Con Le Tarantole un viaggio nelle danze del Centro Sud

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Con Le Tarantole un viaggio nelle danze del Centro Sud
Domenica 25 Settembre 2011 09:05
Il gruppo musicale “Le Tarantole” di Sandro Pasquali porta in scena, in Italia e
all’estero, musiche e ritmi del nostro Centro Sud con un amore particolare per il sound
del Salento e la sua pizzica. Corsi di ballo, laboratorio musicale e stage estivi in
Salento. Privilegiato il legame tra danza e territorio di Ester Ippolito
Con il gruppo musicale “Le Tarantole” - sede a Roma, una fitta agenda di concerti nel
Lazio, Italia e anche estero (ultima trasferta in ordine di tempo Chambery)- si viene
trascinati nel ballo anche senza volerlo, si ascoltano canzoni e ritmi tradizionali del
nostro sud - un posto particolare lo occupa la pizzica - ci si appassiona e si memorizza
subito il prossimo appuntamento per riassaggiarne l’euforia. Insomma la forza è
travolgente.
Il leader del gruppo, nato nel 2003 e composto attualmente da sette elementi, di cui due voci
femminili più danza e tamburello Laura Barzetti e Maria Alberti, salentina doc - è Sandro Pasquali,
romano, una esperienza musicale a 360 gradi. Ha infatti lavorato per la Rai, ha accompagnato
negli anni 60 e oltre i maggiori cantanti di casa nostra in giro per l'Italia. Viaggiando ha tenuto
sempre teso il suo orecchio musicale, e si è avvicinato, ha conosciuto e apprezzato lo spirito
delle tradizioni musicali di cui il nostro paese è un giacimento infinito. “
Sono ‘romano de Roma’
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- ci dice ho vissuto per tanti anni in Via Veneto e poi per lavoro - suono il basso - accompagnando i
cantanti nei vari tour mi sono interessato e appassionato alle nostre tradizioni e danze popolari,
dalla Sardegna alla Sicilia passando per l’Emilia Romagna…. ma quello che mi ha più
affascinato è stata la magia del Salento, il suo ritmo irresistibile..
”
“ Prima di costituire nel 2003 Le Tarantole - continua Pasquali – ho suonato per cinque anni
in un altro gruppo di musica popolare che poi si è dissolto. Oggi Le Tarantole propongono un
vasto repertorio popolare legato a tutto il Centro sud, dai ritmi della tarantella calabrese alla
tamurriata fino alla pizzica, naturalmente”
. Nel 2005 Pasquali ha partecipato anche al gran concertone del primo maggio insieme a
personaggi di primo piano della musica tradizionale.
Tarantelle, tamurriata e pizzica
Accanto all’attività concertistica, si è sviluppata anche la scuola di danze popolari di
Pasquali (www.scuoladitarantelle.it)
con corsi di ballo e laboratorio musicale
(sede principale viale Irpinia 50 , Zona Prenestina),
con inizio dal 4 ottobre per la stagione 2011-2012.
Anche la scuola propone un viaggio attraverso il Centro Sud (tarantelle, tamurriate, pizzica….). ”
In questo modo avviciniamo e attiriamo un pubblico vasto e di varia origine che vive a Roma e
che ama respirare e riscoprire i timbri delle proprie radici (Calabria, Campania, Puglia ecc). Ma
anche i romani sono attratti, la musica e la danza non pongono confini: questi ritmi attraggono
tutti, sono nati dal popolo e fatti per il popolo, e non ci sono neanche limiti di età. Possono
appassionare in età adulta, così come possono infervorare in maniera speciale i giovani. Il
programma dei nostri cors
i – ancora Pasquali
sono arricchiti da gite settimanali per assistere a feste popolari del Centro Sud
particolarmente significative ( per esempio il Carnevale di Montemarano) o nelle zone del
Vesuvio
”. Per creare un ulteriore legame tra danza, tradizione e territorio c’è di più.
“ Ogni estate, in agosto organizzo una vacanza studio in Puglia, a Diso, vicino Castro, per
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allievi ed amici. Tutti insieme in una grande casa, ci godiamo al mattino il mare, nel pomeriggio
facciamo stage di danza popolare e la sera andiamo per sagre e per feste ad ascoltare la
musica e ballare”.
Pizzica a volontà....
Il fascino delle danze popolari è crescente, ma il richiamo della pizzica, quasi un tormentone
per qualcuno, fa riflettere e pone degli interrogativi ad esperti, appassionati e studiosi… La
ragione del successo che sta riscuotendo in modo
particolare questo ballo va ricercata, secondo Pasquali, da un lato “nella piacevolezza del
ritmo che invita in modo immediato a ballare e dall’altro anche nella forte promozione fatta dalla regione Puglia e in particolare dall’Apt di Lecce che ormai da un decennio ha puntato sul territorio e sulla sua musica. Un filone che ha preso il via nel 2000 con l’uscita del film
"Sangue Vivo" e con il sostegno dato anche ai gruppi locali di musica salentina che si sono
sviluppati”
. E che hanno
aperto un percorso musicale molto ricco e interessante, in primis
Officina Zoe
. Sottili e striscianti si animano anche polemiche sulla
Notte della Taranta
(laboratorio musicale o solo business?) e sulla “
genuinità” della pizzica di oggi.
"La musica è di tutti
- sostiene
Pasquali
come concetto di partenza. “
Tutti possono fare quello che vogliono, l’importante è capire che, se si introducono strumenti
elettronici, non siamo più nel campo della musica tradizionale. Nel campo della danza è assai difficile, inoltre, giudicare la “ genuinità della pizzica” perché dobbiamo tenere conto che la
tradizione attraversa tanti secoli, c’è chi tramanda, chi ricorda qualcosa, chi cerca, chi
confronta…Va ricordato che ci sono più generi di pizzica: la pizzica de core o pizzica pizzica ci intrattiene Pasquali
- che esprime il corteggiamento ma che veniva ballata anche tra sole donne dopo il lavoro come
una sfida femminile. C’è la pizzica tarantata, un ritmo forte che doveva curare e far riprendere
la donna caduta quasi in trance, non solo per il leggendario morso del ragno ma spesso in
queste condizioni per i comportamenti maschilisti in famiglia o per violenze subite. Infine la danza delle spade tra uomini, che rivive in grande per la festa di San Rocco in agosto a Torre
Paduli, vicino Lecce, a Ferragosto”.
Sulla Notte della Taranta, Pasquali sottolinea infine che “questo evento, dal suo esordio nel
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1997, è cresciuto di fama, ha attirato sempre piu’ gente, oggi gode davvero di un grande
pubblico che si accampa dal giorno prima per assistere allo spettacolo finale. Qualcosa si è certo trasformato dalle sue origini ma il cambiamento è logico e va messo in conto…”.
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