NECESSITA' DI FINANZIAMENTO E SGRAVIO DEGLI ONERI Tenuto conto della riforma della PAC, sono da considerarsi 3 obiettivi essenziali per la filiera: • Assicurare il mantenimento delle aziende lattiere e la loro presenza su tutto il territorio. Mantenere la produttività e la competitività delle aziende lattiere costituisce una posta in gioco importante per la filiera e il paese sia sul piano economico-sociale che territoriale. La Francia è in effetti il 2° produttore europeo di latte di mucca con 23,5 milioni di tonnellate di latte all'anno. L'esportazione dei prodotti lattieri genera un utile commerciale annuo di 2,5 miliardi di €. La filiera lattiera rappresenta 400.000 occupati, di cui 300.000 attivi permanenti a livello della produzione. Contribuisce inoltre ad una occupazione equilibrata del territorio: le aziende lattiere si situano in effetti su tutta la Francia ed in particolare in zona di montagna. • Migliorare le condizioni di lavoro. Negli allevamenti lattieri, le attività legate alla mungitura rappresentano in media il 55% del tempo di lavoro. Le condizioni di lavoro nella filiera lattiera sono essenziali: · promuovono il benessere degli animali; · Determinano la qualità del lavoro e di vita dell'allevatore; · Rappresentano un fattore importante nella continuità dell'attività e la scelta del mestiere per le nuove generazioni (il reddito per tempo di lavoro nella filiera latte è uno dei più bassi nell'agricoltura). La posta in gioco è ancora più importante in quanto è in seno alla filiera del latte che si conta il più alto tasso di insediamenti. Migliorare le condizioni di lavoro costituisce una seria e permanente preoccupazione per gli allevatori, come testimonia il peso crescente della voce meccanizzazione; questa voce è la più pesante degli oneri strutturali (30% del costo di produzione / 1O% per l'edificio). • Rispondere alle esigenze minime in materia di ambiente naturale, di igiene e di benessere animale. La riforma della P AC a medio percorso ha previsto a partire del 1 gennaio 2005 l'allargamento del condizionamento degli aiuti dal 2° al l ° 45 pilastro della P AC. Il rispetto delle norme fissate dalla regolamentazione comunitaria diventa fondamentale per le aziende che dovranno investire per adattare la loro struttura e così continuare a beneficiare degli aiuti pubblici. Sulla questione delle norme comunitarie relative agli effluenti di allevamento in zona vulnerabile, la semplificazione dello strumento PGIOA dovrebbe permettere di meglio accompagnare il settore lattiero fino al 2006. Analisi della situazione Una ristrutturazione delle strutture di produzione accentuata dalla diminuzione del numero delle aziende. Si contavano 115.000 aziende lattiere nel 2003 e 380.000 nel 1980. Da 3.000 a 5.000 aziende lattiere, cioè il 5%, sono scomparse ogni anno. Si tratta del più forte tasso di scomparsa delle aziende agricole francesi. La riforma della PAC contribuirà a diminuire il numero delle aziende e a rafforzare il fenomeno di concentrazione e di ristrutturazione delle aziende lattiere che avranno bisogno di ingrandirsi e modernizzarsi per rimanere competitive. Gli edifici necessitano di uno sforzo di modernizzazione e di adattamento importante: · Un parco di edifici vetusti: Il parco di edifici è vetusto in quanto il 60% degli edifici delle aziende è stato costruito prima del 1980, con un rinnovamento importante dopo il 1994 a seguito della messa a punto del PGIOAl. Gli edifici sono per la maggior parte attrezzati con stabulazioni libere costruite negli anni '70: un terzo delle stalle rimane ancora a stabulazione fissa, in particolare nei massicci montagnosi. · Una serie di edifici non conformi alle norme ambientaIi: Per quanto riguarda lo stoccaggio degli effluenti, la metà delle fosse è antecedente al 1980, il 50% delle capacità di stoccaggio riguarda costruzioni dopo il 1995 (SCEES). Secondo l'istituto dell' Allevamento, su 115.000 edifici in aziende lattiere: 46 o 80.000 hanno più di 20 anni e 65.000 non sono a norma; o 35.000 hanno meno di 20 anni e 28.000 non sono a norma. Su 93.000 aziende che non sono a norma, 45.000 si trovano in zona vulnerabile. Nel 2001, su 61.000 aziende coinvolte dal PGIOA, due terzi erano aziende lattiere. Due difficoltà principali A. Un costo di modernizzazione e di messa a norma elevato. In un periodo di 20 anni, il 30% delle aziende lattiere potranno essere rimesse a nuovo e il 50% rinnovate. Il costo di modernizzazione globale in questo periodo sarà di 8,8 miliardi di Euro: · 6,5 miliardi di Euro per la modernizzazione; · 2,3 miliardi di Euro per il blocco della mungitura. Il costo della messa a norma ambientale globale in questo periodo sarà di 4,5 miliardi di Euro: · In zona vulnerabile, il costo della messa a norma ambientale è stato valutato in 2 miliardi di Euro per 38.400 aziende che abbiano più di 25 UGB, cioè 850 €/UGB lattieri e 680 Euro dopo la sovvenzione. In oneri annui, questo costo rappresenta 1,5 centesimi di Euro per litro di latte includendo le sovvenzioni e le economie sugli acquisti di concimi azotati. · Zona non vulnerabile, il costo è stimato in 2,5 miliardi di Euro per 41.700 aziende che abbiano più di 25 UGB. B. Mezzi di investimento limitati. Per quanto riguarda la situazione economica e finanziaria delle aziende lattiere, consta: • A livello dell'indebitamento, dati più positivi se paragonati ad altre aziende: · L'indebitamento totale stimato in 80.000 Euro è stabile dal 2000 e inferiore alla media; · Il peso delle annualità sull'EBA del 35% è in linea alla media; · L'indebitamento è quindi elevato per quanto riguarda la media delle aziende europee lattiere (Danimarca, Germania, Irlanda, Paesi Bassi). • In compenso, in termini di redditi, risultano dati piuttosto sfavorevoli alle aziende lattiere se paragonati all'insieme delle aziende francesi: 47 · Redditi in ribasso inferiori alle altre aziende agricole: il risultato corrente prima della tassa per unità di lavoro non salariato che si situa a 14.600 Euro, è inferiore alla media; · La variabilità del reddito è importante: 1/3 delle aziende ha un reddito disponibile per UTA familiare inferiore a 10.000 Euro, cioè il SMIC netto. L'opportunità di investimento si pone quindi in un settore in cui i redditi sono già relativamente fragili e dove sono richiesti investimenti significativi sia sul piano della messa a norma che su quello della modernizzazione. Il finanziamento di questi investimenti non potrà realizzarsi se non con la prospettiva di un aumento dell'indebitamento. Proposte Alla luce degli obiettivi considerati per la filiera lattiera e della situazione delle aziende, sono state analizzate quattro poste prioritarie, dalle quali deriveranno le proposte: ¾ La modernizzazione degli edifici: costituisce una posta in gioco reale in riferimento alla vetustà del parco e la volontà di migliorare le condizioni di lavoro (difficoltà e sicurezza) per rendere la filiera più attraente in particolare per le giovani generazioni. Queste specificità della filiera sono tenute in considerazione nel quadro del "Piano Edifici". ¾ La gestione collettiva del materiale e del lavoro: la pesantezza degli oneri di meccanizzazione e l'importanza del vincolo nel settore lattiero fanno prevedere soluzioni collettive per l'utilizzo del materiale e l'organizzazione del lavoro. Questo tema deve essere affiancato alla problematica "occupazione". ¾ Il rinnovo generazionale: sostegni specifici sono necessari per incitare le giovani generazioni a lavorare in seno alla filiera lattiera dove la percentuale di insediamenti è più alta. ¾ Le modalità di finanziamento delle aziende lattiere, che potranno essere adattate all'evoluzione delle strutture. 48 L'integrazione delle specifìcità della filiera lattiera nel "Piano Edifici" La necessità di assicurare la permanenza della filiera e la validità delle aziende implica soprattutto il mantenimento su tutto il territorio degli allevatori lattieri e quindi l'accesso potenziale di tutti gli allevatori all'aiuto attribuito al titolo del "Piano Edifici". Proposta 1: Per accedere all'aiuto edifici, non sarà considerato nessun criterio di esclusione geografico né di dimensione nella definizione delle condizioni di eleggibilità per le aziende lattiere. L'instaurazione di criteri più restrittivi all'occorrenza deriva dalla competenza regionale. In compenso, dovrà essere dimostrata la validità delle aziende. Modernizzare gli edifici per migliorare le condizioni di lavoro, il benessere animale e l'ambiente, e garantire così la competitività degli allevamenti costituiscono obiettivi equamente presi in considerazione dal "Piano Edifici" . Gli allevatori non dispongono di mezzi finanziari sufficienti per realizzare nuove costruzioni in ragione dell'anzianità degli edifici e della possibilità di investimenti limitati. Per questo, verrà data priorità al rinnovamento degli edifici esistenti che può concorrere, così come la costruzione, alla modernizzazione degli allevamenti, ma a costi ridotti. Proposta 2: Nel dispositivo "Piano Edifici", il rinnovamento e la costruzione di edifici costituiranno due alternative di finanziamento Essendo obiettivo del "Piano Edifici" la modernizzazione degli edifici, le domande di aiuto dovranno basarsi su una logica di progetto accentrato sullo strumento di produzione. I piccoli sgravi che si sono rivelati importanti per l'azienda non competono a questo piano che, per questo, riterrà valide solo le richieste relative ad un certo volume di investimento. Proposta 3: Si propone una soglia minima di 15.000 Euro per l'eleggibilità di un progetto di rinnovamento Un certo numero di attrezzature e di edifici propri alla filiera lattiera sono determinanti per il buon funzionamento dell'azienda. Si tratta: - del blocco di mungi tura (zona di mungitura e latteria), che contribuisce sia alla diminuzione della difficoltà del lavoro, a una migliore sicurezza, 49 all'igiene degli animali ed alla qualità della produzione. Il blocco della mungitura include le attrezzature per il trattamento degli effluenti poco inquinanti. - dell' edificio di stoccaggio del foraggio, in particolar modo in zona di montagna, indispensabile per razionalizzare il lavoro in azienda. I volumi di stoccaggio richiesti sono spesso importanti particolarmente in ragione della durata del periodo invernale in zona di montagna e, in caso di trasformazione della produzione lattiera di formaggi AOC, il foraggio secco costituisce l'alimento esclusivo delle mucche da latte. - dell'attrezzatura dei pascoli, come le recinzioni. Il pascolo permette di gestire i costi di produzione e di diminuire i costi degli edifici. Proposta 4: Sono eleggibili al "Piano Edifici" le voci specifiche della filiera lattiera i seguenti: il blocco di mungitura, incluse le attrezzature per il trattamento degli effluenti poco inquinanti, l'edificio di stoccaggio del foraggio, le attrezzature dei pascoli, le vie d'accesso alla latteria ed ai pascoli. Inoltre: - la razionalizzazione dei costi di modernizzazione degli edifici. Essendo alti i costi della modernizzazione degli edifici, è stato chiesto all'Istituto dell'Allevamento di dare un contributo alle soluzioni economiche possibili in materia di alloggiamento degli animali. Si auspica che la ricerca relativa alla limitazione dei costi di costruzione si sviluppi e sia oggetto di informazione presso gli imprenditori. Proposta 5: Orientare l'Istituto dell'Allevamento verso la chiamata a progetto dell'ESAR sul tema "Innovazioni dei sistemi di produzione e organizzazione" per proporre modalità di costruzione e/o di rinnovamento degli edifici più economici. - l'accompagnamento tecnico dell' allevatore. L'accompagnamento tecnico proposto attualmente all'allevatore non è più adatto per quanto riguarda la complessità dei progetti di costruzione o di rinnovamento di un edificio che deve integrare un numero di parametri crescenti: il costo dell'edificio, il miglioramento delle condizioni di lavoro, il trattamento dei vincoli ambientali, la qualità architettonica dell' edificio, il suo inserimento paesaggistico... la presa in considerazione di tutti questi dati necessita il ricorso a esperti e consigli che permettano in particolare l'ottimizzazione dell'investimento. Se l'accompagnamento tecnico non è connesso in modo procedurale al "Piano Edifici", la sua utilità risulta essere limitata e nel quadro di 50 questo piano non riesce a riflettere e realizzare un progetto adatto ai bisogni dell'azienda. Proposta 6: Le modalità di accompagnamento tecnico dell'allevatore ed il suo finanziamento devono essere riviste nella loro totalità insieme agli uffici ed agli altri partner: Istituto dell'Allevamento, APCA... Un gruppo di lavoro sarà messo apunto dall'OFIVAL e dall'ONlLAIT a riguardo. La gestione collettiva del materiale e del lavoro Lo sgravio degli oneri di investimento riguardanti la meccanizzazione contribuirebbe ad una migliore gestione dei costi di produzione. Una comunanza più ampia del materiale potrebbe costituire una delle modalità da mettere a punto per diminuire l'importanza della voce meccanizzazione nelle aziende. Si prevede l'applicazione del tasso massimo del 35% per i CUMA. . Proposta 7: Nel quadro degli aiuti a favore dei CUMA in zona di montagna, si è proposto di dare priorità alle richieste di aiuto dei CUMA per le attività di insilamento, di svuotamento dei silos e di raccolta del foraggio. Peraltro, per dare all'allevatore una buon esempio dei vantaggi dell'investimento collettivo ed invogliarlo ad impegnarsi in tal senso, sarà necessario uno studio preliminare di tutti gli investimenti in materia di meccanizzazione a livello aziendale. Proposta 8: Da studiare modalità di realizzazione e di finanziamento di una diagnosi "meccanizzazione" . Alla luce degli studi condotti dai CER bretoni ed il FRCUMA dell'Ovest presso le aziende lattiere, risulta che la delegazione di lavoro ad una CUMA diminuisca il tempo di lavoro dell'allevatore di 70 ore per UTH e per anno. Potranno essere previste la ricerca e la diffusione di dati riguardanti una diversa organizzazione del lavoro. Proposta 9: Orientare la FNCUMA verso la chiamata a progetto dell'ESAR sul tema "Innovazioni dei sistemi di produzione e organizzazione" per riflettere sulla messa a punto di "servizi completi" all'agricoltore, quali i servizi "trattore-attrezzo-autista" o "attrezzo-automotrice-autista" Proposta 10: Gli aiuti attribuiti nel quadro del "Piano Edifici" ai giovani agricoltori saranno sottoposti alla maggiorazione di 10 punti del tasso di 51 sovvenzione degli investimenti ed alla soppressione dei massimali a seguito della sovvenzione per una durata di 5 anni a partire dalla data di installazione. Le modalità di finanziamento: bonifico e sgravio degli oneri Il principale sostegno dello Stato consiste nel bonifico dei prestiti che completino le sovvenzioni in capitale attribuite per gli aiuti agli edifici ed alla meccanizzazione. I prestiti agevolati I produttori lattieri beneficiano di due categorie principali di prestiti agevolati sulle quali si basa la politica di aiuto all'insediamento ed all'investimento per mezzo dell’agevolazione: i prestiti speciali di modernizzazione (PSM) ed i prestiti a medio termine speciali di insediamento ai giovani agricoltori (MTS-GA). Tuttavia, come il settore delle produzioni vegetali speciali, anche l'allevamento beneficia di una categoria di prestito agevolato complementare, i prestiti speciali di allevamento (PSA). In aggiunta a queste categorie di prestiti destinati alle aziende agricole, le CUMA beneficiano di una categoria di prestito agevolato specifico destinato a migliorare le condizioni di finanziamento dei materiali delle CUMA. Durata dell’agevolazione dei prestiti La durata massima dei PSM è di 20 anni per il finanziamento degli edifici, di 18 anni per i PSA e di 15 anni per i MTS-GA. La durata dell’agevolazione è relativamente lunga, in quanto questa varia da 8 a 15 anni in funzione della categoria di prestito e della zona (zona di pianura o zona svantaggiata) coinvolte. Queste durate sono di fatto conformi alle caratteristiche (in particolare ammortamento) dei beni finanziati. Tasso dei prestiti agevolati Il tasso dei prestiti agevolati ai GA (MTS-GA come PSM) è del 3,5% in zona di pianura e del 2% in zona svantaggiata, contro il 4% in pianura e il 3% in zona svantaggiata nel caso generale per i PSM. Il tasso dei PSE è stato d'altronde ridotto nel 2003 dal 4,5% al 4%. Dalla fine del 2001 e sino alla fine del 2003, il contesto è stato marcato da un calo continuo dei tassi di mercato per i prestiti specializzati agricoli a medio o lungo termine; ciò è stato favorevole per il mercato 52 agricolo che ha beneficiato di un basso costo di accesso al credito, sempre attuale nel 2004. La tendenza si invertirà leggermente dopo il 2004, quando si noterà un aumento molto misurato dei tassi di mercato. L’agevolazione, già attraente (il tasso di mercato medio per i prestiti specializzati a medio e lungo termine nel 2003 era quasi del 5%), in particolare per i giovani agricoltori in zona svantaggiata che devono continuare a beneficiare dei tassi più bassi, lo diventa ancora di più, in quanto i tassi dei prestiti agevolati erano fissati e non indicizzati sul costo del credito. Proposta 11: Le organizzazioni professionali si pronunciano a favore dei prestiti "super agevolati" per il settore lattiero permettendo un accompagnamento più importante degli allevamenti, soprattutto in termini di investimenti. Questa domanda supera la specificità del settore lattiero: i prestiti agevolati costituiscono in effetti una misura orizzontale di aiuto all'investimento la cui calibratura non dipende dalla situazione di un settore in particolare. Questa deve essere sottoposta ad arbitraggio in quanto i tassi sono fissati da ordinanza interministeriale firmata dai ministri dell'agricoltura e delle finanze. Sgravio dell'onere Si raccomanda di prevedere sgravi degli oneri in caso di crisi. Tra gli strumenti esistenti, sono stati istituiti i fondi di sgravio degli oneri (FSO) per assumere in maniera massimale gli interessi delle scadenze dei prestiti specializzati a lungo e medio termine, agevolatiati e non, in caso di crisi settoriale o di rischi climatici subiti dalle aziende agricole. Queste modalità non sono state accolte dalla Commissione nel 2002; quest'ultima considera che si tratta di un aiuto al funzionamento suscettibile di creare delle distorsioni di concorrenza. Il suo ambito di intervento è limitato agli eventi eccezionali (crisi dell'ESB o rischi climatici per esempio), con riserva di rispettare le linee direttrici agricole in materia di aiuti statali. In ogni caso, l'intervento dell'FSO in occasione di una crisi di mercato derivante da un disequilibrio tra l'offerta e domanda non è possibile. 53