TEA
TRO
magazine
Periodico di informazione - Stagione di Prosa 2010/11
COMUNE DI PIACENZA
TEATRO GIOCO VITA - Teatro Stabile di Innovazione
FONDAZIONE TEATRI DI PIACENZA
COMUNE DI PIACENZA
con il sostegno di
FONDAZIONE DI PIACENZA E VIGEVANO
con il sostegno di
NUMERO 11
SPECIALE
INFORMAZIONE TEATRALE 2011
150° anniversario dell’Unità d’Italia
A teatro con gusto
Percorsi sull’ombra e il teatro d’ombre
Incontri e laboratori su
teatro, cinema, danza
Giovani artisti delle scuole di teatro,
laboratori e azioni teatrali
Progetti speciali
InFormazione
Teatrale
I
l programma InFormazione Teatrale ha dimostrato in questi anni di saper svolgere un ruolo importante nel fare teatro a Piacenza e nel territorio, contribuendo
in modo fondamentale alla crescita critica e culturale del pubblico, soprattutto
delle giovani generazioni.
I vari progetti proposti sono stati caratterizzati da un approccio diverso al teatro, in
grado di andare oltre la visione dello spettacolo: i laboratori, gli incontri, gli approfondimenti hanno saputo coinvolgere attivamente gli spettatori.
Purtroppo la situazione di crisi - che malauguratamente accomuna il teatro e la
cultura a molti altri settori della nostra economia e società - potrebbe indurci ad
abbandonare quello che è “collaterale” all’evento teatrale in sé.
Ma ogni rinuncia è una sconfitta. Ogni rinuncia significa perdere pubblico e consenso. Ogni rinuncia provoca smarrimento e rischia di vanificare il lavoro fino ad
ora realizzato. Per questo non dobbiamo rischiare che si rinunci ad un programma
come InFormazione Teatrale.
Nonostante le difficoltà, anche quest’anno proponiamo numerosi progetti di Formazione e Informazione Teatrale. Proseguono alcune attività ormai consolidate (i
percorsi sull’ombra e il teatro d’ombre, le attività “educational” nelle scuole, i progetti su cinema e teatro, gli incontri con gli attori, il teatro per le famiglie) e allo
stesso tempo viene dato spazio a nuove proposte.
Tra queste ricordiamo Psichiatria e psicoanalisi a teatro, un laboratorio teatrale su
Shakespeare con i giovani del Liceo “Gioia”, un laboratorio di movimento creativo
con i ragazzi delle scuole primarie, i nuovi progetti produttivi inseriti nel programma
Pre/Visioni dedicato ai giovani artisti, alle scuole di teatro e agli esiti di esperienze
laboratoriali.
Prosegue con la sua seconda edizione A teatro con gusto, un viaggio “teatrale”
nella memoria, nella cultura e nei cibi di un paesaggio, e si riconferma il valore
sociale del teatro con l’esperienza della Compagnia Diurni e Notturni, in residenza
artistica presso Teatro Gioco Vita.
Contenuti importanti a cui fanno da contraltare anche dati numerici altrettanto eloquenti: una ventina di progetti, più di centoventi incontri, circa novanta tra esperti,
ospiti e artisti coinvolti.
InFormazione Teatrale dai suoi inizi - la prima edizione risale al 2006 - è un programma sostenuto dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano, che persegue le sue
finalità di utilità sociale con un’attenzione particolare ai settori dell’istruzione e
della formazione, dell’arte e della cultura. Sostenere e incrementare questi settori
è un obiettivo fondamentale, per aggiungere qualità alla vita di una comunità e di
un territorio, per generare risorse che vanno a vantaggio di tutti e producono fatti.
InFormazione Teatrale va in questa direzione, e ha saputo dimostrarlo concretamente negli anni.
Diego Maj
Direttore artistico
Teatro Gioco Vita
Giacomo Marazzi
Presidente
Fondazione di Piacenza e Vigevano
2011
teatro
magazine
NUMERO 11
TEATROMAGAZINE
Anno 8 - n. 11
Edizioni
TEATRO GIOCO VITA
Teatro Stabile di Innovazione
Direttore
Diego Maj
Via San Siro, 9 - 29121 Piacenza
Tel. 0523.332613 - Fax 0523.338428
www.teatrogiocovita.it
[email protected]
Direttore responsabile
Simona Rossi
Progetto grafico e realizzazione
Matteo Maria Maj
Stampa
Tipolito Farnese, Piacenza - Febbraio 2011
Aut. Tribunale di Piacenza n° 604 del 31.12.2004
Hanno collaborato
Emma Chiara Perotti, Massimiliano Gerbi
Fotografie e illustrazioni:
Gianni Cravedi, Prospero Cravedi, Camilla Biella, Lele Luzzati,
Matteo Maria Maj, Serafino Amato (Piazza d’Italia - Teatro di Roma),
Attilio Marasco (Donna Rosita nubile, Piccolo Teatro di Milano),
Lidia Bagnara, Claudio Cavalli, Massimiliano Gerbi, Pier Giorgio Armani
In copertina immagine dello spettacolo Piazza d’Italia dal romanzo di Antonio
Tabucchi, regia Marco Baliani, produzione Teatro di Roma (foto Serafino Amato),
al Teatro Municipale il 28 febbraio 2011
SOMMARIO
150° ANNIVERSARIO DELL’UNITÀ D’ITALIA
Piazza d’Italia
4
A TEATRO CON GUSTO
Tortello mon amour
8
ANTONIO E CLEOPATRA... PASSIONI E POESIE
Progetto Shakespeare
10
PERCORSI SULL’OMBRA E IL TEATRO D’OMBRE
L’origine della figura - parte III
Ombre. Work in progress
12
13
DITELO ALL’ATTORE
Incontri con i protagonisti della Stagione di Prosa
del Teatro Municipale
14
GLI ELEMENTI DEL TEATRO
Il teatro di regia in Italia
16
CINEMA E TEATRO
Proiezioni e incontri
17
WALKING SHADOWS
Il teatro di Shakespeare dal palcoscenico
al grande schermo
18
IL DUBBIO E LA CERTEZZA
Psichiatria e psicoanalisi a teatro
19
A TEATRO CON MAMMA E PAPÀ
Teatro per le famiglie
20
L’ARTE A TEATRO
Spettacoli e incontri teatrali su arte, artisti e dintorni
21
DENTRO IL TEATRO
Incontri di introduzione ai linguaggi della scena
22
DIETRO IL SIPARIO
Incontri di presentazione della Stagione di Prosa
Incontri propedeutici alla visione degli spettacoli
Incontri di approfondimento sugli spettacoli 24
SCARPE
Laboratorio di movimento creativo e acrobatico
(per gioco)
25
COLLABORAZIONE CON IL
PICCOLO TEATRO DI MILANO
Lo spettacolo e la sua sintassi
Del tradurre. L’approccio teatrale al testo
26
27
PRE/VISIONI
Piccoli pezzi Il gioco dell’ombra
Kasimir e Karoline
Antonio e Cleopatra... passioni e poesie
Compagnia Diurni e Notturni
28
29
30
31
31
ALTRI PROGETTI
32
150°
anniversario
dell’Unità d’Italia
PIAZZA D’ITALIA
Teatro di Roma
dal romanzo di Antonio Tabucchi
personaggi e interpreti
Patrizia Bollini Asmara
Daria Deflorian
Esterina
Gabriele Duma
Garibaldo I, Garibaldo II
Simone Faloppa
Ottorino, Melchiorre
Renata Mezenov Sa Anita, Zelmira
Mariano Nieddu
Plinio, Gavure
Alessio Piazza
Apostolo Zeno, Don Milvio
Naike Anna Silipo Esperia
Alexandre Vella
Quarto, Volturno, Venerio
regia Marco Baliani
drammaturgia Maria Maglietta
scene e costumi Carlo Sala
assistente scene e costumi Roberta Monopoli
musiche Mirto Baliani
lunedì 28 febbraio 2011 - ore 21
Teatro Municipale
(Altri Percorsi - Stagione di Prosa “Tre per Te” 2010/2011)
Raccontare è raccontarci
Gli antichi Greci, quando attribuirono divinità protettrici alle arti
che gli Uomini hanno inventato per esprimere ciò che sentono
e ciò che pensano, capirono che anche la Storia - che è l’arte di
raccontare ciò che ci successe e ci succede - aveva bisogno di
una musa, e la chiamarono Clio. Ma si resero anche conto che
colui che si inoltra in quella difficile arte può essere abilissimo
e ricco di retorica, ma il suo talento non produrrà buoni frutti se
egli non possiede la memoria esatta di ciò che deve raccontare.
O, peggio ancora, se pur conservandone memoria - sia perché ne
fu testimone lui stesso, sia perché ne ha ricevuto testimonianza
documentale - vi inserisce qualcosa a suo piacimento o addirittura lo racconta all’incontrario. Per esempio, invece di raccontare
che Erode ammazzava i bambini ci racconta che i bambini ammazzarono Erode.
Gli Antichi giunsero alla conclusione che Clio non poteva limitarsi
a proteggere solo la scrittura della Storia, che in tanti modi si
può fare, ma doveva proteggere anche la facoltà su cui l’essenza
della Storia si basa, e attribuirono a Clio un duplice compito. Clio
divenne dunque musa della Storia e della Memoria: prendendosi per segretaria Mnemosine, che di Memoria è ancella, divenne
la “garante” della Storia. Garante nel senso che attesta che le
vicende che qualcuno ci racconta sono veritiere: garantisce che
si tratta di un racconto DOC, cioè di un prodotto di origine controllata.
Faccio un esempio di un prodotto di origine non controllata.
Il 12 dicembre 1969 nella Banca Nazionale dell’Agricoltura di
Milano scoppiò una bomba che causò ventisette morti e decine
5
di feriti. Il ministero degli Interni della Repubblica italiana fece dichiarare con solerzia, attraverso la televisione pubblica e la stampa allora credibile come il “Corriere della Sera”, che la strage era
opera del movimento anarchico e gli esecutori materiali si chiamavano Pietro Valpedra e Giuseppe Pinelli. Quest’ultimo, trattenuto
illegalmente in questura, cadde dalla finestra per un “malore attivo” (sono le parole della sentenza sulla causa della sua morte).
Come un atleta che in preda a una crisi cardiaca decide di fare un
bel tuffo dal trampolino per vedere se gli fa bene. Sono passati
quarant’anni, ma dov’è Clio? In quale armadio lo Stato italiano ha
rinchiuso Mnemosine?
Recentemente il Presidente della Repubblica ha chiamato a sé le
vedove delle due vittime che seguirono alla strage della bomba:
Pinelli, l’uomo che per “malore attivo” cadde dalla finestra della
questura, e il commissario Calabresi, l’uomo che in questura lo aveva interrogato. E che cadde anche lui, ma per “malore passivo” se
così si può dire, perché fu abbattuto per strada come un animale.
Forse perché sapeva? Perché poteva raccontarci qualcosa di vero?
Questo non si sa, Mnemosine è sotto terra.
Chiamare le vedove e dire cose sagge è un gesto saggio. Purtroppo
la saggezza non fa Storia. E poi nella questione c’è una differenza
di fondo: non fu Giuseppe Pinelli che convocò a casa sua la polizia;
fu lo Stato che convocò Giuseppe Pinelli in questura.
Un grande scrittore argentino, Ernesto Sabato, ha scritto un romanzo che si chiama Sopra eroi e tombe. La Repubblica italiana è
autrice di una vicenda che però romanzo non è e che si potrebbe
intitolare “Sopra vittime e tombe”. È Storia, ma noi non la conosciamo.
Gli scrittori non scrivono la Storia, raccontano delle storie. A loro
modo sono dei cantastorie, cioé tramandano con la scrittura la loro
memoria o una memoria collettiva. Ma la Storia con la maiuscola
è fatta anche delle loro storie. Di queste storie. Dalle nostre storie.
Raccontare è raccontarci, scrivere è testimoniare, leggere è ricordare insieme.
Antonio Tabucchi
150°
anniversario
dell’Unità d’Italia
Una piazza d’Italia
Antonio Tabucchi ha avuto modo più volte di confessare come Piazza d’Italia sia un testo nato quasi per caso, per vincere il tempo lungo di un’estate (quella del 1973) nella quale, come a volte accade,
le circostanze ci costringono in un luogo. Quasi per gioco, dunque,
nasce questo romanzo particolare e, ci viene da aggiungere, nasce
uno scrittore, così come egli stesso racconta nella prefazione alla
riedizione proprio di Piazza d’Italia: «Non mi resi conto, a quel tempo, che con questo libro sarei diventato uno scrittore. Le cose prima
succedono e poi ci si riflette sopra. Fa un effetto strano rileggersi
dopo vent’anni. E ripubblicare un libro che fu il nostro Io di allora.
Quello ero l’Io di oggi, mi viene da chiedermi, o un’altra persona?
Non lo so, e forse non voglio saperlo».
Abbiamo parlato di romanzo particolare, il cui proponimento è
chiarito dal sottotitolo “Favola popolare in tre tempi, un epilogo
e un’appendice”, dal quale infatti traspare l’intenzione di giocare
con i differenti piani del racconto, lavorando con una tecnica cinematografica sullo schema narrativo di una sorta di favola. Tabucchi
stesso ha spiegato come, influenzato della lettura di Ejzenštejn, abbia voluto provare a “montare” le sequenze del racconto seguendo
l’ordine di associazione delle idee invece di quello semplicemente
temporale. Proprio grazie a questo montaggio, l’autore arriva a una
frammentazione del racconto in brevi quadri che contribuiscono a
fondere la linearità di ogni particolare scena con la circolarità del
racconto totale, con il ripetersi di nomi, il mescolarsi dei tempi e
delle situazioni.
È un impianto questo che, unitamente al riferimento a “tre tempi, un
epilogo e un’appendice” conferisce a questo romanzo un carattere
teatrale-lirico, nel quale i “tre tempi” si possono in qualche modo
accostare a tre atti teatrali costruiti, come si diceva, con un collage
di scene brevi e frammentate.
È in questo modo che Tabucchi (utilizzando, senz’altro, ampi riferimenti ai suoi luoghi natali, il paese di Vecchiano, tra Pisa e Viareggio) racconta la storia-favola di una piccola comunità toscana
attraverso il secolo che va dalle battaglie garibaldine dei Mille sino
alle lotte politiche degli anni Sessanta del Novecento. Si realizza
così, attraverso il racconto delle storie minute dei personaggi di
quella comunità marginale, la traccia di una storia più grande che è
memoria, l’idea di una narrazione che utilizza lo spazio aperto e
metaforico di una Piazza d’Italia, per raccontare le diverse voci, le
figure, gli avvenimenti che hanno composto la Storia di tutta l’Italia. Borgo diventa un punto focale e, diremo, un luogo letterario e
teatrale nel quale, attraverso i toni di una favola che raccoglie la
grande eredità orale del racconto popolare, scorre una riflessione
sulla politica, sui tratti sociali e sulla Storia del nostro Paese. (...)
I crocicchi inaspettati della storia
(…) Piazza d’Italia, il romanzo di Antonio Tabucchi, è il racconto
di un’epopea famigliare. Attraverso le storie di tre generazioni di
ribelli, che a loro volta si intrecciano con quelle degli altri abitanti
del borgo toscano dove il tempo del romanzo si svolge, si percorre
un arco storico di cento anni. Si passa così dallo sbarco dei Mille alla prima grande guerra, al fascismo, all’arrivo dei nazisti che
bruciano il paese, fino alla lotta di liberazione e agli anni Sessanta
della ricostruzione e della contestazione.
Ma la grande Storia fa da sfondo all’intreccio di piccole storie molto potenti, dense di accadimenti, di conflitti, di esperienze e umanità e che proprio per questo riescono con più forza a raffigurare lo
scenario del tempo storico e del suo svolgersi. La sua ineluttabilità,
nella vita minuta di Garibaldo, di Gavure e di Don Milvio, acquista la forma epica del Destino, insinua la possibilità che la Storia
grande possa sempre scompaginarsi, per un gesto di rivolta, per
un sogno, per un crocicchio inaspettato. Così sono proprio queste
storie e i personaggi che le veicolano a illuminare, riverberare e in
parte riuscire a far comprendere sotto una luce nuova il tragitto
accidentato del nostro paese dall’Unità d’Italia fino alla soglia degli
anni Sessanta.
(...) La scrittura di Tabucchi è visionaria, densa di immagini, di gesti
e parole memorabili, di narrazioni e dialoghi improvvisi che aprono
squarci commoventi e indimenticabili.
Voglio conservare nello spettacolo la coralità epica della scrittura
di Tabucchi, proseguendo una ricerca di drammaturgia narrativa
che caratterizza da anni il mio percorso. Stavolta occorre tessere
l’arazzo di un albero genealogico, in un passaggio di testimone da
padre in figlio, dentro un contenitore di racconti che si succedono
nel tentativo di misurarsi con l’unica esperienza che giustifica la
necessità del raccontare, il morire. Per far sì che questo accada lo
spettacolo deve essere pervaso da una dolce, a tratti struggente,
ironia, come accade nelle pagine del romanzo.
Si attraversano tre epoche. Nella prima, in una composizione
multiforme, l’immaginario ottocentesco stampa le figure dei personaggi in suggestioni che ricordano Segantini e Pelizza da Volpedo, giocate in una giostra rutilante. Nella seconda la presenza
dei corpi è asciutta, le immagini lasciano il posto al manifestarsi
dell’invisibile attraverso le parole e i racconti che ci portano alla
soglia dell’indicibile che è la Seconda Guerra. Poi in un lampo
un’unica scena del nostro passato prossimo si staglia netta,
breve, concisa, riflettendosi spietatamente nel nostro presente.
Anche la drammaturgia di Maria Maglietta compone il succedersi
delle genealogie secondo andamenti diversi. Nel primo tempo la
narrazione è frammentata in brevi sequenze, in racconti fugaci
che fanno nascere i personaggi e le vicende storiche con pochi
colpi di pennello, nel secondo prevale la forma del dialogo, in uno
spazio tempo più astratto, quasi un radiodramma o un oratorio, a
scandire il passaggio al nostro passato prossimo.
Nel terzo la scrittura si condensa in un’unica ballata a far precipitare il tempo verso una fine che richiama ciclicamente l’inizio.
La musica di Mirto Baliani lega l’inizio e la fine in una temporalità
concentrica, dentro cui si alternano melodie di echi, risonanze,
ricordi sonori. Come il carretto che ogni tanto chiude col suo passaggio un ciclo di vita così la musica segnala la soglia di quel
finire necessario per far esistere un dopo.
Durante lo spettacolo si passa da improvvise cadute nel dramma
con dialoghi serrati, ad una narrazione epica e corale, oppure al
racconto di un solo personaggio, mentre si muovono corpi che
narrano senza parole. Intimità e distanza si intrecciano, empatia
e straniamento avvengono in contemporanea, lo spettatore vede
l’attore che racconta ma al tempo stesso percepisce l’immaginario che gli sta evocando. Ciò che gli appare sulla scena sembra
del tutto oggettivo eppure al contempo su un piano soggettivo
sta vivendo intensamente un’altra realtà.
La scena pensata da Carlo Sala è astratta, un luogo di giravolte
temporali, una specie di rotativa del tempo, con porte e finestre e
botole e sipari che si spalancano ad ingoiare o sputar fuori immagini, cori di corpi, oggetti, voci. Alle pareti laterali appaiono, come
presenze fantasmatiche, volti e corpi di altri alberi genealogici,
frammenti di tempo fissato in sguardi, pose, gesti.
Nella concisione necessaria alla scena teatrale, quello che resta,
decantandosi dalla scrittura ampia del romanzo, deve possedere un’aura ancor più luminosa, deve sintetizzare nelle economie
dei gesti e delle parole immagini che si incidono nella memoria,
anche se effimere e sempre imprendibili. Immagini che devono
essere cercate e create nella rappresentazione e non per la rappresentazione, valorizzando in primo luogo il percorso del gruppo
di artisti che ne insegue il possibile compimento. Solo così lo spettacolo, come il romanzo, riesce a parlare di noi, quelli che restano
oggi, dopo cento anni di storia, a fare i conti e tirare le fila di
vicende che ci legano uno all’altro, figli e padri, nel tempo.
Marco Baliani
Per le scuole
Nelle scuole superiori che assisteranno a Piazza d’Italia
potranno essere organizzati incontri prima e/o dopo lo
spettacolo, con l’obiettivo di una fruizione più consapevole da parte dei giovani spettatori della rappresentazione
teatrale.
Tali incontri, che saranno curati da Chiara Merli, devono
essere richiesti all’Ufficio scuola di Teatro Gioco Vita.
A teatro
con gusto
TORTELLO MON AMOUR
a cura di Giancarlo Spezia
Il teatro è illusione, ma può essere anche un luogo nel quale condividere con altre persone l’emozione di riscoprire la ma­gia nascosta delle cose quotidiane, distillate dal tempo e dagli uomini.
Per questo una mia idea, condivisa e incoraggiata da Diego Maj,
si è concretizzata in A teatro con gusto: un viaggio nella memoria, nella cultura e nei cibi di un paesaggio. Anche quest’anno gli
spettatori-attori saliranno sul palcoscenico per sedersi a questo
avventuroso desco, presi per mano dalle voci vicine e lontane di
scrittori che hanno amato e descritto i piatti della loro infanzia.
A teatro con gusto ama dare voce a quella cucina popolare di cui
quasi nessuno parla e che costituisce non di meno la base della
alimentazione di un territorio. È stu­pefacente constatare come,
in un’epoca di velocissimo scam­bio di informazioni e di merci,
la cultura popolare continui a non distaccarsi dalla strada maestra della tradizione, non per­ché reazionaria ma semplicemente
perché saggia e prudente. Il lavoro quotidiano della preparazione
del cibo è sovente una sorta di riflesso condizionato, nel quale le
massaie compiono i gesti e le scelte che raramente si distaccano dal loro mondo abitudinario. Quest’anno ci occuperemo della
cultura popola­re del nostro territorio portando sul palco Carmen
Artocchini, una vera icona nell’immaginario collettivo della nostra
pro­vincia, depositaria ed instancabile catalogatrice e divulgatrice
dei piatti della cultura popolare piacentina. La serata ha per titolo
Tortello mon amour e con l’aiuto di Andrea Grignaffini svilupperemo il confronto con l’analogo piatto della tradizione parmense.
A teatro con gusto non è solo occasione di sedersi a tavola per
consumare un pasto peculiare, ma anche e soprattutto un viaggio
della mente tra sapori e parole.
Giancarlo Spezia
Università Cattolica del Sacro Cuore
Piacenza
venerdì 4 marzo 2011 - ore 20
Teatro Municipale
Il cibo non è solo il carburante del nostro corpo: esso è
alimento dello spirito e comunica emozioni nella più totale soggettività.
Le emozioni più forti sono quelle che evocano persone
care, il passato e soprattutto l’infanzia. Qualche volta capita di fare un salto sulla sedia per un sapore che all’improvviso ci riporta indie­tro negli anni, come saliti su una
macchina del tempo.
I tortelli attuali sono molto differenti da quelli della ricetta di decenni orsono, ben indicata da Carmen Artocchini
oltre quarant’anni fa.
Vorremmo ritrovare per un attimo quel sapore lontano e
farvi compiere un tuffo nel passato.
il libro
Carmen Artocchini, Piacenza a tavola, Edizioni Tip.Le.Co.
presentazione della serata
Giancarlo Spezia
9
Dimostrazione della preparazione dei tortelli di magro
Menù
Antipasto
- salumi della tradizione
Primi piatti
- tortelli ricotta e spinaci secondo l’antica ricetta piacentina
- tortelli di erbette secondo l’antica ricetta parmense
Secondo piatto
- oca arrosto con le mele, patate al forno
Dolce
- turtlitt
Vini del territorio Azienda Agricola La Celata - Ziano P.no
piatti a cura di Antica Locanda del Falco - Loc. Rivalta di Gazzola
Trattoria Cervini - Loc. Campremoldo Sopra di Gragnano T.
con la collaborazione dell’Istituto Alberghiero Raineri-Marcora
interverranno
Carmen Artocchini, Andrea Grignaffini
Antonio
e Cleopatra...
passioni e poesie
PROGETTO SHAKESPEARE
LABORATORIO TEATRALE PRATICO-INTENSIVO
a cura di Valentina Escobar
Valentina Escobar, operatrice teatrale, formatrice, attrice, giovane
regista, aiuto regista di alcuni tra i più grandi Maestri del teatro italiano e internazionale, tiene con gli studenti della classe IV
Linguistico B del Liceo “Gioia” di Piacenza il laboratorio teatrale
pratico intensivo, con spettacolo conclusivo, Progetto Shakespeare. Antonio e Cleopatra… passioni e poesie. Un percorso pensato
per giovani studenti appassionati e interessati di teatro, che vuole
essere un’esperienza poetica teatrale e formativa nella quale tutti
gli “allievi attori” si confrontano con una giovane regista e alcune
scene dell’opera di William Shakespeare.
Il copione, su cui i partecipanti lavorano, è il risultato di una
minuziosa operazione drammaturgica della stessa Valentina
Escobar basata sulla ricerca di una giusta armonia tra le parole
shakespeariane e la sceneggiatura del memorabile film dedicato
a Cleopatra di Joseph Mankiewicz che vide protagonisti Elizabeth
Taylor e Richard Burton.
Il laboratorio-spettacolo si articola in una fase iniziale di training
con esercizi propedeutici finalizzati alla conoscenza del proprio
corpo quale fonte di poesia, comunicazione ed espressione, alla
concentrazione, alla creazione di un gruppo di “attori ” compatto,
all’utilizzo della propria voce e alla creazione del personaggio, e
in una sezione in cui si lavorerà all’analisi testuale, all’individualizzazione dei principali temi drammaturgici, alla creazione e al
montaggio delle scene. Il risultato finale di tale percorso formativo è l’avvicinamento al mondo del teatro, alla sua professione,
la scoperta della poeticità e dell’unicità espressiva di ogni attore
partecipante, la creazione di un possibile atto unico incentrato
sulla figura di Cleopatra in cui protagonisti però saranno tutti gli
interpreti indipendentemente dal numero di battute dette, proprio
in nome di quell’armonia indispensabile per fare teatro e musica,
per creare e vivere.
Principali obiettivi del progetto
- Serietà professionale e divertimento nell’affrontare
il percorso teatrale
- Sviluppare competenze teatrali con esperienze pratiche
di lavoro
- Trovare una propria verità partendo dal testo,
dalla voce e dal corpo
- Scoprire la propria poeticità e unicità attoriale
con l’espressività di corpo e voce
- Sviluppare la propria presenza scenica lavorando
sull’urgenza dell’attore, sul significato del testo
- Dialogo immaginario tra il proprio ego e il personaggio
da interpretare
- Dialogo col testo e la musica
- Affinare le proprie capacità di ascolto, di relazione
con gli altri attori e personaggi
- Trovare una giusta armonia tra parola detta, canto e musica
- Creare “personaggi vivi”, “elevarsi “al personaggio
- Osservare un modello, capirlo e rielaborarlo per
renderlo credibile e verosimile.
- Cercare un linguaggio “epico”, “straniato”, senza
perdere poesia, passione, intensità e credibilità.
con la classe IV Linguistico B del Liceo “Gioia”
di Piacenza
11
Calendario del laboratorio
dal 14 al 16 marzo 2011
Liceo “Gioia” - Succursale “Gesuiti”, Aula Magna
dal 27 al 31 marzo 2011
10, 17, 30 e 31 maggio 2011
Teatro Comunale Filodrammatici
Performance finale
Antonio e Cleopatra... passioni e poesie
mercoledì 1 giugno 2011 - ore 21
Teatro Comunale Filodrammatici
(Pre/Visioni - Stagione di Prosa “Tre per Te” 2010/2011)
La classe IV Linguistico B del Liceo “Gioia” viene seguita
in questo progetto dalla professoressa di italiano Antonella
Tampellini, insieme alle colleghe che insegnano lingue straniere (nello spettacolo sono infatti previsti inserti in lingua tedesca e inglese, con brani cantati). Decisivo il sostegno della
professoressa Maria Augusta Schippisi, referente del “Gioia”
per il teatro, oltre ovviamente a quello della preside professoressa Gianna Arvedi.
Gli studenti coinvolti sono Alessia Avallone, Vittoria Burzi,
Matteo Colombotti, Selene Fornaroli, Arianna Freschi, Cindy
Gandolfi, Sara Guaragni, Mara Lazzarini, Giuseppina Loverre,
Camilla Mannina, Aneta Nikolovska, Maria Renzino, Sofia Risoli, Francesco Rossi, Chiara Scarpanti.
Collaborano con Valentina Escobar al progetto, curando la
realizzazione dei costumi, Stefania Coretti e Tania Fedeli.
Si ringrazia il Piccolo Teatro di Milano per la concessione di
alcuni costumi e attrezzi di scena.
Percorsi
sull’ombra e il
teatro d’ombre
L’ORIGINE DELLA FIGURA parte III - Piccole storie d’ombra. Un percorso animato.
a cura di Nicoletta Garioni
Nessuna tecnica di rappresentazione è immortale.
Solo l’ombra lo è.
La nostra ombra è stata, nelle prime due tappe del Laboratorio
L’origine della figura (che si sono tenute nel 2009 e nel 2010),
costantemente oggetto d’osservazione, guida al nostro vedere,
stimolo alla nostra immagi­nazione.
Il suo potere evocativo e metaforico ci ha condotti in un mondo
ricco di figure. La sua materia inconsistente e la sua capacità di
mostrarsi in forme sempre nuove e in con­tinua trasformazione ha
spinto i nostri occhi a “guardare” dentro quel buio e a scoprirvi le
tracce di una realtà parallela.
L’ombra che timidamente è apparsa ai nostri piedi e che lentamente si è alzata in piedi si è dimostrata pronta a staccarsi da
noi, diventare pubblica, e capace di raccontare storie per chi vuole ascoltarla. Da misteriosa e inafferrabile è diventata mansueta,
pronta ad offrirsi come linguaggio di rappresentazione.
La terza e ultima tappa del Laboratorio L’origine della figura porta
a compimento questo percorso ed è incentrata proprio sull’ombra
come strumento di rappresentazione.
L’obiettivo è l’allestimento di un percorso animato composto da
micro-storie d’ombra, inserite in uno spazio scenico non propria­
mente teatrale, in grado di rendere protago­niste le differenti possibilità e potenzialità espressive e poetiche dell’ombra.
Le attività proposte permettono ai par­tecipanti di mettere a frutto
le tecniche apprese. Si cimenteranno in prima persona nell’animazione dei propri lavori, rendendo vive le figure create. Tutte le
tecniche del teatro d’ombre saranno attraversate, svilup­pate ed
approfondite: l’analisi dello spazio, il rapporto tra luce e corpo. Le
tecniche co­struttive delle figure troveranno un naturale sbocco nel
percorso progettato realizzato e animato.
per insegnanti, educatori e animatori
(partecipazione riservata a coloro che hanno seguito le annualità precedenti del laboratorio)
13
Calendario del laboratorio
18 gennaio 2011 - dalle ore 17 alle 19
1 e 15 febbraio 2011 - dalle ore 17 alle 19
1 marzo 2011 - dalle ore 17 alle 19
3, 10, 17, 19 e 20 maggio 2011 - dalle ore 17 alle 19
Officina delle Ombre
Alla terza annualità del Laboratorio L’origine della figura
partecipano Luciana Bertelli, Sonia Bonini, Grazia Carini,
Silvia Dati, Laura Gilberti, Barbara Graviani, Sara Marzani,
Giulia Rizzi, Daniela Romanini, Enrica Sacchi, Emanuela
Savi, Daniela Silva, Manuela Tavani.
Performance finale
Il gioco dell’ombra
Percorso a tappe alla scoperta della propria ombra
sabato 21 maggio 2011 - dalle ore 17
Officina delle Ombre
(Pre/Visioni - Stagione di Prosa “Tre per Te” 2010/2011)
OMBRE. WORK IN PROGRESS - Dalle prove alla messinscena di uno spettacolo
Teatro Gioco Vita mostra i meccanismi che sottostanno alla genesi di una rappresentazione teatrale. Durante le prove di una
nuova produzione un gruppo di lavoro assiste ad una prima messa in scena e si confronta con la Compagnia sulle scelte drammaturgiche, sceniche e registiche e le modalità di rappresentazione
messe in atto.
Il percorso formativo si propone di far conoscere ai ragazzi come
nasce uno spettacolo: la classe viene “guidata” nei momenti
salienti dell’allestimento confrontandosi con il regista e l’equipe
artistica impegnata nell’allestimento.
Il gruppo può successivamente assistere allo spettacolo finito,
partecipando successivamente ad un secondo momento di confronto con il regista e il suo staff, in modo da riprendere le tematiche affrontate nella prima fase di lavoro e fare un raffronto con
la messa in scena finale.
per le scuole
Ditelo
all’attore
INCONTRI CON I PROTAGONISTI DELLA STAGIONE DI PROSA
DEL TEATRO MUNICIPALE DI PIACENZA
a cura di Enrico Marcotti
Tenere acceso il confronto fra pubblico e artista ben oltre l’evento
scenico; capire le ragioni profonde di uno spettacolo sviscerandone e analizzandone i nuclei tematici facendo emergere allo
stesso tempo i lati all’apparenza più oscuri o marginali di una
rappresentazione teatrale; sentire dalla viva voce dei protagonisti
motivazioni e percorsi che guidano la scelta di un autore o di
un dramma indagando i processi di realizzazione scenica: tutto
questo è Ditelo all’attore, ciclo di incontri con i protagonisti della
Stagione di Prosa del Teatro Municipale curato dal critico teatrale
Enrico Marcotti, giunto quest’anno all’ottavo anno di vita. Attraverso una chiacchierata informale con gli attori o i registi e la
mediazione del critico, si vuole favorire un confronto vitale tra
artista e spettatore con il pubblico che ha la possibilità di approfondire temi e meccanismi degli spettacoli curiosando, perché
no?, anche fra pensieri e idee, fra pubblico e privato, degli artefici
delle stagioni di prosa. Ditelo all’attore, attraverso i suoi appuntamenti, rappresenta infine anche uno sguardo sulla situazione
del teatro italiano ed europeo contemporanei, identifica passaggi
generazionali, coglie il rinnovarsi di poetiche e forme produttive
con l’obiettivo sempre dichiarato di valorizzare le felici intuizioni
di chi crea ma anche di chi legge o guarda l’evento teatrale.
Prossimi appuntamenti
martedì 8 febbraio 2011 - ore 17.30
incontro con Marco Paolini
in scena con ITIS GALILEO
produzione Jolefilm
mercoledì 23 febbraio 2011 - ore 17.30
incontro con Massimo Dapporto,
Benedicta Boccoli e la Compagnia
in scena con L’APPARTAMENTO
regia Patrick Rossi Gastaldi - produzione Antheia
martedì 5 aprile 2011 - ore 17.30
incontro con la Compagnia
in scena con I PUGNI IN TASCA
regia Stefania De Santis
produzione ErreTiTeatro30
mercoledì 13 aprile 2011 - ore 17.30
incontro con Franco Branciaroli
in scena con DON CHISCIOTTE
regia Franco Branciaroli
produzione Teatro de gli Incamminati
Teatro Comunale Filodrammatici
per tutto il pubblico
15
Ditelo all’attore è ormai un’esperienza consolidata, arrivata quest’anno alla sua ottava edizione.
Primi protagonisti del 2010/2011 a finire sotto la lente di
Enrico Marcotti sono stati gli attori del Piccolo Teatro di
Milano in scena con Donna Rosita nubile sotto la direzione
del regista catalano Lluìs Pasqual: Giulia Lazzarini, Andrea
Jonasson, Rosalina Neri, Franco Sangermano, Pasquale Di
Filippo, Alessandro Gigli, Stella Piccioni.
È stata poi la volta di Paolo Poli, al Municipale con Il mare
da Anna Maria Ortese. L’incontro è stato anche occasione
per ricordare Giancarlo Maserati, fondatore del gruppo teatrale “La Canea” e figura di spicco del teatro piacentino,
scomparso nell’agosto scorso: Poli e Maserati erano infatti
legati da un’amicizia di lunga data e da una profonda stima reciproca.
Il pubblico piacentino ha quindi incontrato la Compagnia
di Emilia Romagna Teatro Fondazione impegnata nello
spettacolo Le signorine di Wilko, tratto dall’omonimo ro-
manzo di Jaroslaw Iwaszkiewicz, una delle figure più importanti della letteratura polacca contemporanea, e diretto
da Alvis Hermanis, regista lettone tra i più acclamati della
scena europea: Sergio Romano, Laura Marinoni, Patrizia
Punzo, Irene Petris, Fabrizia Sacchi, Alice Torriani, Carlotta
Viscovo.
Interessante nei temi trattati anche l’appuntamento con la
Compagnia del Teatro di Roma, al Municipale con Il Misantropo, regia di Massimo Castri: Massimo Popolizio, Graziano Piazza, Federica Castellini, Ilaria Genatiempo, Andrea
Gambuzza e Laura Pasetti.
Molto partecipato sia da parte del pubblico sia da parte
degli attori l’incontro dedicato alla commedia musicale di
Garinei e Giovannini Aggiungi un posto a tavola portata in
scena dal Sistina: erano presenti Gianluca Guidi, Enzo Garinei, Marisa Laurito, Marco Simeoli, Va­lentina Cenni, Titta
Graziano e Andrea Carli.
Gli elementi
del teatro
IL TEATRO DI REGIA IN ITALIA
a cura di Chiara Merli
Nell’Europa della seconda metà dell’Ottocento si afferma un nuovo paradigma del fare teatro: il concetto di regia, nato da una
molteplicità di esperienze e riflessioni proposte da un gruppo disomogeneo di artisti, letterati e studiosi, arriva in breve tempo a
imporsi quale nuovo principio organizzativo, estetico e culturale
del teatro, segnando la nascita di quello che oggi comunemente
si intende per spettacolo teatrale contem­poraneo.
L’avvento della regia comporta una radicale revisione della prassi
teatrale, in base alla quale i molteplici codi­ci della messinscena,
liberati dalle gerarchie di valori che nel corso dei secoli avevano
determinato il prevalere di un linguaggio sull’altro, sono posti pariteticamente al servizio del regista, artefice unico, responsabile
della specialistica ottica creatrice da cui dipende l’armoniosa e
coerente realizzazione d’insieme dello spettacolo.
Nel nostro Paese la regia si afferma, con un notevole ritardo rispetto alle esperienze europee, tra gli anni Trenta e Quaranta del
Novecento, come esito di un percorso di graduale presa di distanza dalle modalità ottocentesche e grandattorali di concepire
il teatro, intrapreso dai primi decenni del secolo da teatranti del
calibro di Gabriele D’Annunzio e Luigi Pirandello, Silvio D’Amico,
Orazio Costa, Anton Giulio Bragaglia, e culminato nella lezione di
Luchino Visconti, padre fondatore del nostro teatro di regia.
Ponendosi come ideale prosecuzione del percorso avviato nella
scorsa stagione teatrale, il laboratorio in­tende concentrarsi sugli
sviluppi del teatro di regia in Italia, attraverso i suoi più significativi rappresentanti: Giorgio Strehler, Luca Ronconi, Massimo Castri
(la cui regia de Il Misantropo è stata in scena nell’ambito della
Stagione di Prosa “Tre per Te”) e Cesare Lievi sono i protagonisti
di questi incontri, che cercano di delineare le personalità, le poetiche e i percorsi di questi grandi esponenti di due generazioni di
registi italiani.
martedì 15 febbraio 2011 - ore 17
Il teatro d’arte per tutti di Giorgio Strehler
martedì 1 marzo 2011 - ore 17
Luca Ronconi e le frontiere della drammaturgia
martedì 15 marzo 2011 - ore 17
Massimo Castri, tra Goldoni, Ibsen e Pirandello
martedì 29 marzo 2011 - ore 17
Parole in una stanza: il teatro di Cesare Lievi
Ridotto del Teatro Comunale Filodrammatici
Il progetto Gli elementi del teatro è stato avviato da
Chiara Merli nel 2009. Inizialmente pensato come momento formativo per gli insegnanti, viste le richieste è
stato aperto con successo a tutto il pubblico, coinvolgendo appassionati e cultori del teatro.
Tra i temi affrontati nelle due prime annualità, la dimensione spazio - temporale del teatro, la parola in scena,
regia implicita e regia esplicita, l’attore e il personaggio,
nascita ed evoluzione della regia teatrale, la regia come
sintesi dei linguaggi della messinscena, l’attore e il personaggio nella prospettiva della creazione.
per insegnanti
(gli
aperti a tutto il pubblico)
perincontri
tutto ilsono
pubblico
17
Cinema
e Teatro
PROIEZIONI E INCONTRI
presentati da Giorgio Betti
L’innegabile parentela che lega cinema e teatro si riscontra sul
piano storico come su quello estetico-linguistico. Sia teatro che
cinema costituiscono, normalmente, l’occasione di un’esperienza
di spettacolo, si iscrivono nell’orizzonte della rappresentazione,
fanno appello principalmente alla vista e all’udito, operano perlopiù sui medesimi costituenti (attori, scenografie, costumi, set,
regista…) e condividono anche molti percorsi. Fittissima è infatti
la trama di intrecci, scambi, prestiti e interferenze che, dopo aver
segnato la storia delle due arti, proficuamente continua ad alimentarle.
Questi due ambiti artistici si incontrano grazie al progetto Cinema e Teatro. La presenza nel cartellone della Stagione di Prosa
“Tre per Te” 2010/2011 di alcuni spettacoli legati a quella che
viene definita “la settima arte” (Le signorine di Wilko, regia di
Alvis Hermanis; L’appartamento, regia di Patrick Rossi Gastaldi; I
pugni in tasca, regia di Stefania De Santis) diventa occasione per
un percorso che grazie al grande schermo, attraverso proiezioni
e incontri sui film, vuole introdurre il pubblico a quello che va in
scena al Teatro Municipale.
Il percorso Cinema e Teatro si è aperto con una serata
dedicata a Panny z Wilka (Le signorine di Wilko), regia
di Andrzej Wajda, pellicola del 1979 a suo tempo candidata all’Oscar come miglior film straniero. La sceneggiatura del film, scritta da Zbigniew Kaminski, è tratta
dall’omonimo racconto di Jaroslaw Iwaszkiewicz da cui
il regista lettone Alvis Hermanis ha adattato la drammaturgia dello spettacolo teatrale Le signorine di Wilko.
Prossimi appuntamenti
venerdì 18 febbraio 2011 - ore 21
L’appartamento
Usa 1960, 125’
regia Billy Wilder,
soggetto e sceneggiatura I.A.L. Diamond, Billy Wilder
venerdì 25 marzo 2011 - ore 21
I pugni in tasca
Ita 1965, 107’ (v.m. 14)
regia e sceneggiatura Marco Bellocchio
Teatro Comunale Filodrammatici
per tutto il pubblico
Walking
shadows
IL TEATRO DI SHAKESPEARE DAL PALCOSCENICO AL GRANDE SCHERMO
a cura di Chiara Merli
“Se nel 1599 fosse esistito il cinematografo Shakespeare sarebbe
stato il più grande regista del suo tempo. Si può dire che egli
scrivesse per il cinematografo quando spezzettava l’azione in una
serie di piccole scene, ed anticipava così la tecnica dello schermo,
impaziente com’era, e come si dimostra in molti drammi, delle
limitazioni paralizzanti del palcoscenico”. Con queste parole,
Laurence Olivier, interprete shakespeariano per eccellenza, offriva
una sua interpretazione delle ragioni della straordinaria affinità
tra Shakespeare e il cinema. Un’affinità sostenuta dalle caratteristiche intrinseche dell’opera shakespeariana: una lingua tra le più
fantasiose, immaginifiche, sincopate, vibranti, musicali e astratte
della letteratura; una struttura narrativa solida e corposa, trame
affascinanti e coraggiose; personaggi dotati di uno spessore
drammaturgico tale da diventare proverbiali, simboli universali e
universalmente riconosciuti; la capacità di fondere e confondere
i generi, i registri comico e tragico e le più diverse fonti di ispirazione.
Il laboratorio affronta da una parte un capolavoro del cinema
come Macbeth diretto e interpretato da Orson Welles, autentica
pietra miliare nella filmografia shakespeariana; dall’altra Amleto,
proposto in un collage di frammenti tratti da due versioni storiche dell’opera del Bardo, quella firmata da Laurence Olivier nel
1948 (premiata con ben cinque Oscar, tutt’ora considerato uno
dei migliori adattamenti cinematografici di testi di Shakespeare) e
quella diretta e interpretata nel 1996 da Kenneth Branagh, prima
versione completa della tragedia mai portata sullo schermo.
per le scuole secondarie superiori
venerdì 18 marzo 2011 - ore 9.15
Macbeth
(Orson Welles, USA 1948, b/n, 107’)
venerdì 29 aprile 2011 - ore 9.15
Hamlet
(Laurence Olivier, GB 1948, b/n, 153’)
Hamlet
(Kenneth Branagh, USA/GB 1996, col., 242’)
Gli incontri prevedono un’introduzione al film, la sua
visione e l’analisi di alcune sequenze funzionali ad individuare i punti di contatto e le differenze tra testo
drammaturgico, letterario e filmico.
I due appuntamenti sono preceduti da un incontro propedeutico per illustrare il rapporto tra teatro, cinema e
letteratura, cercando di mettere a fuoco gli elementi essenziali della relazione tra Shakespeare e il cinema.
Il laboratorio intende fornire strumenti utili da un lato
alla conoscenza dei fondamenti del linguaggio cinematografico, dall’altro, attraverso la visione, il commento e
l’analisi dei film presentati, intende guidare gli studenti
alla conoscenza approfondita di alcune opere letterarie
di grande interesse.
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Il dubbio e
la certezza
PSICHIATRIA E PSICOANALISI A TEATRO. AMLETO, IL MISANTROPO E DON CHISCIOTTE
a cura di Giovanni Smerieri - con la collaborazione di Marco Martinelli
Il filo conduttore del progetto è la sofferenza disperante, comica,
surreale di chi ha perso la fiducia nel proprio mondo, e si ritrova
solo nelle relazioni umane.
La fiducia, voce interiore che ci accompagna verso lo sconosciuto
e ci permette di amare senza perderci nell’altro, ha bisogno di
certezze e di dubbi. Mentre il dubbio spinge alla ricerca del vero,
la certezza anima il coraggio dell’attesa. Amleto, il Misantropo
e Don Chisciotte, non potendo amare, incarnano, nella dialettica
dubbio-certezza, la tragedia della morte del sé.
Casi clinici? Personalità malate? Curanti impotenti? O aspetti della nostra mente, delle nostre relazioni o della nostra condizione
umana?
Il percorso, costituito da tre incontri, si è aperto con una
serata dedicata ad Amleto: «Un padre che, non sapendo
amare si fa persecutore. E un figlio, intossicato dall’odio,
che per sconfiggere l’angoscia di morte uccide l’amore».
È stata poi la volta di un appuntamento dedicato al Misantropo: «Un idealista che, spaventato da amore, fa tacere
il desiderio e isola la ragione nel regno della solitudine».
Le riflessioni di Smerieri sul personaggio creato da Molière
sono state accompagnate da un programma musicale curato da Francesca Schirinzi, violinista e cantante, docente
al Conservatorio Nicolini di Piacenza. Sono stati eseguiti
brani di Jean-Baptiste Lully e Marc Antoine Charpentier. La
Schirinzi (violino, voce) è stata accompagnata da Eugenia
Gaboardi (viola) e Giulia Lanati (violoncello).
per tutto il pubblico
Prossimo appuntamento
venerdì 8 aprile 2011 - ore 21
Don Chisciotte
La passione solitaria.
L’ultima speranza prima del trionfo
della malinconia.
Teatro Comunale Filodrammatici
Per le scuole
Il progetto Il dubbio e la certezza viene proposto anche
in una formula pensata per gli studenti, attraverso incontri nelle scuole superiori. L’idea si è sviluppata a partire
da una prima esperienza sull’approfondimento dei temi
di Amleto condotta con alcune classi del Liceo Artistico
“Cassinari” e del Liceo “Gioia”, che si è rivelata particolarmente proficua per i ragazzi e i loro insegnanti. È
allo studio la realizzazione dell’intero percorso - Amleto, Il
Misantropo e Don Chisciotte - al Liceo “Colombini”.
A teatro
con mamma
e papà
TEATRO PER LE FAMIGLIE
Non solo una rassegna teatrale rivolta alle famiglie, per avvicinare
i bambini con i genitori e i nonni all’esperienza dello spettacolo
dal vivo e per trascorrere insieme il tempo libero, ma anche una
proposta per educare fin dalla prima infanzia al senso critico, alla
fantasia, alla creatività.
L’acqua, la diversità, le avventure del primo elefante con la proboscide, bolle di sapone, i voli di Chagall. E ancora, tradizioni, miti,
storie di animali e bambini. Tutto questo raccontato con ombre,
attori, immagini, oggetti, burattini, proiezioni.
Hanno inaugurato la Stagione 2010/2011 per le famiglie due
spettacoli di Teatro Gioco Vita. Il primo in cartellone è stato I viaggi di Atalanta, coproduzione con Emilia Romagna Teatro Fondazione per un pubblico a partire dai 6 anni, che racconta il mito di
Atalanta - una fanciulla nella Grecia degli dei e degli eroi - a partire dal testo di Gianni Rodari e dai disegni di Lele Luzzati. È stata
poi la volta della nuova produzione di Teatro Gioco Vita Cane Blu
per i bambini da 3 anni, regia di Fabrizio Montecchi, spettacolo
tratto da Chien Bleu di Nadja, autrice connotata per l’originalità
dei suoi temi e delle sue illustrazioni.
Giallo Mare Minimal Teatro ha messo in scena Accadueò, otto
piccole storie originali sull’acqua, per parlare ai bambini di un
bene prezioso da preservare e di un elemento che è all’origine del
mondo. Successo per i burattini tradizionali, proposti da Dimmo
Menozzi (La vendetta della Strega Morgana) e dal Teatro del Drago (Il grande trionfo di Fagiolino pastore guerriero).
Prossimi appuntamenti
domenica 6 febbraio 2011 - ore 16.30
La Baracca Testoni Ragazzi
L’ELEFANTINO
Liberamente tratto da un racconto di Rudyard Kipling
da 2 anni
domenica 13 febbraio 2011 - ore 16.30
Teatro delle Briciole Solares Fondazione delle Arti
IL PINGUINO SENZA FRAC
Liberamente tratto dal racconto di Silvio D’Arzo
da 4 anni
domenica 27 febbraio 2011 - ore 16.30 e ore 18
Michele Cafaggi
OUVERTURE DES SAPONETTES
Un concerto per bolle di sapone
da 2 anni
domenica 13 marzo 2011 - ore 16.30
Tam Teatromusica
ANIMA BLU
Dedicato a Marc Chagall
da 5 anni
Teatro Comunale Filodrammatici
per bambini e famiglie
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L’arte
a teatro
SPETTACOLI E INCONTRI TEATRALI SU ARTE, ARTISTI E DINTORNI
a cura di Chiara Merli
Un nuovo percorso, nell’ambito dei progetti “educational” di
Teatro Gioco Vita, in bilico tra arte e teatro, alla scoperta del sottile confine che separa e unisce i diversi modi del “fare arte”, e
delle infinite possibilità di dialogo e scambio tra le arti. Prendendo
le mosse da alcuni spettacoli nel cartellone della Stagione di Teatro Scuola “Salt’in Banco” (La magia delle immagini. La storia
dell’arte spiegata ai ragazzi della Compagnia Teatrale Piccoli Principi e Anima Blu. Dedicato a Marc Chagall di Tam Teatromusica)
si intende offrire agli studenti partecipanti una possibilità di indagare l’area delle possibili intersezioni tra arte e teatro, facendo del
teatro uno strumento propedeutico alla comprensione della storia
dell’arte, e al contempo sfruttando l’arte come mezzo per svelare
alcuni meccanismi del gioco teatrale. Un’occasione per gli studenti per imparare a ragionare in modo “multimediale” su contenuti
inediti o noti attraverso il medium del teatro, in un percorso originale di costruzione della conoscenza.
Il laboratorio
Un ciclo di incontri nelle scuole, prima e dopo la visione degli
spettacoli. Il laboratorio intende accompagnare i partecipanti in
un percorso di studio e approfondimento attraverso gli elementi
costitutivi del linguaggio teatrale e del linguaggio delle arti figurative. A conclusione del lavoro gli insegnanti possono proseguire
l’approfondimento in classe mediante l’utilizzo di schede e materiali didattici forniti da Teatro Gioco Vita.
per le scuole secondarie di primo grado
e secondarie superiori
Gli spettacoli
Compagnia Teatrale Piccoli Principi
LA MAGIA DELLE IMMAGINI
La storia dell’arte raccontata ai ragazzi
Un’introduzione al complesso mondo dell’arte, alla sua
storia ai suoi processi formativi.
Teatro d’attore e immagini
Martedì 22 febbraio 2011 - ore 10
Mercoledì 23 febbraio 2011 - ore 10
Giovedì 24 febbraio 2011 - ore 10
Teatro Comunale Filodrammatici
Tam Teatromusica
ANIMA BLU
Dedicato a Marc Chagall
Guardare i quadri di Chagall è compiere un viaggio
nella poesia e nell’emozione.
Teatro musicale e immagini proiettate
lunedì 14 marzo 2011 - ore 10
martedì 15 marzo 2011 - ore 10
mercoledì 16 marzo 2011 - ore 10
Teatro Comunale Filodrammatici
Al laboratorio hanno aderito classi della scuola secondaria di primo grado “Anna Frank”, del Liceo “Gioia” di
Piacenza e del Liceo “Novello” di Codogno.
Dentro
il teatro
INCONTRI DI INTRODUZIONE AI LINGUAGGI DELLA SCENA
a cura di Chiara MerlI
Gli artifici, le magie e le invenzioni; ma anche le regole e i meccanismi, sostenuti da un perfetto ingranaggio e da un sistema
di segni che si intersecano in un unico linguaggio, complesso e
sfaccettato: tutto questo è il teatro. Il laboratorio si propone di
guidare gli studenti in un percorso ‘dentro’ i misteri del teatro, alla
ricerca delle radici del fare teatro, nell’affascinante scoperta della
materia di cui sono fatti i sogni.
Il progetto si articola in tre livelli: La magia del teatro per le primarie, Capire lo spettacolo teatrale per le secondarie di 1° grado,
Leggere lo spettacolo teatrale per le superiori. Il percorso è adattato all’esigenza e all’esperienza di ciascuna classe coinvolta e ai
programmi didattici svolti dalle singole classi.
La magia del teatro
per le scuole primarie
Un percorso di tre incontri alla scoperta delle meraviglie del gioco
teatrale: l’improvvisazione, la recitazione, gli oggetti di scena, gli
effetti speciali. Per scoprire l’essenza dell’illusione teatrale, il ‘magico se’ che trasforma la finzione in realtà.
Capire lo spettacolo teatrale
per le scuole secondarie di primo grado
Il testo è una componente fondamentale dello spettacolo teatrale: questo percorso articolato in quattro incontri si propone
di guidare gli studenti alla comprensione dei fondamenti della
drammaturgia, dal canovaccio dei comici dell’arte al testo dialogico, al copione, fino al sotto-testo e al testo-spettacolo. Gli allievi
saranno chiamati a misurarsi con queste nuove forme testuali in
un percorso che si configura come un vero e proprio laboratorio
di scrittura creativa.
Leggere lo spettacolo teatrale
per le scuole secondarie superiori
Quattro incontri per imparare a leggere uno spettacolo teatrale nei suoi molteplici linguaggi: attraverso la visione guidata di
alcuni allestimenti ‘storici’, gli studenti potranno apprendere le
specificità delle diverse componenti della messinscena e così acquisire strumenti indispensabili per una fruizione più completa e
consapevole dello spettacolo teatrale.
per le scuole primarie, secondarie di primo grado e secondarie superiori
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Il laboratorio prevede diverse tipologie di incontri (a seconda
della classe e dell’età degli studenti), definiti anche sulla base
di indicazioni fornite dagli insegnanti.
L’obiettivo principale è far acquisire strumenti utili alla comprensione dei fondamenti del linguaggio teatrale, con modalità
e secondo livelli di approfondimento adeguati alle esigenze degli studenti dei diversi ordini di scuole.
A conclusione del lavoro gli insegnanti possono proseguire l’approfondimento in classe mediante l’utilizzo di schede e materiali didattici forniti da Teatro Gioco Vita.
Numerose le scuole che si avvicinano all’esperienza teatrale tramite gli incontri del progetto Dentro il teatro.
Tra le scuole primarie della città, partecipano al percorso La magia del teatro classi della “Giordani”,
della “Don Minzoni”, della “De Amicis” e dell’Istituto
“Sant’Eufemia”.
In provincia hanno aderito la scuola primaria di Cortemaggiore e quella di Pecorara.
Nel Lodigiano diverse classi vedono gli interventi di
Chiara Merli, tra cui quelle della scuola primaria di Fombio, di San Rocco al Porto e delle primarie “San Biagio”
e “Anna Vertua Gentile” di Codogno.
Gli incontri del percorso Leggere lo spettacolo teatrale
proposto agli istituti superiori vedono il coinvolgimento
di alcune classi del Liceo Artistico “Cassinari” di Piacenza, del Liceo Scientifico “Mattei” di Fiorenzuola e
dell’Istituto Agrario Statale “Tosi” di Codogno.
In tutto fino a maggio sono in calendario complessivamente 75 incontri, con il coinvolgimento di 28 classi,
per un totale di 600 studenti che dalle primarie alle superiori sono “entrati dentro” i misteri del teatro grazie
a questa importante sezione dei progetti “educational”
proposti da Teatro Gioco Vita nell’ambito dei programmi di “InFormazione Teatrale”.
Dietro
il sipario
INCONTRI DI PRESENTAZIONE DELLA STAGIONE DI PROSA “TRE PER TE”
INCONTRI PROPEDEUTICI ALLA VISIONE DEGLI SPETTACOLI
INCONTRI DI APPROFONDIMENTO SUGLI SPETTACOLI
a cura di Chiara Merli
Nella prospettiva della “costruzione” del pubblico, Teatro Gioco
Vita offre agli studenti, alle biblioteche e ai gruppi organizzati un
progetto basilare nel percorso di educazione al teatro finalizzato ad istituire un dialogo continuativo e uno scambio reciproco
con gli spettatori. Andando incontro all’esigenza del pubblico di
migliorare gli strumenti in proprio possesso da una parte per fruire meglio della visione dello spettacolo, dall’altra per disporre di
chiavi di lettura adeguate e per approfondire l’esperienza della
visione dello spettacolo stesso, il progetto si pone l’obiettivo di
aiutare ad acquisire maggiore dimestichezza con il mondo del
teatro e a sviluppare il senso critico, per assistere in modo più
consapevole alla rappresentazione teatrale.
Incontri di promozione e formazione del pubblico sui
contenuti artistici della Stagione di Prosa “Tre per Te”
L’illustrazione dei contenuti artistici della Stagione di Prosa “Tre
per Te” diventa occasione per avviare un percorso di avvicinamento al teatro, senza la pretesa di spiegarlo né classificarlo, ma con
l’intento di offrire al pubblico l’opportunità di fruire in modo consapevole dell’esperienza teatrale.
Incontri propedeutici alla visione degli spettacoli
Gli incontri precedenti la visione della rappresentazione teatrale
sono finalizzati a introdurre i temi dello spettacolo e facilitarne la
comprensione.
Incontri di approfondimento sugli spettacoli
Gli incontri successivi alla visione dello spettacolo sono finalizzati a sviluppare alcuni nodi tematici e approfondire l’esperienza
della visione.
Incontri di promozione e formazione sui contenuti artistici della Stagione di Prosa “Tre per Te” sono stati
effettuati al Liceo “Respighi” e all’Istituto “Romagnosi” di Piacenza. Analoghe iniziative sono state proposte
anche ad alcuni gruppi organizzati, tra cui l’Associazione Culturale Scuba Libre di Piacenza e la Biblioteca
Comunale di Caorso.
Classi del Liceo Artistico “Cassinari” e del Liceo “Gioia” hanno invece seguito un percorso di approfondimento collegato alla visione dello spettacolo Amleto
del Teatro del Carretto in scena al Teatro Municipale
per la Stagione di Prosa “Tre per Te”, con incontri precedenti e successivi alla rappresentazione.
Un percorso su Amleto di Shakespeare tra letteratura e
teatro è al centro di alcuni interventi in programma al
Liceo “Colombini” di Piacenza.
In tutto una decina di incontri in scuole, biblioteche e
associazioni in città e provincia.
per scuole, biblioteche e gruppi organizzati
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Scarpe
LABORATORIO DI MOVIMENTO CREATIVO E ACROBATICO (PER GIOCO)
collegato alla visione dello spettacolo Scarpe
a cura di Giorgio Rossi, Elena Burani, Fabio Nicolini, Francesco Sgrò
Associazione Sosta Palmizi, Collettivo 320chili
Il progetto architettonico dell’orologiaio è rigoroso, virtuoso, mira
a risultati precisi. Altra tendenza, quella del giardiniere: crea le
condizioni, prepara il terreno, getta semi per una fioritura che
spesso ha direzioni imprevedibili. Giorgio Rossi, quando insegna
ai bambini il movimento, la relazione con il proprio corpo che
danza, si sente più vicino al giardiniere. Danzatore, coreografo,
cofondatore di Sosta Palmizi, tra le più longeve Compagnie di sperimentazione in Italia, da anni tiene laboratori in scuole e teatri,
all’estero e in Italia, oltre a portare in scena affascinanti spettacoli
per ragazzi come La Favola Esplosa, Balocco, Scarpe.
«Se la danza classica, la ginnastica artistica mirano alla costruzione di un corpo codificato, operano trasformazioni precise e
strutturate - spiega - ciò che tento di costruire è la capacità di
un percorso sensoriale e “memorico” a partire dal quale il corpo
possa destinarsi in sequenze di movimenti rispondenti al luogo e
al momento che di volta in volta ospitano la danza».
«La danza è tutto ciò che riguarda l’uomo, ivi compresa la voce»,
diceva il coreografo Rudolf von Laban. Giorgio Rossi parte da
quest’idea, cerca di sollecitare la memoria uditiva, olfattiva, visiva
dei suoi piccoli allievi, li interroga sul ricordo dei sapori, sui loro
primissimi ricordi. Fa loro domande più che affermare, poi li invita
all’ascolto. Crede che la cosa più importante da insegnare ai bambini che abitano le città di oggi, spesso senza spazi e tempi per
imparare a muoversi, sia la capacità di improvvisare nell’ascolto,
profondo, di quel che sta attorno. La mimesi è uno strumento importante nel suo modo di insegnare, ma quando invita un bambino a farsi foglia, fiume o farfalla, lo invita a confrontarsi con il suo
ricordo, a riprodurre energia e ritmo sentiti nel contatto con quel
che sta cercando di imitare.
(…) Uno sguardo bambino saprà più facilmente riconoscere il
senso dell’agire e dell’accadere nel luogo dell’evento, decodificando il succedere senza giudizio e con un piacere che è proprio
dell’essere umano, sospeso tra stupore e incredulità, riconoscimento e divertimento. L’ho visto negli occhi dei bambini, l’ho
ascoltato nel loro respiro, l’ho percepito nella loro attenzione e
mi ha emozionato e fatto sentire parte vitale e privilegiata di
questo mondo.
Giorgio Rossi
Lo spettacolo
Associazione Sosta Palmizi, Collettivo 320chili
SCARPE
giovedì 24 marzo 2001 - ore 10
venerdì 25 marzo 2011 - ore 10
Teatro Comunale Filodrammatici
Il laboratorio
giovedì 24 marzo 2011 - ore 11
venerdì 25 marzo 2011 - ore 11
Teatro Comunale Filodrammatici
in collaborazione con AterDanza
con le classi II B e IV C della scuola primaria
“Giordani” di Piacenza
Collaborazione
con il
Piccolo Teatro
di Milano
Il Protocollo d’Intesa sottoscritto da Teatro Gioco Vita e dal Piccolo Teatro di Milano si conferma uno dei punti di forza delle attività
formative. È dal 2003/2004 che gli spettacoli del Piccolo ospitati
nella Stagione di Prosa “Tre per Te” del Teatro Municipale diventano occasione per progettare percorsi di approfondimento, laboratori e incontri con il coinvogimento di scuole, famiglie, insegnanti
e di tutto il pubblico. Un’occasione importante per Piacenza e il
territorio.
Il 14 aprile 2004 Teatro Gioco Vita - Teatro Stabile di Innovazione
e Piccolo Teatro di Milano - Teatro d’Europa hanno sottoscritto un
Protocollo d’Intesa che ha tra i suoi obiettivi promuovere e realizzare attività di formazione ed educazione al teatro, laboratori,
seminari, conferenze; concordare attività d’aggiornamento per i
docenti; realizzare progetti di coproduzione per spettacoli, eventi
speciali, festival o rassegne; favorire l’ospitalità di spettacoli stranieri di comune interesse e la reciproca ospitalità delle proprie
produzioni. Obiettivi che di anno in anno si sono sempre realizzati
concretamente.
LO SPETTACOLO E LA SUA SINTASSI
a cura del Settore Proposte Culturali del Piccolo Teatro di Milano
Federico García Lorca e il testo teatrale. Lluís Pasqual e la sua
lettura registica. La metafora della “rosa mutabilis”. Le figure
femminili. Sono alcune delle tematiche sviluppate da Anna Piletti,
responsabile delle attività didattiche del Piccolo Teatro di Milano,
nel corso degli incontri Lo spettacolo e la sua sintassi propedeutici alla visione di Donna Rosita nubile (andato in scena al Teatro
Municipale il 16 e 17 novembre scorso nell’ambito della Stagione
di Prosa “Tre per Te”).
Gli incontri si sono tenuti al Liceo “Respighi” e al Liceo “Gioia”
di Piacenza.
Nell’istituto di Piazzale Genova Anna Piletti ha incontrato le classi
2L e 2H. Al “Gioia” invece l’incontro ha coinvolto un gruppo di ragazzi abbonati alla Stagione di Prosa del Municipale e di studenti
che hanno assistito con la classe allo spettacolo Donna Rosita
nubile.
per le scuole secondarie superiori
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DEL TRADURRE. L’APPROCCIO TEATRALE AL TESTO
INCONTRI SULLA RISCRITTURA DRAMMATURGICA
a cura di Roberta Zanoli
Ogni autore, come ogni compositore, ogni grande scrittore - e dietro ogni grande autore, sia Beckett o Lorca, si nasconde il poeta
- possiede un modo particolare di “respirare il mondo”.
Noi dobbiamo entrare in questo respiro che fa raccontare la storia
come avrebbe voluto l’autore, con i tempi, le emozioni, come le
avrebbe sentite lui stesso, al di là della lingua.
Lluís Pasqual
Dalla suggestione di queste parole del regista Lluís Pasqual a
proposito di Donna Rosita nubile e del lavoro fatto per dirigere Federico García Lorca in italiano, ha preso spunto il lavoro di
Roberta Zanoli sulla “traduzione” per la scena, ossia l’approccio
teatrale al testo. La parola teatrale ha un’enorme responsabilità:
scrivere per il teatro comporta un impegno in più, perché le parole, i pensieri, non sono destinati solo alla carta, ma già devono
prevedere l’interpretazione delle proprie parole, l’ascolto da parte
di un pubblico dei propri pensieri. La scrittura da leggere, meditare, su cui riflettere con calma è completamente diversa dalla
scrittura scenica che immediatamente deve far arrivare i propri
messaggi tramite l’azione, il suono, le immagini che evoca. Un
ciclo di tre incontri sulla riscrittura drammaturgica, un progetto
formativo rivolto a chi vuole conoscere meglio la scrittura per la
scena, con l’obiettivo di lavorare in modo creativo su suggestioni,
idee, immagini nate dall’incontro con alcuni brani di Donna Rosita
nubile che, per temi e contenuti, possono essere oggetto di una
riflessione e rielaborazione personale.
per insegnanti, studenti delle scuole secondarie superiori
e tutto il pubblico
Prossimo appuntamento
data da definire - ore 17.30
Ridotto del Teatro Comunale
Filodrammatici
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Pre/Visioni
PICCOLI PEZZI poco complessi
InBalìa
un omaggio a Michel Houellebecq
e alle sue “Particelle Elementari”
drammaturgia Magdalena Barile
con Marco Cacciola, Lucia Mascino e Francesco Villano
coreografia Lara Guidetti
scene e costumi Petra Trombini
luci Luigi Biondi
organizzazione Debora Meggiolaro
ufficio stampa Cristina Pileggi
regia Marco Cacciola e Francesco Villano
venerdì 20 maggio 2011 - ore 21
Teatro Comunale Filodrammatici
Fare un bambino, un autoscatto, un’opera d’arte. Guardarsi allo
specchio. Farsi un ritratto, creare a propria immagine e somiglianza. Creare. Un avatar, un account in rete, un esperimento genetico
e altro. Ancora. Prolungarsi, moltiplicarsi. Finirsi.
Piccoli Pezzi è una spettacolare riflessione sulla riproduzione e il
terrore di scoprirsi inefficaci, sterili, poco rappresentativi di se stessi e del tempo in cui si vive.
Una drammaturgia di corpi e parole sulle possibilità riproduttive
della specie umana e i suoi effetti collaterali.
Una scena co/stretta.
Due uomini, talmente diversi da essere fratelli, si ignorano.
(Fratello = la cosa più vicina a me e più lontana da me)
Una donna, afflitta da desiderio di maternità, li prova.
(Desiderio = bugia. Una bugia è utile quando aiuta a trasformare
la realtà)
Tre universi che mutano continuamente, fra amplessi acrobatici,
analisi del sangue, videochattate e giri al supermercato. Tre individui dispersi nelle stanze vuote delle loro case, muti lungo i
viali luminosi della loro città. La Paura nei loro cromosomi, Paura
come risorsa per sopravvivere, Paura degli altri per sopravvivergli.
Se stiano cercando un figlio o una buona ragione per estinguersi
è difficile da stabilire: questa è l’epoca dell’uomo e della sua riproducibilità tecnica. Fino a considerare la possibilità del proprio
superamento. Fino a la Fine.
InBalìa è un gruppo di artisti - Marco Cacciola, Michelangelo Dalisi e Francesco Villano - che si reincontrano dopo anni di esperienze e collaborazioni con altri registi. Nel 2010 decidono di
costituire una “Compagnia Instabile” insieme a Petra Trombini
(tecnica) e Debora Meggiolaro (organizzazione) per condividere
poetiche e percorsi diversi, per mescolare i segni viventi della
loro pratica teatrale. La diversa formazione, la stessa volontà
autoriale, la responsabilità in prima persona. Una forma di neo
battesimo artistico che li impegnerà non solo in scena, ma alternativamente anche nella regia e nella coreografia.
Giovani artisti delle scuole di teatro, laboratori e azioni teatrali.
Da qualche anno il cartellone Pre/Visioni, inserito nella Stagione
di Prosa “Tre per Te” del Teatro Municipale propone uno spaccato
su una nuova generazione di artisti, sul lavoro di chi è ancora alla
ricerca di una identità e di una propria dimensione artistica, insieme alla ricerca laboratoriale più innovativa ed originale: occasione
preziosa di confronto ed incontro con il pubblico.
Esperienze diverse per contenuti, modalità e linguaggi. Ma caratterizzate dalla stessa freschezza e dalla capacità di parlare, con il
linguaggio del teatro, in particolare ai giovani e a chi si occupa
di esperienze della scena.
Spettacoli Pre/Visioni
Biglietti: euro 5
Prevendita da martedì 3 maggio 2011
IL GIOCO DELL’OMBRA
Percorso a tappe alla scoperta della propria ombra
Teatro Gioco Vita - Teatro Stabile di Innovazione
un progetto di Luciana Bertelli, Sonia Bonini, Grazia Carini, Silvia
Dati, Laura Gilberti, Barbara Graviani, Sara Marzani, Giulia Rizzi,
Daniela Romanini, Enrica Sacchi, Emanuela Savi, Daniela Silva,
Manuela Tavani
a cura di Nicoletta Garioni, Fabrizio Montecchi
con la collaborazione di Sergio Bernasani, Federica Ferrari
Dal laboratorio triennale per insegnanti L’origine della figura condotto da Teatro Gioco Vita, nasce Il gioco dell’ombra, un percorso
a tappe dove, attraverso una serie di piccoli giochi e improvvisazioni, si conduce il pubblico alla scoperta della propria ombra e
delle sue infinite possibilità metamorfiche, fino all’incontro finale
con il teatro d’ombre.
Il gioco dell’ombra non è propriamente uno spettacolo, né un laboratorio, né un percorso espositivo, ma tutto questo insieme. È
un viaggio nel mondo delle ombre dove al pubblico è richiesto
di essere al tempo stesso spettatore e attore, fruitore e creatore
e accettare di farsi coinvolgere in un continuo gioco di scambio
di ruoli tra se stesso e la propria ombra. Come in un vero e proprio gioco da tavolo al pubblico verrà chiesto di guadagnarsi il
diritto di passare alla tappa successiva solo dopo aver superato
prove elementari che lo proietteranno in diversi universi fantastici,
in situazioni comiche e grottesche e a fare i conti con le bizze e
bizzarrie sorprendenti delle proprie ombre.
A guidarci in questo percorso a tappe, che si svilupperà in differenti spazi dell’Officina delle Ombre, saranno i “custodi delle ombre”,
animatori-artigiani interpretati dalle stesse insegnanti che hanno
concepito il percorso.
Condizione indispensabile per partecipare al percorso è possedere
un’ombra.
sabato 21 maggio 2011 - dalle ore 17
Officina delle Ombre
Per piccoli gruppi (prenotazione obbligatoria)
Durata del percorso: 40 minuti circa
Destinatari: bambini dai 5 agli 8 anni e famiglie
30
Pre/Visioni
KASIMIR E KAROLINE
Società Filodrammatica Piacentina - Scuola di Perfezionamento Teatrale
di Odon von Horvath
regia Agnese Cornelio
giovedì 26 maggio 2011 - ore 21
venerdì 27 maggio 2011 - ore 21
Teatro Comunale Filodrammatici
Von Horvath (1901-1938) può essere considerato l’ultimo rappresentante del teatro viennese, un teatro che è sempre riuscito ad
essere popolare e nello stesso tempo distante dalle tentazioni del
verismo.
Kasimir e Karoline, testo pochissimo rappresentato e che risente della tecnica cinematografica, è scritto a brevi sequenze come
una sceneggiatura. È uno squarcio, trasudante dolcezza, dissennatezza e dolore, sul grande saturnale dell’Oktoberfest di Monaco,
sinistramente illuminato dalla crisi economica che ha ripreso ad
infierire e che rende tutto più precario: lavoro, affetti, autenticità,
stabilità dei rapporti. Un tema dunque di stretta attualità. Horvath
propone nei suoi lavori situazioni di generale disorientamento che
fotografano senza moralismi una umanità piccolo-borghese egoista e corrotta nei sentimenti dal denaro, tanto o poco che sia. Qui i
protagonisti della pièce sono due fidanzati: Kasimir, un povero autista appena licenziato, e Karoline, che viene da una famiglia della
media borghesia. I due trovano modo di litigare. Come motivo
delle loro divergenze il disoccupato Kasimir individua la loro differenza di estrazione sociale. Dopo reciproche vendette sentimentali
la commedia si chiude amaramente per i due promessi sposi che
“si sistemano” con una persona appartenente alla propria classe.
Quasi che per Ödön von Horvàth l’amore tra un povero e una ricca,
o viceversa, fosse una cosa impossibile.
Agnese Cornelio, diplomata in regia all’Accademia Nazionale
d’Arte Drammatica “Silvio D´Amico” e perfezionata a Berlino
presso l’Universität der Kunste e la scuola per attori “Ernst
Busch”, ha lavorato al Maxim Gorki Theater di Berlino, al Theater Basel di Basilea, al Münchner Kammerspiele di Monaco di
Baviera. Negli ultimi anni ha collaborato con alcuni tra i più importanti registi del teatro di lingua tedesca (tra gli altri, Stephan
Kimmig, Thomas Ostermeier, Lars-Ole Walburg, Stephan Kaegi,
Johann Simons, Luc Perceval) e in Italia con Antonio Latella. In
questa stagione ha firmato, prodotta dal Teatro Nuovo di Napoli,
il monologo La fame di Linda Dalisi e Incendi di Wajdi Mouawad
ed ha in preparazione uno spettacolo con il Teatro di Bochum,
in Germania. Alla Società Filodrammatica Piacentina ha tenuto
stage anche negli anni passati sul teatro mitteleuropeo.
ANTONIO E CLEOPATRA… PASSIONI E POESIE
performance finale del laboratorio teatrale Progetto Shakespeare - Antonio e Cleopatra… passioni e poesie
da William Shakespeare
drammaturgia, regia e scene Valentina Escobar
con gli studenti della classe IV Linguistico B
del Liceo “Gioia” di Piacenza: Sara Guaragni e Camilla Mannina
(Cleopatra), Francesco Rossi (Antonio), Selene Fornaroli (Selene),
Alessia Avallone (Ottavia), Giuseppina Loverre (Fulvia),
Sofia Ri­soli (Maga), Mara Lazzarini (Mardian), Arianna Freschi
(Alexas), Vittoria Burzi (Diomede), Cindy Gandolfi (Charmian),
Maria Renzino (Iras), Matteo Colombotti (Cesare),
Chiara Scarpanti (Lepido), Aneta Nikolovska (Pompeo)
costumi a cura di Valentina Escobar e Stefania Coretti
con la collaborazione di Tania Fedeli
si ringrazia Piccolo Teatro di Milano - Teatro d’Europa
produzione Teatro Gioco Vita - Teatro Stabile di Innovazione
Al centro della vicenda Cleopatra, sovrana d’Egitto, ma anche
madre e donna innamorata di Antonio, triumviro romano e sposato a Fulvia e Ottavia, uomo pubblico ed essere umano innamorato della bella egiziana. Cleopatra non solo si preoccupa di
tutelare e arricchire il suo potere, ma vuole conoscere a fondo
la natura del suo Amore, vuole capire fino a che punto possa
sentirsi amata. Lo spettacolo inizia con una danza, una scena
di ozio, divertimento e passione sulle note di una tromba, ma
dopo pochi minuti troviamo la sovrana perfettamente in grado di
razionalizzare anche il suo amore e conscia
della sua condizione di amante che vuole
rafforzare le sue sicurezze. È una donna
giovane, passionale, ma anche matura e
responsabile: ricorda ad Antonio, romantico, eroe o anti-eroe in cerca di un nuovo
mondo fatto solo d’amore, i suoi doveri
e di non trascurare gli ordini che gli invia
Cesare (l’ambizioso, smanioso di potere e
di vittoria) da Roma. Cleopatra è gelosa, ma non ingenua. Non
apprezza certo il tradimento, l’infedeltà di Antonio, ma non se ne
sorprende, conosce perfettamente le abitudini dell’uomo e chiede al pubblico: “Perché avrebbe sposato Fulvia se non le porta
amore?”. Oltre a situazioni amorose ce ne saranno altre legate al
potere, alla magia, alla lealtà, alle emozioni. Per Antonio tutta la
nobiltà della vita consiste nell’amare Cleopatra, nel divertirsi con
la sua amante. Prevarica l’uomo privato, l’essere umano sull’uomo pubblico con le sue forze e le sue fragilità, sul triumviro e l’
unica cosa che vuole imporre “ al mondo intero” non è la sua
forza politica o militare in questo momento, ma che nessuno può
eguagliare il loro amore.
Valentina Escobar
mercoledì 1 giugno 2011 - ore 21
Teatro Comunale Filodrammatici
COMPAGNIA DIURNI E NOTTURNI
direzione artistica Lucia Vasini
Lucia Vasini prosegue il lavoro laboratoriale avviato nel 2004 grazie a Teatro Gioco
Vita con un gruppo di ospiti e operatori dei
Centri Diurni e delle Comunità dell’Unità
di Riabilitazione del Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche
dell’Azienda Usl di Piacenza, cresciuto in
questi anni diventando un’ormai consolidata esperienza artistica e portando alla costituzione nel 2006
della Compagnia Diurni e Notturni. In scena un’ulteriore fase di
una ricerca drammaturgica che il gruppo persegue fin dagli inizi,
dove la parola, la musica e l’improvvisazione interagiscono in un
originale “gioco teatrale”, confrontandosi con alcuni classici del
teatro come Shakespeare, Pirandello, Beckett, Brecht. I progetti
più recenti sono: Da aspettando Godot… qualcosa di diverso,
produzione ha valicato i confini locali circuitando con successo in
diverse città della Regione Emilia Romagna, facendo tappa anche
all’Arena del Sole di Bologna nel programma del festival “DiversaMente” con la direzione artistica del critico Massimo Marino;
Dell’Opera Buffa, spettacolo molto liberamente ispirato all’ Opera
da tre soldi di Bertolt Brecht, debuttato a Piacenza in occasione
del Festival del Diritto 2010.
Una delle caratteristiche di tutti i lavori realizzati da Lucia Vasini
con la Compagnia Diurni e Notturni è stata la capacità di coinvolgere in un confronto con gli ospiti del Dipartimento di Salute
Mentale artisti diversi per esperienza e percorso personale (musicisti Paolo Ciarchi e Federico Ulivi, l’attore Tommaso Ragno, il
comico Paolo Rossi) e di creare sinergie tra teatro e linguaggio
cinematografico (ad esempio con il film La piccola A, coprodotto
dalla Scuola di Cinema Te­levisione e Nuovi Media della Fondazione Scuole Civiche di Milano e da Teatro Gioco Vita).
Una crescita che si è potuta realizzare anche grazie alle opportunità offerte dalla “residenza artistica” della Compagnia presso
Teatro Gioco Vita. Tra gli obiettivi di tale “residenza”, quello di
favorire un qualificato inserimento di nuove iniziative nel settore
della produzione teatrale e incentivare forme di creazione artistica tendenti alla contaminazione di più linguaggi espressivi.
L’edizione 2011 del Laboratorio teatrale con i Diurni e Notturni
porterà alla produzione di una performance che sarà presentata
al Teatro Comunale Filodrammatici nel periodo autunnale.
Altri
progetti
ORWELL - Cinema - Teatro - Incontri
Il progetto Orwell 2010, proposto da Teatro Gioco Vita in collaborazione con l’associazione “cittàcomune”, si è tenuto per tutto ottobre
al Teatro Comunale Filodrammatici. Intorno alla messa in scena dello
spettacolo 1984 della Compagnia Gli Incauti (cartellone Aspettando… Tre per Te della Stagione di Prosa 2010/2011 del Teatro Municipale), si è costruito un percorso tra cinema, teatro e letteratura,
mettendo in tensione tra loro diversi linguaggi espressivi, con l’aiuto
dei quali ripercorrere grandi speranze e tragedie del secolo scorso.
A partire dalla vita e dall’opera di George Orwell, che da militante e
scrittore ha attraversato i decenni decisivi tra le due guerre mondiali,
vivendoli intensamente e affrontando da narratore-saggista le situazioni e contraddizioni più inquietanti, si è sviluppata una intensa e
ricca riflessione sulla prima metà del Novecento (e sul presente).
Gli appuntamenti dedicati al cinema, presentati da Riccardo Anselmi
e seguiti da momenti di dibattito, hanno visto la proiezione dei film
Terra e libertà di Ken Loach (Gb-Spa-Ger 1995), in apertura del ciclo,
e Brazil di Terry Gilliam (Gb-Usa 1985), a provvisoria chiusura del medesimo: dalla Guerra civile spagnola degli anni Trenta alla rivisitazione
dell’antiutopia nell’era del computer. Gli incontri - curati da Piergiorgio Bellocchio (Da La strada di Wigan Pier a Omaggio alla Catalogna.
George Orwell, scrittore e militante) e da Gianni D’Amo (Orwell e
l’ombra lunga del totalitarismo. La fattoria degli animali e 1984) hanno accompagnato il pubblico dalle prime esperienze e scritture
orwelliane al capolavoro conclusivo, 1984, poi messo in scena da Gli
Incauti - Libera associazione teatrale.
Dello spettacolo sono state inserite in cartellone due recite aggiuntive
per le scuole, seguite da partecipati incontri tra gli studenti e insegnanti, gli artisti della Compagnia e i curatori del progetto: sull’attualità etico-politica di Orwell, i diversi livelli di riflessione presenti
in 1984, la problematicità del passaggio dalla pagina alla scena (per
esempio la trasposizione drammaturgica del protagonista, che nel libro parla in prima persona ed è contemporaneamente voce narrante
onnisciente). Hanno partecipato numerose classi del Liceo “Gioia”,
del Liceo “Colombini”, del Liceo “San Vincenzo” e dell’ITIS “Marconi” di Piacenza, del Liceo “Volta” di Castelsangiovanni, del Liceo
“Novello” di Codogno.
UN FOCUS SUL TEATRO RAGAZZI
Con Teatro Gioco Vita l’Osservatorio dello Spettacolo della Regione
Emilia-Romagna ha incontrato a Piacenza insegnanti e genitori di
città e provincia per confrontarsi sul Teatro Ragazzi. Nel mese di novembre si sono tenuti nel Ridotto del Teatro Comunale Filodrammatici
due “focus-group” condotti da Andrea Maulini dell’Osservatorio: il
primo con 5 insegnanti di scuola primaria; il secondo con 6 genitori di
ragazzi di età compresa tra 6 e 11 anni.
All’interno di questi incontri sono stati approfonditi temi riguardanti i
criteri con cui gli insegnanti e i genitori scelgono gli spettacoli, le opinioni che hanno gli insegnanti e i genitori in merito alle proposte artistiche, al costo del biglietto, ai servizi che il teatro fornisce o potrebbe
fornire. Un confronto informale, per conoscere meglio il pubblico dei
ragazzi attraverso chi li “guida” a teatro.
Analoghi incontri sono stati tenuti dall’Osservatorio a Parma (Teatro
delle Briciole Solares delle Arti), Bologna (Teatro Testoni Ragazzi) e a
Ravenna (Ravenna Teatro - Drammatico Vegetale).
Questi appuntamenti fanno parte di un progetto di lavoro più ampio
sul Teatro Ragazzi.
L’Osservatorio dello Spettacolo della Regione Emilia-Romagna è impegnato nell’attività di monitoraggio nel settore dello spettacolo a
partire dal 1996. Parallelamente svolge anche ricerche specifiche,
rispondenti alle esigenze conoscitive e di approfondimento dell’Assessorato alla Cultura. Nel 2010 l’Osservatorio ha avviato uno studio
sul tema del Teatro Ragazzi in Emilia-Romagna, al fine di valorizzare
il settore evidenziandone il ruolo fondamentale sul piano artistico e
sociale, stante anche la scarsezza di analisi e indagini che affrontino
questo settore.
TAPPA DI SELEZIONE DEL PREMIO SCENARIO 2011
Piacenza dal 20 al 23 marzo 2011 ospiterà una delle due Tappe di
selezione del Premio Scenario 2011, che grazie a Teatro Gioco Vita
si articolerà tra Teatro Comunale Filodrammatici e Teatro Municipale.
Il Premio promosso dall’Associazione Scenario, giunto alla tredicesima edizione, nasce allo scopo di valorizzare nuove idee, progetti e
visioni di teatro. Si rivolge a giovani di età inferiore ai 35 anni, non
appartenenti a strutture socie di Scenario né a formazioni riconosciute
o sovvenzionate. In una prima fase istruttoria sono stati selezionati da
una rete di Commissioni zonali progetti originali e inediti destinati alle
scene della ricerca e dell’impegno civile, scelti tra tutti quelli che sono
stati presentati entro il 31 ottobre scorso.
A Piacenza saranno presenti una ventina di candidati selezionati, che
esporranno frammenti o parti del loro progetto in un tempo massimo
di 20 minuti. La tappa di selezione si svolgerà in forma pubblica. Un
Osservatorio critico vaglierà i progetti destinati alla Finale.
Teatro Gioco Vita fa parte da alcuni anni dell’Associazione Scenario
nata allo scopo di promuovere iniziative culturali rivolte in particolare
alle giovani formazioni teatrali, individuando nel rapporto tra le generazioni e nella trasmissione dell’esperienza i fondamenti per la vitalità
e lo sviluppo della cultura teatrale.
TEA
TRO
magazine
Periodico di informazione - Stagione di Prosa 2010/11
COMUNE DI PIACENZA
TEATRO GIOCO VITA - Teatro Stabile di Innovazione
FONDAZIONE TEATRI DI PIACENZA
COMUNE DI PIACENZA
con il sostegno di
FONDAZIONE DI PIACENZA E VIGEVANO
con il sostegno di
NUMERO 11
SPECIALE
INFORMAZIONE TEATRALE 2011
150° anniversario dell’Unità d’Italia
A teatro con gusto
Percorsi sull’ombra e il teatro d’ombre
Incontri e laboratori su
teatro, cinema, danza
Giovani artisti delle scuole di teatro,
laboratori e azioni teatrali
Progetti speciali