Quadri clinici. ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– PARTE 2 77 Indice. ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– Quadro delle alterazioni dell’umore. Pag. 79 ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– Quadro dei disturbi somatoformi (sintomi fisici non giustificati). Pag. 85 ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– Quadro dei disturbi della personalità. Pag. 95 ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– Quadro dei disturbi dell’adattamento. Pag. 110 ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– Quadro del disturbo passivo-aggressivo (negativistico) della personalità. Pag. 111 ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– Quadro del disturbo depressivo della personalità. Pag. 112 ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– 78 Quadro delle alterazioni dell’umore. Se si tratta di alterazioni in senso depressivo, la loro caratteristica predominante è un’alterazione dell’umore; più esattamente un’alterazione della normale reattività dell’umore, con perdita della abituale capacità di rallegrarsi di fronte ad eventi positivi (complimenti, visite, successi). Oppure si tratta di una esagerazione della tendenza dell’umore a scivolare verso la tristezza, come si avrebbe di fronte ad eventi negativi, dolorosi o luttuosi, ma che si manifesta anche se non vi sono questi eventi negativi. Se si tratta di alterazioni in senso di esaltamento, la caratteristica è un umore di continuo ed in misura anormale elevato, esaltato oppure irritabile. Nelle altre sezioni riguardanti i sintomi psichici (i vari quadri di ansia, i disturbi di adattamento, i disturbi di personalità, i disturbi somatoformi) è stato seguito un sistema di esposizione dettagliata, analiticamente presentato quadro per quadro. Sono state cioè seguite le indicazioni delle recenti classificazioni dei disturbi mentali. Per descrivere invece le alterazioni dell’umore sarà seguito uno schema diverso, apparentemente basato su criteri più antiquati. Sarà fatto cioè un quadro generale (ma forzatamente generico dal punto di vista medico) delle caratteristiche psicologiche e di comportamento che presenta un soggetto depresso o esaltato (che cosa fa, come si comporta, come sembra pensare o sentire). Questo stile di esposizione oggi non soddisfa più nessun medico specialista. Infatti le classificazioni dei disturbi dell’umore che sono oggi in uso (come prodotto di studi durati decenni in tutto il mondo) presentano un’impostazione basata invece su criteri di: • • • • Modalità di comparsa. Durata. Persistenza. Gravità. Quindi: a. All’inizio della malattia, al di sotto di tutto, vi sono gli episodi di alterazione dell’umore (episodio depressivo, episodio di esaltamento, episodio misto). Gli episodi non possono essere considerati come entità di malattia. Sono invece modalità di risposta alterata dell’umore, ma ancora soltanto modalità di risposta. La loro caratteristica essenziale è, in linea generale, un periodo di almeno 2 settimane nelle quali è presente depressione dell’umore, perdita di interesse o di piacere per quasi tutte le attività (più altri sintomi: vedi in seguito). Oppure all’opposto vi è - sempre almeno per due settimane - un umore anormalmente elevato, esaltato o irritabile in continuazione (più altri sintomi: vedi in seguito). b. Più in alto nella scala della malattia, sopra gli episodi, ci sono i disturbi dell’umore che sono costituiti dalla presenza di episodi di alterazione dell’umore per una durata variabile, ma prolungata, da 2 mesi in certe forme, a 2 anni in altre forme. Si è detto che nel descrivere le alterazioni sarà seguito un criterio apparentemente più antiquato esponendo semplicemente le caratteristiche psicologiche e di comportamento che presenta un soggetto depresso o esaltato. Le ragioni di questa scelta sono parecchie e di diverso tipo, ma tutte fondamentalmente semplici: 1. Anzitutto ci si è voluti basare sull’elementare principio di presentare la descrizione più chiara e più semplice, ma nel contempo la più utile, per l’uso personale di un lettore medio non particolarmente fornito di cultura psichiatrica. 2. Ora è vero che l’umore depresso è uno dei sintomi più comunemente osservabili in campo psichiatrico, presente in molte condizioni mentali turbate in vario grado e modo. E questo fatto tenderebbe ad incoraggiare un’esposizione molto dettagliata. 3. Ma è anche detto chiaramente nei più recenti manuali di classificazione dei disturbi psichiatrici, che nel caso dei disturbi dell’umore sono difficili molti aspetti di diagnosi differenziale. Per esempio non è semplice distinguere i disturbi dell’umore primitivi da quelli indotti da una malattia medica generale, dall’uso di sostanze psicoattive (condizione oggi molto frequente data la diffusione delle tossicodipendenze) o dalla presenza di altri disturbi psichici preesistenti o coesistenti. 79 4. Inoltre la diagnosi esatta è resa ancora più difficile dalla necessità di tenere conto della presenza di disturbi opposti (depressione esaltamento) della loro comparsa, alternanza e ritmo, studiati lungo periodi di tempo anche abbastanza lunghi, di 2-3 anni. E questo elemento è fondamentale per la scelta della terapia psico farmacologica. 5. Per il medico, soprattutto se specialista, questo complesso insieme di fattori da tenere presente non costituisce una difficoltà. Riteniamo tuttavia che per il lettore comune, il quale cerchi aiuto nel nostro sito per i suoi problemi personali, non sia semplice applicare a se stesso le condizioni esposte nei punti precedenti. Supponiamo che termini come: • • • • • • • • • episodio Depressivo Maggiore, episodio Misto, episodio Ipomaniacale, episodio Maniacale, disturbo Depressivo Maggiore, disturbo Distimico, disturbo Bipolare I, disturbo Bipolare II, disturbo Ciclotimico, possano essere per lui pezzi incomprensibili di un mosaico misterioso. Può essere quasi impossibile attribuire con esattezza all’una o all’altra forma la depressione che lo opprime, nonostante la drammatica importanza di questa attribuzione, vitale per lui. Meglio affidarsi subito e completamente ad un medico specialista di fiducia. 6. Tanto più che il soggetto da solo non è in grado, né ha la possibilità (né legale né di competenza tecnica) di prescrivere e poi di graduare e controllare gli psicofarmaci che per tali disturbi sono necessari come cura indispensabile. IN CONCLUSIONE. Riteniamo quindi utile semplicemente elencare una serie di caratteristiche che descrivano lo stato di depressione (o il suo opposto, l’esaltamento). Se il lettore si riconosce in queste caratteristiche, può sospettare di avere problemi psichici meritevoli di controllo. A lui quindi viene caldamente consigliato di rivolgersi direttamente, per aiuto, ad uno specialista (per la diagnosi, la prognosi e la terapia). Ed allo specialista deve anche chiedere consiglio e valutazione sulla misura in cui possa essergli utile un auto-aiuto psicologico quale strumento aggiuntivo per ottenere un benessere maggiore, ma con le attenzioni di esecuzione adeguate tenendo presente il livello di gravità dei suoi problemi. DEPRESSIONE Antiche memorie dai contorni confusi Compaiono alle periferie del cuore sussurrando gravosi lamenti. E tutt’intorno la vita si spegne, soffocata da pallidi spettri che attanagliano l’anima, sottraendole luce. ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– Poesia di 29. 80 A questo punto devi affrontare i tests relativi a questo quadro: scegli uno degli stati proposti nella lista sottostante, quello che preferisci, per iniziare. Leggi l’elenco dei sintomi e contrassegna quelli in cui ti riconosci; se nessuno di essi ti appartiene procedi ad esaminare i successivi fino a completarli tutti. Al termine di ciò, potrai proseguire con la FASE 6 dell’Albero Decisionale. Ti ricordiamo che potrai sospendere in qualsiasi momento, avendo cura di salvare e/o stampare i tuoi dati: potrai riprendere il lavoro in un secondo tempo. Caratteristiche generali della depressione dell’umore. Caratteristiche generali dell’esaltamento dell’umore. FASE 5 - Quadro delle alterazioni dell’umore ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– CARATTERISTICHE GENERALI DELLA DEPRESSIONE DELL’UMORE ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– 1. DURATA ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– I sintomi persistono: Per la maggior parte del giorno. Quasi ogni giorno. Per almeno due settimane consecutive. 2. UMORE ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– Depresso: Il soggetto si sente depresso, triste, senza speranza, giù di morale, spento, come se non avesse sentimenti. Facilità al pianto. Ansioso: Il soggetto si sente preoccupato, ansioso. Irritabile: Il soggetto può presentare irritabilità (rabbia frequente; tendenza a reazioni esagerate di irritazione o di frustrazione sproporzionate alle cause). Lamentoso: Il soggetto si lamenta di dolori o disturbi corporei (mal di testa, dolori alle articolazioni o all’addome). 3. VITALITA’ ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– Perdita di interesse o di piacere in quasi tutte le attività. Mancanza di divertimento in qualsiasi attività prima piacevole. Disinteresse per gli hobbies personali. Difficoltà nelle relazioni strette. Rapporti sociali meno soddisfacenti. Disinteresse sessuale parziale o totale. Difficoltà sessuali (caduta dell’erezione, frigidità). Lamentele: modo di dire tipico “Non c’è più niente che mi interessi”. 4. ALIMENTAZIONE ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– Appetito ridotto. Il soggetto deve sforzarsi (od essere spinto) per mangiare. Talora invece fame esagerata (specie di dolci). 5. SONNO ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– Sonno poco riposante, disturbato. Fatica a prendere sonno. 81 Più spesso: se si sveglia nella notte non riesce più a riaddormentarsi. Talora si sveglia presto al mattino e non riesce più a riaddormentarsi. Più raramente tendenza a dormire molto (non solo al mattino ma anche durante il giorno). 6. DISTURBI MOTORI ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– Il soggetto non sta mai fermo: si stropiccia le mani, passeggia avanti e indietro, non riesce a stare seduto. È rallentato in ogni movimento e attività: si muove lentamente, sembra anche pensare lentamente, parla lentamente, con lunghe pause prima di rispondere. Parla a voce bassa, monotona, con contenutim di idee poveri, limitati. Oppure sta addirittura in silenzio. 7. ENERGIA FISICA ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– Continua stanchezza (anche senza che il soggetto compia fatiche fisiche). Estrema affaticabilità: il più piccolo lavoro od attività richiede uno sforzo enorme (anche il solo lavarsi e vestirsi, che quindi richiedono un tempo molto più lungo del normale). Minore efficienza nello svolgimento dei compiti e dei lavori manuali. Riduzione del loro numero. 8. VALUTAZIONE DI SE’ ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– Valutazioni di sé negative, non realistiche anche in caso di circostanze ambientali obiettivamente sfavorevoli. Esagerato senso di responsabilità. Sensi di colpa (fino ad estremi deliranti: sentirsi responsabili di peccati imperdonabili, oppure della miseria che c’è nel mondo intero). Eccessiva ruminazione su piccoli errori del passato. 9. PENSIERO - CAPACITA’ DI CONCENTRAZIONE ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– Si distrae facilmente, dopo un breve periodo di impegno. Di base non riesce a concentrarsi. Non riesce a pensare lucidamente e con efficacia operativa. Non riesce a prendere decisioni. Ha difficoltà a ricordare. 10. IDEE DI MORTE ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– Pensieri di pessimismo catastrofico (“Stareste tutti meglio se io fossi morto”). Pensieri di morte (da transitori - 1/2 minuti - e saltuari, a continui e ricorrenti tutti i giorni). Talora progetti di suicidio (acquisto di oggetti per il progetto di suicidio). Talora tentativi di suicidio. 11. FUNZIONAMENTO LAVORATIVO E SOCIALE ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– È consistentemente compromesso. Spesso il soggetto deve essere ricoverato in ospedale. 12. ULTERIORI SPECIFICAZIONI PIU’ DETTAGLIATE ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– SVILUPPO: nel corso di giorni o di settimane. DURATA: prolungata. Un episodio depressivo maggiore non trattato dura almeno 6 mesi. ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– 82 FASE 5 - Quadro delle alterazioni dell’umore ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– CARATTERISTICHE GENERALI DELL’ESALTAMENTO DELL’UMORE ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– 1. DURATA ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– I sintomi persistono: Per la maggior parte del giorno. Quasi ogni giorno. Per almeno una settimana. 2. UMORE ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– In misura anormale e persistente, è: Elevato, insolitamente allegro, euforico. L’estraneo può trovare il soggetto divertente, ma chi lo conosce bene percepisce che il buon umore è eccessivo per lui. L’euforia ha un carattere espansivo (cioè è connotata da un entusiasmo incessante ed indiscriminato per i rapporti interpersonali, sessuali o lavorativi). Il soggetto parla facilissimamente con qualunque estraneo, telefona per accordi di lavoro a notte fonda, ha incontri sessuali indiscriminati con sconosciuti. Irritabile (specie se i desideri del soggetto vengono contrastati), con lamentele, commenti ostili, sfuriate. 3. ECCESSO DI AUTOSTIMA ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– Vi è una esagerazione dell’autostima, a partire da una acritica fiducia in se stesso fino alla grandiosità sfrenata, con possibilità di arrivare al delirio di grandezza. I soggetti pontificano e danno consigli in campi a loro quasi ignoti; scrivono romanzi fiume senza conoscere la tecnica dello scrivere, fanno e vogliono brevettare invenzioni inutili, si sentono personaggi importanti e dichiarano inesistenti o inconsistenti conoscenze con persone altolocate. 4. BISOGNO DI SONNO ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– Il bisogno di sonno è ridotto: si sveglia dopo poche ore di sonno ma si sente pieno di energia. In casi gravi può non dormire per diversi giorni senza sentirsi stanco. 5. IL MODO DI PARLARE ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– È rapido, continuo, a voce alta, difficile da interrompere. Il soggetto può parlare per ore senza fermarsi. (Spesso non lascia parlare gli altri). Linguaggio scherzoso, con giochi di parole, battute più o meno divertenti. Spesso canta, talora recita. Se l’umore è irritabile: spesso lamentele, critiche, sgridate. 6. VELOCITA’ DI PENSIERO ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– I pensieri compaiono nella mente più in fretta di quanto possano essere espressi (alcuni dicono che è un po' come guardare due o tre programmi TV contemporaneamente). Se il disturbo si aggrava si ha una vera e propria fuga dalle idee: parlata velocissima, con bruschi cambiamenti da un argomento ad un altro magari neanche tanto collegato. Nei casi più gravi il parlare diventa disorganizzato e incoerente. 7. ATTENZIONE ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– Il soggetto non riesce a mantenere l’attenzione fissa su un argomento perché si distrae dietro a stimoli esterni irrilevanti (rumori, elementi casuali, ecc.) oppure si perde dietro a particolari irrilevanti dell’argomento. 83 8. ATTIVITA’ ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– Il soggetto prende parte ad attività molteplici contemporaneamente (lavoro, divertimento, sport, relazioni sessuali, ecc.). Sessualità: quasi sempre c’è un aumento dei discorsi a fondo sessuale. Spesso il soggetto inizia nuove avventure con estrema facilità che sconfina nella superficialità (anche nel portarle avanti). Possibili infedeltà e incontri sessuali indiscriminati con sconosciuti. Costante aumento della socievolezza, spesso non selettiva (semplici conoscenti, se non addirittura estranei sono definititi amici). Grafomania (lettere inconsistenti e prolisse a tante persone anche sconosciute). Irrequietezza motoria: sempre in movimento, parla spesso con più persone contemporaneamente. 9. IRRESPONSABILITA’ ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– I soggetti in stato di esaltamento non riconoscono di essere malati, nonostante vari comportamenti evidenti obiettivamente non solo inconsueti per loro, ma precisamente irresponsabili. Lasciare città, casa e parenti per andarsene in altri luoghi senza avvisare né lasciare recapiti. Cambiare vistosamente trucco, vestiario e stile di vita, con una svolta clamorosa ingiustificata. Tenere comportamenti bizzarri per strada. Buttarsi di colpo nel gioco d’azzardo o in comportamenti antisociali o contrari all’etica professionale (spendere denaro altrui affidato a loro), spesso con investimenti avventati, sperperare prodigalmente il proprio denaro in spese futili o assurde (comprare non una ma dieci paia di scarpe) o facendo acquisti senza la necessaria copertura. Frequente uso (anche inconsueto) di alcool o stimolanti. 10. FUNZIONAMENTO LAVORATIVO O SOCIALE ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– È consistentemente compromesso. Spesso il soggetto deve essere ricoverato in ospedale. 11. ULTERIORI SPECIFICAZIONI PIU’ DETTAGLIATE ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– SVILUPPO: improvviso con esplosione in pochi giorni. DURATA: da poche settimane a diversi mesi. ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– Bene, hai completato tutti i tests relativi al “Quadro delle alterazioni dell’umore”. Se non ti senti stanco, prosegui nello studio dell’Albero Decisionale. Ti ricordiamo che potrai sospendere in qualsiasi momento, avendo cura di salvare e/o stampare i tuoi dati: potrai riprendere il lavoro in un secondo tempo. 84 Quadro dei disturbi somatoformi (sintomi fisici non giustificati). Sono caratterizzati da sintomi fisici che farebbero pensare ad una malattia medica generale (per questo si definiscono disturbi somatoformi, cioè che hanno la forma di disturbi somatici, vale a dire fisici). • Ma, in realtà, non c’è nessuna malattia medica generale che li produca, né sono causati dagli effetti di sostanze tossiche, e nemmeno derivano da una malattia mentale. • I disturbi sono frequenti ed intensi, tanto da causare disagi o problemi nella vita personale, sociale o lavorativa. • I sintomi non sono intenzionali, cioè prodotti dalla volontà del soggetto. • Sono piuttosto frequenti e spingono il paziente a parlarne ad un medico. Anche noi del sito raccomandiamo caldamente al lettore di farlo a fondo, almeno una volta per tutte, quando si accingesse ad inquadrare certi suoi disturbi simili a quelli descritti in questa sezione. Infatti è questione di una corretta auto-diagnosi in un campo che qualche volta non è semplice nemmeno per un medico, poiché questi sintomi somatoformi (che sono al confine tra i disturbi fisici e i disturbi mentali) rischiano di non ricevere la giusta attenzione da nessuna delle due parti. Non raramente accade che un soggetto con sintomi da disturbo di somatizzazione possa essere sottoposto (certo anche su sua pressante richiesta) ad una serie di interventi chirurgici non necessari. Oppure un malato neurologico vero e proprio (per esempio affetto da sclerosi multipla con sintomi che non si sono ancora manifestati in forma chiaramente distinguibile) potrebbe essere diagnosticato erroneamente come affetto da disturbo di conversione. Raccomandiamo quindi al lettore, nello studiare la sua situazione di disturbi apparentemente fisici, di partire sempre da un contatto con il suo medico di base, al quale riferire scrupolosamente i propri sintomi in modo da averne un parere diagnostico obiettivo. Troverà sicuramente una consulenza professionale e pienamente documentata. Dati statistici medici indicano infatti che i sintomi fisici sono, in più della metà delle visite ambulatoriali, la ragione che ha richiesto la visita. Ma almeno in 1 caso su 4 i sintomi fisici risultano non giustificati da una condizione di malattia medica generale. In particolare, i disturbi di somatizzazione hanno, nella popolazione generale, una frequenza dallo 0,2% al 2%. L’ipocondria poi, nella pratica medica, arriva ad una frequenza dal 4% al 9%. Questi pochi dati dicono che i disturbi somatoformi sono abbastanza frequenti: quindi molti lettori del sito possono avere interesse a verificare con cura se ne sono affetti. Si tenga anche presente che nella pratica di medicina generale (che è l’altra faccia della medaglia di ciò che soffriamo noi pazienti-uomini della strada) sono comuni parecchie situazioni che i medici chiamano “condizioni limite”. Infatti non sono nel vero e proprio campo della malattia, ma il soggetto sta male ed esprime lamentele fisiche non spiegate da una condizione medica generale. Tuttavia si tratta sempre di sintomi auto riferiti (non riscontrabili obiettivamente nella visita medica) e mancanti di una spiegazione precisa. Ciò non significa che i soggetti non stiano male, ed anche molto: solo che nel loro caso esistono sintomi (soggettivi) ben identificabili, ma non esistono dati obiettivi sufficienti a formulare una vera e propria diagnosi di malattia fisica. Qualche esempio di questi mali che affliggono una non piccola parte dell’umanità: • • • • • • • • La colite (sindrome del colon irritabile). I dolori al collo e al capo (cefalea muscolo tensiva). L’emicrania. I dolori muscolari a sede variante (fibromialgia). I dolori mestruali (dismenorrea, sindrome premestruale). Gli scrocchi dolorosi nella masticazione (sindrome dell’articolazione temporo mandibolare). La debolezza generale (sindrome da affaticamento cronico). Certi dolori al petto (dolore toracico atipico). Un’ultima riflessione a difesa dei poveri sofferenti che sono spesso bistrattati sia da medici sia da familiari come malati immaginari vittime della loro esagerata sensibilità: i manuali di classificazioni mediche delle malattie psichiatriche suggeriscono di tenere sempre ben presente l’importanza del fattore psicologico. Infatti, dire (nel processo di formulazione della diagnosi) che una condizione medica generale è totalmente responsabile della patologia del paziente, 85 è un’impostazione scientificamente scorretta perché imperfetta. I sintomi sono certamente prodotti da una condizione medica generale, ma i fattori psicologici possono avere un grande peso in tre fasi: 1. L’inizio della malattia. 2. Il suo sviluppo. 3. La risposta del paziente alle cure. Ed ecco ora l’elenco dei disturbi somatoformi, con la precisazione che tale elenco non è basato su cause comuni, o sulla presenza di un particolare meccanismo di produzione (come sarebbe se si pensasse in termini di disturbi psicosomatici, cioè prodotti da un’influenza di un fattore psichico sul funzionamento di un organo o di un intero apparato). L’elenco è basato essenzialmente sul concetto di utilità clinica, cioè la necessità di escludere malattie mediche generali o l’effetto di sostanze. I disturbi somatoformi che saranno descritti in questa sezione sono: Disturbo di somatizzazione (l’isteria di una volta). Incomincia prima dei 30 anni, dura parecchi anni. È caratterizzata da parecchi sintomi presenti spesso contemporaneamente (dolore, sintomi gastro-intestinali, sessuali e pseudo neurologici). Disturbo somatoforme indifferenziato. Lamentele fisiche non giustificate che durano da almeno 6 mesi; ma il quadro è meno intenso che nel disturbo di somatizzazione. Disturbo di conversione. Paralisi nei movimenti o nella sensibilità (anche se non c’è una malattia neurologica o medica generale). Il soggetto crede davvero di avere una paralisi e non sente di poter muovere l’arto. La causa è psicologica. Disturbo algico (cioè doloroso). Il sintomo principale è il dolore, di vario tipo ed in diverse parti del corpo. Cause psicologiche possono scatenare il disturbo, aggravarlo, mantenerlo. Ipocondria. Preoccupazione per il timore o per la convinzione di avere una grave malattia (per una erronea interpretazione di sintomi fisici). Disturbo di dismorfismo corporeo (la dimorfofobia di un tempo). Preoccupazione per un difetto presunto o esageratamente sopravvalutato dell’aspetto fisico. FASE 6 - Quadro dei disturbi somatoformi ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– DISTURBO DI SOMATIZZAZIONE (l’isteria di una volta) ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– I soggetti manifestano, da prima dei 30 anni e per la durata di alcuni anni, lamentele fisiche • ricorrenti • multiple • clinicamente significative, cioè: Che portano a trattamenti medici (per es. l’assunzione di medicinali). Che causano significativi disturbi nel funzionamento sociale, lavorativo o personale. Le lamentele fisiche: Non sono prodotte da una malattia medica generale o dall’uso di sostanze. Se vi è una malattia medica generale alla base, le lamentele fisiche o le turbe personali/sociali/lavorative sono eccessive rispetto a quanto è logico aspettarsi dal quadro clinico del soggetto, dai suoi sintomi fisici o dai suoi esami di laboratorio. 86 Caratteristiche generali dei soggetti con Disturbo di Somatizzazione. Questi soggetti: Spesso descrivono i loro disturbi e malori con termini coloriti, per lo più esagerati, ma scarsi di concrete informazioni specifiche. Spesso, nel raccontare i loro disturbi, sono incoerenti (tanto che può essere più utile guardare gli esami e leggere le cartelle cliniche dei ricoveri). Spesso chiedono cure a diversi medici nello stesso tempo, con possibili rischi di incompatibilità tra le varie terapie. Spesso sono ansiosi, depressi o hanno comportamenti antisociali o autolesionisti. Vivono spesso in modo caotico e complicato, con problemi personali o coniugali. Quasi sempre prendono molte medicine (con rischio di effetti collaterali). Molto spesso si sottopongo a visite mediche, esami diagnostici (in particolare radiologici), ricoveri, interventi chirurgici, con aumentato rischio di avere inconvenienti anche gravi. Si fa diagnosi di Disturbo di Somatizzazione quando (in qualche momento nel corso dei disturbi) sono riscontrabili tutti i seguenti sintomi: A. 4 SINTOMI DOLOROSI. ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– Deve esserci una storia di dolore riferito ad almeno: 4 localizzazioni (testa, addome, schiena, torace, arti, retto, articolazioni). Oppure 4 funzioni (ciclo mestruale, rapporti sessuali, urinazione, respiro). B. 2 SINTOMI GASTROINTESTINALI (in aggiunta al dolore). ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– Nausea, meteorismo, vomito non da gravidanza, diarrea, intolleranza a vari cibi. C. 1 SINTOMO SESSUALE (oltre al dolore). ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– Indifferenza per l’attività sessuale, problemi di erezione o nell’eiaculazione, irregolarità mestruali, mestruazioni eccessive, vomito durante la gravidanza. D. 1 SINTOMO PSEUDO NEUROLOGICO, cioè che farebbe pensare ad un disturbo neurologico (oltre al dolore). –––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– Sintomi di conversione (alterazioni della coordinazione motoria o dell’equilibrio): paralisi o debolezza muscolare localizzate, difficoltà a deglutire o nodo alla gola, perdita della voce, ritenzione urinaria, perdita della sensibilità tattile o dolorifica, vedere doppio, cecità, sordità parziale, convulsioni, amnesie totali o settarie, convulsioni teatrali, perdita di coscienza diversa dallo svenimento. ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– 87 FASE 6 - Quadro dei disturbi somatoformi ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– DISTURBO SOMATOFORME INDIFFERENZIATO ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– È caratterizzato da: 1. Una o più lamentele fisiche, tipo: stanchezza, perdita di appetito, disturbi gastro-intestinali, disturbi urinari, che persistono per 6 mesi o più. 2. I sintomi (dopo le indagini adeguate) non sono pienamente spiegati da una malattia medica generale o dall’azione di sostanze. 3. Se vi è una condizione medica generali le lamentele o le turbe personali/sociali/lavorative sono sproporzionate rispetto a quanto ci si dovrebbe aspettare dalla storia del soggetto, da suo esame fisico o dagli esami di laboratorio. 4. I sintomi causano disagio clinicamente significativo in campo personale/sociale/lavorativo. ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– (La Neuroastenia delle classificazioni di una volta è definita oggi come DISTURBO SOMATOFORME INDIFFERENZIATO). 88 FASE 6 - Quadro dei disturbi somatoformi ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– DISTURBO DI CONVERSIONE ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– È caratterizzato da: 1. Presenza di sintomi o perdite riguardanti le funzioni motorie o sensitive, il che farebbe pensare ad una malattia neurologica o medica generale, (che invece non si riscontra), con 4 forme diverse: a. Sottotipo con sintomi/mancanze motorie. Turbe della coordinazione motoria. Turbe dell’equilibrio. Paralisi localizzata. Debolezza muscolare localizzata. Difficoltà a deglutire. Nodo alla gola. Perdita della voce. Ritenzione urinaria. b. Sottotipo con convulsioni (attacchi epilettoformi che colpiscono la motilità degli arti). c. Sottotipo con sintomi/mancanze sensitive. Perdita della sensibilità tattile. Perdita della sensibilità dolorifica. Vedere doppio. Cecità. Sordità. Allucinazioni. d. Sottotipo con sintomi misti. 2. I sintomi o le mancanze non sono prodotti intenzionalmente e non sono simulati. 3. I sintomi o le mancanze non sono limitati al dolore. 4. Causano disagio significativo nel comportamento personale/sociale/lavorativo oppure richiedono attenzione medica. 5. Si può ritenere che dei fattori psicologici siano collegati ai sintomi/mancanze perché essi: compaiono, si aggravano, dopo che il soggetto si è trovato in un conflitto o in una situazione stressante. Considerazioni di ordine generale su questo tipo di disturbi. A. I soggetti con disturbi di conversione possono manifestare: una esteriore indifferenza, una apparente imperturbabilità rispetto alla natura e alle implicazioni dei sintomi, delle manifestazioni, teatrali, drammatiche, istrioniche. B. Il termine CONVERSIONE deriva dai concetti di psicologia del profondo, secondo i quali il sintomo fisico presentato dal soggetto rappresenta la risoluzione simbolica di un conflitto inconscio. La conversione del conflitto psicologico in un sintomo fisico offrirebbe al soggetto 2 vantaggi: 1. un guadagno primario: gli permette di tenere il conflitto fuori dalla coscienza e di ridurre l’ansia, 89 2. un guadagno secondario: può ricavare dalla presenza del sintomo di conversione benefici esterni da altre persone, oppure evitare impegni e responsabilità non graditi. C. I sintomi di conversione riguardano il funzionamento motorio volontario o sensitivo, ma non derivano da una malattia neurologica. Sono definiti quindi pseudo-neurologici. Hanno caratteristiche che ricordano orientativamente i veri e propri disturbi neurologici, ma in maniera imprecisa. Non corrispondono alle alterazioni delle strutture anatomiche nervose, corrispondono piuttosto all’idea che il soggetto si fa di una condizione patologica, come per es. una paralisi. La paralisi non colpisce mai i diversi muscoli (per es. delle dita di una mano) innervati da un singolo nervo. Comporta invece l’incapacità di eseguire un determinato movimento o di muovere un’intera parte del corpo. La parte paralizzata può essere mossa inavvertitamente dal soggetto mentre si veste o se non si sente osservato. Se portato sopra la testa del soggetto ed abbandonato, il braccio paralizzato tende a mantenere per un po’ la posizione poi cade di lato invece che sulla testa. L’esame elettromiografico è normale. La paralisi sensitiva, l’anestesia, non segue i territori dei nervi sensitivi, ma è globale, a guanto o a calza. Le difficoltà di deglutizione sono eguali sia per i liquidi sia per i solidi. Nelle crisi convulsive (che hanno inoltre aspetti teatrali e diversi da volta a volta) l’esame elettroencefalografico risulta normale. ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– 90 FASE 6 - Quadro dei disturbi somatoformi ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– DISTURBO ALGICO (cioè doloroso) ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– 1. La caratteristica principale è la presenza del dolore, in uno o più distretti corporei, e con una gravità tale da richiedere attenzione clinica. 2. La durata è inferiore a 6 mesi nei casi acuti (la maggior parte dei casi si risolve entro tale periodo). Un disturbo doloroso cronico dura più di 6 mesi, spesso per anni. 3. Il dolore causa disagio significativo nel settore personale/sociale/lavorativo. (Inabilità nel lavoro, impossibilità a frequentare la scuola, isolamento sociale, conflitti familiari o coniugali, ricorso frequente ai servizi sanitari, uso massiccio di medicinali, pericolo di cadere nelle mani di truffatori per la ricerca assillante di una cura miracolosa contro il dolore, rischio di suicidio per lo sconforto). 4. Il dolore non è intenzionalmente prodotto e non è simulato. 5. Si presenta in due forme diverse: a. Sottotipo di disturbo algico associato con fattori psicologici. Si può ritenere che qualche fattore psicologico abbia ruolo fondamentale nell’esordio, gravità, esacerbazione o mantenimento del dolore. Le condizioni di malattia medica generale invece non esistono o hanno un peso minimo. b. Sottotipo di disturbo algico associato con fattori psicologici e con una condizione medica generale. Sia i fattori psicologici, sia una condizione medica generale hanno mali riportanti nell’esordio, gravità, esacerbazione o mantenimento del dolore. ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– 91 FASE 6 - Quadro dei disturbi somatoformi ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– IPOCONDRIA ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– 1. È la preoccupazione legata a paura di avere o convinzione di avere una grave malattia, paura/convinzione fondate sulla errata interpretazione di uno o più sintomi fisici. 2. La paura/convinzione persistono nonostante le numerose visite, gli esami di laboratorio e le rassicurazioni mediche, onestamente basate sul fatto che una valutazione medica completa non è in grado di individuare nessuna condizione medica generale che possa spiegare la preoccupazione del soggetto. Tale preoccupazione diviene l’immagine centrale di sé per il soggetto, abituale argomento di conversazione e un modo per rispondere agli stress ambientali. 3. a. La convinzione di avere una grave anomalia non è limitata al solo aspetto fisico estetico (questo è il caso del Disturbo di Dismorfismo Corporeo). b. Inoltre tale convinzione di essere malato non ha caratteristiche deliranti (come è nel Disturbo Delirante di tipo somatico) perché il soggetto ipocondriaco è spesso in grado di riconoscere che è possibile che stia esagerando l’importanza della malattia temuta, oppure addirittura è in grado di ammettere che non vi è proprio nessuna malattia, ma semplicemente la paura di averla. 4. Il soggetto incomincia a preoccuparsi se legge o sente parlare di una malattia o se sente di qualcuno che è ammalato. 5. La preoccupazione ipocondriaca può riguardare: 6. Le funzioni corporee (il battito cardiaco, la peristalsi intestinale, la sudorazione). Numerosi apparati simultaneamente o in momenti diversi. Singola malattia o uno specifico organo. Alterazioni fisiche lievi (una piccola ferita, un raffreddore persistente). Sensazioni fisiche vaghe e mal definibili (“cuore stanco”, “vene doloranti”). La preoccupazione ipocondriaca causa disagio significativo nella sfera personale/sociale/lavorativa. Le forme del disagio sono molte: il soggetto passa da un medico all’altro. Il rapporto medico-paziente diventa quindi superficiale, scadente, frustrante (per entrambe le parti). C’è il rischio di ricevere cure non appropriate. Forte anche il rischio di avere (spesso a pressante richiesta del paziente) procedure diagnostiche non solo costose ma inutili e talora pericolose per la ripetizione o la invasività. Eventuali reali malattie fisiche intercorrenti talora non sono prese sul serio per l’effetto “al lupo, al lupo”. La vita familiare si deteriora (per l’obbligo di fare centro sulla salute fisica del soggetto) e può andare in pezzi la sua vita di coppia. Il soggetto può avere tali difficoltà sul lavoro da rischiare di perderlo o perderlo realmente. Può diventare un completo invalido. ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– 92 FASE 6 - Quadro dei disturbi somatoformi ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– DISTURBO DI DISMORFISMO CORPOREO (la dimorfofobia di un tempo) ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– 1. È la preoccupazione per un difetto nell’aspetto fisico, spesso immaginario o comunque eccessivamente valutato se esiste una piccola anomalia fisica. 2. La parte del corpo per cui il soggetto si preoccupa può rimanere la stessa o cambiare nel tempo. Può riguardare simultaneamente diverse parti del corpo. 3. Insorge nell’adolescenza, ma spesso è diagnosticato molti anni dopo perché il soggetto non parla del suo problema. Perdura pressoché in continuazione, con pochi momenti liberi, anche se ha fasi più gravi e altre più lievi. 4. Oggetto della preoccupazione: –––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– Difetti lievi o immaginari. Capelli radi. Acne. Rughe, cicatrici. Rossore o pallore del volto. Sudorazione. Asimmetria o sproporzione del volto. Peluria eccessiva. Forma e misura di una parte qualsiasi del corpo. Naso. Occhi, palpebre, sopracciglia. Orecchie. Bocca, denti, labbra, mento, mascelle. Genitali. Mammelle. Addome. Gambe, fianchi. 5. Forma della lamentela: –––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– Talora specifica (naso a patata, labbra sottili). Talora vaga (sguardo sfuggente, faccia piatta). 6. La preoccupazione causa sensibile disagio personale/sociale/lavorativo in particolare: –––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– a. Vissuto emotivo. Soggettivamente: Tormentoso. Devastante. Intensamente doloroso. Comportamento reattivo. Il soggetto passa molte ore al giorno a pensare al suo difetto. Fa continui controlli (in ogni specchio, nelle vetrine, con lenti di ingrandimento). Oppure evita gli specchi. Comportamenti reattivi compensatori. Eccesso di pulizia, cura alla pelle, pettinature. Uso di artifizi per nascondere il difetto (farsi crescere la barba, usare il cappello, imbottirsi i calzoni). 93 b. Disagio nel contatto sociale. c. Frequenti richieste di rassicurazioni (peraltro di poca utilità) circa il difetto. Costanti confronti con gli altri a proposito della loro parte difettosa. Costante timore di essere derisi. Evitamento del contatto sociale che può portare ad un isolamento estremo (il soggetto può arrivare ad uscire solo di notte). Interruzione dei rapporti di amicizia. Complicazioni nei rapporti sentimentali fino alla rottura. Inconvenienti negli obblighi sociali di legge: abbandono della scuola, lavoro scadente, rifiuto di contatti di lavoro nuovi, cessazione del lavoro. Rischi. Richieste eccessive di trattamenti sanitari correttivi (chirurgici, estetici, odontoiatrici) che spesso lasciano tale e quale la preoccupazione e talora peggiorano il difetto e la preoccupazione, Ricoveri ripetuti. Idee e tentativi di suicidio. ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– Bene, hai completato tutti i tests relativi al “Quadro dei disturbi somatoformi”. Se non ti senti stanco, prosegui nello studio dell’Albero Decisionale. Ti ricordiamo che potrai sospendere in qualsiasi momento, avendo cura di salvare e/o stampare i tuoi dati: potrai riprendere il lavoro in un secondo tempo. 94 Quadro dei disturbi della personalità. Per comprendere che cosa sono i disturbi di personalità partiamo dal concetto di tratti normali della personalità. I tratti di personalità degli individui sono modi costanti di sentire, di pensare e di comportarsi nei confronti dell’ambiente e di se stessi che si esprimono in molti modi attraverso tanti contatti con l’ambiente e con le persone. Di per sé non sono certo anormali. Lo diventano quando sono rigidi e mancano di adattabilità ed inoltre causano problemi significativi oppure sofferenze a qualcuno. Vengono allora definiti disturbi della personalità. I disturbi della personalità sono quindi modalità di esperienza interiore e di comportamento (modi costanti di pensare, sentire e comportarsi) spiccatamente devianti rispetto a quello che in genere ci si aspetta. Si manifestano in almeno due delle seguenti quattro aree: • • • • Intelligenza. Affettività. Rapporti interpersonali. Controllo degli impulsi. Investono tutta la personalità ed influenzano molti rapporti personali e sociali, sono rigidi e immodificabili, sono stabili nel tempo e causano disagio o inconvenienti nel funzionamento familiare, lavorativo e sociale. Esordiscono nell’adolescenza o all’inizio dell’età adulta. Non si può parlare di un disturbo della personalità per un soggetto sotto i 18 anni, se non quando le caratteristiche sono presenti per almeno un anno di seguito. Ulteriore eccezione: il disturbo antisociale di personalità non può essere diagnosticato comunque in soggetti minori di 18 anni. I disturbi di personalità sono raccolti in 3 gruppi di forme per certi versi analoghe. GRUPPO A = comprende individui che appaiono strani od eccentrici: Disturbo paranoide della personalità. Disturbo schizoide della personalità. Disturbo schizotipico della personalità. GRUPPO B = comprende individui che appaiono esagerati, amplificatori, emotivi o imprevedibili: Disturbo antisociale della personalità. Disturbo borderline della personalità. Disturbo istrionico della personalità. Disturbo narcisistico della personalità. GRUPPO C = comprende individui che appaiono spesso ansiosi, tesi, talora francamente paurosi: Disturbo evitante della personalità. Disturbo dipendente della personalità. Disturbo ossessivo-compulsivo della personalità. FASE 7 - Quadro dei disturbi della personalità ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– DISTURBO PARANOIDE DELLA PERSONALITA’ ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– Le persone che ne sono affette: Hanno una personalità permeata in ogni modo da sfiducia e sospettosità verso gli altri, che le portano ad interpretare con malevolenza le motivazioni altrui. Questa sospettosità ed ostilità possono esprimersi in atteggiamenti chiari di lamentele e proteste, ma anche con atteggiamenti di quieto riserbo che ha sotto sotto una netta ostilità. Essendo sempre vigili contro potenziali minacce, agiscono spesso in modo guardingo, 95 misterioso e tortuoso. Appaiono spesso freddi e senza calore di sentimenti, come privi di emotività; appaiono razionali, con gamma di emozioni scarse, nelle quali predominano espressioni di ostilità, testardaggine, linguaggio pungente verso gli altri. Hanno una natura aggressiva e sospettosa. Non fidandosi mai degli altri hanno una eccessiva necessità di essere autosufficienti. Tendono ad incolpare gli altri delle proprie manchevolezze. Rapidissimi nel contrattacco quando si sentono minacciati, risultano litigiosi e spesso coinvolti in controversie legali. Hanno fantasie grandiose, irrealistiche, sottilmente nascoste. Danno eccessiva importanza a questioni di potere e di rango. Hanno in genere una concezione per qualche aspetto semplicistica della realtà e tendono a sviluppare stereotipi negativi degli altri qualora non abbiano le stesse idee del soggetto e del suo gruppo. Perché si possa parlare di disturbo paranoide della personalità devono essere presenti 4 o più dei seguenti elementi: 1. Senza prove sufficienti o addirittura senza una base reale sospettano di essere dagli altri sfruttati, danneggiati, ingannati, ingiuriati. Si sentono vittime di complotti e di attacchi improvvisi ed immotivati. 2. Senza giustificazione dubitano della lealtà ed affidabilità di amici e colleghi; ne esaminano minuziosamente le azioni per sondarne intenzioni ostili; da ogni malinteso traggono conferme per i loro sospetti. Non si fidano di nessuno, si aspettano che tutti li trascurino o addirittura li attacchino. 3. Sono riluttanti a confidarsi con gli altri per timore ingiustificato che le parole dette possano venire usate contro di loro. 4. Vedono significati nascosti minacciosi o umilianti, comunque sempre negativi nei fatti più banali. L’errore della commessa del negozio è un tentativo di imbrogliarli; una battuta scherzosa su un loro comportamento è un attacco grave; un complimento è un tentativo di far fare loro qualcosa; un’offerta di aiuto è una allusione alla loro mancanza di autosufficienza, ecc. 5. Sono costantemente risentiti verso gli altri; incapaci di dimenticare o perdonare insulti, ingiurie od offese che pensano di aver ricevuto. A piccole offese o mancanze altrui rispondono con grande ostilità, che dura per tanto tempo. 6. Essendo sempre attenti alla supposta malevolenza degli altri verso di loro, si sentono sempre attaccati nella loro reputazione e prerogativa. Contrattaccano istantaneamente e reagiscono con rabbia. 7. Senza giustificazione sospettano spesso che il partner sia infedele e raccolgono prove (che risultano infondate o inconsistenti) per confermare le loro convinzioni di gelosia. Spesso pretendono di mantenere un controllo completo della relazione intima, e mettono costantemente in discussione ed in dubbio i luoghi in cui il partner si è trovato, le azioni che compie, le sue intenzioni e - comunque - la sua fedeltà. ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– 96 FASE 7 - Quadro dei disturbi della personalità ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– DISTURBO SCHIZOIDE DELLA PERSONALITA’ ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– È caratterizzato da una globale modalità di distacco dai contatti sociali e da una gamma molto ristretta di esperienze e di espressioni emotive nei rapporti interpersonali, che permea ogni manifestazione dei soggetti. Questi: 1. Sembrano non desiderare l’intimità con altri esseri umani. Sembrano indifferenti alla possibilità di stabilire relazioni strette. Non sembrano avere piacere/bisogno di fare parte di una famiglia o di un gruppo. 2. Sembrano preferire stare da soli piuttosto che con altre persone. Evitano il contatto con gli altri. Scelgono attività e passatempi solitari, e compiti meccanici o astratti (computer, giochi/lavori matematici). 3. Non sembrano molto interessati ad avere esperienze sessuali con un’altra persona. Hanno raramente appuntamenti, spesso non si sposano. Hanno poche amicizie. 4. Sembrano provare piacere in poche attività o in nessuna. Non sembrano provare piacere in attività fisiche (piacere sensoriale), come passeggiare, nuotare, vedere bei paesaggi. 5. Non hanno amici intimi o confidenti. Sembrano frequentare solo pochi parenti strettissimi. 6. Sembrano essere quasi indifferenti alla approvazione o alla critica degli altri e non sembrano curarsi dell’opinione degli altri su di loro. 7. Mostrano freddezza emotiva, appiattimento dell’affettività, distacco. Non ricambiano i comuni segni di calore emotivo nel contatto umano (sorrisi, cenni del capo, gesti). Dicono essi stessi di provare raramente emozioni forti come la gioia o la rabbia. Non riescono a muoversi tra gli altri con sintonia rispetto alle convenzioni sociali, come se non le comprendessero. ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– 97 FASE 7 - Quadro dei disturbi della personalità ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– DISTURBO SCHIZOTIPICO DELLA PERSONALITA’ ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– Al quadro già grave del disturbo schizoide della personalità si aggiungono distorsioni nelle percezioni e nel processo di ragionamento: tutte le manifestazioni della personalità sono caratterizzate da deficit sia sociali, sia interpersonali, accentuati da un disagio acuto e da ridotta capacità di avere relazioni strette, e tendenza a comportamenti eccentrici. Sono presenti 5 o più dei seguenti elementi: 1. Idee di riferimento (interpretazioni scorrette di eventi esterni e casuali che il soggetto riferisce specificamente a se stesso come se avessero per lui un significato particolare). 2. Credenze particolari o forme di pensiero magico (al di là della comune superstizione) che influenzano il comportamento. Per esempio: sentire di avere il potere di intuire gli eventi prima che avvengano, o leggere il pensiero degli altri, o influenzare magicamente il comportamento degli altri pensando prima dentro di sé che essi faranno una certa cosa, ecc. 3. Esperienze percettive insolite (sentire la presenza di un’altra persona, sentire una voce che mormora il proprio nome). 4. Pensiero e soprattutto linguaggio strano. Il modo di parlare è spesso come slegato, digressivo, vago. Oppure può essere eccessivamente concreto. Talora è eccessivamente astratto e le parole sono usate in maniera insolita. Altre volte il linguaggio è eccessivamente elaborato o stereotipato. 5. I soggetti sono spesso sospettosi e qualche volta hanno alterazioni paranoidi della ideazione (per esempio pensano che i colleghi di lavoro vogliono distruggerli davanti al direttore). 6. L’affettività è ridotta come gamma di sfumature e - oltre che limitata - è rigida e non adeguata alle circostanze. 7. Comportamenti strani ed eccentrici, modo di vestire trasandato e non appropriato, male assortito. Incapacità di comportarsi come gli altri nei comuni scontri (scherzi, pettegolezzi tra colleghi). 8. Disagio nello stabilire contatti e relazioni con gli altri. Sembrano avere ridotte capacità/bisogni di avere contatti umani stretti. Pochi amici intimi o nessuno. Frequentano solo parenti strettissimi. 9. Nei contatti con gli altri hanno eccessiva ansia, la quale non si scioglie con il passare del tempo e la confidenza, ma anzi aumenta perché non è legata a sensazioni di inadeguatezza, bensì a sospettosità paranoidi sulle intenzioni degli altri. ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– 98 FASE 7 - Quadro dei disturbi della personalità ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– DISTURBO ANTISOCIALE DELLA PERSONALITA’ ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– È caratterizzato da manifestazioni globali di inosservanza e di violazione dei diritti degli altri e delle norme della società, con disonestà e manipolazione. Tali atteggiamenti incominciano nella fanciullezza o all’inizio dell’adolescenza e continuano nella vita adulta (perché si possa parlare con sicurezza di disturbo antisociale della personalità, il soggetto deve avere almeno 18 anni). Queste persone mancano di empatia, spesso sono indifferenti, cinici o sprezzanti verso i sentimenti, i diritti e le sofferenze altrui. Hanno una valutazione esagerata ed arrogante di sé, sono sovente molto testardi e presuntuosi. Spesso hanno un fascino disinvolto e superficiale che fa colpo sugli inesperti con paroloni di gergo tecnico usati approssimativamente. Possono essere cinici e sfruttatori nelle relazioni sessuali e passare da una storia all’altra con facile indifferenza. Possono essere genitori irresponsabili (figli malnutriti, lasciati senza cibo o riparo e affidati praticamente ai vicini, oppure abbandonati soli in casa sebbene piccoli). Per fare diagnosi di disturbo antisociale della personalità occorrono 3 o più dei seguenti elementi: 1. Non riescono a comportarsi secondo le norme sociali, specialmente sotto l’aspetto legale. Infatti compiono spesso atti (rubare, distruggere beni di proprietà altrui, molestare gli altri, svolgere attività illegali) che comporterebbero arresto. Non rispettano i diritti, i desideri, i sentimenti degli altri. 2. Sono disonesti e manipolativi: mentono, usano falsi nomi, simulano, truffano frequentemente e per ricavarne vantaggio o piacere personale (sesso, denaro, potere). 3. Sono impulsivi ed incapaci di pianificare. Decidono sotto l’impulso del momento senza pianificazione, né previdenza, né valutazione delle conseguenze su di sé o sugli altri (quindi: frequenti cambiamenti improvvisi di relazioni, lavoro, residenza). 4. Irritabili e aggressivi, spesso coinvolti in scontri fisici subiti o aggressioni commesse attivamente. Spesso picchiano moglie e figli. 5. Spericolati, sono incuranti della sicurezza propria o altrui (guida con frequenti eccessi di velocità, in stato di ubriachezza, con incidenti multipli). 6. Sono abitualmente irresponsabili (spesso senza lavoro, nonostante che in giro ce ne sia; frequenti abbandoni di un lavoro senza la sicurezza preventiva di averne già un altro pronto, ripetute assenze dal lavoro non giustificate da malattia). Irresponsabilità anche finanziaria (incapacità di mantenere i figli) e inadempienze dei propri debiti. 7. Poco interessati ad impedire le conseguenze negative delle proprie azioni sugli altri. Manca il rimorso, sono indifferenti al fatto di aver danneggiato, derubato o molestato gli altri. Non chiedono mai scusa né riparano il danno fatto che giustificano con razionalizzazioni superficiali e comode. (“I deboli meritano di perdere”). ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– 99 FASE 7 - Quadro dei disturbi della personalità ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– DISTURBO BORDERLINE DELLA PERSONALITA’ ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– Le sue caratteristiche principali sono una globale e permeante modalità di instabilità sia nelle relazioni interpersonali, sia nell’autostima e nell’umore, nonché una forte impulsività. L’inizio è nella prima età adulta. Spesso questi soggetti hanno (come segno di instabilità nell’autostima) tendenza a ritirarsi nel momento in cui stanno per raggiungere il loro obiettivo (troncare la scuola poco prima dell’esame finale, rompere una relazione che si è appena consolidata). Spesso sembrano essere più sicuri con oggetti carichi di significati emotivi (avere una casa, possedere molti oggetti) che nelle relazioni con altri esseri umani. Non rari tentativi di suicidio. Sono comuni perdite ripetute di lavoro interruzioni di studi, rottura di matrimoni. Nell’infanzia spesso hanno avuto abusi fisici o sessuali, incuria, conflitti e ostilità da parte dell’ambiente, perdita precoce di uno o dei due genitori, separazione dei genitori. Viene fatta diagnosi di disturbo borderline della personalità quando sono presenti 5 o più dei seguenti sintomi: 1. Poiché il suo problema è il terrore di essere abbandonato, per evitare qualsiasi abbandono (reale od anche immaginario) il soggetto compie sforzi disperati. E non senza motivo, giacché percepire una separazione, un rifiuto, possibili e vicini, oppure la perdita di qualche sostegno esterno possono causargli profonde e drammatiche alterazioni dell’immagine di sé, dell’umore, della capacità di vedere la realtà com’è e del comportamento. In questi soggetti la loro estrema sensibilità alle situazioni ambientali fa sì che sperimentino intensi timori di abbandono e rabbie sproporzionate se devono sottostare a separazioni reali pur limitate nel tempo, oppure inevitabili mutamenti di progetti (un lieve ritardo, un qualsiasi semplice appuntamento disdetto, la fine inevitabile di un colloquio importante). In tali casi hanno reazioni di rabbia e di disperazione (arrivando fino ad azioni impulsive a livello di auto lesione), come se questi abbandoni significassero che essi sono cattivi. Per questi timori di abbandono sono incapaci di stare soli, hanno sempre bisogno di avere persone accanto a sé. 2. Lo stile con cui hanno relazioni è instabile e intenso. Idealizzano le persone che conoscono appena li hanno incontrati e si sbilanciano con offerte di tempo trascorso insieme e di esperienze profonde da condividere. Ma altrettanto rapidamente svalutano e criticano le stesse persone perché hanno commesso il peccato di non occuparsi dei soggetti sempre ed in tutte le cose. Questi repentini e drammatici cambiamenti di visione degli altri (ora alle stelle ora buttati a terra) sono tipici del loro stile, che alterna idealizzazioni e disillusioni (queste a causa del temuto rifiuto o abbandono). 3. I soggetti presentano disturbi dell’identità: l’immagine di sé (cioè l’idea che hanno di sé) o la percezione di sé (come si percepiscono quando fanno qualcosa) hanno una forte e persistente instabilità. Improvvisamente e drammaticamente cambiano le loro idee, le aspirazioni, gli obiettivi, i progetti, i valori. Questo avviene sia su di sé, sia sul lavoro e carriera, sugli amici, sulla propria identità sessuale. Possono passare di colpo dalla posizione di chi implora l’aiuto degli altri al ruolo di chi si vendica su qualcuno per un antico torto ricevuto. Per lo più la loro immagine di sé è basata sul fatto di sentirsi cattivi o pericolosi, ma talora possono sprofondare fino al punto di sentire che non esistono proprio. 4. Per lo più hanno due o anche più forme di impulsi a farsi del male: gioco d’azzardo, spese irresponsabili, abuso di sostanze (alcool, droghe, fumo), mangiare eccessivo, rapporti sessuali non sicuri, guida spericolata. 5. Spesso hanno comportamenti auto lesivi (tagliarsi, bruciarsi) per lo più di fronte a possibilità di separazioni o rifiuti o per improvvise responsabilità, fanno minacce o tentativi di suicidio. Talora finiscono per uccidersi (più o meno 1 volta su 10). 100 6. Forte instabilità affettiva perché, di base, l’umore è molto instabile (forti malumori, irritabilità, episodi di ansia acuta che durano poche ore). Periodi di rabbia, panico, disperazione. 7. Hanno, per lunghi periodi, sentimenti di vuoto. Spesso annoiati, sempre alla ricerca di qualcosa da fare per riempire il vuoto. 8. Rabbia immotivata e sproporzionata alla causa; la rabbia è molto intensa, quasi mai controllata. È legata a sentiti abbandoni o rifiuti o disattenzioni da parte degli altri. Sarcastici e amari nel linguaggio. Spesso hanno scontri fisici con altri. 9. In periodi di stress e di abbandono reale o immaginato manifestano talora alterazioni mentali gravi (idee paranoidi, sensi di depersonalizzazione) che durano poche ore e spariscono se la persona che accudisce i soggetti ritorna a prenderseli in carico. ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– 101 FASE 7 - Quadro dei disturbi della personalità ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– DISTURBO ISTRIONICO DELLA PERSONALITA’ ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– Le sue caratteristiche essenziali sono una emotività eccessiva che permea ogni azione del soggetto, ed un costante comportamento di ricerca dell’attenzione altrui. Senza neanche rendersene conto spesso recitano una parte (la “regina”, la “vittima”) nelle loro relazioni con gli altri. Quindi possono avere difficoltà a raggiungere una reale intimità emotiva nelle loro relazioni sentimentali o sessuali. Pur essendo da un lato profondamente dipendenti dal sostegno altrui, spesso tendono a controllare il partner (attraverso la manipolazione emotiva o con la seduttività). Sovente quindi i rapporti di amicizia con persone dello stesso sesso sono rovinate dal loro comportamento, che si presenta sessualmente provocante. Inoltre le costanti richieste di attenzione spesso allontanano altri amici. Un simile evento lascia depressi o sconvolti questi soggetti, che hanno bisogno di continue novità, stimoli ed eccitazioni, altrimenti si annoiano perché la vita quotidiana è troppo banalmente routinaria per loro. Sono anche intolleranti verso le frustrazioni e le limitazioni che la realtà impone, ed hanno avidità di soddisfazioni immediate. Anche nel lavoro si sente l’influenza del loro stile emotivo: grande entusiasmo iniziale che poi viene rapidamente meno. Nei rapporti umani questo li porta a trascurare le relazioni prolungate per inseguire l’eccitazione immediata di nuovi contatti. Il disturbo compare entro la prima età adulta e viene diagnosticato quando ci sono 5 o più dei seguenti elementi: 1. Devono essere sempre al centro dell’attenzione, altrimenti si sentono a disagio. L’attenzione viene catturata con molti mezzi: sono individui brillanti, drammatici, entusiasti, affascinanti, seduttivi. Hanno bisogno di essere sempre i protagonisti, ma - una volta ottenuto il risultato - essi stessi passano poi altrove, sempre alla ricerca di nuovi spettatori da affascinare. Ogni mezzo è valido: inventare storie, drammatizzare situazioni, creare una scena, adulare, fare regali, farsi compiangere drammaticamente. 2. Il loro aspetto e il loro comportamento sono quindi spesso esteriormente provocanti o sessualmente seduttivi, non solo verso persone sentimentalmente interessanti per loro, ma anche in ambienti sociali o professionali dove tale provocazione sessuale è del tutto fuori luogo. 3. L’espressione delle emozioni è superficiale e rapidamente mutevole. 4. Usano costantemente l’aspetto fisico per attirare l’attenzione su di sé (lo fanno sia le donne che gli uomini). Hanno eccessiva preoccupazione per il loro aspetto e spendono enormi quantità di tempo, energie e soldi per il loro aspetto (abbigliamento e cure fisico/estetiche). 5. Il linguaggio è fortemente impressionistico ma privo di dettagli. Le affermazioni sono fatte “per impressione” senza che il soggetto sappia fornire esempi e fatti concreti a supporto di ciò che dice, e sono basate per lo più su ragioni vaghe e generiche. 6. Sono teatrali ed esagerati nell’espressione delle emozioni. Spesso creano imbarazzo in chi conoscono per tali manifestazioni esagerate e fuori luogo (caldi abbracci a conoscenti casuali, pianti eccessivi per fatti emotivi minimi). Le emozioni non sono vissute profondamente perché esplodono e poi si spengono troppo rapidamente. Spesso quindi i soggetti sono accusati di fingere sentimenti. 7. Sono molto suggestionabili, facilmente influenzabili nelle idee e nei sentimenti dagli altri, o dai propri stessi entusiasmi. Tendono a reazioni di subitanea fiducia cieca. Facilmente si convincono di qualcosa. 8. Enfatizzano troppo le reazioni umane e il loro valore, considerano tutti come amici, danno subito del tu anche a personaggi più in alto di loro. Spesso sono vittime di voli della fantasia. ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– 102 FASE 7 - Quadro dei disturbi della personalità ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– DISTURBO NARCISISTICO DELLA PERSONALITA’ ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– Le caratteristiche principali sono: • quadro globale di grandiosità • bisogno di ammirazione • mancanza di empatia (capacità di partecipazione intima alle esperienze ed emozioni di un’altra persona). Prima di vedere i dettagli della gamma di tratti legati a queste tre caratteristiche (per così dire fortemente incisive sugli altri) è bene segnalare l’esistenza di tratti che sembrano indicare una opposta caratteristica di debolezza interiore nei narcisisti. I soggetti con disturbo narcisistico della personalità in realtà hanno (nel profondo) un’autostima molto bassa e facilmente vulnerabile, sono quindi frequentemente feriti da critiche o frustrazioni. All’esterno si mostrano invulnerabili, ma se vengono criticati dentro di sé diventano tormentati, umiliati, avviliti, come annullati, svuotati. Nei confronti degli altri reagiscono invece con rabbia, sdegnosa protesta o contrattaccano con insolenza. Spesso quindi si isolano socialmente oppure appaiono ingannevolmente umili (per mascherare e proteggere la loro visione grandiosa). Anche con gli altri i rapporti sono spesso rovinati dal disagio che creano in questi le pretese, il bisogno di ammirazione ed il disinteresse per la sensibilità altrui. Frequente il contrasto tra l’alto risultato professionale atteso (per la sicurezza apparente e l’ambizione arrogante) e l’esito finale spesso assai più scadente (a causa dell’intolleranza a critiche e limitazioni, o per difficoltà ad accettare il rischio di possibili sconfitte in competizioni). In profondità: sentimenti di vergogna e di inadeguatezza. Vediamo ora i particolari tratti derivanti (dalla prima età adulta in poi) dai tre grandi fattori: grandiosità, bisogno di ammirazione, mancanza di empatia. Si fa diagnosi di disturbo narcisistico della personalità quando esistono 5 o più dei seguenti elementi: 1. I soggetti hanno un senso grandioso di autostima. Sopravvalutano le proprie capacità e doti naturali, e sono emozionalmente convinti che anche tutti gli altri li pensino come esseri superiori. Sono sorpresi/seccati quando non ricevono gli elogi che pensano di meritare. Sotto sotto disistimano tutti gli altri e ciò che essi fanno. 2. Fortemente impregnati di fantasie di potere, successo, fortuna, apprezzamenti senza limiti, si sentono pari a grandi personaggi e si risentono quando gli elogi tardano ad arrivare. 3. Credono di essere speciali, anzi unici e che speciali siano anche le loro necessità, come pure il loro diritto che esse siano soddisfatte. Aspirano a frequentare persone di classe elevata, e pensano di poter essere compresi ed apprezzati solo da simili persone. Nello stesso modo si avvalgono solo delle prestazioni delle persone più titolate (un progetto di banale ristrutturazione edilizia non può essere fatto da un geometra, ma solo da un architetto), comprano sempre le cose più care, si sforzano sempre di entrare nelle istituzioni o associazioni più prestigiose. Il risultato è che la loro autostima viene aumentata grazie al rispecchiarsi in queste persone, associazioni, oggetti, che hanno un così altro valore idealizzato perché sono “il meglio che c’è”. Chi li delude perde ogni loro considerazione. 4. Richiedono ammirazione eccessiva e costante, perché la loro autostima è sempre fragilissima. Sono sempre preoccupati dal fatto che si siano comportati bene, o se hanno suscitato Giudizi favorevoli. Per questo hanno bisogno di costante attenzione ed ammirazione, ricercano sempre complimenti. Sono stupiti se gli altri non desiderano o non danno valore a ciò che essi possiedono. 5. Hanno la sensazione che tutto sia loro dovuto, e per questo senso irrazionale di diritto hanno aspettative (per gli altri irragionevoli e non condivise) di ricevere trattamenti di favore, o di essere subito soddisfatti nelle loro esigenze (dal non dover fare la coda a cose ben più grandi). Si irritano, quindi, quando non sono serviti ed assecondati, dato che ritengono che tutto ciò che fanno sia assolutamente importante, e perché pensano che gli altri debbano riverirli e sottomettersi a loro. 103 6. Per questo irragionevole senso di diritto quasi divino e per mancanza di sensibilità verso i desideri e bisogni altrui, spesso arrivano a sfruttare gli altri in modo involontario, oppure anche cosciente. Infatti si aspettano che venga concessa loro ogni cosa che desiderano e di cui pensano di avere bisogno. E per la dedizione che sono convinti che gli altri debbano avere verso di loro, ne abusano senza riguardo per il prezzo che gli altri debbono pagare, e i sacrifici che devono fare. Si legano in amicizie ed in rapporti sentimentali solo se sembra che i loro propositi possano essere favoriti o ne possano derivare privilegi a cui essi credono di avere diritto. 7. Mancano di empatia e quindi sembrano quasi non accorgersi dei desideri, sentimenti, convinzioni degli altri. Gli altri sembrano dover vivere per garantire benessere a questi soggetti. Non sembrano comprendere e riconoscere che anche gli altri hanno legittimamente idee, sentimenti, bisogni. Non hanno spinta ad interessarsene. Sono verso di essi freddi e privi di interesse. Se gli altri parlano dei loro problemi e preoccupazioni, diventano di colpo impazienti e sprezzanti e sono incuranti del dolore che infliggono con i loro commenti svalutatori e taglienti (l’esempio più semplice, ma molto frequente: vantarsi della propria salute, irridendo coloro che spesso non stanno bene, quasi fossero dei deboli). 8. Spesso invidiosi degli altri (per i loro successi o possessi). Sovente pensano anche che gli altri li invidino. Spesso svalutano ciò che gli altri fanno (specie se hanno avuto fortuna o successo o elogi). 9. Spesso si comportano con modi arroganti o presuntuosi, superbi, sdegnosi, condiscendenti con supponenza, sempre portati alla critica malevola e tagliente o ad una finta disponibilità irritante verso l’interlocutore anche se quasi estraneo. ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– 104 FASE 7 - Quadro dei disturbi della personalità ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– DISTURBO EVITANTE DELLA PERSONALITA’ ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– È uno stile (che invade ogni manifestazione) di blocco sociale, sensi di inadeguatezza e ipersensibilità alle critiche, che inizia nella prima età adulta. I soggetti scrutano attentamente il volto e gli sguardi delle persone che contattano. Spessissimo sono molto preoccupati per la paura di arrossire o piangere se criticati. Tutti li definiscono riservati, chiusi in se stessi, isolati. Proprio perché timidi e tesi spesso sono derisi dagli altri, cosa che li affonda ancora di più nel loro problema Hanno difficoltà soprattutto nei rapporti sociali e lavorativi. A causa della poca stima di sé e della ipersensibilità al rifiuto tendono ad avere pochi contatti con gli altri. Hanno quindi pochi amici che possano aiutarli a superare le crisi. Disperatamente bisognosi di affetto ed accettazione, idealizzano i pochi contatti che hanno o che desidererebbero avere. Anche sul lavoro hanno problemi perché la tendenza ad evitare le situazioni sociali, che per loro sono difficili, li rende inadeguati al lavoro che devono fare ed ancor di più a promozioni. Si fa diagnosi di disturbo evitante della personalità quando sono presenti 4 o più dei seguenti elementi: 1. I soggetti evitano il lavoro (o la frequenza a scuola, se minori) perché è una via aperta a contatti umani che li turbano: la causa è il timore di essere rifiutati, disapprovati, criticati. Oppure possono rifiutare promozioni per timore di essere criticati nella nuova posizione di responsabilità. 2. Evitano di entrare in rapporto con altre persone ed ancor più di cercare di farsi nuovi amici se non sono più che certi di piacere ed essere accettati senza rischio di critiche. Prima di stabilire rapporti con una persona e considerarla non potenzialmente critica ed ostile, la vagliano a fondo con prove e prove. Non entrano quasi mai in un gruppo (a meno che non siano più che invitati, pregati, ed abbiano garanzia di una atmosfera accogliente). 3. Non entrano facilmente in intimità con altri perché sono bloccati nel comportamento, hanno difficoltà a parlare di sé e non riescono ad esternare sentimenti intimi. La causa è la paura di esporsi, il timore di essere criticati, umiliati, ridicolizzati. 4. Data questa loro estrema paura di essere rifiutati o criticati dagli altri, sono facilissimamente feriti da osservazioni od appunti anche molto lievi. Quindi sono per lo più quieti, intimiditi, sembra che cerchino di rendersi invisibili perché gli altri non li rifiutino o non li umilino, sentendo che essi stessi e ciò che possono dire o fare è sbagliato. 5. Nei rapporti con gli altri sono inibiti perché si sentono inadeguati ed hanno una bassa stima di sé. 6. Se devono entrare in contatto con estranei si sentono inevitabilmente incapaci socialmente e non attraenti personalmente. 7. Sono esageratamente restii ad assumersi responsabilità o rischi personali, o buttarsi in qualunque nuova attività perché potrebbero sentirsi in difficoltà (alcuni arrivano a non fare colloqui per un nuovo lavoro a motivo dell’imbarazzo che potrebbero provare nel colloquio). Del resto vedono anche le situazioni ordinarie con occhio preoccupato che esagera i possibili pericoli. La loro vita è quindi spesso molto costretta, limitata, sacrificata. ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– 105 FASE 7 - Quadro dei disturbi della personalità ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– DISTURBO DIPENDENTE DELLA PERSONALITA’ ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– Le caratteristiche di questi soggetti con inizio dalla prima età adulta sono: • necessità eccessiva che gli altri si prendano cura di loro • conseguente comportamento sottomesso e dipendente per ottenere protezione (a causa del fatto che sentono di non essere in grado di esistere da soli senza l’aiuto degli altri) • timore della separazione. Queste persone sono spesso pessimiste e piene di dubbi. Pensano sempre di non avere capacità, né qualità; spesso si definiscono “stupidi”. Se criticati e disapprovati ritengono che questo indichi quanto poco essi valgono e si demoralizzano. Per avere protezione possono cercare un eccessivo supporto da parte degli altri, specie le autorità. Sul lavoro quindi rischiano di avere problemi in caso fosse richiesta intraprendenza. Possono avere difficoltà perché tendono ad evitare le posizioni che comportano responsabilità, o magari diventano francamente ansiosi se devono prendere decisioni. Possono essere socialmente piuttosto isolati a causa del fatto che riescono ad avere rapporti solo con le poche persone da cui essi dipendono. Facilmente esposti al rischio di diventare ansiosi o avere problemi di adattamento. Si fa diagnosi di disturbo dipendente della personalità se sono presenti 5 o più dei seguenti elementi: 1. I soggetti hanno grandi difficoltà a prendere semplici decisioni quotidiane (“Metto il vestito blu o quello grigio?”) se non ricevono dagli altri consigli e rassicurazioni in una maniera eccessiva (sfibrante per gli altri). 2. Tendono ad essere passivi ed a permettere (o addirittura richiedere) che un’altra persona (genitore o coniuge) prenda per loro l’iniziativa e la responsabilità della loro vita (“Scrivimi tu il telegramma di condoglianze per mia zia”). I campi di richiesta sono infiniti: dove vivere, che lavoro fare, che amici frequentare, che abiti indossare, che indirizzo di studio scegliere, che decisioni prendere in caso di problemi. 3. Hanno difficoltà ad esprimere disaccordo verso gli altri (specialmente quando dipendono da queste persone) per timore di perdere il loro aiuto od approvazione. Piuttosto che scontrarsi con persone di cui cercano la guida o il supporto o l’accadimento, si mostrano d’accordo anche su cose che dentro di sé pensano sbagliate e non si arrabbiano con queste persone. 4. Per questi soggetti è difficile iniziare progetti o svolgere attività in modo indipendente. Non hanno sicurezza in se stessi perciò pensano di avere bisogno di aiuto per incominciare una qualche attività (un altro la farebbe sicuramente meglio) o portarla avanti. Pensano di non essere capaci di fare qualcosa da soli e di avere bisogno di costante assistenza. Tuttavia funzionano benissimo se sanno che c’è qualcuno che li controlla benevolmente dall’alto (anche se non si spingerebbero mai a rivelarsi più competenti di questa persona per timore di essere poi abbandonati). Il non sviluppare capacità e mezzi per funzionare in maniera autonoma può diventare anche un comodo stile di vita costantemente dipendente dagli altri. 5. Pur di avere accudimento e appoggio da altri o di mantenere un rapporto per loro importante, sono capaci di qualsiasi cosa, di offrirsi per compiti spiacevoli, di sottomettersi ad irragionevoli richieste altrui, di restare in relazioni non equilibrate o distorte, di fare sacrifici straordinari, di sopportare maltrattamenti verbali, fisici o sessuali. (N.B. In questi casi, però, si può parlare di disturbo dipendente della personalità solo quando è chiaramente evidente che i soggetti hanno reali possibilità alternative). 6. Se sono soli si sentono a disagio o indifesi (hanno un timore esagerato di non essere capaci di cavarsela da soli) e stanno dietro ad una persona per loro importante, anche se ciò che si fa non li interessa o tocca. 106 7. Quando cessa una relazione importante (rottura sentimentale, morte di una persona) cercano subito (e spesso indiscriminatamente) un’altra relazione, per averne accudimento e supporto, perché pensano di non essere capaci di vivere da soli. 8. Quindi sono spesso ingiustificatamente preoccupati per timore di essere lasciati soli ad occuparsi di sé, oppure di essere abbandonati, anche se non vi sono motivi realistici che giustifichino né una paura né l’altra. ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– 107 FASE 7 - Quadro dei disturbi della personalità ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– DISTURBO OSSESSIVO-COMPULSIVO DELLA PERSONALITA’ ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– Si manifesta nella prima età adulta con queste caratteristiche essenziali: • preoccupazione per l’ordine • perfezionismo • controllo mentale personale o sugli altri • mancanza di flessibilità, apertura ed efficienza. Per le persone che hanno questi problemi di personalità decidere (in caso di mancanza di regole) è talmente difficile da causare dolore, o da farli restare paralizzati senza riuscire ad iniziare. Il loro dramma è non sapere decidere quale cosa fare per prima o qual è il sistema migliore per farla. Se non riescono ad avere sotto controllo ciò che li circonda restano tesi, in profondità turbati, irritati. Se sono frustrati per un torto od una disattenzione non riescono ad esprimere direttamente la rabbia, ma ci rimuginano sopra a lungo, o si sfogano su aspetti marginali del contrasto. Sono persone controllate e formali nell’esprimere l’affettività, spesso sono a disagio nel contatto con gli altri più liberi nell’esprimere le emozioni. Vivono sempre con uno stile serio e formale; spesso rigidi quando altri sarebbero allegri, espansivi, chiassosi; spesso sono intolleranti verso persone simili. Personalmente sono troppo assorbiti dall’intelletto e dalla logica. Tutto ciò che fanno o dicono deve essere perfetto, se no tacciono o non intervengono. Raramente fanno complimenti o gesti di tenerezza. Talora in difficoltà sul lavoro se sono messi in situazioni nuove che richiedono flessibilità e capacità di compromesso. Si fa diagnosi di disturbo ossessivo-compulsivo della personalità se sono presenti 4 o più dei seguenti elementi: 1. I soggetti hanno l’impulso a mantenere un rigido controllo su tutto, per cui in una qualsiasi attività perdono di vista lo scopo dell’attività stessa perché, a causa della loro attenzione ossessiva e minuziosa, si perdono nei dettagli insignificanti, nelle regole, le procedure, gli schemi, la forma, i programmi. Perdono, a causa di tutte queste operazioni, un sacco di tempo. In ultima analisi non riescono neanche a produrre un buon risultato nei lavori che fanno, in contrasto con l’enorme consumo di energia che vi investono. Sono assorbiti dai particolari, controllano in continuazione per scovare errori, con una cura eccessiva. Sono ripetitivi, meccanici, rigidi. Non si rendono conto che le altre persone (dato che non hanno questo bisogno ossessivo di rigorosità perfezionista) sono seccati oltre che disturbati dall’immobilismo delle procedure e dai conseguenti inconvenienti. 2. Il loro perfezionismo è talmente rigido ed ossessivo che pur di non fare una cosa anche solo lievissimamente imperfetta, spesso non la fanno per nulla (non riescono a rispettare le scadenze, per eccessivo controllo non completano i programmi che devono svolgere, trascurano esigenze del loro stesso vivere le quali non siano strettamente attinenti a questi loro bisogni di perfezionismo). 3. Pensano eccessivamente al lavoro e al produrre risultati, non si concedono divertimenti, né riposo, né attività di tempo libero. La causa non è un fattore di necessità economica, ma la rigidità della loro “serietà”, del senso del dovere, della tendenza a ripetere in modo fisso le stesse azioni. Ed anche la convinzione che divertirsi semplicemente sia una perdita di tempo (è tipico il loro portarsi lavoro in vacanza). Ossessionati dai lavori domestici (hanno case lustre e pavimenti a specchio per le continue pulizie sul già pulito). Se si dedicano allo sport lo fanno in maniera fissa, rigida e ossessiva, con serietà come se fosse un lavoro, eseguendolo con disumano perfezionismo (e spesso spegnendo la spontaneità e il divertimento negli altri, specie se bambini), controllando i risultati con un efficientismo da macchina. 4. Esageratamente scrupolosi, coscienziosi e puristi per quanto riguarda morale e valori. Pretendono perfezione di comportamento da sé e dagli altri. Verso se stessi sono ipercritici, impietosi se sbagliano. Troppo sottomessi all’autorità e alle regole, alle quali non si sentono di disobbedire neanche in piccolezze irrilevanti. Quando si tratti di bisogni di altri, talora a furia di essere rigidamente ligi alle leggi - finiscono per essere disumani. 108 5. Non riescono a buttare via vecchie cose inutili, anche se non hanno nemmeno valore sentimentale. Se devono assolutamente farlo (o altri lo fanno per loro) stanno molto male. Chi abita con questi soggetti spesso si lamenta perché la casa è piena di cianfrusaglie. 6. Non riescono a delegare ad altri compiti lavorativi, né a lavorare con altri. Hanno bisogno rigidamente che le cose vengano fatte come va bene a loro; spiegano agli altri con meticolosità esasperante come esse devono essere fatte (c’è un unico modo giusto - ovviamente il loro - di fare qualsiasi cosa, dal raccogliere la frutta dall’albero in giardino al lavare e asciugare i piatti). Sono irritati se gli altri fanno le cose diversamente. Preferiscono fare da sé, perché le cose siano fatte “bene” e rifiutano gli aiuti altrui offerti loro. 7. Spesso avari, vivono poveramente per non sprecare i soldi che “devono servire” in caso di disgrazie. 8. Rigidi e testardi. Non riescono ad accettare le idee altrui perché devono fare tutto nell’unico modo “corretto”, il loro. Pianificatori esasperati, rifiutano le modifiche. Rifiutano anche le idee degli altri perché sono rigidamente centrati sulle proprie. Non riescono ad arrivare a compromessi con gli altri perché sono ossessionati dalla necessità di rispettare le loro regole e danno un’importanza assurda alle questioni di principio. ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– Bene, hai completato tutti i tests relativi al “Quadro dei disturbi della personalità”. Se non ti senti stanco, prosegui nello studio dell’Albero Decisionale. Ti ricordiamo che potrai sospendere in qualsiasi momento, avendo cura di salvare e/o stampare i tuoi dati: potrai riprendere il lavoro in un secondo tempo. 109 Quadro dei disturbi dell’adattamento. Quadro dei disturbi dell’adattamento. FASE 8 - Quadro dei ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– DISTURBI DELL’ADATTAMENTO ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– Sono costituiti da sintomi emotivi o comportamentali che compaiono in risposta ad uno o più fattori psico sociali stressanti, entro 3 mesi dalla comparsa di tali fattori, e persistono per un periodo abbastanza lungo. I sintomi del disturbo di adattamento acuto devono comunque, per definizione, risolversi entro 6 mesi dalla cessazione del fattore stressante. Nel disturbo di adattamento cronico i disturbi durano più di 6 mesi se compaiono come risposta ad un fattore stressante cronico (una malattia fisica che renda invalidi) o con effetti prolungati (difficoltà emotive o finanziarie derivanti da un divorzio). Il fattore stressante può essere costituito da un avvenimento unico (rottura di una storia sentimentale) o da eventi multipli (difficoltà economiche in coincidenza con crisi coniugale). Gli eventi stressanti possono essere ricorrenti (difficoltà economica per oscillazioni stagionali del lavoro) o continui (ripetuti furti per attività commerciale in zona di alta criminalità) e possono colpire un individuo, un nucleo familiare completo, una intera comunità (calamità naturale). Possono anche essere legati ad eventi relativi alla vita comune (andare a scuola, sposarsi, avere dei bambini, insuccessi professionali, pensionamento, morte di un familiare). I sintomi dei disturbi di adattamento non corrispondono tuttavia ad un lutto. I sintomi creano al soggetto un disagio superiore a quello comunemente prevedibile come effetto del fattore stressante. Causano anche una compromissione dell’attività sociale, lavorativa/scolastica del soggetto. I disturbi di adattamento si manifestano in forme diverse. Con umore depresso, i sintomi predominanti sono: • Umore depresso. • Facilità al pianto. • Perdita di speranza nel futuro. Con ansia, i sintomi predominanti sono: • Preoccupazione intensa. • Franca ansia. • Irrequietezza o irritabilità. Con alterazioni della condotta, i sintomi preponderanti sono: • Violazione dei diritti altrui. • Mancato rispetto dei comuni doveri sociali. • Assenze ingiustificate da scuola. • Mancato rispetto di responsabilità legali. • Assenze ingiustificate dal lavoro. • Risse. • Vandalismo. • Guida spericolata. ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– 110 Quadro del disturbo passivo-aggressivo (negativistico) della personalità. Quadro del disturbo passivo-aggressivo (negativistico) della personalità. FASE 8 - Quadro del ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– DISTURBO PASSIVO-AGGRESSIVO (negativistico) DELLA PERSONALITA’ ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– Lo presentano individui giovani/adulti che a richieste ragionevoli in campo sociale e lavorativo (specie se fatte dall’autorità) rispondono con una serie di comportamenti oppositivi negativistici e di resistenza passiva. La resistenza si esprime con: • Tendenza a rimandare. • Dimenticanza, smarrimento degli oggetti/documenti. • Ostinazione. • Inefficienza voluta e ricercata. • Boicottaggio delle iniziative altrui. • Omissione della loro parte di lavoro. Questi soggetti: • Si protestano sempre incompresi, sottovalutati, ingannati. • Si lamentano sempre di tutti. • Danno sempre la colpa agli altri, in caso di insuccesso. • Sono rancorosi, irritabili, impazienti, litigiosi, critici, oppositivi, distruttivi. • Se la prendono sempre con l’autorità (superiori, insegnanti, genitori, il coniuge più autorevole). • Sono invidiosi e pieni di risentimento verso i loro pari che hanno avuto successo. • Si lamentano sempre della loro sfortuna personale. • Apparentemente hanno una visione negativa del mondo (“Non vale la pena di essere buoni”) che in realtà esprime solo la loro tendenza a farsi cinicamente servire dagli altri. • Alle fasi di opposizione critica aperta fanno alternare fasi solo in apparenza opposte (tentativi di rabbonire le persone chiedendo perdono o promettendo di comportarsi meglio in futuro) che però non hanno valore di mutamento interiore reale, ma sono solo una diversa forma di manipolazione degli altri. In sintesi: Il soggetto oppone resistenza ad eseguire i propri compiti sociali e lavorativi (di normale routine). Si lamenta di incomprensione e non apprezzamento da parte degli altri. È maldisposto e litigioso. Critica e deride senza ragione l’autorità. È pieno di invidia e risentimento verso chi sembra avere più fortuna. Si lamenta spesso ed esageratamente della sua personale sfortuna. In apparenza oscilla tra atteggiamenti di sfida e di rabbonimento nei confronti degli altri. ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– 111 Quadro del disturbo depressivo della personalità. Quadro del disturbo depressivo della personalità. FASE 8 - Quadro del ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– DISTURBO DEPRESSIVO DELLA PERSONALITA’ ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– È costituito da un insieme esteso di idee e comportamenti depressivi che si manifestano in soggetti giovani/adulti ma non portano alla diagnosi di vera e propria malattia depressiva. Sono persone eccessivamente serie, incapaci di rilassarsi e lasciarsi andare all’allegria e alla gioia, come incapaci di provare felicità. Sembrano pensare di non meritare di divertirsi né tanto meno essere felici. Nei fatti tendono a preoccuparsi, fissandosi sempre su pensieri negativi e tristi. Vedono il presente negativo ed il futuro altrettanto nero e non pensano che la situazione possa migliorare. Gli altri li considerano perciò dei pessimisti, ma loro dicono di essere solo realisti. Non hanno il senso dell’ironia. Giudicano gli altri con severità concentrandosi più sui loro difetti che sulle qualità positive, sono maldisposti verso di loro, critici e severi nei giudizi verso di loro. Anche se per gli altri non costituisce compensazione né indennizzo, bisogna tuttavia dire che sono egualmente critici e severi nel giudicare se stessi, eccessivamente pieni di sensi di colpa per gli insuccessi, con bassa autostima, sempre con l’impressione di essere inadeguati. In sintesi sono presenti: Umore abitualmente malinconico comunque abbattuto, privo di allegria, gioia, felicità. Costanti idee di inadeguatezza, di scarso valore, con bassa autostima. Il soggetto è critico verso sé, si autoaccusa spesso, è rinunciatario. Sempre serioso. Tende a preoccuparsi eccessivamente. Pessimista. Incline a sentimenti di colpa e di rimorso. Maldisposto e critico verso gli altri, che giudica negativamente. ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– Bene, hai completato tutti i tests relativi ai “Quadri clinici”. Se non ti senti stanco, puoi proseguire con il punto 3 del percorso del sito, relativo alle “Scale di auto-valutazione”. 112