“Oh chi siede a piangere sulla mia tomba,
e non mi lascia riposare?”
“Sono io, amor mio, che sto sulla tua tomba,
e non voglio che riposi,
finché non avrò ancora un bacio dalle tue labbra esangui,
è questo tutto ciò che cerco ancora”
The Unquiet Grave, XV secolo – Canzone folk inglese
Giselle è lo spettacolo sulle punte più noto e più rappresentato nel mondo insieme al Lago dei
cigni. E' il simbolo del balletto classico e romantico, ed incanta da oltre un secolo e mezzo i pubblici
di tutto il mondo.
Giovedì 16 gennaio 2014 alle ore 21 arriverà al Teatro Metropolitan di Piombino (Piazza
Cappelletti n.2) la versione proposta dal Junior Balletto di Toscana, per la coreografia del Maestro
Enzo Scigliano, che ha debuttato con grandissimo successo il 30 novembre 2013 al Teatro di
Vicenza.
• Brevissimamente, scopriamo la trama!
Giselle, giovane contadina tedesca, è innamorata del popolano Loys. In realtà però questi altri non
è che Albrecht, Principe di Slevia e promesso sposo di Bathilde, figlia del Duca di Curlandia. Il
guardiacaccia Hilarion, amico e da tempo innamorato di Giselle, dopo aver a lungo seguito e spiato
il reale rivale, lo smaschera pubblicamente. Giselle, debole di cuore, ne muore di crepacuore.
Hilarion, sconvolto dal rimorso per la morte di Giselle si reca presso la sua tomba; ad un tratto
sente intorno a sè una presenza irreale. Entrano in scena Myrtha, l'implacabile regina delle Villi e le
sue discepole. Giselle è convocata dalla sua tomba e accolta dalle creature soprannaturali,
danzando con esse. Hilarion è intanto inseguito dalle Villi che lo costringono a danzare fino alla
morte. Albrecht arriva disperato alla ricerca della tomba di Giselle, lei appare davanti a lui. Egli
implora il suo perdono. Myrtha raduna allora a sé tutte le sue discepole costringendo Albrecht a
danzare fino a farlo morire per sfinimento. Giselle supplica Myrtha di risparmiarlo, ma la regina
delle Villi rifiuta e allora lei lo protegge sorreggendolo e danzando con lui per tutta la notte. Alle
prime luci dell'alba le Villi sono costrette a svanire, Albrecht è salvo grazie all'amore di Giselle che
non appartenendo più alle Villi, torna per il riposo eterno nella sua tomba, dove ai piedi di essa
rimane il giovane principe solo e affranto dal dolore.
• L' autore
Theofphile Gautier, intellettuale francese di punta, scrisse nel 1841 il libretto di Giselle ispirato
dalla lettura delle poesie di Heinrich Heine e dall' amore verso Carlotta Grisi, grande ballerina dell'
epoca. I due, successivamente alla realizzazione di Giselle, avranno una relazione, da cui nascerà
una bambina; ma il loro amore finirà malamente, e Theophile sposerà poi la sorella di Carlotta
Grisi, Ernesta.
• La musica
La realizzazione delle musiche venne affidata ad un compositore già famoso per altri balletti e
buon amico dei due Adolphe-Charles Adam: egli accettò con entuisiasmo l'incarico e terminò la
partitura in meno di un mese. L'importanza attribuita a questo balletto classico è dovuta
soprattutto alla sua originalità. I balletti rappresentati prima di Giselle non hanno quasi niente di
originale, di composto su misura: molti sono orchestrati con brani simili ad altri o addirittura presi
in prestito. Le musiche di questo balletto invece sono tessute su misura, rispettando l'intenzione e
l'originalità del coreografo e dell'autore e mostrano ben poche somiglianze dirette con la musica
del tempo.
Ci sono sette temi principali nel balletto: quattro di questo appartengono al popolo: i mietitori, i
cacciatori, le villi e Hilarion. Tre di questi sono meno specifici: il tema della danza e due leitmotiv
d'amore. Questa precisa struttura è stata volutamente disegnata per aiutare la narrazione del
balletto.
•
Una coreografia a due teste
Il coreografo designato dagli autori però non fu lo stesso che poi realizzò, almeno formalmente, le
coreografie: all'Opéra National de Paris avevano assegnato come coreografo Jean Coralli, mentre
gli autori, che avevano fortemente voluto Carlotta Grisi, avevano designato come coreografo il
compagno della ballerina, il famoso Jules Perrot. Si decise dunque che Coralli avrebbe curato le
scene nell'insieme, mentre Perrot i passi della ballerina. Il tutto venne fatto di nascosto da
quest'ultimo e senza compenso. In seguito, sui manifesti e i volantini, comparve però solo il nome
di Jean Coralli.
• Il debutto
All'Opéra National de Paris, il 28 giugno del 1841, giorno del suo 22º compleanno, Carlotta Grisi si
esibì per la prima volta in Giselle, insieme a Lucien Petipa nel ruolo di Albrecht. Il balletto fu un
successo incredibile, tanto che ancora oggi viene considerato come uno dei più grandi balletti
classici mai rappresentati.
• Tra realtà e leggenda
Originarie della mitologia slava, le villi (al singolare vila o veela in inglese) sono creature fatate
femminili che, a seconda delle varie culture e tradizioni popolari, assumono nomi e caratteristiche
diverse.
Controllano le tempeste, e vivono nei prati, negli stagni, nei boschi, sugli alberi, sui monti, sulle
nuvole e negli oceani. Possono assumere diverse forme, e apparire ai viaggiatori sotto forma di
cigno, cavallo, lupo, oltre che come bellissime donne.
Sono spiriti di giovani fanciulle morte prima del matrimonio perché tradite o abbandonate,
vendicative e spettrali, incapaci di trovare riposo eterno nella morte, che ogni notte tra il
crepuscolo e l'alba cercano i traditori d'amore che costringono, con l'aiuto di rametti di vischio
apparentemente magici, a ballare convulsamente fino a provocarne la morte per sfinimento o fino
a che totalmente indeboliti non vengono gettati in un lago nelle loro vicinanze. Le Villi provano
infatti un irrefrenabile desiderio e un amore incredibile per la danza. Alla morte del traditore le Villi
si dileguano e con esse svanisce, finalmente placato, il fantasma della fanciulla morta per amore.
Ritroviamo, in tempi più recenti, le veela in Harry Potter.
• Le grandi interpreti di Giselle nella storia
Il ruolo di Giselle è stato interpretato la prima volta da Carlotta Grisi, ballerina di straordinario
talento, capace di impersonificare la contadina quanto la villi con grande maestria, diversamente
però dalla ballerina Fanny Essler che interpretò il personaggio due anni dopo. Questa ballerina
infatti fu capace di incentrare il balletto, grazie alle sue doti, non più sulla fine del secondo atto,
durante l'atmosfera magica delle villi danzanti, ma alla morte di Giselle, alla fine del primo atto.
Questa contrapposizione tra i due talenti sottolinea la difficoltà che richiede l'interpretazione del
ruolo di Giselle: intensità, mimica e capacità drammatiche nel primo atto; tecnicismo e leggerezza
nel secondo. I nomi della danza che hanno interpretato questo ruolo sono tra i più famosi: Tamara
Karsavina, una pietra miliare della danza, ha ballato nel 1910; Olga Spessivtseva, Galina Ulanova,
Alicia Markova, Alicia Alonso, Antoinette Sibley, Margot Fonteyn, Lynn Seymour, Natalia Makarova,
Gelsey Kirkland, Irina Kolpakova, Ekaterina Maximova, Eva Evdokimova, Carla Fracci, Altynai
Asylmuratova, Alessandra Ferri, Viviana Durante. Per quanto riguarda invece il ruolo di Albrecht, si
ricordano i nomi di Rudolf Nureyev ed Erik Bruhn e oggi quello di Roberto Bolle.
Carlotta Grisi (1842)
Tamara Karsavina (1910)
Anna Pavlova (1925)
Alicia Markova (1949)
Galina Mezentseva (1979)
Galina Seergevna Ulanova (1954)
Ekaterina
(1974)
Maksimova
Antoinette Sibley (1988)
Margot Fontaine (1962)
Carla Fracci (1972)
Alicia Alonso (1963)
Viviana Durante (2005)
Altinay Asylmuratova (1996)
ED ORA VENIAMO ALLA NOSTRA GISELLE!
• CREDITI
Balletto in un atto, scrittura drammaturgica e coreografia Enzo Scigliano, liberamente ispirata al
classico balletto romantico ottocentesco.
Musica di Adolf Adam
Costumi di Eugenio Scigliano
Creazione luci di Carlo Cerri con la collaborazione di Andrea Narese
Organico artistico: tutta la Compagnia
Durata 1 h e 15 minuti
• Un estratto dalla traccia drammaturgica di Enzo Scigliano
“Giselle è la storia di una giovane donna ma anche il balletto dei contrasti. Il giorno e la notte, l'
amore e l' inganno, la realtà e il sogno, la vita e la morte e la differenza tra i due sessi. La debolezza
di un uomo e la forza di tante donne che si ribellano al tradimento. Da qui lo spunto per rivisitare la
drammaturgia originale trasferendo i personaggi del balletto in un College anglosassone, nella
prima metà del '900.
Giselle sarà una giovane studentessa, Albrecht un professore, Batilde l' insegnante della classe
femminile, i vignaioli gli allievi della scuola....”...e stop! Non vogliamo rovinarvi troppe sorprese!
• Junior BallettO di ToscanA
Compagnia fondata e diretta da Cristina
Bozzolini, costituisce la struttura produttiva di
tirocinio professionale della Scuola del Balletto
di Toscana, oggi uno dei più qualificati enti di
alta formazione per danzatori classici e
contemporanei, a livello europeo. Riconosciuta
e parzialmente sostenuta da un contributo
della Regione Toscana e del Comune di Firenze,
operativa fin dal 2005, rappresenta una
qualificata occasione di debutto sulle scene,
con modalità rigorosamente professionali, sia artistiche che tecniche ed organizzative, per un
selezionato organico, mediamente di 16/18 elementi, giovani danzatori tra i 16 ed i 21 anni, di
promettente talento, espressione dei livelli qualitativi dei Corsi superiori di formazione
professionale del Dipartimento Danza classica e del Dipartimento Danza modern e contemporanea
della Scuola del BdT, a conferma delle eccellenti capacità formative di quella che è una delle
migliori e più innovative Scuole italiane di danza, fondata nei primi anni '70, con un "palmarés" di
oltre 100 propri ex allievi, professionisti in carriera, in importanti Corpi di Ballo, Compagnie e
Gruppi di danza in Italia ed in Europa.
Proprio per questo, l'organico artistico 'under 21' della Compagnia, si rinnova sensibilmente di
anno in anno, trovando molti, quasi tutti i protagonisti degli ultimi debutti, importanti contratti in
Compagnie e Gruppi di danza professionali in Italia e soprattutto all'estero.
Il suo programma artistico richiama la linea culturale, impressa nella cronaca e nella storia della
danza italiana per un quindicennio (1985 - 2000), dalla mitica formazione del BallettO di ToscanA,
sempre guidata da Cristina Bozzolini, con l'affermazione del primato della coreografia e della danza
pura, articolata per linee trasversali in una pluralità di linguaggi espressivi, dal neo-classico al
contemporaneo, al modern-jazz ed all'hip-hop. Il repertorio in essere della Compagnia, con Silvia
Chirico, in qualità di 'maitre de ballet' ed assistente alle coreografie, accanto a creazioni di Maestri
della coreografia italiana, quali Mauro Bigonzetti e Fabrizio Monteverde, vede la presenza di opere
già di affermati Autori, quali Eugenio Scigliano, Eugenio Buratti, Cristina Rizzo, Michele Merola,
Alessandro Bigonzetti, Francesco Nappa ed Arianna Benedetti coreografa residente, Docente e
coordinatrice del Dipartimento Danza moderna e contemporanea della Scuola.
• [COREOGRAFO] - ENZO SCIGLIANO
Nato a Cosenza nel 1968, ha iniziato i propri studi di danza con Maestri provenienti dal Teatro
dell’Opera di Bucarest (Cecilia Covaci, Ilie Suciu, Marin Alecu, Magdalena Popa). In seguito si è
perfezionato alla Scuola del Balletto Nazionale del Canada, a Toronto.
Rientrato in Italia debutta nel Balletto di Toscana nel 1986, interpretando ruoli impegnativi in tutte
le produzioni della Compagnia, divenendone elemento di spicco. Nella
Stagione 1992-93 lascia temporaneamente il Balletto di Toscana per
un’importante esperienza professionale come solista nell’English National
Ballet, dove interpreta importanti ruoli nel “Lago dei Cigni” di Raisa
Struchkova, in “Romeo e Giulietta” di Frederick Ashton e in “Sphynx” di
Glenn Tetley. Rientrato nel Balletto di Toscana riprende il suo ruolo di
protagonista nelle creazioni dei più apprezzati autori italiani, quali Mauro
Bigonzetti, Fabrizio Monteverde e Virgilio Sieni, nonché in quelle di
importanti coreografi europei quali Van Manen, Bruce, Preljocaj, Gelabert,
Christe, Wubbe.
Nel 1994 riceve il Premio “Danza & Danza” quale migliore danzatore italiano.
Nella metà degli anni ’90, su invito di Cristina Bozzolini, crea le sue prime coreografie: “Passaggio”,
su musiche di Bach, “Quasi una Fantasia”, su musiche di Gorecki, “Noon”, su musiche di Serra e
“Grief”, su musiche di Sakamoto, tutte per il Balletto di Toscana.
Conclusa l’esperienza con la Compagnia fiorentina, nel 2001, su invito di Mauro Bigonzetti entra
nell’Aterballetto, partecipando come solista nella ripresa del repertorio della Compagnia ed alla
messa in scena delle coreografie di Bigonzetti e Forsythe.
Per la Compagnia emiliana crea nello stesso anno “Blue”, su musica di Part.
Conclusa la sua esperienza di danzatore, nel 2004 si dedica interamente alla coreografia ed
all’insegnamento come “free lance”, particolarmente impegnato nella Scuola del Balletto di
Toscana a Firenze; nello stesso anno, su invito del direttore P. Mohovic, crea per la Compagnia
Esperia il balletto “Metamorfosi notturne”, su musiche di Ligeti. Riallestisce “Noon” per il Balletto
di Roma e crea per il gruppo “Versilia Danza” il brano “Waiting for white Visions”, su musiche di
Part. Per lo Junior Balletto di Toscana crea nel 2005 il balletto “Shabby”, su musiche di Part, nel
2007 un doppio passo a due dal titolo “Dust”, su musiche di Chopin e nel marzo 2008 propone una
nuova scrittura coreografica del balletto “Jeux”, su musiche di Debussy, nel programma “Sulle
tracce di Diaghilev”, co-prodotto dalla Fondazione dei Teatri di Reggio Emilia. La sua ultima
creazione a serata intera è “Casanova”, per l’Aterballetto. Nel marzo 2010 ha debuttato a Torino la
sua rivisitazione de “L’Apres midi d’un Faune”, su musica di Debussy, per il Balletto dell’Esperia. La
sua ultima creazione per la Compagnia Junior Balletto di Toscana è “Del Doman non v’è certezza”,
ispirata alla famosa quartina di Lorenzo il Magnifico. Nel dicembre 2011 ha debuttato a Danzica, in
Polonia, con una nuova “Cenerentola”, su musica di Prokofiev, per il Baltycki Teatr Tanca.
Nel 2014 curerà le coreografie del “Don Chisciotte de la Mancha” per Aterballetto.
•
Note a Giselle di Silvia Poletti, critica di danza e teatro
Per affrontare Giselle, caposaldo e sintesi del Romanticismo coreografico, Eugenio Scigliano torna
direttamente alle fonti poetiche e letterarie del balletto. Proprio partendo dalla suggestiva
leggenda delle Willis che Heinrich Heine evocò nel suo libro sulla Germania e tanto suggestionò
Theophile Gauthier nello scrivere lo scenario di Giselle, il coreografo si immerge direttamente
nell'atmosfera gotica e notturna tanto cara alle culture nordiche, della quale il tema
dell'irresistibile passione amorosa legata all'idea della 'non-morte' è fulcro portante. Con molte
altre creature destinate a vagare inquiete nell'aldilà create dalla letteratura romantica ( si pensi
solo ad una delle più grandi, Catherine Earnshaw del quasi coevo Wuthering Heights di Emily
Bronte, 1847), le Willis evocate da Heine condividono molte cose: il vagare in luoghi boschivi e
notturni, la bellezza selvaggia ed esangue, la silenziosa e sfuggente seduttività, il potere di far
sperimentare un sentimento così forte e irresistibile da lasciarne in chi l'ha provato indelebile
traccia.
Sono Belle Dames sans Merci, che irretiscono i viandanti e li allontanano dalla realtà: “Vilja oh
Vilja, fan-ciulla dei boschi, prendimi e fà di me il tuo amato. Vilja oh Vilja che cosa mi fai? Tremante
piange un uomo malato d'amore!” si canta anche nella Vedova allegra di Lehar, dove non sfugge
l'assonanza del nome della creatura incantata con le Willis di Heine e Gauthier.
Vilja, Veela, Willis comunque si chiamino queste fanciulle fatali hanno in sé anche una natura
demoniaca, tanto da essere assimilate ai vampiri, e come loro sono infatti esseri erotici e mortiferi,
implacabili e vendicativi. Di fatto l'altra faccia del feminino romantico, della donna rassicurante e
devota, ma anche soffocata dalle regole e liturgie sociali imposte della nuova morale borghese le
Willis sono insomma l'aspetto oscuro e liberato di donne obbligate dalle convenzioni a reprimere le
loro pulsioni ed emozioni più profonde.
In questo senso, la fanciulla Giselle inventata da Gauthier diventa l'epitome di una condizione
femminile tipica del periodo, fusione perfetta tra la virginale fanciulla obbediente alle regole della
società ( e per questo
soccombente alla presa di
coscienza del tradimento),
ma anche suo doppio ribelle
e
perturbante, seppure
disumanizzato.
E così ripensando la traccia
dell'antico balletto Scigliano
riconduce la vicenda in
quella età vittoriana, in una
scuola che ricorda assai da
vicino l'Appleyard College di
Picnic ad Hanging Rock, dove
si educano fanciulle di buona
famiglia con rigidi rituali
accuratamente pensati per
soffocarne le passioni, ma
nel quale è anche sufficiente mettere a contatto l'innocenza dei sentimenti dei più giovani con
l'ambiguità cinica degli adulti per fare esplodere un conflitto profondo e sconvolgente tra verità e
convenzioni e che tra sogno e realtà ancora una volta cerca di spiegare l'ineffabile natura
dell'amore.
• [INTERVISTA] ad Enzo Scigliano – da Sipario.it
“Ho cercato di attualizzare una leggenda senza tempo. Centrale è l'idea che spesso i giovani
vengono sopraffatti dalle persone più grandi ma hanno anche una capacità di amare infinita...” E.Scigliano
Vivere la danza da diversi punti di vista. Da interprete, insegnante e poi coreografo. Eugenio
Scigliano, classe 1968, ha trovato modo di distinguersi nei diversi ruoli, pur cercando sempre la
qualità artistica. E diversamente non poteva essere, vista la sua affinità con il Balletto di Toscana e
con il felice cenacolo coreutico diretto da Cristina Bozzolini, dalla cui scuola sono passati nomi
illustri della coreografia italiana come Monteverde, Sieni e Bigonzetti. Con l'omonima formazione
giovanile, in anteprima assoluta, Scigliano porterà a Vicenza la sua “Giselle”,secondo
appuntamento della stagione del Comunale in calendario sabato alle 20.45 e domenica alle 18.
Dopo le esperienze più recenti, “Casanova” con l'Aterballetto e “Cenerentola” per il Baltycki Tanca
Teatr di Danzica, Scigliano si confronta con il balletto che più rappresenta la tradizione romantica.
Lui stesso viene dalla danza classica, ha ballato diversi anni con il Balletto di Toscana, con
Aterballetto ed è stato protagonista di ruoli importanti all'interno dell' English National Ballet,
prima di rientrare in Italia e di dedicarsi completamente alla creazione coreografica e
all'insegnamento.
Come ha affrontato quest'opera dal passato così illustre?
«Parto da una profonda conoscenza del repertorio classico e la mia intenzione era di attualizzare
un racconto, una leggenda senza tempo. Non volevo stravolgere la linea narrativa, ma attualizzare
alcune tematiche tramite un intervento sull'ambientazione e l'assetto drammaturgico. Giselle è
un'allieva di un collegio nell'Ottocento del Nord Europa e si invaghisce di un istitutore. Da lì si
intessono le relazioni che rispecchiano la storia originale. Centrale è però l'idea che spesso i giovani
vengono sopraffatti dalle persone più grandi e devono fare esperienza del tradimento, della
vergogna, dell'abbandono fino a gesti estremi come il suicidio, ma con una capacità anche di
amare infinita, in grado di salvare chi è l'oggetto di questo amore. Gli interpreti, che sono
veramente giovani, la protagonista ha solo 17 anni, rendono credibile questa trasposizione e dal
mio punto di vista, esprimono la forza dei sentimenti che sono in gioco e che fanno da ponte tra il
mondo umano e la dimensione dell'aldilà rappresentata dalle fanciulle-spirito».
Lei ha mosso passi decisivi all'interno del Balletto di Toscana e oggi è un insegnante della scuola.
Com'è stato lavorare da coreografo con il gruppo junior?
«L'organizzazione molto professionale che contraddistingue l'ensemble è il medesimo sia per la
compagnia, sia per la formazione giovanile, quindi mi sono trovato in assoluta sintonia. Ho scelto i
ballerini e ho potuto muovermi senza difficoltà. C'è molta disciplina e senso di responsabilità e
l'impegno è davvero ai massimi livelli. A mio parere, ma non dovrei essere io a dirlo, il risultato è
molto buono e penso sarà una “Giselle”, quantomeno dal punto di vista dell'esecuzione, ricca di
attrattive».
Dopo aver ballato nell' English Ballet, dopo aver interpretato coreografie di talenti italiani e
stranieri, Van Manen, Preljocaj, Christie, come mai una decina di anni fa ha deciso di lasciare la
scena?
«Avevo ballato già per tanti anni. Ho lavorato molto per quello, sono anche stato fortunato perchè
ho avuto l'appoggio della mia famiglia a suo tempo e mi si sono presentate delle buone occasioni.
A un certo punto non ho più sentito il bisogno di espormi in prima persona, avevo voglia di mettere
a disposizione di altri l'esperienza che avevo accumulato. Mi attraeva insegnare e ho cominciato a
voler costruire i movimenti anziché eseguirli, sentivo di voler esprimere una visione personale che
implicava il mettersi in gioco dal punto di vista creativo. E' stato un passaggio naturale e senza
attriti, infatti non ho più avvertito il bisogno di andare in scena, cosa che invece per chi danza è
essenziale».
Quali esperienze sente più vicine nell'ambito della coreografia contemporanea?
«Mi attraggono stili diversi e non mi pongo limiti di sorta. Sono molti quelli che ammiro ma in linea
generale quello che mi colpisce sempre è la sincerità, l'onestà intellettuale, sia per il classico che
per l'avanguardia. Non mi piace la retorica, la superficialità di mestiere, come la scarsa attenzione
al pubblico e le forzature per differenziarsi ad ogni costo».
Parliamo del pubblico. Pensa che ci sia ancora voglia di classico?
«Penso che come in tutte le arti, la tradizione sia immortale e imprescindibile, oltre a essere una
fonte inesauribile di ispirazione. Certo è che oggi il repertorio classico va fatto e proposto ai
massimi livelli tecnici e interpretativi, altrimenti non regge. Trovo che il pubblico oggi sia preparato
ed esigente».
È difficile oggi fare coreografia nel nostro Paese?
«Le risorse scarseggiano per tutto il mondo della cultura e dell'arte. E questo è un dato. Rintengo
però che bisognerebbe fare di più per aprire delle opportunità alla gente di talento, non per forza
ai giovani, non per forza alle novità, ma adoperarsi perchè coloro che davvero possiedono delle
capacità trovino in concreto le giuste opportunità per esprimersi. Credo che oggi sia in gioco
proprio
questo».
•
[RECENSIONE] – del debutto al Teatro di Vicenza, 30 novembre 2013 – da Il Giornale di
Vicenza
L'amore è inganno. Il destino di Giselle accende vendetta
La rappresentazione a tinte forti del coreografo Scigliano ha reso bene la cornice drammaturgica e
carica di teatralità. Pieno successo
di Clelia Stefani
Prima nazionale e debutto per la “Giselle” firmata da Eugenio Scigliano al Teatro Comunale che è
tornato ad applaudire il Junior Balletto di Toscana, realtà di punta della danza italiana sempre in
grado di confermarsi fucina di talenti e cenacolo eccellente di illustri collaborazioni. Se dal 2011 ad
oggi sui cartelloni il nome della Junior di Cristina Bozzolini era accompagnato a quello della felice
“Coppelia” di Fabrizio Monteverde, oggi salpa un'altra trasposizione che pesca dalla tradizione ma
nello stesso tempo la reinventa riportandone in vita il nucleo letterario e le origini ispiratrici per un
allestimento che punta sugli aspetti più drammatici del racconto originale del racconto di Gauthier.
Centrale infatti la leggenda degli spiriti delle Villi, le fanciulle sospese tra vita e morte, fantasmi
inquieti e inquietanti, disperate e demoniache insieme, che nella morte cercano il riscatto
all'ingiustizia dell'abbandono terreno.
Questo confine aperto tra realtà e ignoto è il filo conduttore dell'allestimento e la luce obliqua che
definisce i corpi e i movimenti entro una cornice drammaturgica e carica di teatralità.
Giselle è una giovane allieva di un collegio femminile, imbrigliato in un'aura di cupo sapore
vittoriano, percorso noto a tanta letteratura gotico romantica di successo internazionale.
A metà fra sogno e realtà è dominante la rappresentazione a tinte forti, quasi espressionista, delle
villi e della potenza di un femminino in rivolta e assetato di vendetta. Il contrasto tra sentimenti e
passioni senza mezze misure vengono trasposti da Scigliano attraverso la preferenza ai movimenti
del busto e delle spalle. Nella disperazione di Giselle, la giovanissima e sensibile Laura Massetti,
come nella triste condizione delle villi prevalgono un sofferto contatto del corpo al suolo, le
contrazioni degli arti e i movimenti corali a cerchi concentrici via via più ristretti. Giselle è sempre
opposta al gruppo dei pari, alle compagne di collegio, come alle villi , ed è frequente il contrapporsi
tra un gruppo di danzatori e la protagonista sempre trattenuta, pur inutilmente, prima dalle
compagne, poi dagli spiriti nel suo slancio verso l'amato.
Il balletto è nel complesso asciutto e ben leggibile, l'assenza di scenografia è compensata da un'
efficace regia delle luci e dei loro effetti. Nei costumi di Santi Rinciari e nelle luci gelide e fendenti
di Carlo Cerri c'è un assetto dal sapore espressionista con una descrizione quasi caricaturale delle
fanciulle spirito a renderne l'atmosfera gotica e il taglio quasi fotografico degli intarsi coreutici.
Ammantate in lunghi abiti bianchi, esangui e con gli occhi cerchiati parlano allo spettatore dei tanti
delitti subiti da un femminino ancora privo di una dimensione di azione e reazione concreta, ma la
cui vendetta resta confinata nell'oblio di un sogno. In questa dualità, lascia intendere Scigliano
sostiamo ancora, ma di essa è rappresentabile la contraddizione tramite una leggenda che viene da
lontano e il linguaggio della danza contemporanea che offre sempre infinite opportunità. Applausi
caldi e ripetuti al Junior e al coreografo in scena.
•
Videoteca on line
In questa sezione trovate i link a numerose versioni di Giselle disponibili in rete, alcune integrali,
altre riportate nelle loro parti più significative; ci sono anche due brevi promo di coreografie del
Junior Balletto di Toscana....basta cliccare sul link per far partire il video!
Buona visione!
Giselle - American Ballet Theatre (1969) - Carla Fracci [Completo]
Giselle - La Scala (2005) - Alessandra Ferri [Completo]
Giselle - Bolshoi Ballet - Ludmilla Semenyaka (1991) [Completo]
Giselle - Galina Mezentseva [Estratto]
Giselle solo variation - American Ballet Theatre - Natalia Makarova (1977) – [Estratto)
Giselle - Alicia Alonso [Estratto]
Giselle - American Ballet Theatre - Natalia Makarova [Completo]
Giselle - Altinay Asylmuratova - Mariinsky Theatre (1986) [Estratto]
Giselle (1962) - Margot fontaine & Rudolf Nurejev [Estratto]
Giselle - Altinay Asylmuratova and Stanislav Belyaevsky - Mariinsky Theatre - 1996
Giselle - Anna Pavlova [Estratto]
JUNIOR BALLETTO DI TOSCANA - Coppelia - Coreografia Fabrizio Monteverde
JUNIOR BALLETTO DI TOSCANA - La Boule de neige
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