Le bambine di Terezin una creazione di Faber Teater con Paola Bordignon regia Aldo Pasquero e Giuseppe Morrone “in fondo al nido il topolino si cerca una pulce nel pelo fino si dà da fare fruga e rifruga ma non la trova non ha fortuna gira di qui, gira di là ma la pulcetta non se ne va ecco arriva il papà topo e al suo pelo fa un sopralluogo ed ecco che acciuffa quella pulcetta e lesto nel fuoco la getta il topolino corre diretto ad invitare il suo nonnetto menù del giorno pulcetta al forno” Koleba C’era una volta, e c’era davvero, una piccola città chiamata Terezin, a circa 100 km da Praga. La grande fortezza di Terezin tra il 1942 e il 1945 diventa una città-ghetto per gli ebrei, un campo modello, un campo per artisti, per privilegiati... Terezin è “la citta che Hitler regalò agli ebrei”. “Nello spettacolo racconto di questo campo, abitato da persone speciali che la sera dopo aver lavorato 10 ore per i nazisti fanno musica, fanno teatro, leggono poesie, cantano. Racconto di Brundibar, un’opera per bambini in cui si canta della lotta contro un tiranno, della visita della Croce Rossa, del film di propaganda girato nel ghetto. E racconto dei bambini, i loro disegni, le loro parole, poesie, diari, frammenti di vite vissute in un mondo di brutalità e finite presto. 15000 i ragazzi passati da Terezin, 142 i sopravvissuti, 4000 i disegni ritrovati. La leggerezza nelle loro voci, le loro speranze sono uno sguardo diverso sull’Olocausto, come singolare è la storia di Terezin. Dico dell’arte, della musica, del teatro, della poesia che hanno tenuto in vita le persone, le hanno aiutate a restare esseri umani.” “Vorrei andare sola dove c’è un’altra gente migliore in qualche posto sconosciuto dove nessuno più uccide. Ma forse ci andremo in tanti verso questo sogno in mille forse e perchè non subito?” Alena Synková (1926 sopravvissuta) È uno strano viaggio. Destinazione sconosciuta. E anche se possiamo vivere situazioni diverse noi non possiamo fuggire dal circo. (da Caroussel, cabaret “on stage” a Terezín, regia di Kurt Gerron) Paola ha una voce pacata e una presenza autorevole, non indulge nell’orrore né nel pietismo, rendendo onore in questo modo a chi mai avrebbe voluto essere raffigurato come vittima; le parole, le immagini e la musica accompagnano lo spettatore nella realtà del ghetto con tutte le sue contraddizioni e recano un insegnamento universale che induce a riflettere sul valore della vita e sulla cultura come forma di resistenza e sopravvivenza. “Come si può parlare di fame di cultura in un posto in cui manca il pane?”. Paola, bravissima, guardando il pubblico negli occhi, pronuncia la frase con una semplicità spiazzante e lo spettatore si ritrova a riflettere su quanto possa essere attuale l’insegnamento che viene da quella storia. Paola, con grande sensibilità e acutezza, chiude il suo monologo facendo muovere un piccolo pagliaccio, perché ne è consapevole lei, come lo era chi fu a Terezín che è impossibile “fuggire dal circo”. Maria Teresa Milano, gennaio 2014 Quale talento ci vuole per raccontare? Come diavolo si può rivelare una storia inimmaginabile? Com’è possibile rintracciare un percorso narrativo nel semplice disegno di un bimbo di pochi anni? Chi ha il diritto di cercare la verità? Chi può permettersi di violare uno spazio così intimo, privato e unico come la morte? Ma in verità l’unica domanda che ci si dovrebbe umanamente porre è: chi può esimersi dal farlo? Paola si è interrogata su tutto questo e soprattutto si è scientificamente e scientemente documentata, chiudendo nel bozzolo di un racconto lungo un’ora la storia di una farfalla in cerca della propria libertà. Ecco come si dà luce ad una stella gialla a sei punte che il Male ha voluto oscurare. Da questa lieve luce, con estrema leggerezza e attenzione scoppia una tensione che lega tutto lo spettacolo. Un’ora di monologo ben costruito, solido, definitivo. La memoria recuperata attraverso una sola voce che come una delle frasi inserite in Brundibar, l’Operina dei ragazzi molte volte rappresentata in Terezin, ci ricorda che “solo chi ama la giustizia ha diritto di giocare”. ... nessuno si può oggi permettere di negare la storia e di non raccontarla. Ne va del domani, del futuro di tutti. Grazie quindi a chi lo ricorda. Grazie Paola. Elio Carmi, maggio 2013 Bibliografia e filmografia essenziale - WEISS Helga, Helga’s Diary, Penguin’s book, 2013 - MILANO Maria Teresa, Terezin. La fortezza della resistenza non armata, Ed. Le chateau, Aosta, 2012 - KARAS Joza, La musica a Terezin 1941-1945, il melangolo, Genova, 2011 - KAMINSKI Sarah, MILANO Maria Teresa, Il libro della Shoah. Ogni bambino ha un nome..., Edizioni Sonda, Casale Monferrato, 2009 - AA VV, a cura di Laurel Holliday, Ragazzi in guerra e nell’olocausto. I loro diari segreti, edizioni Tropea, Milano, 2008 - AA VV, Qui non ho visto farfalle, Museo Ebraico di Praga, 2001 - The Story of Terezin, Live at 92nd Street Y January 18th 2012 http://www.youtube.com/watch?v=GeDXPGU1Cx4, - Campi di concentramento. Terezin, la città che Hitler regalò agli ebrei, regia di Jan Ronca, documentario prodotto da Rete4 - Der Führer schenkt den Juden eine Stadt, regia di Kurt Gerron, in http://www.youtube.com/watch?v=oWGEyxoM_Go - Prisoner of Paradise, regia di M. Clarke e S. Sender, 2002 - A century of wisdom, a conversation with Alice Somer Herz http://www.youtube.com/watch?v=LManGeoEbDk grazie a Eliana Cantone e Maria Teresa Milano Esigenze tecniche Viaggio a Terezin, gennaio 2012 Luci: minimo 4 PC da 1kw, 1 sagomatore Nello spettacolo avvengono delle videoproiezioni, è dunque necessario il buio totale. Videoproiettore, schermo per proiezioni o possibilità di proiettare sul fondale o muro. Scena: dimensioni minime 5m x 5m Audio: 2 casse attive min. 300W, 1 spia, mixer audio, 1 radiomicrofono ad archetto Durata: 1 h circa Montaggio: 3 h prima dello spettacolo Smontaggio: 30 minuti (immediatamente dopo lo spettacolo) Il materiale necessario per l’allestimento dello spettacolo è eventualmente in dotazione. FABER TEATER - Loc. Baraggino, Campus Associazioni 7, 10034 Chivasso (To) - Italia +39.011.6993077 +39.340.2406745 +39.349.3323378 - www.faberteater.com - e-mail: [email protected]