Ipertermia Oncologica L`Ipertermia è una metodica terapeutica che

Ipertermia Oncologica
L’Ipertermia è una metodica terapeutica che utilizza le più avanzate tecnologie per ottenere un
innalzamento locale, artificiale e controllato, della temperatura corporea.
L’Ipertermia come terapia per la cura dei tumori ha una storia molto lunga: già a fine ottocento,
presso lo Sloan Kattering Cancer Center di New York, tentativi documentati di trarre vantaggio dal
punto di vista clinico dagli effetti antitumorali della febbre venivano inizialmente fatti utilizzando
sostanze ad azione pirogena ( ad esempio, veniva iniettata una dose a bassa carica virale di
Erisipela), in grado cioè di provocare reazioni febbrili, nei pazienti neoplastici.
Questi primi tentativi però, se da un lato ottenevano risultati incoraggianti per la cura dei pazienti
oncologici, dall’altro erano gravati da imponenti effetti collaterali. Un dato però era stato
consolidato : le cellule tumorali erano estremamente sensibili al calore.
Negli anni 70 un famoso oncologo, il Prof. Harry Le Veen approfondì i meccanismi fisiologici
innescati dal trattamento con il calore, mettendo a punto tra l’altro i primi macchinari a
radiofrequenza per il trattamento di neoplasie loco-regionali di profondità. L’interesse per questa
metodica indolore e non gravata da alcun effetto collaterale è andato sempre maggiormente
aumentando quando recenti studi effettuati in tutto il mondo ( note sono le scuole di Ipertermia
Oncologica in Giappone, Russia, Paesi dell’area Scandinava, Stati Uniti ) hanno definitivamente
confermato l’efficacia dell’Ipertermia nel determinare effetti citotossici in associazione ai
trattamenti convenzionali ( radioterapia e chemioterapia).
La risposta delle cellule tumorali al calore è legata sia a fattori cellulari che alle caratteristiche
dell’ospite.
Quando le cellule neoplastiche sono sottoposte a temperature elevate ( 43-44 °C) esse subiscono un
danno irreversibile, in maniera tempo e dose dipendente, legato ad una riduzione dell’efficacia dei
sistemi riparativi normalmente presenti a livello cellulare. A 43-44 °C la maggior parte delle cellule
tumorali tende a morire, mentre la maggior parte delle cellule sane tende a sopravvivere: questa è la
base fisiologica dell’efficacia terapeutica dell’ipertermia.
La maggiore sensibilità della cellula tumorale al calore dipende in parte in parte dalle proprie
caratteristiche genetiche e in parte dal microambiente in cui la cellula viene a trovarsi. La neovascolarizzazione, cioè la formazione di nuovi vasi sanguigni man mano che il tumore si accresce, è
infatti insufficiente e ciò determina a livello cellulare una combinazione di basso pH, scarsa
presenza di ossigeno, carenza di zuccheri e di altri elementi nutritivi. Le cellule maligne che
crescono a distanza dai capillari non vengono perciò del tutto raggiunte dai farmaci citostatici
somministrati per via sistemica e sono relativamente resistenti alle radiazioni ionizzanti utilizzate in
radioterapia e che per la loro efficacia necessitano di un ambiente ben ossigenato.La sinergia
dell’Ipertemia con la chemio e la radioterapia si basa proprio sui meccanismi “fisici” che
permettono grazie al calore artificiale di aumentare la vascolarizzazione della massa tumorale
permettendo ai farmaci chemioterapici di agire “in profondità” nella massa stessa e ossigenare la
zona trattata aumentando l’effetto citostatico delle radiazioni ionizzanti.
Da sola, inoltre, l’Ipertermia attiva, soprattutto nelle cellule tumorali che come detto sono
estremamente sensibili al danno termico, geni che a loro volta codificano per proteine , note con il
nome di caspasi, in grado di innescare il meccanismo di suicidio cellulare . In altri termini il calore
induce il fenomeno di morte cellulare noto come apoptosi, parola greca che indica la caduta delle
foglie in autunno.E’ stato ampiamente dimostrato, sia su linee cellulari coltivate in vitro e
successivamente nell’animale e nell’uomo, come l’uso dell’Ipertermia provochi l’induzione di
apoptosi in un elevatissimo numero di tali cellule. E’ stato altresì dimostrato che tale fenomeno è
incrementato dalla “contemporanea” somministrazione di farmaci chemioterapici.che possono
essere vantaggiosamente associati con un aumento dell’efficacia del meccanismo di distruzione
delle cellule tumorali.
Le modificazioni indotte dal calore sono:
Distruzione cellule tumorali
Induzione risposta immunitaria
Distruzione del microcircolo tumorale
Chemio e Radio sensibilizzazione
Induzione apoptosi
Attività antivirale
Esocitosi lisosomiale macrofagica
Dal Punto di vista tecnico il riscaldamento dei tessuti può essere ottenuto con diverse metodiche: a
radiofrequenza , a infrarossi di tipo A, di tipo capacitiva.
La metodica che ha dato maggiori risposte terapeutiche certificate, per l’applicazione di Ipertermia
Oncologica Profonda Locoregionale è stata quella applicata con apparecchiature a radiofrequenza a
13.56 MHz in grado di ottenere un riscaldamento ottimale ( 43-44 °C) dei tessuti profondi, non
gravato da alcun effetto collaterale.