Presentazione
Agli insegnanti
La carie dentaria resta un importante problema sanitario che ha effetti negativi sia sulla salute che sugli
oneri sociali. Questa seconda edizione del manuale sintetizza l’esperienza degli operatori sanitari che dal 1994 hanno
condotto il progetto di prevenzione dentale Sorridi alla Prevenzione insieme agli insegnanti della scuola primaria modenese. Rispetto alla precedente stesura non ci sono novità di
rilievo, in quanto da tempo sono noti e verificati efficacemente
i comportamenti di prevenzione, mentre risultano approfonditi
gli indirizzi normativi e le indicazioni da tenere per la riduzione
del danno in caso di traumi. Il manuale si propone di facilitare
il lavoro dei docenti ed in particolare:
1. affronta argomenti di anatomia e fisiologia del dente, igiene
orale e alimentazione, temi essenziali per motivare uno stile
di vita sano nel bambino che possa permanere nell’adulto;
2. consente un approccio interdisciplinare agli argomenti
(scientifico, linguistico, storico, estetico…);
3. contiene la mappa;
4. offre spunti operativi per la programmazione educativa e
didattica.
Nell’auspicare che il manuale possa essere di aiuto alle insegnanti sia nell’attuazione di specifici impegni per la salute che
di supporto ai programmi scolastici, auguriamo un proficuo
lavoro.
Gli operatori dell’Azienda USL di Modena
1
Il programma dell’Organizzazione
Mondiale della Sanità
(OMS)
L’OMS E LA PROMOZIONE DELLA SALUTE
A SCUOLA
Per quanto concerne la scuola, l’OMS ha redatto
un documento tecnico, facente parte di una serie
di “informazioni sulla salute a scuola”, in cui sono
tracciate le linee guida destinate ad aiutare ed
incoraggiare le scuole e i responsabili della collettività a migliorare la salute e l’educazione dei
giovani. In sintesi il documento indica le seguenti
azioni:
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) nel
World Oral Health Report 2003 mette in risalto come la salute orale sia collegata, allo stesso modo
delle malattie croniche, sia a fattori socio-ambientali che agli stili di vita individuali; infatti l’alimentazione ricca di zuccheri, il consumo alto di alcol
e tabacco favoriscono lo sviluppo di malattie del
cavo orale, fra cui la carie.
Il rapporto sottolinea che, anche se la salute del
cavo orale è in netto miglioramento nei paesi industrializzati, la carie dentaria rimane ancora oggi
uno dei maggiori problemi di sanità pubblica. Infatti
se da un lato nei Paesi industrializzati le nuove generazioni saranno, verosimilmente, le prime a non
perdere i propri denti durante la vecchiaia, la carie
ha ancora oggi un’alta prevalenza ed incidenza in
tutte le regioni del mondo e grava principalmente
sulle fasce più sfavorite e marginali.
E’ anche importante dare risalto alla cura in quanto
la spesa da sostenere è consistente, infatti bisogna considerare che il costo del trattamento per
le malattie della bocca nei Paesi industrializzati
occupa il quarto posto, ed è superiore rispetto alle malattie cardiovascolari, del cancro e
dell’osteoporosi. Ciò rafforza l’interesse verso i
comportamenti di prevenzione anche ai fini del
riorientamento della spesa sanitaria su problemi
risolvibili con sani comportamenti della persona.
• favorire strategie di promozione per la salute
orale facenti parte degli orientamenti più complessivi di promozione generale della salute;
• sostenere azioni e progetti locali idonei a rispondere ai bisogni e alle contingenze della scuola e
delle comunità;
• costruire un ambiente scolastico che promuova
la salute;
• impiegare metodi di valutazione per la promozione della salute del cavo orale, come parte
essenziale di una scuola promotrice di salute.
In conclusione politiche scolastiche adeguate, ambienti sani ed iniziative di educazione, se condotte
congiuntamente, favoriscono la salute oro-dentale
e influenzano positivamente gli stili di vita.
Ancora una volta l’OMS raccomanda di non vanificare i risultati raggiunti ma di potenziarli attraverso
estese ed accurate iniziative di promozione, prevenzione e di educazione alla salute.
2
Programmi di tutela della salute
in età evolutiva e riferimenti
normativi
A favore della popolazione in età pediatrica,
l’Azienda Sanitaria Locale della provincia di Modena ha attuato interventi specifici di prevenzione
della carie, delle malocclusioni dento-scheletriche
e di tutte le patologie odontostomatologiche.
La prevenzione primaria è affidata, in primo luogo,
al pediatra di libera scelta che esercita, fin dai primi periodi di vita, un maggiore controllo sui fattori
ambientali di rischio del bambino, come scarsa
accuratezza dell’igiene orale, persistenza di abitudini errate (es. zucchero nel succhiotto), mancata
cura della carie. I consultori pediatrici supportano
il programma di prevenzione attraverso interventi
educativi ai genitori, fin dai corsi di preparazione
alla nascita, in occasione delle vaccinazioni, nelle comunità infantili (nidi, scuole materne). In età
scolare la pediatria di comunità collabora con la
scuola per progetti di educazione nutrizionale e di
igiene orale, rivolti ai bambini, ma anche ai genitori
e agli insegnanti.
presso la quale occorre diffondere, raccomandazioni per una sana alimentazione, …anche coerenti
con le consuetudini, che tengano conto dei fattori
culturali e socio- economici…”. Inoltre il PSN indica che la carie dentaria colpisce particolarmente
gli svantaggiati, è infatti nota la disuguaglianza tra
Nord e Sud d’Italia nella prevenzione della carie.
L’Azienda Unità Sanitaria Locale della provincia
di Modena (AUSL di Modena), in linea con quanto
è stabilito dalla Delibera Giunta Regionale (DGR)
309/2000 (linee guida per l’attuazione del Piano
Sanitario Regionale 1999/2001) ribadisce che l’assistenza odontoiatrica “è tesa a garantire soprattutto priorità e semplificazioni di accesso, attraverso lo sviluppo di programmi mirati all’erogazione di
prestazioni a favore di popolazioni particolarmente
svantaggiate” (Delibera Direttore Generale 154/99)
Il programma per le cure odontoiatriche prevede
che si possa accedere alle prestazioni erogate
a carico (parziale o totale) del Sistema Sanitario
Nazionale secondo due differenti criteri, riferiti
alla vulnerabilità sanitaria, per i pazienti affetti
da determinate patologie (ad esempio: diabete
giovanile, displasia ectodermica, cardiopatia congenita cianogena, anoressia, bulimia, patologie
oncologiche pediatriche, sieropositività HIV…) e
alla vulnerabilità sociale, per chi ha un reddito
familiare non superiore a 15.000 euro. Per i ragazzi
fino a 14 anni vengono garantite le cure ortodontiche, purché appartenenti ad un nucleo familiare
in condizione di vulnerabilità sociale e sulla base
di criteri di gravità clinica valutata dall’odontoiatra
al momento della prima visita; è previsto un concorso alla spesa da parte degli utenti finalizzato al
pagamento dell’apparecchio, calcolato sulla base
della fascia di reddito. È inoltre garantita la presa
in carico gratuita in ambito ospedaliero degli interventi che riguardano pazienti portatori di handicap,
pazienti non collaboranti e tossicodipendenti.
Il nuovo Piano Sanitario Nazionale (PSN 20032005) pone l’accento al diritto alla salute: “…è
indispensabile garantire i Livelli Essenziali di Assistenza, concordati fra Stato e Regioni, assicurare
un’efficace prevenzione sanitaria e diffondere la
cultura della promozione della salute...”.
I Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) sono le
prestazioni e servizi che il Sistema Sanitario Nazionale (SSN) è tenuto a garantire a tutti i cittadini,
gratuitamente o in compartecipazione. Il DPCM
29/11/2001 stabilisce le prestazioni che il Servizio
Sanitario Nazionale può prendersi a carico e quelle
che devono restare a carico del cittadino.
Sempre il Piano Sanitario Nazionale afferma “… numerose patologie sono correlate, ad esempio, ad
una alimentazione non corretta. Tra queste…lo sviluppo delle carie...”, “…la strategia di prevenzione
deve essere rivolta pertanto all’intera popolazione,
3
L’educazione
alla salute a scuola
Da molti anni l’Azienda Unità Sanitaria Locale di
Modena condivide con il mondo della Scuola le attività di Educazione alla salute. Nel 1999 è siglato
il primo “protocollo di intesa per la promozione e
l’educazione alla salute in ambito scolastico” che
può essere considerato il primo Patto per la salute
dei giovani tra due Istituzioni (Scuola e Sanità). Nel
gennaio 2001 a Modena si dà formalmente vita al
Piano per la Salute (PPS): “un piano triennale
di azione elaborato e realizzato da una pluralità di
Attori, coordinati dal governo locale (Conferenza
Socio Sanitaria Territoriale dei Sindaci), che impegnano risorse umane e materiali allo scopo
di migliorare la salute della popolazione.
•
•
•
•
powerment dei giovani, sia attraverso azioni all’interno del curricolo formativo, sia nella realizzazione di un ambiente scolastico propizio alla salute;
favorire l’equità, potenziando le capacità dei
soggetti svantaggiati;
sviluppare l’autostima dei ragazzi e del personale
scolastico;
migliorare il clima relazionale contribuendo al
benessere delle persone;
costruire relazioni positive con la famiglia e la
comunità.
L’attenzione della Scuola Primaria alla educazione
alla salute trova la sua formalizzazione nel Decreto
Legislativo del 18/02/’04 n. 59, Indicazioni Nazionali per i Piani di studio Personalizzati nella Scuola
Primaria, laddove è introdotta L’educazione alla
convivenza civile. Il decreto norma sei educazioni che hanno lo scopo di trasformare in competenze personali le conoscenze e le abilità relative ai
campi dell’educazione alla cittadinanza, stradale,
ambientale, alla salute, alimentare, all’affettività. In
particolare essa afferma che la Scuola Primaria deve garantire, nell’ambito dell’educazione alla salute, le conoscenze relative agli organi, all’anatomia
del corpo, alle loro funzioni, all’igiene della persona
con la finalità di attivare negli alunni e nelle alunne
comportamenti di prevenzione adeguati.
Il PPS trae fondamento dalla consapevolezza che
la salute dipende da molteplici fattori a loro volta
condizionati dalle azioni di molti Attori (Enti locali,
Istituzioni, Associazioni, Organizzazioni profit e
non profit, Aziende Sanitarie, singoli Cittadini) e
che per difenderla non basta migliorare i servizi
sanitari, ma occorre innanzitutto intervenire su
tutto ciò che la determina. In questo processo la
Scuola riveste un ruolo rilevante per lo sviluppo
di iniziative dirette non solo verso la prevenzione
delle cause di malattia, ma soprattutto verso la
promozione del benessere. Infatti la Scuola può:
• promuovere stili di vita salutari e un reale em-
Il progetto
Sorridi alla prevenzione
Sorridi alla Prevenzione nasce nell’anno
scolastico 1994/1995 con la finalità di promuovere comportamenti di igiene orale ed
alimentari adeguati per la prevenzione della
carie. La fascia d’età prescelta fa riferimento ai
bambini in cui è ancora presente la dentizione de-
cidua ed inizia la permanente, per i quali l’aspetto
preventivo acquista un’importanza strategica.
È ovvia la rilevanza dei denti da un punto di vista
fisiologico, ai fine della masticazione e della digestione: alimentarsi in modo equilibrato significa,
4
infatti, mangiare alimenti di varia natura e consistenza. Ma la salvaguardia dell’aspetto funzionale
e della salute si coniuga anche con la valorizzazione della cura del sé, dell’autostima e dell’aspetto
estetico, oltre che relazionale. Sappiano che i denti
sono essenziali per parlare correttamente ed articolare bene i suoni, sono strumento fondamentale
per la comunicazione e la comprensibilità di ciò
che diciamo. Inoltre un bel sorriso influenza positivamente la vita di relazione dell’individuo in quanto, spesso, è il primo momento di comunicazione
non verbale con gli altri.
Pediatri, Assistenti Sanitari, Odontoiatri, Igienisti,
Dietisti.
Il progetto prevede:
• supporto e consulenza agli insegnanti;
• lezioni in classe con i bambini tenute delle Assistenti Sanitarie del Servizio Salute Infanzia;
• lezioni presso l’ambulatorio clinico dentistico
tenute dagli odontoiatri;
• incontri, se richiesti, fra genitori ed esperti;
• visite guidate presso gli ambulatori dentistici;
• diffusione di strumenti informativi e didattici multimediali.
I denti nel nostro immaginario occupano un elevato
significato. Basti ricordare i diversi sensi che essi
assumono nell’interpretazione dei sogni e i molti
proverbi ed espressioni, entrati nel linguaggio
comune, che utilizzano in modo figurato la parola
dente. Per quanto concerne l’interpretazione dei
sogni i denti rappresentano una tendenza alla aggressività: sognare di perderli ci informa, a livello
simbolico, della propria impotenza, della paura di
invecchiare da un punto di vista fisico e spirituale;
Jung sostiene che sognare l’estrazione dei propri
denti rappresenta per le donne il parto, mentre
Freud afferma che negli uomini la perdita e l’estirpazione dei denti raffigurano un latente “complesso di castrazione”; nell’interpretazione popolare i
denti invece rappresentano i parenti e gli amici più
cari per cui perderli indica la loro morte. Per quanto
riguarda i proverbi e le espressioni di uso comune
ne ricordiamo qualcuno solo a livello esemplificativo:“occhio per occhio, dente per dente”, “ armato
fino ad ai denti”, “difendersi con le unghie e con i
denti”, “ho il dente avvelenato”, “chi ha denti non
ha pane, chi ha pane non ha denti”, “la lingua batte
dove il dente duole”, “rompersi i denti”…
Inoltre il Servizio Igiene Alimenti e Nutrizione
(SIAN), a completamento del progetto, ha avviato,
dall’anno 2003, un’indagine di sorveglianza sui
comportamenti alimentari presso scuole di diverso
ordine e grado. Tale indagine potrà fornire indicazioni, in itinere, per l’adeguamento del progetto alle
modificazioni delle abitudini alimentari di bambini
e ragazzi.
Sorridi alla Prevenzione si integra con le
altre proposte educative dell’Azienda USL,
contenute in Sapere & Salute, per la scuola primaria quali la formazione per il personale
scolastico in materia di educazione alimentare e di
intolleranze alimentari, le attività dell’esperto con
gli studenti, il concorso in tema di alimentazione e
con le altre che saranno messa a punto.
L’esperienza condotta dal 1995 ad oggi, che ha visto coinvolti 22.700 bambini in 1100 iniziative della
durata media di 5-6 ore, ci induce ad esprimere
alcune considerazioni suffragate dal parere degli
insegnanti coinvolti:
• i bimbi in questa fascia di età fanno esperienza
della progressiva caduta dei denti, il progetto
contribuisce a far comprendere loro l’evento e a
superare ansie e paure;
• il messaggio educativo mediato dalla scuola e
“rinforzato” dall’esperto incide sui bambini in
modo rilevante;
• diversi genitori riferiscono come l’esperienza
contribuisca in modo significativo alla acquisizione di comportamenti salutari.
Il progetto si basa sulla convinzione che la
scuola, i servizi, la famiglia, ciascuno per le
proprie competenze, svolgono un ruolo di primo piano nell’azione preventiva, qualora si
realizzino interventi di educazione alla salute efficaci e rispondenti ai bisogni reali degli alunni, dei
genitori e degli insegnanti, tali da renderli partecipi
dell’esperienza di apprendimento.
Sorridi alla Prevenzione è frutto della collaborazione tra diversi professionisti dell’Azienda Unità Sanitaria Locale (AUSL) quali
5
Mappa dell’unità
di apprendimento
Dal Decreto Legislativo del 19/02/’04 n. 59 Indicazioni Nazionali per i Piani di studio Personalizzati nella Scuola Primaria: “…dentro o dietro le
“educazioni “ che scandiscono l’educazione alla
Convivenza civile vanno sempre riconosciute le
discipline, così come attraverso le discipline non
EDUCAZIONI
CONOSCENZE
ABILITÀ
OBIETTIVI
FORMATIVI
COMPETENZE
IN USCITA
Educazione
alla salute
• Organi e apparati
del corpo umano
e le loro principali
funzioni
1. Comprendere che
l’uomo si deve confrontare
con i limiti della salute ed
elaborarli, integrandoli nella
propria personalità
1.a Rilevare
lo sviluppo dei
denti: dentizione
decidua e
permanente
Acquisire corretti
atteggiamenti
e comportamenti
preventivi relativi
all’igiene dentaria
2. Elaborare tecniche di
osservazione e di “ascolto”
del proprio corpo per
distinguere i momenti di
benessere da quelli di
malessere
2.a Elaborare
ipotesi relative
ala funzione dei
denti
2.b Osservare
l’anatomia del
dente
2.c Esaminare
la morfologia del
dente
2.d. Cogliere
la funzione dei
diversi denti
2.e Cogliere
l’importanza
di una sana
dentatura per
l’individuo
• L’igiene della
persona (cure
dei denti…) dei
comportamenti
e dell’ambiente
(illuminazione,
aerazione,
temperatura…)
come prevenzione
delle malattie
sociali e
come agenti
dell’integrazione
sociale
3. Verbalizzare gli stati
fisici personali (sintomi
di benessere-malessere)
e individuare le possibili
cause che li hanno
determinati
4. Attivare comportamenti
di prevenzione adeguati
ai fini della salute nel suo
complesso, nelle diverse
situazioni di vita
3.a Conoscere
lo sviluppo della
carie
4.a Comprendere
alcune regole
alimentari
4.b Essere in
grado di mettere
in atto alcune
norme igienico
preventive
Educazione
alimentare
• Vari tipi di dieta e
la loro relazione
con gli stili di vita
1. A tavola mantenere
comportamenti corretti
(tempi distesi, masticazione
adeguata…)
1.a Comprendere
l’importanza di
una masticazione
corretta
Scienze motorie
e sportive
• Le varie parti del
corpo
1. Riconoscere
e denominare le varie
parti del corpo
1.a Distinguere
le diverse forme
dei denti in
relazione alla loro
funzione
Mappa a cura di Carla Provitera e Gabriella Tritta
6
si fanno altro che promuovere l’educazione alla
Convivenza Civile e, attraverso questa, nient’altro
che l’unica educazione integrale di ciascuno a cui
tutta l’attività scolastica è indirizzata”
STRUMENTI
METODOLOGIA
VERIFICA
DESTINATARI
FASI DI LAVORO
• Quaderno
didattico
Coinvolgimento
attivo degli alunni
attraverso:
In itinere:
Alunni e alunne della
scuola primaria della
provincia di Modena
• Promozione
del progetto in
tutte le scuole
primarie e
raccolta delle
adesioni
• Cd Rom
• Diapositive
• Esperienze dirette
e pratiche
• Modelli
• Sintesi
dimostrativi
informative
plastici: la grande
bocca e il grande • Lavoro di gruppo
spazzolino
• Osservazione dei
• Diploma di merito
singoli alunni e
delle dinamiche
• Manifesto
nel gruppo classe
• Questionario di
• Simulazioni
ingresso e finale
con l’ausilio
rivolto ai genitori
dei modelli
• Questionario
dimostrativi
rivolto agli
insegnanti
• Lettura critica e
compilazione del
quaderno didattico
• Osservazione del grado
di partecipazione
degli alunni
A termine dell’intervento:
• Domande a risposta
multipla, presenti nel
quaderno didattico,
rivolte agli alunni e alle
alunne
• Confronto tra
gli operatori e
gli insegnanti su
contenuti, metodologie
ed esperienza
soggettiva
• Somministrazione
agli insegnanti di
questionari di verifica
per la valutazione del
percorso
• Somministrazione,
prima e dopo
l’intervento didattico,
di questionari di
verifica ai genitori
per la valutazione
delle modifiche
comportamentali
dei bambini
7
• Programmazione
concordata tra
gli insegnanti
dei vari plessi
scolastici e gli
operatori sanitari
• Informazione
ai genitori
• Attività delle
insegnanti con gli
alunni
• Intervento in
classe degli
operatori sanitari
• Valutazione
relativa al
raggiungimento
degli obiettivi
specifici tramite
gli strumenti di
verifica
STRUMENTI
Oltre al presente Manuale per insegnanti
sono disponibili i seguenti strumenti:
• Quaderno didattico
È uno strumento operativo che aiuta lo studente, attraverso l’esperienza quotidiana ed il gioco, ad apprendere stili di vita sani; propone temi di anatomia e
fisiologia del dente, di igiene orale, di alimentazione
e si presta ad interventi interdisciplinari (scientifici,
storici, linguistici, di educazione all’immagine). Il
quaderno permette di realizzare esperienze di apprendimento e consente di verificare in itinere le
acquisizioni apprese dai bambini
• Diploma di merito
Il gadget è consegnato agli studenti che partecipano al percorso didattico; ha una duplice funzione
di gratificare il bambino e di rafforzare le regole
fondamentali
• Manifesto
Viene affisso nelle scuole e negli studi dentistici
per sensibilizzare gli operatori scolastici e la cittadinanza alla prevenzione e cura dentale. Può
essere utilizzato come strumento promozionale
per presentare gli elaborati dei ragazzi in mostre,
in occasione di iniziative pubbliche e in feste di
quartiere
• Cd Rom
È utile per i bambini in virtù dei giochi interattivi, per i
• Questionario di ingresso e finale rivolto ai genitori
Fondamentale sia per coinvolgere i genitori al percorso didattico sia per poter valutare modifiche
comportamentali
genitori nella sezione delle risposte degli esperti, per
gli insegnanti come supporto al percorso didattico
• Diapositive
Sono utilizzate dalle Assistenti Sanitarie durante le
lezioni/esperienze in classe per rinforzare i contenuti
• Modelli dimostrativi plastici: la grande bocca e il
grande spazzolino
Sono usati per rinforzare i messaggi dalle Assistenti Sanitarie durante le lezioni/esperienze in
classe con i bambini
• Questionario rivolto agli insegnanti
Strumento che permette di valutare l’utilità ed il
gradimento degli interventi e degli strumenti messi
a disposizione
8
L’INFORMAZIONE SANITARIA
Cenni sull’apparato dentario
ANATOMIA
Nel dente distinguiamo:
1. la corona: la parte visibile che fuoriesce dalla
gengiva; ha una forma caratteristica per ogni tipo di dente in base alle funzioni che deve svolgere. Essa è strutturalmente formata dallo smalto
(all’esterno) e dalla dentina (all’interno);
2. la radice: la parte non visibile, infissa negli
alveoli delle ossa mascellari. Essa è strutturalmente formata dal cemento (all’esterno) e dalla
dentina (all’interno);
3. il colletto: la zona intermedia tra corona e radice.
I tessuti duri proteggono il “cuore del dente” ossia
la polpa dentaria che assicura gli scambi biologici con l’organismo. È ricca di vasi sanguigni e fibre
nervose, cui si deve la sensibilità del dente stesso.
Lo smalto è la sostanza più resistente, avendo un
contenuto minerale pari al 97%, la dentina ed il
cemento sono molto meno resistenti avendo una
percentuale minerale molto inferiore.
La radice del dente è fissata all’alveolo (osso) attraverso un tessuto: la membrana parodontale.
2. I denti permanenti
Iniziano a spuntare in arcata all’età di 6 anni con
i primi molari permanenti. Verso i 7 anni inizia la
permuta dei denti decidui con quelli permanenti: tra i 7 e gli 8 anni il bambino cambierà tutti
gli incisivi superiori e inferiori. In questa fase la
dentizione è detta “mista”.
Durante la seconda fase di permuta, circa verso
il 10° anno di età, cadranno il 1° e il 2° molare
deciduo e lasceranno il posto ai premolari permanenti; verso l’11°-12° anno di età ci sarà la
permuta del canino e la comparsa del 2° molare
permanente. Ora il ragazzo ha 28 denti permanenti.
Verso il 18° anno di età possono comparire gli
ultimi quattro denti o denti del giudizio e cioè
i 3° molari; questi ultimi possono erompere se
trovano il posto in arcata, erompere parzialmente o addirittura non erompere e rimanere inclusi.
Con l’evoluzione della specie i 3° molari tendono poi a volte ad essere del tutto assenti. La
dentatura permanente è composta da 32 denti,
16 per ogni arcata.
DENTIZIONE DECIDUA E PERMANENTE
In un individuo normale i denti compaiono di norma due volte nella vita; la prima dentizione è detta
decidua, la seconda permanente.
1. I denti decidui: sono destinati ad essere sostituiti. La dentizione decidua compare nel bambino all’età di 6 mesi e si completa circa entro
i 2 anni. (10 denti per l’arcata superiore e 10
denti per quella inferiore). Anche se questi denti sono destinati a scomparire, non sono meno
importanti di quelli che compariranno in seguito
e che resteranno per tutta la vita. Infatti i denti
decidui non servono al bambino solo per masticare, parlare bene, sorridere, ma hanno anche
la funzione fondamentale di conservare in
arcata lo spazio per i permanenti. Questo
spiega perché i denti decidui debbano essere
protetti e curati al pari di quelli permanenti.
SCHEMA DI SVILUPPO
DELLA DENTIZIONE DECIDUA
DENTI
ERUZIONE
incisivi centrali
mesi 6/7
incisivi laterali
mesi 7/9
canini
mesi 16/18
primo molare
mesi 12/14
secondo molare
mesi 20/24
In generale compaiono prima i denti dell’arcata
inferiore
FUNZIONE DEI DENTI
I denti non sono tutti uguali, ma differiscono per
le diverse funzioni che devono svolgere. In
genere si tende a classificare i denti in 4 gruppi:
1. incisivi: costituiscono la parte centrale dell’arcata, hanno una sola radice e la corona di forma
appiattita per tagliare il cibo; sono quattro per
9
L’INFORMAZIONE SANITARIA
ogni arcata e si distinguono in centrali e laterali;
2. canini: sono situati lateralmente agli incisivi,
hanno la radice più lunga di tutti e una corona
tagliente e aguzza; il loro compito è quello di
tagliare e lacerare il cibo; sono quattro, due per
ogni arcata;
3. premolari: sono a fianco dei canini e sono
quattro per ogni arcata; la loro corona è cilindrica con la superficie masticatoria pianeggiante
divisa in due parti dette cuspidi; la loro funzione
è quella di triturare e sminuzzare il cibo; possono avere una o due radici;
4. molari: occupano la parte terminale dell’arcata
e sono sei per ogni arcata (includendo nel nu-
mero i denti del giudizio di cui abbiamo già detto); i superiori hanno tre radici, gli inferiori due.
La loro funzione è quella di triturare il cibo.
Oltre a queste importanti funzioni i denti sono essenziali per una corretta fonazione, soprattutto gli
incisivi nella pronuncia delle consonanti dentali (T,
D, N, Z, S).
Inoltre bisogna poi riconoscere l’importante funzione estetica dei denti, in quanto sostengono i
tegumenti che si adagiano alle arcate dentarie e
modellano la parte inferiore del viso.
La carie dentaria
CHE COS’È, COME SI FORMA
La carie dentale è una progressiva demineralizzazione e disintegrazione dei tessuti calcificati del
dente; colpisce le persone di tutte l’età ed è una
delle malattie più comuni dell’uomo. È una patologia infettiva sostenuta da batteri: il dente viene
distrutto localmente a livello dei tessuti duri e produce una cavità che via via si approfondisce fino
ad interessare la polpa.
ad avvertire un dolore via via più intenso, prima
provocato da alcuni stimoli (cibi o bevande calde,
fredde, acide o zuccherate) poi progressivamente
spontaneo.
La carie deve essere curata il più precocemente
possibile poiché quando ha danneggiato la polpa,
costringerà il dentista alla devitalizzazione del dente per eliminare lo stimolo doloroso.
Quando poi la carie arriva alla polpa, e i batteri
avranno raggiunto i vasi sanguigni e linfatici, l’infezione non si limiterà più al solo danno locale
(distruzione del dente), ma potrebbe determinare
patologie a distanza a carico di organi cosiddetti
“bersaglio” (il cuore, i reni, le articolazioni, gli occhi) determinando quella che si chiama ”malattia
focale”.
Questo può avvenire anche se il dente è già morto
e non c’è più sintomatologia (dolore) allorquando
i germi si localizzano a livello dell’apice del dente e rimangono in uno stato silente formando il
“granuloma”: un’infezione tenuta circoscritta dal
sistema immunitario, ma che potrebbe manifestarsi improvvisamente, quando le difese organiche
dovessero diminuire all’improvviso.
Si forma inizialmente un piccolo foro, generalmente
fra i denti o nei solchi delle superfici masticatorie e,
se non si interviene rimuovendo il tessuto cariato
e quindi i batteri in esso contenuti, la carie procederà nella sua azione di erosione dallo smalto alla
dentina fino ad arrivare alla polpa.
Quando il processo carioso arriva alla dentina procede in modo molto più rapido (essendo la dentina
meno mineralizzata dello smalto) raggiungendo facilmente la polpa che contiene vasi sanguigni, vasi
linfatici e tessuto nervoso.
La carie è asintomatica quando interessa solo lo
smalto, non essendo quest’ultimo innervato, ma
quando raggiunge la dentina il paziente comincia
10
L’INFORMAZIONE SANITARIA
LE CAUSE
Un fattore determinante nella patogenesi della carie è attribuibile alla presenza di germi, in special
modo di anaerobi, nella flora batterica del cavo
orale. Questi provocano la fermentazione degli
zuccheri di derivazione alimentare, ristagnanti tra
i denti, con produzione di acidi che aggrediscono
gli strati più superficiali dello smalto.
que, si riforma in un dente completamente
privo di ogni residuo: per questo l’azione meccanica dello spazzolino è fondamentale per disorganizzare la placca che si riforma continuamente.
Per motivare e sensibilizzare il bambino all’igiene
orale si possono usare le pastiglie rivelatrici di
placca (pastiglie con coloranti vitali che colorano
la placca batterica). Le pastiglie non hanno un effetto igienizzante ma, come dice il nome, offrono
una migliore visione della placca.
La distruzione del dente è dunque causata dall’azione degli acidi prodotti dalla placca dentaria,
una patina di materiale che aderisce sui denti e sui
margini gengivali.
È stato dimostrato che lo sviluppo di acidi in
concentrazione sufficiente a decalcificare il dente è presente già dopo 3 minuti dall’ingestione
di zucchero e raggiunge la massima attività dopo
20 minuti, attività che persiste per 30-60 minuti.
In questa logica la causa della carie può essere
definita multifattoriale perché diversi elementi
concorrono alla sua formazione.
I batteri della placca iniziano a colonizzare nel
cavo orale nei punti in cui sono più protetti e meno
aggredibili dal flusso salivare e dal movimento di
lingua e guance. La placca si forma infatti nei punti
di ristagno dei detriti alimentari, essi forniscono
supporto di zuccheri per il suo metabolismo. In
particolare la placca la troveremo nel colletto del
dente, negli spazi interdentali e nei solchi e fossette delle superfici masticanti. Ogni alterazione al
normale rapporto tra i denti aumenta la possibilità
di ristagno e di conseguenza favorisce la formazione di placca: ci riferiamo alle malocclusioni ed
in particolare ai casi in cui i denti sono “stretti” o
“storti”. Anche protesi o otturazioni mal fatte possono favorire il ristagno di placca e di conseguenza
nuovi processi cariosi o danni alle gengive.
I fattori che hanno maggiore importanza nell’insorgenza della carie sono:
1. la maggiore o minore resistenza dei tessuti del
dente verso l’azione degli acidi;
2. il tempo durante il quale l’acido rimane a contatto con il dente;
3. la presenza di sostanze che, aderendo alla parete
del dente, permettono l’adesione dei batteri;
4. la potenza dell’acido prodotto dalla fermentazione e la capacità neutralizzante della saliva
del soggetto;
5. la malocclusione dentale.
Si calcola che in 8/12 ore la placca, comun-
La prevenzione della carie
L’ALIMENTAZIONE
Numerosi studi sperimentali effettuati sull’uomo e
su animali, in vivo ed in vitro, hanno dimostrato il
ruolo degli zuccheri alimentari nell’eziologia della
carie dentale.
Studi epidemiologici hanno comparato il consumo
di zuccheri al livello di carie dentale in tutto il mon-
do. Alcuni di essi, come quello di Sreebny o quello
di Miyzaki & Morimoto, hanno dimostrato l’aumentata incidenza di carie dentale in quei popoli che
avevano una maggiore disponibilità pro capite di
zucchero.
Altri studi, come quello dello svedese Vipeholm
(tra il 1946 e il 1951) hanno messo in evidenza
11
L’INFORMAZIONE SANITARIA
come il massimo incremento di carie lo si aveva
nei soggetti che consumavano alimenti dolci fuori
pasto, mentre l’aggiunta di zucchero, consumato
durante il pasto, determinava un incremento di carie nettamente inferiore. Studi trasversali condotti
negli Stati Uniti su un campione di 2514 persone
(tra il 1968 e il 1970), aventi un’età compresa tra
i 9 ed i 29 anni, hanno dimostrato che i casi di
carie dentale di adolescenti che mangiavano alte
quantità di zuccheri (più del 15% del campione)
erano il doppio rispetto agli adolescenti che ne
mangiavano una minore quantità (meno del 15%
del campione).
Molti studi, anche quelli già menzionati, hanno indicato che i casi di carie aumentano marcatamente
quando la frequenza di consumo di zuccheri è superiore a 4 volte al giorno.
mentale per la formazione corretta della dentatura
permanente. Lo studio è stato realizzato su più di
1.000 bambini, tra i 3 e i 5 anni, attraverso una visita odontoiatrica e questionari, compilati dai loro
genitori, attinenti ai loro primi mesi di vita. La ricerca ha portato alle seguenti conclusioni: i bambini
allattati al seno avevano una probabilità doppia di
avere un allineamento regolare dei denti rispetto ai
bambini della medesima età, che erano stati allattati artificialmente, o che avevano avuto il vizio di
succhiare pollice, ciuccio o altri oggetti. L’ipotesi
è che i bambini allattati al seno utilizzano muscoli
differenti rispetto a coloro che sono allattati attraverso il biberon, questi muscoli sarebbero in grado
di dare un apporto decisivo allo sviluppo corretto
della dentatura definitiva, correggendo anche il
morso, ossia la posizione delle due arcate dentarie
(superiore e inferiore) l’una rispetto all’altra.
Un errore alimentare, già nei primi mesi di vita, è intigere la tettarella del bambino nello
zucchero o nel miele. È stata perfino identificata
una carie da biberon (figura 4 a pagina 21), che
è legata all’abitudine di dare al bambino il biberon pieno di liquidi zuccherati come acqua
o camomilla; questi bimbi presentano una tipica
distruzione delle corone dei denti anteriori, che già
all’età di soli 3-4 anni sono ridotti alle sole radici.
Un altro errore piuttosto frequente è quello di aggiungere zucchero o miele alla frutta grattugiata e
alla spremuta: in natura la frutta ha di per sé un alto
contenuto di zucchero (fruttosio).
La cariogenicità degli alimenti dipende, oltre
che dalla quantità di zucchero che contengono, anche dalla loro consistenza: gli alimenti
più dannosi sono quelli ad alta adesività, poiché
rimangono tenacemente aderenti alla superficie
del dente, permettendo ai batteri contenuti nella
placca di utilizzarli più a lungo.
Parlare di alimentazione significa anche prendere
in considerazione da un lato l’allattamento materno, dall’altro le abitudini alimentari trasmesse sin
dalla prima infanzia. In linea con gli effetti positivi
dell’allattamento al seno, studi epidemiologici
hanno riscontrato un basso livello di carie dentale.
L’allattamento materno ha diversi vantaggi: non
utilizzare il biberon, ridurre la carie e inoltre l’infante allattato al seno riceve latte di composizione
controllata senza aggiunta di zuccheri, a differenza
dei latti formulati. Recenti studi italiani hanno anche evidenziato che allattare al seno favorisce,
nel tempo, uno crescita armonica dei denti.
Infatti un gruppo di dentisti di Milano e Salerno ha
valutato gli effetti dell’allattamento materno nei
primi tre mesi di vita sullo sviluppo della dentatura
decidua (o da latte). Il presupposto è che la posizione giusta dei denti da latte, con spazi opportuni
tra un dente e l’altro, abbia un’importanza fonda-
Una sana alimentazione è dunque alla base della
prevenzione e per questo è indispensabile una corretta educazione, facendo attenzione soprattutto
ai cibi che vengono ingeriti nell’intervallo tra
i pasti. Una norma fondamentale per una corretta
igiene alimentare è poi quella di non abusare di
pappe, omogeneizzati o frullati, ma passare in modo graduale all’alimentazione solida: è vero che i
cibi di minore consistenza piacciono di più al bambino, ma lo scarso esercizio alla masticazione
rallenta o non consente il completo e corretto sviluppo dell’apparato muscolo-scheletrico destinato a svolgere tale funzione. Inoltre, i cibi
12
L’INFORMAZIONE SANITARIA
a consistenza poco solida sono più cariogeni per
la loro maggiore adesività.
un’altra abitudine scorretta, ma molto frequente, è
quella di mangiucchiare, soprattutto alimenti dolci,
prima di andare a letto senza dopo lavarsi i denti.
È fondamentale che il bambino in età scolare
faccia una colazione adeguata per evitare che
dopo un’ora o due abbia molta fame e mangi la
merenda a scuola: la colazione deve essere ricca
e abbondante. Nel caso in cui il bambino consumi
comunque la merenda a scuola è preferibile di
gran lunga che scelga un frutto, uno yogurt o un
panino piuttosto che le merendine confezionate,
perché altamente cariogene in virtù del loro contenuto di zucchero (saccarosio) e della loro consistenza. Il discorso è sovrapponibile per la merenda
pomeridiana dove latte e frutta sono migliori di un
dolce confezionato o di un panino dolce; essi sono
più digeribili, dissetanti e molto meno cariogeni.
Anche le bevande gassate, le bibite, i succhi di
frutta spesso hanno un elevato contenuto di zucchero e quindi sono altamente cariogeni; inoltre
essendo prodotti alimentari “acidi”, un loro elevato
consumo provoca, attraverso un processo chimico
e non batteriologico, la progressiva perdita del tessuto dentale (erosione).
Dalla evidenza scientifica risulta dunque, che il
consumo giornaliero di zuccheri liberi non dovrebbe essere superiore a 40-50 g per persona, valore
che corrisponde al 6-10 % di energia consumata.
Inoltre risulta importante tener conto non solo della
quantità totale degli zuccheri liberi, ma anche della
frequenza del consumo di cibi e/o bevande che li
contengono, che dovrebbe essere limitata ad un
massimo di quattro volte al giorno.
L’IGIENE ORALE
Per avere denti sani bisogna dedicare molta cura
ed impegno all’igiene orale fin da bambini. Per
igiene orale si intende la rimozione con mezzi
meccanici dei residui alimentari e della placca
dentaria dalla superficie del dente. Mentre i detriti
alimentari possono essere rimossi anche con uno
sciacquo, la placca deve invece essere eliminata
con un’azione di sfregamento meccanico, essendo
fortemente adesa alla superficie del dente.
Quali strumenti adoperare per la pulizia dei denti e
delle gengive?
Lo spazzolino e il filo interdentale.
È stato dimostrato che alcuni alimenti, invece, hanno un effetto protettivo sulla carie dentale, come
ad esempio il latte e il formaggio per la loro natura
cariostatica, oppure gli alimenti integrali, le arachidi, i formaggi duri e chewing gum (senza zucchero)
in quanto inducono una maggiore masticazione e/
o stimolazione meccanica del flusso salivare. Pertanto, per una sana alimentazione è necessario
promuovere l’incremento del consumo di cibi
integrali, frutta e verdura e di ridurre il consumo di zuccheri liberi (zuccheri addizionati ai
cibi). Anche il fluoro protegge dalla carie dentale,
determinandone nei bambini una riduzione del 2040%, ma purtroppo non una completa scomparsa.
È stato dimostrato che nei paesi industrializzati,
dove c’è una adeguata esposizione al fluoro, non
si ha una riduzione significativa dell’incidenza e
gravità della carie dentale se non si associano una
riduzione del consumo di zuccheri ed una corretta
igiene orale. A tale proposito è utile ricordare che
A - Lo spazzolino dovrebbe avere le seguenti
caratteristiche:
• manico diritto (curve o pieghe non servono assolutamente a niente anzi, il più delle volte ostacolano un movimento corretto);
• lungo circa 15 cm per una buona impugnatura e
con una testa di circa 3 cm, vale a dire abbastanza
piccola per poter raggiungere agevolmente i singoli denti, soprattutto quelli posteriori;
• tre file di setole comprendenti ciascuna sei ciuffi, ogni ciuffo alto approssimativamente 12 mm e
distante 3 mm da quello vicino. Le setole devono
essere artificiali, in nylon, di media durezza e con
la punta arrotondata per permettere una corretta
pulizia senza danneggiare i tessuti gengivali e del
dente. Non vanno mai usati spazzolini con setole
naturali, poiché non sono di grandezza e calibro
13
L’INFORMAZIONE SANITARIA
costanti e, usurandosi in modo differente l’una dall’altra, perdono presto l’efficacia pulente.
In particolare nel bambino lo spazzolino deve
avere una testa più piccola, (circa 1,5-2 cm) per
adattarsi all’anatomia della bocca; uno spazzolino
troppo grande non si adatta alla piccola bocca del
bambino e di conseguenza lo usa male e impara a
lavarsi i denti in modo scorretto e insufficiente.
La scelta dello spazzolino ha quindi una importanza fondamentale.
Sono indicate in letteratura numerose tecniche di
spazzolamento, ma molte di esse sono così complesse che il bambino, specie se è piccolo, non se
ne può impadronire correttamente. Pertanto, in età
prescolare, ai bambini è preferibile insegnare la
tecnica di Fones: i denti sono tenuti in chiusura e lo
spazzolino viene premuto fortemente contro denti
e gengive con un movimento di tipo circolare. La
tecnica descritta non è igienicamente corretta, ma
serve al bambino per acquisire l’abitudine all’uso
dello spazzolino e alla pulizia dei denti. Sono da
evitare i movimenti dello spazzolino orizzontali e
troppo energici, che portano soltanto ad una usura
dello smalto nella regione del colletto e ad una retrazione gengivale.
Verso i 7 anni si dovrà insegnare al bambino
la tecnica di spazzolamento corretta.
Le fasi di spazzolamento per una migliore tecnica sono le seguenti:
• pulizia delle superfici vestibolari: si deve spazzolare la superficie dei denti dal bordo gengivale
verso la corona del dente con un movimento di
semirotazione (tecnica di Rouleau);
• pulizia delle superfici linguali: si debbono spazzolare tutte le superfici interne con un movimento
sempre dalla gengiva verso la corona del dente;
• pulizia dei colletti: si devono inserire le setole
sotto il bordo gengivale e, dopo aver effettuato un
movimento trasversale a piccole escursioni (che
serve a mobilizzare la placca batterica), si deve
effettuare un movimento di semirotazione verso la
corona del dente (tecnica di Bass);
insegnargli una buona tecnica di risciacquamento
della bocca, facendo passare a pressione l’acqua
tra i denti a bocca chiusa; il filo interdentale dovrà
invece essere usato dai genitori, magari con l’uso
di un tendifilo, nello spazio tra il primo e il secondo
molare deciduo, in epoca di dentizione mista, tra il
secondo molare deciduo e il primo molare permanente.
Lo spazzolino, dopo l’uso, va sciacquato, asciugato e protetto dalla polvere; esso va sostituito generalmente ogni 3-4 mesi, sempre dopo una malattia
infettiva e ogni volta che è rovinato; se ne deve
fare un uso assolutamente personale e non va
scambiato per nessun motivo con altre persone.
• pulizia delle superfici interprossimali: è possibile
pretendere dal bambino l’uso del filo interdentale
a partire dai 7-8 anni. Per i più piccoli è sufficiente
dentifrici magici o che possano sostituire le
tecniche di pulizia descritte in precedenza.
A volte il senso di freschezza e il sapore che il
B - Il Filo interdentale
Esso completa l’azione dello spazzolino e permette di rimuovere la placca tra dente e dente. Il filo
va inserito nello spazio interdentale, appoggiato
su una superficie laterale di un dente ed estratto
strofinando su questa superficie; l’azione va poi
ripetuta sull’altro lato del medesimo spazio. Si
passa progressivamente in tutti gli spazi. Il filo
deve essere teso tra le due mani molto vicine in
modo da avere solo un piccolo pezzetto di filo da
controllare nel movimento.
Spazzolino e filo interdentale sono quindi gli strumenti essenziali per la rimozione della placca,
tutti gli altri mezzi sono da considerare ausiliari
e verranno prescritti dallo specialista secondo le
effettive necessità.
L’azione dello spazzolino viene aiutata dal dentifricio. La pasta dentifricia è composto da un
20-40% di polvere abrasiva (silice) dispersa in un
20-30% di acqua o glicerina; sono presenti anche
detergenti schiumogeni, essenze, principi farmacologici. L’abrasivo potenzia l’azione meccanica
dello spazzolino, mentre la schiuma allontana la
placca rimossa dalla superficie del dente e facilita
l’azione dei farmaci. Ma attenzione! Non esistono
14
L’INFORMAZIONE SANITARIA
dentifricio lascia può illudere il bambino e, perché
no, anche l’adulto, di aver compiuto un’igiene
scrupolosa, ma in realtà insufficiente. Regola base
è ricordare che il dentifricio aiuta ed è piacevole,
ma non è assolutamente sufficiente, quindi se ne
sconsiglia l’uso in quantità esagerata.
Non esistono poi marche o formulazioni perfette. Il
buon dentifricio per un bambino deve essere ricco
di fluoro e con aroma gradito.
delle sottili pellicole protettive di materiale composito che vengono applicate sui solchi delle superfici masticatorie dei denti (premolari e molari permanenti e molari della dentizione decidua). Agiscono
come barriera fisica che impedisce il ristagno di
placca e di cibo, così da permettere una più facile
autodetersione salivare (figura 2-3 a pagina 21).
LA FLUOROPROFILASSI
Il fluoro è ormai ritenuto uno dei presidi più efficaci
contro la carie: studi statistici dimostrano che dove
il fluoro è stato sistematicamente impiegato si è
avuta una riduzione dell’incremento della carie di
oltre il 50%.
Il fluoro possiede un’azione batteriostatica
agendo direttamente sui batteri, ma soprattutto
un’azione indiretta in quanto è in grado di sostituirsi ad uno ione OH nell’idrossiapatite (minerale che
forma smalto e dentina) formando la fluoroapatite,
minerale molto più resistente agli attacchi degli
acidi che si producono nel corso della fermentazione batterica.
Il fluoro può essere somministrato al bambino
nel primo anno di vita attraverso caramelle a vari
dosaggi. Attraverso la via ematica raggiunge il
dente ancora in fase di maturazione e fa si che
i suoi cristalli siano fluorati e così più resistenti.
L’introduzione del fluoro continuerà fino a quando
il bambino avrà tutti i denti permanenti e cioè fino
ai 12-13 anni. È utile ricordare che il fluoro non è un
farmaco, ma un integratore alimentare e di norma
è introdotto nell’organismo attraverso gli alimenti.
L’uso del fluoro come integratore alimentare è pertanto necessario quando l’apporto con gli alimenti
è scarso.
La somministrazione del fluoro avviene anche
collocandolo a contatto diretto con i denti, come
nel caso del dentifricio fluorato e del collutorio al
fluoro, oppure, a livello professionale, attraverso
l’applicazione ogni 3-4 mesi di gel o lacche sui
denti per tempi determinati.
Quando praticare l’igiene orale?
È corretto rimuovere i residui alimentari dopo
ogni pasto o assunzione di cibo, mentre bisogna
rimuovere la placca almeno ogni 24 ore, poiché
come abbiamo visto essa si riforma dopo poche
ore dalla pulizia. È importante lavare i denti prima di dormire, evitando di reintrodurre alimenti,
bevande, caramelle o altre vivande, in particolare
zuccherate, poiché durante la notte il flusso della
saliva, elemento naturale che neutralizza la placca,
si riduce e i denti sono più esposti alla carie.
I CONTROLLI PERIODICI
E LA SIGILLATURA DEI DENTI
L’igiene personale dei denti, per quanto effettuata
con cura e regolarità, non è sufficiente da sola a
prevenire la carie e sono necessari anche controlli
periodici dell’odontoiatra ed un’adeguata alimentazione.
Le visite specialistiche dovrebbero avere luogo
periodicamente. In questo modo si assicura non
solo una detersione professionale dei denti, che
è senza alcun dubbio una profilassi anticariosa
molto efficace, ma anche la diagnosi e la terapia
precoce, quindi con il minimo danno, delle lesioni
dentali e parodontali. Quella del check-up dentogengivale è pertanto un’abitudine che ognuno dovrebbe prendere nella più seria considerazione.
Contestualmente ai controlli periodici, l’odontoiatra provvederà alla sigillatura dei denti, importante
misura di prevenzione della carie. I sigillanti sono
15
L’INFORMAZIONE SANITARIA
La prevenzione
delle malocclusioni
LA MALOCCLUSIONE
Termine molto generico che può significare tantissime cose:
• avere i “denti storti”;
• avere le ossa della bocca (mandibola o mascella)
troppo piccole o troppo grandi rispetto ai
denti che dovranno contenere;
• avere i mascellari in un rapporto non corretto e
quindi i denti di un’arcata non perfettamente corrispondenti a quelli dell’altra (figura 5 a pagina 21);
• avere uno squilibrio nella crescita delle ossa della
bocca anche se, apparentemente, i denti sono diritti e lo saranno fino all’età dello sviluppo;
• avere i denti o troppo grandi o troppo piccoli.
L’ORTODONZIA
È la scienza che si occupa di prevenire e
curare le malocclusioni e le loro possibili
conseguenze. La visita del bambino con l’ortodontista dovrebbe avvenire già all’età di 4-5 anni
perché, già in questa età, lo specialista è in grado
di individuare possibili alterazioni nella crescita dei
denti e delle ossa del viso.
A 6 ai 10 anni circa, l’ortodontista può ancora
intervenire per correggere la crescita scheletrica,
mentre non è più possibile a 12-13 anni, quando
la struttura facciale ha assunto la conformazione
dell’adulto. Sul bambino di 5-6 anni l’ortodontista può intervenire per correggere e prevenire
abitudini o comportamenti sbagliati, avvalendosi
di apparecchi mobili o fissi ad azione ortopedica
(che agiscono cioè sulla crescita scheletrica del
bambino) od anche avvalendosi di un approccio
interdisciplinare che vede l’utilizzo di figure professionali come l’ortopedico, il fisiatra, il logopedista,
l’otorino, il pediatra.
Nel “bambino adulto” (cioè a crescita scheletrica
ultimata) e nell’adulto, l’ortodontista può intervenire solo sull’apparato dentario, cioè correggendo
le occlusioni dentali. Oggi l’ortodontista nell’adulto
può utilizzare anche la chirurgia ortognatica, cioè
una chirurgia che permette la correzione di un grave problema scheletrico ed estetico non correggibile con la sola terapia ortodontica. Il chirurgo
interviene sulle ossa dei mascellari e il trattamento
ortodontico precede e segue l’intervento.
Può instaurarsi per:
• fattori ereditari;
• perdita dei denti “da latte” troppo presto rispetto
alla crescita dei denti permanenti;
• assenza congenita di alcuni denti o presenza di
qualche dente in più;
• non corretto sviluppo delle ossa o dei denti;
• abitudini, cosiddette viziate, che a lungo andare
modificano la forma della bocca e dei denti come succhiarsi il dito, mordicchiarsi le unghie o le
labbra, respirare con la bocca e non con il naso,
deglutire con la lingua tra i denti anteriori.
Può determinare:
• alterazioni del sorriso;
• pronuncia non corretta di alcune parole;
• rischio di perdere troppo presto i denti;
• volto non ben proporzionato;
• dolori alla testa, al collo, alle spalle;
• malattie dei denti e delle gengive;
• alterazioni dell’articolazione temporo-mandibolare;
• disturbi alla schiena;
• malattie della gola o dei polmoni per chi respira
con la bocca aperta.
16
L’INFORMAZIONE SANITARIA
La traumatologia dentale
dente permanente in seguito ad un trauma?
Vi sono alcune importanti e semplici norme che devono essere conosciute da chi si occupa del bambino
per poter agire tempestivamente con la massima
efficacia:
1. recuperare immediatamente il dente;
2. conservarlo in un ambiente il più vicino a quello fisiologico, collocandolo in un recipiente contenente
o soluzione fisiologica o latte o acqua o, in mancanza, riporlo in bocca al bambino (sotto la lingua
o tra la guancia e i denti). È un grave errore lasciare
il dente in un ambiente asciutto poiché il dente
reimpiantato andrà incontro ad anchilosi dentale,
riassorbimento della radice e morte della polpa;
3. inviare immediatamente il bambino dal dentista
che provvederà al reimpianto del dente. Questa
operazione dovrebbe essere eseguita preferibilmente entro mezz’ora e, comunque, non oltre due
ore per avere il massimo di probabilità di attecchimento vitale del dente reimpiantato.
I TRAUMI DENTALI
Rappresentano l’8% di tutta la patologia orale pediatrica, con una frequenza doppia nei maschi rispetto alle
femmine, verosimilmente per i tipi di giochi e di sport
d’azione che eseguono gli uomini. Maggiormente colpiti sono i denti del settore anteriore. In caso di traumi
dei denti, soprattutto anteriori, l’insegnante dovrà inviare il bambino dall’odontoiatra con estrema urgenza.
Si può avere la frattura o la lussazione (la fuoriuscita
dall’alveolo) dell’elemento dentale.
Le fratture dentali possono essere suddivise in
cinque classi:
1. frattura semplice della corona, che interessa lo
smalto;
2. frattura complicata della corona (smalto e dentina);
3. frattura coronale, che coinvolge smalto, dentina e
polpa;
4. frattura che coinvolge corona e radice dentale;
5. frattura radicolare.
Quando un frattura supera lo strato della dentina si
ha praticamente una comunicazione indiretta con la
polpa; infatti per ogni millimetro di dentina vi sono tremila tubuli dentinali attraverso i quali i batteri possono
penetrare fino alla polpa provocando poi la necrosi, la
discolorazione del dente ed anche ascessi apicali e
parodontali.
Una frattura, specialmente con interessamento della
dentina o con scopertura accidentale della polpa, va
trattata al più presto, a distanza di poche ore; il
dentista procederà alla protezione della polpa (meto-
LA PREVENZIONE DEI TRAUMI
Occorre sapere che ci sono dei soggetti a rischio:
prima di tutti i bambini con i denti superiori anteriori
molto sporgenti (figura 1 a pagina 21). Le cause
sono diverse: respirazione orale, abitudini viziate
(es.succhiamento delle dita, del succhiotto o del biberon), deglutizione atipica, forme eredo-costituzionali,
ed altre. Il 60% dei bambini che hanno una sporgenza
dei denti frontali superiore ai 6 mm è soggetto infatti ad
un trauma dentale ed ancora il 25-40% per sporgenze
comprese tra i 3-6 mm. Bisogna quindi informare i genitori di questi bambini del pericolo che essi corrono
soprattutto durante le ore di educazione fisica, o praticando sport d’azione o in seguito a traumi accidentali.
Questi bambini debbono essere invitati a recarsi dal
dentista che valuterà l’eventuale necessità di eseguire
una terapia precoce della malocclusione. L’eliminazione dell’eccessiva sporgenza dei denti anteriori permette infatti al paziente di ottenere la protezione delle
labbra, un buon controllo occlusale creando quindi
una barriera sicura ed efficace ai traumi.
do chiamato incappucciamento) e successivamente, a
distanza di 4-8 settimane, alla ricostruzione del dente.
La lussazione dentale può essere di due tipi:
1. parziale, con spostamento del dente nell’ambito del
suo stesso alveolo;
2. totale, con avulsione dentale.
Nei traumi più violenti, con lussazione totale, se il dente è permanente va reimpiantato subito, possibilmente
entro le prime due ore dal trauma. Il successo di
un reimpianto dentale dipende da due fattori: il tempo
intercorso e i mezzi di preservazione del dente.
Cosa fare nel caso in cui un bambino perda un
17
Spunti didattici
IPOTESI DI ARGOMENTI
MOMENTI ESPERENZIALI
ATTIVAZIONI
L’importanza del sorriso
• Proiezione di film, comiche
• Mimiche facciali: osservare
immagini e imitare
• Raccogliere fotografie, giornalini,
posters di personaggi conosciuti
dai bambini in atteggiamento
sorridente
• Discutere sul significato che una
dentatura sana può assumere per
la gradevolezza della persona
Quanti denti abbiamo
• Eruzione dei denti e caduta dei
denti: esperienze personali o
familiari
• Con uno specchio far contare i
denti e individuare il molare dei
6 anni
I nostri denti non sono tutti uguali
• Impronte personali, radiografie
• Diapositive raffiguranti i diversi
denti
• Calchi dei vari tipi di denti e loro
confronto
• Osservare allo specchio i vari tipi
di denti, poi disegnarne alcuni
o costruire modelli con pasta
modellabile
I denti permanenti una volta
spuntati non saranno più cambiati
• Eruzione dei denti permanenti
• Difficoltà temporanea di
pronuncia a seguito della caduta
dei denti
• Visita odontoiatrica del bambino
e/o di un familiare
• Discutere a cosa servono i denti
• Far pronunciare alcune parole
come: grazie, assiderato, dattero,
o le lettere t, d, n, z, s.
• Far riflettere dell’importanza dei
denti per una corretta fonazione
• Cantare insieme la canzone
“Fammi crescere i denti davanti”,
per accentuare le difficoltà di
pronuncia
Relazione tra cibi zuccherati e carie
• Quali e quanti alimenti zuccherati
consumo giornalmente
• Far preparare una lista dei cibi
dolci consumati abitualmente
• Far conoscere il rapporto tra
carie e residui zuccherini che
restano a lungo tra i denti
Relazione tra alimentazione
equilibrata e salute dei denti
• Cosa mangio abitualmente per
mantenere i miei denti sani e forti
Le azioni igieniche della giornata
• La mia igiene personale perché,
quando, con che cosa
L’igiene dei denti è importante
• Il mio spazzolino personale
1. di che colore
2. quando lo uso
3. in che modo
• Far preparare ai bambini una lista
dei cibi consigliati per la merenda
consumata a scuola
• Far disegnare ai bambini diversi
momenti della giornata in cui si
lavano o scattare fotografie
• Organizzare un cartellone,
incollare i disegni con le azioni
igieniche della giornata in
successione
• Indicare il modo corretto per
spazzolare i denti anche attraverso
le immagini del quaderno didattico
• Far ricostruire la storia di un
bambino che non si lava i denti e…
Il dentista è un amico: importanza
dei controlli
• Visita dal dentista: quando,
perché
• Ricostruire attraverso
drammatizzazione una visita allo
studio dentistico
Come mantenere i denti sani
• Cosa ho imparato?
• Conversazioni sull’esperienza
• Lettera ai genitori sulle regole
individuate
18
BIBLIOGRAFIA
ALBICINI RICCIOLI G., Vademecum di Ortognatodonzia. Prevenzione della
malocclusione, Edizione Piccin, Padova, 1982.
ANDLAW R. J., ROCK E. B., A Manual of pedodontics. Churchill, Livinstong.
Edimburg, New-York, 1982.
BONAZZI C., BIGNAMINI S., FERNANDEZ M. T., I programmi per l’educazione
alla salute orale in età infantile: esame comparato e criteri di valutazione,
Educazione Sanitaria e promozione alla salute, Perugia, Vol. 26, , n. 4 ottobrenovembre 2003
CASTALDI C.R.-BRASS G.S., Dentistry for the adolescent. W. B. Saunders co,
Philadelphia,1980
CAPRIOGLIO D., FALCONE P.,VERNOLE B.-Compendio di Odontoiatria
Infantile–N. 2 volumi. Edizioni. Masson, Milano, 1988.
CAPRIOGLIO D., FALCONE P., VERNOLE B.-Organizzazione della prevenzione
stomatologica infantile, Relazione alla Società Italiana di Odontoiatria Infantile,
Roma, Giugno 1983, Prevenzione Stomatologica, N. 6, 12, 36, 1983.
CAPRIOGLIO D., FALCONE P., VERNOLE B., I traumi dei denti anteriori in
pedodonzia, Edizioni Masson, Milano, 1
DOLCI G. e coll., Attualità in Clinica Pedodontica, Relazione al 52° Congresso
Nazionale AMDI, Roma, 8/10 Dicembre 1988.
DOLCI G., GALLUSI G., Valutazione dell’efficienza di un programma di igiene
orale, da Atti: Indagine epidemiologica e terapia odontoiatrica ASSLS, pag. 1 7
Roma 28 Aprile,1989.
CENTRO SPERIMENTALE PER L’EDUCAZIONE SANITARIA, Dossier: Sorriso,
specchio della salute, La Salute Umana, Centro Sperimentale per l’Educazione
Sanitaria, n. 128, Perugia,1994.
BRIZIARELLI L., MODOLO M. A., MORI M., I nostri denti, Quaderno n. 1 de “La
Salute Umana”,Centro Sperimentale per l’Educazione Sanitaria - Perugia, 1982.
Mc DONALD R. E: AVERY D. R. - Odontoiatria per il bambino e l’adolescente (Traduzione di D. Caprioglio, M. Giberna), Edizione. Piccin, Padova, 1988.
ORGANISATION MONDIALE DE LA SANITE’, Rapport sur la santé buccodentaire dans le monde 2003. Poursuivre l’amélioration de la santé buccodentaire au XXI° siècle – l’approche du Programme OMS de santé buccodentaire,
RESTA G., GRAZIANO V. e Coll., Nuove metodiche e nuove tecniche in
Pedodonzia. - Relazione al VIII Congresso della Società Italiana di Odontoiatria
infantile, Pisa, Marzo, 1989
SILVERSTONE L. M, JOHNSON N. W., HARDIE J.M., WILLIAM R. A. D. - Carie
dentali, eziologia, patologia e prevenzione- . Ed. Scienze e tecniche int. 1984
STROHMENGER L., BORGESE F., Il libro dei denti, Edizione Zyma, S.p.A.
Saronno, 1987.
STROHMENGER L., GHIRLANDA. C., Andamento dei valori di prevalenza della
carie a 5 anni di osservazione, da Atti del Convegno su Indagine epidemiologica
e terapeutica odontoiatrica ASSILS pag. 49, Roma, 28 Aprile 1989.
STROHMENGER L., WEINSTEIN R., Prevenzione della carie, Edizione OraI B, 1987.
WHO/FAO: Diet, Nutrition and the prevention of chronic diseases. WHO
Technical Report Series, N° 916, 2003
19
20