Notte di “Escursioni tra mare e cielo”

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Pianeta scienza
IL PICCOLO MERCOLEDÌ 31 AGOSTO 2011
Icgeb primo centro italiano su iTunes U
Lezioni, meeting e corsi organizzati dal Centro internazionale di ingegneria genetica e biotecnologie (Icgeb) sono ora distribuiti come filmati da iTunes
U, la piattaforma digitale della
Apple dedicata alle Università e
al mondo dell’educazione.
iTunes U è un potente sistema di distribuzione di contenuti informativi, che permette di
condividere materiali didattici
con studenti e ricercatori interessati. A livello internazionale,
Uno dei laboratori dell’Icgeb
molte università prestigiose
hanno siti iTunes U attivi. Di
queste, circa la metà (fra cui
Oxford, Cambridge, Open University, Harvard e Stanford) vi
distribuiscono i propri contenuti pubblicamente. Nella sezione Beyond Campus di iTunes
U, cui l’Icgeb è il primo centro
italiano ad aderire, studenti e
docenti possono usufruire di
materiali forniti da enti rinomati come il MoMA, la New York
Public Library, National Geo-
graphic e diversi altri.
L’Icgeb, nelle sue sedi di Trieste, Città del Capo e Nuova
Delhi e grazie all’interazione
con più di 40 centri affiliati in
tutto il mondo, svolge intense
attività di formazione nel campo della ricerca molecolare nei
settori delle biotecnologie mediche e alimentari. Grazie all’accordo per l’utilizzo della piattaforma di iTunes U, il contenuto
educativo di queste iniziative
può essere ora facilmente ac-
cessibile a chiunque sia interessato a uno specifico argomento. Il materiale multimediale
consiste in filmati, relativi a lezioni e seminari tenuti da esperti internazionali, scaricabili gratuitamente da qualsiasi dispositivo che utilizzi iTunes (Mac,
Pc, iPod, iPhone, iPad), analogamente a quanto avviene per
le canzoni. Le collezioni, aggiornate quotidianamente, spaziano dalla ricerca sui tumori alle
cellule staminali, dalla biologia
molecolare di base alle malattie
cardiovascolari. Già nella prima settimana di funzionamento, si sono registrati più di 1000
visite e 500 download.
Notte di “Escursioni tra mare e cielo”
All’appuntamento del 23 settembre ricercatori e pubblico assieme in mongolfiera o a bordo di un’imbarcazione
di Matteo Unterweger
A bordo di una mongolfiera sorvolando piazza Unità, per riflettere sulla fisica degli aerostati.
Oppure approfondire tutti i fenomeni marini navigando sul
Delfino Verde e, sempre via mare ma alla sera, osservare stelle
e costellazioni scoprendone
nomi e segreti. Sono le proposte delle “Escursioni tra mare e
cielo” che la Notte dei ricercatori 2011, la cui denominazione ufficiale è “Star-Science in
Trieste and Researchers” e della quale Il Piccolo è media partner, porterà in dote il prossimo
23 settembre a Trieste.
Inserite nel programma generale dell’appuntamento queste particolari gite scientifiche
andranno appunto dall’esperienza del volo in mongolfiera
con “Staccando l’ombra da terra”, a cura di Immaginario
scientifico e Università, alla
scoperta di correnti e maree
dal Delfino Verde con “Scienza
sulle onde: l’energia sul mare”,
organizzata dall’Ogs - Istituto
nazionale di oceanografia e geofisica sperimentale, e ancora
alla chiacchierata sulla volta celeste (sempre viaggiando sul
mare) grazie a “Scienza sulle
onde: il cielo sul golfo di Trieste”, realizzata grazie all’Istituto nazionale di astrofisica - Os-
IMAGINE SCIENCE
AL MICROSCOPIO
❙❙ Per la prima volta, anche le città
di Udine, Gorizia e Nova Gorica, il 23
settembre, parteciperanno alla Notte dei Ricercatori. Nell’ambito del
progetto “Rebound - Researchers on
the boundary” presentato e ideato
dall’Università di Udine, quella di
Nova Gorica, Friuli Innovazione e dal
Primorski Tehnoloski Park, avranno
luogo diversi concorsi con l’obiettivo di avvicinare il pubblico alla ricerca. Tra questi, “Imagine science”:
scatti fotografici o produzione di
video pensati per dare un’interpretazione personale riguardo al mondo
dei ricercatori. La partecipazione è
rivolta agli iscritti-diplomati nelle
scuole di grafica, design, pubblicità
e comunicazione e a chiunque voglia
mettere alla prova la propria creatività e rientri nella fascia di età dai
18 ai 35 anni. Il materiale dovrà essere consegnato entro il 19 settembre.
Premiazioni nella serata del 23. In
palio un viaggio studio, apparecchi
tecnologici e attrezzatura sportiva.
Partecipanti a una delle escursioni della scorsa edizione prima della partenza
servatorio
astronomico
(Inaf-Oats).
Proprio sull’occasione per
spaziare con lo sguardo tra una
stella e l’altra si sofferma Massimo Ramella, responsabile della
divulgazione
didattica
dell’Inaf-Oats: «Rispetto all’edizione scorsa - rivela - non avremo la luna in cielo e questo ci
permetterà quindi di vedere bene almeno le stelle più importanti sopra la nostra testa. Il cielo quella sera sarà dominato da
un triangolo di stelle luminose,
particolarmente interessante
perché permetterà ai neofiti di
orientarsi nel cielo. Noi, tempo
permettendo, guideremo nella
navigazione i partecipanti
Studiare il Dna
per riscoprire
il nostro passato
di Mauro Giacca
P
usando un laser verde per puntare le stelle e far capire loro ciò
di cui stiamo parlando. Contemporaneamente - conclude
Ramella -, siccome non tutti
potranno partecipare alle osservazioni nello stesso momento, due astronomi sotto coperta risponderanno alle domande dell’altra metà del gruppo».
Poi, le parti si invertiranno ovviamente.
Va anche ricordato che le
escursioni sul Delfino Verde saranno gratuite, ma con prenotazione obbligatoria. Tempi e
modalità verranno specificati a
breve sul sito web www.nottedeiricercatoritrieste.it.
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Parovel: «La musica è scambio di energia»
Il direttore del Tartini: «Fisico, emozioni e informazioni. Il gesto è suono, lo dimostreremo alla città»
Massimo Parovel
La musica è l’arte dei suoni. È
un linguaggio universale. È
energia. E nella Notte dei ricercatori 2011, dedicata all’energia declinata in tutte le sue forme, non potevano mancare
numerose proposte musicali.
Dalle colonne sonore che arricchiscono i film, alla realizzazione di un esperimento fisico cui
verrà data voce propria, alla
trasformazione dei movimenti
in suoni.
Saranno i musicisti del conservatorio Tartini, diretto da
Massimo Parovel, e i ricercatori dell’Ictp a coinvolgere il pubblico in attività ad alta carica
energetica. Previste anche due
conferenze spettacolo, a cura
di Area e Tartini.
Professor Parovel, tutte le
forme di energia si possono
convertire una nell’altra o
questo vale solo per energia
acustica-energia luminosa,
che è l’oggetto della rappresentazione Ecosistema multimodale?
Ogni volta che ascoltiamo
dei suoni, o della musica, si verifica uno scambio di energia
tra l’esecutore e il pubblico; e
ciò succede in particolar modo
dal vivo. Lo scambio può essere fisico, piacevole o spiacevole, come nel caso di vibrazioni
profonde: pensiamo ai tambu-
Galileo. Koch. Jenner. Pasteur. Marconi. Fleming...
Precursori dell’odierna schiera di ricercatori
che con impegno strenuo e generoso (e spesso oscuro)
profondono ogni giorno scienza, intelletto e fatica
imprimendo svolte decisive al vivere civile.
Incoraggiare la ricerca significa
optare in concreto per il progresso del benessere sociale.
La Fondazione lo crede da sempre.
ri africani o ai ritmi delle moderne discoteche, che per alcuni sono piacevoli, per altri spiacevoli. Ma ci può essere anche
uno scambio di energia emozionale, specie se il nostro livello di comprensione di quel brano musicale è alto. E poi c’è
l’informazione che noi otteniamo dalla musica e quella che il
pubblico ritrasmette a chi la
musica la sta suonando.
Da anni il Tartini sta percorrendo un filone di sperimentazione musicale, di cui verrà
dato un saggio anche nella
Notte. Di che cosa si tratta?
Nell’evento denominato Eggs mostreremo come si sonifi-
ca un gesto. Applicando dei
sensori sul corpo, ne trasformeremo i movimenti in segnali acustici. C’è una grandissima
creatività in questo tipo di sperimentazione che, fra l’altro,
stiamo presentando nelle scuole elementari di Trieste grazie a
un progetto finanziato dalla
Regione.
Coinvolgerete il pubblico?
Come sempre. A cominciare
dall’inaugurazione, con una selezione di colonne sonore evocative per fasce di età, all’evento Mousikòs Energéion, che riproporrà in chiave jazz musiche dall’antica Grecia in poi.
Cristina Serra
questa pagina è realizzata in collaborazione con
iù stimolante di un thriller poliziesco, è continuata anche questa estate
l’avvincente ricerca delle radici
evolutive dell’uomo moderno.
Fin dagli inizi degli anni ’80,
pensavamo che un prima migrazione, avvenuta circa 1.8 milioni di anni fa, avesse portato
una specie di ominidi (Homo
erectus) fuori dall’Africa. Discendente di quegli ominidi era
l’uomo di Neanderthal. Noi
non saremmo però figli di quegli uomini, ma frutto di un’altra
migrazione sempre a partire
dall’Africa, in tempi molto più
recenti, in cui un nostro antenato (Homo sapiens) avrebbe soppiantato il primitivo Neanderthal. È stata la scoperta di un
nuovo ominide, nella grotta di
Denisova, nei monti Altai nel
sud della Siberia, a gettare qualche dubbio su come la storia sia
effettivamente andata. L’analisi della sequenza del Dna a partire dai fossili di questo ominide, denominato Homo denisovensis, ha rivelato che circa il
4-6% del genoma delle popolazioni attuali della Melanesia
(Papua Nuova Guinea) deriva
da questo antenato. Inoltre, circa l’1-4% del Dna degli europei
e degli asiatici attuali è risultato
avere le stesse sequenze dell’uomo di Neanderthal. Lo scenario
attualmente più plausibile,
quindi, ricostruito a luglio in un
memorabile meeting nella grotta di Denisova e riportato qualche giorno fa dalla rivista Science, sarebbe quello di una migrazione degli umani moderni fuori dall’Africa circa 100.000 anni
fa. Durante questa migrazione,
questa popolazione si sarebbe
prima incrociata sessualmente
con i Neanderthal e poi, sulla
rotta asiatica, con i Denisoviani, ed entrambe queste popolazioni ancestrali avrebbero lasciato un contributo importante al nostro patrimonio ereditario attuale.
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