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Economia
informazione e
mercati imperfetti
Massimo Talone
Milano, 22 settembre 2015
PARTE PRIMA: Una storia di altri tempi che si ripete ….………………………….. pag.
2
PARTE SECONDA: cos’è l’Economia?…………..……………………………………pag.
5
PARTE TERZA: teoria dell’informazione imperfetta……....…………………….…...pag. 16
PARTE QUARTA: I principi base dell’Economia Finanziaria……………………..…pag. 23
PARTE QUINTA: I fattori macroeconomici dell’attuale contesto storico……..….....pag. 31
PARTE SESTA: Un esempio di informazione imperfetta: il caso banca-impresa....pag. 35
DOMANDE: ………………………………………………………………….……..….....pag. 40
1
Una storia d’altri tempi …
che si è (ahimè!) ripetuta
2
La crisi dei tulipani del 1637 - genesi
L'interesse per i tulipani coincise con una fase di crescita
commerciale dei Paesi Bassi, da poco indipendenti ed al
centro del lucroso commercio delle Indie Orientali, dove un
singolo viaggio poteva produrre profitti anche del 400%.
Il tulipano divenne rapidamente una merce di lusso e uno
status symbol.
Poiché il prezzo andava aumentando col tempo, si cominciò
ad acquistare i bulbi di tulipano per fini speculativi.
La domanda di bulbi di tulipano crebbe al punto che ogni
singolo bulbo di tulipano raggiunse prezzi enormi. Nel 1623,
un bulbo di una specifica qualità di tulipano poteva costare
anche un migliaio di fiorini olandesi (il reddito medio annuo
dell'epoca era di 150 fiorini). Sempre più persone
acquistavano bulbi per poterli rivendere di lì a poco
realizzando cospicui guadagni.
La gente era convinta che quella passione generale per i
tulipani sarebbe durata in eterno e che da tutto il mondo
sarebbero fioccati ordini di persone abbienti per le quali
nessun prezzo sarebbe stato troppo alto.
Il cronista della Gazzetta di Haarlem (Amsterdam), così
scriveva: "Oggi un contadino ha acquistato un singolo bulbo
del raro tulipano chiamato Viceré, pagando per esso: otto
maiali, quattro buoi, dodici pecore, due carichi di grano,
quattro carichi di segale, due botti di vino, quattro barili di
birra, due barilotti di burro, mille libbre di formaggio, un letto
completo di accessori, un calice d'argento e un vestito, per un
valore totale di 2.500 fiorini".
Una cifra fuori da ogni logica: una famiglia di quattro persone
viveva, all'epoca, con 300 fiorini l'anno.
Tutta l'economia olandese fu trasportata da questo fenomeno,
ed anche i prezzi degli altri beni, come quelli di prima
necessità, aumentarono gradualmente.
3
La crisi dei tulipani del 1637 – epilogo
Il crollo iniziò il 6 febbraio del 1637, apparentemente
scatenato da un'asta di bulbi di tulipani "normali" andata
deserta ad Haarlem.
Anche se questo fatto poteva essere causato dalla presenza in
Haarlem di un focolaio di peste bubbonica, il panico in pochi
giorni si diffuse in tutto il paese. Nonostante gli sforzi degli
operatori per sostenere la domanda, il mercato dei tulipani
crollò.
Si incominciò a pensare che la domanda di tulipani non
avrebbe potuto più mantenersi a quei livelli, e questa opinione
si diffuse man mano che aumentava il panico. La bolla
speculativa scoppiò.
Alcuni detenevano contratti per comprare tulipani a prezzi
dieci volte maggiori di quelli di mercato (ormai crollato),
mentre altri possedevano bulbi che valevano un decimo di
quanto li avevano pagati.
Il 24 febbraio 1637, la corporazione dei fioristi olandesi, in una
decisione che è stata poi ratificata dal parlamento olandese,
stabilì che tutti i contratti a termine(tipo "futures"), dovevano
essere interpretati come i contratti di opzione.
Se prima, l'acquirente di un contratto a termine era legalmente
obbligato ad acquistare i bulbi di tulipano, dopo questo
decreto, se il prezzo corrente di mercato è sceso, piuttosto che
pagare il prezzo intero contrattato, l'acquirente di un contratto
di opzione può scegliere di pagare una penalità e rinunciare ai
bulbi.
Si discute sul numero di olandesi rovinati dalla bolla dei
tulipani, se molti e di tutte le classi sociali oppure pochi e solo
uomini di affari e commercianti, ma resta un evento esemplare
di intreccio tra economia, finanza e legislazione.
4
Cos’e l’Economia – overview
Che cos’è l’Economia?
5
Cos’e l’Economia – definizione classica
L’ Economia, nella sua definizione classica, è la
scienza sociale che studia come i singoli e la società scelgono di
impiegare risorse scarse che potrebbero avere usi alternativi allo
scopo di produrre vari tipi di beni e di distribuirli per il consumo,
nel presente o nel futuro, tra gli individui ed i gruppi della società.
Paul A. Samuelson, Nobel 1970
6
Cos’e l’Economia – definizione moderna
L’ Economia, nella sua definizione moderna, è la
scienza sociale che si occupa di come gli individui, le
organizzazioni e, più in generale, ogni aggregazione d’interessi
(collettività) utilizza le informazioni per assumere decisioni,
formulando scelte alternative, in condizione di incertezza (rischio)
ed in rapporto al tempo, al fine di ottimizzare il beneficio
(utilità=valore) derivante dall’utilizzo delle risorse (scarse) in suo
possesso.
Joseph Stiglitz Nobel 2001
7
Regola numero uno: le teorie economiche sono contestuali
Non esistono teorie e modelli economici validi in assoluto. Esse
vanno storicamente "contestualizzate" rispetto al periodo storico e alla
fase congiunturale (crescita, recessione, depressione, ripresa).
Il fattore determinante che condiziona la validità di un modello
economico e la teoria che lo sottintende e lo
SVILUPPO TECNOLOGICO
Inteso non soltanto in senso "ingegneristico" (applicazione delle
scoperte scientifiche ai processi produttivi) ma anche "economico"
(evoluzione dei bisogni e dei modi di soddisfazione)
8
I fattori che caratterizzano le scelte economiche (framing)
Alla base di ogni scelta economica vi sono sempre sette fattori
discriminanti da considerare (framing):
1. Informazioni
2. Rischio
3. Tempo
4. Utilità
5. Scambio
6. Distribuzione
7. Compromesso (trade-off)
Il framing economico cambia in base alle circostanze storiche: ciò
che andava bene ieri non necessariamente va bene oggi e ciò che
andrà bene oggi potrebbe non andar bene domani.
9
1. Informazioni
L'informazione è l’insieme di conoscenze derivanti dall’elaborazione ed
analisi di dati, acquisite da un soggetto decisionale (decision maker),
nell’ambito di un determinato spazio cognitivo (framing).
L’informazione acquista valore sono quando, nel processo decisionale, viene
utilizzata per la soluzione di un problema.
Nell’Economia dell’Informazione rappresenta il principale fattore di produzione
determinante per la sopravvivenza e lo sviluppo degli agenti ed organizzazioni
economiche (famiglia, imprese, stato).
10
2. Rischio
Il rischio è la possibilità che un'azione o un'attività scelta a priori (includendo
la scelta di non agire) comporti a posteriori una perdita o ad un evento
avverso (down-side risk).
Il rischio economico incide sul valore (economico) del capitale investito delle
imprese ed è legato alla variabilità, attesa ed inattesa, dei flussi di cassa
previsti. Parallelamente, il rischio finanziario incide sulla solidità patrimoniale
ed è funzione del grado di indebitamento (o per converso del livello di
patrimonializzazione). Infine, il rischio di liquidità aziendale è legato alla
possibilità avversa di non riuscire tempestivamente e per gli importi previsti a
sostenere gli impegni finanziari. Tutti congiuntamente sul merito creditizio e
sulla continuità aziendale (probabilità di sopravvivenza).
11
3. Tempo
Il tempo condiziona la percezione del valore e dell’utilità dei beni. Un Euro
oggi vale meno di un Euro domani poiché l’utilità che gli individui
attribuiscono ai beni è maggiore se attuale e certa rispetto a quella futura ed
incerta.
Il tempo ha intrinsecamente un valore finanziariamente calcolabile (principio
di attualizzazione).
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4. Utilità
L’utilità in Economia è la misura della soddisfazione individuale o collettiva.
Un bene è dunque utile se considerato idoneo a soddisfare uno o più
bisogni.
In altri termine, essa è la misura del benessere (individuale o collettivo).
Sono definibili due accezioni di utilità (1° e 2° legge di Gossen):
• Utilità totale (funzione crescente);
• Utilità marginale (funzione decrescente).
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5. Scambio
Lo scambio è la cessione di un bene o servizio che si possiede in cambio di
un altro bene (monetario o non monetario). Lo scopo di ogni scambio è
soddisfare i bisogni delle parti che, di conseguenza, decidono di instaurare tra
loro un accordo di compravendita.
Lo scambio (come ogni altra azione/decisione economica) si contraddistingue
per il grado di:
• Efficacia (qualità e quantità dell’obiettivo raggiunto);
• Efficienza (minor costo e dispendio di risorse per ottenerlo).
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6. Distribuzione
La distribuzione è il processo attraverso cui l’utilità della ricchezza si
ripartisce tra gli individui appartenenti ad una data comunità o
organizzazione.
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7. Compromesso (trade-off)
Il Trade-off è la situazione in cui si pone una scelta di compromesso
fra due obiettivi ugualmente desiderabili, ma in conflitto fra di loro.
In Economia prevalgono le scelte di ottimo (scelte tra due o più opzioni
soggetti ad uno o più vincoli che implicano il raggiungimento di uno
stato di equilibrio instabile) mentre sono molto rari i problemi di
massimizzazione assoluta.
16
Teoria dell’informazione
imperfetta
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Teoria dell’informazione imperfetta
Le decisioni economiche sono sempre funzionali ai processi informativi ovvero a
come le informazioni vengono acquisite, al loro costo (efficienza) ed alla loro qualità
(efficacia).
In ogni decisione è sempre implicitamente o esplicitamente sottinteso un ‘’problema’’
da risolvere (decision making).
Poiché è possibile che le informazioni non siano equamente distribuite e percepite da
tutti i partecipanti al processo decisionale, si possono presentare distorsioni più o meno
rilevanti (informazioni imperfette). Quest’ultime si definiscono asimmetria
informative.
Tale fenomeno si concretizza quando i partecipanti alla scelta decisionale hanno a
disposizione differenti set informativi.
L’Economia dell’informazione si occupa di risolvere per l’appunto il problema delle
asimmetrie e in particolare le sue tre accezioni: dell’Azzardo Morale, della Selezione
Avversa e della Segnalazione
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Mercato dei ‘’bidoni’’ di Akerlof
Per spiegare la teoria dell’asimmetria informativa il premio Nobel George
Akerlof ha analizzato il mercato delle auto usate, ove esiste una forte
presenza di asimmetrie in quanto un compratore non ha mai la certezza che
le informazioni che ottiene dal venditore siano (tutta) la verità (hidden
information). Il venditore potrebbe trarlo in inganno perché possiede più
informazioni sul prodotto da vendere (peggiore è l’auto e maggiore sarà il
desiderio di rivenderla). Questo fenomeno di incertezza informativa rende i
compratori ‘’diffidenti’’ nei confronti dei venditori. Conseguentemente, essi
saranno disposti a comprare a prezzi decrescenti rispetto a quelli di mercato e
alla fine a non comprare più auto buone o di media qualità perché ritenute
costose. Le auto buone allora scompariranno dal mercato e rimarranno solo i
"lemon" ovvero i bidoni (caso di adverse selection).
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Azzardo morale
Si ha un problema di azzardo morale quando le azioni o le informazioni del soggetto
richiedente (l’agente) non sono direttamente verificabili a priori dal soggetto concedente
(principale) oppure quando l’agente riceve informazioni private dopo che la relazione è
iniziata.
Si possono distinguere due tipi di azzardo morale: l’azzardo morale come azione nascosta e
l’azzardo morale come informazione nascosta.
Nell’azzardo morale come azione nascosta, il principale offre un contratto all’agente che può
accettarlo o meno. Le azioni nascoste (hidden action) possono influire sul benessere/profitti
che il principale può trarre dalla relazione
Dopo che l’agente ha accettato il contratto e ha esercitato il suo sforzo lavorativo interviene
l’alea della Natura (il c.d. disturbo stocastico) che incide sui risultati della decisione del
principale poiché egli non è in grado di percepirne le conseguenze.
Nell’azzardo morale del secondo tipo, l’agente nasconde l’informazione al principale, per cui il
disturbo della natura interviene prima che l’agente abbia esercitato il suo sforzo: in questi
casi l’agente invia un messaggio distorsivo al principale riguardante la mossa della Natura.
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Selezione avversa
Il secondo problema, la selezione avversa, si verifica invece quando l’agente
possiede informazioni private prima che la relazione abbia inizio.
Nei casi di selezione avversa, il mercato non funziona in modo efficiente
perché il prezzo svolge due funzioni:
 funzione allocativa
 funzione di trasmissione dell’informazione/incentivazione.
Quando il principale offre identiche condizioni contrattuali a tutti gli agenti, gli
può convenire non ridurre (aumentare) il prezzo di fronte ad un eccesso di
offerta (domanda), ma razionare le quantità, al fine di limitare gli effetti
perversi del prezzo sulla qualità.
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Segnalazione
La segnalazione, non è propriamente un problema (bensì può essere
considerata una soluzione), l’agente dispone di informazioni private che il
principale non conosce, ma può inviare dei segnali che le possono rendere
evidenti. Prima del contratto, per ridurre le asimmetrie si utilizzano i segnali,
dopo il contratto si utilizzano gli incentivi ai manager, oppure nel caso delle
banche, gli incentivi sono impliciti nel rapporto.
Il sistema di rating bancario è un tipico caso di segnalazione. Così come la
Centrale dei Rischi.
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Esempi di asimmetrie informative
BANCA
(Principale)
SELEZIONE
AVVERSA
impresa
privato
(Principale)
Contratto
Contratto
RICHIEDENTE
(Agente)
ASSICURAZIONE
AZZARDO
MORALE
SEGNALAZIONE
ASSICURATO
(Agente)
Impresa
privato
23
I principi base
dell’Economia Finanziaria
24
Le tre regole d’oro dell’Economia Finanziaria
Cash is King (la liquidità è re):
CASH
TIME
Si fallisce per cassa e non per competenza ed i debiti si rimborsano con il
denaro non con i mattoni. La gestione preventiva della tesoreria aziendale
e del fabbisogno del capitale circolante atteso cioè futuro (rotazione
magazzino, credito concesso ai clienti, debiti contratti con fornitori, crediti e
debiti diversi) unitamente ad un corretto utilizzo dei fidi bancari sono i
presupposti per la continuità aziendale ed uno sviluppo sostenibile nel
medio-lungo periodo.
Time is Cash (il tempo è denaro):
Il trascorre del tempo ha un prezzo. Un Euro oggi vale di più di un Euro
domani. Ciò significa che quando si analizzano valori futuri questi per
essere confrontati devono essere attualizzati ad un opportuno tasso.
Cash at Risk (il denaro atteso è soggetto al rischio):
RISK
I flussi di cassa futuri sono sempre soggetti al rischio correlato all’evento
avverso del mancato incasso parziale o totale (probabilità di perdita attesa)
ma anche alla possibilità si verifichino in tempi e misura diversa da quelli
attesi (probabilità di perdita inattesa). Nei rapporto commerciali e finanziari
tra creditori e debitori la probabilità di mancato pagamento dipende a sua
volta dalla solvibilità del debitore (rating creditizio). Il rischio (perdita attesa
e inattesa) si può misurare statisticamente (costo per il rischio).
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I fattori economici che caratterizzano l’attuale scenario
 La trappola della liquidità (pianificare e monitorare la cassa e gestione del
rischio):‘’Quando tutti hanno deciso da un giorno all’altro che i livelli di indebitamento
erano troppo alti, i debitori sono stati costretti a spendere di meno, ma i creditori non
erano disposti a spendere di più: il risultato è una depressione" (Paul Krugman)
 Economia dell’informazione (il ruolo istituzionale del sistema bancario):"Il
credito si basa sull’informazione. Verificare che un individuo è solvibile, cioè che è
degno di ricevere credito, richiede risorse; e il mantenere nel tempo quel giudizio,
continuando a garantire credito comporta un’assunzione di rischio" (Joseph Stiglitz)
COSTO
DELL’INCERTEZZA
MISURA DEL RISCHIO
VALORE ECONOMICO
26
Che cos’è l’arbitraggio?
Un arbitraggio è un'operazione "prima di rischio" che consente di ottenere un
profitto certo senza che il soggetto che la possa subire nessuna perdita
(attesa o inattesa). L'operazione è possibile se il ricavo che si ottiene supera,
ex ante, i costi per il trasferimento del bene trattato da un mercato all'altro.
L'intera operazione deve essere senza alcun rischio per l'operatore.
Nel contratto di scambio possono presentarsi due diverse tipologie di
arbitraggi:
 L’arbitraggio finanziario (es., tassi d’interesse, cambi, azioni)
 L’arbitraggio reale (es., delocalizzazione dei fattori produttivi)
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Cosa non è arbitraggio?
L'arbitraggio si differenzia dalla speculazione per il fatto che, mentre il primo
è un modo di lucrare sulle differenze di prezzo presenti in luoghi diversi, la
seconda opera sulle differenze di prezzo di uno stesso bene in tempi diversi.
In altre parole, mentre la speculazione ricerca il lucro giocando sul fattore
"tempo" (vendita successiva all'acquisto e viceversa), l'arbitraggio lo ricerca
nel fattore "spazio" (acquisto e vendita su due mercati diversi).
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Politica monetaria e Arbitraggio
La teoria monetaria tradizionale presuppone che lo Stato controlli l’offerta di
moneta, che questa influisca sui tassi d’interesse, i quali a loro volta
influiscono sul livello di investimento.
Nei canali di creazione della liquidità bancaria, l’obiettivo prevalente è quello di
influenzare i mercati monetari, a partire dall’interbancario a breve termine,
lasciando le banche libere di scegliere tra i tassi di mercato e i tassi offerti dalla
BCE e riducendo al minimo i condizionamenti amministrativi.
Questo orientamento alimenta operazioni di arbitraggio a vantaggio
dell’efficiente allocazione della liquidità e della corretta trasmissione degli
impulsi di politica monetaria attraverso mercati concorrenziali e interdipendenti.
29
Il ruolo delle banche
"Il denaro fa girare
il mondo"
La teoria classica tradizionale basata sulla domanda di moneta per motivi di sola
transazione ritiene che la moneta non influenza i mercati reali di beni e servizi.
Viceversa, la teoria monetarista, tanto in voga negli anni novanta, afferma che la moneta
è una determinate chiave dell’attività economica e può direttamente stimolarne lo
sviluppo.
In realtà, la chiave per comprendere il ruolo svolto dalla moneta sta nella domanda e
offerta di denaro a scopo creditizio e nella indispensabile funzione svolta dalle banche
quale "cinghia di trasmissione" tra produzione di moneta e suo utilizzo reale (consumi ed
investimenti).
Il ruolo delle banche può essere compreso e determinato attraverso l’analisi delle
imperfezioni delle informazioni (certificazione, monitoraggio e controllo del rischio).
30
Arbitraggio reale
L’arbitraggio reale si sostanzia con delle operazioni sul prezzo dei beni,
ovvero compro un bene dove costa meno per rivenderlo dove c’è moneta
forte. Un esempio può essere fatto anche con i beni di comune utilizzo come il
gasolio. Se a Napoli il gasolio costa meno che a Torino, l’arbitraggista può
comprare a Napoli e rivendere a Torino. Così facendo, inoltre, l’arbitraggista
contribuisce a riallineare i due prezzi dato che l’aumento di domanda farà
aumentare il prezzo a Napoli, mentre l’aumento di offerta lo farà diminuire a
Torino. L’arbitraggio reale massimizza il suo vantaggio in un sistema a
cambio fisso (come l’Euro)
31
I fattori macroeconomici
dell’attuale contesto storico
32
Overview macroeconomica
Break-up
La crisi economica in atto è strutturale e di lungo periodo
Essa non può considerarsi una fase congiunturale di breve periodo (ciclo di Kitchin 3-5 anni) né di medio periodo (ciclo di Juglar 7
anni) ma di lungo periodo ("Inverno" di Kondratiev circa 30 anni)
Le cause sono riconducibili alla globalizzazione dei mercati
La nascita nel 1995 del WTO (World Trade Organization) ha reso la competizione "globale" anche per settori tradizionalmente
"domestici" costringendo le economie più sviluppate a competere sul prezzo dei fattori con le economie emergenti, esternalizzando le
produzioni nei paesi in via di sviluppo (dove il costo dei fattori e la normativa regolamentare e fiscale è fortemente vantaggiosa) e
contenendo drasticamente i costi (arbitraggi reali).
La conseguenza è stato un grammatico calo del saggio di profitto
Il drastico calo dei prezzi ha comportato per le imprese che non potevano o non erano in grado di delocalizzare all’estero, un drastico
calo dei margini di profitto (mark-up) solo in parte compensato con la riduzione degli investimenti e del costo del lavoro.
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La finanziarizzazione dell’economia ed il ruolo del credito
Il progressivo contenimento dei saggi di
profitto nei paesi ad economia avanzata come
il nostro ed il conseguente contenimento della
ricchezza prodotta e redistribuita (investimenti
e salari) è stata per circa un ventennio
artificialmente compensata con una anomala
crescita del credito (che a consentito a
famiglie ed imprese di mantenere
artificialmente gli stessi tassi di consumo ed
incrementare pericolosamente la loro
propensione al rischio) a sua volta resa
possibile dal solo virtuale trasferimento del
rischio attraverso l’ingegneria finanziaria di
prodotti derivati che, attivando un
esponenziale effetto moltiplicativo (leva
creditizia), ha alimentato un’enorme bolla
speculativa.
Il sistema, come già accaduto più volte nella
storia, è andato in "corto circuito" con
l’esplosione della bolla speculativa innescata
dal fallimento della banca d’affari Lehman
Brothers, riportando tutti alla dura realtà.
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Un esempio di
informazione imperfetta:
il caso banca-impresa
35
Il caso banca-impresa

#1/4
L’impresa (L’agente)
L’impresa Alfa S.p.A. produce piastrelle in uno stabilimento di Carpi. L’azienda è condotta dal suo fondatore, un energico
signore di ‘70 anni che si è fatto da se iniziando da ragazzo a lavorare come operaio in una azienda dello stesso settore e
poi mettendosi in proprio. Nell’azienda lavorano i due suoi figli entrambi laureandi in Ingegneria. L’azienda, dopo un
temporaneo periodo di difficoltà finanziaria dovuta alla crisi economica, sembra aver recuperato quote di mercato e si avvia
al riequilibrio finanziario.
Dopo lunghi ed accese discussioni, i figli convincono il padre ad avviare un importante processo di rinnovamento
tecnologico degli impianti. Per questa ragione decidono di richiedere alla propria banca un mutuo di 1.000.000 di Euro a
parziale copertura del fabbisogno finanziario stimato per l’investimento. A garanzia del finanziamento, sono disposti a
concedere ipoteca sul capannone industriale che in base all’ultima perizia vale 1.500.000 di Euro. I figli vorrebbero
predisporre un dettagliato business plan per consentire alla banca una consapevole valutazione del rischio di credito. Il
padre è reticente a trasferire informazioni poiché lo ritiene controproducente.

La banca (Il principale)
La banca di Alfa S.p.A. è la principale banca locale che nel corso del tempo ha acquisito una dimensione nazionale. Il suo
portafoglio clienti è ben distribuito e presenta una media concentrazione di rischio. Ciò nonostante, col perdurare della crisi
economica la sua percentuale di crediti dubbi e sofferenze si è incrementata sensibilmente inducendo il suo management ad
abbassare notevolmente la propensione al rischio (risk appetite). Inoltre la banca nella gestione del credito ha adottato
modelli interni di rating (IRB).
La banca ha già concesso all’Azienda Alfa S.p.A. fidi per cassa per complessivi 500.000 Euro a fronte dei quali a richiesto il
rilascio delle fideiussioni personali dei soci. Il rating attribuito all’impresa cliente è «7 = rischio" con una probabilità di
insolvenza ad un anno (PD= probability of default) del 4,13%.
36
Il caso banca-impresa
#2/4
La distribuzione delle perdite su crediti della banca
13 classi di rating
•30%
•25%
•20%
µx
µ
•60%
EL = න 𝑃𝐷𝑑𝑥
•50%
0
σx
∞
σx
•40%
UL = න 𝑃𝐷𝑑𝑥
µ
•15%
•30%
•10%
•20%
EL
•5%
UL
•10%
ε=1-α
•0%
•1.1
•1.2
•1.3
•2.1
•2.2
•3
•4
•5
•6
•7
•8
•9
Distrib. (%) 0.00% 0.057% 0.40%
0.79% 2.18%
7.65% 24.85% 28.01% 17.54% 10.35% 4.17% 1.81%
PD %
0.02% 0.07%
0.12% 0.25%
0.00% 0.000% 0.01%
0.74% 1.85% 4.13%
•10
•0%
2.19%
9.28% 18.70% 51.59%
37
Il caso banca-impresa

#3/4
L’impresa (L’agente)
L’impresa Alfa S.p.A. ritiene di informare in modo "selettivo" la banca fornendo soltanto gli ultimi 3 bilanci da cui risulta una
situazione economico-finanziaria che, per effetto della crisi è nettamente peggiorativa rispetto al periodo precedente ma,
dato particolarmente importante, anche dell’esercizio corrente e soprattutto delle aspettative future medio attese
(comportamento opportunistico = moral hazard del secondo tipo = hidden information).

La banca (Il principale)
La banca non conosce le aspettative medio attese dell’impresa richiedente e si limita a calcolare il rischio sulla base del set
informativo in suo possesso (andamento dei conti, Centrale dei Rischi, ultimi 3 bilanci storici). Poiché adotta un approccio al
rischio molto prudente (risk appetite) per effetto della crescita delle sofferenze, attribuisce un rating (giudizio di merito)
calibrato sulla probabilità di default storica sovrastimando il rischio (comportamento opportunistico = adverse selection).
Quindi, anziché attribuire un rating 5 = vulnerabilità (PD ad un anno pari a 0,74%), come correttamente valutabile in
funzione attuale e futura situazione di rischio, continua ad applicare il vecchio rating 7 = rischio (PD = 4,13).
Il rischio complessivo di perdita (L=EL+UL) è considerato dalla banca non sostenibile e la richiesta di mutuo è respinta.
La banca così facendo subisce le conseguenze di un errore statistico del 1° tipo (non affido un cliente buono che poteva
essere affidato). Ma evita il ben più oneroso errore statistico del 2° tipo (affido un cliente che non meritava di essere
affidato).
38
Il caso banca-impresa
#4/4
Morare della favola …
 Ci perdono tutti, l’azienda che non ottiene il mutuo e, cosa più
grave non rinnova gli impianti perdendo di competitività.
 Ma ci perde anche la banca che non aumenta la redditività sul
suo cliente e forse lo perderà.
Il
tutto
per
carenze
informative
e
distorsione
nella
comunicazione tra impresa e banca!
Corollario: L’informazione crea valore.
39
Domande
40
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