37° FESTIVAL DELLA VALLE D’ITRIA Martina Franca, 15 luglio - 2 agosto 2011 37° Festival della Valle d’Itria 2011 COMUNICATO STAMPA XXXVII FESTIVAL DELLA VALLE D’ITRIA FASCINAZIONI, SFIDE, VISIONI: LA COSCIENZA DEL POTERE Sei opere di raro o rarissimo ascolto, tra cui una prima ripresa mondiale in tempi moderni e due prime assolute italiane; quattro concerti sinfonico-corali; quattro serate dedicate al Novecento con due cicli liederistici mahleriani, una rassegna di pagine vocali della Entartete Musik, una lettura drammatica con ensemble e un’opera-gioco per bambini; tre serate di grande cinema d’autore nel solco dei temi del festival; una festa del belcanto con il Premio Celletti assegnato a una grande primadonna del belcanto e anche una mostra di pittura e arte grafica di un artista contemporaneo di fama internazionale. Questo, in sintesi, il programma del XXXVII Festival della Valle d’Itria che, nonostante il momento di oggettiva e frustrante difficoltà del mondo culturale e musicale del nostro paese, non solo non arretra nel suo impegno per la musica, per il teatro, per l’arte ma, addirittura, rilancia. Dal 15 luglio al 2 agosto, diciannove serate dedicate alla musica, al teatro, al cinema, al talento; come lo scorso anno, vale la formula di “uno spettacolo al giorno”: nello storico cortile del Palazzo Ducale, nella suggestiva cornice del Chiostro del Carmine, ma – da quest’anno – anche sul palcoscenico del piccolo Teatro Verdi di Martina Franca e del nuovissimo Teatro “Paolo Grassi” di Cisternino: due nuovi spazi per le proposte del Festival. I titoli operistici della XXXVII edizione del Festival della Valle d'Itria disegnano un itinerario nella storia del teatro musicale dal XVII al XX secolo: da Cavalli a Krenek, dalla Scuola pugliese-napoletana di Tritto a Rossini e Kongold. Aureliano in Palmira di Rossini, con la parte di Arsace restituita a un interprete maschile, secondo la volontà originaria dell’Autore, che scrisse il ruolo per la fulgida voce di Giovanni Battista Velluti, di cui ricorre il 150° anniversario della morte; Il novello Giasone di Francesco Cavalli rielaborato da Alessandro Stradella, prima esecuzione mondiale in epoca moderna che riporta alla luce il più acclamato capolavoro del XVII secolo nella versione rivisitata in chiave “modernista” da Stradella; l’inedito dittico con Der Ring des Polykrates di Korngold e Das geheime Königreich di Krenek, che riaccosta i due musicisti protagonisti di una delle più accese querelle della storia del teatro musicale novecentesco, quella che nel 1927 divise la Germania tra i fautori avanguardisti di Krenek e i puristi depositari della tradizione, che inneggiavano a Korngold. Ai giovani artisti della neonata Accademia del Belcanto “Rodolfo Celletti” sarà invece affidata un’opera gioiello della Scuola pugliese-napoletana: Il convitato di pietra di Giacomo Tritto, autore mai finora approdato al Festival della Valle d’Itria, la cui “commedia in musica” è citata nei libri di storia dell’opera come la prima realizzazione in musica del mito di Don Giovanni di cui sia rimasta testimonianza. Centro Artistico Musicale “Paolo Grassi” – 74015 Martina Franca – Palazzo Ducale – tel. 08048051000 – fax 0804805120 e-mail: [email protected] – sito web: www.festivaldellavalleditria.it 37° Festival della Valle d’Itria 2011 Il ricco e variegato cartellone del prossimo Festival della Valle d'Itria si tratteggia come un’esplorazione che percorre lo spazio del mito: dalle suggestioni esotiche neoclassiche della città di Palmira e della mitica regina Zenobia, all’epopea degli Argonauti di Giasone alla ricerca del vello d’oro; dalle suggestioni oniriche della fiaba del regno segreto di Krenek, nel quale il Re senza nome, depresso e in crisi esistenziale, consegna la corona al Folle, che si rivela il più saggio dei precettori, fino alla mitica vicenda di Policrate, leggendario tiranno di Samo, e del suo anello, simbolo della più sfacciata fortuna e di quanto questa, senza la conoscenza diretta ed esorcizzante del sacrificio, possa attirare le più grandi sventure. Don Giovanni, infine: l’archetipico detentore della probabilmente più antica, pericolosa e ambigua espressione del potere, quello del fascino e della seduzione. Segue quindi le tracce delle dimensioni visionarie e fascinose del mito, e del suo spazio fuori dal tempo, il percorso che si snoda a Martina Franca la prossima estate. Ma non è tempo, il nostro, per organizzare fughe dal presente e dalle responsabilità cui ci chiama la realtà. È il momento, invece, di recuperare a pieno titolo e con lucida convenzione la vocazione civile del fare teatro, valorizzandone l’aspetto di luogo deputato all’incontro di coscienze, intelligenze e sensibilità diverse: lo spazio della “polis” nel quale – per usare un’espressione cara a Paolo Grassi – “una collettività ragiona su se stessa”, sulle proprie origini e sulla consapevolezza delle proprie traiettorie verso il futuro; con il linguaggio tipico della coscienza mitica, quella dell’emozione condivisa. Catartica, non evasiva. Il tema del XXXVII Festival della Valle d’Itria – “la coscienza del potere” – ci riporta quindi al teatro dell’impegno, etico e civile; e le opere scelte stimolano una riflessione, quanto mai opportuna in un momento di gravissima crisi, sul valore della cultura nella nostra società. E la “coscienza del potere”, intesa sia come consapevolezza che come assunzione di responsabilità etica, è presa in esame secondo tre pregnanti e ambigue declinazioni: fascinazioni, sfide, visioni. Non vi è “potere” che non sappia affascinare, anche nella più occulta definizione di affascino; non vi è possibilità di definire e condizionare scelte e percorsi collettivi senza saper lanciare, vincendone almeno la maggior parte, continue sfide; non c’è, infine, possibilità di detenere a lungo il potere se non si è in grado di esprimere e suggerire visioni in grado di accendere e illuminare la coscienza della collettività. I protagonisti delle produzioni operistiche sono innanzitutto, nella più classica e nobile tradizione martinese, giovani di grande talento, desiderosi di farsi conoscere e apprezzare, magari per la prima volta, anche in Italia e al pubblico internazionale presente in Valle d’Itria; accanto a loro – con loro – affermati professionisti e nomi acclamati del teatro e della musica internazionale. L’opera inaugurale – Aureliano in Palmira – sarà affidata alla bacchetta del ventinovenne Giacomo Sagripanti, reduce da un anno di prestigiose affermazioni in Italia e all’estero, uno dei nomi emergenti nel panorama dei nuovi direttori italiani. Il prossimo autunno porterà il Gianni di Parigi, fortunata produzione con cui si era brillantemente presentato al pubblico di Martina Franca lo scorso anno, al Festival di Wexford in Irlanda: si tratta di una significativa conferma dei valori espressi dalle produzioni artistiche del Festival della Valle d’Itria che, per la prima volta, vedrà Centro Artistico Musicale “Paolo Grassi” – 74015 Martina Franca – Palazzo Ducale – tel. 08048051000 – fax 0804805120 e-mail: [email protected] – sito web: www.festivaldellavalleditria.it 37° Festival della Valle d’Itria 2011 continuare a vivere – su un palcoscenico lontano – una propria creatura. Un segno che invita all’ottimismo. La regia è affidata a Timothy Nelson, trentaduenne americano definito dalla stampa statunitense “il futuro dell’opera lirica”, al suo debutto italiano. Nelson, in grado di esprimere un raffinato equilibrio tra classicismo estetico e approfondimento drammaturgico di forte impronta contemporanea, si avvarrà della presenza di un’artista di eccezione, la ballerina Louise Frank della Rotterdam Dance Academy, già veterana della compagnia di Pina Bausch e della collaborazione del talentoso coreografo greco Nikos Lagousakos. La compagnia di canto si preannuncia di grande livello, a partire dall’attesissimo ritorno a Martina del controtenore argentino Franco Fagioli, trionfatore della scorsa edizione del Festival con un indimenticabile Bertarido nella Rodelinda di Handel, che gli è valso il Premio Abbiati quale miglior cantante dell’anno. A Fagioli il compito di restituire al ruolo di Arsace il virtuosismo belcantista che Rossini aveva pensato per il castrato Giovanni Battista Velluti: un modo per ricordare il primo interprete del ruolo, a centocinquanta anni dalla morte. Il giovane tenore romeno Bogdan Mihai, dalla sorprendente estensione e agilità, già messosi in luce in ruoli rossiniani che gli hanno valso trionfi in tutta Europa, interpreterà il ruolo di Aureliano, l’imperatore diviso tra responsabilità politica e passione privata. Al suo fianco un nuovo volto del belcanto rossiniano, al suo debutto assoluto in Italia: l’americana Maria Aleida ha tutti i numeri per rivelarsi una delle più belle sorprese del Festival. Le scene saranno di Tiziano Santi, tra i più raffinati, poetici e visionari scenografi di oggi, e i costumi di Michelle Cantwell. Roman Brogli-Sacher, affermato direttore esperto di repertorio tedesco, General Musik Direktor del Teatro di Lubecca, vincitore nel 2010 del premio per il miglior Ring realizzato nell’anno, e Franco Ripa di Meana, intelligente e poliedrico regista in grado di restituire a uno spettacolo operistico la dimensione della recitazione e della forza del teatro più autentico, firmeranno il dittico Korngold-Krenek, accostamento inedito di due notevolissime partiture mai eseguite in Italia. Le due compagnie di canto, che esigono interpreti vocali e attoriali di primissimo rango, allineano nomi già affermati soprattutto in ambito tedesco, quali Ausrine Stundyte, Ladislav Elgr, Antonio Yang, Martin Winkler e Christian Baumgärtl, ai quali si affiancano giovani emergenti di notevoli qualità quali Zuzana Marková e Anne Ellersiek. Tiziano Santi firma le scene anche di questo dittico, con i costumi di Marco Idini. Tra le operazioni più attese del XXXVII Festival della Valle d’Itria è senz’altro la prima esecuzione mondiale in epoca moderna di un capolavoro ritrovato, Il novello Giasone, che Alessandro Stradella rielabora a partire dal celebrato e alla sua epoca popolarissimo Giasone di Francesco Cavalli. L’operazione si avvale della prestigiosa paternità musicologica di Lorenzo Bianconi, dell’edizione curata da Nicola Usula e Marco Beghelli del Dams di Bologna e della consulenza per la drammaturgia di Vincenzo De Vivo. Centro Artistico Musicale “Paolo Grassi” – 74015 Martina Franca – Palazzo Ducale – tel. 08048051000 – fax 0804805120 e-mail: [email protected] – sito web: www.festivaldellavalleditria.it 37° Festival della Valle d’Itria 2011 Antonio Greco, raffinato e sensibile maestro del repertorio seicentesco, guiderà il Festival Baroque Ensemble dell’Orchestra Internazionale d’Italia, un nuovo gruppo di eccellenti musicisti e strumentisti di musica antica appositamente costituitosi. Lo spettacolo, che sarà messo in scena nel piccolo Teatro Verdi che torna ad essere, dopo molti anni, uno dei luoghi del Festival, è firmato da un team di giovani artisti di riconosciuto talento guidato dalla regista francese Juliette Deschamps, con lo scenografo Benito Leonori e la costumista Vanessa Sannino. Il cast richiede, come sempre e in particolare per un’opera seicentesca, un gruppo di attori cantanti affiatato e dalle straordinarie doti musicali e interpretative. La compagnia di canto, che raggruppa affermati nomi del repertorio barocco quali Mirko Guadagnini, Roberta Mameli, Luigi De Donato, Gabriella Costa e Krystian Adam affiancati da giovani agli inizi di carriera, ha nel protagonista Borja Quiza un interprete di ammirevoli qualità vocali ed attoriali e soprattutto nella grande Daniela Dessì una Medea di straordinario valore drammatico e vocale. Il grande soprano torna a Martina Franca dopo vent’anni dalla sua ultima apparizione in un festival che l’ha vista affermarsi nei suoi primi passi, a partire da un’indimenticata Poppea monteverdiana del 1988. Daniela Dessì rimane una delle poche interpreti di oggi in grado di garantire vocalità immacolata e stilisticamente ineccepibile ai più diversi ambiti del repertorio melodrammatico. Il convitato di Pietra di Giacomo Tritto, rappresentato in un paio di occasioni due decenni fa a Napoli e da allora mai più riproposto, è partitura godibilissima e perfettamente adatta a mettere in luce le qualità vocali dei giovani artisti della nuova Accademia del Belcanto “Rodolfo Celletti”. L’Accademia è nata per formare nuovi interpreti nel solco della cultura e della tradizione belcantistica che il Festival di Martina Franca ha saputo riscoprire e rivitalizzare a partire dalle scelte e dagli insegnamenti del suo illustre e storico direttore artistico. Proposta in forma semiscenica, con la guida di un autentico mattatore quale Domenico Colaianni, tutor dell’Opera Workshop di quest’anno, l’opera sarà diretta dal giovane Matteo Pais, che può mettere al servizio delle sue prime esperienze direttoriali la preziosa esperienza internazionale di coach e di raffinato conoscitore della vocalità di scuola italiana. Particolarmente ricca quest’anno anche la sezione concertistica del Festival, che propone per la prima volta tre concerti sinfonici, di cui uno sinfonico-corale, volti anche a valorizzare le compagini artistiche tradizionalmente di casa a Martina Franca: l’Orchestra Internazionale d’Italia e il Coro di Bratislava, diretto dal Maestro Pavol Prochàzka, protagonista del tradizionale programma di musica sacra con la Petite Messe Solennelle di Rossini, nella versione per due pianoforti ed harmonium, affidata ai pianisti Ettore Papadia, Vincenzo Rana e Keiko Iwabuchi e ai cantanti dell’Accademia Celletti integrati dal basso Luca Tittoto. Nel tratteggiare il programma concertistico del Festival si sono tenuti presenti anche alcuni tra gli anniversari più significativi del’anno, primi tra tutti quelli di Gustav Mahler e Franz Liszt. Il primo concerto è l’occasione per festeggiare i venticinque anni dell’orchestra residente del Festival, e per questo motivo è stato chiamato a dirigerlo uno dei Centro Artistico Musicale “Paolo Grassi” – 74015 Martina Franca – Palazzo Ducale – tel. 08048051000 – fax 0804805120 e-mail: [email protected] – sito web: www.festivaldellavalleditria.it 37° Festival della Valle d’Itria 2011 musicisti storicamente più legati alla storia della compagine, Diego Dini Ciacci, che proporrà, con l’eleganza che lo contraddistingue, un programma di sicura presa, in parte celebrativo dell’anniversario lisztiano, con il Primo concerto per pianoforte preceduto dal poema sinfonico Prometheus. La Quinta sinfonia di Cajkovskij completa la serata, che prevede il debutto martinese di un nuovo talento pianistico italiano, la giovanissima Beatrice Rana, che straordinarie doti tecniche e musicali stanno proiettando sotto i riflettori del pianismo internazionale. Nel solco del tema del Festival è anche l’altra grande sinfonia presente in cartellone, la Prima di Gustav Mahler, “Titan”. I Vier letzte Lieder di Richard Strauss, interpretati dalla splendida voce del soprano lituano Ausrine Stundyte, introdotti dal brano del compositore israeliano Michael Wolpe, The return of the jackals, di sensazionale suggestione drammatica, completano il programma dell’ultimo concerto sinfonico, affidato a uno degli astri nascenti della direzione d’orchestra internazionale, da poco subentrato a Lorin Maazel alla direzione musicale del Teatro di Valencia, il giovane Omer Meir Wellber. Il secondo dei tre concerti sarà interamente dedicato al 150° anniversario dell'Unità d'Italia, una grande festa musicale intorno all'identità nazionale italiana, che trova proprio nella musica una delle ragioni culturali più profonde di una unità "spirituale" prima ancora che politica. Anche questa serata celebrativa, realizzata in collaborazione con la Fanfara dell’Aeronautica Militare di Bari e il 16° Stormo dell’Aeronautica Militare di Martina Franca, riconduce a pieno titolo al tema del Festival, costituendo l'unità nazionale italiana una delle più ambiziose sfide e grandiose visioni della storia moderna. Il concerto sarà l'occasione per ascoltare, insieme a brani popolari ed emblematici della tradizione operistica del nostro paese, la prima esecuzione assoluta di una nuova commissione del Festival della Valle d'Itria, Voci di tenebra azzurra, una rapsodia del giovane compositore italiano Francesco Cilluffo (già acclamato a New York per l’opera Il caso Mortara), che prosegue con convinzione sul cammino dell'impegno per la musica contemporanea già avviato lo scorso anno. Il programma, affidato a Giacomo Sagripanti, prevede la partecipazione del clarinettista Giampiero Sobrino e del mezzosoprano polacco Wioletta Hebrowska. Quello per la musica di oggi è un impegno organico e programmatico del Festival della Valle d’Itria, che trova ulteriore e ancora più compiuta conferma nel programma della sezione "Novecento e oltre", particolarmente ricca di proposte musicali e culturali nel solco del tema del Festival 2011. Tra gli appuntamenti spiccano pagine poco o affatto eseguite quali le sublimi vertigini mahleriane del Das Lied von der Erde nella versione Schönberg e del ciclo completo del Das Knaben Wunderhorn; una serata con Il tribuno di Kagel, nella “lettura drammatica” di Alfonso Antoniozzi, impreziosita da una nuova versione italiana di Dino Villatico, introdotta da un’antologia di arie, duetti e songs di Braunfels, Korngold, Krenek, Schönberg e Weill, intitolata Voci dall’esilio…; l’opera breve in un atto Der Diktator di Krenek in un'inedita versione cameristica appositamente commissionata al giovane compositore italiano Aurelio Scotto, con un cast di giovani interpreti chiamati a una prova impegnativa di teatro musicale novecentesco e affidati alla regia di Alfonso Antoniozzi e alla direzione di Ettore Papadia; infine un'operagioco di Paul Hindemith – Costruiamo una città – che sarà realizzata e interpretata da un gruppo di bambini condotti nella preparazione dell'opera nel corso dei mesi che Centro Artistico Musicale “Paolo Grassi” – 74015 Martina Franca – Palazzo Ducale – tel. 08048051000 – fax 0804805120 e-mail: [email protected] – sito web: www.festivaldellavalleditria.it 37° Festival della Valle d’Itria 2011 precedono il Festival, segno concreto dell’impegno profuso dal Festival nella formazione di nuovo pubblico. L’ultima serata del XXXVII Festival della Valle d’Itria sarà dedicata al belcanto, con la partecipazione di alcuni dei giovani artisti dell’Accademia Celletti in occasione della consegna del Premio Celletti, che va quest’anno a Daniela Dessì, i cui meravigliosi avvii di carriera sono legati proprio a Martina Franca, con alcune interpretazioni rimaste nella memoria e che saranno rievocate in una selezione di arie del suo celebrato e vasto repertorio. Nella suggestiva sede del Chiostro del Carmine si potranno gustare tre serate di grande cinema all’aperto, con Il grande dittatore di Charlie Chaplin, La leggenda di Robin Hood, con le splendide musiche di Erich Korngold e Medea di Pier Paolo Pasolini con Maria Callas nel ruolo della protagonista. La novità dell’edizione 2011 del Festival, infine, è segnata da una mostra straordinaria di pittura e arte grafica dedicata all’estro e alla fantasia poetica e visionaria di Rafal Olbinski, pittore e illustratore polacco naturalizzato americano, che ha illustrato decine di copertine di prestigiosi periodici quali: Newsweek, Time, Business Week, The New York Times, New Yorker and Der Spiegel e creato diversi manifesti d’opera per il Metropolitan Opera House di New York. Tra i numerosi premi e riconoscimenti internazionali, spicca l’Oscar for the World's Most Memorable Poster Prix Savignac 1994 di Parigi. Rafal Olbinski è l’autore del prezioso manifesto della XXXVII edizione del Festival della Valle d’Itria, che illustra con suggestiva e potente visionarietà, tipica della poetica pittorica olbinskiana, il tema del Festival 2011. Alberto Triola Direttore artistico Centro Artistico Musicale “Paolo Grassi” – 74015 Martina Franca – Palazzo Ducale – tel. 08048051000 – fax 0804805120 e-mail: [email protected] – sito web: www.festivaldellavalleditria.it 37° Festival della Valle d’Itria 2011 Gioachino Rossini Aureliano in Palmira Dramma serio per musica in due atti Prima rappresentazione: Milano, Teatro alla Scala, 26 dicembre 1813 La prima scaligera di Aureliano in Palmira - affidata a un cast stellare ma non in forma la sera del debutto - fu un mezzo fiasco, e viene ricordata dalla storia dell’opera per il presunto litigio tra Velluti (il celebre castrato interprete del personaggio di Arsace) e Rossini che, irritato dall’eccesso di fioriture belcantistiche improvvisate dal divo, avrebbe da allora deciso di stenderle di proprio pugno. È più probabile che Rossini, che da sempre aveva scritto per esteso i suoi abbellimenti, desiderasse un canto morbido ed espressivo, evitando acrobatismi che ne snaturassero, tradendone lo spirito, la linea melodica. Al di là di un episodio di colore, più che di sostanza storica, Aureliano rappresenta un felice momento di maturazione di molti stilemi del Rossini comico e serio, giunto con L'italiana in Algeri e Tancredi ad un primo livello di perfezione formale, ed allinea pagine di grande ispirazione con punte, come notava Rodolfo Celletti, di sublime eleganza. Rossini doveva essere consapevole del valore dell’ispirazione di questa partitura, una delle poche rossiniane di cui non si possiede autografo: non a caso, ad esempio, la sinfonia introduttiva, passata dapprima all'Elisabetta Regina d’Inghilterra, divenne in seguito quella celeberrima del Barbiere di Siviglia, mentre la cabaletta di Arsace, "Non lasciarmi in tal momento", fornì più di uno spunto per la cavatina di Rosina, "Una voce poco fa". L'opera, un lungo e commovente inno al valore della fedeltà ai propri sentimenti, valori e ideali che si oppongono all’invasione del potere di Roma, non restò in repertorio a lungo, nonostante l'impegno e la passione di Velluti, che la propose più volte sui palcoscenici d'oltralpe. La prima rappresentazione in tempi moderni ha avuto luogo nel settembre 1980 a Genova, la seconda, una decina d’anni dopo, a Lucca. Centro Artistico Musicale “Paolo Grassi” – 74015 Martina Franca – Palazzo Ducale – tel. 08048051000 – fax 0804805120 e-mail: [email protected] – sito web: www.festivaldellavalleditria.it 37° Festival della Valle d’Itria 2011 Erich Korngold Der Ring des Polykrates Opera in un atto, op. 7 Prima rappresentazione: Monaco di Baviera, Teatro Nazionale, 28 marzo 1916 Prima rappresentazione in Italia Ernst Krenek Das geheime Königreich Märchenoper (opera fiaba) in un atto, op. 50 Prima rappresentazione: Wiesbaden, 1928 Prima rappresentazione in Italia Coproduzione con Theater Lübeck Dodici anni separano il debutto sulle scene tedesche delle due opere scelte a comporre questo inedito dittico di due prime italiane. I due lavori raccontano molto del teatro musicale mitteleuropeo dell’inizio del secolo scorso e rimandano ad una delle querelle più significative del Novecento, esplosa nel 1927 nel cuore della Germania. Il moravo Erich Korngold si formò a Vienna nel primo ventennio del XX secolo: allievo precocissimo di Zemlinsky, approdò al teatro nel 1916 col dittico di atti unici Der Ring des Polykrates e Violanta, affidato alla bacchetta di Bruno Walter. Si trattò di un debutto sensazionale, e il giovanissimo Erich fu salutato in termini di “miracoloso talento compositivo” da molti mostri sacri della musica austro-tedesca. La prima opera, che Korngold aveva composto poco più che adolescente, si avvaleva del libretto di Leo Feld da un dramma di Heinrich Teweles, che prende il titolo dalla nota ballata di Schiller. Si tratta di un’opera di ambientazione salottiera e di carattere solo apparentemente moralistico: a una lettura più approfondita sembra piuttosto affrontare, mascherato sotto quello del potere inscalfibile dell’amore, il tema della paura del confronto con la realtà e della conseguente tentazione di rifugiarsi in un mondo ideale e idealizzato che, per sfuggire alle prove della vita, finisce con il negarla. L’abilità compositiva, la ricchezza e la facilità del flusso melodico, la sorprendente padronanza dell’orchestrazione che adotta Strauss come padre putativo e assoluto modello di riferimento, fanno di Korngold un unicum nella storia della musica austriaca e tedesca, al quale i difensori della grande tradizione teutonica si rivolsero quale baluardo della “purezza delle origini” contro gli attacchi della contaminazione della musica cosiddetta “di consumo” o di diversa matrice culturale, come il jazz. Storico rimane lo scontro tra i sostenitori di Korngold e dell’opera della sua compiuta maturità, Das Wunder der Heliane, e quelli dell’avanguardia e dell’apertura alle forme nuove che spingevano dai confini dell’impero musicale. Questi ultimi salutarono Ernst Krenek e il suo capolavoro Jonny spielt auf quale vessillo ed emblema delle nuove linfe del teatro musicale e della possibilità di comunicare con il pubblico contemporaneo: Jonny sbaragliò le scene ed ebbe più di quattrocento repliche in tutta la Germania. Mentre Korngold edificava monumenti celebrativi del primato compositivo tedesco, l’indifferenza alle tecniche e alla caratterizzazione linguistica del dramma fu il segno distintivo di Ernst Krenek; nelle sue venti opere fece largo uso del serialismo e della dodecafonia, e molte di esse trattano temi di forte impegno politico, arrivando a esprimere una mordente satira nei confronti dell’ascesa dei totalitarismi, come Der geheime Königreich che, insieme a Der Diktator e a Die Ehre der Nation, forma un trittico che ha per tema il potere politico, composto e andato in scena negli anni centrali dell’ascesa hitleriana. Centro Artistico Musicale “Paolo Grassi” – 74015 Martina Franca – Palazzo Ducale – tel. 08048051000 – fax 0804805120 e-mail: [email protected] – sito web: www.festivaldellavalleditria.it 37° Festival della Valle d’Itria 2011 Der geheime Königreich, la più significativa e ambiziosa delle tre, che ricorre più delle altre al linguaggio atonale, fu composta in soli due mesi e adotta il modello del racconto fiabesco per affrontare un tema scottante in chiave ironica: il rapporto tra potere e individualità ovvero tra la responsabilità pubblica e le esigenze dell’interiorità dell’uomo politico; allo stesso procedimento era ricorso Prokofiev, un lustro prima, per le sue Melarance (ma è del 1926 l’applauditissimo debutto europeo dell’opera). Colpisce, ad esempio, il trattamento virtuosistico della voce umana, che raggiunge il vertice con la parte della Regina, affidata a una spericolata tessitura di soprano drammatico di coloratura: quasi un omaggio alla mozartiana Königin der Nacht, suggestione asseverata dalla presenza di tre dame di compagnia della perfida sovrana, alle quali viene assegnato il compito di recuperare la corona affidata dal Re – che ha abdicato al potere, schiacciato dalla rivolta del suo popolo e dal senso di inadeguatezza che lo ha colto – al personaggio del Folle. La Regina vince la corona a carte, soccombe al fascino del capo dei ribelli a cui decide di donarla e viene infine magicamente trasformata in albero. Il Re, a sua volta, si aggira nella foresta incantata con gli abiti del Folle e giunge a riconoscere il segreto della vera saggezza nello spirito libero della Natura. Decisamente originale – e perfettamente attinente alla poetica krenekiana – il ricorso al tempo di danza (tango, minuetto, etc.) evidente soprattutto in alcune tra le scene drammaticamente più incisive dell’opera. Nel dopoguerra Krenek – di cui ricorre nel 2011 il trentennale dalla morte, una buona occasione per richiamare la giusta attenzione sul valore di un musicista ingiustamente trascurato – operò a contatto con le avanguardie, allargando il campo delle sue esperienze sino all’elettronica e all’opera televisiva. Centro Artistico Musicale “Paolo Grassi” – 74015 Martina Franca – Palazzo Ducale – tel. 08048051000 – fax 0804805120 e-mail: [email protected] – sito web: www.festivaldellavalleditria.it 37° Festival della Valle d’Itria 2011 Francesco Cavalli/Alessandro Stradella Il novello Giasone Dramma per musica di Giacinto Andrea Cicognini Con aggiunte di Giovanni Filippo Apolloni e Filippo Acciaiuoli Partitura di Francesco Cavalli, riadattata da Alessandro Stradella per il Teatro Nuovo di Roma in Tordinona l’anno 1671 Edizione a cura di Nicola Usula e Marco Beghelli con la consulenza di Lorenzo Bianconi Prima rappresentazione mondiale in tempi moderni Dovendo rappresentare a Roma Il Giasone di Cavalli, vale a dire l’opera che dal 1649 spopolava più d’ogni altra fra i nuovi teatri d’opera (e probabilmente la più rappresentativa di tutto il Seicento: una delle prime ad essere diffuse per contrade e palcoscenici europei dalle compagnie della “commedia dell’Arte” italiana), Stradella ne approntò una versione notevolmente rimaneggiata. Con un modernissimo colpo di teatro (non indicato dal libretto a stampa che gli spettatori avevano in mano!), fa iniziare l’opera col Prologo a tutti noto, ma, dopo poche battute del Sole, l’impianto scenografico crolla su se stesso, fra la costernazione di Musica, Poesia e Pittura che se la prendono con l’imperizia dell’architetto-scenografo dello spettacolo. Si decide di andare comunque avanti a celebrare le gesta dell’eroe Giasone, che per l’occasione perde la voce di castrato assumendo un modernissimo timbro baritonale. Anche Medea si caratterizza meglio, diventando prettamente sopranile. Le parti vocali sono dunque spesso riscritte rispetto all’originale, semplicemente adattate o composte ex novo, come quella del protagonista. Il libretto è notevolmente sforbiciato, ma si arricchisce di balli pantomimici e di un intermezzo buffo di nuova composizione. Sparisce il coro. L’orchestra è sempre limitata a tre o quattro parti, senza particolari specificazioni strumentali, da decidere a piacimento del concertatore. La vicenda raccontata è quasi del tutto indifferente al mito classico, e la storia, osservata con divina partecipazione da Apollo e Amore, ruota attorno ai propositi matrimoniali di Giasone, piuttosto disinteressato a recuperare il vello d’oro e a raggiungere il potere da esso simboleggiato, e invece assai coinvolto in affari amorosi, non sempre edificanti. La musica di Cavalli stupisce ancora oggi: se i suoi celebrati recitativi restano il vero culmine espressivo dell’opera, l’invenzione musicale è inesauribile, e lascia ammirati la ricchezza d’idee, sempre perfettamente consone all’azione, che alimenta e fa esplodere di colori i mutevoli umori della drammaturgia. La nuova partitura, a lungo ricercata dagli studiosi di Stradella, è finalmente riemersa e trascritta per una moderna esecuzione. Centro Artistico Musicale “Paolo Grassi” – 74015 Martina Franca – Palazzo Ducale – tel. 08048051000 – fax 0804805120 e-mail: [email protected] – sito web: www.festivaldellavalleditria.it 37° Festival della Valle d’Itria 2011 Giacomo Tritto Il convitato di pietra Commedia in musica in un atto di Giambattista Lorenzi Napoli, Teatro dei Fiorentini, 1783 revisione critica di Roberto De Simone Prima trasposizione in musica del mito di Don Giovanni di cui ci sia rimasta testimonianza, del quale emerge prepotentemente il sostrato arcaico, in cui è centrale il tema della profanazione del regno degli estinti. Il protagonista arretra, come personaggio caratterizzato individualmente, di fronte alla debordante ambientazione popolare, che si esprime soprattutto attraverso i personaggi di bassa levatura sociale, tra cui, in primis, Pulcinella: un Leporello napoletano di grande autonomia scenica che si esprime rigorosamente in dialetto e che s’impone come parte principale dell’opera, totalizzando un’aria, un duetto e un terzetto, nonché la presenza costante nelle scene più importanti, nel concertato introduttivo e in quello finale. Centro Artistico Musicale “Paolo Grassi” – 74015 Martina Franca – Palazzo Ducale – tel. 08048051000 – fax 0804805120 e-mail: [email protected] – sito web: www.festivaldellavalleditria.it 37° Festival della Valle d’Itria 2011 CALENDARIO LUGLIO 15 venerdì: AURELIANO IN PALMIRA, Palazzo Ducale 16 sabato: CONCERTO SINFONICO LISZT, ÇAJKOVSKIJ, Palazzo Ducale 17 domenica: AURELIANO IN PALMIRA, Palazzo Ducale 18 lunedì: FILM: IL GRANDE DITTATORE, Chiostro del Carmine 19 martedì: DAS LIED VON DER ERDE, Chiostro del Carmine 20 mercoledì: FILM: LA LEGGENDA DI ROBIN HOOD, Chiostro del Carmine 21 giovedì: COSTRUIAMO UNA CITTà (WIR BAUEN EINE STADT), Palestra Marconi 22 venerdì: VOCI DALL’ESILIO... - IL TRIBUNO, Chiostro del Carmine 23 sabato: PETITE MESSE SOLENNELLE, Basilica San Martino 24 domenica: DER RING DES POLYKRATES - DAS GEHEIME KÖNIGREICH, Palazzo Ducale 25 lunedì: DAS KNABEN WUNDERHORN - DER DIKTATOR Cisternino, Teatro P. Grassi 26 martedì: DER RING DES POLYKRATES - DAS GEHEIME KÖNIGREICH, Palazzo Ducale 27 mercoledì: FILM: MEDEA, Chiostro del Carmine 27 mercoledì: IL CONVITATO DI PIETRA, Noci - Chiostro S. Domenico 28 giovedì: CONCERTO CELEBRATIVO 150° UNITÀ d’ITALIA, Palazzo Ducale 29 venerdì: IL NOVELLO GIASONE, Teatro Verdi 30 sabato: IL CONVITATO DI PIETRA, Chiostro del Carmine 31 domenica: IL NOVELLO GIASONE, Teatro Verdi AGOSTO 1 lunedì: CONCERTO SINFONICO WOLPE, STRAUSS, MAHLER, Palazzo Ducale 2 martedì: PREMIO CELLETTI DANIELA DESSÌ, Palazzo Ducale PREZZI AURELIANO IN PALMIRA 1° recita: Platea € 50,00; Tribuna € 20,00 2° recita: Platea € 35,00; Tribuna € 15,00 DER RING DES POLYKRATES / DAS GEHEIME KÖNIGREICH 1° e 2° recita: Platea € 35,00; Tribuna € 15,00 IL NOVELLO GIASONE 1° e 2° recita: Platea € 35,00; Tribuna € 15,00 CONCERTI A PALAZZO DUCALE Platea € 23,00; Tribuna € 14,00 CONCERTI NEI CHIOSTRI € 10,00 DAS KNABEN WUNDERHORN / DER DIKTATOR € 10,00 Cinema Festival, Festival Junior e Petite Messe Solennelle sono ad ingresso libero. Diritto di prenotazione: 10% PRENOTAZIONI Le richieste di prenotazione vanno indirizzate al Centro Artistico Musicale Paolo Grassi - Biglietteria – Palazzo Ducale - 74015 Martina Franca, accompagnate dal versamento dell’importo corrispondente (comprensivo del diritto di prenotazione) da effettuarsi con accreditamento sul conto corrente bancario: IBAN IT82 O 033 5901 6001 0000 0001 056 presso la Banca Prossima Milano intestato al Centro Artistico Musicale Paolo Grassi. Pagamento con carta di credito: CIRRUS, MAESTRO, DINERS, MASTER-CARD, PAGOBANCOMAT, VISA. Pagamento con bollettino postale: Posteitaliane CCP n. 58986282 intestato al Centro Artistico Musicale Paolo Grassi - Biglietteria Palazzo Ducale - 74015 Martina Franca. Centro Artistico Musicale “Paolo Grassi” – 74015 Martina Franca – Palazzo Ducale – tel. 08048051000 – fax 0804805120 e-mail: [email protected] – sito web: www.festivaldellavalleditria.it