LE ORIGINI RELAZIONALI DELLA MENTE Barbara Ongari Corso di formazione per Educatrici Asili Nido 31 marzo, 2 aprile e 9 aprile 2015 LA MENTE SI COSTRUISCE NELLE RELAZIONI Le interazioni continue e reciproche, presenti fin dai primi giorni di vita, attraverso cui gli esseri umani «giungono progressivamente a conoscere la mente degli altri» (Bruner, 1996) ….E la propria «La nostra vita mentale è frutto di una co-creazione, di un dialogo continuo con le menti degli altri» (Stern, 2004) Come nasce l’INTERSOGGETTIVITA’ La nostra mente ha una matrice intersoggettiva : • inizia durante la gravidanza con le trasformazioni che coinvolgono: - il corpo (sistemi ormonali e neurobiologici) - il mondo psichico e l’identità materna • prosegue durante il primo anno di vita nella relazione caregiver-bambino Intersoggettività = intercorporeità Lo sviluppo neurobiologico è INTERPERSONALE I contesti precoci dell’interazione sociale creano la possibilità di «mappare l’altro sul sé, corrisposto dal mappare il sé sull’altro» « I bambini comunicano con il contatto visivo, l’espressione facciale, le vocalizzazioni ed i gesti, mentre assimilano il ritmo delle proprie interazioni a quello del caregiver» (Legerstee, 2009) Ammaniti e Gallese, La nascita dell’intersoggettività, 2014 Il cervello è sociale “ Gli guardi positivi ed i sorrisi sono il più importante stimolo vitale per la crescita di un cervello sociale ed emotivamente intelligente” (Shore, 1994) Le prime fonti di piacere sono gli odori, le esperienze tattili, i suoni “Quando siamo tra le braccia di qualcuno, comprendiamo di essere supportati” (S. Gerhardt, 2004) L’intensa soddisfazione derivante dal contatto rimane importante nella vita adulta (massaggio, abbraccio di consolazione, rapporti amorosi). Intersoggettività e salute mentale • I 2005 p. 293) I bambini piccoli (ma in realtà ogni persona) ricercano fortemente relazioni intime e l’impossibilità di realizzare questo tipo di relazioni è all’origine di disturbi per la loro salute fisica e mentale … (Tronick, 2005) p. 293) Il cervello umano COME SI COSTRUISCE IL CERVELLO? • Alla nascita siamo dotati, come i mammiferi superiori, di una struttura cerebrale primitiva che garantisce la sopravvivenza. Nel bebé sono presenti alcuni sistemi primari: - Nervoso per respirare - Visivo per afferrare i movimenti attorno e scorgere i volti vicini - Nucleo di coscienza per reagire alle esperienze sensoriali e organizzarle per sopravvivere - Riflessi di base (rotazione, grasping, suzione, pianto nervoso/collerico per attirare l’attenzione della madre) - Comportamento difensivo di congelamento quando è spaventato Il meraviglioso primo anno Ruolo speciale dell’emisfero destro (Schore, 2003) • L’emisfero dx del bambino, dominante nell’elaborazione dell’informazione emotiva, visiva e prosodica e nel riconoscimento degli stati affettivi materni è sintonizzato • Con l’output dell’emisfero dx della madre, deputato all’espressione/elaborazione delle informazioni emotive e nella comunicazione non -verbale Quali sono le priorità per un bebè? • Regolazione interna dei sistemi corporei • Adattamento alle condizioni esterne, che è ampiamente controllato da rudimentali risposte emotive e di capacità di auto-regolazione, infatti: - Cerca le interazioni con gli altri - Si gira nella direzione opposta quando è emotivamente sopraffatto - Si congela quando si sente a rischio Le emozioni sono dunque la prima e più importante guida delle azioni umane. Il cervello nel primo anno • Il peso più che raddoppia • Alla nascita il B. ha tutti i suoi neuroni, ma occorre connetterli e farli lavorare: ippocampo, corteccia temporale, cingolato pre-frontale ed anteriore sono immaturi -> il successo del loro sviluppo dipende dalla quantità delle esperienze positive • Tra i 6 e 12 m. vi è una esplosione massiccia delle connessioni sinaptiche nella corteccia pre-frontale. Esse raggiungono la densità massima in presenza di relazioni affettive intense tra il B ed i caregiver e cominciano a consolidarsi i legami di attaccamento Il cervello sociale: una macchina che anticipa • I neuroni si aggregano in strutture e si attivano in aree specifiche, interagiscono tra di loro e nei confronti degli stimoli esterni • Le strutture neuronali categorizzano l’esperienza con gli altri e la rendono prevedibile (“cervello navigatore”) • La prevedibilità organizza anche le categorie emotive di base • L’intelligenza sociale è particolarmente sensibile alla qualità delle esperienze esterne tra i 6 ed i 18 m. Il significato della reciprocità delle interazioni • Elemento determinante nella costruzione del cervello è la relazione di reciprocità che si stabilisce tra il bebè e i suoi genitori e le altre persone che si occupano di lui, in famiglia o in ambito collettivo. • Il bambino piccolo cerca spontaneamente di interagire mediante l’espressione del viso, il balbettio, la gestualità. Gli adulti gli rispondono con dei suoni o gesti simili. • In assenza di risposte da parte degli adulti (o quando queste sono imprevedibili ed inappropriate) l’architettura cerebrale non si forma in modo adeguato: cosa che può comportare dei disturbi negli apprendimenti e nel comportamento. La regolazione delle emozioni • Concerne tutti i processi consapevoli o inconsapevoli, interni o esterni (Cole, Martin, Dennis, 2004), attraverso i quali le persone possono aumentare, mantenere o diminuire le emozioni positive o negative. Tali processi hanno un’ influenza sul tipo di emozione provata, sul momento nel quale si manifesta e sulle modalità attraverso le quali viene percepita ed espressa dall’individuo (Gross 1999). • Nel corso dello sviluppo, l’abilità di regolare le emozioni gioca un ruolo importante nell’acquisizione di future competenze: competenze sociali e di rapporto con i pari (Cicchetti, 2007; Sroufe, 1996). Regolazione affettiva Difese Coping Regolazione emotiva Regolazione dell’umore Lo sviluppo della regolazione delle emozioni • Fino ai 3 mesi → autoregolazione avviene attraverso meccanismi fisiologici innati e grazie al caregiver • Dai 3 ai 6 mesi → inizia ad emergere la capacità di usare semplici azioni per modificare gli stati di eccitazione • 12 mesi → il bambino diventa più attivo nel cercare di regolare i livelli i eccitazione • Dai 12 ai 24 mesi → anche se il bambino non è ancora capace di controllare i propri stati affettivi a questa età, utilizza delle specifiche strategie per cercare di regolarli I primi 3 anni sono cruciali per la regolazione affettiva Dipendenza Co-regolazione con l’adulto Progressiva autoregolazione Regolazione degli affetti ed origine del sé • L’auto-organizzazione del cervello, nel corso dello sviluppo, avviene nel contesto di una relazione con un altro sé, un caregiver , che agisce in qualità di regolatore psicobiologico esterno • I componenti del sistema nervoso del bambino vanno rapidamente organizzandosi, disorganizzandosi e riorganizzandosi durante la forte crescita del cervello nei primi due anni (Shore, 1994) • Fino a circa due anni l’idea di vita mentale è basata su una conoscenza implicita, non verbale e non simbolica… (Stern & Golse, 1999) Fattori che influenzano la regolazione delle emozioni o Fattori intrinseci: sistemi biologici, vulnerabilità, temperamento o Fattori estrinseci: ruolo fondamentale delle relazioni con gli adulti che si prendono cura del bambino Ogni essere umano è unico Vi sono importanti differenze individuali nell’abilità di gestire le emozioni legata alla regolazione emotiva, che dipendono da fattori quali l’età, il temperamento, le culture di Appartenenza. Ruolo degli adulti Un caregiver sensibile si rende conto: - delle differenze individuali - della capacità del B. di regolare le emozioni (innalzando o abbassando il livello di eccitazione e recuperando l’equilibrio nel funzionamento) E lo coinvolge in interazioni sensibili basate anche sul riconoscimento del timing interno del B, aspettando cioè che il bambino sia pronto a far fronte alle specifiche situazioni. Le interazioni visive precoci attivano lo sviluppo sociale ed emotivo • Quando guarda la madre che lo sta guardando, il B. vede se stesso negli occhi materni (Winnicott, 1967) • Il contatto visivo è centrale x la formazione dell’attaccamento (Bowlby, 1982) • Le proto-conversazioni sono mediate dal contatto occhio a occhio, vocalizzazioni, gesti della mano, movimenti delle braccia e della testa (Trevarthen, Aitken, 2001) • Gli occhi umani esprimono diversi stati emozionali (Baron-Cohen, 2001) Il cervello immagazzina le immagini: da iniziali immagini flash ad immagini interne durevoli di sé e degli altri con una forte valenza emotiva Queste immagini interne diventano una fonte di auto-regolazione Effetti a lungo termine degli sguardi e delle interazioni negative • Gli sguardi e le interazioni negative vengono ricordati (es. espressione di disapprovazione della madre) e provocano una risposta biochimica che scatena gli ormoni dello stress (cortisolo) che bloccano il percorso dei neuroni deputati al piacere (endorfine e dopamina) e le emozioni positive connesse • Hanno una influenza enorme nei primi 3 anni, stante la dipendenza del B. dall’adulto per regolare lo stato fisiologico e psicologico Al nido • Non c’è differenza se la mancata regolazione dipenda dalla separazione fisica o dall’isolamento emotivo dal caregiver • Il bambino piccolo ha bisogno di pochi adulti emotivamente disponibili e sintonizzati, che lo aiutino a regolare i propri stati interni • L’incremento del cortisolo non è dovuto alla separazione dalla madre, ma all’assenza di una figura adulta di riferimento responsiva ed attenta agli stati interni soggettivi momento per momento (Dettling, Parker, Lane, Sebanc, Gunnar, 2000)