GRANDI INCONTRI ____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________ a Palazzo Ducale Un popolo, una lingua: lo Wolof APPUNTAMENTI _______________________________________________________ a Palazzo Ducale 29 novembre 2010, ore 17.30 9, 16, 23 febbraio, 2 marzo 2011, ore 18.30 COME VEDERE L’ARTE AFRICANA SUONI INTERIORI. LABORATORIO DI PERCUSSIONI AFRICANE Presentazione con Giovanna Parodi da Passano e Ivan Bargna, curatori della mostra. Come avvicinarsi alle opere d’arte africane? Quale vita hanno alle spalle e come sono arrivate fin qui? Cosa siamo in grado di “vedere” quando le guardiamo? In un ciclo di incontri, gli autorevoli membri del comitato scientifico della mostra illustrano gli sguardi, i modi diversi di presentare, di mettere in scena, di catalogare e vivere gli oggetti africani. 20 gennaio 2011, ore 17.45 lectio magistralis Marc Augé: COSA MI HA INSEGNATO L’AFRICA Filosofo e antropologo francese, universalmente noto come il teorico dei “non luoghi”. Africanista di formazione, da anni si occupa di antropologia delle società complesse. Tra i suoi testi ultimi testi pubblicati in Italia L’antropologia del mondo contemporaneo (Eléuthera 2005) e Che fine ha fatto il futuro? Dai non luoghi al nontempo (Eleuthèra 2009). 17 marzo 2011, ore 17.45 Monica Blackmun Visonà Insegna storia dell’arte africana presso l’Università del Kentucky. Specialista in etno-estetica, nelle sue pubblicazioni si interroga su quali siano le metodologie e i paradigmi teorici da applicare allo studio dell’arte africana. Autrice di numerosi saggi, è conosciuta soprattutto come la principale autrice e coordinatrice della pubblicazione A History of Art in Africa, di cui ha anche curato una riedizione nel 2007. 5 aprile 2011, ore 17.45 Jean-Pierre Olivier de Sardan Profondo conoscitore dell’Africa, directeur de recherche al CNRS e directeur d’études all’Ecole des Hautes Etudes en Sciences Sociales (EHESS) a Marsiglia. Attualmente svolge ricerche presso il LASDEL (Institut de recherche pour le développement), il laboratorio da lui fondato a Niamey, Niger. Jean-Loup Amselle Antropologo e specialista dell’Africa, è direttore di studi all’Ecole des Hautes Etudes en Sciences Sociales (EHESS) di Parigi, caporedattore dei Cahiers d’études africaines e autore di numerose pubblicazioni. Fra i suoi temi di ricerca: l’“invenzione” dell’etnicità, la rilettura del concetto d’identità come prodotto di rapporti di forza, il “métissage”, il multiculturalismo, il postcolonialismo, l’arte africana contemporanea. 4 maggio 2011, ore 17.45 Barbara PlankeNsteiner Curatore presso il Dipartimento dell’Africa subsahariana del Museum für Völkerkun- de di Vienna e docente presso l’Istituto di antropologia culturale e sociale dell’Università di Vienna. Curatrice del volume sulla grande arte di corte del celebre regno africano del Benin dal titolo: Benin Kings and Rituals: Court Arts from Nigeria che accompagnava la ricca mostra dallo stesso titolo aperta nel 2007 a Vienna. 4 incontri per avvicinarsi e approfondire lo studio delle percussioni africane. A pagamento e su prenotazione Istruzioni per l’uso: presentazione del dizionario Italiano-Wolof, a cura di Stefano Anselmo e Mamadou N’Diaye, Impariamo lo Wolof, conversazioni in museo in collaborazione con l’associazione culturale Centro di Orientamento Studi Africani (C.O.S.A.). Tavola rotonda Curatori, collezionisti e commercianti d’arte africana si confrontano sui temi dell’autenticità. 12 e 13 marzo 2011, ore 15.30 LIBERARE LA VOCE a cura di Nando Citarella, Laura Parodi e Emma Garzoglio A partire dal canto africano e dalla sua essenzialità uno studio sulla voce e sull’utilizzo delle corde vocali. A pagamento e su prenotazione ________________________________________________ a Castello D’Albertis “Have you been to the Victoria Falls? “ Le parole, le foto e lo sguardo sull’Africa del Capitano D’Albertis, narrati da Maria Camilla De Palma, direttore di Castello D’Albertis. 13 maggio 2011, ore 17.30 Una città d’Africa in un film: Kampala Babel VISITE GUIDATE _______________________________________________________ a Palazzo Ducale sabato alle ore 15.30 visita guidata 10 euro comprensivi del biglietto alla mostra mercoledì alle ore 17.00 gli Amici dei Musei Liguri e di Palazzo Ducale accompagnano i visitatori nel percorso espositivo. ________________________________________________ a Castello D’Albertis sabato e domenica alle ore 15.00 visita guidata 10 euro comprensivi del biglietto alla mostra BAMBINI e FAMIGLIE a Palazzo Ducale _________________________________________________________ I SABATI PER LE FAMIGLIE Tutti i sabati ateliers, letture, musica, visite guidate e spettacoli per bambini dai 5 agli 11 anni. novembre 2010 - aprile 2011 ALL’OMBRA DEL BAOBAB Una domenica al mese, i bambini dai 2 ai 5 anni con i loro genitori potranno ascoltare racconti da mondi lontani. In collaborazione con la libreria L’albero delle lettere sabato 22 gennaio, ore 16.00 HAKUNA MATATA Un pomeriggio “senza pensieri” all’insegna della creatività, con attività di laboratorio collettivo. 4 febbraio, ore 10 (scuole), 5 febbraio, ore 16 (famiglie) AFRICANINA Narrazione–spettacolo di e con Gek Tessaro Nel Salone del Maggior Consiglio, il teatro disegnato di Gek Tessaro ci accompagna in un percorso dove luce e buio, al ritmo della musica e dei racconti, diventano i protagonisti di un sogno africano. ________________________________________________ domenica 23 gennaio, 20 febbraio, 27 marzo, 10 aprile, 8 maggio 2011, ore 15.00 Teste d’Africa acconciature, sfilate, trucchi e laboratori a cura di C.O.S.A. | Non solo maschere al di là degli stereotipi | In Africa col griot narrazioni sonore con “cantastorie” africani | Il suono s-mascherato musiche e strumenti dal continente africano a cura di Echo Art | Giochiamo africano costruire e giocare a cura di Associazione Culturale Après la nuit | Ombre che narrano Costruzione di un teatro delle ombre ispirato ai miti e alle leggende africane a cura di Associazione Culturale Après la nuit SCUOLE _______________________________________________________ Il cinema di Jean Rouch: itinerari antropologici Seminario di antropologia visuale, a cura di Eliana Pili. Senegal/Genova andata e ritorno Lingua, storie, tradizioni di un popolo radicato nella comunità genovese. Incontri in mostrA _________________________________________________________________________________________ In entrambe le sedi sono previsti percorsi guidati in compagnia dei collezionisti, dei curatori e di Stefano Arienti, e inoltre racconti, incontri, feste e cibo in collaborazione con le Comunità Africane di Genova. I capolavori dell’arte subsahariana a Genova La mostra riunisce nelle due sedi di Palazzo Ducale e Castello D’Albertis molte delle più importanti opere d’arte africana tradizionale presenti nelle collezioni private italiane, un patrimonio fino ad oggi poco noto e in gran parte inedito. Oltre 300 pezzi tra cui maschere, feticci e altre affascinanti sculture sono distribuiti lungo gli ambienti espositivi, allestiti con estro particolarmente suggestivo dall’artista contemporaneo Stefano Arienti: un avvincente percorso tra creazioni dal grande valore estetico capaci di condurre dritti al cuore delle culture dell’Africa “nera”, dei loro costumi e modi di vita: dal Mali al Congo, dalla Liberia al Camerun. Palazzo Ducale _______________________________________________________________________________________________________________________________________________ Sottoporticato, Piazza Matteotti 9, 16123 Genova | 010 5574065 | Da martedì a domenica 9-19, lunedì chiuso | Aperture straordinarie: 31 dicembre fino alle ore 2.00 e lunedì 25 aprile 2011 Castello D’Albertis, Museo delle Culture del Mondo a Palazzo Ducale Corso di formazione per insegnanti e educatori a cura di Anselmo Roveda, 3 incontri sulle narrazioni nelle culture africane. Richiedi il programma per le scuole a [email protected]. ________________________________________________ a Castello D’Albertis Percorsi guidati fra museo e mostra per nuovi sguardi sull’Africa accompagnati da laboratori: Datemi una maschera e vi dirò la verità | Le valigie narrative, racconti africani | Il suono s-mascherato a cura dei Servizi Educativi e Didattici del Settore Musei e in collaborazione con Echoart, per informazioni: [email protected] _____________________________________________________________________________________ Corso Dogali 18, 16136 Genova | 010 2723820 | Ottobre > Marzo: da martedì a venerdì 10-17, sabato e domenica 10-18, lunedì chiuso | Aprile > Settembre: da martedì a venerdì 10-18, sabato e domenica 10-19, lunedì chiuso | Il Castello si raggiunge comodamente dalla Stazione Principe con l’ascensore di Montegalletto. Stagione 2010-2011 dal 14 settembre IL RESPIRO DELL’AFRICA film (50’) di Cecilia Pennacini, Italia/Uganda 2008. 11 e 18 maggio 2011, ore 15.00 a Castello D’Albertis AL TEATRO STABILE DI GENOVA Abbonamenti alla Corte e al Duse da 11 anni prezzi invariati Costa poco, è per tutti, è vita. Catalogo Silvana Editoriale Prezzo del biglietto: intero 9 euro, ridotto 7 euro, scuole e studenti fino ai 26 anni 3 euro Riduzioni: abbonati Teatro Stabile, abbonati annuali AMT, titolari Carta Più Feltrinelli, Possessori Carta Skirà, Possessori Carta Soci Coop, possessori Carta IKEA Family, Soci Fnac, Soci Touring Club, Amici dei Musei Liguri e di Palazzo Ducale, Soci Fai e tutti gli altri aventi diritto Biglietti congiunti Con mostra Mediterraneo, da Courbet a Monet a Matisse: intero 14 euro, ridotto 12 euro, scuole 9 euro Con Acquario di Genova: intero 23 euro, ridotto 19 euro, scuole 11 euro A Palazzo Ducale e Castello D’Albertis 31 dicembre 2010 - 5 giugno 2011 L’AmFRICA eraviglie delle Arti africane nelle collezioni italiane www.palazzoducale.genova.it sponsor tecnico Informazioni e prenotazioni Tel. 010 5574065 | [email protected] | www.palazzoducale.genova.it Curata da Ivan Bargna e Giovanna Parodi da Passano con la collaborazione di Marc Augé, la mostra raccoglie un insieme notevole, per quantità (più di 300 pezzi) e valore estetico, di opere di arte africana tradizionale (prevalentemente maschere e statuette lignee), in gran parte inedite, provenienti da importanti collezioni private italiane. L’AmFRICA eraviglie delle Arti africane nelle collezioni italiane Il progetto espositivo nasce dalla collaborazione fra gli antropologi e l’artista Stefano Arienti. Costruito su più scenari che si intersecano - quello della presenza forte degli oggetti, quello delle loro molteplici esistenze, quello dei fantasmi e desideri che suscitano in noi maschere e feticci - l’allestimento pone l’accento sulla materialità e la tattilità degli oggetti d’arte africani, creando un’ambientazione di massima immediatezza e rinunciando dove possibile a vetrine o apparati che diminuiscono l’intimità con le opere. Bianco, rosso e nero, la triade cromatica che caratterizza l’arte africana tradizionale, sono i colori che ricorrono nell’allestimento fin dall’inizio, utilizzando l’accostamento dei muri bianchi dello spazio espositivo con la presenza di opere dello stesso Arienti: tappeti tinti di rosso o di nero che rimangono comunque sempre separati dalle opere africane. Mentre libri manipolati, piume, ombre… introducono interferenze ed evocazioni che tessono una complessa serie di rapporti fra le opere, i loro doppi, le nostre ossessioni, aiutando a creare i riferimenti utili a classi di oggetti specifici. OMBRE Nella prima grande sala del Sottoporticato di Palazzo Ducale, pensata dai curatori come la navata centrale di una cattedrale, trovano posto e respiro - su una vasta e nitida pedana bianca che occupa tutto lo spazio tra le austere coppie di pilastri medioevali di pietra scura - settantatre opere catturanti, raggruppate per aree stilistico-culturali. In corrispondenza di quattro nuclei di collezioni significative, alcuni elementi espositivi e video mettono il visitatore in relazione con la dimensione privata del collezionismo e con l’attuale vita degli oggetti esposti. A chiusura e sfondo di questo primo ambiente, s’innalza una suggestiva installazione di sculture-scale dei Dogon, doppiate dalle loro ombre. MAGIA MASCHERE COLLEZIONARE AUTENTICITà SGUARDI Nella seconda sala s’incontra uno dei momenti più emozionanti dell’intero percorso: il settore dei “feticci”, oggetti portatori di forze magiche ambivalenti. In effetti, i feticci africani abitano il nostro immaginario e invadono lo spazio, come se l’uso tribale tradizionale dell’oggetto (che diventa feticcio se ci si sacrifica sopra) lasciasse una traccia indelebile di misteriosa potenza racchiusa. Trentadue sculture polimateriche schierate in una vetrina centrale, occupata in parte e circondata da piume bianche che evocano residui di sacrifici, richiamati da un video che offre immagini di inquietante bellezza e dal forte impatto emotivo. Nella quarta sala protagoniste sono le Bundu, insondabili maschere-elmo della società segreta femminile Sande provenienti dalla Liberia. Le loro nere sagome ci appaiono come sospese in uno spazio suggestivo. Proiezioni di ombre sulle pareti aumentano l’effetto straniante che suscitano in noi le maschere dell’Africa nera, evocando anche in questo caso le nostre proiezioni e i nostri fantasmi. Chiude la sezione di Palazzo Ducale una quinta sala che ospita tre video. Girati appositamente per la mostra a Bandjoun negli altopiani camerunensi, documentano altrettante tipologie del collezionare in Africa: quella di un capo tradizionale; quella del direttore del museo che raccoglie il tesoro della chefferie ed è stato recentemente rinnovato guardando a modelli internazionali; e infine quella di una persona facoltosa, uomo politico e professore universitario, che ci accompagna nella sua villa mostrandoci gli oggetti raccolti in una vita. La sezione della mostra presente al Castello d’Albertis, esso stesso già dimora di un eclettico collezionista e oggi sede del Museo delle Culture del Mondo, propone un percorso che ha come tema “l’autenticità”, tanto quella degli oggetti che delle culture da cui provengono, per riflettere intorno ai fantasmi della “purezza” e della “contaminazione” che animano i nostri desideri e paure. Una cinquantina di opere, scelte per le loro ardite soluzioni formali, sono esposte nelle vetrine della grande prima stanza adibita alle collezioni temporanee. Gli oggetti sono accompagnati anche qui da un gioco di ombre, costruite per rendere l’idea della pluralità degli sguardi. apalazzo Ducale BANDIERE Nella terza sala, più grande, a quattro pilastri, l’allestimento gioca sulle potenzialità espressive del seriale, del multiforme, del multicolore: a tal fine 49 varietà di maschere sono affiancate a una importante collezione di colorate bandiere delle tradizionali compagnie paramilitari Asafo dei Fante del Ghana. Qui l’ambientazione allude al mercato dell’arte e al mondo dei collezionisti attraverso la scelta di grandi scaffalature-espositori che ospitano in modo apparentemente casuale e provvisorio le opere. Con effetti spettacolari, una parte delle bandiere è sospesa al soffitto seguendo l’andamento delle volte. Due i video in questa stanza: da un lato il back-stage e “l’uscita” delle famose maschere del Gelede (Patrimonio immateriale dell’Umanità UNESCO), il culto delle “madri-streghe” fra gli Yoruba, dall’altro un recente e spiazzante filmato dal Camerun: maschere attuali in un mondo globalizzato. INTRUSI Va infine aggiunto che lungo il percorso della collezione permanente del Castello d’Albertis sono inseriti una decina di oggetti della mostra, posizionati intenzionalmente come “intrusi” nelle stanze del Castello dai curatori e dell’artista per creare cortocircuiti e interferenze… Il secondo ambiente del percorso è dominato da un’installazione a file concentriche composta da una quarantina di Ibeji Yoruba, statuette lignee che rappresentano bambini gemelli. Le piccole sculture vengono trattate come veri bambini, diventando anche oggetto di culto, essendo i gemelli considerati canali privilegiati con il mondo invisibile. Collocata al centro dell’installazione, una irradiante statua di maternità Yoruba ci parla del ruolo fondamentalmente generativo della figura femminile tradizionale, mentre su un video nella vetrina di fronte, a introdurre la dimensione di sorprendenti modernità parallele propria della mondializzazione, passano le immagini incalzanti del trailer del film di un visionario regista nigeriano girato nel più trash stile di “Nollywood”, in cui il protagonista, in un crescendo parossistico di flash di magia nera, finisce per lanciare violentemente una statuetta del tipo Ibeji. acastello d’albertis