Presentazione a cura : Ing. V. M. Fasone Dirigente ‘Ingegneria & Manutenzione’ Il Termovalorizzatore di Torino 1 La società TRM S.p.A - Trattamento Rifiuti Metropolitani è la società che ha progettato, fatto realizzare e gestisce il Termovalorizzatore dei rifiuti della Città Metropolitana di Torino. Assetto societario 2 Tipologia di rifiuti Rifiuti solidi urbani ( r.s.u. ) domestici da strade ed aree pubbliche aree verdi Rifiuti speciali ( r.s.a. ) ( in funzione della pericolosità vengono assimilati o no agli urbani ) Rifiuti smaltiti con il Termovalorizzatore da lavorazioni industriali da attività commerciali da fanghi dopo trattamento acque da attività sanitarie Rifiuti urbani pericolosi ( r.u.p. ) con elevate dosi di sostanze inquinanti medicinali scaduti pile 3 Produzione e raccolta differenziata Andamento della raccolta differenziata dal 2000 al 2013 Fonte: Provincia di Torino - Rapporto sullo stato del sistema di gestione rifiuti – Dicembre 2014 Quantità di rifiuti prodotti nel 2013 1.026.425 t Pertanto il rifiuto urbano, residuo da raccolta differenziata supera le 500.000 t/anno 4 Localizzazione del Termovalorizzatore DIMENSIONI AREA ~ 104.000 m2 LOCALITA’ GERBIDO ( Città di Torino ) 5 Cosa brucia? I rifiuti solidi urbani, residui da raccolta differenziata (RSU) e rifiuti speciali assimilabili agli urbani (RSA), vengono invece inviati quasi totalmente al Termovalorizzatore. In città i rifiuti vengono raccolti in modo differenziato I rifiuti differenziati vengono inviati ai diversi impianti di recupero e riciclo I rifiuti urbani bruciati provengono dalla Città di Torino e da molti comuni della Città Metropolitana. 6 Dati tecnici generali Dimensioni dell’edificio centrale: • planimetria: ~ 80 x 200 m; • altezza massima coperture: ~ 50 m; • altezza camino: 120 m Tipo di tecnologia Forno a griglia mobile raffreddata ad aria con ricircolo fumi Caldaia Caldaia a 3 canali radianti verticali e canale convettivo orizzontale Depurazione fumi Elettrofiltro – Reattore a secco – Filtro a maniche - Denox catalitico Ciclo termodinamico T vapore : < 420 °C P vapore : < 60 bar(a) Tipo di turbina Turbina a condensazione con spillamenti regolati Sistema di condensazione del vapore Condensazione a circuito d’acqua e torri di raffreddamento tipo wet dry 7 Dati tecnici generali DIAGRAMMA DI CAPACITA’ DELLA GRIGLIA DELL’IMPIANTO DI TORINO Potere calorifico ( PCI ) di progetto 11.000 kJ/kg Campo di variazione del PCI min 6.000 max 16.000 kJ/kg 8 Palazzina staff tecnico Pese Edificio (futuro) teleriscaldamento Ingresso mezzi Torri di raffreddamento Sottostazione elettrica Area demi ed antincendio Centro direzionale Area turbina Magazzino & Officina Portale controllo radioattivo Prolungamento via Gorini Planimetria generale Area ricevimento e stoccaggio rifiuti Camino Tecnici & visitatori Area caldaie e trattamento fumi Portineria Area stoccaggio ceneri e reagenti Area stoccaggio scorie Spogliatoio Stazione gas metano 9 Cronoprogramma dei lavori Avvio del cantiere Periodo di costruzione 8 Febbraio 2010 Febbraio 2010 – Aprile 2013 Esercizio provvisorio e collaudo prestazionale Maggio 2013 Avvio esercizio commerciale da metà 2014 10 Schema di principio CONDENSATORE TURBINA A VAPORE CAMINO CALDAIA 11 FOSSA RSU Portate e temperature dei fumi di combustione in MCR 120.000 Nm3/h 630 °C 195 °C 200 °C 900 °C fumi da trattare 138.000 Nm3/h fumi in caldaia 190 °C 18.000 Nm3/h fumi ricircolati Fino a 1200 °C 12 Controllo rifiuti Per conferire i propri rifiuti in impianto, tutti i camion devono passare in primo luogo attraverso un portale di controllo radioattività. Successivamente i mezzi giungono al locale pesa per la verifica dei documenti e la pesatura. PORTALE CONTROLLO RADIAZIONI PESA 13 Conferimento rifiuti Superati tali controlli, i mezzi di conferimento entrano in avanfossa e, dopo essersi posizionati in corrispondenza di una delle 10 bocche di lupo disponibili, scaricano i rifiuti in fossa. La fossa ha una capacità utile pari a ~ 18.000 m3 ed è dimensionata per accumulare rifiuti per ~ 5 giorni ad impianto spento. TRAMOGGE DI CARICO DEI RIFIUTI AVANFOSSA DI SCARICO RIFIUTI CABINA GRUISTI BOCCHE DI LUPO FOSSA RIFIUTI SCIVOLI RIFIUTI 14 Conferimento rifiuti MONITOR DELL’AREA AVANFOSSA QUOTA TRAMOGGE : 22.5 m MONITORS DELLE 3 TRAMOGGE QUOTA CABINA GRUISTI : 13 m I gruisti, utilizzando ciascuno una delle 2 benne a polipo, miscelano, prelevano e depositano i rifiuti in una delle 3 tramogge di ingresso alle griglie dei forni di incenerimento. 15 Conferimento rifiuti in caldaie ( vista in 3 D ) L’aria prelevata all’interno dell’edificio caldaia, detta ‘aria secondaria’, viene inviata in caldaia per migliorare la combustione. Ingresso aria secondaria Ingresso fumi in elettrofiltro Ingresso rifiuti Ingresso aria primaria Le benne a polipo alimentano con i rifiuti (fino a 7t per volta) le tramogge (10,7m x 6,9m) e quindi i sottostanti canali di carico (9,4m x 1m) verso le griglie. I rifiuti alimentati in 1 h arrivano all’MCR a ~ 22,5 t. Attraverso l’aspirazione di ‘aria primaria’ dalla fossa rifiuti, inviata sotto la griglia, viene creata nell’ambiente fossa una leggera depressione, tale da evitare così la fuoriuscita dall’impianto di cattivi odori. 16 Sistema griglia/caldaia Al di sopra di ciascuna griglia, è collocata una caldaia, costituita da tre canali radianti verticali ed una parte convettiva orizzontale, nella quale sono installati banchi scambiatori verticali. All’interno di questi banchi circola acqua in pressione che, riscaldandosi per effetto dei fumi caldi, sotto forma di vapore alimenta una turbina a vapore. La combustione dei rifiuti avviene a ~ 1000/1200 °C su 3 griglie Martin mobili a spinta inversa. Ogni griglia, con superficie di 76,5 m2, è costituita da 4 treni paralleli, suddivisi in 5 zone trasversali. 17 Griglia di combustione In circa 1 h di permanenza sulla griglia, i rifiuti bruciano grazie all’aria “primaria” comburente, insufflata sotto la griglia. La velocità di avanzamento è regolata dal sistema di controllo di movimento alternato dei barrotti, mentre 2 tamburi rotanti, azionati ciascuno da un cilindro idraulico, regolano l’altezza dello strato finale (0,3 – 0,6 m) di scorie, per garantire la totale copertura della griglia. Treno Inoltre, per migliorare e completare il processo di combustione secondaria in caldaia, cioè l’ossidazione dei gas incombusti, vengono insufflati aria “secondaria” e fumi di “ricircolo”. n. 4 Treni Barrotto Tamburo scorie 18 Sistema griglia/caldaia 1286 m2 di superfici rivestite con Inconel 625 ( colore verde ) Corpo cilindrico Surriscaldatori Pareti ‘membranate’ di caldaia protette da tavelle di refrattari ( colore marrone ) 19 Recupero energetico Il vapore viene poi convogliato nell’area di recupero energetico per diventare energia elettrica/termica. L’impianto può lavorare in assetto solo elettrico o in cogenerazione (produzione contemporanea di energia termica ed elettrica) In assetto elettrico il vapore viene inviato alla turbina che trasforma l’energia termica del vapore in energia elettrica attraverso un generatore. In assetto cogenerativo, una parte del vapore prodotto in caldaia viene spillato a metà della turbina e cede il proprio calore ad uno scambiatore per produrre acqua calda da inviare alla rete di teleriscaldamento. 20 Ciclo termico in sala turbina 21 Sistema di raffreddamento Dopo che il vapore, prodotto nelle caldaie, ha ceduto tutto la sua energia cinetica alle pale della turbina, viene ricondensato in uno scambiatore a fascio tubiero, utilizzando acqua di raffreddamento. Una delle due pompe da 11.000 m3/h alimenta così un condensatore principale ed uno di by-pass in serie, quest’ultimo pronto ad intervenire in condizioni di flusso di vapore non diretto alla turbina. Pompe del sistema di L’acqua, utilizzata per la raffreddamento condensazione del vapore, deve a sua volta essere raffreddata; ciò avviene entro 6 celle di raffreddamento di un sistema di torri ibride ‘wet-dry’ e ‘no plume’. La loro peculiarità è quella di consentire di ridurre la formazione dell’innocuo pennacchio di vapore Acqua in prodotto dai camini delle ventole. ingresso Aria in ingresso Acqua in uscita Aria aspirata in uscita Acqua in ingresso Aria in ingresso Torri di raffreddamento 22 Sottostazione elettrica Sottostazione elettrica L’Impianto di Termovalorizzazione è collegato alla Rete Elettrica di Trasmissione Nazionale 220kV RTN Terna mediante una sottostazione elettrica AT 220kV, munita di due trasformatori AT/MT 220/15kV di potenza pari a 80MVA ciascuno, eserciti non in parallelo, ma con parallelo di passaggio consentito sul QMT 15kV, per mezzo dei quali si realizza il collegamento tra il gestore TERNA e la rete MT interna dell’impianto. Sulla rete di distribuzione MT 15kV dell’impianto insiste inoltre un turboalternatore di potenza pari a 80 MVA, associato alla turbina a vapore. 23 Sottostazione elettrica Dalla sbarra a 15kV sono alimentati due trasformatori MT/MT 15/6,3kV di potenza pari a 16MVA ciascuno, che si attestano rispettivamente sulle due semisbarre del Quadro Elettrico Generale di Smistamento 6,3kV. Le due semisbarre risultano normalmente esercite a congiuntore aperto. Un sistema di trasferimento dell’alimentazione automatica istantanea permette la chiusura del congiuntore in caso di mancanza di tensione su una semisbarra. Dalle sbarre a 6,3kV sono alimentati i motori in MT ed i trasformatori MT/BT 6,3/0,4kV, che forniscono alimentazione ai Quadri Elettrici Power Center. Sottostazione elettrica Il sistema elettrico ha quattro differenti fonti di alimentazione: • • • • rete 220kV proveniente da stazione Grugliasco rete 220kV proveniente da stazione Torino Sud-Ovest turbina a vapore-turboalternatore MAN gruppo elettrogeno diesel di emergenza 24 Teleriscaldamento Nei corso dei primi mesi del 2016, un nuovo edificio verrà costruito all’interno dell’area nella quale sorge l’impianto. Esso ospiterà una stazione di scambio termico, per mezzo della quale si trasferirà calore, proveniente sotto forma di vapore, dalla turbina alla rete urbana. Tale rete sarà costituita da una doppia tubazione interrata lunga circa 5,4 Km, che porterà acqua calda alle utenze finali di Beinasco e Grugliasco. Area prevista per edificio teleriscaldamento La popolazione che beneficerà del servizio sarà di circa 50mila abitanti. L’erogazione del calore prodotto è prevista nel corso della stagione termica 2016-2017. Tubazione vapore predisposta per teleriscaldamento 25 Trattamento fumi ( vista 3D ) Fumi da caldaie Elettrofiltro Filtro a maniche Reattore catalitico Reattore a secco Sili bicarbonato di sodio Silo carbone attivo Sili ceneri Sili prodotti sodici residui Ventilatore estrazione fumi 26 Sistema trattamento fumi (1° stadio di depurazione) ELETTROFILTRO Nell’elettrofiltro le particelle, trasportate dai fumi di combustione, vengono sottoposte ad un campo elettrostatico che permette di attirare le ceneri su piastre di metallo (piatti di raccolta) interne al filtro. Le ceneri trattenute vengono raccolte nelle tramogge sottostanti per mezzo di un sistema di martellamento meccanico delle piastre. Flusso fumi verso il ventilatore di ricircolo 27 Sistema trattamento fumi (sistema di ricircolo fumi) Dopo l’elettrofiltro e prima dell’economizzatore esterno è installato il ventilatore di ricircolo fumi. VENTILATORE DI RICIRCOLO FUMI La sua presenza consente di ridurre le emissioni inquinanti (NOX in particolare) presenti nei fumi, inviando in caldaia circa il 14% della portata dei fumi. Ciò si traduce in evidenti vantaggi ambientali: assicurando non solo basse concentrazioni di inquinanti al camino, ma limitando anche i flussi di massa di tali inquinanti in atmosfera. A valle dell’elettrofiltro un economizzatore a fascio tubiero regola la temperatura dei fumi, utilizzando l’acqua del ciclo termico, come mezzo di raffreddamento. 28 Sistema trattamento fumi (2° stadio di depurazione) REATTORE A SECCO Nel reattore a secco avviene l’iniezione controllata di carbone attivo e bicarbonato di sodio. Si generano così delle reazioni meccaniche e chimiche in grado di catturare gli inquinanti gassosi ancora presenti nei fumi. Il carbone attivo, altamente poroso, adsorbe i microinquinanti: ECONOMIZZATORE ESTERNO • inorganici metalli pesanti quali Pb, Zn, Cd, HG • organici diossine (PCDD), furani (PCDF), composti clorurati e idrocarburi policiclici aromatici (IPA) Il bicarbonato di sodio, reagendo chimicamente con i macroinquinanti gassosi: • ossidi di zolfo • acidi (cloridrico, fluoridrico) fa sì che vengano prodotti altri composti gassosi, che vengono espulsi dal camino sotto forma di anidride carbonica (CO2) e vapor d’acqua (H2O). 29 Sistema trattamento fumi (3° stadio di depurazione) FILTRO A MANICHE I residui solidi sono quasi totalmente trattenuti dal filtro a maniche, in particolare i sali sodici, prodotti dalle reazioni di abbattimento ( NaCl, NaF, Na2SO4, Na2CO3 genericamente indicati come PSR). L’ampia superficie di contatto tra i fumi e le maniche del filtro (circa 4200 m2), realizzate in materiale filtrante microporoso PTFE (GoreTex), consente la massima efficienza di rimozione delle polveri, incluso il PM2,5. La pulizia delle maniche avviene periodicamente tramite impulsi d’aria compressa che, scuotendo le maniche, fanno cadere le polveri depositate sulla loro superficie esterna nelle sottostanti tramogge. Si generano quindi i cosiddetti PSR (Prodotti Sodici Residui) che vengono raccolti in silos. 30 Sistema trattamento fumi (iniezione vapori di NH3) REATTORE CATALITICO Reattore termico Per abbattere gli ossidi di azoto ( NOx ), presenti nel flusso di fumi provenienti dal filtro a maniche, si utilizzano vapori ammoniacali. Per la loro produzione, viene stoccata in 2 serbatoi da 80 m3 della soluzione acquosa al 45% di urea, che viene decomposta in NH3 all’interno di un reattore termico, grazie al calore prodotto da due bruciatori a metano, uno in riserva all’altro, che innalzando la temperatura a T=300 °C, dissociano l’urea in NH3. Per evitare eccessive temperature in camera di reazione e favorire il trasporto dell’NH3, si provvede ad iniettare aria, quale flusso addizionale di trasporto in uscita e con funzione di limitazione della concentrazione a valori molto inferiori al limite inferiore di esplosività. 31 Sistema trattamento fumi (4° stadio di depurazione) REATTORE CATALITICO Nel reattore catalitico, attualmente il sistema più efficace per ottenere bassi livelli di emissione in atmosfera, vengono rimossi più del 95% degli ossidi di azoto (NOX). Setti a nido d’ape Si tratta di un reattore suddiviso in due parti: Ingresso vapori ammoniacali Catalizzatori Ingresso fumi Uscita fumi catalitico una zona di “miscelazione” in cui i fumi, provenienti dal filtro a maniche, sono additivati con iniezione di gas contenenti ammoniaca ( NH3) una zona di “trattamento”, dove l’ammoniaca abbatte gli NOX dei fumi, reagendo con essi grazie a delle sostanze catalizzatrici (WO3, V2O5 su TiO2 ) 32 Sistema trattamento fumi (scambiatore teflonato) Uscita fumi Uno scambiatore fumi/condensato, rivestito in teflon (PTFE), consente ai fumi a ~180 °C, di cedere parte del loro calore (~60 °C) alla condensa del ciclo termico, proveniente dal ‘pozzo caldo’ del condensatore principale e diretta al degasatore. Questo scambiatore ha pertanto una importante funzione di recuperatore di calore, consentendo l’invio a camino dei fumi ‘depurati’ e ‘raffreddati’ a ~120 °C. SCAMBIATORE FUMI/CONDENSATO 33 Sistema trattamento fumi (ventilatore di tiraggio) Il sistema di trattamento dei fumi termina con il ventilatore di tiraggio che, mantenendo in depressione l’intera linea, evita fuoriuscite di fumi dai condotti e dalle apparecchiature collocate all’interno dell’edificio. Uscita fumi VENTILATORE DI TIRAGGIO 34 I residui del Termovalorizzatore I residui solidi derivanti dal processo di combustione e depurazione dei fumi sono di 4 tipi: Ceneri leggere da combustione sotto caldaia ed elettrofiltro 2% in peso Scorie e ferrosi da combustione sotto la griglia Prodotti Sodici Residui da depurazione fumi sotto filtro a maniche 1,5% in peso 23% in peso 35 Gestione scorie Benna di movimentazione scorie Culle di raffreddamento Le scorie vengono raffreddate in ‘culle’ colme d’acqua e successivamente caricate su nastri trasportatori, dove, dopo essere state separate per mezzo di una elettrocalamita dai residui ferrosi, vengono stoccate in una fossa dedicata, in attesa di essere prelevate dagli operatori individuati. Fossa scorie 36 Trattamento scorie Le scorie, possedendo proprietà pozzolaniche simili alle rocce eruttive, come basalto e granito, vengono riutilizzate in alcune nazioni europee secondo le seguenti percentuali: • Italia (additivo nel cemento, copertura giornaliera delle discariche) 20% • • • • Germania Francia Olanda Danimarca (opere civili) (costruzione strade) (costruzione strade, massicciate) (costruzione edifici/strade, massicciate 72% 77% 87% 98% (Crillesen e Skaarup, 2006) In particolare quelle prodotte all’interno del Termovalorizzatore di Torino, vengono trattate presso gli impianti della RMB SpA e della Officina dell’Ambiente SpA, per la produzione di aggregati destinati ad essere utilizzati nei settori delle infrastrutture, delle costruzioni civili, della produzione di conglomerati cementizi e bituminosi. 37 Descrizione del processo Officina dell’Ambiente Selezione materiali in ingresso L’impianto ritira solamente scorie da incenerimento RSU acquisendole direttamente dal forno inceneritore a garanzia di ripetibilità e tracciabilità Ricevimento dei rifiuti Messa in riserva delle scorie per un lungo periodo di maturazione/litostabilizzazione Processo di trattamento Valorizzazione delle frazioni nobili della scoria Trattamenti meccanici di frantumazione e vagliature abbinati ad asportazione di metalli ferrosi (MF) e non ferrosi (MNF) Ottenimento, dalla frazione minerale della scoria, di una famiglia di aggregati denominati Matrix Family utilizzata per la produzione di cemento ed altri conglomerati dell’industria edilizia. Tutti i prodotti sono in possesso di marcatura CE, Dichiarazione Ambientale di Prodotto (EPD) e registrazione REACh (ai sensi del Reg. 1907/2006/CE) Vantaggi ambientali del processo di valorizzazione del Matrix ● Indice di recupero di materia molto elevato: ∑(Matrix + MF + MNF) > 99% ● Riduzione del ricorso a materie prime di origine naturale quali sabbia o ghiaia ● Sottrazione di un consistente flusso di rifiuti dal tradizionale smaltimento in discarica 38 Applicazioni e vantaggi competitivi I prodotti della Matrix Family sono le MPS ideali per il LEED perché vantano una gamma di applicazioni molto ampia nell’industria delle costruzioni e, attraverso i manufatti in cui vengono utilizzati, contribuiscono all’ottenimento dei crediti Materials and Resources. 39 Gestione Prodotti Sodici Residui ( P.S.R.) Un’area d’impianto, denominata Edificio Sili, è destinata allo stoccaggio dei reagenti (soluz. ureica, carbone attivo e bicarbonato di sodio) e dei residui solidi (ceneri e prodotti sodici residui). Ceneri e prodotti sodici residui, dopo essere stati scaricati in autosili e pesati su di una pesa a ponte, vengono trasferiti ad impianti di trattamento. Pesa a ponte In particolare, presso la piattaforma SOLVAL S.p.A. di Rosignano, attraverso il ‘processo SOLVAL’, i P.S.R. vengono trattati per produrre una salamoia, avviata ai cicli industriali di sodiera. Processo di scarico dei p.s.r. 40 Trattamento Prodotti Sodici Residui (P.S.R.) Descrizione del Processo SOLVAL Stoccaggio PSR Trasferimento da autosili a sili di stoccaggio per via pneumatica Dissoluzione Dissoluzione in acqua dei componenti solubili (sali di sodio) e precipitazione dei metalli pesanti sotto forma di sali e idrossidi Filtrazione Rettifica Stoccaggio salamoia Separazione materie in sospensione dalla salamoia e successiva ulteriore depurazione Purificazione in 4 filtri rispettivamente: a ‘sabbia’ per la componente insolubile, a ‘carbone attivo’ per le sostanze organiche e a ‘resine cationiche’ per i metalli pesanti residui Salamoia depurata per l’invio ai cicli industriali di sodiera Vantaggi del Processo SOLVAL • • Elevato tasso di recupero: Riduzione di massa: frazione salina recuperabile > 90-95 % in discarica < 20% del peso originale del PSR 41 Processo ‘SOLVAL’ Rettifica Filtrazione Stoccaggio PSR Stoccaggio salamoia Dissoluzione 42 Sistema di monitoraggio di impianto Il flusso gassoso viene monitorato in tre distinte zone della linea di incenerimento: a. in caldaia b. a monte del sistema di trattamento dei fumi c. a camino Nelle prime due zone (a, b) la funzione del monitoraggio è quella di regolazione e controllo del dosaggio dei reagenti. La terza è dedicata alla verifica del rispetto dei limiti di legge ed è ridondata: ci sono infatti due identiche strumentazioni per ogni canna di ciascuna linea. Le 3 canne all’interno del camino 43 Sistema di monitoraggio a camino Prima di essere espulsi in atmosfera i fumi sono analizzati dal sistema di monitoraggio delle emissioni (SME), dove vengono misurati i valori delle sostanze residue per verificare il rispetto dei limiti emissivi. L’ARPA è l’ente di controllo che ha il compito di monitorare le emissioni dell’impianto. I sistemi dell’ARPA sono costantemente collegati via modem al Sistema di Monitoraggio Emissioni (SME) dell’impianto. A camino sono installati per ciascuna linea: • • • strumenti che misurano la temperatura, la portata e la pressione dei fumi un sistema per controllo e misura di eventuale radioattività presente nei fumi 2 analizzatori per la misura dei parametri in continuo Diossine, Furani, IPA e metalli pesanti sono monitorati e misurati con prelievi periodici trimestrali. È previsto anche il controllo in continuo, con prelievi periodici, di diossine, furani e IPA, che, accumulati in fiale, vengono poi inviati a laboratori specializzati per le analisi. 44 Andamento impianto Dati aggiornati al 30.09.2015 45 tonnellate 33.989 42.214 39.559 37.624 29.765 32.539 34.050 35.000 43.736 44.260 42.070 40.000 30.000 25.000 20.000 45.000 30.107 37.357 30.043 36.206 35.435 38.457 27.959 30.000 29.761 35.000 35.073 40.000 36.564 45.000 41.470 Rifiuti conferiti nel corso del 2014 - 15 25.000 Anno 2014 20.000 15.000 15.000 10.000 10.000 5.000 5.000 ‐ al 30.9.2015 ‐ mese 420.500 tonnellate 338.000 tonnellate 46 Energia elettrica Totale da inizio attività (20/04/13) a 30/09/15 Energia elettrica prodotta 570.415 MWh di cui immessa in rete 469.852 MWh Anno 2014 40.000 35.000 35.000 30.000 30.000 25.000 25.000 20.000 20.000 15.000 10.000 CEDUTA 10.000 5.000 5.000 MWh PRODOTTA MWh 15.000 ‐ mese PRODOTTA Anno 2015 CEDUTA ‐ mese 47 Limiti emissivi autorizzati Parametri misurati in continuo Parametri misurati con prelievi periodici Unità di misura Limite di Legge (D.Lgs. 133/2005) Valori autorizzati per i primi due anni di esercizio (fase iniziale – LIMITE 1) Valori autorizzati dopo i primi due anni di esercizio (fase a regime – LIMITE 2) Polveri mg/Nm3 10 10 5 Acido Cloridrico (HCl) mg/Nm3 10 10 5 Acido Fluoridrico (HF) mg/Nm3 1 1 0.5 Ossidi di Zolfo (SO2) mg/Nm3 50 50 10 Ossidi di Azoto (NOx) mg/Nm3 200 200 70 Carbonio Organico Totale (TOC) mg/Nm3 10 10 10 Monossido di Carbonio mg/Nm3 50 50 50 Ammoniaca (NH3) mg/Nm3 - 5 5 Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA) mg/Nm3 0.01 0.01 0.005 ngTEQ/Nm3 0.1 0.1 0.05 Cadmio e Tallio (Cd+Tl) mg/Nm3 0.05 0.05 0.03 Mercurio (Hg) mg/Nm3 0.05 0.05 0.05 Zinco (Zn) mg/Nm3 - 0.5 0.5 Metalli pesanti (Sb+As+Pb+Cr+Co+Cu+Mn+Ni+V+Sn) mg/Nm3 0.5 0.5 0.3 PARAMETRO Diossine e Furani (PCDD + PCDF) NOTA: La Normativa nazionale di settore attualmente vigente (D. Lgs 133/05) non impone la misurazione dei parametri NH3 (Ammoniaca), Zn (Zinco) e Sn (Stagno); l’autorizzazione concessa a TRM ne prevede cautelativamente la misurazione. 48 Parametri misurati con prelievi periodici A seguito di una prescrizione contenuta nell’A.I.A., a partire da luglio ‘15 i limite emissivi autorizzati di ciascuna ‘linea di combustione’ sono progressivamente divenuti più stringenti secondo le tempistiche seguenti: Linea 1: Limite 2 valido dal 10-07-2015 Linea 2: Limite 2 valido dal 29-07-2015 Linea 3: Limite 2 valido dal 13-10-2015 Nella tabella che segue, in ultima colonna, vengono indicati sia il Limite 1, che l’attuale Limite 2. 49 Parametri misurati con prelievi periodici anno 2015 PARAMETRO Unità di misura PCDD+PCDF (Diossine e Furani) ngTEQ/Nm3 IPA (Idrocarburi Policiclici Aromatici) Cd+Tl (Cadmio + Tallio) mg/Nm 3 Linea mg/Nm mg/Nm3 mg/Nm Zn (Zinco) 2 3 0,001140 0,003720 mg/Nm3 0,005420 0,0000166 0,0000155 2 0,0000160 0,0000199 0,0000203 0,002 0,002 2 0,002 0,002 0,003 Limite 1: 0,01 mg/Nm3 Limite 2: 0,005 mg/Nm3 Limite 1: 0,05 mg/Nm3 Limite 2: 0,03 mg/Nm3 0,002 1 0,009 0,001 2 0,018 0,003 0,012 Limite 1: 0,05 mg/Nm3 Limite 2: 0,05 mg/Nm3 0,001 1 0,008 0,008 2 0,008 0,008 0,007 Limite 1: 0,5 mg/Nm3 Limite 2: 0,5 mg/Nm3 0,007 1 0,032 0,021 2 0,025 0,017 0,026 Limite 1: 0,1 ngTEQ/Nm3 Limite 2: 0,05 ngTEQ/Nm3 0,0000153 1 3 Limite autorizzato 0,000660 1 3 Sommatoria metalli (Sb+As+Pb+Cr+Co+Cu+Mn +Ni+V+Sn) Luglio 0,002930 3 3 Giugno 0,002790 3 Hg (Mercurio) Marzo 1 3 3 Febbraio Limite 1: 0,5 mg/Nm3 Limite 2: 0,3 mg/Nm3 0,022 Tutti i parametri analizzati sono ampiamente al di sotto dei limiti previsti dall’autorizzazione. 50 Nulla è un rifiuto … pertanto nulla va rifiutato , bensì … “ valorizzato ” ! Grazie per l’attenzione Il nostro sito : www.trm.to.it 51