Giuseppina Rinaudo - Didattica della Fisica Corso SIS – Indirizzo fisico-matematico - a.a. 2004/05 5. Fisica, storia, tecnologia e società 5.1 Inquadramento storico della fisica: perché, come, che cosa - comprendere che i concetti fisici si sono sviluppati storicamente in modo non sempre lineare e con diversi contributi, imparare a dubitare delle eccessive semplificazioni storiche (es. Galileo fu “l’inventore” del metodo scientifico), saper collocare storicamente le principale figure di scienziati e lo sviluppo delle principali teorie, anche nel contesto della situazione sociale, politica ed economica e delle principali linee del pensiero filosofico, 5.2 Ruolo della tecnologia nello sviluppo delle idee fisiche - comprendere ed apprezzare il ruolo che il livello di sviluppo tecnologico ha giocato e gioca nella realizzazione degli esperimenti e nello sviluppo stesso dei concetti fisici (esempi) comprendere che lo sviluppo tecnologico è legato, a sua volta, allo sviluppo delle teorie fisiche 5.3 Perché è importante l’aggancio tra la fisica e la “società” Per comprendere il contesto sociale della fisica - per capire il legame fra la "fisica che si impara a scuola" e la vita quotidiana, - per capire che la fisica (e in generale la scienza) non è "neutra", - per imparare a utilizzare in un contesto diverso le capacità e le conoscenze che lo studio della fisica aiuta a sviluppare Per lo sviluppo cognitivo conoscenza e comprensione: ritrovare nel problema in esame le leggi e in generale le conoscenze fisiche già acquisite, capacità di applicare le leggi studiate anche al di fuori del contesto scolastico, capacità di analizzare i dati del problema, anche estraendoli da mezzi di informazione non “scolastici”, per trovare le soluzioni o per comprendere la portata delle implicazioni, capacità di sintetizzare i risultati ottenuti e di metterli in relazione con il contesto sociale da cui sono emersi, capacità di valutare e proporre: esaminare criticamente i risultati, confrontarli con le proprie aspettative e/o con le informazioni di partenza, proporre eventualmente soluzioni, raccomandazioni, ecc. Per lo sviluppo degli atteggiamenti: disponibilità all’ascolto: raccogliere ed esaminare criticamente l'informazione, coinvolgimento: impegnarsi in modo attivo a focalizzare il problema, non solo attraverso la raccolta di informazioni ma anche attraverso la rielaborazione personale accettazione: del sistema di valori propri della fisica, applicati al contesto in esame (non si può ragionare in modo “scientifico” in classe per risolvere un problema e usare un approccio diverso in un problema extrascolastico) comprensione: non solo della relazione fra le leggi fisiche e il problema in esame, ma anche delle conseguenze e implicazioni che ne derivano, 1 partecipazione: condividere a fondo il sistema dei valori e assumere di conseguenza le relative responsabilità (Welt Anschau) Per gli aspetti interdisciplinari collegare gli aspetti scientifici specifici della fisica con quelli di altre discipline (geologia, biologia, economia, sociologia, ecc.) “literacy”: capacità di leggere, comprendere e analizzare un testo oppure di produrre un testo avente le caratteristiche indispensabili a una corretta trasmissione dell’informazione Per una didattica "per problemi" sviluppare strategie per individuare i termini del problema utilizzare conoscenze e metodi appresi in altri contesti per analizzare e risolvere problemi 5.4 Modalità Programmazione - inserimento programmato negli argomenti che si stanno trattando, sia nelle lezioni sia in laboratorio - dato come lavoro a casa, come approfondimento o nello spirito del "fai da te" - in risposta a sollecitazioni esterne: articoli di giornale, programmi televisivi, internet, ecc - attività dedicate: mostra locale, incontro con altre classi, Settimana della Cultura Scientifica, ecc. Conduzione - usuale, come lezione o attività di laboratorio, - come approfondimento o ricerca personale, - come lavoro di gruppo. È importante in ogni caso evitare di cadere nella pura “chiacchera” o nell’informazione giornalistica, ma occorre cercare di ricuperare sempre gli aspetti scientifici, in termini di: - grandezze fisiche rilevanti nel problema - misure, dati quantitativi, sia pure come semplici ordini di grandezza - leggi, modellizzazione - dati oggettivi presentati e discussi e speculazioni o ipotesi introdotte ad hoc - semplificazioni o approssimazioni dichiarate o nascoste La valutazione - Perché: per sottolineare che si tratta di argomenti che hanno, nei riguardi della disciplina, lo stesso valore cognitivo degli argomenti convenzionali per valutare capacità che difficilmente sarebbero valutabili in altre attività - Che cosa: la correttezza degli aspetti disciplinari la comprensione della dimensione “sociale” le capacità legate alla “literacy” (comprensione, analisi critica e produzione di testi) - Come: se si è svolto il tema a lezione: attraverso problemi (eventualmente con guida alle risposte) oppure con quesiti aperti o semiaperti, in ogni caso con griglia di valutazione, se trattasi di attività di laboratorio: con la usuale valutazione del laboratorio, se lo studio è stato svolto autonomamente: attraverso un saggio o una tesina, fornendo prima uno schema di massima e predisponendo una griglia di valutazione. 2 5.5 Esempi di possibili argomenti L'energia: pompe e immagazzinamento di energia, efficienza alla produzione e al consumo, centrali per la produzione di energia: idroelettriche, termoelettriche, nucleari, fonti rinnovabili, combustibili fossili, radiazione solare, fissione e fusione, consumi energetici nei paesi industrializzati, energie per il futuro, sviluppo storico del concetto di energia, energie per il futuro La crescita esponenziale La rivoluzione industriale Trasporti L'automobile Le civiltà tecnologiche La valutazione degli sviluppi tecnologici Il buco dell'ozono Il "global warming" I metodi di datazione con la radioattività Gli effetti biologici delle radiazioni L’elettrosmog La valutazione del rischio Le armi a fissione nucleare Le armi a fusione nucleare La proliferazione degli armamenti nucleari Le scorie nucleari La ricerca di intelligenza extra-terrestre Gli UFO Pseudo-scienza e fenomeni paranormali 5.6 Strategie di scelta, analisi e produzione di documentazione (“literacy”) L’importanza di una buona documentazione - deve fornire elementi di informazione oggettiva e non solo opinioni - le informazioni debbono essere chiare, sufficienti e autoconsistenti perché il lettore possa formarsi un giudizio personale sull’argomento Leggere e analizzare un testo scientifico comprendere le parole estrarre l’informazione (information retrieval) Scrivere un testo scientifico analizzare e ricostruire un testo esistente produrre un nuovo testo 3 Le parole - controllare la comprensione del significato delle parole, in particolare di quelle che hanno significato diverso nel linguaggio quotidiano e in quello scientifico - introdurre e spiegare nuove parole: abituare all’uso di dizionari scientifici o tecnici, far uso abituale di banche dati di parole, costruire glossari - lavorare sulle parole: differenze fra significati parole, sinonimi, ecc. (es. “irradiare” o “contaminare”) - giocare con le parole: vero/falso, parole incrociate,ecc. Information retrieval sviluppare specifiche abilità per individuare l’informazione: es. usare titoli, etichette, parole chiave, indici, bibliografie - individuare il tipo di testo: es. articolo di giornale, rapporto, manuale di istruzioni, resoconto, racconto fantascientifico (vedi tabella) - capire la struttura del testo: racconto che segue l’evoluzione temporale, argomentazione con diversi punti di vista messi a confronto oppure diversi elementi presentati in successione o in contrapposizione, ecc. - identificare l’informazione chiave contenuta nei singoli paragrafi, nel testo intero, in figure, tabelle, schemi, ecc. - riassumere, fare uno scan del testo, scremare - Analizzare e ricostruire un testo Analisi - Sottolineare: parole chiave, concetti o idee centrali, frasi che portano particolari tipi di informazione (sottolineare “tutto” non serve!) - Etichettare: labeling, associare a ogni paragrafo o sezione un’etichetta o un titolo sintetico che riassuma le principali idee o informazioni contenute - Estrarre: aspetti e punti chiave - Riassumere: con diagrammi, mappe, flow chart, tabelle - Porsi domande: scrivere le domande suscitate dal testo e rimaste senza risposta - Fare previsioni: estrapolare quanto detto nel testo per trarne altre conseguenze non discusse esplicitamente Ricostruzione - Ordinare: ricostruire l’ordine cronologico o logico di un testo - Modificare: cambiare il tipo di presentazione (ad es. da presentazione lineare a mappa) - Completare: frasi, tabelle, diagrammi, ecc. - Tipi di testo racconto: raccontare come si sono svolti i fatti allo scopo di informare o intrattenere resoconto non cronologico: descrivere un fenomeno o un processo secondo un preciso ordine logico manuale di istruzioni: descrivere come qualcosa è costruito o funziona con una serie di passi in sequenza spiegazioni: spiegare i processi coinvolti in fenomeni naturali o sociali oppure spiegare come funzionano certe cose persuasione: promuovere un particolare punto di vista con l’intento di convincere gli altri discussione: presentare argomenti e informazioni da diversi punti di vista 4 5.7 Una riflessione su oscillazioni, onde e campi 5.7.1 Oscillazioni La forza di richiamo "elastica" verso la posizione di equilibrio - esempi: pendoli, molle ed elastici; - la forza è, in prima approssimazione, proporzionale allo spostamento e diretta verso la posizione di equilibrio; - la forza di richiamo dipende dalle caratteristiche dell'oggetto e dell'interazione che la produce: è più chiara nel pendolo, in cui l'interazione è esterna, in quanto è l'interazione di gravità da parte della Terra, meno chiara nella molla in cui l'interazione è interna ed è dovuta al legame elastico fra gli atomi del solido, che si esplicita nella costante elastica k: F=-kx); pendolo posizione di equilibrio l x Fr FTp la forza di richiamo Fr si può calcolare dai triangoli simili della figura: Fr : FTp = x: l, dove FTp è la forza peso. Di qui si ottiene che Fr = x FTp / l, cioè la forza di richiamo è direttamente proporzionale a x, che, per piccole oscillazioni, è lo "spostamento" dalla posizione di equilibrio elastico posizione di equilibrio, x=0 forza di richiamo elastica F=-kx posizione con allungamento x - spostando il corpo dalla posizione di equilibrio, si immagazzina "energia potenziale di posizione", dovuta appunto al fatto che il corpo non è nella sua posizione di energia minima; - nel moto, l'energia di posizione si trasforma periodicamente in energia cinetica e viceversa; - l'energia cinetica è massima quando il corpo passa per la posizione di equilibrio, è nulla nella posizione di massimo spostamento (elongazione) dall'equilibrio; l'opposto vale per l'energia di posizione; - la somma di energia di posizione e di energia cinetica è l'energia totale che nel moto si conserva, a meno delle perdite per attriti; - le forze elastiche di richiamo sono importanti perché su di esse si basa > la stabilità degli "stati condensati", cioè dello stato liquido e solido: la stabilità non è infatti basata sul fatto che ogni atomo stia "rigidamente" in una posizione fissa, ma sul fatto che è richiamato alla posizione di equilibrio da una forza elastica, > la stabilità delle molecole nello stato gassoso: la stabilità non è infatti basata sul fatto che ogni atomo della molecola stia "rigidamente" a una distanza fissa dagli altri, ma sul fatto che è richiamato alla posizione di equilibrio da una forza elastica; > in entrambi i casi, l'atomo oscilla intorno alla posizione di equilibrio con una ampiezza di oscillazione che dipende dall'energia totale che ha a disposizione, la quale a sua volta dipende dalla temperatura del corpo, sia esso solido, liquido o gassoso. Caratteristiche del moto oscillatorio - è un moto periodico, cioè un moto in cui si ritorna periodicamente alla stessa posizione; 5 - il periodo t del moto è legato alle caratteristiche della forza di richiamo e dell'oggetto che oscilla (es. nel pendolo t 2 l con l = lunghezza del pendolo, g = accelerazione di g gravità; nella molla t 2 m k con m = massa attaccata alla molla, k = costante elastica della molla); - nei moti oscillatori reali, il moto si discosta dalla stretta periodicità perché, a causa delle forze di attrito, il periodo tende ad allungarsi a ogni oscillazione fino a diventare praticamente infinito in presenza di un forte smorzamento; - l'andamento nel tempo è tipicamente di tipo sinusoidale, sia per la forza che per la posizione che per la velocità; - non tutti i moti periodici sono oscillatori: ad esempio un moto rotatorio come quello di un satellite o quello del pendolo conico non sono "oscillatori", perché la forza che li produce non è una forza di richiamo intorno a una posizione di equilibrio statico. 5.7.2 Onde Periodo e lunghezza d'onda: in un'onda la perturbazione (oscillazione, vibrazione, ecc.) si ripete periodicamente sia nello spazio che nel tempo; la periodicità spaziale è la "lunghezza d'onda", quella temporale è il periodo; l'onda viaggia nello spazio con una velocità che è pari al rapporto fra lunghezza d'onda e periodo; esempio il "la" ha una frequenza f di 400 Hz, la velocità v del suono nell'aria è 300 m/s, quindi =v/f 75 cm; in un'onda ciò che viaggia non è qualche cosa di materiale, ma è una perturbazione; perché la perturbazione viaggi nello spazio occorre che ci sia un accoppiamento fra “corpi vicini”: spostando un corpo dalla sua posizione di equilibrio, anche il corpo vicino risente dello spostamento e viene lui pure spostato dall'equilibrio (es. un tratto di corda da violino non può essere spostato dalla posizione di equilibrio senza spostare anche i tratti vicini); attraverso l’accoppiamento viene trasmessa energia da un punto ai punti vicini: l’energia trasmessa è quella dell’oscillazione che è alla base della perturbazione; oltre all’energia, viene trasmessa anche quantità di moto nella direzione in cui l’onda si propaga: l’onda quindi è sostanzialmente una perturbazione che trasporta energia e quantità di moto; l'onda elettromagnetica viaggia anche nello spazio vuoto, cioè l'accoppiamento fra un punto dello spazio e il punto vicino avviene senza che ci sia della materia, ma per la sola presenza dei "campi" elettrici e magnetici variabili nel tempo (equazioni di Maxwell) e sono i campi che trasportano energia e quantità di moto; quando incontra un ostacolo l'onda si riflette; la riflessione è speculare se la superficie di impatto è perfettamente liscia (ha rugosità minori della lunghezza d'onda); se l'ostacolo è "trasparente", cioè presenta solo una zona in cui l'onda si propaga con velocità diversa, oltre alla riflessione si ha rifrazione, cioè parte dell'onda prosegue ma cambia direzione secondo la legge della rifrazione (sen r/sen i = vr /vi = ni / nr, dove i e r sono gli angoli di incidenza e di rifrazione che la direzione di propagazione dell'onda forma con la perpendicolare al piano di separazione fra i due mezzi, vr e vi le velocità di propagazione nei due mezzi) onde stazionarie: si formano quando ci sono riflessioni multiple e l'onda riflessa si sovrappone perfettamente all'onda incidente, il che avviene quando le dimensioni del corpo in cui si propaga l'onda sono multipli interi di mezza lunghezza d'onda. 6 5.7.3 Forze che agiscono a distanza e campi Tipiche forze a distanza sono le forze gravitazionali, elettriche e magnetiche; la forza si trasmette attraverso un campo, si crea cioè nello spazio che circonda l'oggetto una situazione potenziale di forza che dipende dalla distanza e dalla grandezza caratteristica (“carica”) dell'oggetto che crea il campo; le grandezze caratteristiche del corpo che creano dei campi sono: > la massa m: crea un campo gravitazionale direttamente proporzionale alla massa, inversamente proporzionale al quadrato della distanza fra i corpi (per brevità, ma in modo che può generare misconcetti, si tende a dire che le forze dipendono dalla distanza fra le “masse”, come se la massa fosse un ente a sé, mentre è una grandezza fisica che caratterizza il corpo), diretto verso il punto in cui si trova il corpo (campo attrattivo); > la carica elettrica q: crea un campo elettrico direttamente proporzionale alla carica elettrica, inversamente proporzionale al quadrato della distanza fra i corpi (come per il caso della massa, per brevità, ma in modo che può generare misconcetti, si tende a dire che le forze dipendono dalla distanza fra le “cariche”, come se la carica fosse un ente a sé, mentre è una grandezza fisica che caratterizza il corpo), diretto verso il punto in cui si trova il corpo (campo attrattivo) se la carica è negativa, diretto verso l'esterno (campo repulsivo) se la carica è positiva; > il momento di dipolo magnetico: crea un campo magnetico che è direttamente proporzionale al momento di dipolo e varia nello spazio in direzione e intensità secondo una legge complessa (il momento di dipolo magnetico e il campo magnetico sono in realtà strettamente legati alla carica elettrica e al campo elettrico, quindi il campo elettrico e il campo magnetico sono descritti da un unico campo, il campo "elettromagnetico"); > vi sono altre grandezze caratteristiche dei corpi che creano altri campi non osservabili a livello macroscopico (la carica "debole", che è responsabile delle "interazioni deboli" quali ad esempio i decadimenti radioattivi, la carica "forte" che è responsabile delle "interazioni nucleari forti" quali ad esempio quelle che agiscono all'interno dei nuclei); > ci sono quindi in natura 4 campi fondamentali: gravitazionale, elettromagnetico, nucleare debole, nucleare forte; una forza a distanza fra due corpi, ad esempio una forza elettrica, viene perciò descritta in due "passi": il corpo 1, di carica elettrica q1, posto nel punto A crea un campo elettrico E1 in un certo punto B, il corpo 2, di carica elettrica q2, messo nel punto B sente una forza F12 pari a q2 E1 : la forza è diretta lungo la congiungente dei punti AB; se le cariche sono dello stesso segno la forza è repulsiva, se hanno segno opposto è attrattiva; il ragionamento vale invertito pensando al campo E2 generato nel punto A dal corpo di carica q2 messo nel punto B e alla forza F21 che il corpo di carica q1 sente quando è posto nel punto A: F21=q1 E2 q1 A q2 r F12=q2 E1 B la forza non agisce quindi direttamente fra i due corpi, ma agisce fra ciascun corpo e il campo generato dall'altro corpo. Questo passaggio è essenziale per capire come, ad esempio, un elettrone di un atomo che sta sulla Terra possa interagire con un elettrone che sta sul Sole: in base alle equazioni di Maxwell, il campo elettromagnetico EeS generato da una "transizione" dell'elettrone da un livello all'altro di un atomo che sta sul Sole viaggia nello spazio, giunge sulla Terra, incontra un elettrone legato a un atomo e gli applica una "forza" che lo fa transire a un livello energetico superiore (la descrizione andrebbe fatta in termini quantistici, quindi anziché di "forze applicate" occorrerebbe ragionare in termini di "energie scambiate", ma la sostanza del meccanismo è invariata). 7 5.7.4 Alcune considerazioni sul campo elettrico Il concetto di campo elettrico venne introdotto inizialmente (Faraday, 1830) per campi statici perché è una grandezza utile ed economica per descrivere il fatto che - la forza elettrostatica dipende dalla distanza fra i corpi che hanno carica elettrica ed è direttamente proporzionale al valore delle due cariche elettriche in interazione, - come per tutte le forze, vale il principio di sovrapposizione, cioè la forza risultante su una certa carica q che si trova nel punto P di coordinate (x,y,z) è la somma vettoriale delle diverse forze F1, F2, F3, ecc., generate da diversi corpi dotati di cariche Q1, Q2, Q3, ecc. posti nei punti P1, P2, P3, ecc. - dato che le singole forze sono proporzionali a q, anziché sommare le forze conviene sommare i corrispondenti valori nel punto P del vettore campo elettrico Ei(x,y,z) dovuto all’iesima carica, per cui la forza risultante sarà il prodotto del campo elettrico risultante Eris(x,y,z) per la carica q, - il campo Eris(x,y,z) può perciò essere considerato “una caratteristica del punto” e non più come una forza per unità di carica che agisce su un corpo messo nel punto P; P3 (corpo 3, Eris P1 (corpo 1, dotato di carica elettrica Q1) dotato di carica elettrica Q3) E4 E3 P E2 E1 P2 (corpo 2, dotato di carica elettrica Q2) P4 (corpo 4, dotato di carica elettrica Q4) - al punto P viene associata anche una “densità di energia immagazzinata nel campo”. Si dimostra abbastanza facilmente, facendo riferimento al condensatore piano, che l’energia immagazzinata in un campo elettrico vale, per unità di volume, ½ o 2 (supponendo di essere nel vuoto o nell’aria, altrimenti occorre moltiplicare per la costante dielettrica relativa), quindi nel volume V intorno al punto P, l’energia “elettrostatica” Eel varrà: Eel = ½ o 2 V (1) Ma “dove” sta questa energia? In realtà, finché si tratta di campi statici, questa è energia potenziale elettrica che sta nelle “cariche elettriche” che si trovano sulle armature del condensatore e che hanno generato il campo elettrico stesso, per cui l’equazione (1) rappresenta solo un modo utile ed economico per esprimere e calcolare l’energia (così come il campo elettrico nel punto P rappresenta solo un modo utile ed economico per calcolare la forza elettrostatica, che verrà effettivamente applicata a un corpo fisico quando verrà posto in P). Si potrebbe fare tutta l’elettrostatica ragionando su “forze a distanza” anziché su campi elettrici: sarebbe più scomodo, ma concettualmente non diverso (come del resto fece Newton per le forze gravitazionali). La grossa differenza, e quindi la necessità di ragionare in termini di campo, si ha quando si passa a campi elettrici (o magnetici) variabili nel tempo, perché allora si scopre che un campo magnetico variabile nel tempo genera un campo elettrico (legge di Faraday) e, viceversa, che un campo elettrico variabile nel tempo genera un campo magnetico (legge dello spostamento di Maxwell) e che questi due campi così generati viaggiano nello spazio come onde elettromagnetiche, arrivando 8 in posti anche lontanissimi dalle cariche elettriche che li hanno generati! E l’energia che questi campi portano è ancora data dall’equazione (1). Pertanto, il campo elettrico o il campo magnetico nel punto P(x,y,z) vivono, in un certo senso, di vita propria, indipendentemente dal corpo fisico, dotato di carica q, che viene posto nel punto P per scoprirne la presenza o delle cariche stesse che li hanno prodotto. Il motivo per introdurre il concetto di campo già in elettrostatica o in magnetostatica è perché anche le leggi dei campi statici sono indispensabili per l’elettrodinamica (la legge di Gauss, ad esempio, non è altro che la legge di Coulomb riscritta in termini di campo elettrico ed è una delle quattro equazioni di Maxwell). 5.7.5 Esempi di oggetti e semplici esperimenti per "pensare" alle forze a distanza e campi - l’aquilone magnetico: aiuta a visualizzare la dipendenza del campo dalla distanza; - i magnetini sullo spiedino e poi sulla bilancia: aiuta a vedere che le forze magnetiche si propagano nello spazio vuoto e gravano sulla bilancia anche se non c'è contatto; - la collana magnetica: aiuta a visualizzare come varia il campo magnetico all'interno di una sferetta che si magnetizza in modo diverso a seconda della posizione dei magneti esterni; - elettricità amica o nemica: classico esperimento di elettrostatica per esplorare forze di attrazione e repulsione elettrica. Descrizioni dettagliate sono disponibili sul sito web http://www.iapht.unito.it/giocattoli alla voce "Verbania 2004". 5.8 Esercizio Impostate, su uno dei temi discussi a lezione (oscillazioni, onde, campi e azioni a distanza), una unità didattica, scegliendo contenuti con significativi aspetti di rilevanza storica o di interesse "sociale", specificando: - contesto, strutturazione in ore e modalità di conduzione - traccia dello sviluppo dell’argomento, con “attacco”, attenzione ai passaggi critici, qualche considerazione e valutazione quantitativa - indagine delle pre-conoscenze dei ragazzi e prerequisiti - obiettivi generali e specifici (non più di tre per tipo!) - tipo e livello formalizzazione - modalità di valutazione 9