Osservare a scuola

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Osservare a scuola
G. Cappuccio
Dal punto di vista etimologico, “osservare”
Dall’altro lato, osservare
deriva dal latino observare,
composto di ob, “verso”
e servare “serbare”,
e significa in generale “guardare,
esaminare con cura”, “rilevare”.
Richiamandosi al prefisso os (
“davanti”),
che rinvia alla posizione di chi guarda
rispetto a ciò che osserva,
e alla radice serv nel suo primo
significato (“servo”), M. Postic e J.-M.
De Ketele evidenziano come, da un
lato,
osservare voglia dire “mettersi davanti
(…) a un oggetto come schiavo o
servo per essergli fedele”.
fa riferimento al mettersi
davanti a un oggetto “come
maestro per possederlo e
conservarlo”.
Dunque, l’osservazione di un
fenomeno o comportamento
esteriore
non consiste nel semplice
vederlo o comunque in senso più
lato, nel percepirlo,
ma nel “guardarlo” e
descriverlo in modo “fedele”,
allo scopo di comprenderlo e
in tal senso
possederlo”(Amplatz,1999, 23-24).
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L’osservazione è un processo
la cui funzione principale è raccogliere
informazioni
sull’oggetto
preso
in
considerazione.
Essa è un’operazione di prelievo e
strutturazione dei dati in modo da far
emergere una rete di significati.
Fasi metodologiche dell’osservazione
Il processo osservativo, di norma,
può
articolarsi
in
tre
fasi
fondamentali,
dinamicamente collegate tra loro,
anche se operativamente distinte
(Amplatz,1999) :
focalizzazione,
raccolta dei dati
e analisi
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Fase di focalizzazione
La scelta della situazione da osservare
si riferisce a quella preliminare opera di
chiarificazione di ciò su cui si intende
far luce.
precisare i fenomeni o comportamenti
che si ritengono rilevanti
e significativi in relazione alla
dimensione che interessa indagare
e agli obiettivi prefissati e di procedere
ad una loro definizione in termini non
ambigui
Raccolta dei dati
• Prima di procedere fattualmente all’azione osservativa,
• è importante definire le operazioni da compiere per
poter raccogliere i dati,
• valutando le risorse disponibili e predisponendo gli
strumenti necessari.
• Una delle fasi nodali del processo, infatti,
• è proprio la raccolta dei dati, dalla cui correttezzasistematicità
• dipende la fondatezza dell’analisi e l’attendibilità dei
risultati.
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Analisi
L’analisi delle informazioni raccolte costituisce la conclusiva fase
critica che porta l’osservazione a partorire i suoi esiti conoscitivi.
Può poggiare su procedure di quantificazione o su un processo
qualitativo.
L’analisi di tipo quantitativo,
mira ad una conoscenza “computabile” dei fenomeni e che si basa
pertanto sulla loro riconduzione ad indici misurabili.
Essa è basata sul linguaggio matematico ed è pertanto più oggettiva,
meno incline, cioè, ad essere influenzata dai filtri soggettivi
dell’osservatore. Inoltre è rigorosamente e supinamente aderente ai
dati.
L’analisi di tipo qualitativo
è più attenta al “significato” che assume il fenomeno nella sua
consistenza “intensionale”,
collegata al senso che essa riveste per chi lo osserva e/o lo vive. Essa
è tendenzialmente più rischiosa e meno attendibile
Le funzioni dell’osservazione
perché osservare?
La risposta a questo interrogativo permette
di individuare cinque funzioni
che possono presiedere alla creazione o
all’utilizzazione di uno strumento
d’osservazione:
descrittiva,
formativa,
valutativa,
euristica o invocata,
provocata.
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La funzione descrittiva
si osserva per descrivere i fenomeni o una situazione.
La funzione formativa
si osserva per agire sulla base della situazione osservata e si
agisce per formare.
La funzione valutativa
si osserva per valutare, si valuta per decidere, si decide per
agire. L’azione sarà a sua volta sottoposta alla valutazione, e
dunque all’osservazione, per una nuova decisione.
La funzione euristica
quando l’attività è orientata verso l’emergere di ipotesi
pertinenti, che saranno ulteriormente sottoposte ad attività di
controllo
La funzione di verifica
si osserva una situazione “provocata” o manipolata per poter
verificare un’ipotesi, e dunque utilizzando l’osservazione
come strumento di misurazione delle variabili dell’ipotesi
stessa
(Postic- De Ketele,1993,25-26) (Amplatz,1999,33).
La classificazione secondo
Il grado di partecipazione dell’osservatore
L’ambiente in cui viene svolta
Il grado di strutturazione
Il grado di partecipazione dell’osservatore
Osservazione
Documentaria: ricerche storiche ed etnografiche. Documenti utilizzati sono:
notizie di archivio, registrazioni audio, video, diari, etc
Indipendentemente quando l’osservatore raccoglie in prima persona i dati,
mantenendo il distacco dal gruppo osservato (telecamere)
Partecipante l’osservatore entra nel contesto e nel sistema delle relazioni,
coinvolgendosi nelle situazioni che analizza.
L’ambiente in cui viene svolta
Naturalistica: rilevazione continuata dei comportamenti di uno o più soggetti
nel loro ambiente naturale (nel suo habitat)
In condizione controllate: quando l’osservatore cerca di controllare la
situazione.
In ambiente artificiale: in laboratorio, un settino molto strutturato. Osservazione
dei giocattoli utilizzati da bambini e bambine.
Il grado di strutturazione
Sistematica
Narrativa: diari, registrazioni anneddotiche
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L’OSSERVAZIONE SISTEMATICA
E LE SUE CARATTERISTICHE
L’osservazione tende ad essere
sistematica quando soddisfa le seguenti
condizioni:
1. Impiego di procedure coerenti e ripetibili;
2. determinazione delle condizioni dell’osservazione;
3. impiego di tecniche rigorose di osservazione, di
annotazione e di codifica.
• L’osservazione, quindi, è sistematica
• quando è
• “organizzata, metodica, ha uno scopo ben
determinato e mezzi adeguati per
conseguirlo”
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Essa presenta le seguenti caratteristiche:
• Intenzionalità
• è sempre guidata da un obiettivo
esplicito, che è “allo stesso tempo
finale ed organizzatore del
processo stesso di osservazione
• Progettualità
• viene utilizzata all’interno di un
preciso progetto.
• Delimitazione-definizione del
campo osservativo
• idealmente circoscrive il setting,
puntando l’attenzione su eventi o
comportamenti che devono essere
preliminarmente definiti secondo
criteri chiari e rigorosi,
• e discriminati in funzione dello
scopo e del punto di vista adottato
nel progetto.
• Tendenza all’obiettività
• rilevare fatti e non
sensazioni, né impressioni o
tanto meno di anticipare
giudizi
• Utilizzo di precisi strumenti di
riferimento
• si tratta di tecniche e
strumenti che in forma
diversa, tendono a facilitare
la raccolta e l’analisi delle
informazioni
Pianificazione dell’osservazione sistematica
fare un piano d’osservazione significa prospettarsi le difficoltà e
trovare le maniere concrete per affrontarle
• Chi osserva
• Chi/cosa osservare
• implica la selezione, tra i possibili innumerevoli oggetti di osservazione, di quegli
eventi e comportamenti che risultano più rilevanti per la dimensione che
interessa indagare.
• Dove condurre l’osservazione
• non si tratta solo di scegliere un ambiente ma anche di confrontarsi con la concreta
natura del luogo (aperto o chiuso, pubblico o privato, e, più nello specifico, aula,
palestra, mensa, cortile, ecc.)
• Quando osservare
•
è una decisione che dipende in modo più diretto dalle circostanze specifiche in cui il
comportamento deve essere osservato. Scegliere in merito al tempo, significa anche riferirsi
alla durata e frequenza delle osservazioni.
• Come, in che modo osservare
•
scegliere tra i diversi tipi, modi, tecniche di osservazione, quelli più adatti e funzionali rispetto agli
obiettivi e all’oggetto dell’indagine; di precisare il ruolo che l’osservatore dovrà assumere; di
prevedere tutti gli accorgimenti necessari per garantire la normalità di comportamenti da parte
dei soggetti osservati; e, in sintesi, di prefigurare le modalità più opportune secondo cui procedere
nelle varie fasi operative dell’osservazione
• Quali strumenti adottare
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Le qualità necessarie per l’osservazione
sistematica
• La pertinenza
• Essa si riferisce a ciò che il ricercatore vuole
osservare e all’obiettivo della sua ricerca: Ciò che
voglio osservare è pertinente al raggiungimento
dell’obiettivo della mia ricerca?
• La validità
•
C’è un accordo sufficiente tra ciò che io osservo
realmente e ciò che voglio osservare?
• L’affidabilità
•
due o più osservatori diversi, osservando ognuno per
conto suo la stessa cosa nello stesso momento la
classificheranno allo stesso modo?
• La trasferibilità
•
i risultati ottenuti dalla procedura d’osservazione sono
trasferibili alla popolazione di riferimento alla quale il
ricercatore cercava di estendere i risultati?
Le check list
Si definisce check list
una lista promemoria focalizzata su di
una dimensione da osservare,
caratterizzata da un elenco di
comportamenti attesi
che vengono rilevati e annotati durante
una specifica unità di osservazione
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Criteri per la costruzione di una check list
• Individuare con precisione il settore o l’area che
si intende approfondire attraverso l’osservazione
• Identificare ogni azione considerata
interessante e significativa nella performance
• Aggiungere all’elenco le azioni che
rappresentano errori comuni o difetti considerati
rilevanti
• Sistemare le azioni in un ordine adeguato
• Fornire un procedimento per controllare e
annotare semplicemente ogni azione
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