00_Oerter_i-viii 27-10-2006 8:08 Pagina iii Robert Oerter La teoria del quasi tutto Il Modello Standard, il trionfo non celebrato della fisica moderna Traduzione di Eva Filoramo EDIZIONI 00_Oerter_i-viii 27-10-2006 8:08 Pagina iv Robert Oerter La teoria del quasi tutto Il Modello Standard, il trionfo non celebrato della fisica moderna Progetto grafico: Gaetano Cassini/Passages Coordinamento produttivo: Progedit & Consulting,Torino Authorized translation from the English language edition, entitled The Theory of Almost Everything:The Standard Model, the Unsung Triumph of Modern Physics 1st edition by Oerter, Robert, published by Pearson Education, Inc., publishing as Pi Press Copyright © 2006 by Robert Oerter All rights reserved. No part of this book may be reproduced or transmitted in any form or by any means, electonic or mechanical, including photocopying, recording or by any information storage retrieval system, without permission from Pearson Education, Inc. Italian language edition published by Codice edizioni s.r.l. Copyright © 2006 Codice edizioni,Torino ISBN 88-7578-062-5 Tutti i diritti sono riservati. Per le riproduzioni grafiche e fotografiche appartenenti alla proprietà di terzi inserite in quest’opera, l’Editore è a disposizione degli aventi diritto, nonché per eventuali non volute omissioni e/o errori di attribuzione nei riferimenti bibliografici. 00_Oerter_i-viii 27-10-2006 8:08 Pagina v In memoria di George William Oerter 00_Oerter_i-viii 27-10-2006 8:08 Pagina vii Indice 3 Introduzione Capitolo 1 15 Le prime unificazioni Capitolo 2 29 La relatività di Einstein e il teorema di Noether Capitolo 3 49 La fine del mondo così come lo conosciamo Capitolo 4 73 (Im)probabilità Capitolo 5 93 La strana realtà della QED Capitolo 6 121 Le particelle di Feynman e i campi di Schwinger Capitolo 7 135 Benvenuti nello zoo subatomico Capitolo 8 157 Il colore dei quark Capitolo 9 189 Il legame più debole Capitolo 10 205 Il Modello Standard, finalmente 00_Oerter_i-viii 27-10-2006 8:08 Pagina viii viii Indice Capitolo 11 221 Ai confini della fisica Capitolo 12 245 Nuove dimensioni Appendice A 283 I quark e l’Eightfold Way Appendice B 287 La libertà asintotica Appendice C 291 Le interazioni del Modello Standard 299 Glossario 307 Bibliografia 309 Letture consigliate 313 Indice analitico Oerter_001-134 27-10-2006 9:44 Pagina 1 La teoria del quasi tutto Oerter_001-134 27-10-2006 9:44 Pagina 3 Introduzione Contrariamente a quanto si fa di solito [...], la parte della fisica di cui parlerò è già conosciuta. Il pubblico è sempre curioso di sapere cosa c’è di nuovo nell’unificazione di questa teoria con quell’altra teoria.Vuole sempre sapere ciò che non sappiamo, e non ci dà mai la possibilità di parlare delle teorie che conosciamo bene. RICHARD FEYNMAN, QED – La strana teoria della luce e della materia C’è una teoria, in fisica, che spiega quasi tutti i fenomeni che regolano la nostra vita quotidiana al livello più fondamentale: riassume tutto quello che conosciamo sulla struttura fondamentale della materia e dell’energia, offre un quadro dettagliato dei costituenti elementari di cui ogni cosa è composta, descrive le reazioni che alimentano il Sole e le interazioni che fanno brillare le luci fluorescenti. Questa teoria non soltanto spiega il comportamento della luce, delle onde radio e dei raggi X, ma ha un ruolo rilevante nella nostra comprensione dei primissimi momenti di vita dell’universo e della nascita della materia; sorpassa ogni teoria scientifica che sia mai esistita in precisione, in universalità e in intervallo di applicabilità (dal molto piccolo all’astronomicamente grande). Questa teoria prende il nome, senza pretese, di “Modello Standard delle particelle elementari” o, più brevemente,“Modello Standard”. Merita di essere conosciuta meglio e merita un nome migliore: io la chiamo la teoria del quasi tutto. Il Modello Standard, per essere una teoria così fondamentale e di successo, è rimasto incredibilmente in disparte. Il Modello Standard, infatti, ha, per la natura dell’universo, implicazioni più profonde della teoria del caos e, a differenza della teoria delle stringhe, che è di natura puramente speculativa, ha una solida base sperimentale; tuttavia, rispetto a entrambe, non è altrettanto conosciuta. Nelle notizie che riguardano la fisica, il Modello Standard assume, di solito, il ruo- Oerter_001-134 4 27-10-2006 9:44 Pagina 4 La teoria del quasi tutto lo del capro espiatorio. I resoconti di test sperimentali sulla teoria svoltisi con successo sembra quasi vengano dati con disappunto, e ogni indizio sull’inadeguatezza della teoria viene accolto con gioia. È il Rodney Dangerfield delle teorie fisiche, «nessuno ha rispetto per lui»1. Nonostante tutto, il Modello Standard è forse la vetta più alta raggiunta fino a oggi dall’intelletto umano. Alcuni degli artefici del Modello Standard sono forse più famosi della teoria stessa: il clownesco iconoclasta Richard Feynman e l’egocentrico e poliedrico studioso Murray Gell-Mann hanno entrambi scritto libri e sono stati soggetti di libri scritti da altri. Molti altri nomi, tuttavia, sono praticamente sconosciuti al di fuori dei circoli di specialisti: Sin-Itiro Tomonaga, Julian Schwinger, George Zweig, Abdus Salam, Steven Weinberg,Yuval Ne’eman, Sheldon Glashow, Martin Veltman, Gerard ’t Hooft. È possibile che il Modello Standard sia stato trascurato semplicemente a causa del gran numero di persone coinvolte: non c’è nessun genio isolato e rifiutato dalla società, nessun Einstein che lavora in solitudine nell’ufficio brevetti, nessuna teoria che germogli all’improvviso e sbocci completamente nell’arco di una notte. Il Modello Standard, al contrario, è stato messo insieme alla bell’e meglio da molte menti brillanti nel corso di quasi tutto il XX secolo, a volte portato avanti da nuove scoperte sperimentali, altre da progressi teorici; è stato uno sforzo di collaborazione nel senso più ampio, che si è esteso attraverso i continenti e attraverso i decenni. Il Modello Standard è davvero «un arazzo intessuto da molte mani», usando le parole di Sheldon Glashow2. Si tratta, da questo punto di vista, di un paradigma molto migliore di come in realtà si fa la scienza di quanto non lo sia il mito del genio solitario, anche se, d’altra parte, va contro i nostri pregiudizi sulla scienza e sul modo in cui la fisica è solitamente presentata al pubblico. Le notizie e i libri di interesse generale sul Modello Standard spesso mettono l’accento sulle particelle della teoria: la scoperta dei quark, il rilevamento dei bosoni W e Z, la ricerca della massa del neutrino e del bosone di Higgs. Questa enfasi perde però di vista la 1 Attore americano famoso per le sue battute tormentone che iniziavano con la frase «nessuno ha rispetto per me». [N.d.T.] 2 “Review of Modern Physics”, 52, 3, p. 1319, citato in Crease e Mann, 1996, p. 253. Oerter_001-134 27-10-2006 Introduzione 9:44 Pagina 5 5 struttura alla base della teoria, come se vi chiedessero di descrivere un albero di Natale e voi parlaste unicamente delle decorazioni e delle luci, senza mai menzionare l’albero vero e proprio: il profumo di pino, il colore degli aghi e della corteccia, i rami piumosi, la forma simmetrica. Per un fisico teorico i quark, gli elettroni e i neutrini sono come le decorazioni dell’albero. Belle, senza dubbio, ma non ciò che è veramente importante; è la struttura della teoria in se stessa ad essere davvero affascinante. Il Modello Standard appartiene a una classe di teorie chiamate teorie dei campi quantistiche e relativistiche. Inventatevi un qualsiasi insieme di particelle che vi piacciano e potete scrivere una teoria di campo quantistica e relativistica che lo descrive (vi mostrerò come farlo nel Capitolo 9).Tutte queste teorie incorporano le bizzarrie della relatività, con i suoi paradossi spaziali e temporali, e della meccanica quantistica, con i suoi campi che non sono né onde né particelle. La struttura di una teoria di campo quantistica e relativistica aggiunge a sua volta un’altra stranezza: particelle che saltano fuori da energia pura, per poi scomparire di nuovo, letteralmente, in un lampo di luce. Questa struttura codifica la visione, piuttosto bizzarra, che un fisico ha del mondo; spiega cosa può essere conosciuto riguardo l’universo e cosa invece deve rimanere per sempre misterioso. Questa struttura, le profonde simmetrie dell’universo che sono nascoste al suo interno e le sue implicazioni per la nostra comprensione del mondo fisico: ecco ciò di cui voglio parlarvi in questo libro. Ovunque, intorno a noi, c’è simmetria: la forma di un fiocco di neve o di un narciso, la simmetria cristallina di un diamante perfettamente tagliato, la bellezza vulcanica del Kilimangiaro.Tutti noi desideriamo la simmetria. Gli architetti, gli artisti e i compositori incorporano la simmetria nelle loro creazioni; tutti noi giudichiamo più belli i volti con lineamenti simmetrici. Quando un acquirente sta scegliendo un albero di Natale, gli cammina tutto intorno per capire se è bello da tutte le angolazioni. Ciononostante, troppa simmetria è noiosa: una casa ben proporzionata è bella, ma una fila infinita di case identiche è ripugnante; una frase musicale ripetuta mille volte diventa monotona, causa perdita di interesse e ben presto provoca fastidio. In un dipinto di Jackson Pollock ogni sezione della tela è molto simile ad ogni altra, ma non esistono due porzioni del dipinto identi- Oerter_001-134 6 27-10-2006 9:44 Pagina 6 La teoria del quasi tutto che. La simmetria non ha bisogno di essere perfetta per raggiungere la bellezza; come scrisse Francis Bacon, «Non esiste una grande bellezza che non abbia una qualche bizzarria nelle proporzioni»3. Un albero, per esempio, possiede vari tipi di simmetria, non tutti ovvi a prima vista. Se tracciamo una linea verticale immaginaria lungo il centro dell’albero e lo dividiamo in due metà, ognuna di esse è l’immagine speculare dell’altra, sebbene imperfetta. Una simmetria di altro tipo può essere scoperta nella struttura ramificata dei rami più grossi e la stessa struttura si ripete per i rami più piccoli, poi per i ramoscelli, creando una sorta di simmetria di scala. Scegliamo una piccola porzione di una foto di un albero e ingrandiamola, poi scegliamo un’altra porzione da questo ingrandimento e ingrandiamola ancora: ogni volta la nuova fotografia è molto simile alla precedente. Questa struttura ramificata è ripetuta, sottoterra, nelle radici dell’albero, rendendo la metà inferiore della pianta una distorta immagine speculare della metà superiore. La simmetria può essere distrutta. Un palazzo crolla durante un terremoto; un bicchiere da vino si frantuma quando sfugge di mano. Un albero, tormentato dal vento, cade, e quando camminiamo attorno all’albero caduto, esso non ha più lo stesso aspetto da ogni angolazione, la sua chioma è sparsa sul terreno: se ora tracciamo una linea lungo il tronco, le due metà non sono più immagini speculari l’una dell’altra. La storia della fisica fondamentale del XX secolo è una storia di simmetrie: simmetrie perfette e imperfette, simmetrie scoperte e simmetrie distrutte. Le simmetrie coinvolte, ad ogni modo, non sono del tipo di quelle che possono essere viste a occhio nudo; per scoprirle, dobbiamo tuffarci nella struttura interna dell’albero. Il suo legno, visto al microscopio, è fatto di cellule, a loro volte costituite da catene di molecole. Le molecole, a loro volta, sono fatte di atomi, che sono composti di particelle ancora più piccole. In un processo di scoperta che è durato per tutto il XX secolo, i fisici hanno imparato che questi piccolissimi costituenti della materia hanno delle simmetrie intrinseche. Se potessimo raggiungere l’interno di un atomo e torcere in un certo modo ognuna di queste particelle, e se potessi- 3 Bacon, 1625, citato in The Oxford Dictionary of Phrase, Saying, and Quotations, p. 34. Oerter_001-134 27-10-2006 Introduzione 9:44 Pagina 7 7 mo imprimere simultaneamente la stessa torsione a ciascuna particella dell’universo, il mondo continuerebbe ad andare avanti come se non fosse successo nulla. Nel caso di un volto perfettamente simmetrico, è impossibile dire se si sta guardando una fotografia o un’immagine allo specchio. Lo stesso vale a livello più profondo per le simmetrie delle particelle fondamentali: non c’è alcun modo di distinguere se la torsione sia stata data oppure no. Oltre a queste simmetrie esatte, non visibili nemmeno nelle particelle fondamentali, ma nascoste nelle teorie dei fisici, c’è un’altra simmetria, che esisteva nei primi momenti di vita dell’universo ed è poi stata rotta. Questa simmetria e il fatto che sia venuta meno sono le ragioni per cui esiste la materia così come la conosciamo; la ragione per cui esistono le stelle, i pianeti, i narcisi, voi e me. Il Modello Standard è una teoria di “quasi tutto”. Nello specifico, è una teoria che descrive tutto, eccetto la gravità. L’omissione della gravità può sembrare di importanza capitale: nella vita di ogni giorno, la gravità è sicuramente la forza che noi sentiamo con più intensità. Senza il magnetismo, le foto di vostra nipote cadrebbero dal frigorifero e senza l’elettricità potreste camminare su un tappeto di lana in una giornata particolarmente secca e non prendere la scossa quando toccate il pomello della porta; ma senza la gravità, vi allontanereste dalla Terra fluttuando verso lo spazio e morireste asfissiati. Paradossalmente, la gravità ci è particolarmente evidente perché è la forza più debole. Un protone, ad esempio, ha la carica elettrica più piccola che si possa isolare in natura, e tuttavia la forza elettrica che si esercita tra due protoni è immensamente più grande (di un fattore dell’ordine di 1036!) della forza gravitazionale tra essi. Dato che la forza elettrica è così intensa, non si trovano in natura che blocchi di materia neutra, con una quantità identica di cariche positive e negative. Le cariche positive e negative si cancellano a vicenda, così che tale blocco risultante non risente di nessuna forza elettrica da parte degli altri. Questa è la ragione per cui non vediamo mai, per esempio, una mela che vola via da un albero a causa della repulsione elettrica della Terra. La Terra e le mele sono elettricamente quasi neutre, di modo che la forza elettrica netta è piccola in paragone a quella gravitazionale. Ogni qualvolta si viene a creare un disequilibrio di cariche, come quando, strisciando i piedi su un tappeto, questo cede una certa quantità supplementare di cariche negative, il disequilibrio tende a correggersi alla pri- Oerter_001-134 8 27-10-2006 9:44 Pagina 8 La teoria del quasi tutto ma occasione: quando la mano tocca la maniglia, gli elettroni in più cercano di scappare dal nostro corpo, respinti non dalla nostra personalità ma dalla loro reciproca interazione elettrica, e attirati da ogni carica supplementare positiva nella maniglia. La stessa cosa accade per i fulmini, quando una grande quantità di carica scorre verso la Terra da una nuvola elettricamente carica, ripristinando così la neutralità elettrica. L’importanza per la vita quotidiana delle forze elettriche e magnetiche, tuttavia, non si esaurisce certo nelle calamite da frigorifero e nel fenomeno dell’elettricità statica. Il motore elettrico che fa funzionare il vostro frigorifero contiene magneti e sfrutta l’elettricità, analogamente ai motori del vostro aspirapolvere, del vostro tagliaerba e del motorino di avviamento della vostra automobile. L’elettricità scorre ogni volta che accendiamo una luce, un televisore, uno stereo, rispondiamo al telefono, cuciniamo sui fornelli elettrici o suoniamo una chitarra elettrica. La luce è un effetto elettromagnetico, sia che provenga da una lampadina sia che provenga dal Sole. Dato che i nostri nervi inviano segnali elettrici, il semplice atto di leggere questa frase provoca una moltitudine di fenomeni elettrici nel vostro cervello e nel vostro corpo. Per di più, tutte le reazioni chimiche possono essere ricondotte alle interazioni elettriche e magnetiche degli atomi e delle molecole coinvolte. Dal momento che il nostro corpo funziona per mezzo di reazioni chimiche, le forze elettriche sono le responsabili principali dei nostri movimenti, della digestione, del respiro e del pensiero. Sono le forze elettriche a tenere insieme la materia: di conseguenza, la sedia sulla quale siete seduti non esisterebbe senza le forze elettriche. Lungi dall’essere irrilevanti per la vita quotidiana, le forze elettriche e magnetiche, insieme alla gravità, sono la vita quotidiana, o almeno sono il substrato che la rende possibile. Il Modello Standard contiene una teoria completa delle forze elettriche e magnetiche, insieme alla descrizione delle particelle su cui queste forze agiscono: protoni, elettroni, neutroni e molte altre meno note. Così, in un certo senso, il Modello Standard “spiega” tutti i fenomeni quotidiani dalla struttura della sedia su cui siete seduti ai vostri stessi pensieri.Tuttavia, non è possibile scrivere un’equazione che descriva la sedia usando le equazioni del Modello Standard (per non parlare di un’equazione per i vostri pensieri!); le equazioni del Modello Standard possono essere risolte soltanto in casi molto semplici, come per esempio quello di un elettrone intera- Oerter_001-134 27-10-2006 Introduzione 9:44 Pagina 9 9 gente con un protone. In questi casi semplici, ad ogni modo, il Modello Standard fornisce previsioni così incredibilmente accurate che nutriamo una grande fiducia nel fatto che questo sia davvero il modo in cui si comportano elettroni e protoni (i calcoli relativi ad altri aspetti del Modello Standard, per esempio la struttura interna del protone, non sono ancora stati risolti, così abbassando in parte il nostro grado di sicurezza in queste aree). Sebbene non sia possibile usare nella pratica il Modello Standard per descrivere una sedia, possiamo affermare che una sedia consiste di elettroni, protoni e neutroni in varie configurazioni; ne segue che, in linea di principio, il Modello Standard “spiega” la sedia al suo livello più fondamentale. Consideriamo, per analogia, un computer. Il computer è fatto di fili, circuiti integrati, una batteria, eccetera. Fondamentalmente, tutto quello che “davvero” succede in un computer consiste di piccoli pacchetti di elettroni sballottati attraverso questi circuiti.Ad ogni modo, quando il computer dice cose tipo “ERRORE 1175: OPERAZIONE NON CONSENTITA, L’APPLICAZIONE VERRÀ CHIUSA”, non è molto utile tirare fuori il diagramma dei circuiti della CPU4. Nonostante sia possibile, in linea di principio, descrivere ciò che è successo in termini circuitali («quando le locazioni di memoria A, B e C hanno questo e quell’altro numero di elettroni, e qualche altro numero di elettroni sta scorrendo lungo il filo Q, allora...»), questa descrizione sarebbe inutile ai fini di risolvere il problema.Al contrario, è necessario che ci venga comunicato un messaggio del tipo «il vostro sistema operativo vi lascia aprire soltanto quattro programmi per volta. Chiudete i programmi in eccesso prima di aprire questo, e non otterrete più quel messaggio di errore». Non possiamo localizzare “il sistema operativo” o “il programma” nel diagramma circuitale: si tratta di un livello descrittivo più elevato. Possiamo comprendere il messaggio di errore guardando il diagramma circuitale? No. Possiamo davvero capire come funziona un computer senza capire i circuiti? Ancora no. (Provate a costruire un vostro computer usando soltanto il manuale per l’utente di Windows 2000!) Entrambi i livelli di descrizione sono necessari per “capire un computer”, ma le funzioni di livello più alto (sistema ope- 4 L’acronimo sta per “Central Processing Unit”, ossia unità di elaborazione centrale o processore. [N.d.R.] Oerter_001-134 10 27-10-2006 9:44 Pagina 10 La teoria del quasi tutto rativo e programma) possono essere spiegate in termini di processi a livello più basso (circuiti), e non viceversa. Ecco perché chiamiamo la descrizione a livello più basso quella più fondamentale. Il Modello Standard descrive la “circuiteria” dell’universo. Non possiamo comprendere tutto dell’universo usando il Modello Standard (neppure se trascuriamo la gravità), ma senza di esso non possiamo capire niente a livello fondamentale. Supponiamo di essere dei biologi che vogliono comprendere il funzionamento del sangue nel corpo umano: dobbiamo indagare la penetrazione dell’ossigeno attraverso le membrane e il suo assorbimento da parte dell’emoglobina. Le nostre domande dal punto di vista biologico risultano essere dipendenti da domande di tipo chimico. Per capire quanto velocemente l’ossigeno è fissato dall’emoglobina è necessario conoscere la configurazione degli elettroni nell’ossigeno e nelle molecole di emoglobina. Queste configurazioni sono determinate dalle forze elettriche e magnetiche che si esercitano tra gli elettroni e i nuclei: in altri termini, dal Modello Standard. Per raccontare la storia del Modello Standard e delle sue simmetrie, questo libro seguirà, in linea di massima, un ordine cronologico. Con ciò, il lettore non dovrebbe essere tratto in inganno pensando che stia scrivendo una storia del Modello Standard: il mio scopo è fornire al lettore una comprensione della teoria stessa.Tracciare un quadro storico accurato dello sviluppo della teoria, comprensivo dei bizzarri vicoli ciechi teorici e degli esperimenti sbagliati o non conclusivi, ci porterebbe troppo lontano dallo scopo principale. Ho incluso un po’ di storia, cosicché il lettore possa capire i motivi per cui è stato intrapreso ogni successivo passo, e al fine di enfatizzare il fatto che la teoria fu sviluppata in risposta a specifiche nuove scoperte sul comportamento delle particelle. Non è stata inventata dal nulla da qualche fisico teorico isolato nel suo ufficio, ma faticosamente messa insieme a partire dagli indizi che gli sperimentali sono riusciti a cogliere dalla natura. L’approccio cronologico può, a volte, dare l’impressione sbagliata che il Modello Standard si sia sviluppato a partire da una serie ordinata di avanzamenti teorici e sperimentali, ma questo è ben lontano dalla verità: lo sviluppo storico, a dire il vero, è stato molto più disordinato e interessante di quanto io non sia riuscito a esprimere in questa sede. Il lettore interessato dovrebbe consultare i suggerimenti per ulteriori letture alla fine del libro.