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Mercoledì 15 Agosto 2012
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Al Grimaldi Forum di Monaco in mostra cinquanta opere monumentali dal Centre Pompidou
Il piccolo paese e l’arte extra large
Grandi artisti moderni e contemporanei, da Miró a Kapoor
DI
ANDREA BRENTA
G
randi opere di grandi
nomi dell’arte moderna e contemporanea.
Monaco, il secondo
paese più piccolo al mondo,
accoglie quest’estate (fino al
9 settembre) una selezione di
opere monumentali del Centre Pompidou di Parigi in una
mostra che si intitola appunto
«Extra Large».
Una cinquantina di opere
(tra le 65 mila della immensa
riserva del museo parigino),
alcune delle quali di recente acquisizione o mai esposte prima in Europa, per far
scoprire ai visitatori, in un
percorso spettacolare e talvolta vertiginoso, artisti del
calibro di Joan Miró, Jean
Dubuffet, Frank Stella, Sol
LeWitt, Anish Kapoor e Bill
Viola.
La curatrice della mostra,
Ariane Coulondre, non si
è accontentata di posizionare le opere (dipinti, installazioni, sculture) nelle sale del
Grimaldi Forum. Si è interrogata anche sul significato
Fa r e o p e r e
grandi è complicato, richiede
una scienza, un
savoir faire e
anche dei mezzi
che gli artisti raramente posseggono durante la
giovinezza.
Lo testimonia
la sala successiva che riunisce
tre tele. La prima, Personaggi
e uccelli nella
notte, è di Joan
Miró. Quando
la dipinge, nel
1974, l’artista è
ottuagenario.
La seconda, Le
Cours des choses,
Bon voyage: 10.000 Collectables from the Airport (2004),
è stata realizzata
del cinese Cai Guo-Qiang, è stata realizzata con migliaia
da Jean Dubuffet
di forbici e limette confiscate in aeroporto
alla stessa età.
di «fare grande», a partire
colpo d’occhio. In mancanza
La terza, Le potenze del dida Monet e dalle sue Ninfee
di Monet, a Monaco si parte
sordine, è opera di un Matta
dell’Orangerie delle Tuileries:
con l’americano Frank Stella
56enne, che spiega: «Ho dipinopere così vaste da inglobae il suo Polombe, un’opera a
to attorno a me. Ho cercato di
re letteralmente lo spettabassorilievo alta poco più di
fare come se fossi al centro del
tore, il quale non è in grado
3 metri e larga un po’ meno
cubo e la tela, anziché una fidi abbracciarle con un solo
di 10, in colori fluo.
nestra davanti a me, fosse le
sei facce del cubo».
La rivoluzione di Monet
si può riassumere in questo
modo: l’opera non è più una finestra fittizia aperta sul mondo, come dal Rinascimento in
poi, ma vuole essere essa stessa un mondo. Cosa che cambia
anche il rapporto dello spettatore, che viene avviluppato
dall’opera stessa.
Il grande formato poi ben si
presta anche a una funzione
politica. L’opera di Matta, per
esempio, fu ispirata dall’esecuzione di un leader comunista da parte del regime franchista, nel 1963. Mentre Bon
voyage: 10.000 Collectables
from the Airport, del cinese
Cai Guo-Qiang, è stata realizzata con migliaia di forbici
e limette confiscate a viaggiatori potenziali terroristi
negli aeroporti. E la tavola
rotonda di Chen Zhen è stata realizzata in occasione del
cinquantesimo anniversario
delle Nazioni unite.
Agli artisti di talento è concesso creare monumenti con i
mezzi più semplici.
© Riproduzione riservata
Peruviani non vaccinati possiedono anticorpi Tanti gli atleti devoti a Londra. Il caso della pugile Katie Taylor
Rabbia, scoperta Campionessa olimpica
immunità naturale
per grazia di Dio
S
ei individui
Anche
appartenenti
i pipistrelli
a una comutrasmettono
nità isolata
la rabbia
dell’Amazzonia peruviana sembrano naturalmente dotati di
anticorpi in grado di
neutralizzare il virus
della rabbia.
La scoperta, pubblicata sull’American
Journal of Tropical
Amy Gilbert si è resa conto che
Medicine and Hygiene, apre posei tra loro possedevano anticorpi
tenzialmente la strada a nuovi
contro la rabbia senza mai esser
trattamenti contro questa encestate vaccinate.
falomielite mortale che colpisce
Secondo l’Organizzazione montutti i mammiferi, compreso
diale della sanità, la rabbia uccide
l’uomo.
nel mondo 55 mila persone ogni
«Nella stragrande maggiorananno. Se il cane resta il principaza dei casi, la rabbia è mortale
le vettore della malattia, i pipiper le persone contaminate»,
strelli sono sempre più implicati,
spiega Amy Gilbert del Centro
soprattutto nel continente amerinazionale delle malattie infettive
cano. Il periodo di incubazione tra
zoonotiche ed emergenti di Atlanl’infezione e le prime manifestata (Usa), a cui si deve lo studio.
zioni della malattia varia da una
Secondo la ricercatrice, «certi
settimana a un anno. Le persone
tipi di resistenza naturale o di
infettate muoiono per emorragia
risposta immunitaria» sono vecerebrale, crisi cardiaca o paralisi
rosimilmente «più forti in alcune
muscolare generalizzata.
comunità esposte regolarmente
© Riproduzione riservata
alla malattia».
Lo studio è stato condotto in
due comunità isolate del Perù,
Le due pagine di «Estedove i casi di infezioni mortali
ro - Le notizie mai lette
attraverso morsi di pipistrello
in Italia» sono a cura di
sono frequenti. È stato proprio
effettuando prelievi di sangue su
Sabina Rodi
63 persone che l’équipe diretta da
DI
A
ALESSANDRA NUCCI
lle Olimpiadi di Londra la
pugile irlandese Katie Taylor ha portato con orgoglio la
bandiera del suo paese, ma
anche la sua fede cristiana.
«Sono qui per grazia di Dio», ha detto ai giornalisti dopo la vittoria 10-8
contro la russa Sofya Ochigava.
«Grazie, Gesù», ha aggiunto.
Oltre alla medaglia d’oro per la boxe
nei pesi leggeri, si è aggiudicata anche il premio olimpico «Best Women’s
Boxer», un riconoscimento finora assegnato ad atleti maschi. Del resto,
il pugilato femminile è una assoluta
new entry alle Olimpiadi.
La 26enne Katie, che fa pugilato da
quando era piccolina, fa parte della
Chiesa di San Marco, a Dublino, una comunità
pentecostale di 750 anime, nel cuore della capitale della cattolica Irlanda.
Prima di partire per Londra, dalla cittadina
di Bray, dove vive, la famiglia Taylor è andata in
chiesa. «Li abbiamo chiamati sul palco e abbiamo
invocato una benedizione su di loro», ha detto il
pastore Sean Mullarkey, il quale ha aggiunto
che in quel momento aveva avuto l’impressione
che Dio avrebbe usato Katie come «veicolo di speranza e liete notizie» in questo momento in cui
l’Irlanda sta lottando con la recessione.
E, proprio grazie a Katie, gli irlandesi hanno,
almeno per poco, dimenticato la crisi. A casa
uomini maturi si sono messi a piangere, gli automobilisti di Dublino hanno suonato i clacson
e i vicini di casa della pugilessa hanno gridato
di gioia da un giardino all’altro. Gli uffici della
capitale hanno chiuso in anticipo e la città per
La pugile irlandese
Katie Taylor ringrazia
Gesù per la sua vittoria
olimpica
il match si è fermata. Mentre a Bray l’incontro è
stato seguito da 10 mila fan su un maxi-schermo.
«È stato un giorno fantastico per la chiesa», ha
dichiarato il pastore Mullarkey.
Proclamata «Warrior Hero», eroina guerriera,
dal giornale Irish Independent, la Taylor non
solo ha vinto la finale femminile dei pesi leggeri,
ma ha conquistato anche i cuori della sua nazione e di molti irlandesi in tutto il mondo.
«Katie Taylor ha sollevato gli spiriti della
nazione», ha detto il presidente dell’Irlanda
Michael D. Higgins. Il Taoiseach (primo ministro) Enda Kenny l’ha descritta come «una
forza della natura» e ha reso merito ai suoi genitori, Peter e Bridget, che sono stati «la sua
luce guida».Un successo così si guadagna con il
lavoro sodo (Katie si allena sei ore al giorno) e...
l’aiuto del cielo.
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