Dacci oggi il nostro pane quotidiano

ARCIDIOCESI DI MILANO
Servizio per la Pastorale
Sociale e il Lavoro
Scuola di Formazione
Sociale e Politica
per Giovani
Dacci oggi
il nostro pane quotidiano
Attorno a Expo,
per alimentare il desiderio di vita
I. Il pianeta Un nuovo equilibrio fra uomo e creato
a cura del Team Expo di “Date a Cesare...”
7a edizione
Anno 2014-2015
Castelletto, 29 febbraio 2015
La proposta
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Partendo dal tema di Expo 2015
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Un percorso in 4 incontri per riscoprire il valore
del pane quotidiano
1
I materiali
Il percorso
I. Il pianeta - Un nuovo equilibrio fra
uomo e creato
II. Nutrire - il cibo e il mondo
Educazione, esempio e stili di vita
III. Il cibo, socialità e comunità
Cibo come strumento di conoscenza e
costruzione di comunità
IV. Per la vita - Da Expo, insieme per
costruire strade di speranza
2
Jean-François Millet, “L'Angelus”, 1857-1859
3
Dalla Parola
«Il Signore Dio prese l'uomo
e lo pose nel giardino di Eden,
perché lo coltivasse e lo custodisse»
(Genesi 2,15)
Una antropologia “creaturale” - 1
✔ Quale
modello di uomo?
✔ L’uomo
che si trova nel mondo va educato nella
direzione del recupero dell’indicazione biblica di
Genesi di coltivare e custodire senza lasciarsi
dominare divenendo schiavi delle cose.
✔ Il
rischio per l’uomo è da sempre quello della voracità,
dell’avidità, dell’ingordigia.
✔ Necessario
educare i desideri ad uno stile di sobrietà
ed essenzialità per contrapporsi alla società dei rifiuti.
4
Una antropologia “creaturale” - 2
✔ L’ambiente
quale luogo dove costruire percorsi di
fraternità.
✔ F raternità
è far spazio agli altri, sviluppare
un’attenzione verso chi ci circonda, recuperare i
legami sociali nel ripensare le politiche ambientali.
✔ La
domanda in questo caso diventa: chi può fare da
volano per una tale operazione?
✔ I
livelli su cui costruire la fraternità sono molteplici e si
collocano in un ventaglio che parte dal locale per
giungere al globale.
Una antropologia “creaturale” - 3
✔ Un’antropologia
che diventa dono e gratuità.
✔ La
logica del dono trova una sua educazione nella
semplice osservazione nell’ambiente che ci circonda.
Prima del lavoro dell’uomo, l’ambiente dona frutti insperati.
Guardare l’ambiente e il creato è propedeutico per scoprire
la logica di un Dio che dona.
✔ Necessario
rivedere seriamente il nostro stile di vita
affinché si possa realizzare l’auspicio presente in CV 50:
«Dobbiamo avvertire come dovere gravissimo quello di
consegnare la terra alle nuove generazioni in uno stato tale
che esse possano degnamente abitarla e ulteriormente
coltivarla».
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L'Impronta Ecologica
✔ Oggi
consumiamo ogni anno
1,3 pianeti => serve un anno
e quattro mesi per rigenerare
quello che usiamo in un
anno.
✔ Entro
il 2050 avremo bisogno
di due pianeti per il nostro
sostentamento.
La popolazione mondiale
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Per l'ONU, nel 2050, la
popolazione mondiale
potrebbe arrivare a 9 miliardi
Oggi, circa 900 milioni di
persone soffrono di
malnutrizione cronica (FAO,
The State of Food Insecurity in
the World)
Secondo l’OMS, circa il 35%
della popolazione mondiale è in
sovrappeso e l’11% è affetto da
obesità
6
Il bene acqua
Bisogno
● Negli ultimi dieci anni la popolazione umana è raddoppiata e i consumi di acqua si
sono quasi quadruplicati
● Ogni anno, col suo ciclo idrogeologico, rende disponibile all'uomo da 9.000 a 14.000
chilometri cubi di acqua potabile
● L'uomo ne utilizza tra il 40 e il 65%, ma si calcola che nel 2050, quando la
popolazione mondiale supererà i nove miliardi di persone, la domanda di acqua
potabile potrebbe superare l'offerta della Natura
Inquinamento
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Solo in Italia, si calcola vengano
emesse oltre 140 tonnellate di metalli
pesanti direttamente nei corpi idrici e
2,8 milioni di tonnellate di sostanze
inorganiche (Cloruri Fluoruri e Cianuri),
di cui quasi la metà derivanti da attività
di tipo chimico (fonte Legambiente)
Il consumo del suolo
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In UE, si “consumano” oltre 1.000 Kmq l’anno di suolo, ovvero circa 280
ettari al giorno, pari a 400 campi da calcio
Ogni anno, in Italia, viene cementificata una superficie pari alla somma di
Milano e Firenze
L’82% dei comuni italiani è a rischio idrogeologico
Negli ultimi 6 anni, le multinazionali si sono accaparrate nel mondo 86 milioni
di ettari di terra, pari a 5 volte la superficie dell’Italia = LAND GRABBING
(accaparramento delle terre)
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I raccolti agricoli
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Riduzione capacità produttiva: per
effetto di consumo del suolo +
cementificazione, tra 1990 e 2006,
UE ha perso capacità di produzione
agricola pari a 6,1 milioni di
tonnellate di frumento
Cambiamenti climatici: eventi
climatici avversi aumenteranno in
maniera sostanziale entro il 2060
=> con riduzione raccolti +
evoluzione di malattie =>
conseguenti spostamenti di
popolazioni e conflitti (Summary
for Policymakers, Panel
intergovernativo dell'ONU sui
cambiamenti climatici, 2014)
Il cibo “elaborato”
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I cibi elaborati industrialmente rappresentano i 3/4
delle vendite mondiali di cibo (per valore di mercato, non
per quantità)
Complessivamente, includendo i costi energetici per
produzione, trasporto, elaborazione e materie prime,
servono circa 10 calorie di energia per ogni caloria di
energia contenuta nel cibo prodotto
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L'agricoltura a misura di persona
9 su 10 delle 570 milioni di aziende agricole nel mondo sono a
conduzione familiare
● L'80% del cibo a livello mondiale è prodotto da aziende agricole
a conduzione familiare
● 
(Rapporto sullo Stato dell'Alimentazione e dell'Agricoltura, FAO, 2014)
L’agricoltura a conduzione
familiare è un fattore cruciale
per il raggiungimento della
sicurezza alimentare e
l'eliminazione della fame
Il Magistero Sociale della Chiesa
481. Anche nel campo dell'ecologia la dottrina sociale invita a tener presente che i
beni della terra sono stati creati da Dio per essere sapientemente usati da
tutti: tali beni vanno equamente condivisi, secondo giustizia e carità. Si tratta
essenzialmente di impedire l'ingiustizia di un accaparramento delle risorse:
l'avidità, sia essa individuale o collettiva, è contraria all'ordine della creazione. Gli
attuali problemi ecologici, di carattere planetario, possono essere affrontati
efficacemente solo grazie ad una cooperazione internazionale capace di garantire
un maggiore coordinamento sull'uso delle risorse della terra.
482. Il principio della destinazione universale dei beni offre un fondamentale
orientamento, morale e culturale, per sciogliere il complesso e drammatico
nodo che lega insieme crisi ambientale e povertà. L'attuale crisi ambientale
colpisce particolarmente i più poveri, sia perché vivono in quelle terre che sono
soggette all'erosione e alla desertificazione o coinvolti in conflitti armati o costretti
a migrazioni forzate, sia perché non dispongono dei mezzi economici e
tecnologici per proteggersi dalle calamità.
(Compendio della DSC)
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Evangelii gaudium
Francesco - 2013
188.(…) «La Chiesa, guidata dal Vangelo della misericordia e dall’amore
all’essere umano, ascolta il grido per la giustizia e desidera rispondervi
con tutte le sue forze». In questo quadro si comprende la richiesta di Gesù ai
suoi discepoli: «Voi stessi date loro da mangiare» (Mc 6,37), e ciò implica sia
la collaborazione per risolvere le cause strutturali della povertà e per
promuovere lo sviluppo integrale dei poveri, sia i gesti più semplici e quotidiani
di solidarietà di fronte alle miserie molto concrete che incontriamo. La parola
“solidarietà” si è un po’ logorata e a volte la si interpreta male, ma indica molto
di più di qualche atto sporadico di generosità. Richiede di creare una nuova
mentalità che pensi in termini di comunità, di priorità della vita di tutti rispetto
all’appropriazione dei beni da parte di alcuni.
Evangelii gaudium
Francesco - 2013
199. Il nostro impegno non consiste esclusivamente in azioni o in programmi di promozione e
assistenza; quello che lo Spirito mette in moto non è un eccesso di attivismo, ma prima di tutto
un’attenzione rivolta all’altro «considerandolo come un’unica cosa con se stesso».
Questa attenzione d’amore è l’inizio di una vera preoccupazione per la sua persona e a partire
da essa desidero cercare effettivamente il suo bene.
Questo implica apprezzare il povero nella sua bontà propria, col suo modo di essere,
con la sua cultura, con il suo modo di vivere la fede.
L’amore autentico è sempre contemplativo, ci permette di servire l’altro non per necessità o vanità,
ma perché è bello, al di là delle apparenze.
«Dall’amore per cui a uno è gradita l’altra persona dipende il fatto che le dia qualcosa
gratuitamente». Il povero, quando è amato, «è considerato cosa di grande valore»,
e questo differenzia l’autentica opzione per i poveri da qualsiasi ideologia,
da qualunque intento di utilizzare i poveri al servizio di interessi personali o politici.
Solo a partire da questa vicinanza reale e cordiale possiamo accompagnarli adeguatamente nel loro cammino
di liberazione. soltanto questo renderà possibile che «i poveri si sentano, in ogni comunità cristiana, come “a casa loro”.
Non sarebbe, questo stile, la più grande ed efficace presentazione della buona novella del Regno?».
Senza l’opzione preferenziale per i più poveri,
«l’annuncio del Vangelo, che pur è la prima carità,
rischia di essere incompreso o di affogare in quel
mare di parole a cui l’odierna società della
comunicazione quotidianamente ci espone».
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Evangelii gaudium
Francesco - 2013
202. La necessità di risolvere le cause strutturali della povertà non può attendere,
non solo per una esigenza pragmatica di ottenere risultati e di ordinare la società,
ma per guarirla da una malattia che la rende fragile e indegna e che potrà solo portarla
a nuove crisi. I piani assistenziali, che fanno fronte ad alcune urgenze,
si dovrebbero considerare solo come risposte provvisorie.
Finché non si risolveranno radicalmente i problemi dei poveri,
rinunciando all’autonomia assoluta dei mercati e della speculazione finanziaria e
aggredendo le cause strutturali della inequità non si risolveranno i problemi del mondo e
in definitiva nessun problema. La inequità è la radice dei mali sociali.
Caritas in veritate
Benedetto XVI - 2009
27. La fame non dipende tanto da scarsità materiale, quanto piuttosto
da scarsità di risorse sociali, la più importante delle quali è di
natura istituzionale. Manca, cioè, un assetto di istituzioni economiche
in grado sia di garantire un accesso al cibo e all’acqua regolare e adeguato
dal punto di vista nutrizionale, sia di fronteggiare le necessità connesse
con i bisogni primari e con le emergenze di vere e proprie crisi alimentari,
provocate da cause naturali o dall’irresponsabilità politica nazionale e
internazionale. Il problema dell’insicurezza alimentare va affrontato in una
prospettiva di lungo periodo, eliminando le cause strutturali che lo
provocano (…).
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Caritas in veritate
Benedetto XVI - 2009
34. La carità nella verità pone l’uomo davanti alla stupefacente esperienza del dono.
36. L’attività economica non può risolvere tutti i problemi sociali mediante la semplice
logica mercantile, va finalizzata al perseguimento del bene comune, 39. La vittoria
sul sottosviluppo richiede di agire soprattutto sull’apertura, in contesto mondiale,
a forme di attività economica caratterizzate da quote di gratuità e di comunione
47. … capita talvolta che chi è destinatario degli aiuti diventi funzionale a chi lo aiuta
e che i poveri servano a mantenere in vita dispendiose organizzazioni burocratiche
che riservano per la propria conservazione percentuali troppo elevate di quelle risorse
che invece dovrebbero essere destinate allo sviluppo.
66. La interconnessione mondiale ha fatto emergere un nuovo potere politico nei
consumatori e loro associazioni... È bene che le persone si rendano conto che
acquistare è sempre un atto morale, oltre che economico e c’è una precisa responsabilità
sociale del consumatore.
Novo millennio ineunte
Giovanni Paolo II - 2001
50. In effetti sono tanti, nel nostro tempo, i bisogni che interpellano la
sensibilità cristiana.
Il nostro mondo comincia il nuovo millennio carico delle contraddizioni
di una crescita economica, culturale, tecnologica, che offre a pochi fortunati
grandi possibilità, lasciando milioni e milioni di persone non solo ai margini
del progresso, ma alle prese con condizioni di vita ben al di sotto del minimo
dovuto alla dignità umana. È possibile che, nel nostro tempo, ci sia ancora
chi muore di fame? chi resta condannato all’analfabetismo?
chi manca delle cure mediche più elementari?
chi non ha una casa in cui ripararsi? (…) Il cristiano, che si affaccia su
questo scenario, deve imparare a fare il suo atto di fede in Cristo
decifrandone l’appello che egli manda da questo mondo della povertà.
(…) È l’ora di una nuova «fantasia della carità », che si dispieghi non tanto
e non solo nell’efficacia dei soccorsi prestati, ma nella capacità di farsi vicini,
solidali con chi soffre, così che il gesto di aiuto sia sentito non come obolo umiliante,
ma come fraterna condivisione.
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Centesimus annus
Giovanni Paolo II - 1991
29. Lo sviluppo, infine, non deve essere inteso in un modo
esclusivamente economico, ma in senso integralmente
umano. Non si tratta solo di elevare tutti i popoli al livello
di cui godono oggi i Paesi più ricchi,
ma di costruire nel lavoro solidale una vita più degna,
di far crescere effettivamente la dignità e la creatività
di ogni singola persona,
la sua capacità di rispondere alla propria vocazione e,
dunque, all’appello di Dio, in essa contenuto.
Populorum progressio
Paolo VI - 1967
Lotta contro la fame, oggi e domani
45. «Se un fratello o una sorella sono nudi, dice san Giacomo, se mancano del
sostentamento quotidiano, e uno di voi dice loro: “Andate in pace, riscaldatevi,
sfamatevi”, senza dar loro quel che è necessario al loro corpo, a che servirebbe?»
(Gc 2, 15-16).
Oggi, nessuno lo può ignorare: sopra interi continenti, innumerevoli sono gli
uomini e le donne tormentati dalla fame, innumerevoli i bambini sottonutriti,
al punto che molti di loro muoiono in tenera età, che la crescita fisica e lo sviluppo
mentale di parecchi altri ne restano compromessi, che regioni intere sono per
questo condannate al più cupo avvilimento.
Dovere di solidarietà
48. Il dovere di solidarietà che vige per le persone vale anche per i popoli:
«Le nazioni sviluppate hanno l’urgentissimo dovere di aiutare le nazioni in via di
sviluppo». (44) Bisogna mettere in pratica questo insegnamento conciliare.
Se è normale che una popolazione sia la prima beneficiaria dei doni che le ha
fatto la Provvidenza come dei frutti del suo lavoro, nessun popolo può, per
questo, pretendere di riservare a suo esclusivo uso le ricchezze di cui dispone.
Ciascun popolo deve produrre di più e meglio, onde dare da un lato a tutti i suoi
componenti un livello di vita veramente umano, e contribuire nel contempo,
dall’altro, allo sviluppo solidale dell’umanità. Di fronte alla crescente indigenza
dei Paesi in via di sviluppo, si deve considerare come normale che un Paese
evoluto consacri una parte della sua produzione al soddisfacimento dei loro
bisogni; normale altresì che si preoccupi di formare educatori, ingegneri, tecnici,
scienziati, che poi metteranno scienza e competenza al loro servizio.
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Pacem in terris
Giovanni XXIII - 1963
6. Ogni essere umano ha il diritto all’esistenza, all’integrità fisica,
ai mezzi indispensabili e sufficienti per un dignitoso tenore di vita,
specialmente per quanto riguarda l’alimentazione, il vestiario,
l’abitazione, il riposo, le cure mediche, i servizi sociali necessari;
ed ha quindi il diritto alla sicurezza in caso di malattia, di invalidità,
di vedovanza, di vecchiaia, di disoccupazione, e in ogni altro caso
di perdita dei mezzi di sussistenza per circostanze indipendenti
dalla sua volontà [3].
Beati pauperes (?)
Francesco - 2015
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L'enciclica “verde” che parlerà della custodia del Creato.
«La vocazione del custodire non riguarda solamente noi
cristiani, (...) riguarda tutti».
«Coltivare e custodire il Creato è un'indicazione di Dio
data non solo all'inizio della storia, ma a ciascuno di noi;
è parte del suo progetto; vuol dire far crescere il mondo
con responsabilità, trasformarlo perché sia un giardino,
un luogo abitabile per tutti».
«Ma il "coltivare e custodire" non comprende solo il
rapporto tra noi e l'ambiente, tra l'uomo e il Creato,
riguarda anche i rapporti umani. I Papi hanno parlato di
ecologia umana, strettamente legata all'ecologia
ambientale».
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Per un impegno concreto
➔  Come
suggerisce papa Francesco, l’aspetto più grave del
dramma della fame è che esso non desta più scandalo e
inquietudine nei cuori dei fedeli, ma quasi sia considerato
normale, inevitabile, addirittura funzionale a che altri abbiano
e abbiano in abbondanza.
➔  Per proporre una riflessione seria e coraggiosa, occorre
accorciare le distanze tra chi ha cibo e chi non ne ha.
➔  A
livello personale
➔  A livello locale
➔  A livello politico
A livello personale
Porre attenzione, in primo luogo, a quanto e come i nostri
stessi comportamenti determinano conseguenze nella piena
realizzazione del diritto al cibo per tutti: temi come lo spreco
saranno anche al centro di iniziative europee dei prossimi
mesi.
✔  Occorre acquisire una consapevolezza sempre maggiore
circa la necessità di uno stile di vita sobrio e consapevole, sul
peso del “voto con il portafoglio”.
✔ 
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A livello locale
✔ 
promuovere sistemi locali sostenibili di produzione e
commercio, attraverso il rafforzamento delle relazioni di
prossimità, sulla specificità dei prodotti alimentari e per il
sostegno a modelli di agricoltura contadina e familiare.
A livello politico
✔ 
Sul piano della responsabilità e governance è necessario
sostenere la messa in opera di un più giusto regime di
regolazione degli investimenti internazionali, e di una
riflessione sull’accesso alle risorse di base.
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ARCIDIOCESI DI MILANO
Servizio per la Pastorale
Sociale e il Lavoro
Scuola di Formazione
Sociale e Politica
per Giovani
GRAZIE
per l'attenzione
e arrivederci al prossimo incontro!
Per informazioni
*
[email protected]
'
02.855.64.30
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