Università Bocconi a.a. 2009-09 6061 Scienza delle Finanze - CLEAM Le imposte indirette Alberto Zanardi Italia: imposte indirette Le imposte indirette 2 Imposte indirette Imposte generali Colpiscono tutti i beni e servizi scambiati Imposte speciali (accise) Colpiscono specifici beni e servizi (esempio: imposte di fabbricazione e imposte di consumo) Imposte sul valore pieno Imposte sul valore aggiunto Colpiscono l’intero valore del bene scambiato Colpiscono l’incremento di valore che si genera in un particolare stadio della produzione o della distribuzione Imposte monofase sul valore pieno Imposte plurifase sul valore pieno (cumulativa) Colpiscono l’intero valore del bene in un singolo stadio del processo produttivo (esempio: retail tax negli Stati USA) Colpiscono l’intero valore del bene in tutti gli stadi del processo produttivo (esempio: IGE) Metodo imposta da imposta Imposta da versare: Ti=tiVi-tjAi Imposte plurifase sul valore aggiunto (non cumulativa) Colpiscono l’incremento di valore in tutti gli stadi del processo produttivo Metodo base da base Imposta da versare: Ti=ti(Vi-Ai) IVA a debito IVA a credito Le imposte indirette 3 Imposte generali sulle vendite • Imposte generali sulle vendite Sottopongono a tassazione la totalità degli scambi di merci e delle prestazioni di servizi → imposte ad valorem Distinguiamo 3 fasi nel ciclo economico di un bene: – produzione Æ valore del bene=valore aggiunto = a – vendita all’ingrosso Æ valore del bene=a + b Æ valore aggiunto = b – vendita al dettaglio Æ valore del bene=a + b + c Æ valore aggiunto = c • In assenza di imposte il prezzo finale del bene è: p = a+b+c Le imposte indirette 4 Imposta sul valore pieno Colpisce l’intero valore del bene (o servizio) scambiato a. Imposta monofase sul valore pieno • Si applica in una sola fase del processo di produzione e distribuzione delle merci • In pratica il prelievo può realizzarsi: • • • • al momento della produzione (minori costi amministrativi ma minore trasparenza nel prelievo) al momento della vendita all’ingrosso al momento della vendita al dettaglio Esempio: Imposta monofase al dettaglio di aliquota td, • Imposta = Gettito = (a+b+c) td • prezzo finale è: p = (a+b+c)(1+td) Nel caso di un’imposta monofase: – il gettito dipende dalla fase di applicazione – per esigenze di gettito l’aliquota è generalmente elevata – l’imposta è molto vulnerabile a fenomeni di evasione Le imposte indirette 5 Imposta sul valore pieno b. Imposta plurifase (cumulativa o a cascata) sul valore pieno • Colpisce il valore pieno del bene in tutte le fasi del suo processo di produzione e distribuzione (in termini macro: fatturato) 9 produzione 9 ingrosso 9 dettaglio Æ t1 a Æ t2 (a + b) Æ t3 (a + b + c) – Imposta = t1 a +t2 (a + b)+t3 (a + b + c) • Con aliquota uniforme tc • Imposta= tc[a+(a+b)+(a+b+c)] • p = (a+b+c)+tc[a+(a+b)+(a+b+c)] Prima del 1973 in Italia: IGE (imposta generale sull’entrata) Con un’imposta plurifase sul valore pieno: – un dato livello di gettito può essere ottenuto con aliquote più basse ⇒ si riducono gli incentivi all’evasione. – il prezzo finale (e l’imposta complessiva) dipende dal numero di scambi che caratterizzano il ciclo economico del bene • il carico fiscale è minimizzato se l’impresa è integrata verticalmente ⇒ distorsioni sulle scelte tecnologiche dell’impresa Le imposte indirette 6 Imposta plurifase sul valore aggiunto (Iva) Colpisce tutte le fasi del processo di produzione e distribuzione ma in ogni fase il solo incremento di valore realizzato (in termini macro: valore dei beni prodotti) ⇒ neutralità rispetto alle scelte di integrazione verticale Due metodi di applicazione 1) Metodo base da base In ogni fase l’aliquota si applica alla differenza tra il valore delle vendite e il valore degli acquisti • L’imposta da versare dall’impresa i è data da: Ti = ti(Vi-Ai) Vi = valore delle vendite dell’impresa i Ai = valore degli acquisti della medesima impresa i ti = aliquota sullo stadio i Le imposte indirette 7 Iva: metodo base da base Valore del bene IVA da versare Prezzo (lordo) del bene Produzione a t1(a-0)= t1a a+t1a=a(1+t1) Ingrosso a+b t2[a+b-a]= t2b a+b+t1a+t2b Dettaglio a+b+c t3[a+b+c-a-b]= t3c a+b+c+t1a+ t2b+ t3c T = t1(a)+ t2(b)+ t3(c) P = a+b+c+ t1(a)+ t2(b)+ t3(c) • Il prezzo finale del bene e il carico fiscale dipendono dalle aliquote applicate in tutte le diverse fasi e da come il valore aggiunto è tra queste • Problema: non è possibile ricostruire T senza avere informazioni dettagliate sull’articolazione del processo di produzione e distribuzione • Se t1=t2=t3=t (aliquote uniformi) il prezzo finale è p=(a+b+c)(1+t) indipendentemente dal valore aggiunto generato in ciascuna fase Le imposte indirette 8 Iva: metodo imposta da imposta 2) Metodo imposta da imposta In ogni fase l’imposta da versare è calcolata come differenza tra l’imposta sull’intero valore delle vendita e l’imposta sull’intero valore degli acquisti tj = aliquota sugli acquisti • L’imposta da versare dall’impresa i è data da: Ti = tiVi – tjAi imposta incassata sulle vendite (Iva a debito) imposta pagata sugli acquisti (Iva a credito) Le imposte indirette 9 Iva: metodo imposta da imposta Valore del bene IVA a DEBITO IVA a CREDITO IVA da VERSARE Prezzo (lordo) del bene Produzione a t1a 0 t1a-0 a+t1a=a(1+t1) Ingrosso a+b t2(a+b) t1a t2(a+b)-t1a (a+b)(1+t2) Dettaglio a+b+c t3(a+b+c) t2(a+b) t3(a+b+c)-t2(a+b) (a+b+c)(1+t3) T = t1a + t2(a+b) - t1a + t3(a+b+c) - t2(a+b) = t3(a+b+c) P = (a+b+c)(1+t3) Grazie al meccanismo di rimborso: • l’imposta totale (versata) è commisurata al valore complessivo del bene ed è pari all’imposta pagata dall’acquirente finale • solo l’aliquota applicata nell’ultima fase è rilevante per la determinazione del prezzo finale e del carico fiscale Le imposte indirette 10 Iva-base da base: esempio applicazione Prezzo netto Iva Acquisti Acciaio Altre componenti Lavoro Vendite Automobili Iva 10% 100 500 400 1300 (costi 1000 profitti 300) Iva da versare Prezzo lordo Iva - 10 - 50 110 550 + 130 1430 70 In questo caso, essendo aliquota unica, coincidenza con metodo imposta da imposta: 70 = 10% * [ 1300 – (500 + 100) ] = 10% * 700 Inoltre: valore aggiunto coincide con salari + profitti = 400 + 300 Le imposte indirette 11 Iva: base da base vs. imposta da imposta Il metodo imposta da imposta è preferibile per: – semplicità di calcolo e trasparenza: le imposte che gravano su un bene in una qualsiasi fase sono esattamente pari all’imposta pagata sugli acquisti in quella fase ⇒ proprietà desiderabile in relazione alle esportazioni (applicazione del principio di destinazione) ⇒ possibilità di agevolare determinati beni e servizi (l’aliquota effettiva coincide con l’aliquota applicata nell’ultimo stadio) – il meccanismo del rimborso tra una fase e l’atra dovrebbe contrastare gli incentivi all’evasione Ovviamente se aliquote uniformi: base da base e imposta da imposta coincidono Il metodo imposta da imposta è quello adottato in Italia (e in tutta la UE) Le imposte indirette 12 Base da base vs. imposta da imposta Esempio: A produce un bene intermedio che viene utilizzato da B, che produce a sua volta un bene intermedio che viene utilizzato da C per produrre un bene finale Impresa A Beni intermedi Salari e profitti Fatturato Valore aggiunto Aliquota Iva Iva imposta da imposta Iva a debito Iva a credito Iva da versare Iva base da base Iva da versare Impresa B Impresa C % su fatturato bene finale Totale 100 100 100 20% 100 200 300 200 20% 300 200 500 200 10% 20 0 20 60 20 40 50 60 -10 50 10% 20 40 20 80 16% Con il metodo imposta da imposta (ma non con il metodo base da base): • è possibile tassare il bene finale con l’aliquota desiderata (l’aliquota effettiva coincide con l’aliquota applicata nell’ultimo stadio) • è possibile ricostruire il debito d’imposta gravante sul bene in una qualsiasi fase guardando all’imposta pagata sugli acquisti in quella fase Le imposte indirette 13 Iva: base imponibile • La base imponibile (valore aggiunto) può essere riferita a tre tipologie fondamentali in relazione al trattamento dell’imposta pagata sui beni di investimento: – reddito lordo: se non è ammessa in detrazione l'Iva pagata sui beni di investimento (VA = beni di consumo + beni di investimento) – reddito netto: se l'Iva pagata sui beni di investimento è ammessa in detrazione ma solo in proporzione alla quota di ammortamento dei beni capitali utilizzati nel periodo d'imposta – consumo: se l'Iva pagata sui beni di investimento è ammessa in detrazione in misura integrale (VA = beni di consumo → allontanamento dalla nozione economica di VA) Le imposte indirette 14 Le imposte indirette 15 Iva: riferimento dell’imposta • Finanziario: colpisce solo le operazioni che danno luogo a transazioni monetarie – Compatibile con il metodo imposta da imposta (Iva) • Reale: si tiene conto della formazione del VA nel corso del processo produttivo e distributivo, prescindendo dagli effettivi movimenti monetari – Richiede l’adozione del metodo base da base (Irap) • La differenza concerne il trattamento delle scorte e dei prodotti in corso di lavorazione Le imposte indirette 16 Iva: classificazione delle operazioni • Le operazioni di scambio di beni e servizi, rilevanti per l'applicazione dell‘Iva, possono essere distinte in tre categorie: – operazioni imponibili: le operazioni sono assoggettate a imposta sul loro intero valore secondo l'aliquota prevista per legge – operazioni non imponibili (ad aliquota zero): l'aliquota applicata nell'ultimo stadio produttivo è nulla ed è ammessa la detrazione dell’imposta pagata sugli acquisti → è come se l’Iva non esistesse (esportazioni) – operazioni esenti: non è prevista l'applicazione dell'imposta sul valore aggiunto creato nello stadio finale ma non è ammessa la detrazione dell’imposta pagata sugli acquisti → la catena dell’Iva si interrompe all’ultimo stadio Le imposte indirette 17 L’Iva in Italia • L'IVA si applica (operazioni imponibili): – alle cessioni di beni e alle prestazioni di servizi effettuate nel territorio nazionale nell'esercizio di imprese o nell'esercizio di arti e professioni – alle importazioni da paesi extra UE da chiunque effettuate (imprese e consumatori finali) – agli acquisti intracomunitari effettuati nell'esercizio di imprese, oltre che agli acquisti di mezzi di trasporto a titolo oneroso e agli acquisti per corrispondenza effettuati da consumatori finali • Operazioni non imponibili: esportazioni extra UE • Operazioni esenti: servizi creditizi, assicurativi e finanziari, trasporti urbani, servizi sanitari e previdenziali, istruzione Le imposte indirette 18 L’Iva in Italia • Soggetti Iva: imprenditori, esercenti arti e professioni • Obbligo di rivalsa: i soggetti Iva hanno l’obbligo giuridico di rivalersi sul’acquirente – il consumatore finale è il soggetto formalmente colpito – percussione dell’imposta <=> incidenza dell’imposta • Metodo: imposta da imposta • Base imponibile: valore aggiunto tipo consumo • Aliquote (vincoli comunitari): – normale: 20% – ridotte: 4% , 10% (alimentari, beni meritori) Obiettivi redistributivi, politiche protezionistiche, sostegno settoriale • Riferimento di tipo finanziario • Compartecipazione Iva a favore delle Regioni (def. anno per anno ma > 40%) • Destinazione di una quota dell’Iva nazionale al finanziamento del bilancio comunitario Le imposte indirette 19 L’Iva in Italia: il regime per i contribuenti minimi Per i contribuenti minimi (vedi Irpef): • Abolizione dell’obbligo di rivalsa • Non deducibilità dell’Iva pagata sugli acquisti Le imposte indirette 20 Le imposte sulle vendite in un contesto internazionale • Quando applicate agli scambi internazionali si richiede che le imposte generali sulle vendite soddisfino 3 criteri: – Neutralità: non devono distorcere i flussi commerciali internazionali e quindi l’allocazione efficiente dei beni ⇒ la tassazione non deve alterare i prezzi relativi pre-imposta tra beni importati e beni di produzione domestica – Ripartizione del gettito tra paesi: data la loro natura di imposte sui consumi, devono essere tali da attribuire il gettito ai paesi in cui il consumo e' localizzato – Applicabilità: devono essere concretamente applicabili con costi limitati in termini di informazioni richieste Le imposte indirette 21 Principio di origine e di destinazione La neutralità dell’imposta richiede di almeno di evitare la doppia tassazione del bene oggetto di scambio (sia nel paese esportatore sia in quello importatore) Necessario scegliere tra: – tassazione secondo il principio di destinazione: sui beni oggetto di scambio internazionale si applica esclusivamente il regione fiscale (aliquota) del paese di destinazione dello scambio – tassazione secondo il principio di origine: sui beni oggetto di scambio internazionale si applicano esclusivamente il regione fiscale (aliquota) del paese di origine dello scambio Le imposte indirette 22 Principio di destinazione Esempio: tA=10% tB=20% β α Dogana A B Valore del bene intermedio venduto dall’impresa alfa del paese esportatore A = 200; valore aggiunto dall’impresa beta del paese importatore B = 100; prezzo bene finale = 300 • In assenza di imposte: pI = 200 pF = 300 • Con le imposte: Paese A • Impresa α: Iva a credito = 0; IVA a debito = 0; Iva da versare = TA = 0; pI=200. Paese B • Scambio del bene intermedio: l’impresa β versa 40 alla dogana; pI=240. • Scambio del bene finale: Impresa β : Iva a credito = 40; Iva a debito = 60 Iva da versare = 20; pF=360; TB = 40 (dogana) + 20 (bene finale) = 60. Le imposte indirette 23 Principio di destinazione Il principio di destinazione soddisfa i 3 criteri? Vantaggi: • Il gettito è attribuito al paese in cui il bene è consumato, indipendentemente dal luogo di produzione • Non modifica i prezzi relativi (hp: siamo nel paese B)⇒ neutralità Svantaggio: • E’ di difficile applicazione perché richiede le dogane. In un mercato unico incentivi per le imprese a dichiarare che il bene prodotto è esportato (op. non imponibile) anche se in realtà consumato internamente Le imposte indirette 24 Principio di origine Esempio: tA=10% tB=20% β α A B Con le imposte: Paese A: • Impresa α: Iva a credito = 0; Iva a debito = 20; Iva da versare = TA = 20; pI=220 NB: se il bene intermedio fosse prodotto in B costerebbe 240 (distorsione) Paese B: • Scambio del bene finale: Impresa β : Iva a credito = 20; IVA a debito = 60; Iva da versare = 40; pF = 360; TB = 40 (bene finale) Le imposte indirette 25 Principio di origine Il principio di origine soddisfa i 3 criteri? Svantaggi: • Il gettito non è attribuito al paese in cui il bene viene consumato • Distorce i prezzi relativi Vantaggio: • Non richiede l’esistenza delle dogane Pertanto destinazione superiore ad origine sul piano dell’efficienza e e della ripartizione del gettito tra paesi ma di difficile applicazione in un mercato unico Le imposte indirette 26 Applicazione dell’Iva nell’Unione Europea • Per le esportazioni (scambi extracomunitari) – Principio di destinazione • Per gli scambi intracomunitari (1993: mercato unico, abolizione delle dogane interne alla Comunità) – Regime definitivo (proposto ma mai applicato) • Principio di origine ma accompagnato da: – armonizzazione delle aliquote (per assicurare neutralità) – camera di compensazione (per correggere ripartizione gettito) – Regime transitorio (ripetutamente prorogato fino ad oggi) • Principio di destinazione per acquisti effettuati da soggetti Iva (imprese) ma in assenza di dogane – l’impresa esportatrice non applica l’imposta; l’impresa importatrice non paga l’IVA sugli acquisti e versa interamente l’IVA sulle vendite – le dogane vengono sostituite dallo scambio di informazioni tra le amministrazioni finanziarie dei due paesi sull’identità di esportatore / importatore • Principio di origine per acquisti effettuati da consumatori finali – Eccezione per automobili e vendita per corrispondenza Le imposte indirette 27 Regime transitorio Esempio: tA=10% tB=20% β α A B Con le imposte: Paese A: • Impresa α: IVA a credito = 0; IVA a debito = 0; IVA da versare = TA = 0; pI=200 Paese B: • Scambio del bene intermedio: l’impresa β non versa nulla in dogana ma auto-liquida l’IVA sull’acquisto intracomunitario (reverse charge) TB = 40 • Scambio del bene finale: Impresa β : IVA a credito = 40; IVA a debito = 60; IVA da versare = 20; pF=360 ; TB = 40 (bene intermedio) + 20 (bene finale) Le imposte indirette 28 Irap • L'Imposta regionale sulle attività produttive (Irap) è stata introdotta con la riforma fiscale del 1998 • Sostituisce i contributi sanitari, Ilor e altri tributi minori • Tributo “nuovo” nel panorama europeo: pochi esempi di “regional business tax” (Fr: tax professionnelle; Ger: Gewerbesteuer; Michigan (Usa): single business tax; Municipalità ungheresi) • I conti nazionali la classificano impropriamente come imposta indiretta. In realtà imposta diretta • Tributo principale della fiscalità regionale gettito 2007: 39,7 mld euro ma distribuito in modo fortemente differenziato tra Regioni: indice base imponibile per per abitante Italia: 100 Lombardia: 158 Calabria: 41 Le imposte indirette 29 Le imposte indirette 30 Irap: elementi costitutivi • Presupposto: esercizio abituale di un'attività diretta alla produzione o allo scambio di beni o servizi (diverso da imposte sul reddito e imposte sugli scambi) • Soggetti passivi: – – – – i soggetti passivi dell'Ires società di persone esercenti arti e professioni (lavoratori autonomi) organi e amministrazioni dello stato, regioni, province, comuni ed enti pubblici Con la Finanziaria 2008: i “contribuenti minimi” non sono tenuti al pagamento dell’IRAP Le imposte indirette 31 Base imponibile: • • Valore aggiunto di tipo reddito netto con riferimento reale BI= Ricavi (val produzione) + Δ Scorte – acquisti intermedi – ammortamenti = = Profitti + salari + interessi (netti) Nella legge Irap calcolo “per differenza” • BI aggregata = Prodotto interno netto Esempio: Novità Finanziaria 2008: La base imponibile è definita a partire dalle voci del bilancio civilistico senza nessuna variazione in aumento o diminuzione (no ammortamenti anticipati) NB: BI può essere positiva anche se i profitti sono negativi Le imposte indirette 32 • Deduzioni base imponibile Insiemi alternativi di deduzioni finalizzate principalmente l’impiego di lavoratori dipendenti a tempo indeterminato • Metodo di calcolo: Base da base • Aliquota: 3,9% Le Regioni possono variare l'aliquota in aumento o in diminuzione fino ad un massimo di 0,92 punti percentuali e differenziarla per settori e categorie • Territorialità dell’imposta L'imposta e' dovuta alla Regione nel cui territorio e' realizzata la produzione del valore aggiunto – Se il soggetto opera in più regioni il valore aggiunto è ripartito tra le diverse regioni in proporzione dell'ammontare delle retribuzioni del personale operante nelle varie Regioni (eventuali distorsioni) Le imposte indirette 33 Differenze Irap rispetto a Iva – Base imponibile: Irap: reddito netto Iva: consumo – Riferimento: Irap: reale Iva: finanziario – Metodo di applicazione: Irap: base da base Iva: imposta da imposta – Aliquota: Irap: uniforme ma diff. Per regioni Iva: differenziata per beni – Settori : Irap: tutti inclusa PA Iva: esclusa PA – Tassazione scambi internazionali: Irap: principio origine Iva: principio destinazione Le imposte indirette 34 Esempio: Dati di bilancio Ricavi Materie prime Retribuzioni Interessi passivi Variazione Scorte Ammortamenti Investimenti Profitti R=200 M=80 L=40 F=30 ΔS=-10 A=10 I=30 P=30 Base Imp Iva (consumo) R-M-I = 200-80-30=90 R-M-A+ΔS= 200-80-10Base Imp Irap (reddito 10=100=P+F+L=100 netto) Le imposte indirette 35 Osservazioni – Irap tassa i redditi non in capo al percettore, una volta avvenuta la loro distribuzione, ma anella fase antecedente della loro formazione, in capo a coloro che esercitano un’attività di produzione e scambio di beni e servizi ⇒ imposta diretta che tassa il valore aggiunto – Indeducibilità dalla base imponibile dell'Irap degli interessi passivi e remunerazione capitale di rischio (profitto) ⇒ neutralità nei confronti delle scelte di finanziamento Le imposte indirette 36 Osservazioni – Irap indeducibile dalla base imponibile dell'Ires/Irpef per evitare interferenze tra imposte relative a differenti livelli di governo Decreto anti-crisi (D.L. n.207/2008): deducibilità di una quota pari al 10% dell'IRAP dalle imposte dirette sui redditi ⇒ possibilità che un'impresa con profitti positivi prima delle imposte possa avere un debito d'imposta complessivo per Ires e Irap superiore ai profitti prima delle imposte ⇒ e' possibile che l'utile dopo le imposte sia negativo • Indichiamo con Bs la base imponibile dell'IRES e con Bp la base imponibile dell'Irap • La base imponibile dell'Ires (profitti) è inferiore a quella dell'Irap (profitti+interessi+retribuzioni) ⇒ Bs =α Bp con α<1. • Debito d’imposta complessivo = T = ts Bs + tp Bp = ts α Bp + tp Bp • Bs –T<0 ⇔ α Bp < ts α Bp + tp Bp ⇔ α(1- ts)< tp ⇔ α< tp /(1- ts). • Dati tp =3,9% e ts =27,5% α<0,0538 Le imposte indirette 37 • I profitti devono costituire più del 5,38% della somma di retribuzioni, interessi passivi e profitti perché l’utile dopo il pagamento delle imposte sia positivo – Ceteris paribus, e' tanto più probabile quanto minore è l'indebitamento dell'impresa. ⇒ Incentivo al ricorso al capitale di rischio Le imposte indirette 38