RIARDO:
borgo e castello medievale
domenica 5 febbraio 2017
giornata
intera
Programma di massima
In esclusiva per i soci e gli
amici del Touring Club Italiano
visita al Borgo medievale di
Riardo appena restaurato con
la Chiesa di San Leonardo
(affreschi trecenteschi) e del
Castello Aragonese, dal cui
finestrone lo sguardo spazia
fino al mare. Nel pomeriggio,
dopo il pranzo con prodotti
tipici, visita alla Cappella della
Madonna della Stella (affreschi
Bizantini).
 ore 9,30 - raduno dei partecipanti
(mezzi propri) via Falcone e
Borsellino - Riardo (CE).
pranzo libero o presso ristorante “Verdi
Follie” - via Tuoro 9 - Riardo - al costo di 25
euro a persona - prenotazione libera a carico
dei singoli partecipanti (tel 0823 981660)
Partecipanti: massimo 40 persone
Organizzatore: Touring Club Italiano
Club di Territorio “Terra di Lavoro”
Email: [email protected]
Programma di massima
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ore 9,00: raduno dei partecipanti (mezzi propri) via Falcone e Borsellino - Riardo, dove sarà
possibile parcheggiare, fare colazione ed attendere l’arrivo di tutti i partecipanti;
ore 9,30: visita guidata che, partendo da Piazza Vittoria, ci porterà nei seguenti siti di
interesse Chiesa di San Leonardo (IV - V secolo d.C.), Borgo medievale, Chiesa Santa
Maria a Silice, Castello Medievale;
ore 13,30: pranzo libero o presso ristorante “Verdi Follie” - via Tuoro 9 - Riardo - al costo di
25 euro a persona - prenotazione libera a carico dei singoli partecipanti (tel 0823 981660) con il seguente menù: Antipasto (Salumi dei colli riardesi, pecorino del Matese, minestra maritata dello
chef, caponata di verdure e olive su pasta cresciuta), Primo (Casarecce zucca e salsiccia sgranata su
fondue di pecorino), Secondo (filetto di nero con mela annurca e cipolle, quenelle di broccolo di campo,
patata e pecorino), Dessert (Torta frangipane alle nocciole), acqua minerale, vino e caffè.
ore 15,30: visita guidata alla Cappella della Madonna della Stella contenente affreschi
bizantini;
ore 16,30: termine della manifestazione.
Scheda della visita
La chiesa di San Leonardo: la chiesa oggi intitolata a San Leonardo è stata diversamente chiamata nel corso
dei secoli. Inizialmente, periodo protocristiano IV-V sec. d.C., era chiamata Chiesa di San Paolo anche se la
sua consistenza era molto più piccola dell’attuale. Probabilmente corrispondeva alla sola parte absidale perché
la sua struttura architettonica si distingue nettamente dal resto della chiesa. L’abside, infatti, è di forma quasi
quadrata con volta cosiddetta “a crociera” o “a vela” e l’arcata sovrastante il transetto è a tutto sesto, tratto che
niente ha a che vedere col resto della chiesa che è in stile gotico/romanico.
Verso la metà del tredicesimo secolo divenne Convento Agostiniano ed intitolata a San Leonardo, santo
particolarmente venerato dagli agostiniani.
Il portale della chiesa è di stile gotico / catalano, volgarmente detto “plataresco”. All’interno si conservano resti
di cippi funerari ed una colonna di granito incassata a sostegno di un’arcata, tutto di epoca romana tardo
repubblicana ed imperiale. Notevole è la lapide del quinquennale costata ben ventimila sesterzi, unica in marmo
tra i cippi funerari coevi rinvenuti in Riardo. Il soffitto ligneo, le finestre e le arcate rivelano i tratti dello stile
gotico/romanico. Sotto le arcate vi sono resti di affreschi trecenteschi raffiguranti tra l’altro il volto di Gesù, San
Francesco con la sua Regola, Papa Onorio III che tale Regola approvò ed un monaco, forse il reggente del
convento che li commissionò.
La Chiesa di Santa Maria a Salice: la chiesa madre di Riardo è oggi denominata Santa Maria a Silice ma il
suo nome originario era quello di Ave Gratia Plena, ossia chiesa dell’Annunziata. Nell’abside, dove al presente
è allocata la statua del Sacro Cuore di Gesù, per secoli aveva campeggiato un quadro della SS. Annunziata
dapprima spostato nella parete di sinistra ed infine, nel 1929, rimosso anche da lì per far posto ad una statua di
Sant’Antonio da Padova. La chiesa madre custodisce la statua della Madonna della Stella, pregevole opera di
scuola napoletana giunta nel paese verso il 1750 e la statua lignea di Sant’Antonio Abate donata dalla
duchessa Elena Aldobrandini al popolo di Riardo in occasione della terribile peste del 1656. Al di sotto della
navata principale, attraverso una botola non salvata da una ripavimentazione degli anni ’60, si accedeva al
“cimitero” dei nostri antenati.
Il castello di Riardo nella sua struttura originaria era composto da un piano seminterrato, ancora in gran parte
da scoprire, dal piano terra e da ben due piani superiori. Durante lavori di restauro, venne rinvenuta nei pressi
dell’ingresso una pietra con la scritta 1122 ma è più che probabile che sulla sommità della collina del nostro
paese già in epoca precedente a quella data vi fosse una fortezza seppur con caratteristiche architettoniche più
semplici. Infatti le origini del castello di Riardo si fanno risalire ai Longobardi ed esse risalgono alla seconda
metà del sec. IX, quando i quattro figli di Landolfo, capostipite della famosa dinastia dei Castaldei, nella contea
e poi principato di Capua innalzarono a difesa dello stato, nei punti più strategici, rocche e castelli. Elemento
architettonico di particolare interesse è l’enorme finestrone arcuato dal quale è possibile spaziare con lo
sguardo fino al mare attraverso la piana del Savone. Altra particolarità è rappresentata dalla torre maestra
perché nella sua parte terminale si caratterizza per muri cavi ed infatti al loro interno vi è ricavata una scala che
conduce alla sommità del mastio. La zoccolatura a “zampa d’elefante” e la merlatura rivelano nello stile i chiari
segni della dominazione angioina.
Il Santuario della Madonna della Stella è stato realizzato nel decennio 1952 - 1962 per ampliare l’antica
cappella omonima risalente alla seconda metà del primo millennio d.C. e non più sufficiente ad accogliere tutti i
devoti della veneratissima “madre comune” dei riardesi. La cappella custodisce degli affreschi che sono una
delle più antiche testimonianze pittoriche dell’intera Terra di Lavoro e sono coevi a quelli della Basilica di
Sant’Angelo in Formis ed a quelli di Santa Maria in Grotta a Rongolise. Frettolosamente definiti bizantini,
devono essere più correttamente classificati come affreschi medievali di scuola campana.
Tali affreschi possono essere divisi in tre gruppi per datazione, stile ed autore. I più antichi,fine XI secolo, sono
quelli che si trovano sul lato corto della cappella e tra loro spicca la figura del Cristo in gloria. Sulla parete lunga,
sono databili al XII secolo tutti quelli che si trovano alla sinistra della Madonna Regina in trono ed il primo
alla sua destra. Gli ultimi tre affreschi sono stati realizzati tra la fine del secolo XII e gli inizi del XIII sec.
e sono quelli di maggior pregio artistico.
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Trasporti: mezzi propri
Volontario Tci Accompagnatore: Silvana La Rocca, socio attivo del Tci
Guide: locali
Partecipanti: massimo 40 persone
Quote
La manifestazione è gratuita per i soci e gli amici del Touring Club
Italiano.
Pranzo libero o presso ristorante “Verdi Follie”, via Tuoro 9, Riardo - al
costo di 25,00 euro a persona - prenotazione libera a carico dei singoli
partecipanti (tel 0823 981660).
I soci e gli amici del Touring Club Italiano regolarmente iscritti alla
manifestazione sono coperti da apposita polizza assicurativa per la
responsabilità civile.
è necessaria la prenotazione
presso il Club di Territorio “Terra
di Lavoro” inviando una email a:
[email protected]
oppure telefonando a:
Per comunicazioni urgenti il
giorno della manifestazione è
possibile contattare il numero 331
7941395 (Silvana La Rocca).
333 980 8553
(Antonio La Gamba)
Le prenotazioni sono aperte.
Il Volontario Touring accompagnatore ha la facoltà di variare l’itinerario.
La manifestazione si effettua anche in caso di pioggia.
Il Club di Territorio “Terra di Lavoro” del Touring Club Italiano si riserva
il diritto di accettare o meno la prenotazione.
Manifestazione organizzata per i soci e gli amici del TCI e soggetta al
regolamento della Commissione regionale consoli della Campania.
Sono ammessi in via eccezionale i non soci perché possano constatare
la qualità e l'interesse delle nostre manifestazioni, e quindi associarsi.