News - Come fa l amore un uomo di 50 anni

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AIOM NEWS
NEWSLETTER SETTIMANALE DELL’ASSOCIAZIONE ITALIANA DI ONCOLOGIA MEDICA
Editore Intermedia - Direttore Responsabile Mauro Boldrini
Anno III – numero 52 – 25 gennaio 2005
NUMERO VERDE AIOM, MANIFESTI E CARD PER FARLO CONOSCERE
Ricerca
01. SCOPERTA PROTEINA CHE RITARDA LA FORMAZIONE DI METASTASI
02. AL VIA RICERCA EUROPEA SU PROTEINA P-53
03. SCOPERTA PROTEINA 'POKEMON', BERSAGLIO PER CURE ANTITUMORI
04. A RISCHIO CANCRO I BAMBINI NATI DA DONNE ESPOSTE A SMOG URBANO
05. IN BOCCA IL FUMO AUMENTA DI 4 VOLTE UNA MOLECOLA TUMORALE
06. IL MELANOMA PUO' REGREDIRE CON VACCINO A BASE DI PROTEINE TUMORALI
07. LEUCEMIA, ITALIANI SCOPRONO NUOVO TIPO DI FARMACI 'INTELLIGENTI’
08. PROSTATA, MENO RISCHI PER MALATI 'DA TEMPO' DI DIABETE DI TIPO 2
News
09. UNIONE EUROPEA APPROVA IL BEVACIZUMAB
10. CHEMIOTERAPICO, SI' DA EMEA PER DUE INDICAZIONI
11. RISCHI DA DEODORANTI PER AMBIENTE, INTERROGAZIONE DEI VERDI
12. PREMIO PEZCOLLER 2005 ALL' AMERICANO LEWIS CANTLEY
Concorsi e Bandi
Agenda: i prossimi appuntamenti Aiom
NUMERO VERDE, MANIFESTI E CARD PER FARLO CONOSCERE
Caro collega,
desidero portare alla tua attenzione un’importante iniziativa di comunicazione promossa dall’AIOM e
sostenuta da Novartis. Come sicuramente saprai, da ormai due anni la nostra Associazione ha attivato un
Numero Verde (800277303) rivolto ai pazienti e ai loro famigliari.
Ad oggi sono oltre 8000 le persone che dal lunedì al venerdì, dalle 13 alle 17, hanno parlato con gli
operatori per avere un aiuto, un consiglio, anche solo un sostegno morale.
Per ragioni etiche e deontologiche, infatti, a chi chiama non vengono fornite consulenze, ma il personale
incaricato raccoglie le storie di ognuno, spiega come si debba avere la massima fiducia nei medici curanti,
perché i protocolli sono uguali ovunque in Europa, e fornisce, a richiesta, i recapiti delle Unità di Oncologia
distribuite sul territorio nazionale.
Il Numero Verde è diventato così un punto di riferimento unico, a cui le persone si rivolgono anche a
distanza di tempo per tenere informati gli operatori sull’evoluzione della malattia, allentando barriere
dettate dalla paura. Un servizio che ritengo ormai imprescindibile, soprattutto oggi che tutti possono
accedere ad una miriade di informazioni, non tutte, purtroppo, certificate.
L’AIOM, in collaborazione con Novartis, ha quindi deciso di potenziarlo diffondendo più capillarmente le
informazioni che permettono ai pazienti di accedere al servizio.
A tale scopo, quindi, invieremo a tutte le Unità di Oncologia Medica un nuovo manifesto da
affiggere nelle sale d’attesa degli ambulatori. Abbiamo inoltre realizzato oltre un milione di
“card”, riportanti il Numero Verde (800237303), che distribuiremo a circa 40.000 medici di
famiglia per essere ancora più vicini ai colleghi che spesso sono il primo contatto del paziente
oncologico.
Da tempo sono convinto infatti che la buona riuscita di un percorso di cura debba partire dalla
condivisione e da un rapporto schietto e di fiducia con il proprio medico, sia esso lo specialista o il medico
di famiglia, una figura quest’ultima con cui è fondamentale collaborare per la gestione del paziente cronico
o guarito. Il Numero Verde può fare molto in questo contesto
Certo del tuo apprezzamento per questa iniziativa, ti chiedo di sostenerla e farti promotore nel diffondere
questo servizio.
Colgo l’occasione per salutarti ed augurarti un buon lavoro.
Roberto Labianca
Presidente AIOM
INDICE
Ricerca
01. SCOPERTA PROTEINA CHE RITARDA LA FORMAZIONE DI METASTASI
Un nuovo meccanismo alla base della formazione di metastasi è stato individuato dai ricercatori del Centro
di Riferimento Oncologico (CRO) di Aviano (Pordenone). La scoperta, pubblicata sulla rivista Cancer Cell,
apre importanti risvolti nella diagnosi e nella terapia dei tumori. Gli studiosi del CRO hanno dimostrato che
la proteina p27, già nota per essere in grado di inibire la crescita tumorale, ha anche la funzione di ridurre
la capacità metastatica delle cellule tumorali. Lo studio è stato svolto interamente al CRO di Aviano e
dimostra che, passando dal nucleo al citoplasma delle cellule, la proteina p27 inibisce l'attività prometastatica di una sostanza presente nelle cellule metastatiche chiamata stathmin. E’ lo squilibrio tra
questi due componenti che fa pendere la bilancia verso la metastasi quando le quantità di stathmin sono
alte e quelle di p27 basse. Viceversa, se prevale quantitativamente p27 la formazione delle metastasi
viene inibita. “Quella che è stata identificata presso i nostri laboratori di ricerca - ammette Alfonso
Colombatti, neo-direttore del Dipartimento di Ricerca Preclinica ed Epidemiologica - è una nuova strada
che unisce tramite p27 il controllo della crescita tumorale alla capacità di migrare delle cellule tumorali
stesse. Le prospettive per ora riguardano le eventuali possibilità di individuare già sul tessuto asportato
dal tumore primario questi tumori che mostrano la presenza di p27 nel citoplasma. Tumori con queste
caratteristiche dovrebbero avere minori capacità di invadere i tessuti e dare metastasi”. Ma qual è
l’attività di p27 nel citoplasma? “E' curioso - dice Colombatti - p27 stabilizza i microtubuli dello scheletro
della cellula. I microtubuli rappresentano una sorta di cingoli che facilitano l'avanzamento e la motilità
delle cellule normali e tumorali. Già oggi nelle terapie di alcuni tumori si utilizzano farmaci che agiscono
sui microtubuli come ad esempio il taxolo. I risultati della nostra ricerca suggeriscono di valutare i livelli di
p27 in quanto potrebbero influenzare la risposta clinica al trattamento con questo tipi di farmaci”. “Benchè
non ci si debba illudere che la soluzione sia dietro l'angolo - secondo i ricercatori del CRO - questa ricerca
ha comunque posto le basi per tentare un approccio di terapia genica nei confronti di quei tumori quali il
glioblastoma multiforme che sono attualmente incurabili con le tradizionali terapie citotossiche”. Il gruppo
del dottor Colombatti, sta infatti mettendo a punto un sistema di terapia genica mediante il quale si
trasferisce il gene “anti-metastatico” p27 all' interno delle cellule tumorali. Questo sistema in corso di
sperimentazione sta dando ottimi risultati in modelli sperimentali di tumori nel topo. Comunque la strada
per una futura applicazione nei tumori umani è ancora lunga e richiederà molto impegno e finanziamenti.
“Questo tipo di ricerche - spiega Colombatti - sono molto costose ed altrettanto impegnative, richiedono
risorse economiche ingenti e risorse umane altamente motivate. Sarebbe un peccato se queste attività
dovessero subire rallentamenti in questa fase di espansione. Le istituzioni pubbliche spesso non sono
sufficienti anche se Alleanza Contro il Cancro, una organizzazione tra gli Istituti Scientifici Italiani per lo
Studio e la Cura dei Tumori, e la recente istituzione a livello Regionale del Consorzio per la Biomedicina
Molecolare (CBM), di cui il CRO è socio fondatore, costituiscono fonti di finanziamento. Non va comunque
dimenticato - conclude il professore - che anche l'Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro (AIRC)
rende possibile questi studi con alcuni finanziamenti”.
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02. AL VIA RICERCA EUROPEA SU PROTEINA P-53
Cercare di riattivare il normale ciclo vitale della cellula, compreso il suo ''suicidio'' finale e bloccare così la
formazione dei tumori. A voler semplificare, è questo l'obiettivo di una importante ricerca sulla proteina P53, responsabile dell'apoptosi (il cosiddetto suicidio cellulare) che per tre anni coinvolgerà 20 enti di
ricerca europei.
Un progetto a guida italiana, coordinato dall'Istituto Regina Elena di Roma, il cui direttore scientifico
Francesco Cognetti ha ultimato l'accordo sul finanziamento da parte della Commissione Europea, pari a
circa 10 milioni di euro. Tra i partner figurano istituti di grande prestigio, come il Karolinska di Stoccolma,
il Marburg Institut in Germania, il Swiss Institute di Zurigo, il Cancer Center di Glasgow o il Weizman
Institute di Gerusalemme. Coordinatore sarà Giovanni Blandino, ricercatore all'Istituto Regina Elena. “In
presenza di tumori - ha spiegato Cognetti - la proteina P-53 è mutata, non funziona più nel modo
corretto”, viene dunque a mancare l'apoptosi della cellula che continua a proliferare oltre il normale ciclo
vitale con il conseguente sviluppo del cancro. Lo studio, finanziato per tre anni, dovrà servire a sviluppare
un farmaco in grado di ricondurre il funzionamento della proteina P-53 e dunque combattere il cancro.
Cognetti ha inoltre spiegato che la ricerca guidata dal suo istituto si interseca con un'altra, dedicata ad
altri aspetti della stessa proteina, e guidata dagli israeliani. Il direttore dell'Istituto Regina Elena ha anche
presentato ai funzionari della Commissione Europea un progetto di network tra le istituzioni che fanno
ricerca e formazione nel Mediterraneo, per attivare rapporti di collaborazione. Un progetto, ha sottolineato
Cognetti, “caldeggiato dal ministero degli Esteri”, ma sul quale per ora la Commissione non si è
pronunciata.
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03. SCOPERTA PROTEINA 'POKEMON', BERSAGLIO PER CURE ANTITUMORI
Si chiama 'Pokemon', proprio come i personaggi di un cartone animato molto amato dai bambini, ed è una
proteina ritenuta responsabile dell’insorgenza e dello sviluppo di diversi tipi di tumore. A scoprirla un
ricercatore romano, da 10 anni negli Stati Uniti, Pier Paolo Pandolfi, direttore del 'Cancer Biology and
Genetics laboratory' delo Sloan-Kettering Institute di New York. Lo studio, coordinato da Pandolfi, è
pubblicato sulla rivista Nature. I ricercatori hanno scoperto, in uno studio sui topi, che l'aumento di
concentrazione questa proteina (il cui nome per esteso e' 'POK Erythroid Myeloid Ontogenic factor'),
stimola la trasformazione cancerosa delle cellule del sangue e provoca lo sviluppo di linfomi. Inoltre, sono
stati trovati alti livelli di Pokemon anche nei pazienti con tumori mammari, polmonari, al colon, alla
prostata e alla vescica.
Secondo Pandolfi “il ruolo chiave giocato dalla Pokemon nella trasformazione cancerosa delle cellule rende
questa proteina un bersaglio molto promettente per la creazione di nuove terapie antitumorali. E quando
riusciremo a sviluppare un farmaco contro questo gene, e sappiamo come fare perché conosciamo come
funziona la proteina codificata, potremo bloccare il processo tumorale. La scoperta - aggiunge - è
estremamente significativa: abbiamo infatti dimostrato che, una volta neutralizzato e bloccato il gene, il
'cammino del tumore' si arresta completamente. Negli ultimi anni - ricorda - sono stati individuati molti
geni che causano il cancro ma nessuno con le particolari caratteristiche di Pokemon.” I ricercatori, in
collaborazione con l'Istituto di ricerca sul cancro Research di Londra, hanno modificato delle cellule
cutanee di topo, i 'fibroblasti', in maniera da eliminare il gene Zbtb7, che produce la proteina. Quindi, le
cellule sono state esposte a diverse sostanze cancerogene. E si è osservato che, in assenza della
Pokemon, i fibroblasti rimanevano perfettamente sani. Al contrario, se i livelli della proteina venivano
aumentati, diventavano cancerosi. Inoltre, topi geneticamente modificati per produrre maggiori quantità
di Pokemon hanno sviluppato vari tipi di tumori. In una seconda parte dello studio sono stati esaminati
tessuti tumorali umani provenienti da vari organi e, in tutti i casi, sono state trovate alte concentrazioni di
Pokemon. In particolare, nel caso dei linfomi a cellule B e T, una maggiore produzione della proteina è
risultata associata a forme più aggressive. Ulteriori analisi suggeriscono che l'effetto cancerogeno della
Pokemon dipenda dalla sua capacità di inibire l'Arf, una proteina con azione anti-tumorale.
La ricerca sull'applicazione pratica è già iniziata, dal giorno stesso della scoperta. “È in corso lo screening
per i farmaci che bloccano la funzione di Pokemon con sistemi automatici e robotizzati che riducono di
molto i tempi”, spiega Pandolfi, ''Poi - aggiunge -ci saranno la sperimentazione del farmaco individuato e i
tempi di approvazione''.
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04. A RISCHIO CANCRO I BAMBINI NATI DA DONNE ESPOSTE A SMOG URBANO
L’esposizione di gestanti a inquinanti atmosferici non farebbe bene alla salute del feto: i nati in aree
inquinate rischierebbero 2-4 volte di più di morire di tumore prima dei 16 anni. E' quanto riferito sul
Journal of Epidemiology and Community Health da George Knox dell'Università di Birmingham. L’esperto,
pur lasciando trapelare la massima cautela nell’interpretazione dei suoi risultati e la necessità di
approfondirli con ulteriori studi, li ritiene significativi. Ma, avverte, nessuna gestante deve sentirsi
minacciata dall'inquinamento urbano perché il rischio che un bambino si ammali di tumore, generalmente
un caso ogni 1000 piccoli, è comunque basso anche in aree inquinate: 2-4 casi su 1000 nati. Il ricercatore
ha effettuato l'esame dei dati disponibili su decessi di minori di 16 anni avvenuti tra il 1966 e il 1980 per
leucemie o altri tumori. Ha confrontato i luoghi di nascita dei giovanissimi con la mappa delle emissioni di
monossido di carbonio, composti organici volatili, benzene, ossido di azoto e molti altri inquinanti
atmosferici relativa alla Gran Bretagna ma disegnata solo di recente. La mappa, quindi, ammette lo
studioso, non può rispecchiare fedelmente la situazione atmosferica dei tempi in cui sono avvenute le
nascite dei bambini considerati nel suo studio. Ciò non toglie che secondo i suoi dati i bambini nati a un
chilometro da aree inquinate hanno un rischio di ammalarsi e morire di tumore fino a quattro volte
maggiore della media. Le emissioni più pericolose sembrano quelle di monossido di carbonio e butadiene
dovute ai veicoli, afferma Knox, ricordando che recenti studi su animali hanno dimostrato l'esistenza di
effetti dell'inquinamento sulla salute del feto.
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05. IN BOCCA IL FUMO AUMENTA DI 4 VOLTE UNA MOLECOLA TUMORALE
La combustione di sostanze durante il fumo di sigaretta fa aumentare di quattro volte nella bocca i livelli
di una molecola legata al cancro. Secondo quanto riferito sulla rivista Cancer Research quest'azione aiuta
a spiegare perché la sigaretta aumenta il rischio di cancro alla mucosa orale e alla gola. Inoltre i
ricercatori del Weill Medical College della Cornell University hanno dimostrato il meccanismo biologico alla
base di tale innalzamento dei livelli di Cox-2 (enzima cicloossigenasi-2) e pensano che, bloccando la
cascata di reazioni biochimiche innescata dalle sigarette, si possa ridurre il rischio di cancro dei fumatori.
Attraverso analisi della mucosa orale dei fumatori, ha spiegato il coordinatore della ricerca Andrew
Dannenberg, è emerso il surplus di Cox-2 in questi tessuti. Dopo questa osservazione gli scienziati hanno
estratto cellule della mucosa orale e le hanno lasciate crescere in vitro esponendole al fumo, confermando
che in breve tempo il livello di Cox-2 si innalza. Studiando a fondo cosa avviene nelle cellule in vitro gli
esperti hanno scoperto che l'aumento della molecola responsabile, Cox2, è il risultato dell'attivazione del
recettore per il fattore di crescita epiteliale (EGFR), una molecola a sua volta già nota per il suo
coinvolgimento nel cancro. In particolare, ha spiegato l'esperto, il fumo stimola la produzione di due
molecole che attivano il recettore EGFR. Inibendo la produzione di queste due molecole, ha aggiunto
Dannenberg, oppure spegnendo direttamente il recettore, le cellule della mucosa coltivate in laboratorio
smettono di produrre Cox-2 in eccesso. Questi risultati fanno ulteriore luce sui meccanismi con cui il fumo
provoca il cancro, ha concluso l'esperto, ed evidenziano la possibilità di evitare la malattia agendo a più
livelli, non solo colpendo Cox-2 ma anche i fattori che ne inducono la produzione nelle cellule.
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06. IL MELANOMA PUO' REGREDIRE CON VACCINO A BASE DI PROTEINE TUMORALI
Far regredire alcune forme di melanoma grazie a un vaccino a base di proteine tumorali. Questo il
“sorprendente e inaspettato risultato” raggiunto dai ricercatori dell'Università Cattolica di Lovanio, in
Belgio, coordinati da Pierre Coulie. La proteina utilizzata è la MAGE-3, un antigene tumorale. Il vaccino,
spiega Coulie sul 'Journal of Experimental Medicine', aumenta notevolmente il numero di cellule T killer
prodotte dal sistema immunitario, che “attaccano il tumore”. Questi 'difensori' dell'organismo, in pratica,
riescono a riconoscere le proteine tumorali non introdotte con il vaccino, ma localizzate nel corpo del
paziente. Un comportamento che finora non era mai stato osservato perché, aggiungono gli scienziati, le
cellule T non erano mai riuscite prima a “uccidere da sole” il tumore. “Il meccanismo osservato - afferma
Culie - non è chiaro. Né in caso di buon funzionamento, dunque con la regressione del melanoma, né in
caso di malfunzionamento”. Infatti non è stata osservata la regressione della malattia in tutti i pazienti
trattati. L'ipotesi più accreditata dai ricercatori consiste in una sorta di 'effetto risveglio' innestato dal
vaccino. In altre parole, dopo la vaccinazione l'antigene tumorale desta le cellute T, altrimenti inermi di
fronte al melanoma, e le spinge ad attaccare il tumore.
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07. LEUCEMIA, ITALIANI SCOPRONO NUOVO TIPO DI FARMACI 'INTELLIGENTI’
Scienziati italiani hanno identificato una nuova classe di farmaci 'intelligenti', in grado di provocare il
suicidio delle cellule leucemiche, senza danni ai tessuti sani. C'é riuscito un team di ricercatori del Campus
Ifom-Ieo di Milano (Fondazione Istituto FIRC di Oncologia Molecolare - Istituto Europeo di Oncologia), in
collaborazione con le Università di Milano, Roma e Napoli, guidati da Pier Giuseppe Pelicci. La scoperta è
pubblicata su Nature Medicine. I farmaci sono gli 'inibitori delle deacetilasi' e riescono a innescare un
meccanismo di autodistruzione nelle cellule della leucemia. “Gli inibitori delle deacetilasi - spiega
Alessandra Insinga, primo autore dello studio - funzionano molto bene sia sui modelli animali di leucemia
mieloide, sia sulle cellule umane ottenute da pazienti. Ora bisogna attendere i risultati della
sperimentazione sull'uomo”. Alcuni studi clinici sono in corso in centri specializzati europei e americani e i
risultati saranno disponibili entro i prossimi 5-10 anni. La ricerca è stata condotta anche grazie a un
finanziamento dell'Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro. I farmaci 'intelligenti' finora noti (acido
retinoico e imatinib, per esempio) agiscono sulla causa iniziale che è diversa da tumore a tumore. Il loro
uso è ristretto a pochi tipi di cancro, fra cui la leucemia promielocitica e quella mieloide cronica. Secondo
gli scienziati, il meccanismo di funzionamento degli inibitori delle deacetilasi, invece, è tale da far supporre
che questi farmaci possano funzionare su diversi tipi di tumore. “L'attività di questi farmaci - afferma
Pelicci - dipende da un evento che avviene tardivamente nel processo di formazione della leucemia. E che
sappiamo essere comune a molti tumori”. Le istone deacetilasi (o HDAC, Histone deacetylases), sono
enzimi cellulari che regolano l'espressione genica, la replicazione del Dna e la stabilità del genoma: la loro
funzione è frequentemente alterata nei tumori. Rappresentano, dunque, un bersaglio ideale per lo
sviluppo di farmaci in grado di inibire questi enzimi. Il team guidato da Pelicci ha scoperto che l’acido
valproico, un inibitore delle istone deacetilasi, distrugge la cellula tumorale spingendola a 'suicidarsi'. E lo
fa senza essere tossico per le cellule sane. L'apoptosi, la 'procedura di sicurezza' che impone
l'autodistruzione di quelle cellule che accumulano alterazioni a carico di geni, è disattivata nelle cellule
tumorali, che diventano quindi immortali e crescono in maniera incontrollata. Gli inibitori delle deacetilasi
riattiverebbero questo meccanismo di sicurezza nelle cellule tumorali, accendendo la funzione di quattro
geni (TRAIL, DR5, Fas, FasL) che sono normalmente deputati a istruire la procedura di apoptosi. “Poiché
l'acido valproico non riesce ad attivare i quattro geni dell'apoptosi nelle cellule normali - spiega Insinga queste ultime risultano resistenti al trattamento”. I risultati ottenuti sulle cavie di laboratorio sono stati
confermati dagli esperimenti condotti su cellule prelevate da pazienti affetti da leucemia mieloide.
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08. PROSTATA, MENO RISCHI PER MALATI 'DA TEMPO' DI DIABETE DI TIPO 2
Insospettabile 'effetto collaterale' per i malati di diabete di tipo 2. La malattia dismetabolica da lungo
tempo diagnosticata, infatti, sembra proteggere i pazienti dai rischi di cancro alla prostata. Con
un'incidenza ridotta di un terzo. Questi i risultati di uno studio su 72 mila uomini, pubblicato sul Journal of
Epidemiology. “Il diabete è associato a una minore probabilità di ammalarsi di tumore della prostata spiega Carmen Rodriguez, dell'American Cancer Society di Atlanta - a prescindere dagli 'aggiustamenti' di
altri fattori di rischio come età, razza, livello di istruzione e familiarità della malattia''. Diverso è il caso nei
primi tre anni dalla diagnosi di diabete. “In questo lasso di tempo invece - aggiungono i ricercatori - è più
alta la percentuale di casi di cancro alla prostata”. La spiegazione, ipotizzano gli scienziati, risiederebbe
nell'interazione determinata dai livelli di insulina che all'esordio del diabete 'schizza in alto', per poi
precipitare a livelli troppo bassi. “Questo andamento influirebbe negativamente all'inizio, e poi in senso
positivo, nel bilanciamento ormonale dell'organismo, fortemente implicato nell'insorgenza del tumore della
prostata”.
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09. UNIONE EUROPEA APPROVA IL BEVACIZUMAB
Approvato in UE l'antitumorale bevacizumab (Avastin*, Roche), molecola anti-angiogenesi indicata nella
cura del cancro al colon-retto. Dall'anno scorso il prodotto è omologato anche negli Usa e in Svizzera. Il
farmaco è stato sviluppato in collaborazione con Genentech, filiale americana di Roche. Le due società
hanno in corso un vasto programma clinico, con l'obiettivo di determinare se il medicinale possa essere
utilizzato anche contro altri tumori e in particolare contro quelli a seno, polmoni e pancreas.
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10. CHEMIOTERAPICO, SI' DA EMEA PER DUE INDICAZIONI
Un farmaco già utilizzato in oncologia è stato autorizzato dall'Ente Europeo per la valutazione dei
medicinali (EMEA) con due nuove indicazioni contro il carcinoma mammario. Si tratta del docetaxel, come
annunciato in una nota dall'azienda Sanofi Aventis, un chemioterapico già in uso contro cancro al seno, ai
polmoni e alla prostata. Le due nuove indicazioni terapeutiche derivano dai risultati di due studi che ne
hanno mostrato l'efficacia contro recidive e rischio di metastasi. Dal primo studio, Breast Cancer
International Research Group è emersa la riduzione del 28% del rischio relativo di recidiva e la riduzione
del 30% del rischio relativo di morte nelle pazienti in trattamento con docetaxel (in combinazione con
doxorubicina e ciclofosfamide) rispetto al trattmento standard con 5-fluorouracile, doxorubicina e
ciclosfosfamide. Dal secondo studio è emersa una maggior efficacia della combinazione docetaxeltrastuzumab con un significativo aumento della sopravvivenza globale delle pazienti con carcinoma della
mammella con metastasi e con iper-attività del gene HER2, che causa un tumore più aggressivo e a
diffusione rapida.
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11. RISCHI DA DEODORANTI PER AMBIENTE, INTERROGAZIONE DEI VERDI
“Deodoranti e profumi per ambienti non rendono l'aria migliore, ma la inquinano. Alcuni di questi
rilasciano sostanze cancerogene, quali benzene e formaldeide e dovrebbero essere immediatamente
ritirati dal mercato”. E' quanto chiede la deputata Verde Laura Cima in un'interrogazione ai ministri della
Salute, delle Attività Produttive e dell'Ambiente. L'interrogazione prende atto della ricerca realizzata da
Altroconsumo, e dalle associazioni indipendenti di consumatori partner di Spagna, Portogallo e Belgio e dal
Bureau Européen des Unions de Consommateurs (Beuc) per la valutazione dell'impatto sulla salute delle
persone e sull'ambiente dei prodotti per la casa. “Sono state eseguite verifiche su 76 prodotti - spiega
l'esponente dei Verdi - di cui 27 presenti sul mercato italiano. Risultato? Profumi per ambienti quali spray
tradizionali e concentrati, diffusori gel, liquidi e elettrici, candele profumate contengono sostanze chimiche
rischiose per la nostra salute”. “Questo dei prodotti per profumare la casa e' un business importante prosegue Cima - ma il Governo deve trovare il coraggio di intervenire radicalmente con verifiche e analisi
approfondite dei prodotti e per metter mano definitivamente alla questione delle etichette che - conclude o mancano del tutto, o per lo più sono carenti nell'informazione”.
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12. PREMIO PEZCOLLER 2005 ALL' AMERICANO LEWIS CANTLEY
E' il professore americano Lewis C. Cantley il vincitore 2005 del Premio internazionale Alessio Pezcoller,
uno dei massimi riconoscimenti al mondo per la ricerca sul cancro. Fondato dal chirurgo trentino Alessio
Pezcoller, oggi il premio è gestito da una Fondazione che porta il suo nome, associata alla AACR
(Associazione Americana per la Ricerca sul Cancro). La motivazione del premio parla di “rilevanti
contributi alla comprensione dei meccanismi dei segnali che controllano la crescita cellulare e del
sovvertimento di questa regolazione nelle cellule tumorali”. Lewis C. Cantley, 56 anni, è capo divisione
della ricerca sulla trasduzione dei segnali alla Harvard Medical School di Boston. Il premio, di 75.000 euro,
gli sarà consegnato a Trento il prossimo 6 maggio. La presentazione del vincitore alla comunità scientifica
internazionale avrà luogo nel corso del meeting della AACR, che si terrà ad Anaheim (Usa), dove Lewis
terrà la sua prolusione magistrale. L' annuncio del nome del vincitore è stato fatto nei giorni scorsi a
Trento dal presidente della Fondazione Alessio Pezcoller, Gios Bernardi. Bernardi ha anche sottolineato
che si sta vivendo un “fervore scientifico che preannuncia come ormai vicina la terapia antitumorale”.
”Dispiace anche a me che non ci siano mai italiani a vincere il premio - ha concluso - ma non ci sono
candidature. E questo dipende dai direttori dei centri di ricerca. Negli ultimi anni c'è stata una sola
candidatura italiana, sicuramente di alto livello. Ma c'è da dire anche che il livello della ricerca americana è
talmente alto, che difficilmente si possono trovare paragoni”.
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Concorsi e bandi
PREMIO DI RICERCA: IL RUOLO DEGLI ANALOGHI DELLA SOMATOSTATINA NELLA GESTIONE
DELLE MALATTIE NEUROENDOCRINE
Italfarmaco bandisce 2 premi di ricerca clinica da assegnare a Laureati in Medicina e Chirurgia di età non
superiore a 40 anni, operanti presso Strutture Sanitarie del nostro Paese.
I premi saranno dell’importo di 5.000 € cadauno.
Verranno premiati i due lavori originali che avranno prodotto i risultati più interessanti in tema di
miglioramento della prognosi e della terapia del paziente affetto da patologia neuroendocrina.
I lavori saranno valutati da una apposita commissione costituita da sei membri specialisti in
Endocrinologia ed in Oncologia (Prof. A.Angeli, Prof. E.Ghigo, Prof. A.Giustina, Dr. R.Labianca, Prof.
G.Lombardi, Prof. E.Martino) e da un Rappresentante dell’Azienda.
Scadenza 30 giugno 2005
Scarica il Bando
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MANAGEMENT IN ONCOLOGIA
Nuovo insegnamento nella formazione universitaria dei medici. La Scuola di Specializzazione in Oncologia
dell’Università di Padova, diretta dal Prof. Alberto Amadori, ha inserito come insegnamento “Il
Management in Oncologia”. Scopo della nuova introduzione - la prima in Italia - è rendere più completa la
formazione degli specializzandi integrandola con elementi manageriali, soprattutto alla luce delle nuove
terapie biologiche fortemente impegnative anche sul versante economico.
Per informazioni, contattare la Segreteria al tel 049.8215804. E-mail:[email protected]
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AGENDA: I PROSSIMI APPUNTAMENTI AIOM
17° CONGRESSO NAZIONALE DELLA SOCIETA’ ITALIANA DI ONCOLOGIA GINECOLOGICA
Simposi clinici, pazienti ad alto rischio, gestione perioperatoria, “G.O.G.” italiano
Roma, 26-28 gennaio – Aula Convegni CNR, Piazzale Aldo Moro, 7
Presidente del Congresso: prof. Pierluigi Benedetti Panici
Segreteria Organizzativa: Arspig Tel. 06/3295217 – [email protected]
Per scaricare il programma clicca qui
II CONGRESSO NAZIONALE: LE NUOVE FRONTIERE DELL’ONCOLOGIA
Strategie per una migliore qualità di vita
Valderice (TP), 11-12 Febbraio – Contro Congressi “Villa Betania”
Informazioni: tel. 0923.830111 – Cel. 335.7422051 – Fax. 0923.830234
IL CARCINOMA DELLA PROSTATA
Genova, 18-19 Febbraio 2005 – Salone Congresso Ente Ospedaliero Ospedale Galliera – Via Volta, 8
Info: Francesca Marangoni (European School of Oncology) – Tel. 02.43359611 – [email protected]
Info: Alessandra Vagge (E.O. Ospedali Galliera) – Tel. 010.5634863 – [email protected]
FOCUS SUL CARCINOMA MAMMARIO
Dalle evidenze negli stadi avanzati e precoci, alla personalizzazione del trattamento
Messina, 19 febbraio 2005 - Teatro Vittorio Emanuele - Via Garibaldi, 114
Coordinazione Scientifica: Prof. Vincenzo Adamo
Segreteria Organizzativa: Lisciotto Congressi - Tel. 090.2982262 – Fax. 090.2929890
E-mail: [email protected]
Per scaricare il programma e la scheda di iscrizione clicca qui
3RD INTERNATIONAL CONFERENCE
FUTURE TRENDS IN THE TREATMENT OF BRAIN TUMORS
Padova, 11-12 Marzo 2005 - Aula Morgagni , Policlinico Via Giustiniani, 2
Chairperson: Alba A. Brandes, GICNO - Gruppo Italiano Cooperativo Neuro-oncologia
Segreteria organizzativa: Studio E. R. Congressi: 051.4210559 [email protected]
Per scaricare la locandina clicca qui
X CONFERENZA AIOM: IL CARCINOMA DELLA MAMMELLA
Genova, 17-19 aprile 2005 - Cotone Centro Congressi
Presidenti:Riccardo Rosso, Marco Venturini
Segreteria Scientifica: Aiom – Tel. 02.70630279 - [email protected]
Segreteria Organizzativa: E.R. Congressi – Tel. 051.4210559 [email protected]
Per scaricare il programma clicca qui
8° Corso Nazionale di Formazione al Management e alla Comunicazione per il Team oncologico
ASSOCIAZIONE PER IL MANAGEMENT E LA QUALITÀ NELLE ORGANIZZAZIONI PER LA SALUTE
ROMA – Hotel Villa Torlonia (28/29/30 aprile - 26/27/28 maggio - 30 giugno/1/2/luglio)
Direttore del corso Dr. Salvatore Palazzo (Cosenza) e Prof. Ercole De Masi (Roma)
Info: Gamma Congressi srl – Via della Farnesina, 136 – Roma - fax 06.3290694, e-mail:
[email protected]
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9° Congresso Nazionale Società Italiana di Psico-Oncologia
VERSO L'ECCELLENZA DELLE CURE NEI CENTRI ONCOLOGICI
Rende (Cs) 16/18 Giugno 2005
Info: www.oncologia-cosenza.org
Segreteria organizzativa: Gamma Congressi - 00194 Roma - Via della Farnesina, 136
Tel. 06.36300769 - Fax 06.3290694 - [email protected]
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MASTER UNIVERSITARIO DI I LIVELLO IN INFERMIERISTICA IN ONCOLOGIA E CURE
PALLIATIVE - A.A. 2004/05
Università degli Studi di Udine Facoltà di Medicina e Chirurgia Laurea in Infermieristica
Consorzio Universitario del Friuli
Direttore del Master: Alfonso Colombatti
Iscrizioni e informazioni: Tel. 0432/556680 – Fax 0432/556700 e-mail: [email protected]
Direzione Didattica: Tel. 0432/590928 – Fax 0432/590918 e-mail: [email protected]
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ALTRI APPUNTAMENTI SONO DISPONIBILI SUL SITO DELL’AIOM ALLA PAGINA
http://www.aiom.it/news/news.asp
INDICE
Supplemento ad AIOM Notizie – Direttore Responsabile Mauro Boldrini - Redazione: Gino Tomasini, Carlo Buffoli
Consulenza scientifica: Alain Gelibter (Divisione Oncologia Medica “A” Istituto Regina Elena di Roma), Laura Milesi (U.O.
Oncologia Medica, Ospedali Riuniti di Bergamo)
Editore Intermedia - Reg. Trib. di BS n. 35/2001 del 2/7/2001
Intermedia: Via Costantino Morin 44 Roma Tel. 06.3723187- Via Malta 12/b Brescia Tel. 030.226105
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Questa pubblicazione è resa possibile da un educational grant di Roche – innovazione per la salute
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