eucaristia e teologia - Pontificia Facoltà Teologica della Sardegna

1
EUCARISTIA E TEOLOGIA
L'Eucaristia, fondamento e orizzonte unificante l'intera Teologia: Fondamentale, Sistematica,
Morale-Spirituale, la Sapienza cristiana.
L'anno eucaristico, preparazione al Sinodo dei Vescovi, quasi un seguito delle celebrazioni di
inizio Millennio, si presenta come anno di grazia, capacità di rinnovare, qualificare in
profondità ed estensione la vita cristiana, preghiera, intelligenza, cuore, relazioni.
Non si sostituisce ad altre istituzioni, non disturba, anzi richiama, approfondisce, fa
vivere: ci ricorda a questo proposito il S.Padre che l'attenzione rinnovata e necessaria al Mistero
eucaristico si pone ad un livello così profondo,da non venire ad intralciare nessun programma
pastorale .1
Favorisce, senza intralciare, i programmi pastorali, perchè alla loro radice, genera
l'intelligenza della fede, un carità più vivace, in modo organico, comunicativo, partecipato,
nell'orizzonte dei problemi veri della vita: esattamente il compito degli studi teologici.
Nei documenti che orientano le attività, gli impegni propri dell'Anno eucaristico,
troviamo una indicazione così espressa : " Alla Facoltà teologica si suggerisce come pista
significativa di congiungere l'approfondimento dei fondamenti biblici e dottrinali dell'Eucaristia,
con l'approfondimento del vissuto cristiano, specie il vissuto dei Santi".2
Programma tutto qualificato dal verbo < congiungere >, per <approfondire>, nella
prospettiva di un <vissuto dei Santi>, di santità.
Il Mistero eucaristico ha in sè una capacità unica, esclusiva di congiungere in sintesi,
dare intelligenza, qualificare i molteplici contenuti della fede professata, pregata, vissuta; viene
incontro e aiuta in modo decisivo a superare quella frammentarietà sofferta e tanto spesso
denunciata degli Studi teologici, che ne diminuiscono l'incidenza positiva sulla intelligenza e
qualità della vita cristiana.
Si tratta semplicemente di fedele attuazione del Vaticano II, che presenta l'Eucaristia
come < fonte, sorgente > (SC n.10, LG n.11, PC n.6, UR n.15), <culmine, fine>, centro
plasmante l'intera vita della Chiesa, di ogni articolazione dell'esistenza cristiana (SC n.10, LG
n.11, CD n.30, AG n.9. 39 , GS n.38).
1
Cfr. GIOVANNI PAOLO II, Mane nobiscum Domine,n 5
2
CONGREGAZONE PER IL CULTO DIVINO, Suggerimenti e proposte,
n 41.
2
Questo insegnamento sta alla base dello stesso procedere, ritmo vitale dei lavori
conciliari, ne assicura la bontà e validità dei risultati : il Vaticano II è partito col piede giusto,
procedendo dal rinnovamento della Liturgia ( SC ), il suo cuore <eucaristico>, per creare
l'atmosfera, i riferimenti forti per trattare della Chiesa (LG), della stessa Rivelazione, la Parola
di Dio tramandata e ispirata (DV), e così qualificare la Missione (AG), il dialogo ecumenico
(OE, UR), inter-religioso (NAE), sociale-culturale sui comuni problemi umani (GS).
Il Vaticano II ha realizzato con ampiezza grandiosa questi programmi di rinnovamento :
quasi il frutto di un intenso discernimento eucaristico, una Eucaristia posta espressamente come
fonte, centro plasmante e culmine di tutta la vitalità ecclesiale.
Paolo VI ha infine voluto, mentre incoraggiava la stesura definitiva della Gaudium et
Spes, le relazioni Chiesa-mondo, donare alla Chiesa, con l'autorità propria, del suo Magistero
petrino, l'enciclica Mysterium fidei : avvertiva acutamente l'indispensabilità di una corretta e
vigorosa dottrina e celebrazione eucaristica, affinché il Vaticano II portasse in modo
perseverante i suoi frutti di rinnovamento.
Anche Giovanni Paolo II ha agito in modo simile con l'Enciclica Ecclesia de
Eucharistia, all'inizio del nuovo millennio, quasi a conclusione della sua intensa preparazione
Trinitaria : si dà in questo una vera urgenza eucaristica, convinti che un rinnovato slancio di vita
cristiana, passa attraverso l'Eucaristia.3
Ma non si tratta di novità: la Chiesa è nata il Giovedì santo, quando la ritualità ed il
ringraziare dell'ultima cena, che già contiene il Sacrificio pasquale, viene affidato come
Memoriale, che renderà presente in ogni tempo e luogo la Pasqua-Pentecoste ( Ecclesia de
Eucharistia nn.14. 17), a Pietro e agli Apostoli; ciò significa che tutto nella vita della Chiesa
porterà con sè il segno e la garanzia dell'Eucaristia celebrata per il Ministero di Pietro e degli
Apostoli.
Il modo di procedere del Vaticano II risulta del tutto giustificato e fondato sulla natura
intensamente eucaristico-petrina apostolica della Chiesa nascente; tale criterio eucaristico,
perché così fondamentale e sorgivo, risulta sempre attivo, anche se non sempre, si direbbe,
percepito con la stessa esplicita consapevolezza.
Affiora invece espressamente nei periodi di crisi, per risolvere questioni del tutto
fondamentali: la bontà del creato e dell'uomo con Ireneo di Lione 4, l'unità della natura umana
3
Cfr. Lineamenta per il Sinodo dei Vescovi, L'Eucaristia
fonte e culmine della vita e della missione della Chiesa, n.2.
4
Contro le eresie, IV, 18, 5 "Come possono dire (gli
3
con Ilario di Poitiers 5, la divinità del Figlio incarnato nei Padri attivi nei tempi del Concilio di
Nicea 6.
In tempi più recenti, ricordiamo Corpus mysticum di H. de Lubac, sulle relazioni
decisive Eucaristia-Chiesa.7
Inoltre ricordiamo come ai tempi della Riforma e al Concilio di Trento sia risultata
decisiva per l'unità della Chiesa la Dottrina circa L'Eucaristia Sacrificio-Presenza (DH 17381759; 1635-1661).
Notiamo infine che, se non c'è alcuna verità della Rivelazione che non abbia stimolato la
Filosofia, questo vale in modo eminente per L'Eucaristia :Blondel ne ha fatto la pietra di volta
della sua Filosofia dell'Azione, riprendendo il dialogo non concluso tra Leibniz ed il gesuita Des
Bosses circa il Vincolo sostanziale.8
Lo stesso Cartesio vi ha posto notevole impegno cercando di spiegare la correttezza del
suo pensiero filosofico-fisico con la sua capacità di esprimere intelligenza del Mistero euristico,
transustanziazione, la permanenza delle specie.9
gnostici) che andrà in corruzione e non avrà parte alla vita
quella carne che è nutrita dal corpo e dal sangue del Signore?
[....] La nostra dottrina è in accordo con l'Eucaristia e a sua
volta l'Eucaristia conferma la nostra dottrina"
5
La Trinità, l. VIII, 13-17
Cfr. Y. CONGAR, Doctrines christologiques et Théologie de
l'Eucharistie
(simples
notes),
in
"Revue
des
sciences
6
philosophiques et theologiques" 66(1982) 233ss.
H. de LUBAC, Corpus mysticum, l'Eucaristia e la Chiesa nel
Medioevo, v. 15, Opera omnia, Jaca Book Milano 1982
7
Cfr M. LECLERC, L'union substantielle. Blondel et Leibniz,
Culture et vérité. Namur 1991, 33-75. A partire da Cartesio,
sono molti i filosofi a interessarsi di Eucaristia :Pascal,Kant
e gli idealisti tedeschi, Rosmini, Le Roy, S.Weil, J-L. Marion.
8
9Cfr
Brescia
F.COPLESTON, Storia della filosofia, vol. IV, Paideia,
1975, 156-158. R. DESCARTES, Opere filosofiche ,
4
Quasi superfluo accennare che la devozione intelligente dell'Eucaristia si unisca ad una
forte capacità sintetica nell'esposizione organica delle Verità della Fede: basterebbe ricordare
S.Tommaso d'Aquino, la sua ufficiatura del Corpus Domini e la Somma teologica: essa
converge verso il Trattato dell'Eucaristia, l'ultimo completo per mano del Santo Dottore.10
Siamo quindi incoraggiati al nostro lavoro, pionieristico, per esplicitare alquanto come
la celebrazione e l'intelligenza del Mistero eucaristico operi come realtà, luce fondante ed
unificante le articolazioni maggiori in cui si concretizza lo studio del primo ciclo di una Facoltà
di teologia : Fondamentale, Sistematica, Morale-Spirituale; anche il suo influsso nello stimolare
l'elaborazione organica di un Filosofia cristiana.
Va da sè che si tratta unicamente di impostare un cantiere di lavoro, fornire fondamenta
e impalcature, che forse possano servire, migliorate e precisate, ad un edificio teologico più
completo, portato avanti da Docenti competenti nei singoli settori.
I. Eucaristia e Teologia fondamentale
La Teologia fondamentale intende presentare, all'inizio degli studi teologici, una visione
globale della Rivelazione, Eventi personali, parole, la sua accoglienza nella Fede, la sua
Tradizione fedele, viva nei tempi della Chiesa; una visione globale che porta in se stessa un
fascino di Verità, di Bontà diffusiva, di autentica bellezza, un fascino convincente.
Sappiamo come la Fondamentale, i suoi aspetti apologetici, hanno conosciuto nei primi
tempi dell'applicazione del Vaticano II, ore difficili, una certa dimenticanza, che ne hanno
stimolato un consolidamento, vera crescita.11
L'Eucaristia è stata presente, attiva in questo rinnovamento, acquisto di maggiore
Classici della filosofia, UTET , vol I, 796s. 807-810.
10Cfr
D.
MONGILLO,
L'Eucaristia,
suprema
rivelazione
dell'agape di Dio,norma dell'agape della Chiesa nel mondo.
Riflessioni ispirate dal pensiero di S. Tommaso, in Teologica &
Historica, IX, Cagliari 2000, 187-198
Cfr. R. LATOURELLE, Assenza e presenza della Fondamentale
Concilio Vaticano II, in R.Latourelle, ed., Vaticano II
11
al
Bilancio e prospettive venticinque
Cittadella ed. Assisi 1987, 1381-1414.
anni
dopo
1962-1987,
5
consapevolezza ?
Ricordiamo anzitutto come la DV parla della Rivelazione in chiave sacramentale,
<avviene con eventi e parole intimamente connessi> (n 2); e sono ancora il Culto, la Liturgia (n
8 ), insieme alla dottrina, la vita nuova, santa che ne deriva, ad essere le istituzioni, agenti attivi
della trasmissione delle realtà rivelate, la loro viva Tradizione nei tempi della Chiesa PetrinaApostolica.
La Chiesa nasce il Giovedì Santo, che già anticipa nel corpo dato e nel sangue versato in
Sacrificio, la Pasqua del Signore, annunciata, spiegata, nei discorsi dell'ultima Cena; preghiera
ritualità dell'ultima Cena, lasciata come Memoriale, affidato agli Apostoli, che rende presente il
Crocifisso glorioso, il suo dono pentecostale, lo Spirito santo.
La Chiesa nascente si edifica cresce così, come ci annuncia Luca, descrivendone in
sintesi le attività caratterizzanti : "Erano assidui nell'ascoltare l'insegnamento degli Apostoli e
nell'unione fraterna,nella frazione del pane e nelle preghiere" (At 2,42, cfr DV 10).
La Pasqua-pentecoste, la Cena vigiliare con gli Apostoli, costituiscono il vertice della
Rivelazione; il Memoriale eucaristico (spezzare il pane, preghiere, la <comunione>, unione
fraterna) affidato a Pietro e agli Apostoli, ne assicurano la fedele, attiva trasmissione,
Tradizione, nei tempi della Chiesa. " La liturgia è la Tradizione stessa nel suo più alto grado di
potenza e di solennità (Dom Guéranger)"12
Questa consapevolezza si è manifestata inoltre nella cura con cui la Comunità ecclesiale
ha edificato gli ambiti sacri per la celebrazione del Memoriale pasquale: le basiliche dei primi
secoli, le cattedrali romaniche e gotiche.
Nel periodo post-tridentino :"vanno segnalati alcuni movimenti di grande incidenza: il
culto al S.Cuore di Gesù, in antitesi al rigorismo giansenista, accompagnato da una rinnovata
devozione eucaristica (Congressi eucaristici); una forte devozione mariana[....] In questo modo
il cattolicesimo post-tridentino viene a stringersi attorno a tre emblemi distintivi in funzione
antiprotestante: L'Eucaristia, la Vergine Maria, il Papa <i tre candori>"13
Il rinnovamento della Teologia fondamentale, impegno di meglio esprimere, in
prospettiva ecumenica e sanamente apologetica, le relazioni inscindibili tra S.Scrittura Parola di
12E.
CATTANEO, Trasmettere la fede. Tradizione, Scrittura e
Magistero. Percorso di teologia fondamentale. San Paolo,
Cinisello Balsamo (Mi) 1999, 299.
13
ibidem, 146
6
Dio ispirata e l'insieme della Tradizione, il servizio autorevole del Magistero, deve molto al
Movimento liturgico, a sua volta inscindibile dal Movimento biblico.
Movimento liturgico, che attraverso una migliorata celebrazione, in tutti i suoi aspetti,
ed una più intensa frequenza alla comunione eucaristica 14, ha curato una più attiva
partecipazione della comunità dei battezzati al Sacrificio eucaristico: < che i fedeli vi prendano
parte consapevolmente, attivamente e fruttuosamente> (SC n 11). Una partecipazione attiva che
consiste nell'unire la propria vita all'offerta del Sacrificio pasquale, affinchè in forza di esso,
diventi pure essa sacrificio spirituale gradito a Dio.15
Movimento liturgico, che per esprimere e realizzare questa attiva partecipazione, ha
rinnovato l'interesse per tutta la <lex orandi et celebrandi>, con la ricchezza delle sue
espressioni concettuali-sostanziali, simboliche, rituali, musicali, artistiche.
Movimento liturgico che accoglie, sostiene il Movimento biblico, gli offre il contesto
del suo legittimo sviluppo: una scientificità storico-letteraria, sempre da curare, ma che tenga
conto dell'ambito in cui la S.Scrittura ispirata è sorta, é stata riconosciuta, ambito della Chiesa
apostolica-eucaristica.
Anche ora la pienezza di rivelazione e santificazione della Parola avviene, si realizza
nella sua proclamazione cultuale, nella Liturgia. 16 La celebrazione dell'Eucaristia può
illuminare, unificare , introdurre alle strette relazioni costitutive gli eventi, istituzioni della
Rivelazione-Tradizione.
L'Eucaristia ci è preziosa, indispensabile per accogliere la Rivelazione nella sua struttura
di Eventi storici e parole, precisare le relazioni tra Tradizione viva della Chiesa apostolica e la
S. Scrittura, Parola ispirata.
Infatti Dio si rivela, manifesta all'uomo se stesso ed il suo progetto di intensa
comunione, salvezza, in una storia di eventi, parole, che presenta il suo vertice nell'Incarnazione
Cfr G. LAFONT, Histoire théologique de l'Eglise
catholique. Itineraires et formes de la Théologie, Cogitatio
fidei 179, Cerf, Paris 1994, 349-359
14
Cfr J. RATZINGER, Introduzione allo Spirito
Liturgia, S.Paolo, Cinisello Balsamo 2001,167-172.
15
della
Cfr C. GIRAUDO, Stupore eucaristico, Lib. Edit. Vaticana,
2004, 75.
16
7
del Verbo, sua Immagine filiale, Incarnazione spinta sino all'estremo della Croce-Risurrezione;
tutto per donarci una vita nuova nello Spirito Santo, in attesa della trasformazione definitiva
della Parusia.
L'azione celebrativa del Memoriale eucaristico rende presente Cristo, il Crocefisso
glorioso, l'evento del Calvario, < patì sotto Ponzio Pilato>, evento storico, localizzato, ma che
raccoglie in se tutta la storia salvifica, di tutti i tempi e di tutti i luoghi: <il momento in cui il
ritmo della storia precipita e si concentra nella persona del Verbo fatto carne>.17
Nella celebrazione del Memoriale eucaristico, il Memoriale più precisato, nella
preghiera di ringraziamento, nei gesti, nei cibi sacramentali, nel suo esatto affidamento a Pietro
e agli Apostoli, si trasferisce, si rende presente, si tramanda, tutta la pienezza della Rivelazione,
Evento pasquale e parole .
" Infatti solo nella forma dell'azione liturgica la fede si spalanca compiutamente al
mistero della presenza di Dio in mezzo agli uomini. Questa presenza non può essere dedotta da
alcun principio, nessuna condizione può essere posta a priori alla forma che Dio stesso ha scelto
per rendere accessibile agli uomini la sua opera salvifica [....]. Le parole che l'uomo dice su Dio,
ed in particolare sulla presenza di Dio nei Sacramenti, prima di essere l'esito di una
speculazione teoretica, devono essere una preghiera: una meravigliata e commossa adorazione
dell'opera di salvezza che Dio continua ad attuare nella storia"18
Il benedettino G.Lafont parla della narrazione-consacrazione eucaristica come evento
fondatore della Comunità, di tutte le sue istituzioni portanti, Scrittura e Magistero.19
"Celebrando l'Eucaristia la Chiesa fa memoria di Cristo, di quanto ha detto e fatto, della
sua Incarnazione, Morte, Risurrezione e Ascensione al Cielo. In Lui fa memoria dell'intera
storia della salvezza, prefigurata nell'antica alleanza. Fa memoria di ciò che Dio Padre, Figlio e
17
R. LAUTOURELLE, op. cit. 1404
C. RUINI, Gesù Cristo unico salvatore del mondo, pane
per la nuova vita. L'Eucaristia ed il Sacramento alle soglie
del Terzo Millennio, Convegno teologico in preparazione del
XXXII Congresso Eucaristico internazionale Roma 27-28 Aprile
2000,
Introduzione.
18
Cfr. G. LAFONT, Dieu, le temps, l'etre, Cogitatio fidei
139, Cerf, Paris 1986, 152-157.
19
8
Spirito Santo ha fatto e fa per l'umanità intera, dalla creazione alla Risurrezione in Cristo, in
attesa del suo ritorno alla fine dei tempi, per ricapitolare in se tutte le cose".20
L'evento-parola della Pasqua del Signore, che l'Eucaristia rende presente nella
Comunità, riflette la sua luce decisiva su tutto lo stare, dire, operare di Gesù in mezzo a noi, la
vita umana del Figlio incarnato, la trasforma in Vangelo, lieto annuncio di salvezza.
Insieme qualifica, orienta, autentica tutta la vita della Comunità apostolica, affidata alle
cure pastorali di Pietro: tutto ciò che viene espresso negli Atti degli Apostoli, Apocalisse, lettere
apostoliche, che ,sul fondamento dei Vangeli, costituiscono il Nuovo testamento.
Il <racconto fondatore> della Pasqua-risurrezione. espresso nel Canone, Preghiera
eucaristica, che rende presente il Corpo dato ed il Sangue versato in Sacrificio, racchiude in sè il
proprio significato, verità, non lo riceve da alcun altro; costituisce la <chiave cristica> per
l'interpretazione corretta della sua preparazione, l'Antico testamento.
In questo contesto sono state scritte, riconosciute opera dello Spirito Santo le S.Scritture,
l'unità del Canone.21 Per questo esse non possono mai contraddire i contenuti del Mistero
CONGREGAZIONE PER IL CULTO DIVINO E LA DISCIPLINA DEI
SACRAMENTI, Anno dell'Eucaristia suggerimenti e proposte, n 23.
20
21CH.
PERROT, L'Eucharistie dans le Nouveau Testament, in
Encyclopédie de L'Eucharistie, M. Brouard ed., Cerf, Paris
2002, 74 :"Comme on voit, c'est finalement tout l'Evangile,
dans sa <re-presentation> ou son vif rappel du Nazaréen, qui
est ansi convoqué au coeur du repas chrétien. Non pas pour
faire de l'histoire, ma pur vivre de sa Résurrection. Au
demoeurant, le repas eucharistique ne constitue-t-il pas le
lieu par excellans du jallissement de la première anamnèse
chrétienne de Jésus? Ne'est-il pas le lieu d'un tradition de
ses paroles et de ses gestes, ramassés ensuit dans les
évangiles ? Paul le souligne explicitament dans le cas de la
Cène :<Voici ce que j'recu du Seigneur, et ce que je vous ai
trasmis>( 1 Co 11,23). Car le Seigneur parle toujours aux siens
au cours du repas chrétien, devenu le lieu de sa parole
ressuscitée. Bref, dès qu'on désenclave le reapas communautaire
chrétien des seules limites d'une Cène a rémemorer, de nombreux
éléments évangéliques retrouvent vie, c'est-à-dir leur function
9
eucaristico.
Per questo le S. Scritture, risulta evidente nelle lettere paoline 22, esprimono quel
ringraziamento a Dio Padre, fondato e realizzato nella Pasqua di Cristo, quell'essere grati, avere
speranza, così caratteristico dell'esistenza cristiana.
La Celebrazione eucaristica, autenticata dal servizio petrino-apostolico cui è
direttamente affidata, realizzata in tutti i tempi e luoghi della Chiesa, è il cuore palpitante e
qualificante la Tradizione viva, la <comunione> universale ecclesiale. Qui la Tradizione
apostolica, il canone delle Scritture ispirate, il Magistero petrino-apostolico che ne assicura
autenticità e corretta interpretazione, trovano il loro collegamento interiore,vero.23
II. Eucaristia e Teologia sistematica.
Dopo questo sguardo alla Fondamentale, la sua fondazione nell'Eucaristia, diamo uno sguardo
alla Teologia dogmatica: la Teologia fondamentale si presenta come una sua introduzione, anzi
una sua dimensione coestensiva24; per questo, sempre nella luce del Mistero eucaristico,
sviluppando i vari settori della Teologia dogmatica, non dimenticheremo tematiche
fondamentali, come l'ecumenismo, la relazione alle altre religioni.
communautaire. Et, en méme temps, contre un certain dilution du
sens eucharistique, Paul et les Sinoptiques sauront rappeler la
necessaire enclave de ce récit exemplaire."
Cfr.L.BOUYER, Eucaristia, Teologia e spiritualità della
Preghiera eucaristica, ed.elle di ci, Leumann (Torino) 1983,
22
115-122.
Il documento della CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA
FEDE, Communionis notio, alcuni aspetti della Chiesa intesa
come comunione, in Enchi. Vatic. 13, 926-953, si muove in
questa prospettiva; lo stesso potremo auspicare, con speranza
ecumenica
della
Ecclesiologia
eucaristica,
promossa
specialmente dalla teologia ortodossa neo greca: Cfr. Y.
SPITERIS, La Teologia ortodossa neo-greca, EDB,1992, 363-416.
23
24
Cfr.R. LATOURELLE, op.cit. 1400
10
II,1. Eucaristia e Creazione in Cristo.
L'Eucaristia, la presenza, penetrazione più intensa del Crocifisso glorioso nella vita umana, che
porta a compimento in tutto il suo tragitto storico, dalla Creazione sino al suo ritorno glorioso,
ha una espressa dimensione cosmica; orienta sicuramente la Comunità cristiana nell'universo,
nel suo <senso> cristico: infatti tutto è creato in Lui, Cristo, per Lui e verso Lui (cfr. Col 1,15).
Prima di cogliere il senso cosmico dell'Eucaristia, come espresso nella Preghiera
eucaristica, lo troviamo con tutta evidenza già indicato nell'orientamento della basilica paleocristiana: essa risulta orientata verso oriente, la comunità eucaristica rivolge la propria preghiera
<conversi ad Dominum>, verso Cristo il Crocifisso risorto, il Sole che sorge.
J. Ratzinger così si esprime :" A questo orientamento della preghiera cristiana sono
associati diversi significati. Orientamento è anzitutto semplice espressione dello sguardo rivolto
a Cristo, come luogo di incontro tra Dio e l'uomo. Esso esprime la forma cristologica
fondamentale della nostra preghiera.
Il fatto però che si veda Cristo simboleggiato nel sole che sorge, rinvia anche ad una
cristologia escatologicamente determinata. Il sole simboleggia il Signore che ritornerà, l'ultima
alba della storia. Pregare rivolti ad oriente significa andare incontro a Cristo che viene. La
liturgia rivolta ad oriente opera, nello stesso tempo, l'ingresso nel corso della storia che muove
verso il suo futuro, verso il nuovo cielo e la nuova terra che in Cristo ci vengono incontro. Essa
è preghiera della speranza, è pregare camminando nella direzione che ci indicano la vita di
Cristo, la sua passione e la sua risurrezione.[.....]
Infine questo volgersi ad oriente significa anche che il cosmo e la storia della salvezza
sono tra loro collegati. Il cosmo entra in questa preghiera, anch'esso attende la liberazione.
Proprio questa dimensione cosmica è un elemento essenziale della Liturgia cristiana. Essa non
si compie mai solo nel mondo che l'uomo si è fatto da sè. Essa è sempre liturgia cosmica - il
tema della creazione è parte integrante della preghiera cristiana. Essa perde questa sua
grandezza se dimentica questo stretto rapporto."25
J. RATZINGER, op. cit. 65s. Vedi inoltre CONGREGAZIONE
PER LE CHIESE ORIENTALI, Istruzione il Padre incomprensibile,
per l'applicazione delle prescrizioni liturgiche del Codice dei
Canoni delle Chiese orientali, n.107, la preghiera verso
oriente, in Ench. Vat. 15, 88s, Cfr. E. CATTANEO, op. cit. 99,
25
con le citazioni di S. Basilio Magno.
Nella nostra Sardegna è bello notare l'orientamento corretto
delle Basiliche paleo-cristiane : lo notiamo in S.Saturnino di
11
Dopo questo primo <orientamento cosmico> della comunità eucaristica orante,
consideriamo i contenuti della stessa Preghiera eucaristica. Si ringrazia il Padre per tutta la sua
opera di salvezza realizzata nella Pasqua di Cristo, a partire dalla Creazione, una creazione già
voluta in Lui, da Lui qualificata.26
In Cristo, nel vertice della sua Croce gloriosa, datrice di Spirito Santo, che l'Eucaristia
rende presente, si unifica tutto il progetto di Dio per l'uomo, dalla creazione al ritorno del
Glorioso. Le <berakot> giudaiche, benedicenti Dio in modo distinto per i doni della creazione,
dell'alleanza, della futura, invocata ricostruzione di Gerusalemme, delle istituzioni salvifiche,
possono essere ora riunite in un unico ringraziamento, perché in Cristo, per Lui tutto è venuto
all'esistenza nella prospettiva della sua incarnazione e redenzione, che resa presente e
partecipata, fa camminare verso la perfetta glorificazione del Padre.27
Le preghiere eucaristiche orientali esprimono nel Prefazio il ringraziamento per la
Creazione. Il Canone romano, i suoi molteplici prefazi, si concentrano sulla redenzione; solo
nella conclusione, prima della Dossologia, si ricorda che tutto viene creato e santificato per
Cristo: < per Cristo nostro Signore, Tu, o Dio crei, santifichi sempre fai vivere, benedici e dono
all'uomo ogni bene>.
La riforma liturgica del Vaticano II nei nuovi prefazi e preghiere eucaristiche, ponendosi
in sintonia con l'Oriente e la preghiera eucaristica della Tradizione apostolica di Ippolito
romano, riserva nei Prefazi, nell'anamnesi preconsacratoria larghi spazi alla creazione per
Cagliari, il suo abside rivolto ad Oriente; i recenti scavi
nell'area della basilica di S.Gavino a Porto Torres hanno messo
in luce una chiesa tardo antica con abside ad ovest, ed una più
grande absidata ad est. Nell'agro di Donori (CA), il
rivelamento di una basilica trinavata con abside ad est; a
Cornus una basilica absidata ad est ed una ad ovest; a Tharros
una basilica con abside ad ovest, e così pure a Nora, poco
distante dalle terme a mare.
Per i testi delle preghiere eucaristiche vedi :A.
HAENGGI-I. PAHL ed., Prex eucharistica, Textus e variis
liturgiis
antiquioribus
selecti,
Editions
Universitaires
Fribourg Suisse 1968.
26
27Cfr
E. MAZZA, l'Anafora eucaristica. Studi sulle origini,
CLV,Ed. Liturgiche Roma 1992
12
Cristo.28
La creazione Trinitaria, libera espansione di vita filiale, di carità, risulta lo stabile
fondamento della storia salvifica, affinché in una vita rinnovata per la partecipazione al Corpo
dato e Sangue versato, fonte di Spirito Santo, si possa dare al Padre la perfetta glorificazione.
Ricompare anche la categoria biblica patristica dell'uomo creato secondo l'Immagine di
Dio, Cristo; ringraziando il Padre si narra la storia dell'uomo immagine di Dio, storia di peccato
e di continua offerta di salvezza, portata a compimento nella Croce gloriosa di Cristo, con il
dono dello Spirito Santo.29
Partecipando nell'Eucaristia alla Preghiera-sacrificio di Cristo, l'uomo ricupera le
dimensioni fondamentali dell'immagine di Dio :la dimensione personale, dello stare fiducioso
davanti al Padre; la dimensione sociale <lo Spirito Santo ci riunisca in un solo corpo>
(Pre.Euc.II); dimensione cosmica, come viene espressa nella Pre. Euc.IV <Padre
misericordioso, concedi a noi tuoi figli di ottenere l'eredità eterna del tuo regno, ove con tutte le
creature, liberate dalla corruzione del peccato e della morte, canteremo la tua Gloria>.
Il cosmo, voluto da Dio per l'uomo, l'uomo creato secondo l'immagine di Dio, vivono la
loro vera consistenza creaturale, in una storia di salvezza; questa storia è tutta qualificata dai
doni prevenienti del Padre, doni sulla misura della <pienezza > di Cristo30. L'Eucaristia rende
presente nel tempo della Chiesa questa <pienezza> del Crocifisso glorioso, affinché ne
possiamo attingere, partecipare, con una risposta nostra, quindi libera, in attesa del ritorno del
Glorioso.
Comprendiamo come l'Eucaristia, memoriale pasquale di Cristo, con tutta la sua
<pienezza> per noi, ci introduce soprattutto alla Cristologia e Soteriologia.
II.2. Eucaristia e Cristologia-Soteriologia.
L'Eucaristia rendendo presente nella Chiesa apostolica il Crocifisso, nel suo passare al Padre,
Prefazio della II Preghiera eucaristica; così pure della
IV ; Prefazio V delle Domeniche ordinarie, e i Prefazi ordinari
II,III, e VI.
28
29
Cfr. la IV Preghiera eucaristica, il Prefazio comune IV
<pleroma>, pienezza, secondo l'uso paolino : Col 1,19.
2,3. 2,9; Ef 1,22s. 4,11-16; e giovanneo : Gv 1,14-18.
30
13
partecipare della sua Gloria, donarci lo Spirito Santo, è la narrazione, preghiera, sacrificio
insuperabile nei suoi contenuti di manifestazione del Dio Uno e Trino, della sua debita
adorazione, della sua familiare comunione.
Non ci stupiremo quindi, come ci documenta Congar31, che i Padri abbiamo cercato nei
contenuti del Memoriale eucaristico la soluzione, la prova dei più fondamentali interrogativi
circa la Persona divina, incarnata di Cristo.
E' avvenuto a Nicea: Cristo è l'immagine del Dio invisibile, immagine della stessa
sostanza del Padre, sta dalla parte di Dio, non della creatura, non si dà una via di mezzo.( DH
125).
Ma contemporaneamente, nella sua SS. vera Umanità è autenticamente partecipe della
nostra sostanza umana (DH 301), certo in Lui qualificata in modo unico: è l'Umanità in cui si
esprime e agisce, per noi creature, lo stesso Figlio unigenito, della stessa sostanza del Padre.
E' per amore della sua perfezione divina umanamente espressa, che tutto è stato creato
(Col. 1,15-17); e ancora Lui, una cosa sola col Padre nell'amore Spirito Santo (DH 553),
primogenito e partecipe della nostra umanità, che sulla Croce ci ha redenti, una redenzione
<efapax> Eb 10,10; 9,12) , una volta per tutte, <eternizzata> presso il Padre, e <temporalizzata>
in tutti i tempi e luoghi ove si celebra l'Eucaristia.
Nell'Eucaristia adoriamo il Corpo crocifisso glorioso, perché in esso umanamente si
esprime, si dona a noi lo stesso Figlio eterno del Padre; insieme riceviamo in comunione questo
Corpo santissimo, perchè conformi a sè il nostro corpo umano, lo trasfiguri a somiglianza del
suo, partecipe della nostra stessa natura.
I concili di Nicea e di Calcedonia si sono lasciati normare, ammaestrare dal Mistero
eucaristico: come dice G.Lafont la narrazione, l'evento la festa eucaristica sono fondanti tutte le
istituzioni salvifiche, le interpretano, senza a loro volta essere interpretati da alcuno32; il
Memoriale eucaristico è stato affidato a Pietro e agli Apostoli ( Lc 22,19; 1 Cor 11,24s)33 , per
31
vedi nota 6.
32Cfr.
G.LAFONT, Dieu, le Temps et l'etre, Cogitatio fidei
139, Cerf.Paris 1986, 152-157.
33
Possiamo
notare
come
non
solo
in
Gv
6,67-70
la
professione di Pietro a nome dei Dodici in Gesù <Santo di Dio>,
avviene a conclusione del discorso eucaristico; ma anche in Mt
e Mc, la professione di Fede in Gesù <Figlio del Dio vivente> e
14
l'autenticità della celebrazione e della dottrina e della vita così qualificata.
In questa meditazione eucaristica realizzata dai Concili su Cristo, nei suoi rapporti
Filiali col Padre e fraterni con noi, la sua duplice consustanzialità nell'unione ipostatica,
troviamo <la chiave d'oro della teologia e della vita cristiana>.34
Ci è stata fornita, questa chiave d'oro teologica, antropologica, dal Concilio di
Calcedonia: la due nature, divina ed umana, devono essere affermate in Cristo senza divisione
,ma neppure confusione, senza separazione, ma neppure mescolanza.(DH 302)
Questi assiomi, poiché esprimono anzitutto, in categorie corrette, il Mistero di Cristo,
come si rende presente nella celebrazione del Memoriale eucaristico, acquistano un valore
universale in tutti i campi del pensiero e della vita Cristiana
Evitano un cero monofisismo, non solo quello di Eutiche, ma anche quello strisciante,
tendenziale di una certa dimenticanza della mediazione propria dell'Umanità di Cristo, corpo ed
anima, con le sue facoltà intellettuale e volitiva, la pienezza di grazia che così ci dona. E' la
tendenza di Lutero.35
In questa debolezza cristologica si radica una certa noncuranza dell'impegno umano
dell'accogliere e corrispondere alla grazia con un pieno esercizio delle nostra facoltà spirituali,
intelletto e volontà: impegno di vita religiosa, consacrata, di contemplazione, riflessione
teologica, programmi pastorali, dialogo inter-religioso, promozione umana...
Esiziale un monofisismo che cede ad una certa confusione, mescolanza delle nature: il
suo frutto si può intravedere nel Venerdì Santo speculativo di Hegel, la sua dialettica, che ha
l'annuncio della sua Passione avvengono nel contesto della
moltiplicazione dei pani e i dialoghi annessi <sezione dei
pani>: Mt 16.16-19; Mc 8,27-29. Infine Lc ricorda che N.S.Gesù
Cristo affida a Pietro di confermare i fratelli nella totalità
del progetto di Dio, nel suo compendio pasquale-eucaristico, i
suoi frutti di carità e servizio nell'ultima cena, istituendo
il Memoriale eucaristico (Lc 22,31-32).
34Cfr
G.LAFONT, Histoire théologique de l'Eglise catholique,
op.cit. 456s.
Cfr CONGAR Y.,Lutherana. Théologie de l'Eucharistie et
Christologie chez Luther, Rev. Sc. ph. th.(1982) 233-244.
35
15
certo favorito gli orrori delle ideologie totalitarie del novecento.
Risulta pure contraddire l'identità Divino-umana di N.S. Gesù Cristo un certo
nestorianesimo, che troppo le separa, le divide: la corretta celebrazione eucaristica nella Chiesa
apostolica ne facilita il superamento.
Nel SS Sacramento adoriamo il Corpo dato, il Sangue versato, cogliamo la creaturalità
santa di essi nelle specie delle creature pane e vino transustanziati; la adoriamo perché nel
Corpo e Sangue di Cristo si manifesta e dona a noi il Figlio eterno del Padre, incarnato,
crocifisso, glorioso. Lo riceviamo familiarmente nella convivialità, comunione eucaristica,
perché ha voluto donarsi a noi in una vera umanità, consustanziale alla nostra.
Secondo il Benedettino G. Lafont, la tendenza nestoriana può risultare, a livello di vita
cristiana, meno dannosa delle confusione e mescolanze di tendenza monofisita; conserva intatto
il senso della nostra umanità, l'esigenza dell'impegno di tutto il nostro essere nel progetto di Dio,
l'esigenza di pensare. 36
Certo si manifesterà presto la nostra totale insufficienza nel vivere la sempre desiderata
stretta familiarità col Padre che Cristo nello Spirito Santo ci offre; la tendenza nestoriana si
presenta più suscettibile di correzione, di conversione, se la confrontiamo alla tendenza
monofisita, che rischia di annullare impegno, desideri umani in una atmosfera di falso superspiritualismo.
Sarà ancora una corretta celebrazione dell'Eucaristia nella Chiesa apostolica,
l'adorazione del Dio presente familiarmente a noi sino alla comunione al suo Corpo e Sangue, a
riportarci alla fede limpidamente professata a Calcedonia, fede intelligente animatrice di una
autentica vita cristiana.
Il continuo riferimento ad una Eucaristia celebrata nella Chiesa apostolica, per una vita
cristiana corretta nell'intelligenza della fede e nella carità della vita, ci invita ora a considerare
con più attenzione le relazioni Eucaristia-Chiesa : l'enciclica di Giovanni Paolo II ne facilita il
compito e i risultati.
II.3. Eucaristia e Chiesa-Sacramenti.
La Chiesa è nata il Giovedì Santo, quando N.S.Gesù Cristo ha reso partecipi gli Apostoli alla
comunione al suo Corpo, Sangue offerti in Sacrificio per introdurre la sua SS Umanità e tutti
noi, solidali con Lui, in una vita risorta; quando ha loro ordinato di rinnovare la celebrazione del
Memoriale della sua Pasqua così istituito.
La Chiesa nasce nella Pasqua-Pentecoste, che l'Eucaristia rende presente, affinché tutti
36Cfr
ibidem, 457.
16
ne partecipiamo, diveniamo un solo corpo ecclesiale di Cristo, conformati a Lui nello Spirito
Santo, in attesa del suo ritorno glorioso.
L'Eucaristia è così veramente fonte, centro plasmante, culmine di tutta la vitalità della
Chiesa, evangelizzazione, missione.
Abbiamo già notato come l'Eucaristia affidata al Ministero di Pietro e degli Apostoli,
risulta in modo determinante attiva nel costituirsi di tutte le istituzioni, strutture visibili della
Chiesa.
Anzitutto i Sacramenti ; il Sacramento dell'Ordine, successione e comunione apostolica,
è tanto intrinseco all'Eucaristia, da non darsi Eucaristia senza di esso. L'Eucaristia ne costituisce
la sua vera ragione di essere (Eccl. de Euch. n 31).
Gli Apostoli, nel giorno della Pentecoste, secondo il comando espresso dal Signore
Gesù nel suo ascendere al cielo (Mt 28,18-20), hanno battezzato, offerto il Dono dello Spirito
Santo (At 2,37-38), inserendo nella comunità dei Discepoli del Signore, abilitati ad essere "
assidui nell'ascoltare l'insegnamento degli Apostoli, e nell'unione fraterna, nella frazione del
pane e nelle preghiere" (At 2,42).
L'unione fraterna, secondo la terminologia greca, è la <koinonia>, comunione qualificata
col Padre ed il Figlio (1 Gv 1,3); l'Eucaristia fa perseverare, intensifica questa comunione col
Padre ed il Figlio, nella partecipazione dell'unico Corpo e dell'unico Calice, per divenire l'unico
Corpo ecclesiale di Cristo( 1 Cor 10,15-17).
Quando la situazione del peccato grave stride con la partecipazione alla comunione
eucaristica, l'autorità della Chiesa <lega il peccato>( Mt 18,18; Gv,20,23), chiede un attento
esame della propria coscienza (1 Cor 11,27-29), allontana temporaneamente dalla comunione
stessa, per suscitare un cammino, guidato dalla autorità apostolica, di Penitenza, nella
prospettiva della Riconciliazione sacramentale, il pieno ritorno alla Comunione eucaristica.
Insegna Giovanni Paolo II in Eccl. de Euch n. 36. a questo riguarda: "Desidero quindi
ribadire che vige e vigerà sempre nella Chiesa la norma con cui il Concilio di Trento ha
concretizzato la severa ammonizione dell'Apostolo Paolo affermando che, al fine di una degna
recezione dell'Eucaristia <si deve premettere la confessione dei peccati, quando uno è conscio
di peccato mortale>".
L'Eucaristia è partecipazione al Sacrificio pasquale del Signore, alle sue sofferenze
salvifiche; quando il battezzato, per la malattia grave, in cui risuona più intensamente la
peccaminosità umana, sperimenta la difficoltà di unirsi a tale vertice di conformità a Cristo, lo
sostiene e conforta la grazia ottenuta con la preghiera e l'unzione dei Presbiteri della Chiesa (Gc
5,13-15).
17
Potrà così, nell'ora disposta dal Signore, sostenuto dalla carità e preghiera della Chiesa,
ricevere l'Eucaristia-viatico per essere conformato a Cristo nell'Esodo pasquale al Padre.
Con l'Eucaristia, carità di Cristo, suo dono totale, sponsale alla Chiesa sposa per
santificarla e purificarla (Ef. 5,22-33), si consolida, si alimenta la grande famiglia dei Figli di
Dio, la Chiesa apostolica; ma in modo simile, si edifica anche la Famiglia piccola Chiesa,
Sacramento matrimoniale.
Come ai Pastori, la cui vita è legata intrinsecamente al dono eucaristico( Eccl. de Euch:
n. 29), si richiede una vita totalmente conformata alla carità di Cristo sposo, in una dedizione
che non conosce famiglia propria, essendo divenuta la Chiesa, la grande Famiglia dei figli di
Dio, l'unico scopo, interesse della propria vita, così gli sposi, alimentati dal dono eucaristico,
potranno esprimere nella propria esistenza una fedeltà e una fecondità che li costituisce famiglia
piccola santa Chiesa.
Tutti i Sacramenti portano all'Eucaristia, si alimentano di essa, per costituire il Corpo
ecclesiale, nelle sue articolazioni visibili, affinché la grazia dello Spirito Santo, lo Spirito di
Cristo e del Padre,trasformi i cuori, crei l legami più forti, invisibili, nel dono reciproco,
secondo la loro vocazione, nell'unico Corpo ecclesiale. (Eccl de Euch nn 35-40).
Il discorso delle relazioni Eucaristia-Sacramenti si potrebbe prolungare considerando le
relazioni tra Parola di Dio ed Evento-Parola eucaristici; ma già abbiamo visto come il
Memoriale eucaristico sia l'Evento-Parola fondante la Chiesa, diventi il luogo privilegiato del
ricordo di tutta le parole di Dio, del loro annuncio, diremo ora, omiletico.
Ambito della loro stesura ispirata dallo Spirito Santo, ottenendo il quadriforme
Evangelo, gli altri scritti delle Lettere apostoliche, per illuminare, moderare la vita della Chiesa,
nelle sue espressioni ormai locali; guidarLa nel suo cammino, suscitando speranza anche nelle
situazioni più drammatiche, sino al ritorno del Signore, il discendere e costituirsi della
Gerusalemme celeste :l'Apocalisse.
Questo scritto, che accompagna e sostiene la vita della Chiesa in questi ultimi
tempi,viene steso da Giovanni in seguito ad una visione sperimentata nel giorno del Signore(
Ap.1,9-16), nella consapevolezza che la Liturgia eucaristica della Chiesa ancora pellegrinante è
in piena comunione di sintonia, anzi identità, con la Liturgia celeste, dell'Agnello immolato e
glorioso, con la sua lode, adorazione, ringraziamento, supplica, i suoi vertici di ripetuta
glorificazione.
II.4. Eucaristia e Mariologia.
Nell'Apocalisse compare la Donna sovrana, splendente del cap.12, simbolo della Chiesa
sposa (Ef. 5,25-32) che Luca,il compagno dei viaggi apostolici di Paolo, personalizza nella
18
figura esemplare di Maria di Nazaret, nell'Annunciazione dell'Angelo e nei Vangeli
dell'infanzia, nella preghiera della Pentecoste; parimenti Giovanni nella partecipazione decisiva
di Maria,Madre del Signore, all'ora di Cristo, già anticipata alle nozze di Cana, vissuta in
pienezza sotto la Croce.37
L'Eucaristia rende presente nei tempi della Chiesa il Sacrificio glorioso di Cristo, anche
nella sua piena accoglienza mariana, perché anche i singoli discepoli del Signore, a somiglianza
di Giovanni sotto la Croce, per la cura materna di Maria, Madre del Signore e Madre della
Chiesa, vi siano personalmente introdotti.
Come ci ricorda Giovanni Paolo II nell'ultimo capitolo della sua Enciclica, "Alla scuola
di Maria Donna <eucaristica>", "Se Chiesa ed Eucaristia sono un binomio inscindibile,
altrettanto occorre dire del binomio Maria ed Eucaristia. Anche per questo il ricordo di Maria
nella celebrazione eucaristica è unanime, sin dall'antichità,nelle Chiese dell'Oriente e
dell'Occidente."(n. 57)
Questa prospettiva eucaristica della Chiesa, edificata dai Sacramenti e dalla Parola, che
guarda a Maria SS e invoca la sua intercessione materna per accogliere e vivere in pienezza l'ora
salvifica di Cristo, non chiude la Chiesa in se stessa.
Al contrario, vincendo la disgregazione del peccato, lacerante le relazioni umane, si
avvera quanto afferma la LG al suo inizio : l'essere della Chiesa <in Cristo come sacramento,
cioè segno e strumento dell'intima unione con Dio e dell'unità di tutto il genere umano>.
"Ai germi di disgregazione tra gli uomini, che l'esperienza quotidiana mostra tanto
radicati nell'umanità a causa del peccato, si contrappone la forza generatrice di unità del corpo
di Cristo. L'Eucaristia, costruendo la Chiesa, proprio per questo crea unità tra gli uomini"( Eccl.
de Euch. n 24).
Unendosi così al suo Signore, il Popolo della nuova alleanza non si chiude in se stesso,
anzi diviene :" sacramento per l'umanità, segno e strumento della salvezza operata da Cristo,
luce del mondo e sale della terra (cfr Mt 5,13-16) per la redenzione di tutti[...] perciò dalla
perpetuazione nell'Eucaristia del sacrificio della Croce e dalla comunione col corpo e col sangue
di Cristo, la Chiesa trae la sua necessaria forza spirituale per compiere la sua missione.
Così l'Eucaristia si pone come fonte e culmine di tutta l'evangelizzazione,poiché il suo
fine è la comunione tra gli uomini con Cristo e in Lui col Padre e con lo Spirito Santo" (n. 22).
In questo ambito di comunione ecclesiale, da offrire a tutti gli uomini, dimensione
37Cfr.J.RATZINGER,
La figlia di Sion, la devozione a Maria
nella Chiesa, Jaca Book, Milano 1979, 24-28.
19
universale di Solidarietà , vorrei accennare a ciò che vi si oppone, al di là dei peccati personali,
al di là della cultura avvelenata che ne risulta, il peccato così detto del mondo: considerare cioè
la peccaminosità solidale nativa del Peccato originale.
La vittoria pasquale piena di Cristo, mentre ci introduce e conferma nella nuova
solidarietà salvifica del Corpo ecclesiale, manifesta con più evidenza questa nativa solidarietà
peccaminosa. Impossibile che la liturgia eucaristica, Memoriale della Pasqua di Cristo, non ce
ne parli.
II. 5. Eucaristia e Teologia del Peccato originale.
L'Eucaristia, memoriale della Pasqua del Signore, vertice insuperabile della storia
salvifica dell'umanità, porta in sè una capacità enorme evocativa, interpretativa dell'intera storia
salvifica di tutta l'umanità.
Fa ripercorrere tutte le tappe della storia delle relazioni dell'uomo col Dio della
creazione-alleanza, mette in risalto gli eventi precorritori, anticipatori del sacrificio pasquale ( il
canone Romano ricorda Abele il giusto, Abramo nostro padre nella fede, Melchisedek sommo
sacerdote), e fa scendere sino alle radici adamiche, inquinate dal peccato, inquinamento che
rende peccaminosa tutta la solidarietà umana.
Le preghiere eucaristiche orientali lo fanno in modo esplicito, parlando del peccato
dell'Eden; una storia salvifica, che fin dalle origini è santa nella misura di Cristo <Egli è la tua
Parola vivente, per mezzo di Lui hai creato tutte le cose> (Preg. Euc. II), ma che risulta alterata
dal peccato sin dagli inizi.38
Mancanza di solidarietà, di pace, di armonia a livello religioso, a livello familiare,
sociale : si manifesta nell'uccisione di Abele, nella progenie vendicativa di Caino (Gn 4,1-24),
nel moltiplicarsi del peccato che porta al diluvio(Gn 6,1-7), nella prepotenza babilonica,
dimentica di Dio, che porta alla confusione delle lingue.(Gn 11,1-9)
La redenzione operata dalla Croce di Gesù scende sino a queste radici adamiche infette,
Nelle anafore alessandrine, antiochene, armene e
caldaiche è quasi costante il ricordo del peccato sin dalle
origini.cfr.C.GIRAUDO, Eucaristia per la Chiesa, prospettive
teologiche sull'eucaristia a partire dalla <lex orandi>,
Gregorian university press-Morcelliana, Roma-Brescia, 1989,3638
79. Per la liturgia romana cfr G.M. LUKKEN, Original sin in the
Roman Liturgy, Leiden 1973
20
per risanarle con un di più, sovrabbondante, di grazia di conversione( Rm 5,12-21), per ricreare
l'unità solidale , le articolazioni salvifiche mediatrici di grazia del corpo ecclesiale di Cristo, per
farlo crescere verso la pienezza del suo Capo.(Ef 4,1-16)
Non ci stupiremo che l'iniziale manifestarsi di questo senso pieno delle Scritture (
specialmente Rm 5,12-21 ) che racchiude in sè il dogma del Peccato originale,avvenga in
contesto eucaristico, le omelie pasquali, come quella di Melitone di Sardi. La Veglia pasquale è
luogo privilegiato per cogliere come l'umanità solidale sta davanti all'unico universale Salvatore.
39
In seguito l'iniziazione dei Catecumeni, distanziando nella Chiesa latina il Battesimo
dalla Comunione eucaristica, porterà a concentrare la riflessione teologica circa il Peccato
originale specialmente sul Battesimo dei Bambini.
Sia perché si tratta della prima fondamentale introduzione nella solidarietà salvifica del
39
Ci
aiuta
molto
ad
individuare
il
legittimo
sviluppo
dogmatico che ha portato alle definizioni di Trento (DH 15101516), citare quanto il recente documento della Pontificia
Commissione biblica, l'Interpretazione della Bibbia nella
Chiesa, LEV 1993, 76, dice circa il senso pieno della Scrittura
."Si definisce il senso pieno come un senso più profondo del
testo, voluto da Dio, ma non chiaramente espresso dall'autore
umano. Se ne scopre l'esistenza in un testo biblico quando
viene studiato alla luce di altri testi biblici che lo
utilizzano o nel suo rapporto con lo sviluppo interno della
rivelazione.
Si tratta allora o del significato che un autore biblico
attribuisce ad un testo biblico a Lui anteriore, quando lo
riprende in un contesto che gli conferisce un senso letterale
nuovo, o del significato che una tradizione dottrinale
autentica o una definizione conciliare da ad un testo della
Bibbia [...] La definizione del Peccato originale da parte del
Concilio di Trento fornisce il senso pieno dell'insegnamento di
Paolo in Rm 5,12-21 circa le conseguenze del Peccato di Adamo
per l'umanità." (II.B.3).Per il testo dell'Omelia pasquale di
MELITONE DI SARDI, la Pasqua, a cura di M. L. GIARDINI MORRA,
coll. In spirito e verità n 23 Ed. Esperienze, Fossano 1972.
Per una esposizione dello sviluppo dogmatico nei Padri, cfr
M.FLICK- Z. ALSZEGHY, Il peccato originale, B.T.C. 12,
Queriniana, Brescia 71-128.
21
Corpo di Cristo, sia perché lo stato religioso del Bambino, immune da peccati personali, facilita
una più intensa attenzione teologica sull'unica situazione peccaminosa contratta per il semplice
fatto di nascere nella solidarietà peccaminosa umana, peccaminosa fin dall'inizio per il peccato
di Adamo.
Il Battesimo ci libera dalla nativa solidarietà peccaminosa, perchè ci introduce nel Corpo
ecclesiale di Cristo, in virtù della vittoria sul peccato della sua Croce gloriosa (Rm 6,1-7);
questo come preparazione, capacità offerta di partecipare all'Eucaristia, partecipare allo stesso
sacrificio di Cristo reso presente, comunicare ad esso, il Corpo donato ed il Sangue versato.
Le prospettive riduttrici di una Eucaristia-Sacrificio alla sola cena del Signore, maturate
nelle emotività incontrollate della Riforma, non sono forse responsabili di una visione
pessimistica dell'uomo, laceranti la stessa solidarietà ecclesiale, sospettose della capacità
ridonata, sempre da rilanciare, di un esercizio virtuoso delle articolazioni ecclesiali (Petrinoapostoliche sacerdotali, religiose, familiari, sociali...)per una crescita delle persone e della
comunità verso la Pienezza di Cristo ? (Ef 4,7-16).
In questo contesto situiamo il Decreto tridentino sul Peccato originale (DH 1510-1516),
fondamento di tutto il rinnovamento sacramentale della Chiesa, dottrina e riforma liturgica,
rilancio della vitalità della Chiesa, la sua capacità pastorale, formativa, assistenziale,
missionaria.
Non ci stupiremo così che la riforma liturgica del Vaticano II, nell'intento di un pieno
ricupero di vita cristiana, di capacità evangelizzatrice nel mondo d'oggi, faccia menzione
esplicita, come nella IV Preghiera eucaristica, del peccato di Adamo. Un esame più completo
delle sofferenze peccaminose dell'uomo.
Questo perché l'Eucaristia ha in sè una capacità enorme di risanare i germi di
disgregazione frutto del peccato, e unendo strettamente il cristiano alla vittoria pasquale di
Cristo, allenarlo ad un sano e necessario esercizio di lotta spirituale, non solo per risanare le
ferite dei peccati personali, ma anche per vincere i residui di concupiscenza, le opere della carne
secondo Paolo, che sussistono anche nel Battezzato.( Gal 5,16-25)
Queste considerazioni ci stimolano ed abilitano ad entrare alquanto nel campo delle
relazioni Eucaristia vita morale-spirituale.
III. Eucaristia e vita morale-spirituale.
La vita morale, nell'animazione e qualità dello Spirito Santo carità, con i suoi doni( Is.
11,1-3 ), frutti (Gal 5,22), beatitudini ( Mt 5,1-12, Lc 6,20-26) è una esigenza intrinseca,
costitutiva del Sacrificio eucaristico: esso rende presente il Sacrificio di Cristo, passare per noi
al Padre, in vita risorta nello Spirito Santo, esattamente affinché noi ne partecipiamo, perché
22
tuta la nostra vita, conformata a Cristo, sia vissuta nella Carità, Spirito Santo, come
glorificazione del Padre, nel dono saggio e sincero ai fratelli.
Non possiamo realizzare da soli questo dono di saggezza e carità così qualificato, senza
il quale la nostra vita è semplicemente fallita, inferno.
Abbiamo quindi urgenza, vera necessità di partecipazione eucaristica, affinché si
instauri e perseveri in noi questo dinamismo salvifico.
Come ricorda anche la Veritatis splendor n 21, non ci è sufficiente il solo esempio di
Cristo, sarebbe Pelagio, è necessaria una sua autentica contemporaneità alla nostra vita, che ci
unisca, conformi a sè(n 25). Questa è stata esattamente l'intenzione del Signore Gesù
nell'offrirci nell'Eucaristia la sua presenza salvifica, non solo eternizzata nella Gloria del Padre,
ma anche corporalmente presente nei tempi e nei luoghi del nostro pellegrinare terrestre.
Nell'Eucaristia il Signore Gesù ci dona la sua contemporaneità, per trasferire nei nostri
tempi, luoghi, anima e corpo, la virtù mortificante e vivificante della sua Pasqua.
Una presenza non solo di orientamenti ed energie spirituali, ma di concretezza corporea,
con tutte le sue esigenze morali, in tutti i suoi atti umani.
Il dinamismo della Carità, beatitudini, doni e frutto dello Spirito Santo, frutto
dell'Eucaristia, non ci introducono in rarefatti spazi trascendentali di buone intenzioni, ma ci
conformano alla concretezza del Corpo dato e del Sangue versato, una vita umana certo
qualificata, ma sinceramente donata in ogni atto morale.
La grazia dello Spirito Santo risana, qualifica la nostra natura umana, in tutte le sue
esigenze, in esse per creazione iscritte, di legge naturale razionale. I comandamenti sono vissuti
dal discepolo del Signore nelle sue beatitudini, virtù soprannaturali, doni e frutti dello Spirito
Santo: ma non sono superati, anzi accolti in tutte le loro esigenze ." Se la vostra giustizia non
supererà quella degli scribi e farisei, non entrerete nel regno dei cieli. Avete inteso che fu detto
agli antichi [...] ma io vi dico" ( Mt 5,20-22).
Specialmente in questo campo della vita morale-spirituale l'Eucaristia si manifesta
sorgente, forma plasmante la concreta, corporea esistenza del Cristiano, per il culmine della
Glorificazione del Padre,in una vita nuova.40
Cfr.
R.TREMBLAY,
L'Eucharistie
et
le
fondament
christologique de la morale chretienne, im St Mor 33(1995) 5765. A.SCOLA, Gesù Cristo legge vivente e personale, in Lettera
40
enciclica Veritatis splendor, Testo e
dell'Osservatore romano, LEV 1994, 153-157
commenti,
Quaderni
23
L'Eucaristia, incorporandoci più intensamente nella vita della Chiesa, nelle sue
articolazioni e funzioni mediatrici della Grazia, nei suoi compiti sacerdotali e laicali, stimola il
saggio uso della ragione, la valutazione delle illuminazioni e consolazioni dello Spirito Santo
per le scelte concrete.41
Passiamo quindi ad accennare almeno, ad un ultimo aspetto fondamentale di una vita
forgiata dall'Eucaristia, l'elaborazione di una Filosofia cristiana,per una Sapienza vissuta.
IV. Eucaristia e Filosofia-Sapienza cristiana.
Per filosofia cristiana, intendiamo quanto dello dalla Fides e ratio n.76 :" Parlando di
filosofia cristiana si intendono abbracciare tutti quegli importanti sviluppi del pensiero
filosofico che non si sarebbero realizzati senza l'apporto, diretto o indiretto, della fede cristiana".
Abbiamo già accennato agli inizi circa l'interesse che molti filosofi, anche non cattolici
come Leibniz, hanno riservato all'Eucaristia; desidero ora porre un poco più in risalto come
l'Eucaristia ha influito sul costituirsi di una filosofia sapienza cristiana.
IV.1. Eucaristia e sapienza etica.
La vita morale è conformità a Cristo :il suo evento storico di Incarnazione sino alla
Croce gloriosa risulta decisivo per il costituirsi e riconoscimento della norma morale, anche al
suo livello filosofico.42
L'Eucaristia rende presente il corpo-anima del Figlio di Dio, che ha visitato in
profondità, con la sua Umanità SS di primogenito (per Lui tutto è stato creato e poi redento :
Col 1,15-20), ogni dimensione personale e sociale dell'uomo.
Il Sacrificio eucaristico rende Cristo nuovo Adamo, norma e vivificatore dell'uomo,
41
vedi ,per es., il discernimento degli spiriti, negli
Esercizi spirituali di S. Ignazio di Loiola: un loro
vertice, che apre alle meditazioni dei Misteri della
della
passione
e
risurrezione
del
Signore
è
l'Eucaristia. Cfr. Gli scritti d Ignazio di Loyola, a
M. Gioia, Classici delle religioni, UTET,1977, 107.
momento
vita e
appunto
cura di
42Cfr.
A. SCOLA, Gesù cristo legge vivente e personale, in
Lettera enciclica Veiritatis splendor, op.cit.,156; I.BIFFI, La
prospettiva biblico-cristologica della Veritatis splendor, in
G.RUSSO ed.,Veritatis splendor, ed. Dehoniane Roma 1994, 87-96.
24
contemporaneo per la salvezza di tutti i nostri tempi, azioni e luoghi.
L'intelligenza e volontà umana di Cristo contengono in sè non solo la <pienezza> della
conoscenza ed amore del Padre ( Gv 1,17s), ma anche della conoscenza e dell'amore dell'uomo
(Ef 3,14-21;Rm 8,28-39).
<Pienezza> non solo della Divinità in Lui corporalmente espressa (Col 2,9), ma anche
di <tutti i tesori della sapienza e della scienza> (Col 1,19; 2,3), per la salvezza di ogni uomo.
S. Paolo ha ulteriormente arricchito questo vocabolario filosofico-sapienziale, con il
termine di Coscienza (suneidesis), la capacità di retto discernimento morale, che non ripugna
mai, anzi si mostra in sintonia col Vangelo (Rm 2,14-16).
La parte parenetica delle
sue lettere, detta norme precise sul comportamento etico, nelle concrete relazioni umane :
sponsali, parentali, filiali, fraterne, sociali, di lavoro. Tutto sempre nella luce, presenza di Cristo
Gesù, nel Signore. (Col 3,17-25; Ef 5,22-6,9; Rm 13,1-7).
La vita umana diviene così, per Gesù Cristo, culto spirituale, secondo il <logos>,parola
(logike latreia, thysia di Rm 12,1),<come risposta cristiana alla crisi cultuale di tutto il mondo
antico>43.
Culto secondo la parola etica, che ora non è più soddisfatta della mistica ellenistica del
<logos>, che per quanto bella, entusiasmante, disprezza la dimensione corporale dell'uomo,
negli schemi gnostici di elitaria ascesi intellettuale di ricongiungimento col Pleroma divino.
Culto spirituale, offrire i nostri corpi come <sacrificio vivente, gradito a Dio > che la
Croce di Cristo rende possibile, superando le irresolute difficoltà giudaiche, delle relazioni tra il
sacrificio della lode e della vita, e il culto sacrificale del Tempio.(Sal. 49(50); 50(51),17-21).
Si possono in questo contesto impostare quelle relazioni necessarie tra apertura religiosa
a Dio, costitutiva dell'uomo, e la comune regola morale, anche nei suoi necessari riconoscimenti
giuridici.44
L'Eucaristia presenta, in questa proiezione etica-giuridica, grande significato
nell'impostare il dialogo interreligioso e così portare le società a quel rispetto della libertà
religiosa, ultimo fondamento di ogni libertà sociale.
Lo stesso Tridentino ci ricorda come :" Questa
( Eucaristia), finalmente è quella
che al tempo della natura e della legge (cfr Gn 4,4; 8,20; 12,8; 22,1-19. Es passim) era
43Cfr
J. RATZINGER,
liturgia, op. cit. 42s.
44
ibidem 12-15.
Introduzione
allo
spirito
della
25
raffigurata da diversi tipi di sacrifici :essa che raccoglie in se tutti i beni significati da quei
sacrifici, come perfezionamento e compimento di tutti quelli"(DH 1742).45
Chi vive intensamente ed intelligentemente l'Eucaristia, si apre ad uno sguardo
purificato dell'uomo creato ad Immagine di Dio, capace costitutivamente di vita religiosa, si
abilita così al corretto dialogo interreligioso, l'eticità ed il diritto positivo che naturalmente,
razionalmente lo esprimono.
Negli spazi aperti per noi dal Crocifisso glorioso sino allo stare fiduciosamente davanti
al Padre (Eb 8,11-14), nella adorazione e confidenza filiale, si purificano e si esercitano, al di là
di ogni speranza, gli orizzonti metafisici costitutivi e qualificanti la razionalità umana.
Si possono così sviluppare visioni globali, ampie, sapienziali della vita umana (Fides et
ratio n 85). Una Filosofia matura, fiduciosa di una sano contatto con la realtà, secondo il suo
<essere>, pur nella consapevolezza dei limiti dell'umano conoscere.
Si possono evitare infiltrazioni di nihilismo, pensiero debole, che non riuscendo più a
reggere la gestione sapiente della totalità delle questioni umane, può cedere al fondamentalismo,
cadere nell'indifferenza, fatalismo.
Vorrei infine accennare al contesto sano, eucaristico, in cui impostare la ricerca circa un
aspetto delicato, molto sentito dalla Filosofia contemporanea : il giusto rapporto tra simboli e
concetti, tra filosofia dell'immagine e della sostanza, per valutare esattamente le nostre capacità
conoscitive e comunicative della realtà.
IV.2.Eucaristia : teologia-filosofia simbolica e sostanziale.
Se percorriamo la storia teologica dell'Eucaristia, notiamo come tale questione abbia
segnato il suo percorso, da quando, nella sempre fedele accoglienza del Memoriale celebrato
nella Chiesa apostolica, con tutti i suoi contenuti, se ne è cercata più completa intelligenza :
come stanno tra di loro la realtà resa presente, fortemente sottolineata, del Corpo dato e del
Sangue versato, e i segni, simboli, le specie della convivialità eucaristica?
Già Giovanni nel capitolo 6 del suo Vangelo riporta il dialogo serrato tra Gesù ed i
Giudei, per condurli dai <semeia> segni, dei pani moltiplicati, del camminare di Gesù sulle
acque ed il rapido raggiungimento della barca alla riva,(6,16-21), alla realtà del riconoscimento
nella fede, e dell'accoglienza dell'<Io sono il pane disceso dal cielo>(v. 41).
Anzitutto la realtà della sua Incarnazione, per procedere, nei tempi della Chiesa, alla
convivialità eucaristica, la necessità, per avere la Vita, di mangiare quel pane che <è la mia
carne per la vita del mondo> (Gv 6,51). Passare dai segni-simboli alla realtà affermata con
45ibidem
56.
26
fermezza con l'uso del verbo essere :<Io sono ,non temete>(v.20), <Io sono il pane disceso dal
Cielo> (v. 41),<il pane che Io darò è la mia carne per la vita del mondo>(v. 51).
La lettera agli Ebrei procederà inoltre a relazionare le realtà vere, eventi pienezza,
escatologici, celesti con le mere ombre del Vecchio testamento, riconoscendo che la Chiesa già
possiede, di queste eventi veri escatologici, l'immagine colma di queste definitive realtà.(Eb 7,1)
Questa riflessione sui rapporti tra l'immagine simbolica, segno dell'inaudita realtà
contenuta del Corpo e Sangue del Signore, porterà molti frutti di intelligenza della fede e di
vissuto cristiano nelle Catechesi mistagogiche dei Padri della Chiesa.
Sappiamo come all'inizio del secondo millennio, ma la crisi inizia molto prima, la
teologia simbolica, in un nuovo contesto culturale, sente l'urgente esigenza di porre meglio in
risalto la dimensione <sostanziale>: il forte realismo del Corpo dato e del Sangue versato,
sempre fedelmente professato, richiede l'elaborazione di questo percorso teologico, per
assicurare, senza ambiguità, il riconoscimento della realtà dei contenuti eucaristici.
Teologia della sostanza : il Corpo eucaristico di Cristo è la verità della sostanza del
Corpo crocifisso glorioso celeste(DH 700), evidentemente nella differenza dei modi del suo
presentarsi a noi : presso il Padre nel suo modo naturale, glorioso, come apparirà nella parusia
finale, ora nel modo conviviale delle specie eucaristiche, secondo le esigenze del nostro
pellegrinare terreno(DH 1636).
Questo giusto rapporto tra teologia della sostanza (presenza sostanziale,
transustanziazione) e simbolica-mistagogica è la vera chiave della comprensione, annuncio,
celebrazione fruttuosa del Mistero eucaristico.
Rapporto tra simboli, specie, accidenti, e le realtà sostanziali, il retto concetto che li
esprime . Siamo esattamente nel cuore delle questioni più urgenti e delicate della filosofia
contemporanea.
Vorrei concludere, in questo contesto filosofico, con un'ultima osservazione circa l'uso
complementare ,necessario di simboli, immagini,metafore, e di categorie, concetti esprimenti lo
spessore sostanziale, secondo l'<essere>, delle realtà create, delle Istituzioni salvifiche.
A Nicea, il forte realismo professato dai Padri nel Mistero eucaristico, è il Corpo e
Sangue del Signore, ha fornito prova certa e atmosfera di fede corretta per confessare, di fronte
alle incertezze di Ario, che Cristo è l'Immagine del Dio invisibile (Col. 1,15), ma lo è in modo
<consustanziale> al Padre, della sua <stessa sostanza divina> : la Persona del Figlio sta
totalmente dalla parte di Dio(DH 150).
All'inizio del secondo millennio, di fronte alle incertezze di Berengario, con la stessa
categoria forte, la <verità della sostanza>, si sono eliminate le ambiguità delle relazioni tra il
27
corpo eucaristico e il corpo del Crocifisso glorioso : è la <verità della sostanza> di quello,
identità sostanziale, differenza solo nel modo di manifestarsi.(DH 700; 802; 1651s).
Anche nel Vaticano II , per una simile intuizione di fede, si ricorrerà ancora una volta
alle categorie <sostanziali>, per professare con chiarezza le relazioni tra la Chiesa petrinaapostolica, la Chiesa cattolica, e la Chiesa istituita da Cristo: tale Chiesa <subsistit in>, ha il suo
luogo reale, esiste come Soggetto individuabile, nella verità di tutti i beni salvifici nella Chiesa
cattolica.(LG n 8).
Potremo aggiungere : perché in essa si celebra l'Eucaristia, con l'autenticità intrinseca,
voluta dal Signore Gesù, del Ministero petrino-apostolico; l'Eucaristia così celebrata porta con
sè, lo abbiamo visto, tutte le istituzioni, i beni salvifici.
Esiste quindi un luogo reale, un Soggetto comunitario sincronico e diacronico, in cui
riconoscere la Chiesa voluta da Cristo; anche se per il peccato dei cristiani, si danno molteplicità
di Chiese e di Comunità di cristiani, che portano con sè elementi salvifici.
In quanto drammatica conseguenza del peccato, questa lacerazione del Corpo ecclesiale
richiede urgentemente la conversione di tutti, affinché la Chiesa voluta dal Signore si identifichi
del tutto con la Chiesa petrino apostolica, <in cui già sussiste>.
Ma possiamo, oltre all'uso cristologico, eucaristico, ecclesiale così strettamente
collegato, notare un ultimo uso di categorie sostanziali ,per indicare tutta la consistenza reale
delle realtà salvifiche, professate nella fede e già presenti e trasfiguranti il cuore e la vita del
credente.
Lo individuiamo nella lettera degli Ebrei; tale Lettera,pur non parlando mai
espressamente di celebrazione eucaristica, si direbbe manifestarne <l'onda lunga> in un autore,
che per intensa partecipazione al Sacrificio della nuova Alleanza, può parlare con facilità e
competenza della Croce del Signore, evento salvifico realizzato dal Sommo Sacerdote efapax,
una volta per tutte in Spirito eterno, ma per divenire per sempre via vivente al Padre.(Eb 9,14;
10,10.19-22).
Mi riferisco alla quasi definizione di fede, che troviamo all'inizio del cap. 11 :"La fede è
fondamento delle cose che si sperano, e prova di quelle che non si vedono". In greco
fondamento è <ipostasis>, in latino <substantia>.
Tenendo lo sguardo rivolto a Gesù, (Eb 12,2), con la piena fiducia di entrare nel
santuario celeste per mezzo del sangue di Cristo (10,19s), le realtà definitive, sperate, per la fede
già attualmente ci trasformano, hanno presa in noi, per una presenza di tipo <sostanziale>, vera
nella sua realtà.
L'evento dell'Incarnazione-Pasqua del Figlio consustanziale al Padre e a noi, la sua
28
presenza sostanziale, attiva nell'Eucaristia, la consistenza secondo la verità dell'essere del
Soggetto salvifico Chiesa cattolica per l'Eucaristia in essa celebrata, per offrire già , ai cuori
credenti, la sostanza trasfigurante delle realtà ancora invisibili e sperate : tutte realtà autentiche ,
in una quasi reciproca <pericoresi> di sostanzialità.
Eventi certo salvifici a misura di un dono gratuito e del tutto soprannaturale, una
Sapienza superiore; essa accolta nella fede, esercitata, libera dai condizionamenti peccaminosi,
apre l'intelligenza ed il cuore dell'uomo, lo restituisce alla < sua dimensione sapienziale di
ricerca del senso ultimo e globale della vita>( Fides et ratio n 81), manifestando la forza
espressiva delle sue capacità simboliche e razionali.
*********
La conclusione di queste troppo rapide e imperfette riflessioni sui contenuti del Mistero
eucaristico in quanto sono fondamento, orizzonte di tutta l'intelligenza teologica della Fede,
della Sapienza cristiana, ci conduce spontaneamente alla contemplazione della straordinaria
<bellezza> che la celebrazione e vita eucaristica hanno suscitato nella Chiesa.
Ci lasciamo ancora guidare dall'Enciclica Ecclesia de Eucharistia, che ci apre a questa
contemplazione ed esperienza estetica nel suo 5 capitolo, su < Il decoro della celebrazione
eucaristica>.
"Il Convito eucaristico è davvero convito <sacro>, in cui la semplicità dei segni
nasconde l'abisso della santità di Dio: <O sacrum convivium, in quo Christus sumitur!>. (n 48).
Lo stupore per l'evento celebrato, l'intelligenza del Mistero, la santità realizzata si sono
espressi in un ricco patrimonio di arte : "L'architettura, la scultura, la pittura, la musica,
lasciandosi orientare dal mistero cristiano, hanno trovato nell'Eucaristia, direttamente o
indirettamente, un motivo di grande ispirazione [....] Si può così dire che l'Eucaristia, mentre ha
plasmato la Chiesa e la spiritualità, ha inciso fortemente sulla <cultura>, specialmente in campo
estetico"(n 49)
"In questo sforzo di adorazione del Mistero colto in prospettiva rituale ed estetica,
hanno, in certo senso, <gareggiato> i Cristiani dell'Occidente e dell'Oriente. [...]
In Oriente
l'arte sacra ha conservato un senso singolarmente forte del Mistero,spingendo gli artisti a
concepire il loro impegno nella produzione del bello non soltanto come espressione del loro
genio, ma anche come autentico servizio della fede.[...]
Gli splendori delle architetture e
dei mosaici nell'Oriente e nell'Occidente cristiano sono un patrimonio universale dei credenti, e
portano in se stessi un auspicio, e direi un pegno, della desiderata pienezza di comunione nella
fede e nella celebrazione".( n 50 ).
La bellezza dell'arte ispirata dall'Eucaristia manifesta un <pulcrum>, bello sublime,
29
profonda unità di Verità cristiana e di Bontà spirituale sensibilmente, sinfonicamente espresse46
; appello soave e potente all'Unità della Chiesa, quell'Unità che una Teologia organicamente
elaborata sul fondamento, nell'orizzonte del Mistero eucaristico preannuncia, ci fa pregustare.
[ Testo pubblicato su Theologica & Historica, Annali della Pontificia Facoltà Teologica della
Sardegna, XIV, 2005, 83-110]
Cfr GIOVANNI PAOLO II, Lettera agli artisti, in
Enchiridion Vaticanum 18, 340-381 ; CONFERENZA EPISCOPALE
TOSCANA, La vita si è fatta visibile, la comunicazione della
fede attraverso l'arte, nota pastorale, ed. Cooperativa Firenze
2000, Firenze 1997. S. de LAVERGNE, L'Art et la celebration
eucharistique, in
Encyclopédie de l'Eucharistie, M. Bruard
46
ed., Cerf, Paris 2002,
373-379. M.-J.
Mystère eucharistique, ibidem 381-395.
COLONI,
Images
du