______________________________________________________________ Versiliana Upgrade Festival collettiva di scena contemporanea Seravezza - Teatro delle Scuderie Granducali PROSA _______________________________________________________________ FONDAZIONE LA VERSILIANA 1 _______________________________________________________________ FONDAZIONE LA VERSILIANA 2 _____________venerdì 19 giugno SCUDERIE GRANDUCALI __________ Carrozzeria Orfeo THANKS FOR VASELINA dedicato a tutti i familiari delle vittime e a tutte le vittime dei familiari drammaturgia Gabriele Di Luca regia Gabriele Di Luca, Massimiliano Setti, Alessandro Tedeschi interpreti Gabriele Di Luca (Fil), Massimiliano Setti (Charlie), Beatrice Schiros (Lucia) Ciro Masella (Annalisa), Francesca Turrini (Wanda), musiche originali Massimiliano Setti luci Diego Sacchi , costumi e scene Nicole Marsano e Giovanna Ferrara locandina AMBÉ2 coprodotto da Carrozzeria Orfeo e Fondazione Pontedera Teatro in collaborazione con La Corte Ospitale, Festival Internazionale Castel dei Mondi di Andria Last Seen 2013 di Klp come migliore spettacolo dell’anno TRAMA Gli Stati Uniti d'America, con il sostegno dei paesi alleati, hanno deciso di bombardare il Messico, distruggendo tutte le piantagioni di droga e classificando le numerose vittime come “effetti collaterali”, con il pretesto di “esportare” la propria democrazia. Fil, cinico-disilluso, e Charlie, determinato animalista e difensore dei diritti civili, entrambi trentenni e con un futuro incerto, coltivano nel loro appartamento grossi quantitativi di Marijuana e, con due opposte motivazioni, decidono di tentare il colpo della propria vita: invertire il normale andamento del mercato della Marijuana esportandola dall'Italia al Messico. Su questo pretesto surreale si fonda la trama del testo che “esploderà” non appena nella loro vita entrerà Wanda, una trentenne obesa, insicura e membra di un fallimentare corso di autostima. Nessuno, a parere dei due, potrebbe essere più adatto di lei per diventare un insospettabile corriere della droga internazionale. Con la complicità della madre di Fil, Lucia, una cinquantenne ludopatica appena uscita da una clinica per disintossicarsi dal gioco, Fil e Charlie preparano Wanda per il grande viaggio. Tutto si complica, però, quando dopo quindici anni di assenza, torna a casa Annalisa, padre di Fil ed ex marito di Lucia, diventata nel frattempo una transessuale…+ NOTE DI REGIA Ancora una volta ci interessiamo alle dinamiche, ai paradossi e alle ipocrisie del nostro tempo con uno sguardo presente ma non moralistico sulla società. La manomissione delle parole e dell’informazione, la violenza della politica, l’occultamento di alcune verità nel rapporto vittima-carnefice tra occidente e oriente, il potere religioso, le sette religiose, le nuove religioni, i corsi spirituali, i corsi di autostima, i corsi di seduzione. Le false diete e i falsi prodotti biologici, le finte manifestazioni, il finto impegno civile, il finto buonismo. Fattucchiere, imbonitori e santoni con i loro falsi rimedi per tutto. E ancora: la strumentalizzazione del dolore, della solidarietà, della morte. Senza parlare di mia Zia, con le sue scarpette di coccodrillo e il suo odio feroce per gli immigrati, mentre “posta” su facebook foto e commenti commoventi su cani maltrattati e bambini marocchini. Thanks for Vaselina è un’inculata morbida, è una violenza non esplicita, è il compromesso pericoloso e terribile che congela il pensiero. E’ l’abitudine ad una vita tranquilla. Un ringraziamento quindi da parte nostra, non privo di una certa ironia, a chi si prende il disturbo di non farci troppo male. Un ringraziamento a tutto ciò che fa leva sul nostro dolore, sulle nostre speranze, sulla solitudine e il nostro bisogno d’amore per ricavarne qualcosa. Ma “Siamo tutti canaglie” come dice Amleto ad un certo punto. Noi che scriviamo e voi che leggete, non siamo certo immuni a tutto ciò. Noi non siamo i buoni, né i giudici, né i paladini di tutto questo. In diverse misure siamo tutti coinvolti ma, nonostante ciò, possiamo trovare in noi stessi la lucidità, la sensibilità e l’ironia per indagare queste cose e raccontare una storia. Thanks for Vaselina racconta la storia di esseri umani sconfitti, abbattuti, lasciati in un angolo dal mondo che prima li ha illusi, sfruttati e poi tragicamente derisi. E' il controcanto degli “ultimi” e degli esclusi dal mondo del successo e del benessere. In un esistenzialismo da taverna dove ogni desiderio è fallimento. Genitori disperati e figli senza futuro combattono nell'"istante" che gli è concesso per la propria sopravvivenza, vittime e carnefici della lotta senza tempo per il potere e per l'amore. In una continua escursione fra la realtà e l'assurdo, fra il sublime e il banale. Come una corda sempre tesa fra il cielo e i bassifondi in uno spalancarsi di abissi dove, ad ogni passo, non si può che restare in bilico. Tasselli di una catena alimentare, di una selezione naturale che non avrà mai fine, fino all'ultima bomba, fino all'ultimo uomo. "...e come disse il buon Dio scaccolandosi nella sua Jacuzzi: mi sa che ho creato molti amanti, ma non altrettanto amore”. _______________________________________________________________ FONDAZIONE LA VERSILIANA 3 _____________martedì 23 giugno SCUDERIE GRANDUCALI __________ MENOVENTI presenta L’UOMO DELLA SABBIA CAPRICCIO ALLA MANIERA DI HOFFMANN di Consuelo Battiston, Gianni Farina, Alessandro Miele regia Gianni Farina musiche Stefano De Ponti luci e direzione tecnica Robert John Resteghini con Tamara Balducci, Consuelo Battiston, Tolja Djokovic, Francesco Ferri, Alessandro Miele, Mauro Milone assistente alla regia Chiara Fallavollita /costumi Elisa Alberghi tecnico di compagnia Sergio Taddei / macchinista Andrea Bulgarelli foto di scena Arianna Lodeserto / disegno e grafica Marco Smacchia scene realizzate nel laboratorio di Emilia Romagna Teatro Fondazione produzione Emilia Romagna Teatro Fondazione, Festival delle Colline Torinesi, Programma Cultura dell’Unione Europea nell’ambito del Progetto Prospero grazie a Marco Cavalcoli e Chiara Lagani, Santarcangelo dei Teatri/Santarcangelo 41, Teatro Fondamenta Nuove, Compostc/Valtorto, perAspera/Drammaturgie Possibili – Festival di Arti Contemporanee, tutti i partecipanti ai laboratori del progetto Ubiq Questo Capriccio è, prima di tutto, un labirinto. È un gioco di scatole cinesi, una narrazione senza fine in cui perdersi. È il tableau vivant di una natura morta. Nel racconto di _______________________________________________________________ FONDAZIONE LA VERSILIANA 4 Hoffmann i personaggi sfumano nel grigio panneggio della quotidianità, come riflessi automatici di uno stesso individuo. L’inquietudine generata dal Fantastico, dal Perturbante, dal Bizzarro spinge lo studente Nataniele verso una incauta consapevolezza di questo ingranaggio opacizzante, ma enorme è la distanza tra il desiderio e l’azione, la nevrosi soppianta la contemplazione nell’eterno conflitto tra immagini interiori e mondo esterno. La sfida formale consiste nell’accensione di una lanterna magica capace di apparizioni e dissolvenze, portatrice di paradossali sovrapposizioni di contesti per mettere così in discussione, alla maniera di Hoffmann, ciò che i nostri occhi vedono: la cornice artefatta che chiamiamo realtà. Benevolo spettatore, Questa presentazione ti piace? Forse intimidisce un po’ troppo. Però la conclusione: “Benevolo spettatore, questa presentazione ti piace?” cambia registro, non trovi? Peccato che ciò che viene definito “la conclusione” non sia una reale conclusione; dopo segue altro, come questa frase o altre che seguiranno l’espressione “dopo segue altro”. Chiediamo scusa per tutti questi giri di parole, ma davvero non riusciamo a chiudere il discorso, non ne veniamo a capo. Ora siamo andati a capo e il problema resta insoluto. Come finire davvero? Ecco, si potrebbe scrivere “fine”, se solo queste parole facessero parte di un finale. Invece, no, costituiscono la presentazione dello spettacolo. Facciamo così: sospendiamo tutto, ne riparleremo dopo lo spettacolo. Se solo stessimo parlando! Però l’idea non è male, l’idea contenuta nella locuzione “sospendiamo tutto”, si intende. Ascoltiamola, se è lecito dire “ascoltiamola” riferendosi ad un oggetto muto come la parola stampata. “Seguiamola” forse è più giusto, suona meglio. Ma non parliamo più di suoni, seguiamola finalmente senza far seguire assolutamente niente all’esortazione “seguiamola _______________________________________________________________ FONDAZIONE LA VERSILIANA 5 _____________sabato 27 giugno SCUDERIE GRANDUCALI ___________ In prima nazionale BLOOM’S DAY dall'Ulisse di James Joyce ulyssage # 4 Uno spettacolo di Claudio Collovà con Sergio Basile (Leopold Bloom) Scene e costumi Enzo Venezia / musiche Giuseppe Rizzo luci Pietro Sperduti Produzione Argot Studio in collaborazione con La Versiliana Festival "Non ho altro che ammirazione, vorrei, per il mio bene, non averlo letto." (T.S. Eliot) "Sto leggendo l´Ulisse. A dire il vero non riesco a leggere nient´altro, non riesco nemmeno a pensare a nient´altro." (Valery Larbaud 1920) Note di regia Ulysses è una commedia. Un percorso in cui spesso si inciampa, cadendo fragorosamente a terra, come succede a un cameriere con una pila di piatti sporchi. Una storiella di una giornata e l'epopea di due razze (Israele-Irlanda), la definì Joyce, scoraggiando tutti i cercatori di simboli. Leopold Bloom è già lui stesso dotato di umorismo e ridicolo nelle sue goffaggini, ed è una figura tragica perché tutto intorno a lui è violento e inumano, a cominciare dalla persecuzione di cui è vittima in un'Irlanda già ad inizio secolo anti-semita e razzista. Questo è il vero spirito voluto da Joyce. Simpatia (empatia) e incongruenze come sostituti di pietà e terrore. Questo ultimo lavoro prosegue la mia ricerca sull'Ulysses, dopo Uomini al buio - Ade e Artista da Giovane e Telemachia prodotti dal Teatro Biondo Stabile di Palermo tra il 2010 e il 2012. Bloom's Day, questo nuovo spettacolo, racconta dell'infedeltà di Molly che costringe Bloom a vagare tutto il giorno con il peso del tradimento nel cuore, del sentimento diffuso contro gli Ebrei,, del suo ritorno a casa dopo una lunga giornata errante tra le strade di Dublino. Accadimenti che per la maggior parte accadono dentro la sua mente. Al centro di tutto infatti sopravvivono qui le sue meditazioni condotte in gran parte nei suoi momenti più intimi e solitari, persino nella vasca in cui l'unica acqua di questo Ulisse è quella anti-eroica dell'Hammam. Bloom è ebreo, il suo cognome originario è Virag, il padre si è suicidato, è sposato alla cantante lirica Molly, donna di vistoso fascino, ha perso un figlio appena nato undici anni prima (la stessa età in cui mori Hamnet!), da allora la relazione con la moglie si è fatta problematica, tanto da sospettare che lei lo tradisca, ha un'amante virtuale, Marta, con la quale intrattiene una corrispondenza sotto lo pseudonimo di Henry Flower. E' un esempio di vita mediocre, insignificante, Bloom è avvolto da un disagio privato che rispecchia quello generale e pubblico della città, i cui abitanti spia qui con l'ausilio di un cannocchiale. Il girovagare di Bloom, che certamente non è la linea retta, è lento e ozioso ma probabilmente è il percorso più facile, forse l''unico possibile, per raggiungere casa e moglie. A Molly Bloom - qui presente come una Ophelia addormentata - è stato attribuito il ruolo di centro gravitazionale della giornata e della vita del marito; questa azione a distanza è però contrastata dal fatto che Bloom - Ulisse, pur pensando costantemente a lei, sembra cogliere qualsiasi pretesto per tenersi lontano da casa. _______________________________________________________________ FONDAZIONE LA VERSILIANA 6 _____________giovedì 2 luglio SCUDERIE GRANDUCALI __________ PEPERONI DIFFICILI di Rosario Lisma con Anna Della Rosa, Ugo Giacomazzi, Rosario Lisma, Andrea Narsi scene e costumi Eleonora Rossi / luci Paola Tintinelli e Luigi Biondi musiche Gipo Gurrado / regia Rosario Lisma assistente alla regia Sofia Sironi / assistente scene e costumi Chiara Luna Mauri produzione Teatro Franco Parenti in collaborazione con Jacovacci e Busacca Ambientato nella cucina di un giovane parroco di provincia, Peperoni difficili si ispira a una piccola vicenda realmente accaduta e pone domande sul “mentire a fin di bene”, sulla verità e il diritto di dirla o di saperla. I personaggi coinvolti, oltre al parroco, sono la sua bellissima sorella volontaria in Africa, un bidello allenatore della squadra dell’oratorio, un bancario, colto, brillante e stranamente inconsapevole di essere spastico. Rosario Lisma, autore vincitore del Premio ETI Nuove Sensibilità 2009 con L’operazione, si ispira alla tradizione umoristica del ‘900 e alla commedia all’italiana. In scena, con lui, oltre a Ugo Giacomazzi e Andrea Narsi, anche Anna Della Rosa, giovane pluripremiata interprete del teatro italiano e ultimamente sugli schermi cinematografici in La Grande Bellezza. DALLA STAMPA Non è facile trovare una commedia che fa ridere, e parecchio, mettendo in discussione con intelligenza temi capitali. Succede in Peperoni difficili, nuovo testo di Rosario Lisma; giovane attore di talento. Nella trama, un parroco di provincia si vede piombare in casa la virtuosa sorella missionaria, di cui si innamorerà un amico colto e brillante, sebbene spastico, handicap che i paesani fingono di non vedere. Il quesito se sia meglio mentire a fin di bene o dire la verità a tutti i costi si innesta su situazioni quotidiane e si incarna in personaggi non attesi, ma vivi nello loro opposte, fragili umanità, in una pièce ben scritta che mescola risata e dramma, di solida costruzione e dialoghi irresistibili, con quattro interpreti ( con Lisma, Anna Della Rosa, Ugo Giacomazzi e Andrea Narsi) in stato di grazia. Bravi. Simona Spaventa la Repubblica Rosario Lisma interpreta e dirige un testo coraggioso e contracorrente sul rapporto tra verità e fede. La sua forza è proprio nella messinscena delle piccole cose, dei dettagli diabolici, delle tragedie quotidiane. Lisma è ottimo e generoso capocomico. Bravi anche i compagni di scena: Anna Della Rosa, seducente e scalpitante, Andre Narsi, di una malinconia buffa e commovente, e lo straordinario Ugo Giacomazzi, cui tocca il difficile ruolo, ma meglio concepito, del disabile. E questo spettacolo, più che un’apologia della “menzogna a fin di ben” è un tributo alla finzione e a quella favolosa fabbrica di bugie che è il teatro. Camilla Tagliabue Il Fatto Quotidiano _______________________________________________________________ FONDAZIONE LA VERSILIANA 7 _____________sabato 11 luglio SCUDERIE GRANDUCALI __________ TEATRODILINA presenta BANANE (un quasi road movie per quattro attori, un cane e alcune casse sparpagliate) di Francesco Lagi con Francesco Colella, Leonardo Maddalena, Aurora Peres, Mariano Pirrello disegno suono Giuseppe D’Amato e Linz scenografia Salvo Ingala costumi Daniela Tartari mlg Regina Piperno regia Francesco Lagi Banane è la storia di alcune esistenze e della traiettoria storta della loro vita. È un testo composto da piccole scene che si svolgono, tra la luce e il buio, quasi tutte in ambienti diversi con un andamento rapido e sincopato. La vicenda inizia a Roma, con l’arrivo alla stazione Termini di una ragazza con un borsone a tracolla, silenziosa e spettinata, e finisce un anno dopo su una spiaggia d’inverno. In mezzo c’è il lungo viaggio di due amici a bordo di una macchina presa in prestito e una partita di Trivial finita male. Poi c’è la storia del profeta Eliseo e il problema della perdita dei capelli, un film di supereroi e una storia d’amore che si dissolve lentamente. E ancora: alcune bucce di banana, l’ultimo saluto al cane Pigna e una manciata di silenzio dove si ascolta lo scorrere del vento. È una storia che parla di amore e di felicità, vissuta da persone che si accorgono però a malapena di sentirne la mancanza. L’arrivo della cugina Palma risveglia come una lontana eco le esistenze assopite di Pino, Elio e Max. Li porterà a smuoversi e a fare i conti con i loro tentativi goffi di agguantare il tempo delle loro giornate. I personaggi sono animati da una cifra realistica ma leggermente strabica. Sono silenziosi, malinconici e marginali, vorrebbero stare al centro delle cose che gli capitano ma riescono solo a sfiorarle, come in un vecchio film in bianco e nero di Jim Jarmusch. _______________________________________________________________ FONDAZIONE LA VERSILIANA 8 _____________venerdì 17 luglio SCUDERIE GRANDUCALI __________ PROXIMA RES presenta ANTROPOLAROID di/con TINDARO GRANATA Premio “Mariangela Melato” – Prima Edizione 2013 – Attore Emergente Antropolaroid è la fotografia di una famiglia siciliana, una polaroid umana che si snoda attraverso la voce e il corpo di Tindaro Granata. Le storie tramandate inconsapevolmente dai nonni di Tindaro, diventano lo spunto originalissimo e poetico per un racconto popolare in cui la famiglia, insieme alla storia di un paese, sono i protagonisti. Personaggi e voci prendono vita esclusivamente con l’aiuto del corpo dell’interprete, solo ad abitare la scena vuota. L’attore-autore si distacca dal modello originario di tradizione orale del “Cunto” senza però prescinderne, dando vita ad una lingua sconosciuta, un dialetto siciliano ricco di detti familiari, voci antiche, memorie sonore della sua terra d’origine. Senza artifici scenografici, i personaggi di Tindaro si alternano, si sommano, si rispondono, legati a un comune cordone ombelicale. Creano la storia di una famiglia italiana, in cui il male si perpetua come un’eredità misteriosa tramandata da padre in figlio, un male che si presenta ad ogni nascita e ad ogni morte. Definire Antropolaroid non è semplice: ad oggi non c’è nulla di paragonabile al lavoro originalissimo di Granata. Forse dovremmo chiamare in causa Charlie Chaplin, ma anche il teatro dei racconti e della terra sicula o semplicemente un lavoro sull’immaginazione, la musica, la memoria. _______________________________________________________________ FONDAZIONE LA VERSILIANA 9 Straordinario Tindaro Granata da solo racconta di figure familiari, di generazioni, di una terra, la Sicilia, da cui anche allontanarsi. Con il proposito di andare a Roma, diventare attore, fare del cinema … Tindaro Granata passa attraverso i decenni in molteplici ruoli, ad ogni età, maschio o femmina, tra giochi, balli, lavoro, relazioni familiari, paure, brevi passaggi ogni volta a comporre dialoghi, legami, situazioni, lui solo e tanti . La novità di uno spettacolo come Antropolaroid sta nell’utilizzo di una tecnica, antica, come quella del “cunto”, che viene scomposta e il meccanismo del racconto viene sostituito dalla messa in scena dei dialoghi tra i personaggi del racconto. Non vengono narrati i fatti, ma i personaggi parlano tra di loro e danno vita alla storia. Trama Francesco Granata nel settembre del 1925 si impicca perché scopre di avere un tumore incurabile. La moglie , incinta, sola, si reca spesso al cimitero per “bestemmiare” sulla tomba del marito. Il figlio Tindaro Granata nel 1948 viene implicato in un omicidio di mafia, ordinato da un noto mafioso di Patti. Maria casella, nel ’44, si innamora di Tindaro che incontra ad una serata di ballo organizzata da suo padre per presentargli il suo futuro sposo, un ufficiale tedesco. La giovane si oppone al matrimonio, scappa con Tindaro, facendo la “fuitina”. Teodoro Granata nasce l’anno dopo. Diventato adulto, Teodoro emigra in Svizzera. Tornato in Sicilia sposa Antonietta Lembo e con l’aiuto del signor Badalamenti apre una falegnameria. Tindaro Granata nasce nel settembre del 1978. Adulto, parte per il servizio militare, si imbarca per due anni su nave Spica e qui incontra il nipote del boss del suo paese di origine, Patti. Il giovane Tino (nipote del boss) , dopo che il padre viene indagato per delitti di mafia, si confida con Tindaro. Ma questo è il giorno in cui Tindaro parte per Roma, vuole diventare un attore. Tino si suicida, impiccandosi. Per la sua originalità e l’innovazione che rappresenta per la scena teatrale italiana, lo spettacolo vince: Premio della giuria popolare della “Borsa Teatrale Anna Pancirolli”. Premio “ANCT” dell'Associazione Nazionale dei Critici nel 2011. Premio Fersen in qualità di “Attore Creativo” nel 2012. Scene e costumi Margherita Baldoni e Guido Buganza Disegno luci Matteo Crespi Elaborazioni musicali Daniele D’Angelo Organizzazione/Distribuzione Paola Binetti Produzione Proxima Res Durata 60 minuti _______________________________________________________________ FONDAZIONE LA VERSILIANA 10 _____________martedì 21 luglio SCUDERIE GRANDUCALI __________ I Sacchi di Sabbia presentano due spettacoli in un’unica serata: DON GIOVANNI e PICCOLI SUICIDI IN OTTAVA RIMA Don Giovanni è un capriccio per “boccacce e rumorini” che propone, attraverso una partitura rigorosissima di “gesti musicali”, la struttura essenziale del Don Giovanni di Mozart: una selezione delle arie più significative incastonate in un disegno drammaturgico compiuto e interpretate “rumoristicamente” dagli attori. Piccoli suicidi in ottava rima è una raccolta di episodi recitati in ottava rima e in quartine di ottonari. Avventura , Western e fantascienza sono gli ingredienti di queste piccole allegorie di genere riformulate secondo questa antica tecnica popolare. Don Giovanni di W.A.Mozart Ein Musikalischer Spass zu Don Giovanni un progetto di Giovanni Guerrieri, Giulia Solano e Giulia Gallo con Arianna Benvenuti, Lisa Carpitelli, Giulia Gallo, Giovanni Guerrieri, Matteo Pizzanelli, Federico Polacci, Giulia Solano Produzione: I Sacchi di Sabbia/Compagnia Sandro Lombardi, Teatro in collaborazione con Teatro Sant’Andrea di Pisa, Teatro del Giglio di Lucca, La Città del Teatro, Armunia Festival Costa degli Etruschi Ein musikalischer Spass zu Don Giovanni è un capriccio per “boccacce e rumorini” che propone, attraverso una partitura rigorosissima di “gesti musicali”, la struttura essenziale del Don Giovanni di Mozart: una selezione delle arie più significative incastonate in un disegno drammaturgico compiuto e interpretate “rumoristicamente” dagli attori della Compagnia I Sacchi di Sabbia. Lo spettacolo è in definitiva un’esecuzione a cappella di una riduzione strumentale del Don Giovanni da parte di una piccola corale. I sei giovani che la compongono non sono però musicisti, ma attori che hanno costruito la loro partitura “recitando” la musica di Mozart, imitando fino allo sfinimento una versione del Don Giovanni eseguita da Karajan nel 1986. Dalla recitazione “del suono”, dal tentativo di riprodurre il rumore dello strumento, si arriva – addentrandosi dalla “parte sbagliata”, quella che nessun musicista praticherebbe – ad una pionieristica versione dell’Opera di Mozart: una versione “sgrammaticata”, senza “rappresentazione”, ma che in virtù delle tragicomiche espressioni facciali degli attori chiamati ad imitare le sonorità degli strumenti e l’ausilio della proiezione del libretto sullo sfondo, riesce ad evocare l’essenza del grande personaggio mozartiano. Frutto di un approccio all’opera spiazzante, d’una interpretazione “teatrale” in cui il testo dello spettacolo è rappresentato dalla melodia e dalla timbrica degli strumenti, questo lavoro si colloca nella scia di una ricerca sul melodramma che nel 2008 ha fatto vincere alla formazione pisana il prestigioso Premio Ubu. Un omaggio a Mozart: uno sberleffo e al tempo stesso un atto d’amore per un’opera magnifica. _______________________________________________________________ FONDAZIONE LA VERSILIANA 11 Piccoli suicidi in Ottava Rima Vol. I e II ideazione Giovanni Guerrieri e Giulia Gallo / con Gabriele Carli, Giulia Gallo, Giovanni Guerrieri, Enzo Illiano, Giulia Solano / regia Giovanni Guerrieri con la collaborazione di Dario Marconcini / consulenza all’Ottava Rima Enrico Pelosini / consulenza al canto Andrea Bacci e Enrico Baschieri / Illustrazioni Guido Bartoli Produzione: I Sacchi di Sabbia in co-produzione con Armunia e Festival Orizzonti 2014 con la collaborazione di Santarcangelo dei Teatri, Compagnia Lombardi-Tiezzi, Teatro di Buti e Compagnia del Maggio “Pietro Frediani” / con il sostegno di Regione Toscana. “...Serie possono essere, però, le ragioni che hanno spinto il parodiante a rinunciare a una rappresentazione diretta del suo oggetto.” Giorgio Agamben Iniziata in forma di happening per Inequilibrio e Santarcangelo edizione 2013, l’escursione nella tradizione dei maggi toscani da parte de I Sacchi di Sabbia – dopo una tappa al Teatro Studio di Scandicci - approda alla sua forma definitiva: una raccolta di episodi, recitati in ottava rima e in quartine di ottonari. Avventura, western, fantascienza (uno degli episodi è il ben noto L’invasione degli Ultracorpi, i cui temi vegetali e di rinascita si sposano perfettamente con quelli del canto in maggio) sono gli ingredienti di queste piccole allegorie di genere, riformulate secondo quest’antica tecnica popolare. Questo lavoro – grazie alla complicità e alla collaborazione con la storica Compagnia del Maggio “Pietro Frediani” di Buti diretta da Dario Marconcini – segna una tappa decisiva nell’indagine sulla parodia che I Sacchi di Sabbia stanno conducendo negli ultimi anni. Ricalcare e abitare una forma arcaica – quella dei cantori dei paladini di ariostesca memoria – diventa la chiave per condividere un immaginario con lo spettatore, per poi rovesciarlo e/o straniarlo. La parodia è intesa come “fuori posto”, come rottura del nesso naturale fra musica e linguaggio: ecco il cuore di quest’avventura. _______________________________________________________________ FONDAZIONE LA VERSILIANA 12 _____________sabato 25 luglio SCUDERIE GRANDUCALI __________ CARO GEORGE regia Antonio Latella di Federico Bellini con Giovanni Franzoni costumi Graziella Pepe musiche Franco Visioli luci Simone De Angelis production Brunella Giolivo management Michele Mele produzione stabilemobile - compagnia Antonio Latella Nell'ottobre del 1971, a Parigi, una retrospettiva consacra Francis Bacon come uno dei più grandi pittori del suo tempo. Alla vigilia della mostra, George Dyer, amante e modello dell'artista irlandese, si suicida nella stanza d'albergo che ospitava entrambi. Davanti ai dipinti che raffigurano George, Bacon rivive la relazione con il compagno, in un momento in cui trionfo artistico e fallimento esistenziale si confondono, diventando anch'essi, inevitabilmente, materia del dipingere. Federico Bellini _______________________________________________________________ FONDAZIONE LA VERSILIANA 13 Versiliana Upgrade Festival collettiva di scena contemporanea Seravezza - Teatro delle Scuderie Granducali DANZA _______________________________________________________________ FONDAZIONE LA VERSILIANA 14 _______________________________________________________________ FONDAZIONE LA VERSILIANA 15 _____________ martedì 30 giugno SCUDERIE GRANDUCALI __________ mk Robinson con Philippe Barbut, Biagio Caravano, Saverio Cavaliere, Marta Ciappina, Andrea Dionisi, Laura Scarpini coreografia Michele Di Stefano musica Lorenzo Bianchi Hoesch set e immagini Luca Trevisani disegno luci Roberto Cafaggini assistenza scenica Davide Clementi organizzazione generale Anna Damiani e Valeria Daniele promozione PAV/Diagonale artistica web Biagio Caravano produzione mk 2014, Teatro di Roma in collaborazione con Comune di Montalto di Castro e ATCL con il contributo MiBACT durata 55’ debutto 7 febbraio 2014 Teatro Argentina Roma Luogo di approdo del turista definitivo ma anche laboratorio della colonizzazione, l’isola di Robinson si occupa da sempre della nostra idea dell’esotico, quell’indefinibile processo proiettivo di desideri e paure, rimodellato oggi per essere al servizio di due grandi flussi dell’economia globale: quello migratorio e quello vacanziero. In questo spettacolo la progettualità amministratrice e normativa conferita da Defoe al suo protagonista entra contraddittoriamente in una zona di metamorfosi di fronte alla possibilità dell’innocenza originaria e di fronte allo sgretolamento dei propri limiti, causato dalla mancanza di quel termine di paragone che fonda e giustifica ogni individuo: un altro individuo, chiunque, un non-io. Anziché rifondare la civiltà, il nostro Robinson si perde nel paesaggio senza umani fin quando l’incontro con l’altro lo prepara ad una totale reinvenzione di se stesso, come accade nel romanzo di Michel Tournier, Venerdì o il limbo del Pacifico. Allo stesso modo, la coreografia è soprattutto un atto di apprendimento rispetto ad un “fuori” di cui fare incessante esperienza. La danza si definisce tale quando permette ad un’altra danza di esistere nei pressi: è dunque semplicemente un linguaggio adottato per l’incontro, che mantiene sempre vivo il momento dell’incontro. E’ così possibile collocare l’origine e la fine di ogni danza nello spazio esterno del mondo. Ovunque. _______________________________________________________________ FONDAZIONE LA VERSILIANA 16 _____________martedì 7 luglio SCUDERIE GRANDUCALI __________ COLLETTIVO CINETICO experimental performing arts presenta ( due tempi – due coreografie) |X| No, non distruggeremo le scuderie Granducali Concept e regia Francesca Pennini Azione e creazione Andrea Amaducci - Matteo Ceccarelli - Nicola Galli Carmine Parise - Angelo Pedroni - Giulio Santolini Performance interattiva. Durata 30 min Miniballetto n.1 concept e danza: Francesca Pennini dramaturg e pilota: Angelo Pedroni musica: Girolamo Frescobaldi, Johann Sebastian Bach, György Ligeti classificato tra i 10 migliori spettacoli del 2014 da Paperstreet. Due tempi, due coreografie, due performance che scardinano le regole non solo della danza ma dell’evento performativo più in generale. In Miniballetto n. 1 la danzatrice si alterna con un interprete particolare: un drone. Il drone danza e gioca nello spazio sulle note di Bach, Frescobaldi e Ligeti sposta e fa turbinare in aria un grande mucchio di piume collocate sul palcoscenico. | x | è un dispositivo coreografico interattivo che permette al pubblico di determinare i movimenti dei performer. Gli spettatori hanno a disposizione una particolare tastiera per guidare tre ragazzi bendati alla mappatura del luogo tramite una mazza da baseball. Il pubblico ha trenta minuti per decifrare il codice di istruzioni ed apprenderlo per tentativi, osservando e gestendo le conseguenze dei comandi impartiti, in un passaggio continuo di responsabilità tra autore, performer e spettatori. SINOSSI MINIBALLETTO N. 1 Drone: verbo inglese “to drone” = ronzare Drone: termine inglese per indicare un accordo o una nota continua (bordone) Drone: termine inglese per indicare il fuco, maschio dell’ape domestica Drone: aeromobile a pilotaggio remoto Miniballetto n.1 é un’organizzazione al contempo ornitologica ed entomologica, uno sciame amplificatore della dinamica che turba l’aria e trasforma il suolo. In bilico tra geometria e turbinio, la danza precipita in una corrente in cui l’elemento aereo é paradigma di riflessione sui confini del controllo. Uno scambio respiratorio che mescola i volumi tra corpo e spazio, tra scena e pubblico in una geografia mobile, sospesa e decisa, fluttuante e depositata. “Il corpo umano che si esibisce con la precisione di una macchina – Francesca Pennini mostra doti da contorsionista oltre che da danzatrice carismatica – e lo strumento tecnico che ambisce all’intelligenza umana sollevandosi in aria e danzando su note sinfoniche.” […] _______________________________________________________________ FONDAZIONE LA VERSILIANA 17 _____________martedì 14 luglio SCUDERIE GRANDUCALI __________ BALLETTO CIVILE RUGGITO primo studio Ideazione Michela Lucenti e Maurizio Camill scrittura fisica Michela Lucenti drammaturgia delle parole e del suono Maurizio Camilli danzato e creato con Balletto Civile “Un vecchio vede il figlio sull'altro lato del fiume. Attraversa a nuoto le acque che si innalzano ma siccome non è Noè affoga. E il figlio non c'era.” anonimo biblico Il presente bastardo ci fa sudare e faticare. Dobbiamo abbandonare i privilegi a trabocchetto? Immaginare una lista personale di cose da fare su cui impegnarsi? E un'altra lista di cose da cui resistere? Cercare le cose perse, nel corpo. Scovare nel corpo quello che abbiamo lasciato per strada. Siamo mappe che vengono lette da fuori, messe di fianco una all'altra. Il nostro fisico racconta quando sprofondiamo o quando risaliamo. In balia del grande mondo. La vita vera. Corpi succedanei che ricopriamo con più o meno stile, più o meno loghi, più o meno paure. E chissà allora che di questi tempi sia meglio non pensarci proprio, non provare a capire come va il mondo. Non capire quello che succede. Lasciarsi scivolare tutto addosso sui nostri corpi forti ma un poco meditabondi. Le parole dei nostri padri che non stanno nelle nostre bocche e i loro discorsi che escono come dei fiumi incontrollabili. I padri nei ricordi, i padri che ci avevano fatto sognare e i padri che vorremmo diventare. Parola piena lucida, fatta di carne, dialettale, poi afasica, poi balbettio, poi suono autistico divertente. Corpi spaccati sospesi in una corsa tormentata, completamente disorientati da tutta questa eredità. L’eco delle parole dei nostri padri nei nostri occhi e nei nostri corpi. Ma poi arriva per un attimo intenso, breve, un'immagine captata con la coda dell'occhio che manda in corto circuito il nostro cervello e la nostra ragione. Refusi emotivi competitivi che vincono sul pensiero e si insediano nel corpo. Inarrestabili, inconfutabili dilatano il tempo e raccontano più delle nostre mille parole. Più o meno adeguate, più o meno pensate, più o meno studiate. Lasciamo ai corpi la testimonianza di raccontarci una nuova parabola. Corpi pronti a scontrarsi all'infinito. Ridere per sopravvivere. L'inafferrabile pesantezza dell'essere. Un canto per questi agnelli destinati al martirio. Frastornati come montoni davanti ad un recinto. Uno spaccato di un pezzo di mondo che deve tornare insieme. _______________________________________________________________ FONDAZIONE LA VERSILIANA 18 VERSILIANA UPGRADE FESTIVAL PREZZI BIGLIETTI SPETTACOLI PROSA E DANZA: 10 Euro intero; 9 euro ridotto (le riduzioni si applicano per: under 18, over 65, Soci Fondazione La Versiliana, Soci Banca della Versilia Lunigiana e Garfagnana, diversamente abili) RIDOTTO PROMOZIONE: 7 euro per chi acquista almeno 5 spettacoli Per Open Day e le proiezioni cinematografiche “Il sogno di una passione” l’ingresso è gratuito INFO E TICKET OFFICE FONDAZIONE TERRE MEDICEE – Ufficio Biglietteria Viale Leonetto Amadei, 230 - Seravezza Tel. 0584.757443 (lun-ven 9.30-13.30) Nei giorni di spettacolo i biglietti sono in vendita anche presso il Teatro delle Scuderie Granducali a partire dalle ore 20.00 www.terremedicee.it FONDAZIONE LA VERSILIANA – Ufficio Biglietteria Viale Morin, 16 – Marina di Pietrasanta Tel. 0584.265757 A partire dal 3 luglio (tutti i giorni 10.00-13.00; 17.00-20.00) www.laversilianafestival.it I biglietti sono in vendita anche on line e in tutti i punti vendita TICKETONE _______________________________________________________________ FONDAZIONE LA VERSILIANA 19