Università degli studi della Calabria FACOLTÀ DI SCIENZE MATEMATICHE, FISICHE E NATURALI Corso di Laurea in Fisica Tesi di laurea triennale Effetto Hall su grafene Laureando Relatore Mario Longo Prof. Alessandro Papa Anno Accademico 2010-2011 Indice 1 Introduzione 4 2 Eetto Hall quantistico intero 6 2.1 Elettrone libero in un campo magnetico . . 2.2 Eetto Hall classico . . . . . . . . . . . . . 2.3 Descrizione quantistica: i livelli di Landau 2.3.1 Gauge di Landau . . . . . . . . . . 2.4 Risultati sperimentali . . . . . . . . . . . . 2.5 La teoria dell'IQHE . . . . . . . . . . . . . 2.5.1 Il gap energetico . . . . . . . . . . 2.5.2 La soluzione di Laughlin . . . . . . 2.5.3 Il disordine . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3 Il grafene 6 7 9 9 12 13 13 14 17 19 3.1 Struttura elettronica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 19 3.2 Approssimazione tight-binding . . . . . . . . . . . . . . . . . . 21 3.3 I fermioni di Dirac . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 23 4 Grafene in un campo magnetico: eetto Hall quantistico 4.1 4.2 4.3 4.4 4.5 I livelli di Landau . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Risultati sperimentali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Il disco di Corbino . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Spitting dei livelli di Landau per campi magnetici intensi Il mare di Dirac . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5 Conclusioni . . . . . . . . . . . . . . . 27 27 31 32 33 35 38 3 Capitolo 1 Introduzione La ricerca in sica negli ultimi decenni ha nutrito un particolare interesse nello studio di sistemi di elettroni intrappolati in regioni di spazio sempre più piccole. Grazie a questa indagine scientica è stato possibile sperimentare il quadro concettuale della meccanica quantistica agendo su tipici parametri macroscopici. In questo contesto uno dei fenomeni di grande interesse è l'effetto Hall quantistico. L'effetto Hall classico è noto dal diciannovesimo secolo e si verica quando un campo elettrico e un campo magnetico tra loro incrociati sono fatti agire su un metallo. Con grande stupore nel 1985 Von Klitzing, analizzando un gas di elettroni bidimensionale in un forte campo magnetico, evidenziò la quantizzazione per valori interi della resistenza trasversale, chiamata anche resistenza di Hall. Questa quantizzazione è misurata, indipendentemente dalle caratteristiche del campione, con una precisione altissima, di una parte su 108 − 109 . Lo studioso tedesco si è aggiudicato il premio Nobel per la sica nel 1985. L'eetto Hall quantistico intero può essere spiegato teoricamente considerando l'Hamiltoniana di Landau che descrive la dinamica quantistica di un elettrone sottoposto a un campo magnetico. La situazione è diventata decisamente più interessante grazie all'ingresso di un nuovo materiale nel campo della sica bidimensionale, il grafene. Il grafene è uno strato monoatomico di atomi di carbonio disposti in un reticolo a nido d'ape. Questa struttura è oggetto di studi teorici da circa sessant'anni ma è stato possibile riprodurla in laboratorio soltanto nel 2004. Nel 2010 è stato assegnato il premio Nobel per la sica a Andre Geim e Konstantin Novoselov per essere riusciti a isolare uno strato di grafene dalla grate. L'interesse discende dalle particolari proprietà elettroniche, infatti gli elettroni di conduzione costituiscono un sistema realmente bidimensionale. Inoltre le sue eccitazioni di bassa energia presentano un carattere relativistico e sono descritte dall'equazione di Dirac in due dimensioni. In questo senso possiamo dire che il grafene costituisce un ponte tra la sica dello stato solido e l'elet4 5 trodinamica quantistica. In questa tesi proponiamo uno studio del grafene in un campo magnetico perpendicolare e analizzeremo l'eetto Hall quantistico intero. Capitolo 2 Eetto Hall quantistico intero Se un insieme di elettroni è connato spazialmente su un piano ideale e viene sottoposto a un forte campo magnetico a temperature prossime allo zero assoluto, si osservano dei fenomeni inaspettati e sorprendenti come, per esempio, l'eetto Hall quantistico. Nelle prime sezioni di questo capitolo tratteremo brevemente l'eetto Hall classico in modo da sottolineare con maggiore precisione i risultati sperimentali inattesi. Nelle sezioni successive si aronterà il problema da un punto di vista quantistico. 2.1 Elettrone libero in un campo magnetico Analizziamo il moto classico di un elettrone di carica elettrica −e connato sul piano bidimensionale xy e sottoposto a un campo magnetico costante B ẑ . Le equazioni di Newton a causa della forza di Lorentz sono [8] −eB ẏ(t) mc ẍ(t) = eB ẋ(t) mc ÿ(t) = (2.1) dove m è la massa dell'elettrone. Per comodità deniamo la frequenza di ciclotone ω= eB . mc (2.2) Notiamo che ω dipende linearmente dal campo magnetico B . Questa frequenza risulterà particolarmente importante in seguito. Il sistema (2.1) ha come soluzione: x(t) = R cos(ωt + δ) (2.3) y(t) = R sin(ωt + δ) dove R e δ sono determinate dalle condizioni iniziali del problema. Il moto dell'elettrone si sviluppa quindi lungo un cerchio di raggio R. 6 7 Eetto Hall classico 2.2 Eetto Hall classico Supponiamo ora di studiare un sistema simile al precedente con l'aggiunta di un campo elettrico esterno Eest lungo la direzione y . La situazione che si presenta è schematizzata nella gura 2.1. Nel 1879, E. H. Hall studiò un z y B x E est Figura 2.1: Schema di un campione metallico sottoposto a un campo elettrico Eest e a un campo magnetico B tra loro incrociati sistema simile e scoprì che, in presenza di un campo magnetico costante, si genera un usso di corrente nella direzione perpendicolare al campo elettrico applicato. Infatti il campo elettrico Eest genera una corrente lungo la direzione y che può essere descritta dal vettore densità di corrente J . Il campo magnetico B lungo la direzione z inuenza il moto delle cariche che tenderanno ad accumularsi sui bordi del campione metallico. Questo provoca uno squilibrio di carica tra i bordi superiore e inferiore della barretta e quindi una dierenza di potenziale trasversale, ovvero tra i bordi inferiore e superiore. Si raggiunge una situazione di equilibrio quando la densità di corrente lungo la direzione x, generata dal moto trasversale delle cariche, è completamente contrasta dalla dierenza di potenziale trasversale [17]. La situazione può essere spiegata in dettaglio utilizzando la teoria di Drude. Con tale teoria si tiene in considerazione che il moto dei portatori è ostacolato dagli urti con le impurità cristalline del materiale. Consideriamo l'equazione di Drude [2] dp p =− +F dt τ (2.4) 8 Eetto Hall quantistico intero dove p = mv è l'impulso dell'elettrone, τ è il tempo medio tra un urto e l'altro ed F è la forza agente sulla particella, nel nostro caso la forza di = 0. La Lorentz. Analizziamo il sistema all'equilibrio, ovvero poniamo dp dt (2.4) diventa: mv 1 0=− − e(E + v × B) . (2.5) τ c Supponiamo che il moto avvenga in uno spazio limitato del piano xy di supercie Lx Ly . Introduciamo il vettore densità di corrente j = −ne ev , dove ne = N/(Lx Ly ) è la densità superciale dei portatori nel piano bidimensionale. La (2.5) diventa: m B E= j− ẑ × j . (2.6) 2 ne e τ ne ec Soermiamoci brevemente su questo risultato. La (2.6) è composta da due termini, il primo descrive la conduzione lungo la direzione longitudinale, si tratta di un termine dissipativo che discende dagli urti (notare la dipendenza da τ ). Il secondo è un termine cinematico dovuto alla presenza del campo magnetico B lungo la direzione z . Introduciamo il tensore resistività ρ e scriviamo la (2.6) in maniera compatta mediante una relazione tensoriale [8][21]: E = ρj , (2.7) dove: m B ρxx ρxy 2 e ec . (2.8) ρ= = ne eBτ nm − ne ec ρyx ρyy ne e2 τ La ρxy così denita è uguale al rapporto tra il campo elettrico esterno lungo y e la densità di corrente lungo la direzione x [14]. È possibile invertire la (2.7): j = σE , (2.9) in cui σ denisce il tensore conducibilità. I suoi elementi di matrice discendono dal fatto che ρxx = ρyy e ρxy = −ρyx σ= ρxx ρ2xx +ρ2xy ρxy ρ2xx +ρ2xy xy − ρ2 ρ+ρ 2 xx xy ρxx 2 2 ρxx +ρxy ! . (2.10) Dalla (2.8) e dalla (2.10) notiamo che per ρxx = 0 si ha σxx = 0. Questo signica che, sotto questa condizione, c'è conduzione soltanto nella direzione perpendicolare al campo elettrico. A questo proposito è interessante analizzare il caso di un campione senza impurità. Questo equivale a chiedere che τ →∞e B 0 n ec e ρ= (2.11) B − ne ec 0 Descrizione quantistica: i livelli di Landau 9 che evidenzia come la parte fuori diagonale del tensore resistività descriva le proprietà di trasporto. Deniamo inne un parametro che risulterà essenziale, la resistenza di Hall : B RH = . (2.12) ne ec Notiamo che, essendo in una situazione bidimensionale, la resistività elettrica ha le stesse dimensioni della resistenza elettrica. 2.3 Descrizione quantistica: i livelli di Landau L'Hamiltoniana per un elettrone non relativistico che si muove in due dimensioni in un campo magnetico perpendicolare è data da[8][14] H= e 1 (p + A)2 , 2m c (2.13) dove e > 0 e indica il modulo della carica dell'elettrone. Il potenziale vettore A è tale che ∇ × A = B ẑ (2.14) e dipende linearmente dalle coordinate spaziali. Utilizzando l'Hamiltoniana (2.13) scriviamo l'equazione di Schrödinger HΨ(x, y) = EΨ(x, y) . (2.15) Lo spettro energetico dovrà essere indipendente dalla scelta di gauge. 2.3.1 Gauge di Landau Nella gauge di Landau scegliamo il potenziale come A = (−By, 0, 0) . (2.16) L'Hamiltoniana (2.13) diventa: H= 1 e 1 2 (px − By)2 + p . 2m c 2m y (2.17) Notiamo che [H, px ] = 0, quindi cerchiamo soluzioni del tipo Ψ(x, y) = eikx x ϕkx (y) . (2.18) 10 Eetto Hall quantistico intero Sostituendo nella (2.15) otteniamo un'equazione di Schrödinger ridotta per ϕkx (y)[14] dove h p2 i 1 y 2 2 + mω (y − y0 ) ϕkx (y) = Eϕkx (y) , 2m 2 eB mc (2.20) ~c kx . eB (2.21) ω= e y0 = (2.19) L'equazione (2.19) è evidentemente quella di un oscillatore armonico unidimensionale quantistico centrato in y0 , pertanto 1 En = ~ω(n + ) 2 n = 0, 1, 2 . . . (2.22) Le funzioni ϕkx (y) sono invece le note funzioni d'onda di un oscillatore armonico centrato in y0 . mω 1 1 )4 √ ϕn,kx (y) = ( Hn π~ 2n n! r mw mw 2 (y − y0 ) e− 2~ (y−y0 ) . ~ (2.23) Nella nostra discussione abbiamo trascurato l'eetto Zeeman dovuto all'iterazione tra lo spin elettronico e il campo magnetico. Nel vuoto il fattore g dell'elettrone è circa uguale a 2, in questo caso la separazione tra due livelli di Landau è esattamente uguale allo splitting Zeeman. La situazione è dierente per elettroni intrappolati tra le strutture a bande di un materiale. Per esempio, nel GaAs, il fattore g è rinormalizzato e vale g ' −0.4 mentre la separazione tra due livelli di Landau è data da ~ω = ~eB/m∗ c, dove m∗ = 0.067m è la massa ecace dell'elettrone nel materiale. In queste condizioni l'eetto Zeeman può essere trascurato, infatti [15] 1 EZ ' ~ω 70 (2.24) Dove EZ indica lo splitting energetico Zeeman. Dalla (2.23) notiamo che per ogni valore di n corrispondono inniti valori di kx , quindi si ha degenerazione innita. È facile mostrare che la degenerazione diventa nita se conniamo il moto degli elettroni su una porzione limitata del piano xy . Consideriamo quindi un campione avente supercie Lx Ly , denita da x = 0, x = Lx e y = 0, y = Ly . Imponiamo le condizioni al contorno di periodicità alla (2.18), otteniamo [15] eikx (x+Lx ) = eikx x ; (2.25) 11 Descrizione quantistica: i livelli di Landau Figura 2.2: Rappresentazione dei centri di oscillazione che si ottengono al variare di nx . di conseguenza, i valori consentiti di kx sono kx = 2π nx . Lx (2.26) Imponiamo, inoltre, che il centro di oscillazione y0 si trovi sulla supercie Lx Ly , 0 ≤ y 0 ≤ Ly , (2.27) da cui è possibile determinare un valore massimo per kx kx,max = eB Ly . c~ (2.28) Possiamo quindi determinare il numero di stati, ovvero il numero di elettroni, per ogni livello di Landau sulla supercie Lx Ly , NL = kx,max 2π Lx = eB Φ Lx Ly = , ch Φ0 (2.29) dove con Φ = BLx Ly abbiamo indicato il usso totale che attraversa il campione, Φ0 = hc/e è chiamato invece unità di usso quantico. Di conseguenza si ha che hc y0 = nx . (2.30) eBLx Deniamo g come la degenerazione per unità di supercie. Dalla (2.29) g= eB B = . ch Φ0 (2.31) 12 Eetto Hall quantistico intero Una quantità molto importante per gli sviluppi successivi è il fattore di riempimento o lling factor ν che descrive il rapporto tra il numero di elettroni presenti nel sistema e il numero massimo di elettroni per livello di Landau ν= N hc = ne , NL eB (2.32) dove ne è la densità elettronica bidimensionale. In altre parole la (2.32) indica il numero di livelli di Landau occupati. Notiamo che ν è inversamente proporzionale a B . Questo è del tutto plausibile, infatti all'aumentare di B aumenta la degenerazione g , di conseguenza i livelli di Landau occupati tendono a diminuire. 2.4 Risultati sperimentali L'osservazione dell'eetto Hall quantistico intero risale al 1980 quando Von Klitzin [24] fece delle misure della ρxy (o RH ) su un sistema bidimensionale di elettroni (2DEG) . Per campi magnetici molto intensi, B ∼ 10 T, e temperature molte basse, T ∼ 1 K, venne evidenziato un andamento non lineare nel campo magnetico della resistenza ρxy , in particolare si osservarono dei plateau in corrispondenza dei valori ρxy = h , ne2 con n ∈ N . (2.33) Contemporaneamente la resistività convenzionale ρxx assumeva valori estremamente bassi. Si veda la gura 2.3 tratta da [23]. È utile analizzare i risultati dell'osservazione anche in termini delle conducibilità σxx e σxy [8] denite dal tensore conducibilità (2.10). In regime di eetto Hall quantistico si ha una dissipazione quasi nulla, σxx → 0 (2.34) accompagnata da una quantizzazione della conduttanza1 di Hall, σxy = ne2 . h (2.35) La cosa sorprendente è che la quantizzazione della resistenza di Hall è universale e indipendente da tutti i dettagli del materiale, come la geometria e le impurezze [15]. La quantizzazione risulta precisa con un'accuratezza di una 1 Ricordiamo che nel caso bidimensionale la resistività e la conducibilità hanno le stesse dimensione della, rispettivamente, resistenza e conduttanza La teoria dell'IQHE 13 Figura 2.3: Nel graco è mostrato l'andamento della ρxy rispetto a B . Possiamo osservare come per alcuni valori di B si osservano dei plateau per la ρxy e contemporaneamente la ρxx si annulla parte su 108 − 109 . Per completezza ricordiamo che nel 1982 venne osservata, da parte di Tsui, Störmer e Gossard, una quantizzazione della resistenza di Hall anche per valori frazionari [22]. Questo risultato non verrà trattato in seguito. Nelle sezioni successive illustreremo invece come sia possibile spiegare le evidenze sperimentali considerando una teoria di elettroni non interagenti. 2.5 La teoria dell'IQHE (Integer quantum Hall eect) 2.5.1 Il gap energetico Nella spiegazione dell'eetto Hall quantistico intero è di fondamentale importanza il gap energetico presente tra un livello di Landau e l'altro. Supponiamo che il livello di Landau più basso sia completamente pieno (ν = 1). Questa condizione si ottiene per un valore del campo magnetico B = ne hc/e. Esiste quindi una discontinuità energetica sopra il livello di Fermi. Di conseguenza non sono possibili eccitazioni di bassa energia ed i centri di oscillazione y0 si muovono come un gas libero. Diminuendo ulteriormente il campo magnetico 14 Eetto Hall quantistico intero H Figura 2.4: disco di Corbino al valore B = ne hc/2e verranno riempi due livelli di Landau. In generale, per un valore del campo magnetico B = ne hc/ne i livelli energetici riempiti sono esattamente n. In questo caso ν = n. Utilizzando la denizione di ρxy e supponendo che ν = n otteniamo ρxy = h ne2 (2.36) che sembra il risultato cercato. In realtà questo argomento non può essere valido in quanto non spiega, per esempio, la presenza dei plateau nel graco della ρxy che si osservano per variazioni di B intorno al valore h/ne2 e non spiega l'annullarsi della ρxx in corrispondenza dei plateau di ρxy [14]. 2.5.2 La soluzione di Laughlin Consideriamo il campione di prima denito da 0 6 y 6 Ly e immaginiamo di piegarlo in modo da ottenere un cilindro, come in gura 2.4 [14]. La supercie del cilindro è descritta dai punti (x, y), che coincidono con i punti (x + Lx , y). Il campo magnetico B è ancora normale ad ogni punto della supercie e il campo elettrico esterno Eest è generato da una dierenza di potenziale applicata ai bordi del cilindro, lungo la direzione y . A causa del campo magnetico B si genera un usso di corrente IH lungo la direzione x e non nella direzione del potenziale applicato2 . Il nostro obiettivo è ricavare la relazione tra la corrente di Hall IH e il potenziale applicato V . Per fare questo consideriamo un usso magnetico δΦ che attraversa il cilindro, ciò corrisponde ad avere un campo magnetico δBΦ = δΦ/S normale al piano 2 In questa geometria le cariche deviate dalla forza di Lorentz non posso accumularsi su nessun bordo 15 La teoria dell'IQHE dell'anello. La corrente IH genera un momento magnetico µ = IH S/c, dove S è la supercie individuata dal foro. Il modulo dell'energia del sistema varia secondo la relazione δE = µδBΦ , per cui si ottiene δE IH = . c δΦ (2.37) Se variamo il usso da δΦ = 0 a δΦ = Φ0 , è facile vedere che l'eetto è quello di spostare il centro di oscillazione degli elettroni, y0 [8]. Infatti il usso δΦ è generato dal campo δBΦ che può essere descritto da un potenziale vettore δAΦ costante e diretto lungo la direzione x, tale che δAΦ 2πR = δΦ , (2.38) dove R è il raggio dell'anello. In queste condizioni il potenziale vettore totale sarà dato da AT OT = (−By + δAΦ , 0, 0) = (−By + Bδy, 0, 0) dove si è denito δy = δAΦ . B (2.39) (2.40) L'equazione di Schrödinger (2.19) viene modicata in n p2 o 1 y + mω 2 [y − (y0 + δy)]2 ϕkx (y) = Eϕkx (y) , 2m 2 (2.41) quindi il centro di oscillazione si sposta di δy = δAΦ /B . Supponiamo ora di variare δΦ n quando hc = Φ0 . (2.42) δΦ = e In questa situazione il centro si sposta y0 = hc hc nx −→ y0 + δy = (nx + 1) eBLx eBLx (2.43) dove si sono utilizzate le (2.38), (2.40) e (2.42). Consideriamo il primo livello di Landau completamente pieno (ν = 1). Sotto questa condizione quando il usso raggiunge il valore Φ0 la distribuzione di elettroni deve apparire esattamente come prima, a causa della (2.43). Nell'insieme, quindi, gli elettroni si spostano lungo y di un tratto uguale alla distanza tra due centri di oscillazione ad ogni Φ0 entrante. Si veda la gura 2.5, adattata dalla Ref. [8]. Questo processo sta alla base dell'eetto Aharanov-Bohm. In questa situazione, la 16 Eetto Hall quantistico intero nx ν intero δΦ=0 δΦ=Φ0 ν non intero δΦ=0 δΦ=Φ0 Figura 2.5: Illustrazione di come varia la distribuzione spaziale degli elettroni in un dato livello di Landau quando viene modicato il usso da δΦ = 0 a δΦ = Φ0 . Il sistema è rappresentato dal rettangolo tratteggiato. Per ν intero la distribuzione spaziale non viene modicata. Per ν non intero la distribuzione nale appare completamente diversa. variazione di energia durante lo shift della distribuzione elettronica è puramente elettrostatica. Infatti ogni elettrone si sposta di un tratto uguale alla distanza tra due centri di oscillazione, questo processo può essere pensato come il moto di una carica soggetta a un potenziale V e quindi δE = eV . (2.44) Abbiamo ricavato come varia l'energia del sistema al variare di δΦ. Dalle (2.37), (2.42) e (2.44) abbiamo e2 V h (2.45) h IH , e2 (2.46) IH = oppure V = che è la relazione tra IH e V cercata. La (2.46) implica ρxy = h e2 (2.47) che è nuovamente la (2.36) per un livello di Landau pieno, ricavata con un procedimento più complicato ma necessario, come vedremo. Per ν livelli di Landau pieni avremmo ottenuto una δE = νeV in quanto il procedimento va ripetuto per ogni livello pieno, di conseguenza ρxy = h/νe2 . Se il numero di elettroni è ssato, allora cambiare il campo magnetico B vuol dire cambiare la frazione di riempimento ν . Un livello pieno diventerà La teoria dell'IQHE 17 incompleto, se B aumenta, oppure riverserà elettroni su un livello più alto, se B diminuisce. In entrambi i casi la precedente analisi non vale in quanto ν assume valori non interi. Tuttavia in un campione sico sono sempre presenti impurità cristalline che intrappolano alcuni elettroni in stati localizzati. L'effetto delle impurità e del disordine è cruciale per la spiegazione dei plateau osservati. 2.5.3 Il disordine La gura 2.6 mostra i livelli energetici in un campione puro confrontati con quelli di un campione con impurità. Notiamo che in un campione impuro ogni Figura 2.6: Quando il campo magnetico è nullo si ha un continuo di stati (sinistra). Per B diverso da zero si ha la quantizzazione di Landau (centro). Se aggiungiamo il disordine i livelli di Landau diventano delle bande di energia. livello di Landau si allarga a formare una banda. Modelli teorici e numerici [1][7] mostrano che solo una ristretta banda di energia attorno al centro di ogni livello di Landau è occupata da stati elettronici estesi, ovvero in grado di contribuire alla conduzione. Il punto essenziale è che tra le bande di Landau la densità degli stati non è nulla, come sarebbe nel caso di un campione puro, ma è composta da stati localizzati che non partecipano alla conduzione. Gli elettroni che appartengono a stati estesi contribuiscono alla corrente IH e allo shift descritto precedentemente a causa della variazione di δΦ. Supponiamo 18 Eetto Hall quantistico intero ν = 1, questa volta se diminuiamo il campo magnetico alcuni elettroni riem- piranno stati localizzati, e non un nuovo livello di Landau. In altre parole, il livello di Fermi può cadere nel continuo tra due bande di Landau in modo tale che la banda estesa sotto di esso resti sempre completa. Esiste, quindi, un intervallo del campo magnetico esterno tale che la banda estesa inferiore al livello di Fermi resta completamente piena. Per tale intervallo di B vale ancora la (2.47) in quanto è verica la condizione di banda estesa completamente piena. Questo provoca i plateau osservati. Infatti per un intervallo non nullo di B la ρxy assume il valore costante h/e2 . L'annullarsi della ρxx , o della σxx , è dovuto al fatto che il livello di Fermi, in corrispondenza dei plateau di ρxy , giace in stati localizzati che non contribuiscono alla conduzione [14][13]. Capitolo 3 Il grafene Il grafene, oltre ad essere fonte di numerose applicazioni, è diventato un importante modello teorico grazie al suo insolito spettro elettronico. E' un materiale strettamente bidimensionale che permette l'osservazione di fenomeni tipici della meccanica quantistica relativistica, costituisce infatti un ponte concettuale tra la sica della materia condensata e lo studio di sistemi di elettrodinamica quantistica. Si tratta di un monostrato di grate di cui è l'elemento costitutivo. Fu ritenuto per molto tempo un sistema puramente teorico la cui realizzazione pratica era resa impossibile da instabilità tipiche dei reticoli bidimensionali [18]. Tuttavia nel 2004 fu inaspettatamente riprodotto in laboratorio da Andre Geim e Konstantin Novoselov (Premi Nobel nel 2010). Questo permise di confermare sperimentalmente molte argomentazioni teoriche. 3.1 Struttura elettronica In gura 3.1 è mostrato il reticolo del grafene. Si tratta di un reticolo esagonale di atomi di carbonio, con distanza reticolare a = 1.42 Å. La composizione elettronica del carbonio è [C] = 1s2 2s2 2p2 . Dei quattro elettroni di valenza, tre formano legami ibridizzati sp2 con asse lungo il piano del grafene, dove si creano legami di tipo σ e σ ∗ . L'elettrone 2pz , il cui asse è perpendicolare al piano, forma invece legami di tipo π e π ∗ . Di fatto il grafene ha un solo elettrone di conduzione, quello nell'orbitale 2pz . Infatti gli elettroni che partecipano ai legami σ sono sottoposti a una energia di legame molto più grande rispetto all'energia di legame π , per questo motivo non giocano alcun ruolo nella conduzione. La cella unitaria del reticolo, indicata in gura 3.1 con WXYZ, contiene due atomi di carbonio. Il reticolo del grafene non è di Bravais, ma può essere schematizzato come la sovrapposizione di due sot19 20 Il grafene Figura 3.1: (a) Struttura del reticolo di Bravais (b) prima zona di Brillouin toreticoli triangolari. Distingueremo gli atomi appartenenti ai due dierenti sottoreticoli con le lettere A e B . Fissiamo, per esempio, l'origine del nostro sistema di riferimento (x, y) su un atomo di tipo A. I vettori di traslazione fondamentali sono [9] √ 3 3 ), a1 = a( , 2 2 √ 3 3 a2 = a( , − ). 2 2 (3.1) I siti relativi al sottoreticolo A (punti neri) si ottengono dai vettori: r i = n1 a1 + n2 a2 , (3.2) mentre quelli relativi al sottoreticolo B (punti bianchi) da r i = n1 a1 + n2 a2 + d , (3.3) dove d = (−a, 0) mentre n1 e n2 sono interi. I vettori del reticolo reciproco b1 e b2 si ottengono dalle note relazioni ai · bj = 2πδij . (3.4) Dalla (3.4) si ottiene b1 = 2π √ (1, 3) , 3a b2 = √ 2π (1, − 3) . 3a (3.5) I vettori b1 e b2 generano un reticolo nello spazio k. La cella primitiva di questo reticolo è ancora un rombo di lati b1 e b2 . La prima zona di Brillouin è mostrata nella gura 3.1. 21 Approssimazione tight-binding 3.2 Approssimazione tight-binding Per ottenere la struttura delle bande π e π ∗ si può utilizzare l'approssimazione di legame forte, o tight-binding, considerando l'interazione di un atomo con i primi vicini. In assenza di iterazione si ottiene l'Hamiltoniana H0 = 0 X a† (r i )a(ri ) + 0 i=1 X b† (ri )b(ri ) , (3.6) i=1 dove a e a† sono operatori di distruzione e creazione di un elettrone relativo al sottoreticolo A, mentre b e b† sono relativi agli elettroni del sottoreticolo B . La costante 0 indica l'energia relativa a questi elettroni. L'Hamiltoniana di iterazione discende dall'overlapping degli orbitali pz relativi a due atomi primi vicini. Per tale eetto un elettrone ha una probabilità non nulla di passare da un sito al primo vicino. Pertanto l'Hamiltoniana di interazione può essere scritta come HI = −t 3 XX † a (r i )b(r i + uj ) − t i∈A j=1 3 XX b† (r i )a(r i + v j ) (3.7) i∈B j=1 dove i vettori ui , con i = 1, 2, 3 descrivono i primi vicini degli atomi del sottoreticolo A, mentre i vettori v i , con i = 1, 2, 3 descrivono i primi vicini degli atomi del sottoreticolo B . La costante t è determinata dall'integrale di overlapping tra i due orbitali primi vicini e vale 2.8 eV. Il segno negativo nella (3.7) è convenzionale. Esplicitamente abbiamo u1 = a(−1, 0) e v 1 = a(1, 0) √ 1 3 ) u2 = a( , 2 2 √ 1 3 u3 = a( , − ) 2 2 (3.8) √ 1 3 v 3 = a(− , ) 2 2 (3.9) √ 1 3 v 2 = a(− , − ) 2 2 Scegliamo di ssare lo zero dell'energia nel punto 0 = 0 , (3.10) H = HI . (3.11) pertanto si ha Introduciamo le trasformate di Fourier degli operatori di creazione e distruzione Z 1 eik·ri ã(k)d2 k , (3.12) a(r i ) = 2 (2π) 22 Il grafene 1 b(r i ) = (2π)2 Z (3.13) eik·ri b̃(k)d2 k . Con queste denizioni, l'Hamiltoniana (3.11) nello spazio k assume la seguente forma 1 H= (2π)2 Z d2 k(ㆠ, b̃† ) −t 0 −t P3 j=1 P3 eik·vj ik·uj j=1 e 0 ! ã . b̃ (3.14) Per ottenere lo spettro di H è necessario diagonalizzare la matrice H̃ = −t 0 −t P3 j=1 eik·vj P3 ik·uj j=1 e 0 ! . (3.15) Si ottiene subito che v u 3 3 X uX ik·u t e j )( eik·vj ) . (k) = ±t ( j=1 (3.16) j=1 Utilizzando le (3.8) e le (3.9) si ricava √ h i 3 3 3 (k) = ±t 1 + 4 cos( ky a) cos( ky a) + cos( kx a) . 2 2 2 s √ (3.17) La (3.17) mostra che lo spettro di singola particella consiste in due superci che deniscono la banda di valenza ( < 0) e la banda di conduzione ( > 0). Con la scelta convenzionale di porre 0 = 0, l'energia di singola particella risulta perfettamente simmetrica rispetto al livello di Fermi = 0. Tecnicamente il grafene è un semiconduttore a gap nullo [10], infatti il livello di Fermi passa attraverso i punti di contatto delle due bande. Ogni atomo di carbonio della cella unitaria mette a disposizione un elettrone, abbiamo quindi che la banda di valenza è piena mentre la banda di conduzione è vuota. Nella gura 3.2 è mostrato il graco bidimensionale di (k) [3]. Le due bande si toccano in sei punti ki con i = 1, 2 . . . 6, tali che (ki ) = 0 . (3.18) Utilizzando la (3.17) è possibile vericare che i punti ki che soddisfano la (3.18) corrispondono a akx = 0 , 2π akx = ± , 3 4π aky = ± √ 3 3 2π aky = ± √ . 3 3 (3.19) 23 I fermioni di Dirac Figura 3.2: Banda di valenza e banda di conduzione del grafene. Le due bande si toccano in sei punti. Nei pressi di questi punti le bande assumono la forma di un cono chiamato cono di Dirac I sei punti ki sono i vertici dell'esagono che costituisce la prima zona di Brillouin. Di fatto soltanto due punti sono sicamente importanti. Possiamo scegliere come punti non equivalenti 4π K − = (0, − √ ) . 3 3a 4π K + = (0, √ ) , 3 3a (3.20) Questi punti sono detti punti di Dirac. Ricordiamo che in questa trattazione si è utilizzata l'approssimazione dei primi vicini. Considerare i secondi vicini provoca una rottura della perfetta simmetria elettrone-buca ricavata precedentemente. 3.3 I fermioni di Dirac Le eccitazioni di bassa energia interessano gli elettroni con energia simile a quella di Fermi. Possiamo descriverle espandendo k intorno i punti K ± . A tale scopo consideriamo la matrice H̃ valutata in K ± + k, dove |k| 1. Consideriamo prima il punto K + . Otteniamo H̃(K + + k) ' 0 −it P3 iK + ·v j −it j=1 e k · vj P3 iK + ·uj k · uj j=1 e 0 ! , (3.21) dove abbiamo usato 3 X j=1 eiK + ·uj = 3 X j=1 eiK + ·vj = 0 (3.22) 24 Il grafene e l'approssimazione eik·uj '1 + ik · uj eik·vj '1 + ik · v j . (3.23) Esplicitando le somme che compaiono nella matrice (3.21), otteniamo 3 X 3 3 eiK + ·uj k · uj = − akx + i aky 2 2 j=1 e 3 X 3 3 eiK + ·vj k · v j = akx + ia ky . 2 2 j=1 (3.24) (3.25) Quindi, inserendo nella (3.21) 3 0 ikx + ky ˜ H+ (K + + k) = at . −ikx + ky 0 2 (3.26) In modo analogo possiamo ottenere 3 0 ikx − ky . H̃− (K − + k) = at −ikx − ky 0 2 (3.27) Le H̃± possono essere scritte in forma compatta come 3 H̃+ = at(−σ2 kx + σ1 ky ) 2 (3.28) 3 H̃− = at(−σ2 kx − σ1 ky ) 2 (3.29) dove σ1 e σ2 sono le note matrici di Pauli 0 1 σ1 = , 1 0 σ2 = 0 −i . i 0 (3.30) Deniamo la velocità di Fermi, 3 ~vF = ta . 2 (3.31) È possibile stimare la velocità di Fermi ricordando che t = 2.8 eV e a = 1.42 Å. Di conseguenza vF = 0.91 × 108 m/s ' c/300, dove c è la velocità della luce nel vuoto. Se deniamo le matrici α = (−σ2 , σ1 ) , α∗ = (−σ2 , −σ1 ) , (3.32) 25 I fermioni di Dirac possiamo facilmente ottenere H̃+ = ~vF α · k (3.33) H̃− = ~vF α∗ · k (3.34) E' possibile denire un'Hamiltoniana ecace per scrivere in modo compatto le H̃± , Hef f = ~vF α·k 0 0 α∗ · k . (3.35) In questo caso Hef f agisce su uno spinore a quattro componenti ψ(k) = (ψA,+ (k), ψB,+ (k), ψA,− (k), ψB,− (k)) . (3.36) In 3 + 1 dimensioni, a meno di trasformazioni del blocco α∗ · p, la (3.35) rappresenta l'Hamiltoniana di Dirac per neutrini a massa nulla. Possiamo risolvere separatamente i due blocchi della (3.35) in quanto risultano indipendenti. Questo equivale alla diagonalizzazione delle H̃± . Iniziamo con la H̃+ . Avanti mostreremo che la dinamica descritta da H̃+ e H̃− è identica. Consideriamo l'equazione H̃+ ψ+ (k) = (k)ψ+ (k) , (3.37) ψ+ (k) = (ψA,+ (k), ψB,+ (k)) . (3.38) ~vF (ikx + ky )ψB,+ (k) = (k)ψA,+ (k) , ~vF (−ikx + ky )ψA,+ (k) = (k)ψB,+ (k) . (3.39) dove Si ottiene subito che La soluzione delle (3.39) è (k) = ±~vF |k| , (3.40) che è lo spettro di una particella avente massa nulla con velocità di propagazione vF . La soluzione positiva descrive gli stati della banda di conduzione (elettroni) mentre la soluzione negativa gli stati della banda di valenza (buche). La (3.40) rappresenza un cono, come mostrato nella gura 3.2, chiamato cono di Dirac. Notiamo che K − può essere generato da K + con una riessione intorno all'asse delle kx . Notiamo inoltre che α∗ = σ2 ασ2 , (3.41) 26 Il grafene di conseguenza si ottiene che se ψ(k)+ soddisfa l'equazione (3.37) allora σ2 ψ(k)+ soddisfa l'equazione H̃− ψ− (k) = (k)ψ− (k) , (3.42) con lo stesso autovalore e con ψ− (k) = σ2 ψ+ (k) . (3.43) Infatti H− σ2 ψ+ (k) =~vF σ2 (α · k)σ2 (σ2 ψ+ (k)) =σ2 (~vF α · k)ψ+ (k) = σ2 H+ ψ+ (k) = (σ2 ψ+ (k)) . (3.44) Questo vuol dire che σ2 inverte il ruolo delle eccitazioni del reticolo A con quelle del reticolo B . In meccanica quantistica relativistica questo processo equivale a una riessione temporale, σ2 ψ+ (k) = σ2 (ψA,+ (k), ψB,+ (k)) = (−iψB,+ (k), iψA,+ (k)) . (3.45) Capitolo 4 Grafene in un campo magnetico: eetto Hall quantistico Come nel caso discusso nella sezione 2.3, anche il moto nel grafene posto in campo magnetico risulta quantizzato. Nel gas bidimensionale di elettroni non-relativistici discusso, i livelli energetici di Landau risultavano equidistanziati. Questo era dovuto alla legge di dispersione parabolica degli elettroni non-relativistici. Nel caso del grafene invece la legge di dispersione nei pressi dei punti di Dirac è lineare in |k|, è lecito quindi aspettarsi una modica dei livelli energetici di Landau. In questo capitolo analizzeremo il contributo di un campo magnetico sul grafene e discuteremo le principali evidenze sperimentali dell'eetto Hall quantistico. 4.1 I livelli di Landau Consideriamo il grafene posto sul piano xy e poniamo un campo magnetico uniforme diretto lungo l'asse z . Nella gauge di Landau abbiamo A = (−By, 0, 0) . (4.1) Nel seguito consideriamo esplicitamente il campo ψ+ (r) e omettiamo il pedice + per non appesantire la notazione. L'equazione per ψ(r) è (−i~vF α · ∇)ψ(r) = ψ(r) . (4.2) L'eetto del campo magnetico si ottiene con la sostituzione e −i~∇ −→ −i~∇ + A , c 27 (4.3) 28 Grafene in un campo magnetico: eetto Hall quantistico dove e indica il modulo della carica dell'elettrone. L'equazione (4.2) con la sostituzione (4.3) diventa h e i vF α · − i~∇ + A ψ(r) = ψ(r) . c (4.4) In generale sarebbe necessario considerare anche il termine di interazione Zeeman che provocherebbe il solito splitting dei livelli energetici. Tuttavia, a causa del valore di vF nel grafene, la distanza tra un livello energetico e l'altro è molto più grande se comparato con lo spitting Zeeman [11][12], per questo motivo non consideriamo il termine di interazione e moltiplichiamo semplicemente i risultati nali per un fattore 2 in modo da tener presente la degenerazione di spin. Ricordando che α = (−σ2 , σ1 ), la (4.4) diventa ∂ − ~ ∂x 0 ∂ −~ ∂x + ieB y c − ieB y c ∂ i~ ∂y ∂ − i~ ∂y 0 ψ(r) = ψ(r) . vF (4.5) Cerchiamo una soluzione del tipo ikx ψ(r) = e φ1 (y) ; φ2 (y) (4.6) si ottiene ieB ∂ i y − i~ φ2 (y) = φ1 (y) , c ∂y vF h i~k − h ieB ∂ i − i~k + y − i~ φ1 (y) = φ2 (y) . c ∂y vF (4.7) Se dalla seconda ricaviamo φ2 (y) e la inseriamo nella prima otteniamo l'equazione h − i ~ ∂2 1 e2 B 2 1 2 2 + (y − y ) φ (y) = φ1 (y) , 0 1 2 ∂y 2 c2 2 vF2 mentre φ2 (y) = vF h ieB ∂ i − i~k + φ1 (y) , y − i~ c ∂y dove si è denito y0 = ~c k. eB (4.8) (4.9) (4.10) Notiamo che il primo membro della (4.8) ha nuovamente la forma dell'Hamiltoniana dell'oscillatore armonico unidimensionale centrato in y0 . Se la 29 I livelli di Landau funzione d'onda φ1 (y) è l'autofunzione di tale hamiltoniana, l'autovalore è dato da ~wc (n + 12 ) con wc = eB . c (4.11) Conseguentemente i valori di energia per un monostrato di grafene devono soddisfare ~eB 2 = (n + 1) , (4.12) ovvero e 2vF c r 2~eB n = ±vF (n + 1) c n = 0, 1, 2 . . . (4.13) (4.14) φ1 (y) = Φn (y) , dove eB 1 1 )4 √ Hn Φn (y) = ( π~c 2n n! r eB eB 2 (y − y0 ) e− 2~c (y−y0 ) . ~c (4.15) Sostituendo nella (4.9) si ottiene r eB eB~ vF eB 1 1 2 (y−y ) − 0 )4 √ e 2~c ] φ2 (y) = ( (−i) n π~c c 2 n! (4.16) r r eB i h r eB eB (y − y0 ) − 2 (y − y0 )Hn (y − y0 ) . × Hn0 ~c ~c ~c q Per semplicità deniamo s = eB (y − y0 ). Utilizziamo poi la nota relazione ~c di ricorrenza dei polinomi di Hermite, Hn+1 (s) = 2sHn (s) − Hn0 (s) . (4.17) Considerando la (4.17) è possibile mostrare che vF φ2 (y) = i r eB~ (2(n + 1))Φn+1 (y) c (4.18) e, per la (4.12), otteniamo che φ2 (y) = ±iΦn+1 (y) . (4.19) In denitiva la (4.6) diventa ψ(r) = e ikx Φn (y) , ±iΦn+1 (y) n = 0, 1, 2 . . . (4.20) 30 Grafene in un campo magnetico: eetto Hall quantistico Insieme a queste soluzione vi è anche una soluzione con autovalore nullo, come è possibile vericare direttamente dalla (4.5) considerando l'autofunzione ikx 0 . ±iΦ0 (y) ψ(r) = e (4.21) Riscriviamo le autofunzioni e gli autovalori in una forma più compatta che tenga in considerazione anche la soluzione (4.21) ikx ψ(r) = e sgn(n)Φn−1 (y) ±iΦn (y) , n = 0, 1, 2 . . . , (4.22) con autovalori r n = ±vF 2~eB n, c n = 0, 1, 2 . . . , (4.23) dove sgn(n) è la funzione segno denita come se n > 0 1 sgn(n) = 0 se n = 0 −1 se n < 0 Dalla (4.21) notiamo che lo stato per n = 0 coinvolge soltanto eccitazioni del sottoreticolo B . In altre parole, lo stato n = 0 risulta completamente polarizzato. In seguito scriveremo la (4.23) come n = sgn(n)vF r 2~eB |n| , c n = 0, ±1, ±2 . . . , (4.24) dove con n > 0 identichiamo stati di conduzione, mentre con n < 0 stati di valenza. Lo spettro vicino al punto K − si ottiene risolvendo l'equazione per ψ− (r). Il risultato è identico a quanto trovato per K + , ma vengono invertiti i ruoli dei sottoreticoli A e B . In particolare, per n = 0 si otterranno soltanto eccitazioni del sottoreticolo A. In denitiva lo stato n = 0 ha una degenerazione due volte più piccola rispetto gli stati con n > 0. Nella gura (4.1) è mostrato un confronto qualitativo dei livelli energetici di Landau tra elettroni non-relativistici e fermioni di Dirac. La degenerazione dei livelli di Landau può essere ricavata come fatto per quella del gas di elettroni bidimensionale supponendo di limitare il grafene su una supercie Lx Ly . Il risultato è identico, g = eB/hc. Tuttavia nella sezione 3.3 abbiamo visto che la dinamica intorno i punti K − e K + è uguale. Questa degenerazione è detta degenerazione di valley e comporta l'aggiunta di un semplice fattore 2. Se consideriamo anche lo spin si ha l'aggiunta di un ulteriore fattore 2, come descritto precedentemente. In denitiva g =2×2 eB eB =4 . hc hc (4.25) 31 Risultati sperimentali Elettroni non-relativistici Fermioni di Dirac Figura 4.1: Nel caso dei fermioni di Dirac i livelli di Landau non sono equidistanti. 4.2 Risultati sperimentali Se consideriamo un campo magnetico esterno (B ' 4 T) perpendicolare al piano del grafene è possibile osservare i livelli energetici di Landau. Come nel caso del gas bidimensionale di elettroni, anche nel grafene ci aspettiamo di osservare l'eetto Hall quantistico intero. Infatti nel 2005 è stato evidenziato [19][20], come mostrato nella gura 4.2. Notiamo che la σxy , che nella gura è misurata in unità di 4e2 /h, può assumere sia valori negativi che positivi in corrispondenza del fatto che gli elettroni contribuiscono con valori positivi, mentre le buche con valori negativi. Infatti spostando il livello di Fermi rispetto al valore F = 0 si possono selezionale gli elettroni ( > 0) o le buche ( < 0). Nel caso del grafene l'eetto Hall quantistico è osservabile a temperature molto più alte rispetto a quelle necessarie per il gas bidimensionale di elettroni. Vi sono buone aspettative di osservare l'eetto Hall quantistico anche a temperatura ambiente [26]. Utilizzando gli eetti di un campo elettrico è possibile modicare la concentrazione dei portatori nel campione o il segno dei portatori stessi (elettrone o buca) cambiando il segno del potenziale applicato. Analizzando il graco è possibile individuare i plateau caratteristici dell'eetto Hall che si manifestano per valori σxy = 4e2 1 3 5 (± , ± , ± . . .) h 2 2 2 (4.26) νe2 , h (4.27) Se deniamo ν come σxy = 32 Grafene in un campo magnetico: eetto Hall quantistico Figura 4.2: Eetto Hall quantistico nel grafene. Nel graco è riportato l'andamento della σxy e della ρxx in funzione della densità elettronica per unità di supercie. Il campo magnetico è sso a un valore di 14 T mentre la temperatura è 4 K. allora i plateau si manifestano per ν = ±2, ±6, ±10 . . . In corrispondenza dei plateau ρxx tende a 0. Notiamo che non si osservano plateau per ν = 0 e la ρxx ha un massimo pronunciato che indica la presenza di portatori di carica per = 0. Naturalmente questo è dovuto all'esistenza di un livello di Landau con energia nulla. 4.3 Il disco di Corbino Per spiegare l'eetto Hall quantistico nel grafene dobbiamo considerare l'effetto del disordine, esattamente come fatto per il gas di elettroni bidimensionale in un campo magnetico. Analogamente, il disordine produce la formazione di una banda energetica intorno ai livelli di Landau. Gli stati estesi occupano il centro della banda, a dierenza degli stati localizzati. Immaginiamo ora di ruotare il piano xy del grafene per formare un cilindro. Una tale congurazione è identica a quella discussa nella sezione 2.5.2. Nel nostro caso il guadagno energetico è dato da δE = ±4eV (4.28) Spitting dei livelli di Landau per campi magnetici intensi 33 per ogni livello di Landau occupato. Il fattore 4 è dovuto alla degenerazione di valley e di spin discussa precedentemente. Il segno è positivo per gli elettroni e negativo per le buche. Pertanto la corrente di Hall vale IH = ± 4e2 V hc (4.29) per ogni livello di Landau. In denitiva si ha, per N livelli di Landau completamente pieni, σxy = ± 4e2 N. h (4.30) Come evidenziato dalla gura 4.2 le osservazione sperimentali non sono in accordo con il risultato (4.30). Il problema è causato dall'anomalo stato di Landau con energia = 0 e al fatto che tale stato ha una degenerazione due volte più piccola rispetto gli stati con n > 0 [11]. Questa particolare quantizzazione è osservata sperimentalmente per lm ultrasottili di grate che esibiscono il comportamento previsto per lo strato ideale di grafene. Sotto questa ipotesi è possibile correggere la (4.30) che diventa σxy = ± Deniamo inne 1 4e2 N+ . h 2 1 ν = ±4(N + ) . 2 (4.31) (4.32) Notiamo che la (4.31) descrive correttamente le osservazioni sperimentali riguardo la quantizzazione per valori interi della σxy . 4.4 Spitting dei livelli di Landau per campi magnetici intensi Lo studio sperimentale dell'eetto Hall su grafene per campi magnetici particolarmente forti ha prodotto ulteriori novità. In questa sezione sintetizzeremo gli ultimi sviluppi a riguardo. Plateau per fattori di riempimento ν = 0, ±1, ±4 sono stati osservati per campi magnetici B > 20 T [25]. I nuovi plateau ν = 0 e ν = ±4 sono spiegabili considerando lo splitting Zeeman, ν = ±1 suggerisce invece una rottura di simmetria del livello di Landau n = 0 con la formazione di un gap energetico ∆0 [16]. Ricordiamo che, in presenza di campi magnetici non particolarmente intensi (B < 9 T), la degenerazione di ogni livello di Landau nel grafene è 4 34 Grafene in un campo magnetico: eetto Hall quantistico ∆0 ∆E Figura 4.3: Notiamo come la degenerazione di valley e di spin del livello n = 1 è solo parzialmente eliminata mentre nel livello n = 0 è totalmente eliminata volte più grande rispetto alla degenerazione nel gas bidimensionale a causa della degenerazione di valley e di spin. L'osservazione dei nuovi plateau per ν = 0 e ν = ±1 indica che la degenerazione di valley e di spin del livello energetico n = 0 è completamente rimossa. La presenza di plateau per ν = ±4 indica invece che la degenerazione di valley e di spin dei livelli energetici n = ±1 è rimossa soltanto parzialmente in quanto rimane una doppia degenerazione per livello. Nella gura è riportato lo schema con i nuovi livelli energetici e le denizioni di ∆0 e ∆E . Il gap energetico che provoca i plateau per ν = ±4 è dovuto all'eetto Zeeman, come analizzato nella Ref. [25]. Nella Ref. [6] viene eettuato un t dei dati sperimentali e si ottiene: g ∆E = 2(∆0 (B) − µB B) , 2 (4.33) √ dove µB indica il magnetone di Bohr, g = 2 e ∆0 (B) ' B . Il secondo termine del secondo membro è evidentemente dovuto all'eetto Zeeman. Dal t risulta che p ∆0 (B) = (13.57 ± 0.28)K × kB B(T ) , (4.34) dove kB è la costante di Boltzmann e B(T ) indica il campo magnetico espresso in Tesla. Una possibile causa del gap energetico potrebbe essere l'iterazione coulombiana elettrone-elettrone. Sotto questa ipotesi, il valore del gap è dato da r ∆0 (B) ' e2 ε p eB ' 163K × kB B(T ) , ~c (4.35) dove ε = 4 e indica la costante dielettrica. Confrontando con la (4.34) ci accorgiamo che questo risultato è un ordine di grandezza più grande. Questa 35 Il mare di Dirac discordanza con i dati sperimentali ha portato alla formulazione di nuove ipotesi. 4.5 Il mare di Dirac Nella Ref. [5] viene mostrato un nuovo meccanismo in grado di descrivere la rottura spontanea della simmetria di valley in presenza di un campo magnetico esterno. Mediante un riarrangiamento del mare √ di Dirac è possibile dimostrare la formazione di un gap energetico ∆0 ' B . Se ammettiamo l'esistenza di tale gap, siccome l'energia dei livelli relativi a K+ e K− sono correlate da K+ (∆0 ) = K− (−∆0 ) a causa della simmetria inversa, è facile mostrare che lo spettro diventa +,0 = ∆0 −,0 = ∆0 +,n = sgn(n)vF −,n = sgn(n)vF r r 2~eB |n| + ∆20 c 2~eB |n| + ∆20 c n = 1, 2 . . . (4.36) n = −1, −2 . . . (4.37) Consideriamo ora la densità del vuoto energetico ε ottenuto dal riempimento del mare di Dirac. Se non consideriamo il gap energetico, in accordo con la (4.24), otteniamo r ∞ eB X ε(0) = −2 hc n=1 2~vF2 eB n, c (4.38) dove il fattore che precede la somma indica la degenerazione dei livelli di Landau. In presenza di un gap energetico ∆0 è necessario considerare la (4.36) e la (4.37), quindi ∞ X eB − ∆0 − 2 ε(∆0 ) = hc n=1 r 2~vF2 eB 2 n + ∆0 . c (4.39) Deniamo ∞ X eB ∆ε = ε(∆0 )−ε(0) = −∆0 −2 hc n=1 r ∞ X 2~vF2 eB 2 n + ∆0 +2 c n=1 r 2~vF2 eB n . c (4.40) Notiamo che le somme presenti nella (4.40) sono divergenti. Per valutare ∆ε è suciente usare la rappresentazione integrale [4] √ Z a=− 0 ∞ ds d −as √ e . πs ds (4.41) 36 Grafene in un campo magnetico: eetto Hall quantistico Figura 4.4: Plot della funzione −λ + g(λ) rispetto a λ Mediante un calcolo diretto si ottiene ε eB hc r = ~vF2 eB [−λ + g(λ)], c dove ∞ Z g(λ) = 2 0 ∆0 , (4.42) e−2x i dx d h −λ2 x √ e −1 . 1 − e−2x πx dx (4.43) λ= q 2 eB ~vF c La funzione −λ + g(λ) è mostrata nella gura 4.5. Ricavare il valore di ∆0 dalla (4.42) è particolarmente dicoltoso. Possiamo cercare una stima di ∆0 considerando il valore di λ che minimizza la funzione −λ + g(λ). Dalla gura è evidente la presenza di un minimo per il valore di λ = λ̄ ' 0.45. Questo induce a un gap energetico r ∆0 = λ̄ p ~vF2 eB ' 134K × kB B(T ) c (4.44) che è comparabile con la stima della ∆0 nel caso dell'iterazione di Coulomb. Recentemente è stata usata l'idea della catalisi magnetica per descrivere il gap energetico ∆0 . Una quantità importante in teoria dei campi è il cosidetto condensato chirale, denito come 1 hΨΨ̄i = V Z d2 x h0| Ψ̄(x)Ψ(x) |0i , (4.45) dove V indica il volume spaziale e |0i lo stato fondamentale (vuoto). Un valore diverso da zero del condensato chirale indica tipicamente la rottura 37 Il mare di Dirac spontanea di una simmetria. In particolare, si può dimostrare che un valore diverso da zero di hΨΨ̄i può essere messo in relazione con la comparsa di un gap ∆0 [6]: 1 1 ~ceB q ζ( ) . (4.46) hΨΨ̄i = −2∆0 2 2π 2~vF eB c 2 È possibile ricavare il valore del condensato chirale numericamente mediante delle simulazioni Monte Carlo e conseguentemente valutare il gap energetico. Seguendo questo approccio si ottiene [6] ∆0 (B) = (5.52 ± 0.67)K × kB p B(T ) . (4.47) Da un confronto con la (4.34) possiamo notare come il risultato trovato sia confrontabile con il valore sperimentale. Capitolo 5 Conclusioni In questa tesi è stata studiata la teoria dell'eetto Hall quantistico intero. Nella prima parte (Cap. 2) abbiamo ricavato e sviluppato la dinamica di un gas di elettroni bidimensionale non interagenti soggetto a un campo magnetico perpendicolare al piano del gas. Sono stati esposti i risultati sperimentali della quantizzazione della ρxy nella sezione 2.4 ed è stato spiegato come il disordine cristallino possa spiegare la comparsa dei plateau utilizzando una teoria di elettroni non interagenti. E' stato accennato l'eetto Hall quantistico frazionario, ma non è stato sviluppato in seguito. Nella seconda parte (Cap. 3 e 4) si è studiato il grafene, un materiale che rappresenta un sistema di elettroni realmente bidimensionale. Lo studio della dinamica elettronica nei pressi dei punti di Dirac K ± ci ha permesso di comprendere le straordinarie proprietà di trasporto di questo innovativo materiale. Lo studio del grafene in un campo magnetico perpendicolare al piano che lo contiene ha permesso l'osservazione dell'eetto Hall quantistico intero. Abbiamo visto come i plateau osservati si scostano per un fattore 1/2 da quelli visti nell'eetto Hall ordinario a causa della presenza di un livello di Landau per n = 0 con energia nulla. Inne sono stati esposti dei recenti studi sperimentali e teorici dell'eetto Hall su grafene in campi magnetici particolarmente intensi (B > 20 T). La comparsa di nuovi plateau per ν = 0, ±1, ±4 sta portando a un'indagine teorica in continua evoluzione. In particolare, come evidenziato nella sezione 4.5, lo studio generale della rottura di simmetria chirale dovuta alla presenza di un campo magnetico esterno è in grado di spiegare la comparsa dei plateau per ν = ±1. 38 Bibliograa [1] P. W. Anderson, Phys. Rev. 109 (1958), 1492. [2] Neil W. Ashcroft and David N. Mermin, Solid state physics, Cengage Learning India Pvt Ltd, 2003. [3] A. H. Castro Neto, F. Guinea, N. M. R. Peres, K. S. Novoselov, and A. K. Geim, Rev. Mod. Phys. 81 (2009), 109. [4] Paolo Cea, Phys. Rev. D 34 (1986), 3229. [5] , (2011), no. arXiv:1101.5703[cond-mat.mes-hall]. [6] Paolo Cea, Leonardo Cosmai, Pietro Giudice, and Alessandro Papa, Lattice (2011), no. arXiv:1109.6549. [7] T. Dittrich, Quantum transport and dissipation, Wiley-VCH, 1998. [8] B. Douçot, The quantum hall eect: Poincaré seminar 2004, Progress in mathematical physics, Birkhäuser Verlag, 2005. [9] Z.F. Ezawa, Quantum hall eects: eld theoretical approach and related topics, World Scientic, 2008. [10] M. 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