Riflettere sulla lingua Difetti denunciate alla grammatica formale e classificatoria Lo Duca, M. (2003): Lingua italiana ed educazione linguistica. Tra storia, ricerca e didattica. Carocci, Roma 1.- Nell’identificazione delle categorie morfologiche (nome, articolo…) che sintattiche (soggetto, predicato…) vengono proposti criteri diversi, tra loro non coerenti: Criterio formale: sulla base della loro variabilità o invariabilità morfologica Parti variabili e invariabili del discorso Accordi di genere e di numero Criterio nozionale-semantico: si sforza di trovare un contesto semantico comune a tutte le parole appartenenti ad una stessa categoria Nome: indica persona, animale o cosa Soggetto: indica persona, animale o cosa di cui si parla Verbo: indica un’azione o uno stato Difetti denunciate alla grammatica formale e classificatoria Lo Duca, M. (2003): Lingua italiana ed educazione linguistica. Tra storia, ricerca e didattica. Carocci, Roma Criterio distribuzionale: posto occupao di una certa categoria rispetto ad altre L’articolo precede al nome Criterio funzionale: indica ciò a cui serve certa categoria L’articolo serve a determinare il nome a cui è associato Se il verbo indica azione o stato, perché “vittoria o fuga, camminata o dormita” non sono verbi? Se il pronome sta al posto del nome, nella frase “lo avevamo detto tutti che non dovevi mangiare”, al posto di quale nome sta il “lo”? Se il soggetto è colui che fa l’azione, nella frase “Maria è pettinata da Giulia”, perché Giulia non è il soggetto? Difetti denunciate alla grammatica formale e classificatoria Lo Duca, M. (2003): Lingua italiana ed educazione linguistica. Tra storia, ricerca e didattica. Carocci, Roma 2.- Alcune nozioni grammaticali considerate universali hanno realizzazioni diverssisime da lingua a lingua. Assenza di universalità di categorie proposte: Latino: privo di articolo Italiano: privo di casi 3.- Il criterio nozionale-semantico ha portato ad un’inutile proliferazione di categorie e sottocategorie: Sottoclassi di aggettivi Diversità di complementi 4.- L’attaccamento al modello tradizionale è stato in buona parte determinato dalla presenza del latino L’analisi grammaticale e logica servono soprattutto per passare dall’italiano al latino Difetti denunciate alla grammatica formale e classificatoria Lo Duca, M. (2003): Lingua italiana ed educazione linguistica. Tra storia, ricerca e didattica. Carocci, Roma 5.- Numerose assenze e disattenzioni: Assenza di considerazione per il lessico e la semantica Assenza, pur nel proliferare dei complementi, della fondamentale distinzione tra complementi necessari (nucleari) e complementi facoltativi (circostanziali) Totale disattenzione per il problema della funzione della lingua, che ha impedito di vedere certi fenomeni grammaticali interessanti, quali, la relazione tra la struttura informazionale delle frasi e l’ordine delle parole: “io compro il libro” “il libro lo compro io” “lo compro io, il libro” Assenza di considerazione sociolinguistiche, uso di modelli di lingua scritta-formale su cui unicamente essercitare la riflessione grammaticale Scarsa considerazione per fenomeni grammaticali che interessino frammenti di lingua superiori alla frase, quali anafore, connettivi testuali Metodologia: percorsi guidati dalla scoperta Attivando strategie di problem solving Che metteno in motto capacità di base come l’osservazione, la classificazione, il confronto… Metodo scientifico: problema, ipotesi, verifica, conferma/disconferma delle ipotesi Nel corso di tutto l’itinerario scolastico Integrando prospetive occasionali con approcci più sistematici Documentando osservazioni, accordi e regole di funzionamento Riflettere in prima 26 marzo Dopo la lettura del testo in inglese “Good night good knight” e l’esplorazione delle sue pagine e in particolare del titolo, i bambini soprono: Esistono delle parole che si scrivono in modo diverso ma che si pronunciano allo stesso modo; La <k> in inglese non sempre si legge davanti alle parole e dobbiamo cercare di capire il perché In inglese il significato di una parola può cambiare aggiungendo o togliendo una sola letterina; anche in italiano succede così? Riflettere in prima 17 aprile Conoscete delle parole che hanno più doppie? Debora: Rossella (lo scrive alla lavagna) Vincenzo: anche il mio ha due <N>! (Scriviamo Vincenzo alla lavagna) Simone: però non sono vicine! Ma la doppia c’è? Giada: sì, come Alessia che ha due <a> Matteo: sì, ma non sono vicine! Devono essere vicine Ambito fono-morfologico: come si passa dal parlato allo scritto? Ines: per fare il suono <ci> non ci vuole la <i> Bambini: quando scriviamo 1°A si mette solo la A, si dice <a> e basta, invece <B> si può dire <b> oppure <bi> Ines: mia nonna dice sempre <bi>, invece mia mamma dice solo <b>, ma vuol dire la stessa cosa ………. Serena: maestra io ho un problema, non riesco a capire se nella parola “mosca” ci vuole la <s> oppure la <z> Ambito fono-morfologico: l’apostrofo unisce o separa? Come si fa a scrivere un’onda… Marco: io dico cos: “unonda”, perché mi viene più facile e non mi da fastidio Eleonora: io preferisco dire una onda… Emanuele: una onda è sbagliato perché… perché si legge male… si sente male, … per me ci vuole qualcosa (e mette l’apostrofo) Eleonora: è l’apostrofo Serena: quando metti l’apostrofo devi sempre mettere staccata la seconda parola Ambito fono-morfologico: l’apostrofo unisce o separa? Eleonora: l’apostrofo serve per attaccare un po’… ma senza scrivere proprio attaccato e serve per leggerlo…per leggerlo…in modo che scivola la voce…per staccare la scrittura ma per attaccare le parole Alunni: È un segnetto…(che serve) per leggere unite le parole Andrea: serve per leggere unite le parole che se no erano staccate… però ci fa capire anche un’altra cosa… che prima c’era la <a>, però si ci metto la <a> non ci metto l’apostrofo Federica: si può mettere la <a> oppure il segnetto – apostrofo non tutti e due… tutti e due non ce li puoi mettere! Marco: se no … ci sono troppe cose! Ambito fono-morfologico: che cos’è una parola? Marco: <con> è una parola: ha più i due lettere e significa “con chi vai? Eleonora: <del> non è una parola… devi dire per forza “di chi” è una cosa, devi attaccarci qualcosa insieme, non può stare da sola Ambito fono-morfologico: quali sono le caratteristiche delle lettere? Ylenia: il nostro alfabeto è (composto da) tutte le lettere che esistono Roberto: sono ventuno Ylenia: sì, ma manca la <y> che è russa, no cioè greca Andrea: <a, e, i, o, u> sono le vocali Eleonora: posso fare una scatola e ci metto tutte quelle (lettere) straniere… non vengono dall’Italia Elena: ma la <y> c’è anche in italiano, serve per scrivere yogurt Ylenia: le troviamo anche in italiano perché il mondo è cresciuto ce le hanno imprestate, ma loro le usano di più Emanuele: le vocali e le consonanti ci servono … per capirci … Per leggere e scrivere… per formare le parole