La qualità dell`educazione: la realizzazione di un diritto

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Documenti di
Sintesi
DS 17
27.04.09
© IIEDH
Observatoire de la diversité et des droits culturels
La qualità dell’educazione:
la realizzazione di un diritto
culturale nell’indivisibilità
dei diritti dell’uomo
Patrice Meyer-Bisch
Questo testo, dal titolo “L’educazione di qualità nella prospettiva dei diritti umani”, è
stato pronunciato, il 20 novembre 2008 alla Charles University di Praga, quale rapporto
introduttivo al V Forum di Praga sull’educazione, organizzato congiuntamente dal
Consiglio d’Europa e dal Ministero ceco dell’educazione, della gioventù e dello sport,
sul tema: “Il diritto ad un’educazione di qualità”. Il rapporto completo del Forum verrà
pubblicato successivamente, così come i documenti precedenti alle edizioni del
Consiglio d’Europa. Ringrazio la DG IV del Consiglio d’Europa, e precisamente il
Comitato direttivo dell’educazione, per la collaborazione.
Sfida: rinnovare a partire dall’esistente ....................................................................... 2
1. La qualità dell’educazione in quanto diritto dell’uomo ............................................. 3
§ 1. Considerare il diritto all’educazione un diritto dell’uomo ................................................ 3
§ 2. L’educazione continua per tutti....................................................................................... 5 § 3. Il diritto del bambino all’educazione ............................................................................... 5 § 4. Specificità per il Consiglio d’Europa ............................................................................... 6 2. La qualità dell’accesso alle altre libertà e agli altri diritti fondamentali .................... 6
§ 5. La qualità definita tramite l’indivisibilità dei diritti dell’uomo: il diritto ad un’educazione
“adeguata “ ............................................................................................................................ 6 § 6. La qualità civile ............................................................................................................... 7 § 7. La qualità sociale e ambientale ...................................................................................... 7 § 8. La qualità economica ..................................................................................................... 7 3. La qualità di un diritto specificamente culturale ...................................................... 7
§ 9. La qualità culturale: identità e accesso ai saperi............................................................ 8 § 10. Il contenuto culturale delle libertà civili ......................................................................... 8 § 11. Il nodo cruciale: l’apprendimento del « rispetto critico » .............................................. 9 § 12. La triangolazione formazione/informazione/patrimoni ................................................. 9 4. La qualità della sua attuazione e della sua valutazione ........................................ 10
§ 13. La qualità politica ........................................................................................................ 10 § 14. La qualità dell’educazione che si definisce “inclusiva” ............................................... 11 § 15. L’effettività, un’obbligazione di risultato...................................................................... 11 § 16. Gli indicatori del diritto all’educazione di qualità......................................................... 12 § 17. Sviluppo degli osservatòri del diritto all’educazione ................................................... 12 Traduzione: Belotti Francesca
Marzo, 2012
La qualità del diritto all’educazione pag.
2
Sfida: rinnovare a partire dall’esistente
L’unica missione della scuola è quella di preparare gli alunni alla società attuale o
anche quella di rafforzare il livello di cultura democratica, puntando ad una maggiore
effettività delle leggi? La scuola deve esclusivamente adattare i suoi sistemi agli attuali
mutamenti sociali servendosi di performances facilmente misurabili o ha una funzione
educativa della società stessa? Se sì, come può muoversi la scuola in tal senso se
essa stessa è parte integrante della società? Come può migliorare la realizzazione di
questo diritto garantendone a tutti l’effettività e come può elevare costantemente la
qualità delle nostre culture democratiche?
Se non progrediamo, non regrediamo. L’apatia politica non è solo una preoccupazione
per quanto concerne la cultura democratica, con il rischio che essa comporta per la
pace, le discriminazioni, la povertà e il rispetto della diversità culturale, ma è soprattutto
la negazione di un diritto che ci impone un’obbligazione di risultato e dunque ci
costringe a rimettere in discussione alcuni degli attuali paradigmi. La priorità è porre
questo tema al cuore del dibattito pubblico e promuovere un sistema permanente di
osservazione e di pilotaggio coinvolgendo tutti gli attori.
Nulla di più difficile, dal momento che il valore (la qualità in senso etico)
dell’educazione chiama direttamente in causa l’intimità delle persone, quella del
“tessuto sociale” e le scelte che fanno o distruggono una società. La qualità di un diritto
non si definisce in astratto sulla base di una serie di filosofie, ma in modo logico e
universalista tramite l’adeguamento agli altri diritti dell’uomo. L’approccio basato sui
diritti dell’uomo (ABDU1) assicura infatti un fondamento etico universale nel rispetto
della dignità umana; è un approccio concreto dato che definisce un’obbligazione di
risultato; è complesso in quanto rappresenta l’insieme delle relazioni tra le persone e il
loro tessuto sociale ed è infine dinamico perché si definisce grazie a delle capacità
concrete, personali e istituzionali. Il diritto ad un’ “educazione di qualità” può essere
definito come il diritto di ciascuno ad un’educazione “adeguata” alla realizzazione degli
altri diritti dell’uomo:

per se stesso e per gli altri,

per una società più democratica (che si sviluppa sul principio della garanzia dei
diritti, dell’interazione delle libertà e delle responsabilità)
Un’educazione è di qualità se permette ad ognuno di esercitare al meglio
l’insieme dei propri diritti, delle proprie libertà e responsabilità per sé e per
l’altro.
1
Dall’acronimo francese ABDH (Approche basée sur les droits de l’homme)
La qualità del diritto all’educazione pag.
3
1. La qualità dell’educazione in quanto diritto dell’uomo
§ 1. Considerare il diritto all’educazione un diritto dell’uomo
L’approccio basato sui diritti dell’uomo non è una visione esclusivamente giuridica,
riguarda infatti da subito l’etica politica e coinvolge tutti i settori. Questo approccio
assicura lo sviluppo delle capacità di dignità umana (legittimità) nella comprensione di
tutte le sue dimensioni (coerenza). Tale approccio garantisce una rifocalizzazione:
puntare alla legittimità e alla coerenza democratica almeno per sette ragioni.
1.1. L’oggettività e la legittimità di una definizione universale.
La qualità di un diritto dell’uomo non può essere né completamente relativa, né
ridotta a delle norme utilitariste, essa designa un valore etico universale,
adattabile alla diversità culturale.
La qualità può certamente essere definita sulla base di diversi approcci filosofici, ma è
necessario evitare almeno due pericoli:

il relativismo a discapito dei valori universali

l’“illusione tecnicista”: controlli di qualità che valorizzano dei criteri di
performance a discapito dei valori fondamentali universali e propri di ciascuna
cultura
Un approccio basato sui diritti dell’uomo orienta le politiche verso la realizzazione dei
valori fondamentali, garantiti dal diritto internazionale da cui scaturiscono obbligazioni
concrete.
1.2. Le due facce: personale e sociale.
La qualità sviluppa la capacità di scegliere e di essere scelti; è innanzitutto
apprendimento della reciprocità intesa come “capacitazione” reciproca
(empowerment)
L’obiettivo principale è l’educazione per tutti: un diritto uguale per tutti ad
un’educazione che miri al pieno sviluppo personale e alle capacità di inclusione nella
società. Si tratta di educare all’interfaccia. La qualità dell’educazione è traducibile nella
dialettica che attraversa la sostanza di questo diritto e che si può così riassumere:
autonomizzazione e socializzazione2, la libertà di scegliere e di essere scelti3:

sviluppo delle libertà: capacità di scegliere,

sviluppo delle responsabilità (capacità di inclusione): capacità di essere scelti.
2
Rif. A. Touraine, TOURAINE, A., Libertà, uguaglianza, diversità. Si può vivere insieme ?;
2009, Milano, Il Saggiatore. In particolare il capitolo 8 : La scuola del Soggetto.
3
H.-U. Grunder/L. von Mandach (dir.), Auswählen und ausgewahlt werden. Choisir et être
choisi. Intégration et exclusion des jeunes et jeunes adultes dans la solidarité et l’emploi,
Zürich, Seismo, 2007.
La qualità del diritto all’educazione pag.
4
1.3. La complessità delle capacità personali e sociali.
La qualità coincide con lo sviluppo integrato delle capacità personali all’interno
della complessità sociale.
All’interno del sistema dei diritti dell’uomo indivisibili e interdipendenti, il diritto
all’educazione si inserisce e si definisce sulla base di obiettivi concreti al servizio delle
libertà, toccando le differenti dimensioni della vita sociale. Il diritto all’educazione è
adeguato qualora permetta a ciascuno di accedere all’effettività degli altri suoi diritti
(educazione alla salute e ambientale, all’alimentazione, alla libertà d’espressione, di
associazione, ecc.).
1.4. Fine e mezzo dello sviluppo.
La qualità designa la realizzazione della persona per se stessa e in quanto
risorsa umana necessaria allo sviluppo di una società democratica.
Come ogni diritto dell’uomo, il diritto all’educazione è allo stesso tempo fine e mezzo
dello sviluppo personale e collettivo4. Le libertà d’espressione, di coscienza, di
associazione, ad esempio, sono un fine in sé, in quanto contribuiscono alla
realizzazione personale e sono dei mezzi per la realizzazione degli altri diritti e delle
capacità utili per la società. Lo sviluppo personale e quello sociale sono
interdipendenti, a condizione che ci si ponga alla ricerca di un costante progresso della
cultura democratica.
1.5. Fattore di coerenza nello spazio e nel tempo
La qualità è un adeguamento alla ricchezza dei contesti (ecologici, culturali,
economici, sociali e politici), nel tempo e nello spazio, attraverso l’apprendimento
delle interazioni.
Lo sviluppo delle capacità personali e istituzionali implica una coerenza nella
trasmissione dei valori a livello temporale, dal breve al lungo termine (sviluppo
durevole) e anche a livello spaziale (dal vicino al lontano). Ciò si coglie grazie ad una
comprensione di interdipendenza tra le scale di organizzazione che si declinano ai
livelli micro, meso e macro. Ad esempio, l’educazione ambientale si misura in base al
livello di equilibrio nella vita delle persone, della scuola, delle famiglie, dei paesi e delle
città, degli stati e del mondo.
1.6. Responsabilità comune agli attori pubblici, privati e civili.
La qualità si determina sulla base dell’esperienza del valore del bene comune, al
di là del bene privato e del bene collettivo, al di là delle distinzioni istituzionali.
4
Definizione di sviluppo di Amartya Sen: “Lo sviluppo può essere visto – sosterrò in questo libro
– come un processo di espansione delle libertà reali godute dagli esseri umani. In questo modo,
l’espansione della libertà è sia il fine primo che il principale mezzo dello sviluppo, ciò che
chiamo rispettivamente il “ruolo costitutivo” e il “ruolo strumentale” della libertà nello sviluppo”.
Amartya SEN, (Lo sviluppo è libertà. Perché non c’è crescita senza democrazia, 2001).
A. Sen è uno degli autori del rapporto del PNUD sullo sviluppo umano, Libertés culturelles dans
un monde diversifié, Paris, Economica, 2004.
La qualità del diritto all’educazione pag.
5
I diritti dell’uomo, in quanto diritti fondamentali, sono trasversali: non coinvolgono solo
le istituzioni scolastiche e professionali, ma tutti gli attori privati, pubblici e civili. Essi
rappresentano un bene comune pubblicamente protetto e tutti gli attori hanno la
responsabilità di contribuire a tale bene. Il bene comune è quello che si sviluppa grazie
alla condivisione.
1.7. Partecipazione.
La qualità è un’etica della cooperazione, fondata sulla reciprocità degli obblighi,
tenendo in considerazione le disparità e le situazioni di concorrenza.
Educare a interagire significa apprendere la partecipazione in una responsabilità
collettiva nei confronti del bene comune, secondo i tre livelli di obbligo: rispetto,
protezione e realizzazione. Tutte le forme educative implicano la padronanza della
disciplina ed il riconoscimento dell’eccellenza.
§ 2. L’educazione continua per tutti
La qualità definisce l’educazione continua5 a tutti i livelli, dall’educazione di base,
all’educazione universitaria o professionale, compresa la formazione permanente,
professionale o privata.
La qualità di questo diritto culturale può essere definita come l’interazione, lungo
tutta la vita, di tre missioni che definiscono l’educazione una formazione
totalmente umana:
-
istruzione: trasmissione e padronanza dei saperi,
-
educazione: appropriazione dei valori e delle leggi, modificazione delle
percezioni della coscienza e dei comportamenti,
-
insegnamento: apprendimento degli elementi che permettono a ciascuno di
collocarsi rispetto ai saperi e all’altro. L’insegnamento ha una funzione
mediatrice per l’istruzione e l’educazione6.
§ 3. Il diritto del bambino all’educazione
L’unità di queste tre missioni è particolarmente importante qualora si tratti di diritti del
bambino. Il suo avvenire – e per mezzo di lui, quello delle società alle quali parteciperà
– entra subito in gioco, poiché dipende dalla “qualità culturale” della formazione alla
quale ha accesso. La responsabilità è estremamente grande. Così come ribadisce la
Convenzione sui diritti del bambino, i responsabili di questo diritto devono prendere
5
Secondo i principi adottati alla Conferenza di Jomtien: Déclaration mondiale sur l’éducation
pour tous del 1990 e inseriti concretamente nelle strategie del Quadro d’azione di Dakar
elaborato dal Forum mondiale sull’educazione nel 2000. Il Rapport mondial de suivi sur
l’éducation pour tous del 2005, dedicato alla qualità costituisce una presentazione sintetica
molto utile dei differenti approcci filosofici e pedagogici. Tuttavia il rapporto non giunge ad una
definizione operativa.
6
Il modo di nominare queste tre componenti può variare in base agli attori, l’essenziale resta
comunque salvaguardare la complessità di questo diritto culturale, il cui oggetto è garantire al
soggetto l’accesso alle risorse necessarie allo sviluppo della propria identità. Sulla qualità
culturale, vedere in seguito, parte 3.
La qualità del diritto all’educazione pag.
6
delle decisioni in nome dell’ “interesse superiore del bambino”, favorendo il prima
possibile la sua partecipazione.
La qualità deve essere l’oggetto di un costante dibattito democratico per definire i
valori e le strategie di attuazione, dato che essa rappresenta il fattore più
importante di una società, ciò che merita di essere trasmesso e sviluppato.
§ 4. Specificità per il Consiglio d’Europa
Generalmente la specificità riconosciuta al Consiglio d’Europa è l’elaborazione di tutte
le politiche democratiche basate sui diritti dell’uomo, non solo come l’insieme di principi
costituzionali generali (principi democratici), ma come norme vincolanti controllate da
un insieme di strumenti, precisamente la Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo e
la Carta Sociale. Parte della credibilità dei programmi del Consiglio d’Europa dipende
dalla realizzazione di questo “valore aggiunto”, che non può che tradursi nell’apertura
dei settori secondo un approccio che poggia sull’indivisibilità e sull’interdipendenza dei
diritti dell’uomo. In altre parole, i diritti dell’uomo non possono ridursi ad un approccio
esclusivamente giuridico; la loro essenza politica attraversa tutti i settori e ne assicura
sia la coerenza che la legittimità.
2. La qualità dell’accesso alle altre libertà e agli altri
diritti fondamentali
§ 5. La qualità definita tramite l’indivisibilità dei diritti dell’uomo: il
diritto ad un’educazione “adeguata “
5.1. Il diritto ad un’educazione “adeguata” è un diritto che dà accesso all’esercizio delle
libertà e delle responsabilità, secondo la logica di definire la qualità dell’educazione
all’interno dell’insieme indivisibile e interdipendente dei diritti dell’uomo. La qualità
dell’educazione può quindi essere intesa come universale, relativa alla realizzazione di
ogni diritto dell’uomo, nel pieno rispetto della diversità culturale (le libertà fondamentali
sono identiche, ma si dispiegano diversamente in base ai vari contesti culturali).
5.2. Se si considera che ogni diritto dell’uomo, civile, culturale, economico, sociale e
politico, è allo stesso tempo un diritto, una libertà e una responsabilità,
un’educazione di qualità è quella che permette a ciascuno di esercitare al meglio
l’insieme dei propri diritti, delle proprie libertà e responsabilità per sé e per l’altro.
5.3. Il diritto all’educazione ha quindi una funzione trasversale per tutti i diritti dell’uomo,
per tali ragioni può essere valutato sulla base delle sue qualità civili, culturali,
ecologiche, economiche, sociali e politiche. La qualità culturale richiede uno sviluppo
particolare (parte 3), poiché si tratta di un diritto specificamente culturale. Per quanto
concerne la qualità politica, essa riguarda il contenuto del diritto e la sua attuazione
(parte 4).
La qualità del diritto all’educazione pag.
7
§ 6. La qualità civile
L’obiettivo è una formazione alla comprensione e all’esercizio delle libertà civili, alla
base dell’educazione alla cittadinanza democratica (ECD), e principalmente:

l’esperienza dell’uguaglianza tra tutti gli esseri umani (diritto alla non
discriminazione),

l’esperienza della possibilità e dell’efficacia delle libertà civili (libertà di opinione
e di pensiero, libertà di coscienza, di religione e di convinzione),

la conoscenza dei diritti dell’uomo in generale, dei “divieti fondanti” la
democrazia, del valore dei processi e del diritto penale,

l’esperienza della libertà di associazione e di partecipazione alle scelte politiche
al proprio livello.
§ 7. La qualità sociale e ambientale
Gli obiettivi di un’educazione di qualità si declinano concretamente per ciascun diritto,
insieme alle libertà e alle responsabilità per sé e per gli altri, all’interfaccia tra sé e
l’altro, tenendo in considerazione le molteplici dimensioni culturali di questi diritti:

alimentazione e salute,

alloggio e ambiente,

solidarietà sociale (diritto ad un livello di vita adeguato).
§ 8. La qualità economica
La comprensione della dimensione economica del diritto all’educazione evita uno iato
tra i due approcci: da un lato le concezioni umaniste che mal sopportano l’utilità sociale
e dall’altro le concezioni utilitariste che negano il valore etico fondamentale
dell’educazione.
8.1. L’educazione ai diritti economici coinvolge principalmente :

il diritto al lavoro, le capacità che permettono di sentirsi utili e nello specifico di
accedere al mercato del lavoro (le condizioni di occupazione): essere capaci di
scegliere ed essere scelti;

il diritto alla proprietà e le responsabilità ad esso legate, precisamente l’etica del
denaro
8.2. I sistemi di insegnamento devono essere a loro volta adeguati in base alla loro
qualità economica: giusta ripartizione dei costi e dei benefici; giusta valutazione
dell’importanza dell’investimento nell’educazione; giusti equilibri tra le fonti di
finanziamento (personali, pubbliche, private, associative). Si tratta dell’equilibrio
economico dei sistemi educativi nel loro insieme per permettere a tutti un miglior
accesso al diritto.
3. La qualità di un diritto specificamente culturale
La qualità del diritto all’educazione pag.
8
§ 9. La qualità culturale: identità e accesso ai saperi
9.1. Nel sistema dei diritti dell’uomo, il diritto all’educazione appartiene al gruppo dei
diritti culturali. L’oggetto comune di tali diritti è assicurare le capacità che permettono di
scegliere e di esprimere la propria identità7. Ciò implica le capacità d’accesso ai
riferimenti culturali, come risorse necessarie al processo di identificazione, lungo tutto il
corso della vita8. Oltre al diritto all’educazione, i diritti culturali possono così declinarsi:

la libertà di scegliere i propri riferimenti culturali, di stabilire delle priorità e di
poterle cambiare,

la libertà di esercitare delle attività culturali, in particolar modo linguistiche, nel
rispetto dei diritti altrui,

la libertà di appartenere, o di non appartenere, ad una comunità culturale,

il diritto di conoscere i patrimoni,

il diritto ad un’informazione adeguata,

il diritto di partecipare alla vita culturale e alle sue politiche.
9.2. La qualità culturale del diritto all’educazione non è negare il suo essere universale
(relativismo culturale), anzi è un’estensione dell’universalità che mira a cogliere la
diversità dei contesti culturali tenendo conto della ricchezza, così come della
debolezza, delle loro risorse.
§ 10. Il contenuto culturale delle libertà civili
Le libertà d’opinione, d’espressione, di pensiero, di coscienza e di religione, si fondano
sui saperi, sulla loro creazione e costruzione e sulla loro interazione. Il loro contenuto è
quindi culturale. L’analisi del contenuto comune proprio di ciascuno, ma al tempo
stesso condivisibile con gli altri e che perfino permette di fondare delle comunità
epistemiche organizzate in previsione di sviluppare tali saperi, valorizza
l’interdipendenza di queste libertà e contemporaneamente evidenzia l’insufficienza di
un’analisi formale e fortemente limitata alla sfera individuale. Nell’ambito religioso, la
necessità di comprendere il legame tra la realizzazione delle libertà intellettuali è
particolarmente importante e delicata in quanto stabilisce il “file rouge delle libertà tra
7
Per una migliore spiegazione della natura dei diritti culturali all’interno del sistema dei diritti
dell’uomo,
rif.
la
Dichiarazione
di
Friburgo,
reperibile
sul
sito
http://www.unibg.it/struttura/struttura.asp?cerca=cattedra-unesco_pubblicazioni1.
8
I diritti culturali designano i diritti, le libertà e le responsabilità di una persona, sola o in
comune, di scegliere e di esprimere la propria identità, e di accedere ai riferimenti culturali,
come altrettante risorse, necessarie al processo di identificazione, di comunicazione e di
creazione. (definizione tratta da P. Meyer-Bisch, M. Bidault, « Déclarer les droits culturels.
Commentaire de la Déclaration de Fribourg», 2010, Bruxelles, Bruylant, p. 17). I diritti culturali
sono quei diritti che autorizzano ciascuna persona, sola o in comune, di sviluppare le sue
capacità d’identificazione, di comunicazione e di creazione. I diritti culturali costituiscono le
capacità di legare il soggetto agli altri grazie ai saperi tramandati dalle persone e contenuti nelle
opere (cose e istituzioni) all’interno dei contesti entro i quali il soggetto si evolve. (Traduzione
non ufficiale)
La qualità del diritto all’educazione pag.
9
l’intimo e il pubblico”, e tocca così i valori etici e culturali che fondano ogni comunità
umana e ogni stato nazionale9.
§ 11. Il nodo cruciale: l’apprendimento del « rispetto critico »
Dal punto di vista culturale, la qualità dell’educazione può essere definita come
formazione al rispetto critico.
11.1. È tra il rispetto delle tradizioni e il divieto di diffamazione da una parte, e la libertà
d’opinione e di critica dall’altra, che si colloca il nodo cruciale dei diritti culturali: il
“rispetto critico”. Non basta proteggere l’individuo senza prestare attenzione ai valori
culturali ai quali esso si riferisce. Contrariamente, non è possibile proteggere le
tradizioni, a scapito delle libertà fondamentali. Il rispetto delle libertà del soggetto
presuppone la considerazione delle opere.
11.2. È necessario proteggere sia le libertà intellettuali che la qualità dei riferimenti alle
opere culturali. Ciò significa che l’accesso all’oggetto suppone una disciplina. Ogni
“oggetto culturale” – una comunità, una tradizione, un libro, un’architettura – possiede
una coerenza, che è opportuno imparare a conoscere e senza la quale questi oggetti
sarebbero inaccessibili e non rispettati. Una libertà diventa culturale dal momento che
la si coltiva, cioè quando è in grado di “padroneggiare” una disciplina e il suo
linguaggio, anche a costo di superarla.
11.3. Il diritto al patrimonio esige sia il rispetto, in quanto risorsa per le persone, che la
critica. Una critica basata sulla conoscenza è la condizione necessaria per la costante
rivitalizzazione ed il continuo adeguamento di un patrimonio che altrimenti si danneggia
a causa di tradizioni isolate tese ad irrigidirsi. Tutti gli uomini e tutte le istituzioni
condividono una responsabilità comune di “rispetto critico” nei confronti delle opere
costitutive di ogni patrimonio.
11.4. La condizione di rispetto critico non si oppone all’esercizio della libera critica, anzi
ne rappresenta il fondamento razionale e la condizione di legittimità: essa permette di
aprire la discussione e quindi la libera critica nella conoscenza delle “regole dell’arte”
della disciplina in questione, anche a rischio di contestarle. Criticare è permesso ed è
consigliabile. È vietato comportarsi come se si possedesse già il sapere, la scienza
esatta o la giusta dottrina politica. Questo è il principio fondante della democrazia così
come della scienza: l’obbligo di esporsi alla critica e il divieto di agire ponendosi al di
sopra.
§ 12. La triangolazione formazione/informazione/patrimoni
12.1. Così come l’informazione non può essere concepita come sola distribuzione di
messaggi, anche l’educazione non si può ridurre a fornire delle unità di sapere,
compreso in ambito politico. La realizzazione del diritto ad un’informazione adeguata
implica una buona formazione, vale a dire una capacità di cercare, selezionare,
criticare e produrre informazione. L’educazione adeguata è a sua volta, un’educazione
9
Le differenti libertà che costituiscono la libertà religiosa, suddivisa in libertà del forum internum
e libertà del forum externum, sono state analizzate in: J. B. Marie, P. Meyer-Bisch (éds.) Un
noeud de libertés. Les seuils de la liberté de conscience dans le domaine religieux, Genève,
Zurich, Bâle, Bruxelles, 2005, Schulthess, Bruylant. Vedere anche di seguito § 23.
La qualità del diritto all’educazione pag.
10
che si esercita grazie alla pratica del diritto all’informazione, con tutte le libertà e le
responsabilità che lo caratterizzano. I due diritti sono simmetrici.
12.2. Un terzo diritto strettamente connesso è il diritto di partecipare alla vita culturale,
secondo l’articolo 15 del Patto sui Diritti economici, sociali e culturali e in particolare la
disposizione del paragrafo 2: “le misure che gli stati parte del presente patto dovranno
prendere per conseguire la piena attuazione di questo diritto comprenderanno quelle
necessarie per il mantenimento, lo sviluppo e la diffusione della scienza e della
cultura”. Ogni formazione è formazione ad un patrimonio di saperi e alla comprensione
dei suoi contenuti. Si tratta del diritto di ogni persona di accedere ai patrimoni culturali
e di parteciparvi. Un patrimonio culturale costituisce un insieme di riferimenti a
molteplici dimensioni, materiali e spirituali, economiche e sociali che costituiscono
un’unità di senso, nella misura in cui il culturale rappresenta un’integrazione del senso
attraverso la molteplicità delle dimensioni della vita umana10. Una tradizione religiosa
può quindi essere considerata come un patrimonio vivente da proteggere per la
realizzazione della libertà individuale di convinzione e di religione per coloro che vi si
riferiscono o che potrebbero riferirsi11.
4. La qualità della sua attuazione e della sua
valutazione
§ 13. La qualità politica
13.1. In riferimento all’Educazione alla cittadinanza democratica (ECD), la qualità
politica comprende l’educazione a tutti i diritti dell’uomo, nella loro dimensione di
partecipazione politica. L’ECD raccoglie le capacità precedenti dato che essa dovrebbe
permettere:

un’analisi dei valori fondamentali della democrazia e delle loro interpretazioni
nei differenti contesti culturali, nazionali e internazionali,

una conoscenza teorica e pratica delle procedure democratiche a livello
statale così come delle modalità di partecipazione dei principali attori civili e
privati.
La qualità politica è l’adeguamento ad una società democratica, ad una società che ha
per obiettivo lo sviluppo delle libertà grazie alla loro interazione
13.2. L’ECD intimorisce e può risultare facile moralismo. Di fatto nulla può definire una
morale universale. E nessuno può negare che vi siano dei divieti imprescindibili. Per
10
Il diritto di partecipare ai patrimoni è riconosciuto, nelle sue molteplici dimensioni, in quanto
diritto individuale di accesso nella Convenzione del Consiglio d’Europa, la Convenzion-cadre
sur la valeur du patrimoine culturel pour la société (No199, 27.10.2005), detta “Convention de
Faro”. Entrata in vigore 1/06/2011
11
Nella Convention pour la sauvegarde du patrimoine culturel immatériel de l’UNESCO, si parla
di patrimonio “immateriale”, meglio definito patrimonio “vivente”. È dannoso che, ad eccezione
della suddetta Convenzione di Faro, in generale gli strumenti di tutela del patrimonio non si
declinano sulla base dei diritti individuali di partecipare a beni comuni.
La qualità del diritto all’educazione pag.
11
tali ragioni proponiamo di affrontare il rispetto della diversità sulla base del rispetto dei
divieti fondanti la democrazia e principalmente: l’omicidio e la discriminazione, per
quanto concerne i diritti civili; la menzogna, per quanto concerne i diritti culturali; il furto
(furto semplice, furto indiretto, usura, corruzione) in fatto di diritti economici; l’estrema
povertà in relazione ai diritti sociali e l’inquinamento, in relazione ai diritti ecologici.
Questi divieti non limitano le libertà, ne assicurano invece la possibilità.
13.3. Una famiglia, una scuola e tutte le organizzazioni che si dedicano all’educazione
possono assumersi degli obblighi solo se fondano la loro missione di insegnamento
sull’esercizio dei diritti.
§ 14. La qualità dell’educazione che si definisce “inclusiva”
Sinteticamente la qualità dell’educazione può essere definita “inclusiva”, sulla base dei
due significati che l’inclusione racchiude in sé.

L’integrazione delle differenti dimensioni della personalità e delle sue capacità
partecipative; queste differenti dimensioni sono sufficientemente descritte dalla
diversità dei diritti dell’uomo che garantiscono l’autonomia del soggetto (diritti,
libertà e responsabilità) nei differenti contesti della società. Si può parlare di
un’inclusione reciproca delle attività sia personali che sociali, ciò che
contemporaneamente assicura l’unità della persona e l’apertura del tessuto
sociale.

L’integrazione della persona nei diversi gruppi sociali e nello Stato. Questa
forma di integrazione considera i differenti livelli di partecipazione politica e non
si riduce solo al binomio astratto individuo/Stato. Si può parlare di livelli di
cittadinanza e della loro reciproca inclusione; l’esercizio della cittadinanza si
fonda su un valore di universalità estensiva (tutti gli individui, dapprima
all’interno della società nazionale, e in seguito a livello mondiale) e
comprensiva (il rispetto incondizionato di tutti i diritti umani)12.
§ 15. L’effettività, un’obbligazione di risultato
15.1. Il diritto è effettivo se i valori sui quali si fonda sono appropriati, osservabili e
verificabili. È necessario effettuare dei “controlli di qualità” che pongano l’accento,
soprattutto sui risultati raggiunti senza chiare indicazioni riguardanti i valori.
15.2. Se la democrazia è una cultura che si apprende, da dove bisogna iniziare, dato
che tutte le istituzioni, scuola compresa, sono allo stesso livello di democrazia? La
risposta sarebbe la seguente: non è possibile pensare ad una scuola che anticipi la
società nella quale è inserita, in quanto questa la respingerebbe, ma si può pensare ad
una scuola che abbia una funzione repubblicana progressista: così si può considerare
la legge in maniera un po’ più seria rispetto all’insieme della società. Gli attori della
formazione hanno l’arduo compito, non solo di sostenere un consenso sui diritti
fondamentali, ma anche di promuovere il passaggio da un “consenso passivo” ad un
“consenso attivo”.
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La nozione di sovranità è interpretata secondo almeno questa doppia accezione: sovranità
nazionale e sovranità democratica transfrontaliera.
La qualità del diritto all’educazione pag.
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§ 16. Gli indicatori del diritto all’educazione di qualità
16.1. L’approccio fondato sui diritti dell’uomo permette di costruire un insieme
sistemico, e non un semplice elenco, di indicatori che permettono di valutare un
sistema educativo sulla base di quattro capacità. L’Osservazione generale 13 del
Comitato del Patto dei diritti economici, sociali e culturali distingue quattro capacità
attraverso le quali si può valutare un sistema sociale dedito all’effettività del diritto
all’educazione:
accettabilità
acceptability
adattabilità
adaptability
dotazione adeguata
availibility
accessibilità
accessibility
16.2. Attraverso questo metodo, talvolta chiamato delle “4 A”, si può ottenere
un’immagine dinamica di un sistema, accettabile ed accettato in base
all’appropriazione dei valori e delle leggi; adattabile grazie alla diversità degli attori che
vi partecipano; adeguatamente dotato ed infine accessibile a tutti senza
discriminazione alcuna. Un tale sistema permette un’osservazione qualitativa e
dinamica capace di cogliere debolezze e sinergie, tramite la considerazione della
complessità e la valorizzazione delle iniziative13.
§ 17. Sviluppo degli osservatòri del diritto all’educazione
La priorità politica di ogni società democratica è l’osservazione partecipativa, nonché
mezzo e fine dei tre obblighi dello Stato in fatto di diritti dell’uomo: rispetto, protezione e
realizzazione (respect, protect, fulfil). La qualità non si può decretare, dal momento che
non può essere ridotta né a dei valori generali né ad una serie di “controlli qualità”.
Essa deve essere perennemente osservata, analizzata e corretta in modo interattivo
da tutti gli attori. Ciò permette soprattutto di incoraggiare gli attori ad assumersi i propri
diritti e responsabilità in vista di un bene comune, che non si riduce alla trasmissione
dei saperi, ma che contribuisce con forza ad orientare l’avanzare di una cultura
democratica originale, sviluppando così valori universali che siano appropriati a
ciascun contesto culturale.
Patrice Meyer-Bisch
Institut Interdisciplinaire d'Éthique et des Droits de l'Homme (IIEDH),
et Chaire UNESCO pour les droits de l'homme et la démocratie,
Observatoire de la diversité et des droits culturels
Université de Fribourg (Suisse)
[email protected] www.unifr.ch/iiedh www.droitscullturels.org
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Vedere, per esempio, la tabella con 47 indicatori, nel libro nato dopo quattro anni di inchieste
in Burkina Faso: (collettivo IIEDH/APENF) (con Jean-Jacques Friboulet, Anatole Niameogo,
Valérie Liechti e Claude Dalbera), La mesure du droit à l’éducation. Tableau de bord de
l’éducation pour tous au Burkina Faso, Paris, Karthala. 153 p. Versione inglese: Measuring the
Right to Education, Schulthess, Zurich, Genève/UNESCO, Paris, Hambourg 157 p.
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