Il monitoraggio ambulatoriale della pressione arteriosa

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Il monitoraggio ambulatoriale della pressione
arteriosa nella gestione del paziente iperteso
*Eugenio Greco – **Raffaella Greco
*ESC Fellow – MD Department of Internal Medicine, Institute Ninetta Rosano-Clinica Tricarico, Belvedere M.mo (CS)
– ITALY
**Scientific Institute Ospedale San Raffaele – Milan – ITALY
Introduzione
Un efficace controllo della pressione arteriosa riduce in maniera evidente il rischio di patologie
cerebrali (ictus ischemico ed emorragico, multipli infarti cerebrali silenti), coronariche (infarto
miocardico acuto, angina), renali (insufficienza renale cronica), scompenso cardiaco(1). Il JNC7
(Seventh Report of the Joint National Committee on Prevention, Detection, Evaluation and
Treatment of High Blood Pressure)(1) e le Linee Guida ESC-ESH 2007/2009 (European Society of
Cardiology-European Society of Hypertension)(2) raccomandano un “Goal pressorio” di PA<140/90
mmHg nei pazienti ipertesi senza altre patologie in atto, e di PA<130-135/80-85 mmHg nei pazienti
con 3 o più Fattori di Rischio Cardiovascolare o affetti da Diabete Mellito, Sindrome Metabolica,
Danno d’Organo, Malattia Cardiovascolare o Renale conclamata.
La percentuale di pazienti che raggiunge il target di pressione arteriosa raccomandato con la
somministrazione di un solo farmaco antiipertensivo è bassa, e, quindi, è spesso necessario
aggiungere in terapia uno o più farmaci antiipertensivi per raggiungere il “Goal pressorio”
assegnato.
Monitoraggio ambulatoriale della pressione arteriosa delle 24-h
Il monitoraggio ambulatoriale della pressione arteriosa delle 24-h è un mezzo per la valutazione
della pressione arteriosa che ha un valore prognostico significativo; vi è infatti una evidenza certa
che i valori ottenuti con tale metodica siano i migliori predittori, rispetto a quelli ottenuti con la
misurazione della pressione arteriosa “clinica”, di ictus cerebrale, infarto miocardico e morte
cardiovascolare sia nei pazienti ipertesi in trattamento farmacologico che in quelli non in
trattamento farmacologico, ed ha inoltre dimostrato essere superiore anche nella predizione della
regressione dell’ipertrofia ventricolare sinistra indotta dalla terapia nei pazienti con ipertensione
arteriosa essenziale associata ad ipertrofia ventricolare sinistra(3).
Variazioni circadiane della pressione arteriosa
Il monitoraggio ambulatoriale della pressione arteriosa delle 24-h è anche uno strumento
diagnostico insostituibile per la determinazione delle variazioni circadiane della pressione
arteriosa(4). Un aumento dei valori pressori nelle prime ore del mattino (approssimativamente alle
ore 06.00: Early morning blood pressure surge), che coincide con il risveglio mattutino dopo il
sonno notturno, è un evento documentato sia nei pazienti normotesi che nei pazienti ipertesi non
trattati farmacologicamente(5). L’incidenza di eventi cardiovascolari, inclusi ictus cerebrale ed
infarto miocardico, è più frequente nelle prime ore del mattino, ed è stato ipotizzato che
l’innalzamento mattutino della pressione arteriosa possa agire come fattore scatenante per questi
eventi(6-10). Normalmente i farmaci antiipertensivi sono assunti una volta al giorno al mattino,
quando già si è manifestato l’innalzamento mattutino della pressione arteriosa che in questo caso
(pazienti ipertesi in trattamento farmacologico) coincide con il declino dell’attività antiipertensiva
dei farmaci, dipendente dalla loro emivita; pertanto farmaci antipertensivi che possano mantenere il
controllo pressorio per l’intero arco delle 24 ore o un frazionamento delle dosi nel caso
dell’assunzione di più farmaci possono essere più efficaci in termini di riduzione degli eventi
cardiovascolari; tutto questo può essere meglio analizzato con il monitoraggio ambulatoriale della
pressione arteriosa delle 24-h.
Conclusioni
I valori soglia di pressione arteriosa per porre diagnosi di ipertensione arteriosa mediante il
monitoraggio ambulatoriale della pressione arteriosa sono stati identificati in 130-135/80 mmHg per
il periodo diurno, 120/70 mmHg per il periodo notturno, 125-130/80 mmHg per il monitoraggio
delle 24 ore(1-2), poiché al di sotto di questi valori vi è una minore incidenza di eventi
cardiovascolari; le decisioni cliniche dovrebbero basarsi, quindi, sull’esame dei valori suddetti,
mentre altre informazioni (deviazione standard dei valori pressori, incremento pressorio mattutino,
ecc.) sono limitate per il momento all’ambito della ricerca.
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Eugenio Greco, MD, PhD, FESC
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