AUGUSTE COMTE ( 1798 – 1857 )

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AUGUSTE COMTE ( 1798 – 1857 )
Una Filosofia della Storia alternativa all’Idealismo e al Materialismo - Contro la pretesa idealistica, e
in particolare hegeliana, di mettere in relazione dialettica tutti i saperi possibili all’uomo in un’organica
Enciclopedia, in quanto visti come l’emanazione fenomenica di uno Spirito Assoluto, che per se stesso
sintetizza Arte, Religione e Filosofia, si manifestò già nella prima metà dell’800 la reazione del movimento
Positivista, di cui è fondatore Auguste Comte. Essa si aggiunse ad altre reazioni antiidealistiche già
incontrate, quella dell’esistenzialismo religioso di Kierkegaard, del volontarismo materialistico di
Schopenhauer e degli umanesimi atei e rivoluzionari di Feuerbach e di Marx. Come istituire un’unità
organica dei saperi, anche contrapposti tra loro, come lo sono la Storia, le Scienze Naturali, la Religione,
la Matematica, l'Etica, l'Arte e la stessa Filosofia, senza sottometterli alla presupposizione metafisica di
uno Spirito Assoluto, come nell’Idealismo hegeliano? Per Comte la risposta sta nel riconoscimento di
un’unità organica implicita nei Saperi stessi, da considerarsi ciascuno sì come una parte del Tutto, ma
senza essere il fenomeno parziale di uno Spirito che li trascende, bensì determinati dal ruolo e dalla
funzione necessaria al mantenimento della loro unità strutturale. E’ con questa visione del Sapere come un
organismo autonomo in cui trovano espressione tutte le facoltà umane, dalla Conoscenza
all'Immaginazione, dal Sentimento alla Volontà, che Comte costruisce un’alternativa all’organizzazione
metafisica e idealistica dei Saperi. Egli fa dell’unità dei saperi una sorta di struttura universale soggiacente
a tutti i suoi mutamenti storici, dove ciò che muta è solo l’organizzazione interna dei contenuti, cosicchè
Comte rivaleggia con le dominanti filosofie della storia di matrice idealistica (Hegel) o materialistica (Marx),
con una propria e alternativa filosofia della storia basata sulla Legge dei tre Stadi. Essa riconosce nella
storia la successione di tre saperi dominanti che hanno condizionato gerarchicamente i saperi ad essi
sincronici, e insieme preparato il passaggio ad una nuova fase storica, caratterizzata da un nuovo sapere
dominante. C. riecheggia la filosofia della storia di Vico, con la sua divisione nelle tre età degli Dei, degli
Eroi e degli Uomini, a cui fa corrispondere lo stadio Teologico, lo stadio Metafisico e lo stadio attuale e
finale della Scienza Positiva. Pur distaccandosi dall’Idealismo, C. ne conserva l’impronta sintetica con
l’assegnare allo stadio ultimo della Scienza Positiva il fine implicito negli stadi precedenti, secondo
l’alternarsi, vagamente dialettico, di un’età organica e compatta come quella dominata dalla Teologia, a cui
segue un’età critica e disorganica come quella dominata dalla Metafisica, per ritornare poi all’età organica,
matura e definitiva, dello stadio della Scienza Positiva, dove ‘positiva’ va inteso in senso alternativo
all’astratta speculazione dialettica, in quanto basata sul primato dei ‘fatti concreti’ e dei fenomeni che li
manifestano.
I tre Stadi evolutivi dei Saperi umani - Lo stadio Teologico è il lungo periodo della storia
dell’umanità, paragonabile alla condizione infantile dell’uomo, in cui il sapere è dominato in origine dalla facoltà
dell’Immaginazione, che attribuisce la causa dei molteplici fenomeni naturali all’intervento di spiriti, forze magiche ed
entità soprannaturali. E’ lo stadio che C. chiama anche 'Fittizio', per il carattere fantastico di tutte le credenze e le
spiegazioni date, ma che svolge il compito essenziale di far uscire l’uomo dall’originaria bestialità e condurlo a forme
di religiosità sempre più spirituali. Attraverso le tappe del Feticismo, che attribuisce ad ogni cosa naturale una vita
spirituale, del Politeismo, con un immaginario mondo superiore popolato da divinità antropomorfiche, e infine del
Monoteismo, con le religioni del dio unico e spirituale, privo ormai di elementi immaginari e fantastici, questo stadio
raggiunge il culmine nella teologia cristiana del medioevo, secondo una organicità gerarchica e razionale dei saperi che
si estende anche alla vita politica, sottomessa ad un unico principio d’autorità e con governi di tipo teocratico. Lo
stadio Metafisico è preparato dall’avvento del Monoteismo con il sentimento della dipendenza di tutti i fenomeni
naturali da un’unica causa. A partire dal Rinascimento, essa viene cercata nelle entità astratte che la ragione riconosce
a fondamento di tutta la realtà, e che si manifestano nell’universalità delle Leggi della Natura. Tale stadio assolve il
ruolo positivo di sottoporre a critica il primato teologico, ma l’astrattezza delle entità concettuali e il ricorso al vecchio
armamentario delle ‘Sostanze’ e delle ‘Essenze’ per trovare spiegazioni valide per ogni realtà, impediscono ai nuovi
saperi di strutturarsi con la medesima organicità dello stadio Teologico. E’ una disorganicità che si manifesta
soprattutto sul piano etico e politico, con la delegittimazione dell’autorità propria dei sovrani, contrastata ormai
dalla sovranità popolare, soggetta per sua natura all’arbitrio e all’ambizione degli individui, essi stessi governati da
un’etica che oscilla tra Ragione e Sentimento, nel generale disordine sociale culminato infine con la rivoluzione
francese. Lo stadio Scientifico segna infine il ritorno ad una nuova organicità della struttura dei saperi, che abbandona
la sterilità della ricerca delle cause ultime, per indirizzarsi all’osservazione e allo studio dei fenomeni nei ‘ fatti concreti’
che li manifestano, per ricavare da essi l’universalità delle Leggi di natura che li governano, negli ambiti delle diverse
scienze. Invece delle sofisticate mediazioni dialettiche per giustificare i ‘fatti’, bisogna riconoscere la loro positività
non come pure realtà empiriche, bensì come realtà mediate dai metodi messi in atto dalle pratiche scientifiche
relative all'ordine, anche storico, del loro apparire. C. ricava una classificazione delle scienze proprio dalla specificità
dei metodi che ritagliano un particolare ordine di ‘fatti’ come proprio ‘oggetto’, come il metodo osservativo per
l’Astronomia, il metodo sperimentale per la Fisica, il metodo divisionista e comparativo per la Chimica e la Biologia,
in cui ciascuno somma a se stesso i precedenti secondo una complessità crescente e una generalità decrescente, nella
progressiva sottomissione di tutti i Saperi alla Scienza suprema che ha preceduto tutte le altre, la Matematica, vera
generatrice dell’omogeneità che accomuna tutte le scienze, pur nella diversità dei loro oggetti e dei loro metodi. Ma
la positività del ‘fatto’ scientificamente isolato si manifesta soprattutto nel potere di previsione del suo ripetersi,
qualora si verifichino le medesime condizioni empiriche, costituendo così il sapere più utile per estendere il dominio
tecnico dell’uomo sulla natura e farne la condizione di un costante Progresso del benessere dell'umanità,
teoricamente illimitato nella sua evoluzione.
Dalla Sociologia alla Sociocrazia - Secondo la Legge dei tre Stadi tutti i saperi dell’uomo, prima di
accedere allo Stadio Scientifico, sono passati attraverso gli Stadi precedenti, come accaduto all'Astronomia,
nata come Astrologia per essere poi la Fisica Celeste di Aristotele e infine la Scienza osservativa fondata da
Galilei, o alla Chimica, progressivamente affrancatasi dalla Magia e dall’Alchimia. Ma perchè la Scienza
possa davvero costituire l’unità organica e complessiva del terzo Stadio manca un salto qualitativo
fondamentale: portare ad essere oggetto di scienza, sul modello delle scienze naturali, tutti i fenomeni
della vita sociale degli uomini, finora ancora sottomessa a spiegazioni di carattere teologico o metafisico.
E’ la nascita auspicata da C. di una Fisica Sociale o Sociologia, che segni chiaramente l’accesso delle Scienze
Umane, dell’Etica, della Politica e dell’Economia, allo Stadio Scientifico o Positivo. La Sociologia permetterà
lo studio dei 'fatti sociali’ secondo un metodo storico che utilizza per se stesso le conquiste dei metodi delle
scienze naturali; un metodo capace di previsione storica dell’evoluzione sociale, perché fondato sulla
considerazione delle società umane come un tutto organico; una nuova scienza capace di svolgere il ruolo
di vera forza rigeneratrice dello spirito di una società, finalmente sottratta all’anarchia intellettuale e
all’autorità religiosa degli stadi precedenti. C. rifiuta lo statuto di scienza alla Psicologia, ritenendo
inattingibile alla scienza la peculiare singolarità psichica di ciascuno; si può avere scienza dell'uomo solo
studiandone i comportamenti all'interno dell'organismo sociale, che segue leggi proprie, ben distinte sia
dalla fisiologia individuale, sia dall’introspezione psichica dell’interiorità umana. Le articolazioni della
Sociologia vanno cercate sia nelle Leggi che spieghino la ‘statica’ del consenso e dell’accordo delle parti costitutive
nel tutto di una società, dell’armonia tra le strutture politiche e le modalità del conoscere, tra le pratiche religiose e le
pratiche scientifiche, per giungere ad una Teoria che descriva l’ordine strutturale dei saperi in contesti sociali diversi;
sia nelle Leggi che spieghino la ‘dinamica’ dello sviluppo di un organismo sociale, nei passaggi da uno stadio all’altro,
secondo una Teoria positiva del progresso e della emancipazione sociale applicabile ai diversi contesti socio-culturali.
Al disordine politico introdotto dalla sovranità popolare, la sociologia consentirà di sostituire una vera e
propria Sociocrazia, cioè un governo dei moderni scienziati sociali, chiamati a dare attualità alle idee di
ordine e progresso attraverso l’organizzazione scientifica della società, sempre più identificata con la
struttura produttiva della moderna industria, divenuta il riflesso del dominio della borghesia. E’ questa,
secondo C., la condizione per porre in atto un progresso definitivo dell’umanità capace di subordinare gli
egoismi individuali e di classe all’armonia dell’insieme sociale, generatore di per sé di sentimenti altruistici
nonostante le forti limitazioni alle libertà personali che l’autorità tecnico-scientifica estenderà a tutta la
società. L’emancipazione e la liberazione dell’umanità dai conflitti di classe, che Marx vedeva realizzabile
solo con la prassi rivoluzionaria, sarà raggiungibile, secondo C., attraverso l’estensione dei metodi della
scienza positiva al governo dell’intera società, per il suo potere di previsione dei ‘fatti sociali’, utile a
decretare le scelte politiche delle azioni più utili. Nel contesto di una Teoria Sociologica che vuole
prefigurare la totalità dell’assetto sociale, anche le pratiche religiose dovranno subire la gerarchizzazione al
potere della scienza, sostituendo al Dio della tradizione il 'Grande Essere dell’umanità' vista nel suo
insieme e nella sua Storia, da celebrarsi nelle figure dei grandi uomini e scienziati che con le loro conquiste
e scoperte hanno favorito e promosso il progresso e l’emancipazione delle società umane, così come
prevede e profetizza lo stesso C., con la stesura di un vero e proprio Catechismo e Calendario Positivista.
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