Presentazione Agli insegnanti La carie dentaria resta un importante problema sanitario che ha effetti negativi sia sulla salute che sugli oneri sociali. Questa seconda edizione del manuale sintetizza l’esperienza degli operatori sanitari che dal 1994 hanno condotto il progetto di prevenzione dentale Sorridi alla Prevenzione insieme agli insegnanti della scuola primaria modenese. Rispetto alla precedente stesura non ci sono novità di rilievo, in quanto da tempo sono noti e verificati efficacemente i comportamenti di prevenzione, mentre risultano approfonditi gli indirizzi normativi e le indicazioni da tenere per la riduzione del danno in caso di traumi. Il manuale si propone di facilitare il lavoro dei docenti ed in particolare: 1. affronta argomenti di anatomia e fisiologia del dente, igiene orale e alimentazione, temi essenziali per motivare uno stile di vita sano nel bambino che possa permanere nell’adulto; 2. consente un approccio interdisciplinare agli argomenti (scientifico, linguistico, storico, estetico…); 3. contiene la mappa; 4. offre spunti operativi per la programmazione educativa e didattica. Nell’auspicare che il manuale possa essere di aiuto alle insegnanti sia nell’attuazione di specifici impegni per la salute che di supporto ai programmi scolastici, auguriamo un proficuo lavoro. Gli operatori dell’Azienda USL di Modena 1 Il programma dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) L’OMS E LA PROMOZIONE DELLA SALUTE A SCUOLA Per quanto concerne la scuola, l’OMS ha redatto un documento tecnico, facente parte di una serie di “informazioni sulla salute a scuola”, in cui sono tracciate le linee guida destinate ad aiutare ed incoraggiare le scuole e i responsabili della collettività a migliorare la salute e l’educazione dei giovani. In sintesi il documento indica le seguenti azioni: L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) nel World Oral Health Report 2003 mette in risalto come la salute orale sia collegata, allo stesso modo delle malattie croniche, sia a fattori socio-ambientali che agli stili di vita individuali; infatti l’alimentazione ricca di zuccheri, il consumo alto di alcol e tabacco favoriscono lo sviluppo di malattie del cavo orale, fra cui la carie. Il rapporto sottolinea che, anche se la salute del cavo orale è in netto miglioramento nei paesi industrializzati, la carie dentaria rimane ancora oggi uno dei maggiori problemi di sanità pubblica. Infatti se da un lato nei Paesi industrializzati le nuove generazioni saranno, verosimilmente, le prime a non perdere i propri denti durante la vecchiaia, la carie ha ancora oggi un’alta prevalenza ed incidenza in tutte le regioni del mondo e grava principalmente sulle fasce più sfavorite e marginali. E’ anche importante dare risalto alla cura in quanto la spesa da sostenere è consistente, infatti bisogna considerare che il costo del trattamento per le malattie della bocca nei Paesi industrializzati occupa il quarto posto, ed è superiore rispetto alle malattie cardiovascolari, del cancro e dell’osteoporosi. Ciò rafforza l’interesse verso i comportamenti di prevenzione anche ai fini del riorientamento della spesa sanitaria su problemi risolvibili con sani comportamenti della persona. • favorire strategie di promozione per la salute orale facenti parte degli orientamenti più complessivi di promozione generale della salute; • sostenere azioni e progetti locali idonei a rispondere ai bisogni e alle contingenze della scuola e delle comunità; • costruire un ambiente scolastico che promuova la salute; • impiegare metodi di valutazione per la promozione della salute del cavo orale, come parte essenziale di una scuola promotrice di salute. In conclusione politiche scolastiche adeguate, ambienti sani ed iniziative di educazione, se condotte congiuntamente, favoriscono la salute oro-dentale e influenzano positivamente gli stili di vita. Ancora una volta l’OMS raccomanda di non vanificare i risultati raggiunti ma di potenziarli attraverso estese ed accurate iniziative di promozione, prevenzione e di educazione alla salute. 2 Programmi di tutela della salute in età evolutiva e riferimenti normativi A favore della popolazione in età pediatrica, l’Azienda Sanitaria Locale della provincia di Modena ha attuato interventi specifici di prevenzione della carie, delle malocclusioni dento-scheletriche e di tutte le patologie odontostomatologiche. La prevenzione primaria è affidata, in primo luogo, al pediatra di libera scelta che esercita, fin dai primi periodi di vita, un maggiore controllo sui fattori ambientali di rischio del bambino, come scarsa accuratezza dell’igiene orale, persistenza di abitudini errate (es. zucchero nel succhiotto), mancata cura della carie. I consultori pediatrici supportano il programma di prevenzione attraverso interventi educativi ai genitori, fin dai corsi di preparazione alla nascita, in occasione delle vaccinazioni, nelle comunità infantili (nidi, scuole materne). In età scolare la pediatria di comunità collabora con la scuola per progetti di educazione nutrizionale e di igiene orale, rivolti ai bambini, ma anche ai genitori e agli insegnanti. presso la quale occorre diffondere, raccomandazioni per una sana alimentazione, …anche coerenti con le consuetudini, che tengano conto dei fattori culturali e socio- economici…”. Inoltre il PSN indica che la carie dentaria colpisce particolarmente gli svantaggiati, è infatti nota la disuguaglianza tra Nord e Sud d’Italia nella prevenzione della carie. L’Azienda Unità Sanitaria Locale della provincia di Modena (AUSL di Modena), in linea con quanto è stabilito dalla Delibera Giunta Regionale (DGR) 309/2000 (linee guida per l’attuazione del Piano Sanitario Regionale 1999/2001) ribadisce che l’assistenza odontoiatrica “è tesa a garantire soprattutto priorità e semplificazioni di accesso, attraverso lo sviluppo di programmi mirati all’erogazione di prestazioni a favore di popolazioni particolarmente svantaggiate” (Delibera Direttore Generale 154/99) Il programma per le cure odontoiatriche prevede che si possa accedere alle prestazioni erogate a carico (parziale o totale) del Sistema Sanitario Nazionale secondo due differenti criteri, riferiti alla vulnerabilità sanitaria, per i pazienti affetti da determinate patologie (ad esempio: diabete giovanile, displasia ectodermica, cardiopatia congenita cianogena, anoressia, bulimia, patologie oncologiche pediatriche, sieropositività HIV…) e alla vulnerabilità sociale, per chi ha un reddito familiare non superiore a 15.000 euro. Per i ragazzi fino a 14 anni vengono garantite le cure ortodontiche, purché appartenenti ad un nucleo familiare in condizione di vulnerabilità sociale e sulla base di criteri di gravità clinica valutata dall’odontoiatra al momento della prima visita; è previsto un concorso alla spesa da parte degli utenti finalizzato al pagamento dell’apparecchio, calcolato sulla base della fascia di reddito. È inoltre garantita la presa in carico gratuita in ambito ospedaliero degli interventi che riguardano pazienti portatori di handicap, pazienti non collaboranti e tossicodipendenti. Il nuovo Piano Sanitario Nazionale (PSN 20032005) pone l’accento al diritto alla salute: “…è indispensabile garantire i Livelli Essenziali di Assistenza, concordati fra Stato e Regioni, assicurare un’efficace prevenzione sanitaria e diffondere la cultura della promozione della salute...”. I Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) sono le prestazioni e servizi che il Sistema Sanitario Nazionale (SSN) è tenuto a garantire a tutti i cittadini, gratuitamente o in compartecipazione. Il DPCM 29/11/2001 stabilisce le prestazioni che il Servizio Sanitario Nazionale può prendersi a carico e quelle che devono restare a carico del cittadino. Sempre il Piano Sanitario Nazionale afferma “… numerose patologie sono correlate, ad esempio, ad una alimentazione non corretta. Tra queste…lo sviluppo delle carie...”, “…la strategia di prevenzione deve essere rivolta pertanto all’intera popolazione, 3 L’educazione alla salute a scuola Da molti anni l’Azienda Unità Sanitaria Locale di Modena condivide con il mondo della Scuola le attività di Educazione alla salute. Nel 1999 è siglato il primo “protocollo di intesa per la promozione e l’educazione alla salute in ambito scolastico” che può essere considerato il primo Patto per la salute dei giovani tra due Istituzioni (Scuola e Sanità). Nel gennaio 2001 a Modena si dà formalmente vita al Piano per la Salute (PPS): “un piano triennale di azione elaborato e realizzato da una pluralità di Attori, coordinati dal governo locale (Conferenza Socio Sanitaria Territoriale dei Sindaci), che impegnano risorse umane e materiali allo scopo di migliorare la salute della popolazione. • • • • powerment dei giovani, sia attraverso azioni all’interno del curricolo formativo, sia nella realizzazione di un ambiente scolastico propizio alla salute; favorire l’equità, potenziando le capacità dei soggetti svantaggiati; sviluppare l’autostima dei ragazzi e del personale scolastico; migliorare il clima relazionale contribuendo al benessere delle persone; costruire relazioni positive con la famiglia e la comunità. L’attenzione della Scuola Primaria alla educazione alla salute trova la sua formalizzazione nel Decreto Legislativo del 18/02/’04 n. 59, Indicazioni Nazionali per i Piani di studio Personalizzati nella Scuola Primaria, laddove è introdotta L’educazione alla convivenza civile. Il decreto norma sei educazioni che hanno lo scopo di trasformare in competenze personali le conoscenze e le abilità relative ai campi dell’educazione alla cittadinanza, stradale, ambientale, alla salute, alimentare, all’affettività. In particolare essa afferma che la Scuola Primaria deve garantire, nell’ambito dell’educazione alla salute, le conoscenze relative agli organi, all’anatomia del corpo, alle loro funzioni, all’igiene della persona con la finalità di attivare negli alunni e nelle alunne comportamenti di prevenzione adeguati. Il PPS trae fondamento dalla consapevolezza che la salute dipende da molteplici fattori a loro volta condizionati dalle azioni di molti Attori (Enti locali, Istituzioni, Associazioni, Organizzazioni profit e non profit, Aziende Sanitarie, singoli Cittadini) e che per difenderla non basta migliorare i servizi sanitari, ma occorre innanzitutto intervenire su tutto ciò che la determina. In questo processo la Scuola riveste un ruolo rilevante per lo sviluppo di iniziative dirette non solo verso la prevenzione delle cause di malattia, ma soprattutto verso la promozione del benessere. Infatti la Scuola può: • promuovere stili di vita salutari e un reale em- Il progetto Sorridi alla prevenzione Sorridi alla Prevenzione nasce nell’anno scolastico 1994/1995 con la finalità di promuovere comportamenti di igiene orale ed alimentari adeguati per la prevenzione della carie. La fascia d’età prescelta fa riferimento ai bambini in cui è ancora presente la dentizione de- cidua ed inizia la permanente, per i quali l’aspetto preventivo acquista un’importanza strategica. È ovvia la rilevanza dei denti da un punto di vista fisiologico, ai fine della masticazione e della digestione: alimentarsi in modo equilibrato significa, 4 infatti, mangiare alimenti di varia natura e consistenza. Ma la salvaguardia dell’aspetto funzionale e della salute si coniuga anche con la valorizzazione della cura del sé, dell’autostima e dell’aspetto estetico, oltre che relazionale. Sappiano che i denti sono essenziali per parlare correttamente ed articolare bene i suoni, sono strumento fondamentale per la comunicazione e la comprensibilità di ciò che diciamo. Inoltre un bel sorriso influenza positivamente la vita di relazione dell’individuo in quanto, spesso, è il primo momento di comunicazione non verbale con gli altri. Pediatri, Assistenti Sanitari, Odontoiatri, Igienisti, Dietisti. Il progetto prevede: • supporto e consulenza agli insegnanti; • lezioni in classe con i bambini tenute delle Assistenti Sanitarie del Servizio Salute Infanzia; • lezioni presso l’ambulatorio clinico dentistico tenute dagli odontoiatri; • incontri, se richiesti, fra genitori ed esperti; • visite guidate presso gli ambulatori dentistici; • diffusione di strumenti informativi e didattici multimediali. I denti nel nostro immaginario occupano un elevato significato. Basti ricordare i diversi sensi che essi assumono nell’interpretazione dei sogni e i molti proverbi ed espressioni, entrati nel linguaggio comune, che utilizzano in modo figurato la parola dente. Per quanto concerne l’interpretazione dei sogni i denti rappresentano una tendenza alla aggressività: sognare di perderli ci informa, a livello simbolico, della propria impotenza, della paura di invecchiare da un punto di vista fisico e spirituale; Jung sostiene che sognare l’estrazione dei propri denti rappresenta per le donne il parto, mentre Freud afferma che negli uomini la perdita e l’estirpazione dei denti raffigurano un latente “complesso di castrazione”; nell’interpretazione popolare i denti invece rappresentano i parenti e gli amici più cari per cui perderli indica la loro morte. Per quanto riguarda i proverbi e le espressioni di uso comune ne ricordiamo qualcuno solo a livello esemplificativo:“occhio per occhio, dente per dente”, “ armato fino ad ai denti”, “difendersi con le unghie e con i denti”, “ho il dente avvelenato”, “chi ha denti non ha pane, chi ha pane non ha denti”, “la lingua batte dove il dente duole”, “rompersi i denti”… Inoltre il Servizio Igiene Alimenti e Nutrizione (SIAN), a completamento del progetto, ha avviato, dall’anno 2003, un’indagine di sorveglianza sui comportamenti alimentari presso scuole di diverso ordine e grado. Tale indagine potrà fornire indicazioni, in itinere, per l’adeguamento del progetto alle modificazioni delle abitudini alimentari di bambini e ragazzi. Sorridi alla Prevenzione si integra con le altre proposte educative dell’Azienda USL, contenute in Sapere & Salute, per la scuola primaria quali la formazione per il personale scolastico in materia di educazione alimentare e di intolleranze alimentari, le attività dell’esperto con gli studenti, il concorso in tema di alimentazione e con le altre che saranno messa a punto. L’esperienza condotta dal 1995 ad oggi, che ha visto coinvolti 22.700 bambini in 1100 iniziative della durata media di 5-6 ore, ci induce ad esprimere alcune considerazioni suffragate dal parere degli insegnanti coinvolti: • i bimbi in questa fascia di età fanno esperienza della progressiva caduta dei denti, il progetto contribuisce a far comprendere loro l’evento e a superare ansie e paure; • il messaggio educativo mediato dalla scuola e “rinforzato” dall’esperto incide sui bambini in modo rilevante; • diversi genitori riferiscono come l’esperienza contribuisca in modo significativo alla acquisizione di comportamenti salutari. Il progetto si basa sulla convinzione che la scuola, i servizi, la famiglia, ciascuno per le proprie competenze, svolgono un ruolo di primo piano nell’azione preventiva, qualora si realizzino interventi di educazione alla salute efficaci e rispondenti ai bisogni reali degli alunni, dei genitori e degli insegnanti, tali da renderli partecipi dell’esperienza di apprendimento. Sorridi alla Prevenzione è frutto della collaborazione tra diversi professionisti dell’Azienda Unità Sanitaria Locale (AUSL) quali 5 Mappa dell’unità di apprendimento Dal Decreto Legislativo del 19/02/’04 n. 59 Indicazioni Nazionali per i Piani di studio Personalizzati nella Scuola Primaria: “…dentro o dietro le “educazioni “ che scandiscono l’educazione alla Convivenza civile vanno sempre riconosciute le discipline, così come attraverso le discipline non EDUCAZIONI CONOSCENZE ABILITÀ OBIETTIVI FORMATIVI COMPETENZE IN USCITA Educazione alla salute • Organi e apparati del corpo umano e le loro principali funzioni 1. Comprendere che l’uomo si deve confrontare con i limiti della salute ed elaborarli, integrandoli nella propria personalità 1.a Rilevare lo sviluppo dei denti: dentizione decidua e permanente Acquisire corretti atteggiamenti e comportamenti preventivi relativi all’igiene dentaria 2. Elaborare tecniche di osservazione e di “ascolto” del proprio corpo per distinguere i momenti di benessere da quelli di malessere 2.a Elaborare ipotesi relative ala funzione dei denti 2.b Osservare l’anatomia del dente 2.c Esaminare la morfologia del dente 2.d. Cogliere la funzione dei diversi denti 2.e Cogliere l’importanza di una sana dentatura per l’individuo • L’igiene della persona (cure dei denti…) dei comportamenti e dell’ambiente (illuminazione, aerazione, temperatura…) come prevenzione delle malattie sociali e come agenti dell’integrazione sociale 3. Verbalizzare gli stati fisici personali (sintomi di benessere-malessere) e individuare le possibili cause che li hanno determinati 4. Attivare comportamenti di prevenzione adeguati ai fini della salute nel suo complesso, nelle diverse situazioni di vita 3.a Conoscere lo sviluppo della carie 4.a Comprendere alcune regole alimentari 4.b Essere in grado di mettere in atto alcune norme igienico preventive Educazione alimentare • Vari tipi di dieta e la loro relazione con gli stili di vita 1. A tavola mantenere comportamenti corretti (tempi distesi, masticazione adeguata…) 1.a Comprendere l’importanza di una masticazione corretta Scienze motorie e sportive • Le varie parti del corpo 1. Riconoscere e denominare le varie parti del corpo 1.a Distinguere le diverse forme dei denti in relazione alla loro funzione Mappa a cura di Carla Provitera e Gabriella Tritta 6 si fanno altro che promuovere l’educazione alla Convivenza Civile e, attraverso questa, nient’altro che l’unica educazione integrale di ciascuno a cui tutta l’attività scolastica è indirizzata” STRUMENTI METODOLOGIA VERIFICA DESTINATARI FASI DI LAVORO • Quaderno didattico Coinvolgimento attivo degli alunni attraverso: In itinere: Alunni e alunne della scuola primaria della provincia di Modena • Promozione del progetto in tutte le scuole primarie e raccolta delle adesioni • Cd Rom • Diapositive • Esperienze dirette e pratiche • Modelli • Sintesi dimostrativi informative plastici: la grande bocca e il grande • Lavoro di gruppo spazzolino • Osservazione dei • Diploma di merito singoli alunni e delle dinamiche • Manifesto nel gruppo classe • Questionario di • Simulazioni ingresso e finale con l’ausilio rivolto ai genitori dei modelli • Questionario dimostrativi rivolto agli insegnanti • Lettura critica e compilazione del quaderno didattico • Osservazione del grado di partecipazione degli alunni A termine dell’intervento: • Domande a risposta multipla, presenti nel quaderno didattico, rivolte agli alunni e alle alunne • Confronto tra gli operatori e gli insegnanti su contenuti, metodologie ed esperienza soggettiva • Somministrazione agli insegnanti di questionari di verifica per la valutazione del percorso • Somministrazione, prima e dopo l’intervento didattico, di questionari di verifica ai genitori per la valutazione delle modifiche comportamentali dei bambini 7 • Programmazione concordata tra gli insegnanti dei vari plessi scolastici e gli operatori sanitari • Informazione ai genitori • Attività delle insegnanti con gli alunni • Intervento in classe degli operatori sanitari • Valutazione relativa al raggiungimento degli obiettivi specifici tramite gli strumenti di verifica STRUMENTI Oltre al presente Manuale per insegnanti sono disponibili i seguenti strumenti: • Quaderno didattico È uno strumento operativo che aiuta lo studente, attraverso l’esperienza quotidiana ed il gioco, ad apprendere stili di vita sani; propone temi di anatomia e fisiologia del dente, di igiene orale, di alimentazione e si presta ad interventi interdisciplinari (scientifici, storici, linguistici, di educazione all’immagine). Il quaderno permette di realizzare esperienze di apprendimento e consente di verificare in itinere le acquisizioni apprese dai bambini • Diploma di merito Il gadget è consegnato agli studenti che partecipano al percorso didattico; ha una duplice funzione di gratificare il bambino e di rafforzare le regole fondamentali • Manifesto Viene affisso nelle scuole e negli studi dentistici per sensibilizzare gli operatori scolastici e la cittadinanza alla prevenzione e cura dentale. Può essere utilizzato come strumento promozionale per presentare gli elaborati dei ragazzi in mostre, in occasione di iniziative pubbliche e in feste di quartiere • Cd Rom È utile per i bambini in virtù dei giochi interattivi, per i • Questionario di ingresso e finale rivolto ai genitori Fondamentale sia per coinvolgere i genitori al percorso didattico sia per poter valutare modifiche comportamentali genitori nella sezione delle risposte degli esperti, per gli insegnanti come supporto al percorso didattico • Diapositive Sono utilizzate dalle Assistenti Sanitarie durante le lezioni/esperienze in classe per rinforzare i contenuti • Modelli dimostrativi plastici: la grande bocca e il grande spazzolino Sono usati per rinforzare i messaggi dalle Assistenti Sanitarie durante le lezioni/esperienze in classe con i bambini • Questionario rivolto agli insegnanti Strumento che permette di valutare l’utilità ed il gradimento degli interventi e degli strumenti messi a disposizione 8 L’INFORMAZIONE SANITARIA Cenni sull’apparato dentario ANATOMIA Nel dente distinguiamo: 1. la corona: la parte visibile che fuoriesce dalla gengiva; ha una forma caratteristica per ogni tipo di dente in base alle funzioni che deve svolgere. Essa è strutturalmente formata dallo smalto (all’esterno) e dalla dentina (all’interno); 2. la radice: la parte non visibile, infissa negli alveoli delle ossa mascellari. Essa è strutturalmente formata dal cemento (all’esterno) e dalla dentina (all’interno); 3. il colletto: la zona intermedia tra corona e radice. I tessuti duri proteggono il “cuore del dente” ossia la polpa dentaria che assicura gli scambi biologici con l’organismo. È ricca di vasi sanguigni e fibre nervose, cui si deve la sensibilità del dente stesso. Lo smalto è la sostanza più resistente, avendo un contenuto minerale pari al 97%, la dentina ed il cemento sono molto meno resistenti avendo una percentuale minerale molto inferiore. La radice del dente è fissata all’alveolo (osso) attraverso un tessuto: la membrana parodontale. 2. I denti permanenti Iniziano a spuntare in arcata all’età di 6 anni con i primi molari permanenti. Verso i 7 anni inizia la permuta dei denti decidui con quelli permanenti: tra i 7 e gli 8 anni il bambino cambierà tutti gli incisivi superiori e inferiori. In questa fase la dentizione è detta “mista”. Durante la seconda fase di permuta, circa verso il 10° anno di età, cadranno il 1° e il 2° molare deciduo e lasceranno il posto ai premolari permanenti; verso l’11°-12° anno di età ci sarà la permuta del canino e la comparsa del 2° molare permanente. Ora il ragazzo ha 28 denti permanenti. Verso il 18° anno di età possono comparire gli ultimi quattro denti o denti del giudizio e cioè i 3° molari; questi ultimi possono erompere se trovano il posto in arcata, erompere parzialmente o addirittura non erompere e rimanere inclusi. Con l’evoluzione della specie i 3° molari tendono poi a volte ad essere del tutto assenti. La dentatura permanente è composta da 32 denti, 16 per ogni arcata. DENTIZIONE DECIDUA E PERMANENTE In un individuo normale i denti compaiono di norma due volte nella vita; la prima dentizione è detta decidua, la seconda permanente. 1. I denti decidui: sono destinati ad essere sostituiti. La dentizione decidua compare nel bambino all’età di 6 mesi e si completa circa entro i 2 anni. (10 denti per l’arcata superiore e 10 denti per quella inferiore). Anche se questi denti sono destinati a scomparire, non sono meno importanti di quelli che compariranno in seguito e che resteranno per tutta la vita. Infatti i denti decidui non servono al bambino solo per masticare, parlare bene, sorridere, ma hanno anche la funzione fondamentale di conservare in arcata lo spazio per i permanenti. Questo spiega perché i denti decidui debbano essere protetti e curati al pari di quelli permanenti. SCHEMA DI SVILUPPO DELLA DENTIZIONE DECIDUA DENTI ERUZIONE incisivi centrali mesi 6/7 incisivi laterali mesi 7/9 canini mesi 16/18 primo molare mesi 12/14 secondo molare mesi 20/24 In generale compaiono prima i denti dell’arcata inferiore FUNZIONE DEI DENTI I denti non sono tutti uguali, ma differiscono per le diverse funzioni che devono svolgere. In genere si tende a classificare i denti in 4 gruppi: 1. incisivi: costituiscono la parte centrale dell’arcata, hanno una sola radice e la corona di forma appiattita per tagliare il cibo; sono quattro per 9 L’INFORMAZIONE SANITARIA ogni arcata e si distinguono in centrali e laterali; 2. canini: sono situati lateralmente agli incisivi, hanno la radice più lunga di tutti e una corona tagliente e aguzza; il loro compito è quello di tagliare e lacerare il cibo; sono quattro, due per ogni arcata; 3. premolari: sono a fianco dei canini e sono quattro per ogni arcata; la loro corona è cilindrica con la superficie masticatoria pianeggiante divisa in due parti dette cuspidi; la loro funzione è quella di triturare e sminuzzare il cibo; possono avere una o due radici; 4. molari: occupano la parte terminale dell’arcata e sono sei per ogni arcata (includendo nel nu- mero i denti del giudizio di cui abbiamo già detto); i superiori hanno tre radici, gli inferiori due. La loro funzione è quella di triturare il cibo. Oltre a queste importanti funzioni i denti sono essenziali per una corretta fonazione, soprattutto gli incisivi nella pronuncia delle consonanti dentali (T, D, N, Z, S). Inoltre bisogna poi riconoscere l’importante funzione estetica dei denti, in quanto sostengono i tegumenti che si adagiano alle arcate dentarie e modellano la parte inferiore del viso. La carie dentaria CHE COS’È, COME SI FORMA La carie dentale è una progressiva demineralizzazione e disintegrazione dei tessuti calcificati del dente; colpisce le persone di tutte l’età ed è una delle malattie più comuni dell’uomo. È una patologia infettiva sostenuta da batteri: il dente viene distrutto localmente a livello dei tessuti duri e produce una cavità che via via si approfondisce fino ad interessare la polpa. ad avvertire un dolore via via più intenso, prima provocato da alcuni stimoli (cibi o bevande calde, fredde, acide o zuccherate) poi progressivamente spontaneo. La carie deve essere curata il più precocemente possibile poiché quando ha danneggiato la polpa, costringerà il dentista alla devitalizzazione del dente per eliminare lo stimolo doloroso. Quando poi la carie arriva alla polpa, e i batteri avranno raggiunto i vasi sanguigni e linfatici, l’infezione non si limiterà più al solo danno locale (distruzione del dente), ma potrebbe determinare patologie a distanza a carico di organi cosiddetti “bersaglio” (il cuore, i reni, le articolazioni, gli occhi) determinando quella che si chiama ”malattia focale”. Questo può avvenire anche se il dente è già morto e non c’è più sintomatologia (dolore) allorquando i germi si localizzano a livello dell’apice del dente e rimangono in uno stato silente formando il “granuloma”: un’infezione tenuta circoscritta dal sistema immunitario, ma che potrebbe manifestarsi improvvisamente, quando le difese organiche dovessero diminuire all’improvviso. Si forma inizialmente un piccolo foro, generalmente fra i denti o nei solchi delle superfici masticatorie e, se non si interviene rimuovendo il tessuto cariato e quindi i batteri in esso contenuti, la carie procederà nella sua azione di erosione dallo smalto alla dentina fino ad arrivare alla polpa. Quando il processo carioso arriva alla dentina procede in modo molto più rapido (essendo la dentina meno mineralizzata dello smalto) raggiungendo facilmente la polpa che contiene vasi sanguigni, vasi linfatici e tessuto nervoso. La carie è asintomatica quando interessa solo lo smalto, non essendo quest’ultimo innervato, ma quando raggiunge la dentina il paziente comincia 10 L’INFORMAZIONE SANITARIA LE CAUSE Un fattore determinante nella patogenesi della carie è attribuibile alla presenza di germi, in special modo di anaerobi, nella flora batterica del cavo orale. Questi provocano la fermentazione degli zuccheri di derivazione alimentare, ristagnanti tra i denti, con produzione di acidi che aggrediscono gli strati più superficiali dello smalto. que, si riforma in un dente completamente privo di ogni residuo: per questo l’azione meccanica dello spazzolino è fondamentale per disorganizzare la placca che si riforma continuamente. Per motivare e sensibilizzare il bambino all’igiene orale si possono usare le pastiglie rivelatrici di placca (pastiglie con coloranti vitali che colorano la placca batterica). Le pastiglie non hanno un effetto igienizzante ma, come dice il nome, offrono una migliore visione della placca. La distruzione del dente è dunque causata dall’azione degli acidi prodotti dalla placca dentaria, una patina di materiale che aderisce sui denti e sui margini gengivali. È stato dimostrato che lo sviluppo di acidi in concentrazione sufficiente a decalcificare il dente è presente già dopo 3 minuti dall’ingestione di zucchero e raggiunge la massima attività dopo 20 minuti, attività che persiste per 30-60 minuti. In questa logica la causa della carie può essere definita multifattoriale perché diversi elementi concorrono alla sua formazione. I batteri della placca iniziano a colonizzare nel cavo orale nei punti in cui sono più protetti e meno aggredibili dal flusso salivare e dal movimento di lingua e guance. La placca si forma infatti nei punti di ristagno dei detriti alimentari, essi forniscono supporto di zuccheri per il suo metabolismo. In particolare la placca la troveremo nel colletto del dente, negli spazi interdentali e nei solchi e fossette delle superfici masticanti. Ogni alterazione al normale rapporto tra i denti aumenta la possibilità di ristagno e di conseguenza favorisce la formazione di placca: ci riferiamo alle malocclusioni ed in particolare ai casi in cui i denti sono “stretti” o “storti”. Anche protesi o otturazioni mal fatte possono favorire il ristagno di placca e di conseguenza nuovi processi cariosi o danni alle gengive. I fattori che hanno maggiore importanza nell’insorgenza della carie sono: 1. la maggiore o minore resistenza dei tessuti del dente verso l’azione degli acidi; 2. il tempo durante il quale l’acido rimane a contatto con il dente; 3. la presenza di sostanze che, aderendo alla parete del dente, permettono l’adesione dei batteri; 4. la potenza dell’acido prodotto dalla fermentazione e la capacità neutralizzante della saliva del soggetto; 5. la malocclusione dentale. Si calcola che in 8/12 ore la placca, comun- La prevenzione della carie L’ALIMENTAZIONE Numerosi studi sperimentali effettuati sull’uomo e su animali, in vivo ed in vitro, hanno dimostrato il ruolo degli zuccheri alimentari nell’eziologia della carie dentale. Studi epidemiologici hanno comparato il consumo di zuccheri al livello di carie dentale in tutto il mon- do. Alcuni di essi, come quello di Sreebny o quello di Miyzaki & Morimoto, hanno dimostrato l’aumentata incidenza di carie dentale in quei popoli che avevano una maggiore disponibilità pro capite di zucchero. Altri studi, come quello dello svedese Vipeholm (tra il 1946 e il 1951) hanno messo in evidenza 11 L’INFORMAZIONE SANITARIA come il massimo incremento di carie lo si aveva nei soggetti che consumavano alimenti dolci fuori pasto, mentre l’aggiunta di zucchero, consumato durante il pasto, determinava un incremento di carie nettamente inferiore. Studi trasversali condotti negli Stati Uniti su un campione di 2514 persone (tra il 1968 e il 1970), aventi un’età compresa tra i 9 ed i 29 anni, hanno dimostrato che i casi di carie dentale di adolescenti che mangiavano alte quantità di zuccheri (più del 15% del campione) erano il doppio rispetto agli adolescenti che ne mangiavano una minore quantità (meno del 15% del campione). Molti studi, anche quelli già menzionati, hanno indicato che i casi di carie aumentano marcatamente quando la frequenza di consumo di zuccheri è superiore a 4 volte al giorno. mentale per la formazione corretta della dentatura permanente. Lo studio è stato realizzato su più di 1.000 bambini, tra i 3 e i 5 anni, attraverso una visita odontoiatrica e questionari, compilati dai loro genitori, attinenti ai loro primi mesi di vita. La ricerca ha portato alle seguenti conclusioni: i bambini allattati al seno avevano una probabilità doppia di avere un allineamento regolare dei denti rispetto ai bambini della medesima età, che erano stati allattati artificialmente, o che avevano avuto il vizio di succhiare pollice, ciuccio o altri oggetti. L’ipotesi è che i bambini allattati al seno utilizzano muscoli differenti rispetto a coloro che sono allattati attraverso il biberon, questi muscoli sarebbero in grado di dare un apporto decisivo allo sviluppo corretto della dentatura definitiva, correggendo anche il morso, ossia la posizione delle due arcate dentarie (superiore e inferiore) l’una rispetto all’altra. Un errore alimentare, già nei primi mesi di vita, è intigere la tettarella del bambino nello zucchero o nel miele. È stata perfino identificata una carie da biberon (figura 4 a pagina 21), che è legata all’abitudine di dare al bambino il biberon pieno di liquidi zuccherati come acqua o camomilla; questi bimbi presentano una tipica distruzione delle corone dei denti anteriori, che già all’età di soli 3-4 anni sono ridotti alle sole radici. Un altro errore piuttosto frequente è quello di aggiungere zucchero o miele alla frutta grattugiata e alla spremuta: in natura la frutta ha di per sé un alto contenuto di zucchero (fruttosio). La cariogenicità degli alimenti dipende, oltre che dalla quantità di zucchero che contengono, anche dalla loro consistenza: gli alimenti più dannosi sono quelli ad alta adesività, poiché rimangono tenacemente aderenti alla superficie del dente, permettendo ai batteri contenuti nella placca di utilizzarli più a lungo. Parlare di alimentazione significa anche prendere in considerazione da un lato l’allattamento materno, dall’altro le abitudini alimentari trasmesse sin dalla prima infanzia. In linea con gli effetti positivi dell’allattamento al seno, studi epidemiologici hanno riscontrato un basso livello di carie dentale. L’allattamento materno ha diversi vantaggi: non utilizzare il biberon, ridurre la carie e inoltre l’infante allattato al seno riceve latte di composizione controllata senza aggiunta di zuccheri, a differenza dei latti formulati. Recenti studi italiani hanno anche evidenziato che allattare al seno favorisce, nel tempo, uno crescita armonica dei denti. Infatti un gruppo di dentisti di Milano e Salerno ha valutato gli effetti dell’allattamento materno nei primi tre mesi di vita sullo sviluppo della dentatura decidua (o da latte). Il presupposto è che la posizione giusta dei denti da latte, con spazi opportuni tra un dente e l’altro, abbia un’importanza fonda- Una sana alimentazione è dunque alla base della prevenzione e per questo è indispensabile una corretta educazione, facendo attenzione soprattutto ai cibi che vengono ingeriti nell’intervallo tra i pasti. Una norma fondamentale per una corretta igiene alimentare è poi quella di non abusare di pappe, omogeneizzati o frullati, ma passare in modo graduale all’alimentazione solida: è vero che i cibi di minore consistenza piacciono di più al bambino, ma lo scarso esercizio alla masticazione rallenta o non consente il completo e corretto sviluppo dell’apparato muscolo-scheletrico destinato a svolgere tale funzione. Inoltre, i cibi 12 L’INFORMAZIONE SANITARIA a consistenza poco solida sono più cariogeni per la loro maggiore adesività. un’altra abitudine scorretta, ma molto frequente, è quella di mangiucchiare, soprattutto alimenti dolci, prima di andare a letto senza dopo lavarsi i denti. È fondamentale che il bambino in età scolare faccia una colazione adeguata per evitare che dopo un’ora o due abbia molta fame e mangi la merenda a scuola: la colazione deve essere ricca e abbondante. Nel caso in cui il bambino consumi comunque la merenda a scuola è preferibile di gran lunga che scelga un frutto, uno yogurt o un panino piuttosto che le merendine confezionate, perché altamente cariogene in virtù del loro contenuto di zucchero (saccarosio) e della loro consistenza. Il discorso è sovrapponibile per la merenda pomeridiana dove latte e frutta sono migliori di un dolce confezionato o di un panino dolce; essi sono più digeribili, dissetanti e molto meno cariogeni. Anche le bevande gassate, le bibite, i succhi di frutta spesso hanno un elevato contenuto di zucchero e quindi sono altamente cariogeni; inoltre essendo prodotti alimentari “acidi”, un loro elevato consumo provoca, attraverso un processo chimico e non batteriologico, la progressiva perdita del tessuto dentale (erosione). Dalla evidenza scientifica risulta dunque, che il consumo giornaliero di zuccheri liberi non dovrebbe essere superiore a 40-50 g per persona, valore che corrisponde al 6-10 % di energia consumata. Inoltre risulta importante tener conto non solo della quantità totale degli zuccheri liberi, ma anche della frequenza del consumo di cibi e/o bevande che li contengono, che dovrebbe essere limitata ad un massimo di quattro volte al giorno. L’IGIENE ORALE Per avere denti sani bisogna dedicare molta cura ed impegno all’igiene orale fin da bambini. Per igiene orale si intende la rimozione con mezzi meccanici dei residui alimentari e della placca dentaria dalla superficie del dente. Mentre i detriti alimentari possono essere rimossi anche con uno sciacquo, la placca deve invece essere eliminata con un’azione di sfregamento meccanico, essendo fortemente adesa alla superficie del dente. Quali strumenti adoperare per la pulizia dei denti e delle gengive? Lo spazzolino e il filo interdentale. È stato dimostrato che alcuni alimenti, invece, hanno un effetto protettivo sulla carie dentale, come ad esempio il latte e il formaggio per la loro natura cariostatica, oppure gli alimenti integrali, le arachidi, i formaggi duri e chewing gum (senza zucchero) in quanto inducono una maggiore masticazione e/ o stimolazione meccanica del flusso salivare. Pertanto, per una sana alimentazione è necessario promuovere l’incremento del consumo di cibi integrali, frutta e verdura e di ridurre il consumo di zuccheri liberi (zuccheri addizionati ai cibi). Anche il fluoro protegge dalla carie dentale, determinandone nei bambini una riduzione del 2040%, ma purtroppo non una completa scomparsa. È stato dimostrato che nei paesi industrializzati, dove c’è una adeguata esposizione al fluoro, non si ha una riduzione significativa dell’incidenza e gravità della carie dentale se non si associano una riduzione del consumo di zuccheri ed una corretta igiene orale. A tale proposito è utile ricordare che A - Lo spazzolino dovrebbe avere le seguenti caratteristiche: • manico diritto (curve o pieghe non servono assolutamente a niente anzi, il più delle volte ostacolano un movimento corretto); • lungo circa 15 cm per una buona impugnatura e con una testa di circa 3 cm, vale a dire abbastanza piccola per poter raggiungere agevolmente i singoli denti, soprattutto quelli posteriori; • tre file di setole comprendenti ciascuna sei ciuffi, ogni ciuffo alto approssimativamente 12 mm e distante 3 mm da quello vicino. Le setole devono essere artificiali, in nylon, di media durezza e con la punta arrotondata per permettere una corretta pulizia senza danneggiare i tessuti gengivali e del dente. Non vanno mai usati spazzolini con setole naturali, poiché non sono di grandezza e calibro 13 L’INFORMAZIONE SANITARIA costanti e, usurandosi in modo differente l’una dall’altra, perdono presto l’efficacia pulente. In particolare nel bambino lo spazzolino deve avere una testa più piccola, (circa 1,5-2 cm) per adattarsi all’anatomia della bocca; uno spazzolino troppo grande non si adatta alla piccola bocca del bambino e di conseguenza lo usa male e impara a lavarsi i denti in modo scorretto e insufficiente. La scelta dello spazzolino ha quindi una importanza fondamentale. Sono indicate in letteratura numerose tecniche di spazzolamento, ma molte di esse sono così complesse che il bambino, specie se è piccolo, non se ne può impadronire correttamente. Pertanto, in età prescolare, ai bambini è preferibile insegnare la tecnica di Fones: i denti sono tenuti in chiusura e lo spazzolino viene premuto fortemente contro denti e gengive con un movimento di tipo circolare. La tecnica descritta non è igienicamente corretta, ma serve al bambino per acquisire l’abitudine all’uso dello spazzolino e alla pulizia dei denti. Sono da evitare i movimenti dello spazzolino orizzontali e troppo energici, che portano soltanto ad una usura dello smalto nella regione del colletto e ad una retrazione gengivale. Verso i 7 anni si dovrà insegnare al bambino la tecnica di spazzolamento corretta. Le fasi di spazzolamento per una migliore tecnica sono le seguenti: • pulizia delle superfici vestibolari: si deve spazzolare la superficie dei denti dal bordo gengivale verso la corona del dente con un movimento di semirotazione (tecnica di Rouleau); • pulizia delle superfici linguali: si debbono spazzolare tutte le superfici interne con un movimento sempre dalla gengiva verso la corona del dente; • pulizia dei colletti: si devono inserire le setole sotto il bordo gengivale e, dopo aver effettuato un movimento trasversale a piccole escursioni (che serve a mobilizzare la placca batterica), si deve effettuare un movimento di semirotazione verso la corona del dente (tecnica di Bass); insegnargli una buona tecnica di risciacquamento della bocca, facendo passare a pressione l’acqua tra i denti a bocca chiusa; il filo interdentale dovrà invece essere usato dai genitori, magari con l’uso di un tendifilo, nello spazio tra il primo e il secondo molare deciduo, in epoca di dentizione mista, tra il secondo molare deciduo e il primo molare permanente. Lo spazzolino, dopo l’uso, va sciacquato, asciugato e protetto dalla polvere; esso va sostituito generalmente ogni 3-4 mesi, sempre dopo una malattia infettiva e ogni volta che è rovinato; se ne deve fare un uso assolutamente personale e non va scambiato per nessun motivo con altre persone. • pulizia delle superfici interprossimali: è possibile pretendere dal bambino l’uso del filo interdentale a partire dai 7-8 anni. Per i più piccoli è sufficiente dentifrici magici o che possano sostituire le tecniche di pulizia descritte in precedenza. A volte il senso di freschezza e il sapore che il B - Il Filo interdentale Esso completa l’azione dello spazzolino e permette di rimuovere la placca tra dente e dente. Il filo va inserito nello spazio interdentale, appoggiato su una superficie laterale di un dente ed estratto strofinando su questa superficie; l’azione va poi ripetuta sull’altro lato del medesimo spazio. Si passa progressivamente in tutti gli spazi. Il filo deve essere teso tra le due mani molto vicine in modo da avere solo un piccolo pezzetto di filo da controllare nel movimento. Spazzolino e filo interdentale sono quindi gli strumenti essenziali per la rimozione della placca, tutti gli altri mezzi sono da considerare ausiliari e verranno prescritti dallo specialista secondo le effettive necessità. L’azione dello spazzolino viene aiutata dal dentifricio. La pasta dentifricia è composto da un 20-40% di polvere abrasiva (silice) dispersa in un 20-30% di acqua o glicerina; sono presenti anche detergenti schiumogeni, essenze, principi farmacologici. L’abrasivo potenzia l’azione meccanica dello spazzolino, mentre la schiuma allontana la placca rimossa dalla superficie del dente e facilita l’azione dei farmaci. Ma attenzione! Non esistono 14 L’INFORMAZIONE SANITARIA dentifricio lascia può illudere il bambino e, perché no, anche l’adulto, di aver compiuto un’igiene scrupolosa, ma in realtà insufficiente. Regola base è ricordare che il dentifricio aiuta ed è piacevole, ma non è assolutamente sufficiente, quindi se ne sconsiglia l’uso in quantità esagerata. Non esistono poi marche o formulazioni perfette. Il buon dentifricio per un bambino deve essere ricco di fluoro e con aroma gradito. delle sottili pellicole protettive di materiale composito che vengono applicate sui solchi delle superfici masticatorie dei denti (premolari e molari permanenti e molari della dentizione decidua). Agiscono come barriera fisica che impedisce il ristagno di placca e di cibo, così da permettere una più facile autodetersione salivare (figura 2-3 a pagina 21). LA FLUOROPROFILASSI Il fluoro è ormai ritenuto uno dei presidi più efficaci contro la carie: studi statistici dimostrano che dove il fluoro è stato sistematicamente impiegato si è avuta una riduzione dell’incremento della carie di oltre il 50%. Il fluoro possiede un’azione batteriostatica agendo direttamente sui batteri, ma soprattutto un’azione indiretta in quanto è in grado di sostituirsi ad uno ione OH nell’idrossiapatite (minerale che forma smalto e dentina) formando la fluoroapatite, minerale molto più resistente agli attacchi degli acidi che si producono nel corso della fermentazione batterica. Il fluoro può essere somministrato al bambino nel primo anno di vita attraverso caramelle a vari dosaggi. Attraverso la via ematica raggiunge il dente ancora in fase di maturazione e fa si che i suoi cristalli siano fluorati e così più resistenti. L’introduzione del fluoro continuerà fino a quando il bambino avrà tutti i denti permanenti e cioè fino ai 12-13 anni. È utile ricordare che il fluoro non è un farmaco, ma un integratore alimentare e di norma è introdotto nell’organismo attraverso gli alimenti. L’uso del fluoro come integratore alimentare è pertanto necessario quando l’apporto con gli alimenti è scarso. La somministrazione del fluoro avviene anche collocandolo a contatto diretto con i denti, come nel caso del dentifricio fluorato e del collutorio al fluoro, oppure, a livello professionale, attraverso l’applicazione ogni 3-4 mesi di gel o lacche sui denti per tempi determinati. Quando praticare l’igiene orale? È corretto rimuovere i residui alimentari dopo ogni pasto o assunzione di cibo, mentre bisogna rimuovere la placca almeno ogni 24 ore, poiché come abbiamo visto essa si riforma dopo poche ore dalla pulizia. È importante lavare i denti prima di dormire, evitando di reintrodurre alimenti, bevande, caramelle o altre vivande, in particolare zuccherate, poiché durante la notte il flusso della saliva, elemento naturale che neutralizza la placca, si riduce e i denti sono più esposti alla carie. I CONTROLLI PERIODICI E LA SIGILLATURA DEI DENTI L’igiene personale dei denti, per quanto effettuata con cura e regolarità, non è sufficiente da sola a prevenire la carie e sono necessari anche controlli periodici dell’odontoiatra ed un’adeguata alimentazione. Le visite specialistiche dovrebbero avere luogo periodicamente. In questo modo si assicura non solo una detersione professionale dei denti, che è senza alcun dubbio una profilassi anticariosa molto efficace, ma anche la diagnosi e la terapia precoce, quindi con il minimo danno, delle lesioni dentali e parodontali. Quella del check-up dentogengivale è pertanto un’abitudine che ognuno dovrebbe prendere nella più seria considerazione. Contestualmente ai controlli periodici, l’odontoiatra provvederà alla sigillatura dei denti, importante misura di prevenzione della carie. I sigillanti sono 15 L’INFORMAZIONE SANITARIA La prevenzione delle malocclusioni LA MALOCCLUSIONE Termine molto generico che può significare tantissime cose: • avere i “denti storti”; • avere le ossa della bocca (mandibola o mascella) troppo piccole o troppo grandi rispetto ai denti che dovranno contenere; • avere i mascellari in un rapporto non corretto e quindi i denti di un’arcata non perfettamente corrispondenti a quelli dell’altra (figura 5 a pagina 21); • avere uno squilibrio nella crescita delle ossa della bocca anche se, apparentemente, i denti sono diritti e lo saranno fino all’età dello sviluppo; • avere i denti o troppo grandi o troppo piccoli. L’ORTODONZIA È la scienza che si occupa di prevenire e curare le malocclusioni e le loro possibili conseguenze. La visita del bambino con l’ortodontista dovrebbe avvenire già all’età di 4-5 anni perché, già in questa età, lo specialista è in grado di individuare possibili alterazioni nella crescita dei denti e delle ossa del viso. A 6 ai 10 anni circa, l’ortodontista può ancora intervenire per correggere la crescita scheletrica, mentre non è più possibile a 12-13 anni, quando la struttura facciale ha assunto la conformazione dell’adulto. Sul bambino di 5-6 anni l’ortodontista può intervenire per correggere e prevenire abitudini o comportamenti sbagliati, avvalendosi di apparecchi mobili o fissi ad azione ortopedica (che agiscono cioè sulla crescita scheletrica del bambino) od anche avvalendosi di un approccio interdisciplinare che vede l’utilizzo di figure professionali come l’ortopedico, il fisiatra, il logopedista, l’otorino, il pediatra. Nel “bambino adulto” (cioè a crescita scheletrica ultimata) e nell’adulto, l’ortodontista può intervenire solo sull’apparato dentario, cioè correggendo le occlusioni dentali. Oggi l’ortodontista nell’adulto può utilizzare anche la chirurgia ortognatica, cioè una chirurgia che permette la correzione di un grave problema scheletrico ed estetico non correggibile con la sola terapia ortodontica. Il chirurgo interviene sulle ossa dei mascellari e il trattamento ortodontico precede e segue l’intervento. Può instaurarsi per: • fattori ereditari; • perdita dei denti “da latte” troppo presto rispetto alla crescita dei denti permanenti; • assenza congenita di alcuni denti o presenza di qualche dente in più; • non corretto sviluppo delle ossa o dei denti; • abitudini, cosiddette viziate, che a lungo andare modificano la forma della bocca e dei denti come succhiarsi il dito, mordicchiarsi le unghie o le labbra, respirare con la bocca e non con il naso, deglutire con la lingua tra i denti anteriori. Può determinare: • alterazioni del sorriso; • pronuncia non corretta di alcune parole; • rischio di perdere troppo presto i denti; • volto non ben proporzionato; • dolori alla testa, al collo, alle spalle; • malattie dei denti e delle gengive; • alterazioni dell’articolazione temporo-mandibolare; • disturbi alla schiena; • malattie della gola o dei polmoni per chi respira con la bocca aperta. 16 L’INFORMAZIONE SANITARIA La traumatologia dentale dente permanente in seguito ad un trauma? Vi sono alcune importanti e semplici norme che devono essere conosciute da chi si occupa del bambino per poter agire tempestivamente con la massima efficacia: 1. recuperare immediatamente il dente; 2. conservarlo in un ambiente il più vicino a quello fisiologico, collocandolo in un recipiente contenente o soluzione fisiologica o latte o acqua o, in mancanza, riporlo in bocca al bambino (sotto la lingua o tra la guancia e i denti). È un grave errore lasciare il dente in un ambiente asciutto poiché il dente reimpiantato andrà incontro ad anchilosi dentale, riassorbimento della radice e morte della polpa; 3. inviare immediatamente il bambino dal dentista che provvederà al reimpianto del dente. Questa operazione dovrebbe essere eseguita preferibilmente entro mezz’ora e, comunque, non oltre due ore per avere il massimo di probabilità di attecchimento vitale del dente reimpiantato. I TRAUMI DENTALI Rappresentano l’8% di tutta la patologia orale pediatrica, con una frequenza doppia nei maschi rispetto alle femmine, verosimilmente per i tipi di giochi e di sport d’azione che eseguono gli uomini. Maggiormente colpiti sono i denti del settore anteriore. In caso di traumi dei denti, soprattutto anteriori, l’insegnante dovrà inviare il bambino dall’odontoiatra con estrema urgenza. Si può avere la frattura o la lussazione (la fuoriuscita dall’alveolo) dell’elemento dentale. Le fratture dentali possono essere suddivise in cinque classi: 1. frattura semplice della corona, che interessa lo smalto; 2. frattura complicata della corona (smalto e dentina); 3. frattura coronale, che coinvolge smalto, dentina e polpa; 4. frattura che coinvolge corona e radice dentale; 5. frattura radicolare. Quando un frattura supera lo strato della dentina si ha praticamente una comunicazione indiretta con la polpa; infatti per ogni millimetro di dentina vi sono tremila tubuli dentinali attraverso i quali i batteri possono penetrare fino alla polpa provocando poi la necrosi, la discolorazione del dente ed anche ascessi apicali e parodontali. Una frattura, specialmente con interessamento della dentina o con scopertura accidentale della polpa, va trattata al più presto, a distanza di poche ore; il dentista procederà alla protezione della polpa (meto- LA PREVENZIONE DEI TRAUMI Occorre sapere che ci sono dei soggetti a rischio: prima di tutti i bambini con i denti superiori anteriori molto sporgenti (figura 1 a pagina 21). Le cause sono diverse: respirazione orale, abitudini viziate (es.succhiamento delle dita, del succhiotto o del biberon), deglutizione atipica, forme eredo-costituzionali, ed altre. Il 60% dei bambini che hanno una sporgenza dei denti frontali superiore ai 6 mm è soggetto infatti ad un trauma dentale ed ancora il 25-40% per sporgenze comprese tra i 3-6 mm. Bisogna quindi informare i genitori di questi bambini del pericolo che essi corrono soprattutto durante le ore di educazione fisica, o praticando sport d’azione o in seguito a traumi accidentali. Questi bambini debbono essere invitati a recarsi dal dentista che valuterà l’eventuale necessità di eseguire una terapia precoce della malocclusione. L’eliminazione dell’eccessiva sporgenza dei denti anteriori permette infatti al paziente di ottenere la protezione delle labbra, un buon controllo occlusale creando quindi una barriera sicura ed efficace ai traumi. do chiamato incappucciamento) e successivamente, a distanza di 4-8 settimane, alla ricostruzione del dente. La lussazione dentale può essere di due tipi: 1. parziale, con spostamento del dente nell’ambito del suo stesso alveolo; 2. totale, con avulsione dentale. Nei traumi più violenti, con lussazione totale, se il dente è permanente va reimpiantato subito, possibilmente entro le prime due ore dal trauma. Il successo di un reimpianto dentale dipende da due fattori: il tempo intercorso e i mezzi di preservazione del dente. Cosa fare nel caso in cui un bambino perda un 17 Spunti didattici IPOTESI DI ARGOMENTI MOMENTI ESPERENZIALI ATTIVAZIONI L’importanza del sorriso • Proiezione di film, comiche • Mimiche facciali: osservare immagini e imitare • Raccogliere fotografie, giornalini, posters di personaggi conosciuti dai bambini in atteggiamento sorridente • Discutere sul significato che una dentatura sana può assumere per la gradevolezza della persona Quanti denti abbiamo • Eruzione dei denti e caduta dei denti: esperienze personali o familiari • Con uno specchio far contare i denti e individuare il molare dei 6 anni I nostri denti non sono tutti uguali • Impronte personali, radiografie • Diapositive raffiguranti i diversi denti • Calchi dei vari tipi di denti e loro confronto • Osservare allo specchio i vari tipi di denti, poi disegnarne alcuni o costruire modelli con pasta modellabile I denti permanenti una volta spuntati non saranno più cambiati • Eruzione dei denti permanenti • Difficoltà temporanea di pronuncia a seguito della caduta dei denti • Visita odontoiatrica del bambino e/o di un familiare • Discutere a cosa servono i denti • Far pronunciare alcune parole come: grazie, assiderato, dattero, o le lettere t, d, n, z, s. • Far riflettere dell’importanza dei denti per una corretta fonazione • Cantare insieme la canzone “Fammi crescere i denti davanti”, per accentuare le difficoltà di pronuncia Relazione tra cibi zuccherati e carie • Quali e quanti alimenti zuccherati consumo giornalmente • Far preparare una lista dei cibi dolci consumati abitualmente • Far conoscere il rapporto tra carie e residui zuccherini che restano a lungo tra i denti Relazione tra alimentazione equilibrata e salute dei denti • Cosa mangio abitualmente per mantenere i miei denti sani e forti Le azioni igieniche della giornata • La mia igiene personale perché, quando, con che cosa L’igiene dei denti è importante • Il mio spazzolino personale 1. di che colore 2. quando lo uso 3. in che modo • Far preparare ai bambini una lista dei cibi consigliati per la merenda consumata a scuola • Far disegnare ai bambini diversi momenti della giornata in cui si lavano o scattare fotografie • Organizzare un cartellone, incollare i disegni con le azioni igieniche della giornata in successione • Indicare il modo corretto per spazzolare i denti anche attraverso le immagini del quaderno didattico • Far ricostruire la storia di un bambino che non si lava i denti e… Il dentista è un amico: importanza dei controlli • Visita dal dentista: quando, perché • Ricostruire attraverso drammatizzazione una visita allo studio dentistico Come mantenere i denti sani • Cosa ho imparato? • Conversazioni sull’esperienza • Lettera ai genitori sulle regole individuate 18 BIBLIOGRAFIA ALBICINI RICCIOLI G., Vademecum di Ortognatodonzia. 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