SIGN Gestione dello scompenso cardiaco cronico Scottish Intercollegiate Guidelines Network SIGN Scottish Intercollegiate Guidelines Network 95 Gestione della insufficienza cardiaca cronica Linea Guida nazionale Traduzione dall'orginale effettuata unicamente a fini formativi per la Cooperativa sociale a r.l. "Medicina del Territorio" a cura di: Luciana Cacciotti Marco Giangrande Ugo Montanari Domenico Quadrelli Coordinamento ed editing: Ugo Montanari Pag. 1 di 45 SIGN Gestione dello scompenso cardiaco cronico Scottish Intercollegiate Guidelines Network LIVELLI DI EVIDENZA E GRADO DELLE RACCOMANDAZIONI Livelli di evidenza 1++ Metanalisi di elevata qualità, revisioni sistematiche di RCTs o RCTs con minimo rischio di bias. 1+ Metanalisi ben impostate, revisioni sistematiche di RCTs ovvero RCTs con piccolo rischio di bias. 1- Metanalisi, revisioni sistematiche di RCTs ovvero RCTs con elevato rischio di bias. 2++ Revisioni sistematiche di buona qualità relative a studi di coorte o casocontrollo. Studi di coorte o caso-controllo di buona qualità con minimo rischio di confondimento o bias ed un'alta probabilità di relazioni causali. 2+ Studi di coorte o caso-controllo di buona qualità con basso rischio di confondimento o bias e rapporto di causalità abbastanza probabile 2- Studi di coorte o caso-controllo con tasso alto di confondimento o bias e rischio significativo di assenza del rapporto di causalità. 3 Studi non analitici, p.e. Relazioni su casi o serie di casi. 4 Opinioni di esperti. Grado delle raccomandazioni Nota: il grado delle raccomandazioni si riferisce al livello di evidenza a cui la raccomandazione si riferisce e non riflettela rilevanza clinica della raccomandazione stessa. A Almeno una metanalisi, revisione sistematica di RCTs o un RCTs di evidenza 1++ applicabile alla popolazione target; oppure un insieme di evidenze consistenti essenzialmente in studi di livello 1+, direttamente applicabili alla popolazione target e probanti complessivamente la consistenza dei risultati. B Un insieme di evidenze che includano studi di livello 2++, direttamente applicabili alla popolazione target e probanti complessivamente la consistenza dei risultati; oppure evidenze estrapolate da studi 1++ e 1+. C Un insieme di evidenze che includano studi di livello 2+, direttamente applicabili alla popolazione target e probanti complessivamente la consistenza dei risultati; oppure evidenze estrapolate da studi 2++ . D Evidenze di livello 3 o 4; oppure evidenze estrapolate da studi 2+. Elementi di buona Pratica √ Raccomandazioni di buona pratica basate sull'esperienza clinica del Gruppo di sviluppo della Linea Guida Pag. 2 di 45 SIGN Gestione dello scompenso cardiaco cronico Scottish Intercollegiate Guidelines Network 1 INTRODUZIONE 1.1 Cos'è l'insufficienza cardiaca cronica (HF) Lo scompenso cardiaco cronico (CHF) è una sindrome clinica complessa che può essere provocata da disordini cardiaci strutturali o funzionali oppure da problemi non cardiaci che indeboliscano la capacità del cuore di aumentare la gittata in condizioni fisiologiche. CHF è caratterizzata da sintomi quali dispnea da sforzo e affanno, e segni di ritenzione di liquidi insieme ad altri associati con il disordine cardiaco sottostante. Lo scompenso cardiaco può insorgere come conseguenza di problemi miocardici, valvolari, pericardici, endocardici o elettrici (o la combinazione di questi). In contrasto con lo scompenso cronico, il termine scompenso acuto è spesso usato per intendere una dispnea acuta (cardiogena) caratterizzata da segni di congestione polmonare incluso l’edema. 1.2 Cause dell'insufficienza cardiaca Una sindrome è una costellazione di segni e sintomi e non una singola malattia. In pazienti con un deficit di pompa cardiaca va ricercata la diagnosi e l’etiologia. Solo in questo modo in cui si può fornire un trattamento ottimale,ma la terapia varia a secondo se la causa sottostante è una disfunzione del miocardio,un deficit valvolare o qualche altra etiologia. La causa più comune di deficit cardiaco è la disfunzione miocardica, sistolica nella maggior parte dei casi,di solito c’è la diminuzione della contrazione ventricolare sinistra. All’incirca i 2/3 di questi casi sono dovuti alla malattia coronarica (CHD) e di solito è presente una storia pregressa di infarto del miocardio (MI). Il restante terzo dei casi sono dovuti ad una cardiomiopatia non ischemica,che può avere una causa identificabile ( ipertensione, malattia tiroidea, deficit valvolare,abuso di alcool o miocardite) o una causa sconosciuta (per esempio la cardiomiopatia dilatativa idiopatica). 1.3 Schema della Linea Guida La LG è suddivisa in sei sezioni. La prima riguarda gli esami necessari alla diagnosi e alla causa sottostante della malattia. La seconda parte riguarda le modifiche dello stile di vita che può modificare i rischi o la progressione dello scompenso. La terza e la quarta parte rinviano al trattamento farmacologico e agli interventi terapeutici. La quinta sessione riguarda l’organizzazione dell’assistenza e il programma di dimissione. La sesta sezione tratta delle cure palliative. La qualità delle evidenze e la forza delle raccomandazioni sono diverse nelle sei sessioni,le evidenze con Pag. 3 di 45 SIGN Gestione dello scompenso cardiaco cronico Scottish Intercollegiate Guidelines Network maggiore forza si ritrovano nelle parti riguardanti il trattamento. Ci sono delle sovrapposizioni tra questa LG e altre LG SIGN sugli aspetti della malattia cardiovascolare (CVD). Per esempio i defibrillatori cardiaci impiantabili sono indicati nello scompenso cardiaco,ma l’argomento è trattato nella LG SIGN 94 riguardante le aritmie cardiache nella malattia coronarica. Questa LG si riferisce solo allo scompenso cronico,mentre lo scompenso acuto è trattato nella LG SIGN 93 riguardante le sindromi coronariche acute 1.4 Definizioni Una volta stabilita la diagnosi di CHF è stata stabilita, i sintomi possono essere utilizzati per classificare la severità del deficit cardiaco. La classificazione NYHA è la scale di stratificazione più largamente usata per suddividere i pazienti con CHF in classi funzionali. (vedi Tabella 1) Tab. 1: Classificazione NYHA (New York Heart Association) Classe Sintomi 1 Nessuna limitazione: l'ordinario eserizio fisico non è causa di addaticamento, dispnea o palpitazioni. 2 Lieve limitazione all'attività fisica: riposo agevole ma un'attività genera affaticamento, dispnea o palpitazioni. 3 Marcata limitazione dell'atiività fisica: riposo agevole, ma un lieve o ordinaria attività genera sintomi. 4 Incapace ad ademoiere una qualsiasi attività fisica senza malessere: i sintomi sono presenti a riposo ed il malessere cresce con qualsiasi attività fisica. La CHF può essere associata a disfunzione sistolica del ventricolo sinistro e/o disfunzione diastolica del medesimo.. Lo scompenso, proseguendo, può comportare la disfunzione del ventricolo destro (RVD) negli stadi avanzati della malattia. LVSD significa che il ventricolo sinistro non si contrae in maniera adeguata ad inviare tutto il sangue ossigenato necessario alla circolazione periferica. LVDD significa che il ventricolo sinistro non riesce a riempirsi adeguatamente vuoi per rigidità delle pareti o per afflusso inadeguato attraverso la valvola mitralica danneggiata. Il risultato è che la quantità di sangue ossigenato che arriva alla circolazione periferica è insufficiente. Si può avere una LVSD con ventricolo danneggiato senza sintomi si scompenso cronico quando : a) c’è una storia di scompenso sintomatico ed è stato iniziato un trattamento. b) non c’è ne’ una storia di sintomi precedenti ne’ un trattamento (LVSD asintomatico). Pag. 4 di 45 SIGN Gestione dello scompenso cardiaco cronico Scottish Intercollegiate Guidelines Network 1.5 Dichiarazione di intenti La LG non deve servire come modello di cura. Gli schemi di trattamento sono determinati sulla base di tutti i dati clinici disponibili per un singolo caso e sono soggetti a cambiamenti a secondo dell’evoluzione delle conoscenze scientifiche,della tecnologia e dei modelli di cura. L’aderenza alle raccomandazioni della LG non assicura un esito favorevole in tutti i casi, né queste dovrebbero essere strutturate includendo tutti i metodi appropriati di cura, o escludendone altri accettabili che portino agli stessi risultati. Il giudizio ultimo spetta ai professionisti che operano nella sanità responsabili di decisioni cliniche inerenti una procedura clinica particolare o un programma di trattamento. Questo giudizio dovrebbe arrivare solo dopo una discussione con il paziente sulle opzioni,comprendendo le scelte disponibili sia di tipo diagnostico che terapeutico. Si puntualizza,tuttavia,che il discostarsi in maniera significativa dalla LG nazionale o da altre LG locali dovrebbe essere estesamente dettagliata nella cartella clinica del paziente nel momento in cui viene presa una decisione importante. 1.5.1 VERSIONE PER I PAZIENTI Un versione di questa LG per i pazienti è disponibile sul sito SIGN www.sign.ac.uk 1.5.2 ... (informazioni per pazienti scozzesi) .... 1.6 Revisione ed aggiornamento Questa LG è stata prodotta nel 2007 e ne è previsat una rivalutazione ogni tre anni. Ogni aggiornamento dellla LG nel periodo intercorrente sarà reperibile nel sito web della SIGN www.sign.ac.uk 2 DIAGNOSI e ACCERTAMENTI I pazienti si presentano spesso con sintomi di affaticamento o respiro corto e/o edema alle caviglie. . Costoro sono spesso obesi e fumatori; possono presentare un'ananmnesi di Broncchite Cronica Ostruttiva, Ipertensione, Malattia Coronarica o Diabete. La sfida per il clinico è di differenziare CHF da una miriade di altre condizioni con sintomi e segni simili e di tracciare il percorso terapeutico e diagnostico più efficace. Una diagnosi indovinata deve verosimilmente mettere insieme i sintomi soggettivi e quelli oggettivi (evidenza della disfunzione cardiaca) Pag. 5 di 45 SIGN Gestione dello scompenso cardiaco cronico Scottish Intercollegiate Guidelines Network 2.1 Diagnosi di insufficienza cardiaca (HF) 2.1.1 ESAME CLINICO Non ci sono segni o sintomi che abbiano insieme sensibilità e specificità per la diagnosi di CHF e una diagnosi esclusivamente clinica è difficile. La Tabella 2 riporta la sensibilità e la specificità dei sintomi più comunemente associati allo CHF. Tab. 2: Sensibilità e specificità dei sintomi nella diagnosi di scompenso cardiaco cronico Sintomo Sensibilità (%) Specificità (%) DISPNEA 66 52 ORTOPNEA 21 81 DISPNEA PAROSSISTICA NOTTURNA 33 76 ANAMNESI DI EDEMA 23 80 I segni che seguono sono più specifici per lo scompenso e andrebbero cercati nei pazienti che presentino sintomi suggestivi di CHF - aumento della pressione venosa giugulare (JVP) - spostamento laterale del battito apicale - presenza di un terzo tono S3 - crepitii alle basi polmonari - edema periferico Identificare alcuni di questi segni aiuta nel sospetto clinico di CHF. Molti pazienti non ne presentano nessuno. (vedi Tabella 3) Dovrebbero inoltre essere misurati e registrati il battito e la frequenza cardiaca e la pressione arteriosa. Tab. 3: Sensibilità e specificità dei segni clinici nella diagnosi di scompenso cardiaco cronico Segno Sensibilità (%) Specificità (%) Pressione venosa giugulare aumentata 10 97 Terzo tono cardiaco 31 95 Edemi periferici 10 93 Tachicardia 7 99 Crepitazioni polmonari 13 91 I crepitii polmonari e l'edema comuni nei pazienti, ma non pratica clinica è più utile la presenza una causa verosimile delle caviglie sono segni relativamente sono specifici per lo scompenso. Nella combinazione di segni e sintomi e la di scompenso All’inizio sono necessarie indagini di routine per distinguere lo scompenso da altre patologie e per avere informazioni sulla prognosi. L’analisi delle urine,,l’azotemia e gli esami della creatinina possono farci Pag. 6 di 45 SIGN Gestione dello scompenso cardiaco cronico Scottish Intercollegiate Guidelines Network capire se c’è un’insufficienza renale,visto che i sintomi del danno renale sono simili a quelli dello CHF. La radiografia del torace può indicare i segni dello CHF così come cardiomegalia, edema polmonare o pleurite,oppure anche patologie non cardiache come tumori al polmone che giustifichino l’affanno. I pazienti con sospetto di insufficienza cardiaca croinica dovrebbero sottoposti un un insieme di accertamenti ben definiito. Essi varieranno a seconda delle modalità di presentazione ma dovrbbero di norma includere emocromo, glicemia, azotemia, elettoliti, analisi delle urine, funzionalità tiroidea ed Rx torace. √ essere 2.1.2 ULTERIORI ACCERTAMENTI Dopo le analisi di base bisogna decidere se il paziente debba essere sottoposto ad un ecocardiogramma (sez 2.1.5). Per facilitare la decisione il paz. dovrebbe effettuare un ECG (sez. 2.1.3) o il dosaggio dell’ormone natriuretico (sez.2.1.4) o entrambe,a secondo delle circostanze. Se anche il test è alterato, ci sono dati sufficienti per presumere un HF e autorizzare un ecocardiogramma per confermare la diagnosi. Se entrambe i test sono normali lo scompenso è inverosimile e bisognerebbe prendere in considerazione altri test per valutare i sintomi. Se l’ecocardiografia suggerisce una diagnosi di scompenso, bisognerebbe fare un ECG (se non è già stato fatto) che possa essere utile a identificare la causa della sindrome. In pazienti selezionati bisognerebbe prendere in considerazione gli esami della funzionalità polmonare,per esempio in quelli in cui lo scompenso è escluso, ma anche in quelli con scompenso per i quali la patologia polmonare può aggravare la dispnea 2.1.3 ELETTROCARDIOGRAFIA L’ECG è usato innanzitutto per valutare la presenza dello CHF e la 2++ necessità di un successivo ECO per confermare o meno la diagnosi. Difficilmente un paziente con CHF avrà un ECG normale. Le anomalie ECG riportate nello scompenso sono tutte aspecifiche e relativamente comuni nei pazienti anziani. La specificità di un ECG anormale è relativamente bassa (al massimo intorno al 60%) Nello - scompenso le anomalie ECG includono : onde Q patologiche blocco di branca sinistra ipertrofia ventricolare sin fibrillazione atriale modifiche aspecifiche dell’onda ST e/o T L’ECG è utile, una volta confermato lo scompenso, per determinarne la causa (per es. l’onda Q indica un infarto del miocardio antecedente, l'ipertrofia del VS è presente nell’ipertensione e nella malattia della Pag. 7 di 45 SIGN Gestione dello scompenso cardiaco cronico Scottish Intercollegiate Guidelines Network valvola aortica) ed è importante per escludere la fibrillazione atriale. 2.1.4 PEPTIDE NATRIURETICO TIPO B Il peptide natriuretico cerebrale (BNP) e il peptide N terminale pro BNP NT-proBNP) sono ormoni peptidici prodotti nel cuore dalla lisi di un precursore proteico (pro BNP). BNP produce perdita di sodio, diuresi, vasodilatazione e rilassamento muscolare; l’altro invece è inattivo. Le concentrazioni plasmatiche di BNP e di NT-proBNP sono aumentate nei pazienti con scompenso e tendono a salire parallelamente all’aumento della classe NYHA. L’evidenza dell’efficacia clinica del BNP come mezzo di diagnosi per lo 2++ scompenso è delineato da uno studio fatto dal NHS Quality Improvement Scotland.che include 19 studi osservazionali (11 utilizzando BNP e 8 usando NT-proBNP). La sensibilità complessiva per la diagnosi di scompenso usando BNP è 0.91 (95% Ci intervallo di confidenza, 0.9 – 0.93),la specificità era dello 0.73 (95% CI 0.71- 0.75). Utilizzando l’ormone NT-proBNT la sensibilità era 0.91 ( 95% CI o.880.93) e la specificità 0.76 ( 0.75 – 0.77). Nonostante siano stati proposti dei valori di cut off per la diagnosi di scompenso, un’interpretazione più realistica del ruolo due ormoni suggerisce per valori molto bassi di escludere lo scompenso,per valori molto alti di prenderlo in considerazione soprattutto in assenza di altre cause che possano far aumentare BNP. I valori intermedi non indicano niente altro che la necessità di altre indagini. Il limite alto dei valori normali dipende dall’età, il sesso e la razza e deve essere determinato caso per caso a secondo del metodo usato. BNP e NT proBNP sono adatti ad un uso ampio come test di screening per un sospetto CHF,posto un appropriato controllo di qualità degli strumenti e dei valori di cut off per i pazienti valutati. I livelli di BNP scendono dopo l’inizio della terapia per CHF,per esempio i diuretici,quindi la sensibilità è più bassa nei pazienti che abbiano già iniziato la terapia. B √ I livelli degli ormoni BMP o NT pro BNT e/o un ECG dovrebbero essere registrati per indicare la necessità di un ecocardiogramma nei pazienti per i quali si sospetta lo scompenso. Per valutare il sospetto di scompenso bisognerebbe controllare i valori degli ormoni BNP e NT-proBNP su campioni prelevati prima dell’inizio della terapia. 2.1.5 ECOCARDIOGRAFIA L’ecocardiografia (ECO) è un esame sicuro e relativamente poco costoso,molto utile per la diagnosi di scompenso e per determinarne le Pag. 8 di 45 SIGN Gestione dello scompenso cardiaco cronico Scottish Intercollegiate Guidelines Network cause. Ci fornisce una valutazione semi quantitativa della funzione sistolica e diastolica del ventricolo sin , è possibile definire accuratamente disordini valvolari e si può calcolare la pressione sistolica dell’arteria polmonare. Il limite dato dalla povertà delle immagini dovuto all’obesità o a malattie polmonari è minimizzato dall’uso di attrezzature moderne. Se questo non è applicabile oppure per ragioni economiche non si possono inviare all’ECO tutti pazienti nei quali si sospetta uno scompenso, lo screening può essere effettuato con l’ECG e/o BNP. Quest’ultimo ha il vantaggio di essere un semplice test del sangue. Vedi fig. 1 L’ECO è raccomandata nei pazienti nei quali si sospetta uno scompenso √ e che abbiano un aumento di uno dei due peptidi ormonali o un’anomalia elettrocardiografica che confermi la diagnosi e stabilisca la causa sottostante. Le indagini dovrebbero includere : - una descrizione della funzione sistolica di tutto il ventricolo sinistro insieme a qualsiasi anomalia della parete, - valutazione della funzione diastolica, - misurazione dello spessore della parete dl ventricolo sinistro, - valutazione doppler di qualsiasi malattia valvolare, - dove possibile, stima della pressione arteriosa polmonare. L’ECO dovrebbe essere effettuata con attrezzature moderne ad alta √ risoluzione e da personale adeguatamente formato 2.1.6 RX TORACE (CXR) CXR è importante per escludere altre cause di affanno e per supportare una possibile diagnosi di CHF. Da solo non può essere utilizzato nella diagnosi di scompenso ma solo in combinazione con altre fonti di evidenza clinica. In una revisione sistematica la redistribuzione venosa polmonare con 2++ deviazione del sangue al lobo superiore con CXR ha mostrato avere una sensibilità del 65% (67% specificità) per precarico aumentato in CHF. La cardiomegalia ai CXR aveva il 51% di sensibilità (79% specificità) per una frazione d’eiezione (FE) più bassa nel CHF. Nessuno di questi dati, da solo,p uò confermare o escludere la disfunzione del ventricolo sinistro. B Un Rx torace è raccomandato nelle prime fasi del percorso diagnostico per avere evidenze a supporto per la CHF e per indagare altre potenziali cause di affanno. Pag. 9 di 45 SIGN Gestione dello scompenso cardiaco cronico Scottish Intercollegiate Guidelines Network Figura 1. Algoritmo diagnostico per pazienti con sospetta Scompenso Cardiaco Cronico Sintomi o segni suggestivi di Insufficienza Cardiaca Cronica Esame clinico (emocromo, glicemia, azotemia ed elettroliti, esame urine, funzionalità tiroidea, Rx Torace) BNP (o NT pro-BNP) e/o ECG BNP ed ECG normale BNP elevato e/o ECG patologico CHF POSSIBILE CHF ESCLUSA Prendere in considerazione una causa alternativa dei sintomi ECOCARDIOGRAFIA ECG (se non eseguito, per determinare la causa di CHF) Pag. 10 di 45 SIGN Gestione dello scompenso cardiaco cronico Scottish Intercollegiate Guidelines Network 2.2 Determinazione delle cause sottostanti alla CHF La maggior parte delle evidenze per la gestione dello scompenso 4 mettono questo evento in relazione con LVSD. Nonostante questa sia l’anomalia più comune nei pazienti con scompenso nel Regno Unito,altre anomalie cardiache possono essere responsabili dello scompenso,- per esempio una malattia valvolare o una disfunzione diastolica del ventricolo sinistro (scompenso con funzione sistolica conservata). L’identificazione della causa è importante perché uno scompenso dovuto,per esempio, a disfunzione valvolare richiede una gestione diversa da quello legato alla disfunzione sistolica del LV. L’ECO può ragionevolmente differenziare questi diversi tipi di scompenso. Le cause del LVSD ha importanti implicazioni terapeutiche per molti pazienti con CHF, poiché la maggior parte dei malati di malattia coronarica sono trattati con aspirina ed una statina in aggiunta alla loro terapia specifica per lo scompenso. In alcuni pazienti con grave malattia coronarica, la funzionalità del VS migliora dopo la rivascolarizzazione. Sonoin corso due ampi studi randomizzati per valutare se la rivascolarizzazione di miocardio vitale è associata ad un miglioramento degli esiti in pazienti con CHF. Al momento l’evidenza disponibile non è così forte da rendere raccomandabile come benefica una rivascolarizzazione in questi pazienti. Un’indicazione sulla presenza di malattia coronarica come causa di LVSD si evidenzia dall’anamnesi, ECG e ECO,ma nei casi dubbi si può richiedere la coronarografia. √ 2.2.1 La coronarografia e la rivascolarizzazione non sono raccomandate di routine. TECNICHE DI IMAGING La scintigrafia cardiaca in acquisizioni multiple può fornire una misura precisa della FE del VS, ma espone il paziente alle radiazioni ionizzanti e non permette la visualizzazione delle valvole cardiache. La tecnica di perfusione miocardica è il test di medicina nucleare più comune per valutare la malattia coronarica. Questo test non invasivo individua e misura le zone in cui c’è un’insufficiente afflusso di sangue all’interno del miocardio e indaga sulla cicatrice dovuta ad un precedente IMA. √ La differenza tra lo scompenso dovuto a cardiomiopatia dilatativa idiopatica e quello dovuto alla malattia coronarica può essere individuato dall’analisi dei risultati clinici, ECG o coronarografia Uno studio prospettico osservazionale suggerisce che la risonanza 2++ magnetica cardiaca con gadolinio può essere più accurata della coronarografia per differenziare lo scompenso dovuto a malattia Pag. 11 di 45 SIGN Gestione dello scompenso cardiaco cronico Scottish Intercollegiate Guidelines Network coronarica da quello dovuto a cardiomiopatia dilatativa. Il miocardio potenzialmente vitale può essere valutato dalla tomografia ad emissione di positroni (PET), dalla RMN e dalla ECO col + test alla dobutamina (DSE). Inoltre gli studi di queste diverse 2 immagini sono stati messi insieme in una meta analisi e in una revisione sistematica. Tutte le tre tecniche sembrano adeguate a 2 valutare il miocardio ischemico ma vitale, e la presenza di questa vitalità è predittiva di un miglioramento della sopravvivenza in seguito alla rivascolarizzazione. I diversi studi individuali non sono concordano e le differenze di metodo impediscono conclusioni sicure. Un solo piccolo studio mette a confronto la RMN con la PET. Non è stata dimostrata nessuna evidente superiorità di un metodo rispetto + all’altro ma la RMN appare precisa come la PET nella determinazione 2 del miocardio vitale. √ Le tecniche di valutazione del miocardio vitale (l’ECO stress con dobutamina, la PET, la TAC o la RMN) non sono raccomandate come esami di routine per l’identificazione dei pazienti che avrebbero beneficio dalla rivascolarizzazione 3 MODIFICAZIONI DELLO STILE DI VITA 3.1 Consumo di alcool L’alcol è un depressore del miocardio. In pazienti con CHF i nuovi 2+ ricoveri per CHF scompensato sono minori nei pazienti che si astengono dall’assunzione di alcol. Altri rischi di malattie coronariche 4 (CHD) da assunzione di alcol sono reperibili nelle lg 97 SIGN sulla stima dei rischi e la prevenzione delle malattie cardiovascolari. Per unità di alcool nel Regno Unito si intende una bevanda che contenga 8 grammi di etanolo ogni 10 ml. L’ammontare di alcol in unità è calcolato come segue: volume di bevanda (ml) x percentuale di alcol/8. Il volume di alcol che rappresenta l’unità dipende da quanto è forte la bevanda stessa, e non sempre è esatto dire che un bicchiere di vino o mezza pinta di birra corrispondono ad una singola unità. Mezza pinta di birra con gradazione alcolica del 35% rappresenta una unità di alcol, mentre 125 ml di vino con gradazione alcolica del 13% rappresenta approssimativamente 1.6 unità. 3.1.1 CARDIOMIOPATIA ALCOLICA Un'importante causa di cardiomiopatie dilatative è il consumo pesante 4 di alcol per tempi prolungati, soprattutto negli uomini che hanno bevuto nei loro ultimi quarant’anni. Sebbene sia la quantità di alcol che la durata dell’assunzione possono dare cardiomiopatie (ACM), non è chiaramente stabilito se uomini e donne che consumano più di 11 Pag. 12 di 45 SIGN Gestione dello scompenso cardiaco cronico Scottish Intercollegiate Guidelines Network unità di alcol al giorno per più di 5 anni siano a rischio. 3 Due studi effettuati su pazienti affetti da severa ACM hanno rivelato come dopo 6 mesi di totale astinenza, la funzione ventricolare presenti un miglioramento significativo accompagnato da riduzione del rapporto cardiotoracico su rx del torace ( CXR ). Un altro studio ha rivelato che tra i pazienti con cardiomiopatie seguiti fino a quattro anni, quelli che hanno continuato a bere tra 2-3 + unità e 7-8 unità al giorno, avevano un miglioramento delle funzioni 2 cardiache simile a quelli che erano divenuti astemi (rispettivamente 0.131 e 0.125 di miglioramento in LVEF). I danni non cardiaci che possono comparire a livelli molto più bassi di consumo di alcol non sono stati presi in considerazione in questo studio. C Tutti i pazienti con problemi cardiaci dovrebbero essere preventivamente avvisati sul rischio del consumo di alcol. Quando l’eziologia di un difetto cardiaco è associata al consumo di alcol, il paziente dovrebbe essere incoraggiato a smettere. Vedi le linee guida 74 SIGN sulla gestione dei danni provocati dal bere e sulla dipendenza dall’alcol, nelle cure primarie per informazioni sulla detenzione e valutazione di individui con dipendenza da alcol, pericoli o danni del bere 3.2 Fumo Non esistono studi sulla quantificazione degli effetti che lo smettere 2+ di fumare può avere in pazienti con problemi cardiaci. Tuttavia le osservazioni supportano l’esistenza di un’associazione tra i fumatori 3 e l’aumento di mortalità per scompensi cardiaci, con un tasso di incremento di ricoveri dovuti al peggioramento dello scompenso , in comparazione con l’ assenza di ricoveri in ex fumatori ,sia che abbiano smesso di recente che da molto tempo. A causa dei suoi molteplici effetti dannosi, l’effetto del fumo sugli scompensi cardiaci non può essere visto isolato. Vedi le linee guida 97 SIGN sui rischi di stima e prevenzione di malattie cardiovascolari per una discussione sugli effetti del fumo sulle malattie cardiovascolari. B 3.3 I pazienti con scompenso cardiaco cronico dovrebbero essere fortemente avvisati di non fumare e dovrebbero essere supportati nello smettere di fumare. Attività fisica senza supervisione Sebbene la maggior parte dei consigli sullo stile di vita siano facilmente compresi dai pazienti, la raccomandazione di diventare più attivi fisicamente in presenza di malattie cardiache può spaventare il paziente e risultare contraddittoria con la gestione precedentemente consigliata come ad esempio la limitazione di attività fisica in Pag. 13 di 45 SIGN Gestione dello scompenso cardiaco cronico Scottish Intercollegiate Guidelines Network presenza di scompensi cardiaci acuti (vedi anche la sezione 5.1.4 per una discussione di programmi di esercizi guidati e le linee guida 57 sulla riabilitazione cardiaca e le raccomandazioni sugli esercizi di allenamento per individui con malattie coronariche (CHD). Un programma di 12 settimane con passeggiate scarsamente 1+ impegnative, con una dettagliata prescrizione settimanale, 6 minuti di passeggiata hanno fatto migliorare pazienti con scompensi cardiaci stabili confrontati con un gruppo di controllo a cui era stato solo detto di camminare e in cui i miglioramenti nella qualità della vita sono stati inconsistenti. La passeggiata era ben tollerata e appariva salutare in pazienti stabili. Le complicanze era più basse che in altri studi in cui venivano supervisionati esercizi di allenamento, anche in presenza di regolari visite. L’intervento motivazionale è un metodo diretto per aumentare la motivazione intrinseca a cambiare comportamento attraverso l’esplorazione e risolvere un’indecisione verso il cambiamento. Nell’intervento motivazionale l’attenzione alla salute professionale evita di adottare un atteggiamento autoritario, ed usa strategie comportamentali per incoraggiare il cliente ad avere una responsabilità attiva per decidere di cambiare per raggiungere uno scopo. In uno studio alcuni pazienti affetti da scompenso cardiaco sono stati 1+ sottoposti a interventi motivazionali ed hanno avuto una migliore riuscita in termini di livello e tipo di attività fisica rispetto ad altri che hanno ricevuto cure usuali. Un'ultyeriore ulteriore discussione sulle tecniche di intervento motivazionale si trova nella linea guida 97 SIGN sulla valutazione dei rischi e la prevenzione di malattie cardiovascolari. B Le tecniche motivazionali dovrebbero essere usate per promuovere bassa intensità fisica regolare tra i pazienti con scompenso cardiaco stabile. I vantaggi e l'appropriatezza di terapie che prevedono esercizi 4 acquatici sono stati presi in considerazione nei pazienti con scompenso cardiaco cronico a causa delle risposte della pressione sanguigna e del volume emodinamico centrale durante l’immersione in acqua. Nei pazienti con scompensi cardiaci NYHA III, l’aumento di carico creato dall’immersione in acqua risultava in una risposta cardiaca + abnorme, incluso un sovraccarico ventricolare sinistro, ulteriori 2 discinesie ventricolari sinistre (LV) e fallimento dell’aumento di volume del battito cardiaco (con rischio di ulteriore dilatazione in un ventricolo già danneggiato). Ulteriori studi confermeranno o meno se il nuoto è uno sport idoneo in pazienti con CHF √ Nei pazienti con scompenso cardiaco. NYHA III o IV, altre forme di attività fisica sono preferibili agli esercizi nell’acqua o al nuoto. Pag. 14 di 45 SIGN Gestione dello scompenso cardiaco cronico Scottish Intercollegiate Guidelines Network 3.4 Variazioni della dieta 3.4.1 SALE E RIDUZIONE DEI LIQUIDI E’ pratica comune avvisare i pazienti con scompensi cardiaci di restringere il consumo di sale e di liquidi, ciò risulta non solo difficile da attuare per i pazienti, ma anche per il medico di provarne l’efficacia. Uno studio randomizzato con una dieta povera di sale in pazienti con 1+ scompenso cardiaco, per la maggior parte NYHA I, di più di 15 giorni ha mostrato una perdita di peso, ma senza cambiamenti nella classificazione del NYHA. Un altro RCT ha mostrato che seguendo una dieta restrittiva in liquidi e sale prescritta individualmente, per sei mesi, i pazienti con + scompenso cardiaco da leggero a moderato, mostravano 1 miglioramenti clinici, e per la maggior parte assenza di edema e affaticamento, che rifletteva in un significativo miglioramento nella categoria di NYHA di appartenenza, e della qualità della vita. Sebbene assegnati a caso è stata osservata una differenza significativa tra la proporzione dei soggetti maschi e femmine tra gruppo sperimentale e gruppo di controllo. Questo potrebbe limitare la generalizzazione dei risultati.. La restrizione del sale ha un effetto positivo sulla pressione sanguigna che può essere vantaggioso in pazienti con CHF (vedi la linea guida 97 SIGN sulle stime di rischio e la prevenzione delle malattie cardiovascolari). La quantità totale raccomandata di sale che può essere assunto giornalmente non deve eccedere i 6g (approssimativamente 1.5 cucchiai da the). Le targhette indicative sul cibo spesso imoltiplicano il contenuto di sodio di 2.5. √ I pazienti con insufficienza. cardiaca assumere più di 6g/giorno di sale √ I pazienti con insufficienza. cardiaca con frequenti scompensi devono essere sottoposti a cure professionali personalizzate per determinare l’assunzione individuale dei fluidi e l’utilizzo di un approccio su misura dando consigli sulla restrizione dei fluidi. √ I pazienti con scompenso cardiaco cronico dovrebbero essere avvisati di non usare sostituti a basso contenuto di sale per il loro alto contenuto di potassio. 3.4.2 cronica non dovrebbero CONTROLLO GIORNALIERO DEL PESO Sebbene il monitoraggio giornaliero del peso sia una parte regolare nella gestione dei pazienti con scompenso cardiaco,attraverso l’identificazione precoce dell’aumento di peso che permetta un Pag. 15 di 45 SIGN Gestione dello scompenso cardiaco cronico Scottish Intercollegiate Guidelines Network intervento rapido che allontani il pericolo di seri scompensi, non sono stati identificati studi che abbiano esaminato tale fattore da solo. Il monitoraggio giornaliero del peso è incluso nella maggior parte degli interventi multifattoriali (vedi la sezione 6.2 sulle attenzioni postdimissione). √ 3.4.3 I pazienti con CHF dovrebbero essere incoraggiati a pesarsi ad un’ora fissa del giorno ogni giorno (appena sveglio, prima di vestirsi, dopo aver evacuatoe prima di mangiare); i pazienti dovrebbero riferire ai propri specialisti dello scompenso cardiaco ogni aumento di peso maggiore di 1,5-2 kg in due giorni. SUPPLEMENTI NUTRITIVI E SUCCHI DI FRUTTA Non vi sono studi che abbiano identificato un effetto del supplemento di omega-3 o creatina sulla morbilità nei pazienti con CHF (vedi SIGN ++ LG-97 sul rischio e la prevenzione delle malattie cardiovascolari per 1 una più completa discussione degli omega-3). Uno studio di 56 pazienti con avanzato scompenso cardiaco indica che un supplemento di vitamina E non comporta nessun significativo miglioramento nella prognosi o negli indici funzionali o nella qualità di vita dello scompenso cardiaco. L’evidenza riguardante supplementi del coenzima Q10 è inconsistente. Una metanalisi di nove studi conclude che prendere il + CoQ10 non aumenta la frazione di eiezione o la mortalità. Tuttavia in 1 un più recente RCT in pazienti con CHF in attesa di essere trapiantati, quelli randomizzati con CoQ10 hanno mostrato un guadagno nello stato funzionale, nello stato clinico e nella qualità di vita comparata con quelli randomizzati con placebo. Le linee guida sull’alimentazione salutare dell'associazione dietetica britannica incoraggia il consumo di 5 porzioni di frutta e vegetali ogni giorno. Spesso i succhi di frutta sono visti dai pazienti come una giusta strada per incrementare le loro entrate di frutta. Tuttavia l’effetto terapeutico di certi medicinali comunemente prescritti nei pazienti con scompenso cardiaco e’ noto essere influenzato dal bere alcuni succhi di frutta ( ad esempio succhi d’uva o succhi di mirtillo). La British National Formulary (BNF) consiglia che viste le interazioni 4 con le medicine prescritte alcuni supplementi e succhi di frutta andrebbero evitati- √ I pazienti con CHF che stanno assumendo WARFARIN dovrebbero essere avvisati di evitare succhi di mirtillo (che possono aumentare la potenza del farmaco ) √ I pazienti con CHF che stanno assumendo simvastatina dovrebbero essere avvisati di evitare succhi d’uva che possono interferire con il metabolismo epatico del farmaco)- √ I pazienti con CHF non dovrebbero assumere supplementi con malto di st.john vista l’interazione con warfarin, diossina, eplenerone e i gli Pag. 16 di 45 SIGN Gestione dello scompenso cardiaco cronico Scottish Intercollegiate Guidelines Network inibitori selettivi del re-uptake della serotonina. 3.5 Terapie complementari Non esistono studi clinici riguardanti l’aromaterapia, la riflessologia o il reiki nei pazienti con CHF. Un piccolo studio di un programma di 12 settimane sul tai-chi ha 1mostrato un miglioramento della qualità della vita ( QoL ) e ha ridotto i livelli di BNP nei pazienti con CHF. Dal disegno dello studio non e’ sicuro se il miglioramento sia dovuto agli aspetti fisici e meditativi del tai-chi o ai vantaggi del contatto sociale. i sono insufficienti evidenze per trarre delle conclusioni sostanziali riguardanti l'agopuntura. Non vi sono trias che abbiano esaminato l’effetto di un corso di agopuntura. Un piccolo studio randomizzato 1 con controllo placebo ha mostrato che una singola sessione di agopuntura ha eliminato l’aumento dell’attivazione del simpatico durante uno stress mentale indotto in laboratorio. Come questo possa tradursi in un cambiamento della QoL rimane da valutare. Le terapie relazionali di gruppo con pratica addizionale a casa, non aumentano la qualità fisica della vita o la capacità di esercizio ma + aumentano il livelo di pace interiore e di qualità della vita comparate 1 con le cure usuali. In pazienti anziani con trattamento ottimale della CHF la meditazione (audio cassette a casa e sessioni di gruppo settimanali) riduce i livelli di attività del simpatico ed aumenta la qualità della vita comparata 1 con un gruppo di controllo. 3.6 Disturbi dell'umore La depressione è comune nei pazienti con CHF ed è associata con un 2+ incremento del rischio di mortalità in alcuni ma non in tutti gli studi e 3 può essere relazionata con la morbilità e la riospedalizzazione i sono insufficienti evidenze di guide cliniche che parlino di screening o di misure di valutazione da usare con questa popolazione. La British Medical Association Qualità Outcome Framework per medici 4 generali raccomanda che tutti i pazienti con CHF conclamata dovrebbero essere testati per depressione usando due domande standard. Quando un paziente è diagnosticato di recente o sa di essere depresso la struttura raccomanda tre questionari di screening per aiutare il giudizio clinico nella gradazione della severità della depressione e nel monitoraggio del trattamento. Uno di questi,la scala ospedaliera di ansia e depressione e’ familiare nei servizi di riabilitazione cardiaca ospedaliera in Scozia. E' richiesto un certo addestramento dello staff prima dell’uso. ( vedi SIGN linea guida 57 sulla riabilitazione cardiaca ).Non vi e’ fino ad ora una ampia approvazione delle misure di screening per i disturbi dell’umore nelle cure palliative in Scozia. Come in tutti gli stadi dello scompenso Pag. 17 di 45 SIGN Gestione dello scompenso cardiaco cronico Scottish Intercollegiate Guidelines Network cardiaco ,i criteri di depressione come la perdita di appetito e la fatica debbono essere interpretati con attenzione. √ Lo screening per la depressione nello scompenso cardiaco può aiutare ad identificare i pazienti che hanno un rischio prognostico più scadente. Una revisione Cochrane riguardo alla terapia psicologica (una ampia 1++ definizione che incorpora educazione, counselling, cura dello stress e terapia del comportamento cognitivo ed altre psicoterapie condotte da personale qualificato) non riferisce RCTs sul trattamento dei disturbi dell’umore nei pazienti con CHF. Ansietà e depressione frequentemente sono presenti come comorbilità negli studi sulla popolazione generale. C'è una piccola evidenza per quanto riguarda l’incidenza e la prevalenza di tipi differenti di problemi di ansietà nel CHF ma non ci sono RCTs riguardanti il trattamento . C'è una evidenza insufficiente sulla efficacia o la sicurezza che supportino l’uso di farmaci antidepressivi nei pazienti con scompenso cardiaco. Se il farmaco antidepressivo e’ sentito come desiderabile non dovrebbe essere utilizzato un antidepressivo triciclico. √ 4 Se viene prescritto un farmaco antidepressivo, non dovrebbe essere usato un antidepressivo triciclico nei pazienti con scompenso cardiaco cronico. TERAPIA FARMACOLOGICA Sono stati intrapresi un largo numero di trials di alta qualità sulla terapia farmacologica in pazienti con LVSD (Left Ventricular Systolic Disfunction = Disfunzione sistolica del ventricolo sinistro) nei vari livelli di gravità, dagli asintomatici fino a quelli con insufficienza cardiaca severa. Gli scopi del trattamento erano di prevenire la progressione della malattia, e perciò la riduzione dei sintomi i ricoveri in Ospedale e la mortalità. Molti trattamenti hanno dimostrato di poter ridurre uno o tutti questi obiettivi ma ognuno può produrre effetti collaterali ed è necessario un attento monitoraggio per massimizzare i benefici e minimizzare gli effetti avversi. Questa sezione elenca le principali classi di farmaci usati nel 4 trattamento della insufficienza cardiaca cronica. Gli allegati 1-4 elencano importanti precauzioni, controindicazioni, interreazioni e le dosi iniziali e quelle massime ove possibile. L’allegato 5 elenca i farmaci e le preparazioni a base di erbe che sono riconosciuti iteragire con i farmaci usati nella terapia della Insufficienza cardiaca cronica (CHF) o che possono causare danni. 4.1 ACE-inibitori Gli ACE inibitori hanno dimostrato di essere efficaci nella CHF nel 1++ 1980. Da allora molti RCTs hanno dimostrato la loro efficacia sulla Pag. 18 di 45 SIGN Gestione dello scompenso cardiaco cronico Scottish Intercollegiate Guidelines Network mortalità e morbidità in pazienti con CHF, LVSD, HF o entrame dopo Infarto Miocardico, e in pazienti con LVSD asintomatica. Meta-analisi di molti grandi trials (7105 paz) hanno dimostrato che in paz. con CHF il trattamento con ACE inibitori riduce il rischio di mortalità relativo del 23% (OR 0,77, 95%CI 67-88) riduzione assosula del rischio ARR 6,1%) ed il ricovero per HF era ridotto del 35% (95%CI 26-43%, ARR 10,2). In altre meta-analisi riguardanti paz con LVSD , HF o entrambi dopo IM il rischio relativo di mortalità era ridotto del 26% (95%CI 17-34; ARR 5,7%) ed il ricovero in Ospedale ridotto del 27% (95%CI 15-37, ARR 3,6 %). A Gli ACE inibitori dovrebbero essere presi in considerazione in tutti i pazienti con qualsiasi classe funzionale NYHA di HF dovuta a LVSD. Importanti effetti collaterali sono rappresentati dalla tosse, ipotensione, danno renale ed iper Kaliemia. L’angioedema è un effetto avverso raro che può mettere il paz in pericolo di vita. Ogni paziente con angioedema deve sospendere immediatamente il farmaco e questo deve essere sostituito con uno alternativo. Il danno renale è verosimile che accada in quelli con non diagnosticata malattia nefrovascolare ( bilaterale). La disfunzione renale indotta da ACE inibitori è un possibile indicatore di malattia renale e può giustificare una RMN renale. Una revisione sistematica di sei RCTs di uso contemporaneo di ACE 1++ inibitori ed aspirina non ha dimostrato significativa riduzione dell’efficacia della terapia con ACE inibitori in paz che assumono anche aspirina. Questa combinazione di farmaci è sicura ed efficace nel ridurre Malattie cardio-vascolari (CVD) in paz con Insufficienza cardiaca (CHF) 4.2 Betabloccanti Molti RCTs sono stati intrapresi con beta-bloccanti in paz con CHF. 1++ Nei trials CIBIS II, MERIT-HF, COPERNICUS è stata vista una 1+ consistente riduzione di circa un terzo della mortalità con il bisoprololo, metoprololo succinato ed il carvedilolo. Nel trial SENIOR ha ridotto significativamente un out come composto di morte o di ospedalizzazione per cause cardio-vascolari in paz anziani con CHF. C’è una consistente evidenza di benefici dall’uso di beta-bloccanti in paz con CHF il cui rischio di mortalità risulta ridotto del 29% (95% CI 14-42%); la mortalità dovuta a d insufficienza di pompa ridotta del 36% ( 95% CI 9-55%) e tuute le cause di mortalità ridotte del 23% (95% CI 8-35%) Benefici sono stati visti con beta-bloccanti con diverse proprietà farmacologiche sia beta1 selettivi ( bisoprololo, metoprololo, nebivololo) o non selettivi ( carvedilolo) Due formulazioni di metoprololo sono state usate in trials clinici di 1+ pazienti con CHF. Nel MERIT-HF soltanto la formulazione di metoprololo succinato a lunga durata di azione ha dimostrato una Pag. 19 di 45 SIGN Gestione dello scompenso cardiaco cronico Scottish Intercollegiate Guidelines Network performance migliore del placebo nella riduzione della mortalità. Il metoprololo tartrato a breve durata di azione , somministrato due volte al giorno, è stato comparato con il carvedilolo nella studio COMET: Il carvedilolo ha ridotto la mortalità in cinque anni del 17% comparato con il metoprololotartrato (33.8% vs 39,5%) Hazard ratio 0,83 (95% CI 74-0.93) ARR 5,7% ; p= 0,0017. I beta-bloccanti producono benefici nel medio e lungo termine. Nel breve periodo essi possono produrre scompenso con peggioramento 1+ dello scomenso cardiaco ed ipotensione. Essi devono essere somministrati all’inizio a basse dosi ed aumentati solo gradualmente con attento monitoraggio della dose target. I beta-bloccanti sono controindicati nei paz con asma, con blocco atrio-ventricolare di 2° o 3° grado o con ipotensione arteriosa e dovrebbero essere usati con precauzione in paz con iniziale pressione arteriosa bassa ( ad es PS < 90 mmHg). Ci sono alcune evidenze che i beta-bloccanti cardioselettivi possono essere usati con sicurezza in paz con BPCO e CHF. Una meta-analisi conferma che i beta-bloccanti riducono anche la 1+ mortalità in paz diabetici con CHF (RR 0,84, 95%CI 0,73.0,96%; p= 0,011). A √ 4.3 Tutti i pazienti con CHF dovuta a LVSD di tutte le classi funzionali NYHA dovrebbero iniziare una terapia con betabloccanti appena le loro condizioni sono stabili (a meno che non siano controindicati per ipotensione sintomatica). asma, blocco atrio-ventricolare o Bisoprololo, carvedilolo o nebivololo dovrebbero essere i betabloccanti di prima scelta per il trattamento di pazienti con CHF dovuto a LVSD. ARB (Antagonisti recettore angiotensina) Gli ARBs bloccano gli effetti biologici della angiotensina II mimando 1++ gli effetti degli ACE inibitori. Diversamente dagli ACE inibitori, non provocano tosse come effetto collaterale e devono essere usati in paz. che non tollerano gli ACE inibitori a causa della tosse. Nello studio CHARM Alternative, in cui 2028 paz intolleranti all’ACE inibitore erano randomizzati tra placebo e candesartan, il trattamento con ARBs ha portato ad una riduzione del Rischio Relativo del 23% (95% CI 11-33%; p= 0,0004) per quanto riguardava l’outcome primario composto da morte cardiovascolare ed ospedalizzazione per CHF in paz trattati con candesartan Gli ARBs possono essere aggiunti alla terapia con ACE inibitori in paz 1+ con CHF . Nel trial ValHeFT, in cui il 93% dei paz erano già trattati con ACE inibitori ed il 35% assumevano un beta-bloccante, l’aggiunta di valsartan (ARB) non ha avuto effetto sulla mortalità, ma ha significativamente ridotto l’ospedalizzazione per insuff cardiaca e la mortalità combinata (rischio relativo 0,87, 95% CI 0,77-0,97, p= 0,009) Pag. 20 di 45 SIGN Gestione dello scompenso cardiaco cronico Scottish Intercollegiate Guidelines Network Lo studio CHARMAdded ha mostrato una riduzione del rischio relativo del 15% (95% CI 4-25% ; p= 0,01, ARR 4,4%; NNT 27) per morte cardiovascolare od ospedalizzazione per CHF nei pazienti che ricevevano candesartan in aggiunta ad un ACE Inibitore. A In pazienti con CHF dovuta a LVSD soltanto, o CHF, o entrambi come conseguenza di MI (infarto del miocardio) e che siano intolleranti agli ACE inibitori, devono essere presi in considerazione gli ARBs come terapia B I pazienti con HF dovuto a LVSD che sono ancora sintomatici nonostante la terapia con ACE inibitore e beta-bloccante possono trarre beneficio dall’aggiunta di candesartan, previo consulto specialistico. 4.4 Antagonisti dell'aldosterone L’aldosterone produce molti effetti avversi extrarenali, per sempio 1++ nella funzione vascolare e fibrosi miocardica. Lo studio RALES ha dimostrato che l’aggiunta di un antagonista dell’aldosterone (spironolattone) ad un ACE inibitore riduce tutte le cause di mortalità del 30 % (RR 0,70, 95%CI 0,60-0,80%; p<0,001, ARR 11% NNT = 9) e la mortalità cardiaca del 31% (RR 0,69, 955 c 0,58-0,82%; p=<0,001). La frequenza di ospedalizzazione fu più bassa del 35% nel gruppo spironolattone rispetto al gruppo placebo (RR 0,65, 95% CI 0,54-0,77; p<0,001). Lo spironolattone può causare ginecomastia, iperkaliemia, e disfunzione renale imponendo così una attento monitoraggio della azotemia, creatinina e degli elettroliti durante la terapia con questo farmaco, specie nelle fasi iniziali. La dose di spironolattone non dovrebbe superae i 25-50 mg al giorno ed è raccomandato soltanto in quelli con insuff cardiaca da moderata a severa e dovuta a LVSD. Non devrebbe essere usato in paz con un potassio > 5 mmol/L o con creatinina > 220 mmol/ L. Tali tipi di paz hanno elevata possibilità di andare incontro a iperkaliemia o disfunzione renale. B In seguito di consulto specialistico, in paz con insuff cardaca da moderata a severa dovuta a LVSD deve essere presa in considerazione la terapia con spironolattone a meno che questa non sia controindicata per la presenza di danno renale o iperpotassiemia. Non ci sono prove che lo spironolattone sia efficace nella insufficienza cardiaca di grado lieve e non ci sono raccomandazioni in merito per questo gruppo di pazienti. L’esplerenone è un antagonista alternativo dei recettori dell’aldosterone che ha meno possibilità di produrre effetti collaterali sessuali quali ginecomastia, dolore mammario ed irregolarità mestruali. Sebbene lo spironolattone e l’eplerenone siano farmaci simili con azioni simili, non ci sono prove per un effetto di classe negli antagonisti dei recettori per l’aldosterone. Pag. 21 di 45 SIGN Gestione dello scompenso cardiaco cronico Scottish Intercollegiate Guidelines Network √ L’esplerenone può sostituire lo spironolattone nei pazienti che sviluppano ginecomastia. Lo studio EPHESUS, condotto in pazienti post-infarto con frazione di 1+ eizione del VS uguale od inferiore a 40% che avevano anche diabete o segni clinici di insuff cardiaca ha dimostrato una riduzione del 13% (95% CI 5-21%; p= 0,002; ARR 3,3%; NNT = 30) nel tasso di mortalità per cause cardiovascolari o di ospedalizzazione per eventi cardiovascolari in paz che assumevano esplenerone. C’e stata anche un 21 DI riduzione relativa della frequenza di morte improvvisa (95% CI 3-36%; p= 0,03; ARR 12%; NNT= 83) L’esplerenone può essere raccomandato come terapia addizionale iniziata tra i 3 ed i 14 giorni dopo infarto del miocardio in paz con LVSD a CHF o diabete. Sebbene lo eplerenone causa meno frequentemente ginecomastia dello spironolattone, esso può tuttavia causare iperpotassiemia e disfunzione renale, e pertanto devono essere attentamente monitorate all’inizio della terapia e anche in suguito la azotemia, la creatininemia e la potassiemia B 4.5 Pazienti colpiti da infarto del miocardio che presentano sia una frazione di eiezione uguale od inferiore a 40% e diabete o segni di insufficienza cardiaca dovrebbero essere presi in considerazione per una terapia con eplerenone a meno che questo non sia controindicato per la presenza di danno renale o iperpotassiemia. Diuretici dell'ansa e metazolone Nella maggior parte dei pazienti con insufficienza cardiaca è presente ritenziuone di liquidi, che causa di edema periferico o edema polmonare o enttrambi e che contribuisce al sintomo dispnea. Il trattamento diuretico alevia edema e dispnea. Una metanalisi ha dimostrato una riduzione della mortalità del 75% 1+ (OR = 0,26, 95%CI 0,07%-0,84%; ARR 8,2%; NNT = 12) ed un miglioramento della capacità di esercizio del 63% (OR = 0,17, 95%CI 0,1-0,64). Le prove di efficacia desumibili da questa metanalisi si riferiscono a stdi di una qualche consitenza di modeste dimensioni e scarsa qualità. Anche se non forti, queste evidenze supportano il concetto che esiste un effetto beneficio da parte della terapia diuretica nei confronti di edema e dispnea Nella maggior parte dei casi la sostanza da scelgliere sarà un diuretico dell'ansa anche se un tiazidico può essere sufficiente quando l'idro-ritenzione è molto ridotta. B Una terapia diuretica andrebbe presa in considerazione nei pazienti affetti da CHF con dispnea o edema (periferico o polmonare) Ci vuole attenzione nel determinare la dose di diuretici dell'ansa, p.e. Pag. 22 di 45 SIGN Gestione dello scompenso cardiaco cronico Scottish Intercollegiate Guidelines Network tale dose dovrebbe eliminare l'edema periferico o polmonare senza disidratare il paziente o metterlo a rischio di disfunzione renale o ipotensione. La dose corretta oper ottenere ciò varia natevolmente da un paziente all'altro. La tendenza dei diuretici dell'ansa a causare ipokaliemia è controbilanciata dagli ACE-inibitori, dagli ARBs e dallo spironolattone. Il potassio sierico andrebbe monitorato per mantenerne la concentrazione tra 4-5 mmol/l ed andrebbero effettuati aggiustamenti nel trattamento per prevenire sia l'iperkaliemia che l'ipokaliemia. Nei casi di edema resistenmte ai diuretici dell'ansa, sono disponibili 1+ alcuni accorgimenti. Un RCT ha dimostrato che, in pazienti con CHF grave, un'lata dose di furosemide somministrat in infusione continua era più efficace di una sua iniezione in bolo. Un bollo sequenziale dei nefroni con tiazidici e furosemide può anche essere efficace. L'aggiunta oculata di metazolone (partendo da 2,5 1+ mg/die) può spesso causure una natriuresi vantaggiosa, anche se è necessario un attento monitoraggio del sange per prevenire anormalità nelle concentrazioni di sodio, creatinina ed altri elettroliti. L'aggiunta di 25-100 mg. di idroclorotiazide, un altro diuretico tiazidico, si è anche dimostrata molto efficace in pazienti con CHF grave ed una funzionalità renale compromessa evidenziata da una resistenza ad una dose giornaliera di mg.250 di furosemide. E' stato dimostratro che mg.10 di benrofluazide o mg.0 di metazolone sono ugualmente efficaci nel ripristanare la diuresi in associazione con diuretici dell'ansa. √ 4.6 La dose di diuretici deve essere individualiuzzata per ridurre l'idroritenzione senza sovradosaggi che possono produrre disidratazione o disfunzione renale. Digossina Una revisione Cochrane ha evidenziato un 64% di miglioramento dei 1++ sintomi (OR=0,31 con 95%CI 0,21-0,43, ARR 11,5%, NNT=9) ed un 23% di riduzione dell'ospedalizzazione (OR=0,68 con 95%CI 0,510,75, ARR 5,7%, NNT=18) in pazienti trattati con glicosidi digitalici. La digossina non aumenta la sopravvivenza. Le revisione è dominata da un gosso studio (il DIG) che è stato condotto prima dell'introduzione dei beta-bloccanti e dello spironolattone per lo scompenso cardiaco, cosa che può avere influenzato le conclusioni. L'evidenza del beneficio va soppessata confrontandola con la possibilità di morte improvvisa associata a digossina. Il rischio di tossicità digitalica è aumentato dall'ipokaliemia, In pazienti con scompenso cardiaco e fibrillazione atriale è da preferirsi un beta-bloccante per controllare la frequenza ventricolare, bemchè la digossina possa essere utilizzata all'inizio finchè non viene introdotto il beta-bloccante. Nel caso di eccessiva bradicardia va sospesa la digossina (vedi LG SIGN n.94) Pag. 23 di 45 SIGN Gestione dello scompenso cardiaco cronico Scottish Intercollegiate Guidelines Network In pazienti con scompenso cardiaco e ritmo sinusale la digossina può 1++ ridurre sintomi ed ospedalizzazione in caso di peggioramento, 1+ sebbene non sia stata testata in aggiunta alla terapia ottimale (ACEinibitore, beta-bloccante e un ARB o un antagonista dell'aldosterone) ed è di norma riservata ai pazienti con grave CHF che non abbiano risposto agli altri trattamenti. In due studi piccoli e piuttosto brevi in pazienti con CHF stabile, PROVED eRADIANCE, l'abbandono della digossina è stato associato al declino della capacità di esercizio, deterioramento della funzionalità vS e sigificativo aumento del rischio di ospedalizzazione per insufficienza cardiaca in peggioramento. A √ 4.7 La digossina va presa in considerazione come aggiunta alla terapia in pazienti con scompenso cardiaco e ritmo sinusale che siano ancora sintomatici dopo trattamento ottimale. In caso di eccessiva bradicardia che insorga nelle terapie combinate con digossina e beta-bloccanti, va interrotta la digossina. Uso delle principali classi di farmaci nella terapia CHF Tab. 4: Quali farmaci prescrivere in base alla classe NYHA Classe NYHA 1 NYHA 2-3 NYHA 4 Framaci da prescrivere • • ACE-inibitore • • • ACE-inibitore • • • ACE-inibitore Beta-bloccante Beta-bloccante Candesartan (l'inizio richiede consyulenza specialistica) Beta-bloccante Spironolattone (l'inizio richiede consulenza specialistica) L'uso delle principali classi di farmaci nell'HF è sintetizzato nella Tabella 4. In assenza di controindicazioni, tutti i pazienti con LVSD devono iniziare un trattamento con ACE-inibitori e beta-bloccanti (e diuretico nella maggior parte dei casi). Per chi resti sintomatico può essere presa in considerazione l'aggiunta di candesartan. Se la malattia progredisce alla fase 4, andrebbe aggiunto l'aldosterone. In tal caso va interrotto il candesartan in quanto sono comuni effetti avversi relativamente a funzione renale o kaliemia in pazienti che assumono tre farmaci che blocchino il sistema renina-angiotensina √ La sicurezza e l'efficacia dell'associazione ACE-inibitore, ARB e spironolattone è incerta e l'uso di questi tre farmaci assieme non è raccomandato Pag. 24 di 45 SIGN Gestione dello scompenso cardiaco cronico Scottish Intercollegiate Guidelines Network 4.8 Terapia antitrombotica Molti pazienti con insufficienza cardiaca sono affetti da patologie cardiovascolari sottostanti, compresi infarto del miocardio o ictus ed è possibile che assumano aspirina. Uno studio ha evidenziato che l'aspirina potrebbe contribuire ad aumentare il rischio di ospedalizzazione dovuta ad insufficienza cardiaca. I risultati preliminari di un secondo studio che confronta aspirina ticlopidina, warfarin e clopidogrel sembra che confermino tali conclusioni.. Non esistono evidenze a supporto di una qualche specifica strategia per un uso di antitrombotici in pazienti con CHF con pregressa rivascolarizzazione coronarica percutanea: non sussistono nette evidenza a supporto della sospensione dell'aspirina in pazienti con insufficienza cardiaca.(Vedi LG SIGN n.94 per aritmie cardiache in malattia coronarica e n.36 per trattamento antitrombotico). 4.9 Idralazina e isosorbide nitrato Prima dell'introduzione degli ACE-inibitori, è stato osservato che la 1+ combinazione di idralazina e isosorbide dinitrato (H-ISDN) è in grado 1+ di ridurre la mortalità in pazienti con insufficienza cardiaca. E' stato rilevato, inoltre, che tale combinazione è meno efficace di un ACEinibitore in un successivo confronto con enalapril (riduzione del 28% di mortalità in favore dell'enalapril, p=0,016). Si è visto che che H-ISDN riduce i sintomi ed il rischio di morte e ospedalizzazione per insufficienza cardiaca se aggiunta al trattamento standard (che includeva Ace-inibitori, ARB, beta-bloccanti per almeno tre mesi prima della randomizzazione, digossina, spironolattone e diuretici) in Afro-Americani con CHF di classe NYHA III o IV (beneficio assoluto per la sopravvivenza 4%, rapporto di rischio per tutte le cause di mortalità 0,57 con p=0,01). Nei pazienti caucasici la principale indicazione per H-ISDN consiste nell'intolleranza agli ACE-inibitori ed agli ARB dovuta a disfunzione renale o iperkaliemia. Gli effetti collaterali dei vasodilatatori sono comuni e, raramente, l'idralazina può causare una sindrome simile al lupus. A Per pazienti Afro-Americani con insufficienza cardiaca avanzata dovuta a disfunzione ventricolare sinistra andrebbe preso in considerazione un trattamento con idralazina e isosorbide dinitrato in aggiunta alla terapia standard. B Per pazienti intolleranti ad ACE-inibitori ed ARB a causa di disfunzione renale o iperkaliemia andrebbe preso in considerazione un trattamento con idralazina e isosorbide dinitrato associati. Pag. 25 di 45 SIGN Gestione dello scompenso cardiaco cronico Scottish Intercollegiate Guidelines Network 4.10 Pazienti con CHF e Frazione di Eiezione (FE) conservata Non tutti i pazienti con insufficienza cardiaca hanno una disfunzione diastolica del ventricolo sinistro (LVSD). I pazienti con HF ma normale funzione sistolica del ventricolo sinistro sono definiti come affetti da "insufficienza cardiaca con funzione ventricolare sinistra conservata". Un'insufficienza cardiaca con funzione ventricolare sinistra conservata si verifica spesso assieme a cardiopatia ischemica, ipertensione, ipertrofia miocardica o anche nelle sindromi costrittive pericardiche o miocardiche. Tutte queste entità cliniche andrebbero prese in considerazione in quanto possono essere e contribuire alla presentazione clinica dell'insufficienza cardiaca nel paziente con funzione sistolica conservata del ventricolo sinistro. Se presenti andrebbero identificate e trattate in come dovuto. Un fattore di controllo addizionale può essere la tachiaritmia;in tal caso il controllo della frequenza è probabilmente vantaggioso. Le prove di efficacia riguardo il trattamento dell'insufficienza cardiaca 1+ con funzione sistolica conservata sono limitate.. La principale evidenza deriva dallo studio CHARM dove il candesartan di è dimostrato effetti vantaggiosi, ma non in modo significativo, nei confronti degli endpoint “mortalità cardiovascolare“ e “ospedalizzazione” In questi pazienti non è stata identificata alcuna rilevante evidenza di di benefici da parte di diuretici, Ace-inibitori, beta-bloccanti, antagonisti dell'aldosterone o calcio-antagonisti. In pratica i diuretici sono usati spesso per ridurre e prevenire l'idro-ritenzione. Anche gli ARB ora sono utilizzati di frequenti in base alla tendenza favorevole evidenziata dallo studio CHARM. I beta-bloccanti e talvolta i calcioantagonisti sono anche utilizzati, sebbene non ci sia una base di evidenze sufficientemente robusta per raccomandarne l'impiego. 4.11 Insufficienza cardiaca e gotta I diuretici dell'ansa possono causare un elevato livello di urati e 4 precipitare una crisi di gotta Non sono state identificate evidenze circa il miglior trattamento della gotta in pazienti con insufficienza cardiaca. La pratica corrente nella 1gestione della gotta acuta consiste nell'uso della colchicina per eliminare infiammazione e dolore. Ciò richiede attenzione e sorveglianza: Un'altra alternativa è un breve periodo di prednisone. Una volta controllato il dolore, va presa in considerazione una terapia preventiva e va interrotta la colchicina. 4.12 Insufficienza cardiaca e sofferenza renale Una disfunzione renale è comune nell'HF ed una causa sottostante di Pag. 26 di 45 SIGN Gestione dello scompenso cardiaco cronico Scottish Intercollegiate Guidelines Network disfunzione renale andrebbe valutata in ogni singolo paziente. Le cause possibili includono la disidratazione, l'uso di ACE-inibitori e ARB o spironolattone, o anche una concomitante malattia renale (diabete o patologia reno-vascolare) La disfunzione renale in pazienti con HF causata da: √ • disidratazione richiede sospensione dei diuretici; • Ace-inibitori, ARB o spironolattone richiede una sospensione o riduzione della dose; • concomitante malattia renale richiede studio della funzionalità renale (raccolta urine 24 ore, indagini ultrasonografiche e/o eco-doppler arterioso). una riduzione o temporanea La correzione di una malattia vascolare renale con angioplastica può permettere ai pazienti di trarre beneficio da ACE-inibitori o ARB 4.13 Insufficienza cardiaca ed angina I beta-bloccanti sono i farmaci di prima scelta in pazienti con 1+ insufficienza cardiaca ed angina (vedi LG SIGN n° 96: gestione dell'angina stabile). Nitrati in preparazioni orali o sublinguali possono essere utilizzati vantaggiosamente nel trattamento dei sintomi anginosi, 4 quando la PA lo permette. E' stato rilevato che i calcio-antagonisti (con l'eccezione dell'amlodipina) accentuano i sintomi dell'insufficienza cardiaca o aumentano la mortalità dopo infarto miocardico nelle persone che hanno anche congestione polmonare o disfunzione ventricolare sinistra Alcuni pazienti con angina necessitano di rivascolarizzazione attenuare i sintomi (vedi LG SIGN n° 96: gestione dell'angina stabile) per 4.14 Insufficienza cardiaca negli anziani fragili Molti pazienti con insufficienza cardiaca sono vecchi. Molti studi diagnostici e terapeutici non includono pazienti fragili o vecchi, soprattutto quelli con comorbilità multiple. Gli studi finora a nostra disposizione suggeriscono che i benefici del trattamento farmacologico possono estendersi anche alla popolazione più anziana. L'approccio generale allo studio ed alla gestione dell'HF negli anziani fragili dovrebbe seguire i principi contenuti in questa linea-guida. Andrebbero presi in considerazione i seguenti fattori 4.14.1 COMORBILITÀ Andrebbe considerata la possibile influenza sul trattamento della presenza di deficit cognitivo, disfunzione renale, incontinenza urinaria, ipotensione posturale, cadute, BPCO e depressione. Pag. 27 di 45 SIGN Gestione dello scompenso cardiaco cronico Scottish Intercollegiate Guidelines Network 4.14.2 OBIETTIVO DEL TRATTAMENTO Pag. 28 di 45 SIGN Gestione dello scompenso cardiaco cronico Scottish Intercollegiate Guidelines Network Nei pazienti anziani con HF e significative comorbilità, deficit funzionali o altre malattie sistemiche limitanti tipo le neoplasie, l'obiettivo della terapia può anche essere il miglioramento dei sintomi e delle semplici funzionalità, piuttosto che un miglioramento della prognosi. L'obiettivo di titrazione delle dosi e regimi con farmaci multipli come utilizzati negli studi clinici potrebbero essere non desiderabili o problematici. Andrebbe sempre profusa ogni energia per coinvolgere i pazienti anziani e chi li assiste in discussioni a proposito degli obiettivi e dei fallimenti del trattamento della HF: 4.14.3 MODELLO DI ASSISTENZA I pazienti anziani con insufficienza cardiaca, comorbilità multiple e deficit funzionale andrebbero gestiti attraverso un modello di assistenza integrato che provveda alla valutazione multidisciplinare funzionale e sanitaria ed alla riabilitazione sia in assistenza primaria che secondaria (vedi sezione 6.2) 4.15 Vaccinazioni Un ampio studio di coorte su individui anziani tra la popolazione 2++ generale ha dimostrato una percentuale del 37% di riduzione dei 3 ricoveri per CHF tra i pazienti vaccinati contro l’influenza durante un’epidemia di influenza A. Una serie di casi, in un gruppo di pazienti con CHF da moderato a severo, ha dimostrato inoltre che il 23 % degli episodi di scompenso erano associati all’infezione. Un terzo di queste infezioni erano polmonari. Un’ulteriore serie di casi ha dimostrato che il 12 % delle ospedalizzazioni per scompenso erano dovute all’infezione polmonare. Il comitato congiunto delle vaccinazioni e immunizzazioni raccomanda 4 la vaccinazione, per le persone con malattie croniche, con il vaccino pneumococcico. La vaccinazione va fatta una sola volta, non annualmente come quella antinfluenzale. D I pazienti con CHF dovrebbero ricevere il vaccino antipneumococcico e una vaccinazione antinfluenzale all’anno. 5 Procedure interventistiche 5.1 Pazienti con disfunzione sistolica del ventricolo sinistro 5.1.1 RESINCRONIZZAZIONE CARDIACA Molti studi evidenziano i benefici della terapia di resincronizzazione 1++ cardiaca (CRT), in aggiunta alla terapia medica ottimale, in termini di 1+ miglioramento della capacità di esercizio fisico, di riduzione della classe NYHA, di miglioramento della qualità della vita e di riduzione delle ospedalizzazioni per peggioramento dello scompenso. La CRT ha Pag. 29 di 45 SIGN Gestione dello scompenso cardiaco cronico Scottish Intercollegiate Guidelines Network mostrato di ridurre la mortalità in maniera significativa in pazienti con disfunzione sistolica del VS (h.r. 0.64, 95% CI da 0.48 a 0.85 ; p < 0,002). La maggior parte delle evidenze per questo trattamento si riferiscono a pazienti con CHF con ritmo sinusale. A 5.1.2 Si dovrebbe prendere in considerazione la resincronizzazione cardiaca nei pazienti: a) con ritmo sinusale e sintomi di scompenso dovuti al VS, refrattari alla terapia farmacologica (FE< 35%); b) che si trovino nella III e IV classe NYHA ; c) che presentino un intervallo QRS > di 120 ms DEFIBRILLATORE CARDIACO IMPIANTABILE I defibrillatori impiantabili hanno un ruolo importante nella gestione del paziente con CHF (vedi la LG SIGN 94 sulle aritmie cardiache nella malattia coronarica). Alcuni pazienti ad alto rischio avranno bisogno di un defibrillatore insieme a CRT. 5.1.3 VENTILAZIONE ASSISTITA Nei pazienti con scompenso cardiaco sono rilevabili sia l’apnea 1+ ostruttiva notturna (OSA) sia l’apnea notturna centrale. Diversi studi hanno valutato l’impatto del flusso continuo a pressione positiva (CPAP) nei pz. con OSA. Questi studi si sono occupati per lo più di pochi pz. con patologie acute che hanno dimostrato un miglioramento della FE del VS e della qualità della vita. Il 25-40 % dei pz. affetti da scompenso ha l’apnea centrale notturna 4 e questa può insorgere come conseguenza di CHF. Con lo studio CANPAP è stato dimostrato che i pazienti con apnea notturna centrale e scompenso, randomizzati per il CPAP e seguiti per più di 18 mesi, non hanno una sopravvivenza maggiore del gruppo controllo nonostante il miglioramento di alcuni parametri vitali come la FE del VS, la diminuzione di noradrenalina circolante e l’aumento della saturazione d’ossigeno notturna. B 5.1.4 I pazienti con dispnea ostruttiva notturna e CHF possono essere trattati senza rischi con CPAP PROGRAMMI DI ESERCIZIO FISICO C’è una grossa mole di letteratura sull’esercizio fisico in pazienti con 2++ CHF, nonostante parecchi studi presentino problemi di ordine 4 metodologico. Spesso gli studi coinvolgevano un piccolo numero di pazienti, duravano poco e non erano rappresentativi della popolazione nella sua totalità. C’è qualche evidenza che l’allenamento fisico migliori la tolleranza allo sforzo e la qualità della vita ma nessuno studio randomizzato ha valutato la mortalità nel lungo periodo. Gli studi hanno valutato i diversi programmi di allenamento e i valori dei diversi risultati: appare difficile una generalizzazione sull’effettivo valore dell’esercizio fisico. Sono state identificate due meta-analisi che hanno attinto agli stessi 1++ Pag. 30 di 45 SIGN Gestione dello scompenso cardiaco cronico Scottish Intercollegiate Guidelines Network studi. Una meta-analisi che includeva soltanto studi con dati di 4 sopravvivenza per almeno tre mesi suggeriva una riduzione significativa della mortalità con l’allenamento fisico. Secondo l’altra meta analisi non c’era differenza per la mortalità tra i due gruppi nonostante si riferisse a studi simili ma non identici. La meta analisi riportava inoltre un miglioramento di QoL in sette studi su nove. Gli studi suggeriscono che un allenamento fisico di intensità moderata è sicuro e l’incremento dell’esercizio dovrebbe riguardare prima la durata, poi la frequenza e infine l’intensità. L’allenamento fisico deve essere svolto in maniera continua per dare benefici prolungati. La maggior parte di questi studi si riferivano a programmi di esercizio svolti in ospedale e non a casa B Bisognerebbe arruolare pazienti con scompenso cardiaco stabile di II e III classe NYHA in programmi controllati di allenamento fisico di moderata intensità per migliorare la tolleranza all’esercizio fisico e la qualità della vita. √ I pazienti dovrebbero essere incoraggiati all’esercizio aerobico entro i limiti dettati dai loro sintomi. √ I programmi di esercizio fisico dovrebbero essere personalizzati per ciascun paziente seguendo le raccomandazioni della LG SIGN 57 sulla riabilitazione cardiologica 5.1.5 BY-PASS CORONARICO Nessuna evidenza è stata identificata dagli studi RCT in merito alla rivascolarizzazione miocardica in pazienti i cui sintomi principali sono di scompenso cardiaco. 5.1.6 CARDIOMIOPLASTICA Non c’è nessuna evidenza sul ruolo della mio-plastica utilizzante muscolatura scheletrica nel trattamento della LVDS 5.1.7 PALLONCINO CONTA PULSAZIONI INTRA-AORTICO Non ci sono evidenze sull’uso del pallone intra-aortico contropulsatore in pz. con LVDS cronico. 5.1.8 CHIRURGIA CORRETTIVA Non ci sono studi randomizzati che abbiano messo a confronto la chirurgia plastica rimodellante del VS o la riparazione della valvola mitrale con la migliore terapia farmacologica. Nei pazienti con disfunzione sistolica del LV, associata a rigurgito mitralico funzionale, prima di considerare la chirurgia correttiva bisogna valutare con molta attenzione la severità del difetto valvolare. 5.1.9 STRUMENTI DI ASSISTENZA AL VENTRICOLO SINISTRO Uno studio randomizzato ha suddiviso un gruppo di pazienti inadatti 1+ al trapianto per l’età o per malattie concomitanti in due gruppi randomizzati: uno in terapia farmacologica ottimale, l’altro con Pag. 31 di 45 SIGN Gestione dello scompenso cardiaco cronico Scottish Intercollegiate Guidelines Network l’impianto di un dispositivo per il VS (LVAD). I risultati hanno mostrato una riduzione del 48% del rischio di morte per tutte le cause nel gruppo con LVAD paragonato a quello in terapia medica (RR0.52, 95% CI da 0.34 a 0.78; p=0.001). La sopravvivenza a due anni era del 23% con il LVAD e dell’8% con la terapia medica. (p=0.09). La qualità dei parametri vitali era migliore nel gruppo LVAD ad un anno. Le principali complicanze sono state il tromboembolismo e l’infezione. Prima di considerare il LVAD come trattamento standard, bisogna eliminare queste due complicanze. √ Per i pazienti con scompenso cardiaco severo il dispositivo per il ventricolo sinistro può essere considerato un passaggio intermedio verso il trapianto. 5.1.10 TRAPIANTO CARDIACO Il trapianto cardiaco offre ai pazienti buoni risultati per la qualità della 2+ vita e per la sopravvivenza. Non ci sono studi randomizzati, solo dati 4 registrati nel Regno Unito ed è internazionalmente dimostrata la sopravvivenza ad un anno per l’80% e a dieci anni del 50%. dei pazienti. Solo per pochi pazienti con CHF gestiti nella maniera ottimale - terapia medica e pace-marker insieme – è giustificato il trapianto cardiaco. √ I pazienti con uno scompenso cardiaco severo refrattario ai farmaci dovrebbero essere indirizzati ad un centro altamente specializzato per lo scompenso dove poter essere valutati per il trapianto. 5.2 Valutazione chirurgia e interventi 5.2.1 CHIRURGIA NON CARDIACA Non ci sono evidenze circa la valutazione e l’intervento per pz con scompenso che si sottopongono a chirurgia non cardiaca. La LG SIGN 96 sulla gestione dell’angina stabile discute la valutazione dei pazienti con malattia cardiovascolare che si sottopongono a vari interventi chirurgici. 5.1.2 CHIRURGIA CARDIACA C’è un solo studio randomizzato che ha esaminato l’efficacia del 1+ pallone intraortico contro-pulsatore in pz. con FE bassa (< 35% ) sottoposti a bypass coronarico (CABG). Lo studio mostra chiaramente un miglioramento della sopravvivenza peri-operatoria quando il pallone è introdotto prima dell’intervento. La sopravvivenza era maggiore nel gruppo di pazienti ai quali era stato impiantato il pallone intra-aortico prima dell’intervento chirurgico rispetto a quelli ai quali era stato messo durante l’intervento. (p=0.047) L’attività cardiaca dopo la rivascolarizzazione migliorava in entrambe i gruppi con risultati più buoni nel gruppo con il pallone inserito prima dell’intervento (LVEF 42% contro il 33%; p<0.001). B Nei pazienti sottoposti a bypass coronarico con FE minore-uguale al Pag. 32 di 45 SIGN Gestione dello scompenso cardiaco cronico Scottish Intercollegiate Guidelines Network 35% bisognerebbe prendere in considerazione l’introduzione preoperatoria di un pallone contro-pulsatore. 6 Modelli di assistenza 6.1 Comunicazione coi pazienti I pazienti con scompenso cardiaco cronico riferiscono alti livelli di 3 frustrazione con progressive perdite funzionali, isolamento sociale e notevole difficoltà nel seguire un regime di cura complicato. In uno studio si è visto che la comprensione delle loro condizioni di salute e il coinvolgimento nella terapia che venivano riferiti erano minori rispetto ai pz. malati di cancro. Nella stessa coorte i pazienti riportavano bisogni non riconosciuti nelle cure psico-sociali, nell’educazione e nel coordinamento tra le cure primarie e quelle secondarie. In un piccolo studio qualitativo i pazienti hanno elencato i seguenti fattori come ostacolanti la comunicazione con i medici : 6.1.1 • fattori intrinseci allo scompenso (per es. confusione, prognosi incerta) • caratteristiche dei pazienti (per es. fraintendimento delle cause / trattamento dei sintomi) • • struttura del sistema (per es. difficoltà riguardanti l’ospedale) fattori legati alla relazione medico/paziente ( per es. i pz. ritengono che per il medico sia difficile condividere informazioni sullo scompenso) DEFICIT COGNITIVI COME BARRIERE ALLA COMUNICAZIONE Una revisione sistematica ha evidenziato che lo CHF è associato con un quadro di deterioramento cognitivo generalizzato che include 2+ deficit di memoria e di attenzione. Sono stati trovati pochi studi di buona qualità e con una popolazione eterogenea. Sono stati identificati due studi che si occupavano della funzione cognitiva in generale in 203 pazienti con scompenso e 704 casi di controllo. I risultati di un impoverimento cognitivo sono stati misurati con il MMSE test e la scala Wechsler per gli adulti in pazienti con CHF (la differenza media standard -0.40, 95%CI da -0.56 a 0.24; p<0.00001). √ 6.1.2 Il personale sanitario coinvolto nell’educazione o nell’aiuto al paziente nella gestione della sua malattia dovrebbe tener conto di possibili deficit cognitivi e della necessità di interventi su misura. INTERVENTI PER AUMENTARE EDUCAZIONE E COMUNICAZIONE Un approccio per migliorare l’educazione del paziente ha strutturato interventi da parte di personale specializzato (per es. infermiere). Pag. 33 di 45 SIGN Gestione dello scompenso cardiaco cronico Scottish Intercollegiate Guidelines Network Parecchi piccoli studi hanno dimostrato che interventi strutturati sono 1+ migliori rispetto alle cure di routine per migliorare l’auto gestione della malattia e l’aderenza alla terapia. Un RCT ha confrontato due strategie di intervento: da un lato un infermiere di sostegno, dall’altro un collegamento del paziente e di un provider con l’uso del computer o di lettere mirate a migliorare l’uso di beta bloccanti in 169 pz. con CHF. Il risultato primario, la proporzione di pazienti che avevano iniziato o aumentato gradualmente e mantenuto la terapia con beta bloccanti, è stato del 67% (35 su 54) per i pazienti nel gruppo con l’infermiere di sostegno, rispetto al 16 % dell’altro gruppo (10 su 64) – paziente/provider - e al 27 % (14 su 51) del gruppo controllo (p< 0.001 per i confronti tra il gruppo con l’infermiere e gli altri due gruppi). Non c’erano differenze tra i due gruppi per quanto riguardava i ricoveri per ricadute o la mortalità tra i due gruppi. Un altro approccio ha posto l’attenzione su come affrontare le barriere comunicative durante le visite. Una revisione Cochrane di tre 2+ studi che contavano 347 operatori sanitari che si occupavano di malati di cancro ha concluso che esiste una qualche evidenza su come migliorare i comportamenti che possono essere misurati, per esempio rispondere ai segnali dei pazienti e fare meno domande insidiose. La revisione concludeva con la necessità di un nuovo lavoro per mettere a confronto diversi metodi di addestramento e valutare la consapevolezza dei pz. e la loro soddisfazione per il cambiamento. Non sono state identificate evidenze nei servizi per lo scompenso. 6.2 Assistenza dopo la dimissione ospedaliera Una buona meta analisi ha sostegno multidisciplinare diversi interventi. Erano due per la maggior parte dopo le valutato il programma di dimissioni e il 1++ successivo alle dimissioni utilizzando 1+ sottogruppi di intervento predeterminati, dimissioni. E’ stata dimostrata una riduzione della mortalità per l’intervento del gruppo di specialisti “ospedale territorio”, ma non per il programma di dimissioni e per il follow-up multidisciplinare, una più frequente assistenza clinica o follow-up telefonico o auto-cure accresciute. Il monitoraggio tele video era anche associato con una riduzione di mortalità. Gli interventi di maggiore successo prevedevano le visite domiciliari. I ricoveri dovuti a cause diverse erano diminuiti grazie agli interventi di un gruppo di specialisti in ambulatorio o a casa del paziente , e grazie a un programma di dimissioni e un follow up multidisciplinare (visite a domicilio ma senza aumentare le consultazioni allo studio o frequenza dei contatti telefonici). I ricoveri per scompenso erano diminuiti per l’impiego di ambulatori multidisciplinari sullo scompenso, per il follow-up specialistico da parte di gruppi multidisciplinari, per il follow up telefonico, l’accresciuta self care, per il monitoraggio video telefonico, ma non Pag. 34 di 45 SIGN Gestione dello scompenso cardiaco cronico Scottish Intercollegiate Guidelines Network per il follow up da parte del medico di base o di ambulatori non specialistici. La qualità della vita migliorava maggiormente in pazienti che ricevevano un programma e un sostegno dopo le dimissioni. Nessuno degli studi ha riportato analisi formali costi-efficacia, ma molti hanno registrato i costi medici di ogni parametro. Tre meta analisi hanno riportato in maniera consistente che migliorando il programma di dimissioni si riducevano i costi rispetto alle cure tradizionali. Il denaro risparmiato superava il costo del miglioramento di una media di più di sei volte (da due a 14 volte). Il risparmio derivava innanzitutto dalla quota più bassa di ricoveri successivi. L’unico studio nel quale i costi hanno superato i risparmi prevedeva un follow-up di supporto in day-hospital. A 6.2.1 Un piano di dimissioni esaustivo dovrebbe assicurare che i legami con i servizi post dimissione siano nel territorio per tutti i pz. con sintomi di scompenso cardiaco. Dovrebbe essere incluso un infermiere domiciliare. FOLLOW UP INFERMIERISTICO Uno studio di coorte di un servizio telefonico strutturato offerto da 1+ infermieri addestrati per pazienti con scompenso cronico stabile (senza ricoveri o cambi di terapia durante gli ultimi due mesi) e pazienti con un trattamento farmacologico ottimale, ha mostrato una riduzione dal 31 al 26.3 % nel gruppo di intervento nell'endpoint primario per tutte le cause di mortalità o ricovero per peggioramento dello scompenso paragonato al gruppo che riceveva le cure abituali (riduzione del rischio relativo 20%, 95% CI da 3% a 34% , p=0.026 ; ARR 4.7% ; NNT=21). Questo era principalmente dovuto alla diminuzione dei ricoveri per il peggioramento dello scompenso durante un periodo medio di 16 mesi. Gli infermieri potevano modificare la terapia diuretica e raccomandare delle visite non programmate al pronto soccorso. I pazienti di questo gruppo erano più propensi a seguire la terapia con beta bloccanti prescritti, spironolattone e digossina alla fine dello studio. I suddetti pazienti avevano una migliore qualità della vita rispetto al gruppo controllo alla fine dello studio (punteggio medio totale del gruppo di intervento 30.6 rispetto 35.0 nel gruppo controllo; differenza media = 4.4, 95% CI da 1.8 a 6.9; p = 0.001). Un ulteriore piccolo studio di coorte di follow-up infermieristico in 1+ pazienti dopo le dimissioni (che includeva visite domiciliari integrate da contatti telefonici) paragonate alle cure abituali mostrava che il 37% di pazienti del gruppo di intervento moriva o aveva un altro ricovero per scompenso paragonato al 53% del gruppo controllo ( h.ratio = 0.61, 95% CI da 0.33 a 0.96). In confronto a coloro che ricevevano le cure abituali i pazienti del gruppo di intervento avevano meno ricoveri per qualsiasi patologia (86 contro 114, p=0.018), meno ricoveri per scompenso (19 contro 45, p<0.001) e passavano meno giorni in ospedale per scompenso ( in media 3.43 contro 7.46 Pag. 35 di 45 SIGN Gestione dello scompenso cardiaco cronico Scottish Intercollegiate Guidelines Network giorni; p= 0.0051). A √ 6.2.2 Bisognerebbe prendere in considerazione il follow up da parte di infermieri istruiti sullo scompenso (incluso il contatto telefonico) dei pz. con scompenso cardiaco stabile o dopo le dimissioni. Costoro dovrebbero avere la capacità di modificare le dosi dei diuretici e l’intervallo tra le chiamate telefoniche e raccomandare contatti con i medici in caso d’urgenza. Bisognerebbe considerare l’opportunità di centralini telefonici per sostenere tutti i pz. in Scozia con scompenso cardiaco stabile o aggiungere l’obbligo del follow up ai gruppi multidisciplinari già esistenti che si occupano di scompenso. RUOLO DEL FARMACISTA Sono stati identificati tre studi di buona qualità riguardanti il 1+ contributo dei farmacisti nel follow up di pz. con CHF. Uno studio mostrava che l’aggiunta di un contatto mensile con un gruppo di farmacisti opportunamente addestrati a standardizzare le cure dei pz., riduceva il numero dei giorni e gli intervalli di due giorni in cui i pz. non assumevano il diuretico. Ciò non aveva alcun effetto sui ricoveri ospedalieri o la morte, ma c’era una maggiore adesione alla terapia rispetto al gruppo controllo. Un ulteriore studio ha mostrato che aggiungendo la figura del farmacista in un ambulatorio sulla funzione cardiaca migliorava il ricordo dei pazienti sulle istruzione dell’assunzione del farmaco, l’aiuto per obiettivi stabiliti; malgrado ciò oltre i tre mesi di follow up non c’erano misure di ricovero o decessi. Il terzo studio mostrava un miglioramento significativo della mortalità per tutte le cause,eventi non fatali di scompenso ( visite al pronto soccorso o ricoveri per CHF) e terapia con ACE inibitori o con altro farmaco vasodilatatore per i pz. intolleranti agli ACE inibitori,per coloro che avevano un piano strutturato di intervento con i farmacisti per la compliance e la conoscenza dei farmaci con il follow-up telefonico e l’ottimizzazione della terapia attraverso il contatto con i medici, paragonato ai pazienti curati con le terapie tradizionali. Il risultato può essere dovuto all’ottimizzazione dell’uso degli ACE inibitori o degli ARB (sartani)i A 6.2.3. Per i pz. con scompenso bisognerebbe prevedere un follow up multidisciplinare, compreso il supporto del farmacista per indirizzarli alla conoscenza dei farmaci e alla compliance. Il follow up dovrebbe includere un feed-back con i medici per ottimizzare la terapia farmacologica. AUTOGESTIONE Uno studio effettuato prima e dopo un programma di autogestione per soggetti con basso livello di istruzione dà indicazioni sul fatto che programmi ritagliati su persone alfabetizzate possono migliorare la conoscenza dello scompenso, l’autovalutazione, aumentare l’accuratezza del dosaggio farmacologico e migliorare i sintomi. Pag. 36 di 45 SIGN Gestione dello scompenso cardiaco cronico Scottish Intercollegiate Guidelines Network √ 6.3 I programmi di autogestione dovrebbero essere pensati su misura per le esigenze individuali del paziente, in particolare rispetto ai soggetti poco alfabetizzati. Gruppi di supporto tra pazienti In Scozia ci sono 37 gruppi di sostegno per problemi cardiaci e circolatori (CHSS) gestite da persone con esperienza di malattia cardiaca. Ogni gruppo ha un suo regolamento, finalità e obiettivi ed è sviluppato secondo le necessità locali, e in collegamento ai servizi cardiologici. Le finalità includono il supporto emotivo e sociale dei pz. e di coloro che li seguono, riabilitazione continua, prevenzione secondaria, informazione e d educazione. √ 7 Gli operatori sanitari dovrebbero farsi carico delle reti di sostegno locale per i pz. affetti da scompenso, della loro struttura, degli scopi e del regolamento. L’informazione dovrebbe essere disponibile ai pazienti Cure palliative In Scozia, lo scompenso cardiaco è associato con una delle percentuali più basse di sopravvivenza a 5 anni, approssimativamente il 25 % per entrambe i sessi Un sondaggio effettuato nel Regno Unito sui servizi di cure palliative 4 durante gli anni 1997-98 ha mostrato che 1.094 pazienti con malattia cardiaca ricevevano cure palliative specialistiche, paragonati a 62.499 pazienti malati di cancro. Non c’è evidenza per definire quando,come e da chi sia meglio erogare le cure palliative di sostegno, durante il percorso del paziente dalla diagnosi di scompenso alla morte. Estrapolando dalle cure per il cancro,le cure palliative generiche dovrebbero essere erogate dagli operatori professionali abituali del paziente e dalla famiglia, laddove la situazione non sia molto complessa e dovrebbe essere ricevere uguale importanza insieme alla diagnosi e alla cura. L’erogazione delle cure palliative dipende per la maggior parte dagli accordi locali tra specialisti di cure palliative,cure primarie e il gruppo degli operatori sullo scompenso. In questa condizione frequente di malattia cronica c’è una piccola ma efficace ricerca sulla fine della vita riguardo : - lo stato funzionale - la qualità della vita - la prevalenza dei sintomi e la loro severità - le decisioni sul trattamento da preferire Gli studi esistenti in questo ambito dimostrano un alto tasso di 3 bisogni misconosciuti nell’ambito della gestione dei sintomi,della comunicazione, del prendere decisioni,del supporto emotivo,del Pag. 37 di 45 SIGN Gestione dello scompenso cardiaco cronico Scottish Intercollegiate Guidelines Network coordinamento delle cure e della qualità delle cure alla fine della vita. √ 7.1 Tutti i medici che gestiscono pazienti con scompenso cronico nelle fasi iniziali della malattia dovrebbero avere un approccio di tipo palliativo,focalizzando il sollievo dai sintomi e l’interruzione di trattamenti non essenziali. Incertezza nella prognosi Lo scompenso cardiaco cronico è una condizione complessa dal punto di vista fisiopatologico,che può richiedere interventi altamente tecnici, ma rimane una sindrome clinica progressiva, nonostante i progressi terapeutici. Spesso si associa a numerose altre patologie. Prevedere l’andamento della malattia allo stadio terminale dei pz. affetti da scompenso è molto più difficile rispetto ai pazienti in fase terminale malati di cancro. Gli episodi acuti di scompenso possono diventare più frequenti e più severi finché uno di questi è fatale, ma resto il rischio di morte improvvisa in tutti gli stadi della malattia. √ 7.2 Tutti i pazienti con scompenso vivono con la possibilità di morte improvvisa e prognosi incerta di vita. Si dovrebbe discutere di questo con i pz. in tutti gli stadi della malattia. Qualità di vita Nello scompenso cronico la qualità della vita diminuisce man mano 2+ che peggiora la classe funzionale NYHA. Nonostante la classe 3 funzionale NYHA sia il parametro predittivo dominante tra le variabili 4 somatiche negli studi, i determinanti principali di ridotta qualità della vita sono sconosciuti. I pz. possono mostrare stress psicologico dovuto all’aumentata dipendenza dagli altri, al bisogno di assistenza per lo svolgimento delle attività quotidiane e al conseguente sgretolamento della vita sociale, degli obiettivi personali, del reddito, della fiducia e delle attività quotidiane. 7.3 Gestione dei sintomi Si dovrebbe raccoglier un’accurata storia dei sintomi. Gli elementi necessari per un approccio centrato sul paziente terminale sono : - attenzione al dettaglio terapeutico - programmi di cura individualizzati - comunicazione chiara - accoglimento dei desideri del paziente riguardo le strategie di trattamento. Esistono deboli evidenze riguardo alle gestione palliativa dei sintomi in CHF. Le strategie di gestione dovrebbero essere estrapolate e adattate da quelle usate nella cura del cancro, sebbene l’uso di FANS e anti depressivi triciclici dovrebbe essere evitato. L’evidenza sulla gestione dei disordini dell’umore è discussa nella sezione 3.6 7.3.1 DISPNEA Nella dispnea da scompenso cronico,gli oppioidi possono migliorare la Pag. 38 di 45 SIGN Gestione dello scompenso cardiaco cronico Scottish Intercollegiate Guidelines Network sensazione di mancanza di fiato riducendo la sensibilità chimica all'ipercapnia. Da prescrivere con attenzione, gli oppioidi possono ridurre la richiesta di ventilazione senza una depressione respiratoria significativa. Nelle persone più anziane,può essere necessario cominciare con dosi più basse a causa della farmacocinetica alterata e della diminuzione della clearance renale e successivamente aumentare la dose lentamente per minimizzare gli effetti avversi. Uno studio pilota ha mostrato i benefici degli oppioidi nei pazienti con 1scompenso e una revisione sistematica ha sostenuto l’uso degli 1++ oppioidi per via orale e parenterale in caso di affanno nella fase avanzata di qualsiasi malattia. Anche il controllo del respiro e le tecniche di rilassamento possono essere utili. √ 7.3.2 Per pazienti con dispnea, dopo aver ottimizzato la dieta, l’apporto di liquidi, e la gestione standard per lo scompenso,si dovrebbe considerare la prescrizione di dosi basse di oppioidi, aumentate lentamente per minimizzare gli effetti aversi. OSSIGENO on ci sono evidenze che l’ossigeno a riposo o durante il cammino sia 4 utile nello scompenso cronico. 7.3.3 DOLORE La prevalenza precisa del dolore nello scompenso rimane incerta. Studi retrospettivi indicano una prevalenza del 24-35%. Strategie di gestione applicate in altre condizioni di dolore cronico potrebbero essere individuate e adattate caso per caso. 7.4 Interruzione del trattamento La decisione di modificare i farmaci dovrebbe essere presa attivamente invece che in seguito ad effetti avi. Si dovrebbe considerare la probabilità che la malattia limitante la vita o la comorbilità sia influenzata dagli interventi corrent √ Le terapie dovrebbero essere riviste regolarmente e le decisioni di modificare o di interrompere le terapie dovrebbero essere prese attivamente e non in risposta ad eventi avversi. Bisognerebbe valutare la differenza tra una terapia prescritta per il sollievo dei sintomi e un’altra mirata ad un miglioramento della prognosi. L’educazione dei pazienti e della loro famiglia riguardo gli obbiettivi 3 del trattamento delle cure palliative e la funzione del pacemaker e di altri dispositivi per controllare l’aritmia (ICDs) possono essere utili per alleviare l’ansia per la fine della vita. I pazienti hanno il diritto di rifiutare qualsiasi intervento medico non voluto o di chiedere la sospensione dei trattamenti, inclusi i pacemaker e gli ICDs. La discussione con le famiglie dovrebbe comprendere il diritto di disattivare la funzione di defibrillatore degli ICDs. Pag. 39 di 45 SIGN Gestione dello scompenso cardiaco cronico Scottish Intercollegiate Guidelines Network La comunicazione con i pazienti dovrebbe includere la discussione su 3 dove e quali cure effettuare in futuro e le loro opinione in merito alla rianimazione. Gli studi dimostrano che le preferenze dei pazienti in merito alla rianimazione si modificano nel tempo in risposta all’andamento della loro malattia e al loro stato funzionale. Il Liverpool Care of Dying Pathway (Percorso integrato di cura del morente) è uno strumento sempre più utilizzato in ogni diagnosi, nelle cure terminali. Appaiono necessarie ulteriori ricerche a proposito del suo uso nello stadio finale dello scompenso cardiaco 8 Fonti di ulteriori informazioni (Elenco di istituzioni di riferimento per il quale si rimanda all'edizione originale Traduzione ritenuta non necessaria) 9 Applicazione ed audit 9.1 Applicazioni locali L'applicazione di LG nazionali è responsabilità di ogni SSN ed è una componente essenziale della Clinical Governance (riduttivamente tradotta come "Governo Clinico" N.d.r.). E' riconosciuto che i vari SSN non possono applicare ogni LG immediatamente dopo la sua pubblicazione, ma dovrebbe esistere un meccanismo per cui sia garantita un'attenzione alle raccomandazioni della LG, una valutazione dei motivi di qualsivoglia differenza ed indicazioni appropriate. Questa discussione deve includere sia lo staff clinico che lo staff gestionale. Adattamenti locale possono essere attuati nell'applicazione di una LG nazionale in singoli ospedali, strutture o ambulatori e monitorata l'adesione alle stesse. Questo può essere realizzato in vari modi che includano specifici richiami per i pazienti, addestramento ed educazione continua ed audit clinici 9.2 Punti chiave per l'audit Il National Cinical Datasets Development Porgramme ed il SSN scozzese stanno lavorano per sviluppare una standard razionale di elementi per un'applicazione in sistemi informatici che supporti l'assistenza al paziente Questi elementi, disponibili all'indirizzo web www.datadictionary.scot.nhs.uk sono: • • • • Nucleo Cardiopatia Ischemica, sindromi coronariche acute, riabilitazione cardiovascolare, insufficienza cardiaca, Pag. 40 di 45 SIGN Gestione dello scompenso cardiaco cronico Scottish Intercollegiate Guidelines Network • elettrofisiologia Il Programma “CHD e stroke” sta definendo un gruppo di lavoro per sviluppare i metodi e codificare le definizioni al fine di supportare e monitorare le nuove LG SIGN con il nuovo set di dati e l'insieme di dati pre-esistenti. 9.3 Raccomandazioni per la ricerca Diagnosi ed accertamenti: • una valutazione delle conseguenze dello screening del BNP nei pazienti con sospetta insufficienza cardiaca in funzione del suo utilizzo nell'assistenza e dei costi, • una valutazione dell'accuratezza e dell'accettabilità dell'ECG come strumento di screening in assistenza primaria per pazienti con sospetta insufficienza cardiaca. Terapia farmacologica: • Qual'è il beneficio dell'introduzione di una ARB rispetto un ACEInibitore e un beta-bloccante in pazienti con disfunzione sistolica asintomatica del ventricolo Sinistro (VS)? • Qual'è il beneficio dell'introduzione di un inibitore dell'aldosterone rispetto un ACE-Inibitore e un beta-bloccante in pazienti con disfunzione sistolica asintomatica del ventricolo Sinistro (VS)? • Cose identifica con maggiore accuratezza quei pazienti che soffriranno di iperkaliemia o disfunzione renale con un doppio o triplo blocco del sistema renina-angiotensina? • L'idralazina/isosorbide-dinitrato produce benefici clinici in pazienti non neri con insufficienza cardiaca, se aggiunta alla terapia standard? • Quali pazienti con HF non da fibrillazione atriale possono trarre beneficio dal trattamento con warfarin? Modifiche del comportamento: • sono richiesti ulteriori studi sull'utilità del nuoto in pazienti con insufficienza cardiaca; • L'identificazione di depressione o ansietà in pazienti con HF porta ad un intervento farmacologico per migliorare la qualità di vita? • Come è possibile migliorare l'aderenza dei pazienti alla terapia ed alle raccomandazioni per la salute? Procedure interventistiche: Pag. 41 di 45 SIGN Gestione dello scompenso cardiaco cronico Scottish Intercollegiate Guidelines Network • Necessitano più ricerche riguardo il beneficio soggettivo e sintomatico dell'O2-terapia in pazienti ipossiemici con HF; • • Quali pazienti avranno maggior beneficio dalla CRT o CRT-D? Quali pazienti avranno maggior beneficio dall'impianto ICD? Modelli di assistenza: • Quale componente dell'assistenza infermieristica genera maggiori benefici in pazienti con insufficienza cardiaca? • La terapia endovenosa giornaliera accelera le dimissioni ed evita i nuovi ricoveri? Cure palliative: • Quale è il loro ruolo? Cosa offrono?' Come devono essere organizzate? 10 Sviluppo della Linea Guida (Elenco delle persone coinvolte, consultabile nell'edizione originale. Traduzione ritenuta non necessaria) 4 dicembre 2009 Pag. 42 di 45 SIGN Gestione dello scompenso cardiaco cronico Scottish Intercollegiate Guidelines Network Abbreviazioni ACE Enzima di conversione l'angiotensina ACM Cardiomiopatia alcolica ARB Bloccanti il recettore dell'angiotensina (sartani) BNP Peptide natriuretico cerebrale CABG Innesto di bypass su arterie coronariche CANPAP Studio canadese con continua pressione respiratoria positiva in pazienti con apnea centrale durante il sonno e insufficienza cardiaca CHARM Candesartan nello scompenso cardiaco: studio di valutazione sulla riduzione di mortalità CHD Malattia coronarica CHF Scompenso cardiaco CHSS (Associazione) Torace, cuore e polmoni in Scozia CI Intervallo di confidenza CIBIS 2 Secondo studio sul carvedilolo nell'insufficienza cardiaca COPD Bronchite cronica ostruttiv COPERNICUS Studio randomizzato prospettico di sopravvivenza cumulativa con carvedilolo CPAP Pressione aerea positiva continua CRT Terapia resincronizzante cardiaca CVD Malattia cardiovascolare CXR Radiorafia del torace DIG Lavoro di ricerca del gruppo digitale DSE Ecocardiografia da stress con dobutamina ECG elettrocardiogramma EPHESUS Studio sutdio sull'eficacia e sulla sopravvivenza con eplerenone nell'insufficienza cardiaca post-infartuale GP Medico di medicina generale H-ISDN Idralazina e isosorbide dinitrato IAPB Pallocino intra-aortico conta-pulsazioni ICD Strumenti impiantabili per il controllo dell'aritmia JVP Pressione venosa giugulare Pag. 43 di 45 SIGN Gestione dello scompenso cardiaco cronico Scottish Intercollegiate Guidelines Network LV Ventricolo sinistro LVAD Strumento di assistenza al ventricolo sinistro LVDD Disfunzione diastolica del ventricolo sinistro LVEF Frazione di eiezione del ventricolo sinistro LVH Ipertrofia del ventricolo sinitro LVSD Disfunzione sistolica del ventricolo sinistro MERIT Studio randomizzato di intervento con metoprololo MI Infarto miocardico MRI Risonanza magnetica MUGA Scansione con acquisizione a canali multipli NICE Istituto nazionale per l'eccelenza clinica NT-pro-BNP Pro-peptide natriuretico cerebrale N terminale NYHA Associazione cuore di New York OR Odds ratio (rapporto tra odds) OSA Apnea ostruttiva nel sonno PET Tomografia ad emissione di positroni PROVED Studio prospettivo randomizzato sull'insufficienza ventricolare e l'efficacia della digossina QoL Qualità di vita RADIANCE Studio prospettico randomizzato di valutazione della digossina verso gli ace-inibitori RALES Studio randomizzato di valutazione dell'Aldactone RCT Studi randomizzati controllati RR Rischio relativo RVD Disfunzion del ventricolo destro S3 Terzo tono cardiaco SENIORS Studio sugli effetti del trattamento con nebivololo relativamente ai risultati ed alla re-ospedalizzazione in anziani con insufficienza cardiaca SIGN Rete multidisciplinare scozzere per le Linee Guida ValHEFT Studio sul valsartan nell'insufficienza cardiaca Pag. 44 di 45 SIGN Gestione dello scompenso cardiaco cronico Scottish Intercollegiate Guidelines Network APPENDICE 1 Guida pratica all'uso degli ACE-inibitori in pazienti con CHF dovuta a LVSD. APPENDICE 2 Guida pratica all'uso degli ARB in pazienti con CHF dovuta a LVSD. APPENDICE 3 Guida pratica all'uso dei beta-bloccanti in pazienti con CHF dovuta a LVSD. APPENDICE 4 Guida pratica all'uso degli antagonisti dell'aldosterone in pazienti con CHF dovuta a LVSD. APPENDICE 5 Farmaci da evitare in pazienti con CHF Pag. 45 di 45