Di Fede

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Strategie Terapeutiche in Oncologia
Ipertermia Profonda e Nutriterapia
nel paziente oncologico
Il termine ipertermia deriva dal greco ( iper; ύπές = sopra, oltre, aumento, innalzamento; termo;
τεςμο = calore, indica la relazione con il calore ) in fisiopatologia rappresenta l’aumento della
temperatura corporea oltre i limiti fisiologici ( 37,2°C ascellare, 37,5°C rettale ) provocato da cause
esterne sia fisiche come il surriscaldamento e colpo di calore sia chimiche con la inoculazione di
sostanze piretogene o da intensa e prolungata fatica muscolare. Le basi razionali per l’impiego
dell’ipertermia in terapia oncologica risalgono agli anni ’60 (Cavaliere R, Ciocato E C , et all. :
selective heat sensitività of cancer cells; Biochemical and clinic studies. Cancer 1967; 20; 13511381) E da allora la metodica ha subito un notevole sviluppo su tutti i versanti: fisico, biologico,
tecnico, clinico, definendo una modalità terapeutica che sfrutta diverse metodologie con il fine di
aumentare la temperatura locale di tessuti, organi, cellule e in casi selezionati in tutto il corpo.
La ricerca in campo biochimico-oncologico ha evidenziato che colture cellulari tumorali sono
sensibili al calore e man mano che la temperatura sale, la sensibilità al calore aumenta, e di
conseguenza aumenta la mortalità delle linee cellulari tumorali, le temperature capaci di uccidere le
cellule neoplastiche sono comprese tra i 42° e i 45° C.
La temperatura soglia per inibire la crescita tumorale è di 43°C, mentre le cellule sane non sono lese
a 43°C, sopra tale temperatura le cellule esposte al calore muoiono tutte. Sappiamo che le cellule
neoplasiche esposte alla temperatura di 43°C subiscono danni nucleari (DNA) non riuscendo così a
riparare i danni subiti dal calore per inibizione degli enzimi preposti ad aggiustare i danni subiti dal
DNA nucleare,quindi non sopravvivono.
l’ipertermia inibisce la crescita di cellule infettate da patogeni, inibisce la crescita di cellule
tumorali e rende più aggressivo il sistema immunitario nei confronti delle cellule trasformate. Altro
particolare, l’aumento di temperatura è un segnale essenziale per l’attivazione dei macrofagi e
soprattutto dei linfociti Th. Le citochine più importanti, IL-2, IL-4, INF-gamma, sono dipendenti
dalla temperatura.
I linfociti T per attivarsi hanno bisogno di un innalzamento della temperatura, i macrofagi sono più
resistenti alle variazioni della temperatura, anche se sono sensibili alle alte temperature: dopo i
39°C smettono di produrreIL-1. E’evidente un sistema di autoregolazione.
L’integrazione tra terapie diverse, e la nutri terapia, può portare ad un aumento dell’efficacia di
tutte le strategie anti tumorali applicate all’uomo, migliorando la qualità di vita e le risposte
terapeutiche.
La battaglia contro i tumori non è ancora vinta
Le strategie terapeutiche con chemioterapia e radioterapia non sempre da sole sono sufficienti.
Occorre conoscere tutti i meccanismi biologici e molecolari della neoplasia, ed avere nelle nostre
mani più mezzi per vincere.
L’integrazione di sostanze naturali e l’uso di metodologie non invasive possono aiutarci. Per
vincere dobbiamo lottare con più armi.
Questa è l’Oncologia integrata, questa è la nostra nuova arma.
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Giuseppe Di Fede
Istituto di Medicina Biologica
V. Molino delle Armi n3;
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02.58300445
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