 112. Ptak G., Loi P., Dattena M., Tischner M., Cappai P. (1999 b) – Ovum pick-up in sheep: efficiency of in vitro embryo production, vitrification and birth of offspring. Theriogenology, 52, 1105-1114. 113. Ptak G., Loi P., Dattena M., Tischner M., Cappai P. (2000) – Follow-up of lambing after transfer of in vitro-produced embryos. Theriogenology, 53, 316 . 114. Rall W.F. (1987) – Factors affecting the survival of mouse embryos preserved by vitrification. Criobiology, 24, 387-402. 115. Remy B., Baril G., Vallet J.C., Dufour R., Chouvet C., Saumande J., Chupin D., Beckers J.F., Are antibodies responsible for a decreased superovulatory response in goat which have been treated repeatedly with pFSH? Theriogenology, 36, 389-399. 116. Riera G.S. (1984) – Some similarities and differences in female sheep and goat reproduction. 10th Intern. Cong. on Anim. Reprod. and Artif. Insem., Urbana-Champaign, USA, IV, VII-1 - VII-7. 117. Robinson J.J. (1996) – Nutrition and reproduction. Anim. Reprod. Sci., 42, 25-34. 118. Roy F., Maurel M.C., Combes B., Vaiman D, Cribiu E.P., Lantier I., Pobel T., Deletang F., Combarnous Y., Guillou F. (1999) – The negative effect of repeated equine chorionic gonadotropin treatment on subsequent fertility in goats is due to a humoral response involving the major histocompatibility complex. Biol. Reprod., 60, 805-813. 119. Rowson L.E.A., Moor R.M. (1966) - Embryo transfer in sheep: the significance of synchronizing oestrus in the donor and recipient animal. J. Reprod. Fert., 11, 207-212. 120. Rubianes E., Ibarra D., Ungerfeld R., Carbajal B., De Castro T. (1995) – Superovulatory response in anestrous ewes is affected by the presence of a large follicle. Theriogenology, 43, 465-472. 121. Ryan J.P., Hunton J.R., Maxwell W.M.C. (1991) – Increased production of sheep embryos following superovulation of Merino ewes with a combination of PMSG and FSH-P. Reprod. Fert. Dev., 3, 551-560. 122. Sakul H., Bradford G.E., BonDurant R.H., Anderson G.B., Donahue S.E. (1993) – Cryopreservation of embryos as a means of germ plasm conservation in sheep. Theriogenology, 39, 401-409. 123. Samartzi F., Boscos C., Vainas E., Tsakalof P. (1995) – Superovulatory response of Chios sheep to PMSG during spring and autumn. Anim. Reprod. Sci., 39, 215-222. 124. Senn B.J., Richardson M.E. (1992) – Seasonal effects on caprine response to synchronization of estrus and superovulatory treatment. Theriogenology, 37, 579- 685. 125. Sinclair K.D., Broadbent P.J., Dolman (1995) – In vitro-produced-embryos as a means of achieving pregnancy and improving productivity in beef cattle. Anim. Sci., 60, 55-64. 126. Smith C. (1986) – Use of embryo transfer in improvement in sheep. Anim. Prod., 42, 81-88. 127. Songsasen N., Buckrell B.C., Plante C., Leibo S.P. (1995) – In vitro and in vivo survival of cryopreserved sheep embryos. Cryobiology, 32, 78-91. 128. Stefani J.S., Palho M.D.C., Christmann L., Rosa J.M., Silveria M.C., Rodriguez Y.L. (1990) – Laparoscopic versus surgical transfer of ovine embryos. Theriogenology, 33, 320. 129. Szell A., Windsor D.P. (1994) – Survival of vitrified sheep embryos in vitro and in vivo. Theriogenology, 42, 881-889. 130. Szell A., Shelton J.N., Szell K. (1989) – Osmotic characteristics of sheep and cattle embryos. Criobiology, 26, 297-301. 131. Tervit H.R. (1984) – Techniques for importing new genotypes. N.Z. Agric. Sci., 18, 24-27. 132. Tervit H.R. (1996) – Laparoscopy/laparotomy oocyte recovery and juvenile breeding. Anim. Reprod. Sci, 42, 227-238. 133. Tervit H. R. (1987) – Factors affecting the success of goat embryo transfer. Proc. 4th. AAAP Anim. Sci. Congr., 262-266. 134. Tervit H.R., Goold P.G., McKenzie R.D. (1986 a) – Development of an effective goat embryo transfer regime. Proc. N. Z. Soc. Anim. Prod., 46, 233-236. 135. Tervit H.R., Goold P.G., McKenzie R.D., Clarkson D.J. (1983) – Techniques and success of embryo transfer in Angora goats. N. Z. Vet. Journ., 31, 67-70. 136. Tervit H.R., Goold P.G., McKenzie R.D., Clarkson D.J., Drummonds J. (1984) – Embryo transfer in Angora and Saanen goats. N. Z. Vet. Journ., 33, 78-80. 137. Tervit H.R., Baker R.L., Hoff-Jorgenson R., Lintukangas S., MacDiarmid S.C., Rainio V. (1986 b) – Viability of frozen sheep embryos and semen imported from Europe. Proc. N. Z. Soc. Anim. Prod., 46, 245250. 138. Thibier M., Nibart M. (1992) – Clinical aspects of embryo transfer in some domestic farm animals. Anim. Reprod. Sci., 28, 139-148. 139. Thompson G.J. (1997) – Comparison between in vivo derived and in vitro produced preelongation embryos from domestic ruminants. Reprod. Fertil Dev. 9, 341-354. 140. Thompson J.G. (2000) – In vitro culture and embryo metabolism of cattle and sheep embryos – a decade of achievement. Anim. Reprod. Sci., 60-61, 263-275. 141. Thompson J.F., Duganzich D. (1996) – Analysis of culture systems for bovine in vitro embryo production reported in abstracts of the Proceedings of the International Embryo Transfer Society (1991 – 1995). Theriogenology, 45, 195. 142. Thompson J.G., Bell A.C.S., McMillan W.H., Peterson A.J., Tervit H.R. (1995 a) – Donor and recipient ewe factors affecting in vitro development and post-transfer survival of cultured sheep embryos. Anim. Reprod. Sci., 40, 269-279. 143. Thompson G.J., Gardner K.D., Pugh P.A., McMillan W.H., Tervit H.R. (1995 b) – Lamb birth weight is affected by culture system utilized during in vitro pre-elongation development of Ovine Embryos. Biol. Reprod., 53; 1385-1391. 144. Torrès S., Cognié Y. Colas G. (1987) – Transfer of superovulated sheep embryos obtained with different FSH-P. Theriogenology, 27, 407-418. 145. Toteda F., D’Alessandro A.G., Colonna M.A., Bellitti E., Martemucci G. (1996) – Influenza della stagione sulla risposta ovulatoria e sulla produzione di embrioni in pecore superovulate con un preparato ipofisario porcino con attività FSH/LH definita. Archiv. Vet. Ital., 46, 260-266. 146. Traldi A.L., Leboeuf B., Baril G., Cognié Y., Poulin N., Evans G., Mermillod P. (1998). Comparative results after transfer of vitrifies in vitro produced goat and sheep embryos, Proc. 14th Meeting Ass. Eur. de Trans. Emb. (A.E.T.E.), Lyon, France, 258. 147. Vajta G., Booth P.J., Holm P., Greve T., Callesen H. (1997) – Successful vitrification of early stage bovine in vitro produced embryos with the open pulled straw (OPS) method. Cryo-Letters, 18, 191-195. 148. Vallet J.C., Baril G. (1990) – Effect of time of laparoscopic intrauterine insemination in superovulated dairy goats. Proc. 6th Meeting Ass. Eur. de Trans. Emb. (AETE). Lion, France, 1, 188. 149. Vallet J.C., Baril G., Loisel C. (1989) – Efficiency of laparoscopic embryo transfer in goats. Proc. 5th Meeting Ass. Eur. de Trans. Emb. (A.E.T.E.). Lyon, France, 1, 60. 150. Vallet J.C., Casamitjana P., Brebion P., Perrin J. (1991) – Techniques de production, de conservation et de transfert d’embryons chez les petits ruminants. Rec. Med Vet., 167, 293-301. 151. Walker S.K., Hartwich K.M., Seamark R.F. (1996) – The production of unusually large offspring following embryo manipulation: concepts and challanges. Theriogenology, 45, 111-120. 152. Walker S.K., Heard T.M., Seamark R.F. (1992) – In vitro culture of sheep embryos without co-culture: success and perspectives. Theriogenology, 37, 111-126. 153. Walker S.K., Smith D.H., Frensham A., Ashman R.J., Seamark R.F. (1989) – The use of synthetic GnRH treatment in the collection of sheep embryos. Theriogenology, 31, 741-752. 154. Warnes G.M., Pfitzneir A.P., Armstrong D.T. (1982). Embryo transfer procedures in the goat: factor which have a major influence on success rate. Proc. Symp. Embryo transfer in cattle, sheep and goats. Canberra, Australia, Aust. Soc. Reprod. Biol., 44-46. 155. Warwick B.L., Berry R. O., Horlacher W. R. (1934) – Results of mating rams to Angora female goats. Proc. 27th Ann. Meet. Am. Soc. Anim. Prod., 227. 156. Wrenzycki C., Herrman D., Carnwarth J.W., Niemann H. (1996) – Expression of the gap junction gene connexin43 (C x 43) in preimplantation bovine embryos derived in vitro or in vivo. J. Reprod. Fertil., 108, 17-24. 157. Wrenzycki C., Herrman D., Carnwarth J.W., Niemann H. (1999) – Alterations in the relative abundance of gene transcripts in preimplantation bovine embryos cultured in medium supplemented with either serum or PVA. Mol. Reprod. Dev., 53, 8-18. 158. Yaakub H., O’Callaghan D., O’Doherty J.V., Hyttel P. (1997) – Effect of dietary intake on follicle numbers and oocyte morphology in unsuperovulated and superovulated ewes Theriogenology, 47, 182 . 159. Younis A.I., Zuelke K.A., Harper K.M., Oliveira M.A.L., Brackett B.G. (1991) – In vitro fertilization of goat oocytes. Biol. Reprod. 44, 1177-1182.