Liceo Lugano 1, 2011-2012 3N (Luca Rovelli) Capitolo II: Geometria analitica nello spazio 1. Convenzioni e idee fondamentali Grazie all’introduzione degli assi cartesiani Ox, Oy e Oz, lo spazio tridimensionale viene identificato con lo spazio cartesiano R3 = {(x, y, z)|x, y, z ∈ R} . Ad ogni punto P dello spazio corrisponde esattamente una terna ordinata di numeri reali (xP , yP , zP ) (l’ascissa, l’ordinata e la quota di P ). Per indicare il punto P di coordinate xP , yP , zP scriveremo semplicemente P (xP , yP , zP ). Sia 0, 0) l’origine degli assi cartesiani, e siano I(1, 0, 0), J(0, 1, 0) e K(0, 0, 1). Allora n−→O(0, −→ −−→o OI, OJ, OK è una base ortonormata orientata positivamente di V3 (la base standard): 1 → ~i := − OI = 0 0 , 0 → ~j := − OJ = 1 0 , 0 −→ ~k := − OK = 0 1 . z Per il punto P (xP , yP , zP ) ∈ R3 vale xP −→ OP = xP · ~i + yP · ~j + zP · ~k = yP zP zP P (xP , yP , zP ) −−→ OP ~k ~i ~j xP yP y . −→ Il vettore OP ∈ V3 è detto vettore luogo del punto P ∈ R3 . x Conoscere le componenti del vettore luogo di un punto P equivale a conoscere le coordinate di P . Questo approccio, che sfrutta le proprietà dei vettori, permette una trattazione elegante e sintetica della geometria analitica. Geometria analitica (V1.0) 23 LiLu1, 3N (Luca Rovelli) Risolviamo ora alcuni problemi elementari della geometria analitica con l’aiuto dei vettori: −→ a) Dati i punti A(xA , yA , zA ) e B(xB , yB , zB ), scrivi il vettore AB in componenti: Otteniamo immediatamente x x −→ −−→ −→ B A AB = OB − OA = yB − yA zB zA xB − xA −→ cioè AB = yB − yA zB − zA . b) Determina le coordinate del punto medio del segmento AB, con A(xA , yA , zA ) e B(xB , yB , zB ): Otteniamo immediatamente −−→ −→ −−→ −→ 1 −→ OM = OA + AM = OA + AB 2 1 (xA + xB ) xB − xA xA 2 1 = yA + yB − yA = 12 (yA + yB ) 2 1 zB − zA zA (z + zB ) 2 A cioè M 12 (xA + xB ), 12 (yA + yB ), 21 (zA + zB ) (le coordinate del punto medio sono la media aritmetica delle coordinate degli estremi del segmento). c) Determina la distanza |AB| tra i punti A(xA , yA , zA ) e B(xB , yB , zB ): si tratta evi−→ dentemente del modulo del vettore AB, quindi −→ p |AB| = AB = (xB − xA )2 + (yB − yA )2 + (zB − zA )2 . d) Dati A(xA , yA , zA ), B(xB , yB , zB ) e C(xC , yC , zC ) determina l’ampiezza dell’angolo [ (convesso) α = BAC: Come abbiamo già osservato, definizione di prodotto scalare segue −→ −→ AB · AC cos α = −→ −→ kABk · kACk Geometria analitica (V1.0) 24 dalla . LiLu1, 3N (Luca Rovelli) e) Determina l’area A di un triangolo ABC, dati i vertici A(xA , yA , zA ), B(xB , yB , zB ) e C(xC , yC , zC ): l’area del triangolo misura metà dell’area di un parallelogrammo i −→ −→ cui lati rappresentano AB e AC: otteniamo C A= B A 1 −→ −→ AB × AC 2 . A f ) Determina il volume V e l’altezza h di un tetraedro ABCD: il volume è pari a 16 −→ −→ −−→ del volume del parallelepipedo di spigoli AB, AC, AD, l’altezza (relativa alla base ABC) è uguale all’altezza di tale parallelepipedo: 1 h−→ −→ −−→i V = AB, AC, AD 6 , h−→ −→ −−→i AB, AC, AD h= −→ −→ AB × AC 2. L’equazione parametrica della retta in R3 Una retta r nello spazioè determinata in modo univoco da un punto P0 (x0 , y0 , z0 ) su di v1 essa e da un vettore ~v =v2 parallelo ad essa (un vettore direttore o direzionale di r). v3 r P0 (x0 , y0 , z0 ) ~v −−→ OP0 P (x, y, z) − − → OP O ⇐⇒ ⇐⇒ ⇐⇒ ⇐⇒ P (x, y, z) giace su r −−→ P0 P e ~v sono collineari −−→ esiste λ ∈ R : P0 P = λ · ~v −→ −−→ ∃λ ∈ R : OP − OP0 = λ · ~v −→ −−→ ∃λ ∈ R : OP = OP0 + λ · ~v L’equazione vettoriale −→ −−→ r : OP = OP0 + λ · ~v oppure, in componenti, x x0 v1 r : y = y0 + λ · v2 z z0 v3 −−→ è detta equazione parametrica della retta r. Al variare del parametro λ, OP0 + λ · ~v percorre i vettori luogo di tutti i punti sulla retta r. Quindi, variando λ nell’espressione in componenti si ottengono le coordinate P (x, y, z) di tutti i punti sulla retta r. Geometria analitica (V1.0) 25 LiLu1, 3N (Luca Rovelli) Un altro modo per descrivere la retta è il seguente: x = x0 + λ · v1 r : y = y0 + λ · v2 z = z0 + λ · v3 (le equazioni parametriche della retta r). Osservazione: in R3 non è possibile eliminare il parametro λ dal sistema per ottenere una sola equazione in x, y, z. Quindi, nello spazio tridimensionale una retta non può essere descritta da un’unica equazione: saremo costretti ad operare con le equazioni parametriche. Esempi: 1) Determina un’equazione parametrica della retta r passante per A(−1, 2, 3) e parallela 5 al vettore ~v = 3 . −8 Possiamo scrivere immediatamente −1 5 x r : y = 2 +λ · 3 3 −8 z | {z } | {z } | {z } − − → OP −→ OA x = −1 + 5λ oppure r : y = 2 + 3λ z = 3 − 8λ . ~v Osservazione: come abbiamo notato sopra, ogni scelta del parametro λ fornisce un punto della retta; ad es. per λ = 2 si ottiene il punto P (−1+2·5, 2+2·3, 3+2·(−8)) = (9, 8, −13) e per λ = 0 si ottiene il punto A. 2) Determina un’equazione parametrica della retta s passante per A(2, −1, 3) e B(4, 5, −1). 2 −→ Possiamo scegliere P0 = A(2, −1, 3) e ~v = AB = 6 , e quindi −4 x 2 2 s : y = −1 + λ · 6 z 3 −4 x = 2 + 2λ oppure s : y = −1 + 6λ z = 3 − 4λ . Osservazione: l’equazione parametrica di una retta non è unica: in essa compaiono le coordinate di un punto P0 ∈ r qualsiasi e le componenti di un vettore ~v k r qualsiasi. Ad esempio: nell’es. 2) avremmo potuto scegliere P0 = B(4, 5, −1) e dimezzare il vettore −→ AB ottenendo una differente parametrizzazione della retta: x 4 1 s : y = 5 +λ · 3 . z −1 −2 | {z } | {z } − − → OB Geometria analitica (V1.0) 26 1 −→ AB 2 LiLu1, 3N (Luca Rovelli) −→ −−→ Data una retta r : OP = OP0 + λ · ~v e un punto A(xA , yA , zA ), è facile verificare se A giace su r: −−→ • dal punto di vista geometrico: è sufficiente controllare se i vettori ~v e P0 A sono collineari; • dal punto di vista algebrico: è sufficiente controllare se il sistema di equazioni xA x0 v1 yA = y0 + λ · v2 zA z0 v3 di tre equazioni nell’unica incognita λ è risolvibile oppure no (cioè se, isolando λ nelle tre equazioni, non si ottengono contraddizioni). x 1 4 Esempio: siano P (−5, −1, 6), Q(5, 4, 5) e s : y = 2 + λ · 2 . z 3 −2 Verifica che P ∈ s e Q 6∈ s. Per quanto riguarda P : −5 1 4 −1 = 2 + λ · 2 6 3 −2 ⇐⇒ −5 = 1 + 4λ −1 = 2 + 2λ 6 = 3 − 2λ ⇐⇒ 3 1 λ = 4 (−5 − 1) = − 2 λ = − 21 (−1 − 2) = − 23 λ = − 12 (6 − 3) = − 32 e quindi P ∈ s; per quanto riguarda, invece, Q: 4 1 −5 −1 = 2 + λ · 2 −2 3 6 ⇐⇒ 5 = 1 + 4λ 4 = 2 + 2λ 5 = 3 − 2λ ⇐⇒ λ = 1 λ=1 λ = −1 e quindi Q 6∈ s. Come abbiamo già notato, l’equazione parametrica di una retta riduce la conoscenza di un punto su di essa alla conoscenza del corrispondente valore del parametro λ. Ciò permette a volte di riformulare un problema geometrico come un’equazione in λ. Esempio: dati il punto Q(3, 9, 4) e la retta x −1 2 0 + λ · 2 r : y = z 3 1 −→ determina le coordinate di un punto P ∈ r tale che P Q ⊥ r. Geometria analitica (V1.0) 27 LiLu1, 3N (Luca Rovelli) Sia ~v = 2 2 1 il vettore direttore di r; allora la condizione si traduce nella relazione −→ ~v · P Q = 0; dal momento che vale P (−1 + 2λ, 2λ, 3 + λ) otteniamo 3 − (−1 + 2λ) 4 − 2λ −→ = 9 − 2λ 9 − 2λ PQ = 4 − (3 + λ) 1−λ e quindi la condizione conduce a 2 4 − 2λ 2 · 9 − 2λ = 0 ⇐⇒ 1 1−λ 8 − 4λ + 18 − 4λ + 1 − λ = 0 ⇐⇒ 9λ = 27 e quindi deve valere λ = 3, da cui si ricava P (−1 + 2 · 3, 2 · 3, 3 + 3) = P (5, 6, 6) . 3. La posizione reciproca di due rette Due rette in R3 −→ −−→ r : OP = OP0 + λ · ~v −→ −−→ e s : OP = OP1 + µ · w ~ possono essere tra loro coincidenti, parallele, incidenti oppure sghembe. • Se i vettori direttori ~v e w ~ sono collineari, allora r e s sono coincidenti oppure parallele: – le due rette coincidono (”sono la stessa retta”) se P0 giace su s oppure P1 giace su r (ricorda che l’equazione parametrica di una retta non è unica, e quindi due equazioni parametriche diverse possono anche descrivere la stessa retta!), – in caso contrario, quindi se P0 6∈ s oppure P1 6∈ r, le rette sono parallele. Rette parallele Rette coincidenti Geometria analitica (V1.0) 28 LiLu1, 3N (Luca Rovelli) • Se ~v e w ~ non sono collineari, le rette sono incidenti oppure sghembe. Per determinare la posizione reciproca di r e s possiamo studiare il sistema di tre equazioni x0 + λ · v1 = x1 + µ · w1 −−→ −−→ OP0 + λ · ~v = OP1 + µ · w ~ cioè, in componenti y0 + λ · v2 = y1 + µ · w2 z0 + λ · v3 = z1 + µ · w3 v1 =v2 v3 in due incognite λ, µ, con P0 (x0 , y0 , z0 ), P1 (x1 , y1 , z1 ), ~v w1 =w2 ; w3 ew ~ – se il sistema possiede una una sola soluzione (λ0 , µ0 ), le rette si intersecano in un punto I, le cui coordinate possono essere ricavate sostituendo λ = λ0 nell’equazione parametrica di r oppure µ = µ0 nell’equazione parametrica di s: I(x0 + λ0 · v1 , y0 + λ0 · v2 , z0 + λ0 · v3 ) = I(x1 + µ0 · w1 , y1 + µ0 · w2 , z1 + µ0 · w3 ); – se il sistema non possiede soluzioni, cioè ad esempio se la soluzione (λ0 , µ0 ) ricavata dalle prime due equazioni non soddisfa la terza, le rette non hanno punti in comune e pertanto sono sghembe. Rette sghembe Rette incidenti Esempi: studia la posizione reciproca delle rette r e s: x 2 1 x −3 2 0 + µ · 1 1) r : y = −2 + λ · −1 , s : y = z 5 1 z 1 1 Dal momento che i vettori direttori non sono collineari, le rette sono incidenti oppure sghembe. Risolviamo quindi il sistema di equazioni 2 + λ = −3 + 2µ λ − 2µ = −5 ⇐⇒ −λ − µ = 2 −2 − λ = µ 5+λ=1+µ λ − µ = −4 Sommando le prime 2 equazioni otteniamo −3µ = −3, µ = 1 e dalla seconda λ = −µ − 2 = −3. Dal momento che la soluzione (−3, 1) soddisfa anche la terza equazione, il sistema è determinato, con S = {(−3, 1)}. Le rette sono incidenti nel punto I(2 + (−3), −2 − (−3), 5 + (−3)) = I(−1, 1, 2) . Geometria analitica (V1.0) 29 LiLu1, 3N (Luca Rovelli) x 2 1 x 3 −2 2) r : y = 1 + λ · −3 , s : y = 4 + µ · 6 z 3 −2 z 5 4 I vettori direttori sono collineari; pertanto, le rette sono parallele oppure coincidenti. Controlliamo se il punto P0 (2, 1, 3) giace su s, risolvendo il sistema 1 2 = 3 − 2µ µ = 2 ⇐⇒ µ = − 12 1 = 4 + 6µ µ = − 12 3 = 5 + 4µ Evidentemente, il sistema non ha soluzioni e quindi le rette r e s sono parallele. x −4 3 x 2 1 y 5 1 y 0 3) r : = +λ· ,s : = + µ · 3 z 1 1 z 3 1 Le due rette sono sghembe (verifica: per esercizio). 4. Angoli, proiezioni e distanze Angolo tra due rette: l’angolo acuto tra due rette incidenti è definito in maniera evidente. L’angolo tra due rette sghembe r e s è definito come l’angolo tra r e una (qualsiasi) retta s0 parallela a s con r e s0 incidenti. Rette sghembe Rette incidenti In entrambi i casi, quindi, l’angolo tra due rette −→ −−→ r : OP = OP0 + λ · ~v −→ −−→ e s : OP = OP1 + µ · w ~ : è l’angolo acuto α tra le direzioni di ~v e w. ~ Grazie alla formula per l’angolo tra due vettori ricaviamo immediatamente cos α = |~v · w| ~ k~v k · kwk ~ Il valore assoluto garantisce che si tratti dell’angolo acuto: in effetti, per l’angolo supplementare ad α vale cos(π − α) = − cos α e quindi | cos(π − α)| = cos α. In particolare, le due rette sono perpendicolari se e soltanto se ~v · w ~ = 0. Geometria analitica (V1.0) 30 LiLu1, 3N (Luca Rovelli) −→ −−→ Proiezione ortogonale: data una retta r : OP = OP0 +λ~v e un punto Q(xQ , yQ , zQ ) 6∈ r, la proiezione ortogonale Q0 di Q su r è il punto Q0 ∈ r avente distanza minima da Q. −−→ −−→ Dal momento che vale ~v ⊥ Q0 Q, è chiaro che ~v · Q0 Q = 0. −−→ Dato che Q0 ∈ r, deve valere P0 Q0 = λ · ~v per un certo λ. Inoltre osserviamo che −−0→ −−→ −−→0 −−→ Q Q = P0 Q − P0 Q = P0 Q − λ · ~v . −−→ Dalla condizione ~v · Q0 Q = 0 otteniamo un’equazione per λ: −−→ −−→ ~v · P0 Q − λ · ~v = 0 ⇐⇒ ~v · P0 Q − λ ~|{z} v · ~v = 0 ⇐⇒ −−→ λk~v k2 = ~v · P0 Q k~v k2 −−→ ~v · P0 Q . Infine sostituiamo tale valore di λ nell’equazione parada cui ricaviamo λ = k~v k2 metrica di r per ricavare le coordinate di Q0 : −−→ −−→0 −−→ ~v · P0 Q · ~v OQ = OP0 + k~v k2 . Esempio: determina le coordinate della proiezione ortogonale di Q(3, 2, 3) sulla retta di x 1 1 equazione parametrica r : y = 2 + λ 1. z 3 1 Con la formula appena dimostrata otteniamo 3−1 1 1 · 2 − 2 5 −−→ 1 1 1 1 3 −−→0 −−→ ~v · P0 Q 1 3−3 2 + 1 = 2 + 2 1 = OQ = OP0 + · ~ v = · 83 k~v k2 12 + 12 + 12 3 11 3 1 3 1 3 e quindi Q0 35 , 83 , 11 . 3 −→ −−→ Distanza punto-retta: la distanza tra un punto Q ∈ R3 e una retta r : OP = OP0 + λ~v è la distanza minima tra Q e un punto di r: dist(Q, r) = min {|QP | | P ∈ r} . Vediamo due modi per calcolarla: Geometria analitica (V1.0) 31 LiLu1, 3N (Luca Rovelli) Primo modo: la distanza tra Q e r è la distanza tra Q e la sua proiezione ortogonale Q0 su r. Conoscendo Q0 , il calcolo è quindi immediato: −−→ dist(Q, r) = |QQ | = QQ0 0 . x 1 1 Esempio: determina la distanza tra la retta r : y = 2 + λ 1 e il punto z 3 1 Q(3, 2, 3). (v. sopra). Abbiamo già ricavato le coordinate della proiezione ortogonale: Q0 35 , 38 , 11 3 Quindi vale 5 − 3 −−→ 2 −2 2 √ 38 2√ 0 = 4+1+1= 6 . dist(Q, r) = QQ = 3 − 2 = 1 3 3 11 − 3 3 1 3 −−→ Secondo modo: si tratta dell’altezza del parallelogrammo avente lati ~v e P0 Q rispetto alla base ~v : −−→ L’area di tale parallelogrammo misura k~v × P0 Qk. Quindi −−→ k~v × P0 Qk dist(Q, r) = . k~v k x 1 1 Esempio: (v. sopra) r : y = 2 + λ 1 , Q(3, 2, 3). z 3 1 Calcoliamo 1 0 3 − 1 1 × 2 − 2 2 √ −−→ 1 −2 3−3 k~v × P0 Qk 8 2√ dist(Q, r) = = = = √ = 6 . 1 1 k~v k 3 3 1 1 1 1 Geometria analitica (V1.0) 32 LiLu1, 3N (Luca Rovelli) Distanza tra due rette r e s: si tratta della distanza minima tra un punto di r e un punto di s, cioè dist(r, s) = min {|P Q| | P ∈ r, Q ∈ s} . Osservazione: se r k s, dist(r, s) è la distanza tra r e un punto qualsiasi di s (oppure tra s e un punto qualsiasi di r). −→ −−→ −→ −−→ Supponiamo ora che r : OP = OP0 + λ~v e s : OP = OP1 + µw ~ non siano parallele. Allora, dist(r, s) è uguale alla distanza tra il piano parallelo a r e contenente s e il piano parallelo a s contenente r. Si tratta dell’altezza del parallelepipedo avente spigoli ~v , w ~ e −−→ P0 P1 rispetto alla faccia avente ~v e w ~ come lati. La distanza d è pari al quoziente tra il volume e l’area di base del parallelepipedo: dist(r, s) = h−−→ i ~ P0 P1 , ~v , w k~v × wk ~ . 5. L’equazione parametrica del piano in R3 Un piano α nello spazio tridimensionale è determinato in maniera univoca da un punto v1 w1 v3 w3 P0 (x0 , y0 , z0 ) su di esso e da due vettori ~v =v2 e w ~ =w2 non collineari ad esso paralleli. P (x, y, z) ~v ⇐⇒ P0 (x0 , y0 , z0 ) w ~ −−→ OP0 α − − → OP ⇐⇒ ⇐⇒ ⇐⇒ P (x, y, z) giace sul piano α −−→ P0 P , ~v e w ~ sono complanari −−→ ∃λ, µ ∈ R : P0 P = λ · ~v + µ · w ~ −→ −−→ ∃λ, µ ∈ R : OP − OP0 = λ · ~v + µ · w ~ −→ −−→ ∃λ, µ ∈ R : OP = OP0 + λ · ~v + µ · w ~ O(0, 0, 0) L’equazione −→ −−→ α : OP = OP0 + λ · ~v + µ · w ~ risp. x x0 v1 w1 α : y = y0 + λ · v2 + µ · w2 z z0 v3 w3 è l’equazione parametrica (vettoriale) del piano α. Al variare dei parametri λ e µ, −−→ OP0 + λ · ~v + µ · w ~ percorre i vettori luogo di tutti i punti di α. Quindi, variando λ e µ nell’espressione in componenti si ottengono le coordinate P (x, y, z) di tutti i punti sul piano α. Geometria analitica (V1.0) 33 LiLu1, 3N (Luca Rovelli) Un altro modo per descrivere il piano è il seguente: x = x0 + λ · v1 + µ · w1 α : y = y0 + λ · v2 + µ · w2 z = z0 + λ · v3 + µ · w3 (le equazioni parametriche del piano α). Esempio: determina l’equazione parametrica del piano passante per i punti A(3, 0, 6), B(6, −6, −4) e C(8, 4, 8). 3 5 −→ −→ Possiamo scegliere P0 = A, ~v = AB = −6 e w ~ = AC =4, ottenendo −10 2 3 3 5 x α : y = 0 +λ · −6 +µ · 4 6 2 −10 z | {z } | {z } | {z } | {z } − − → OP −−→ OP0 ~v x = 3 + 3λ + 5µ oppure α : y = −6λ + 4µ z = 6 − 10λ + 2µ . w ~ Osservazioni: (i) Come abbiamo menzionato in precedenza, ogni scelta dei parametri λ e µ fornisce un punto del piano. Nell’esempio appena svolto, con λ = 1 e µ = −1 ricaviamo il punto P (3 + 3 · 1 + 5 · (−1), −6 · 1 + 4 · (−1), 6 − 10 · 1 + 2 · (−1)) = P (1, −10, −6) del piano α. (ii) come già per la retta, l’equazione parametrica di un piano non è unica, dal momento che la sua forma dipende dalla scelta di P0 , ~v e w. ~ 6. L’equazione cartesiana del piano in R3 Eliminando i parametri λ e µ dal sistema di equazioni x = x0 + λ · v1 + µ · w1 α : y = y0 + λ · v2 + µ · w2 z = z0 + λ · v3 + µ · w3 si ottiene una sola equazione in x, y, z che può essere scritta nella forma α : ax + by + cz + d = 0 con a, b, c, d ∈ R, l’equazione cartesiana del piano. Geometria analitica (V1.0) 34 LiLu1, 3N (Luca Rovelli) Esempio: determina l’equazione cartesiana del piano passante per i punti A(3, 0, 6), B(6, −6, −4) e C(8, 4, 8). Abbiamo già ricavato le equazioni parametriche di α (v. pag 34): x = 3 + 3λ + 5µ α : y = −6λ + 4µ ; z = 6 − 10λ + 2µ dalla prima equazione ricaviamo λ = 31 (x−3−5µ). Sostituendo nelle 2 equazioni rimanenti otteniamo ( ( 1 y = −2x + 6 + 14µ (2x + y − 6) µ = 14 ⇐⇒ 10 56 3 z = 16 − 3 x + 3 µ µ = 56 10 x + z − 16 3 e uguagliando le due espressioni per µ: 1 3 10 (2x + y − 6) = x + z − 16 14 56 3 ⇐⇒ 2x − 4y + 3z − 24 = 0 . L’equazione cartesiana cercata è quindi α : 2x − 4y + 3z − 24 = 0. Osservazione: l’equazione cartesiana rappresenta una condizione per l’appartenenza di un punto P (x, y, z) al piano. Ad esempio, il punto P (1, −10, −6) (prodotto a pag. 34) giace nel piano α studiato sopra perchè le sue coordinate soddisfano l’equazione cartesiana: 2 · 1 − 4 · (−10) + 3 · (−6) + 24 = 2 + 40 − 18 − 24 = 0 , mentre il punto P (1, 2, 3) non giace in α: 2 · 1 − 4 · 2 + 3 · 3 − 24 = 2 − 8 + 9 − 24 = −21 6= 0 . Un altro modo per ricavare l’equazione cartesiana di un piano α conoscendo un punto v1 w1 v3 w3 P0 (x0 , y0 , z0 ) su di esso e due vettori non collineari ~v =v2 e w ~ =w2 ad esso paralleli è il seguente: sappiamo che ⇐⇒ ⇐⇒ ⇐⇒ P (x, y, z) giace sul piano α −−→ P0 P , ~v e w ~ sono linearmente dipendenti h− i −→ P0 P , ~v , w ~ =0 x − x0 v1 w1 y − y0 v2 w2 = 0 . z − z0 v3 w3 L’equazione cartesiana del piano α può quindi nante: x − x0 v 1 α : y − y0 v2 z − z0 v3 Geometria analitica (V1.0) 35 essere ricavata con l’aiuto di un determiw1 w2 w3 =0 . LiLu1, 3N (Luca Rovelli) Esempio (v. sopra): determina l’equazione cartesiana del piano passante per il punto 3 5 −10 2 A(3, 0, 6), e parallelo ai vettori ~v = −6 e w ~ =4. Calcoliamo il determinante: x − x0 v1 w1 x − 3 3 5 y − y0 v2 w2 = y − 0 −6 4 = . . . = 28x − 56y + 42z − 336 . z − z0 v3 w3 z − 6 −10 2 L’equazione cartesiana cercata può essere scritta nella forma α : 28x − 56y + 42z − 336 = 0 oppure, dividendo per 14, α : 2x − 4y + 3z − 24 = 0 . Osservazione: dati 3 punti A(xA , yA , zA ), B(xB , yB , zB ), C(xC , yC , zC ) giacenti su un piano α, l’equazione cartesiana α : ax + by + cz + d = 0 può anche essere ottenuta grazie a considerazioni puramente algebriche: sapendo che le coordinate dei 3 punti devono soddisfare l’equazione, e che a, b, c, d sono determinati a meno di una costante moltiplicativa1 , possiamo porre ad esempio d = −1 e ottenere un sistema di equazioni in a, b, c xA · a + yA · b + zA · c = 1 xB · a + yB · b + zB · c = 1 xC · a + yC · b + zC · c = 1 Esempio (v. sopra): siano A(3, 0, 6), B(6, −6, −4) e C(8, 4, 8). Otteniamo il sistema di equazioni 3a + 6c = 1 6a − 6b − 4c = 1 8a + 4b + 8c = 1 1 , − 16 , 18 . la cui soluzione è (a, b, c) = 12 1 L’equazione cartesiana ottenuta è α : 12 x − 16 y + 81 z − 1 = 0. Moltiplicando per 24 otteniamo di nuovo α : 2x − 4y + 3z − 24 = 0 . 1 cioè: moltiplicando entrambi i termini dell’equazione per una costante non nulla, essa rimane valida per i medesimi punti Geometria analitica (V1.0) 36 LiLu1, 3N (Luca Rovelli) 7. La direzione normale ad un piano Un piano α in R3 può anche essere determinato in modo univoco da un punto su di esso e da una direzione perpendicolare (o normale) ad α. Perricavare l’equazione cartesiana a di α si procede come segue: siano P0 (x0 , y0 , z0 ) ∈ α e ~n = b ⊥ α; c ~ n P (x, y, z) P (x, y, z) giace sul piano α −−→ −−→ ~n ⊥ P0 P , cioè ~n · P0 P = 0 a x − x0 b · y − y0 = 0 c z − z0 ax + by + cz −(ax0 + by0 + cz0 ) = 0 {z } | ⇐⇒ P0 (x0 , y0 , z0 ) ⇐⇒ α ⇐⇒ O(0, 0, 0) d −−→ Ponendo d := −(ax0 + by0 + cz0 ) = −~n · OP0 , otteniamo un’equazione cartesiana α : ax + by + cz + d = 0 . Esempio: determina un’equazione cartesiana del piano α passante per P (−1, 0, 3) e per 1 pendicolare a ~n =1. 2 Possiamo scrivere immediatamente 1 x+1 α : 1 · y − 0 = 0 cioè α : x + y + 2z − 5 = 0 . 2 z−3 Applicazioni del vettore normale: a) Ogni vettore collineare a ~n a = b c è perpendicolare al piano α : ax + by + cz + d = 0. b) Angolo acuto ∠(α, β) tra due piani α e β: Il disegno in sezione mostra che l’angolo acuto φ = ∠(α, β) è uguale all’angolo acuto tra i rispettivi vettori normali ~nα e ~nβ ; vale quindi |~nα · ~nβ | cos φ = k~nα k · k~nβ k Esempio: determina l’angolo tra ipiani acuto α : 2x−y+3 = 0 e β : x+y−6z = 0. 2 1 0 −6 I vettori normali sono ~nα =−1 e ~nβ = 1 . Vale quindi |~nα · ~nβ | |2 − 1| 1 cos φ = =√ √ =√ k~nα k · k~nβ k 5 · 38 190 Geometria analitica (V1.0) 37 , φ = arccos 1 √ 190 ∼ = 85, 84◦ . LiLu1, 3N (Luca Rovelli) c) Condizione di parallelismo tra due piani α : ax + by + cz + d = 0 e β : a0 x + b0 y + c0 z + d0 = 0 : i piani sono paralleli se e soltanto se i rispettivi vettori normali ~nα e ~nβ sono collineari, cioè se esiste k ∈ R con a0 = k · a , b0 = k · b , c0 = k · c . Nota che, se inoltre vale d0 = k · d, le equazioni di α e β sono equivalenti e quindi i piani α e β coincidono. Esempio: i piani 1 1 1 α : x + y − z + 3 = 0 e β : 3x + 2y − z + 5 = 0 2 3 6 sono paralleli, mentre i piani 1 1 1 γ : x − y + z + 3 = 0 e δ : 2x − 2y + z + 12 = 0 2 2 4 sono coincidenti. d) Angolo acuto ∠(α, r) tra una retta r e un piano α: Il disegno in sezione mostra che l’angolo acuto ψ = ∠(α, r) è complementare all’angolo acuto φ = ∠(~n, r) tra la retta r e il vettore ~n normale ad α, cioè ∠(α, r) + ∠(~n, r) = 90◦ Esempio: determina l’angolo acuto tra la retta r : x y = z 1 −2 3 . λ e il piano α : 2x + 3y − z = 0. Calcoliamo immediatamente l’angolo tra r e il vettore normale a α: 1 2 −2 · 3 3 −1 |~v · ~n| 1 √ √ ∠(~n, r) = arccos = arccos = arccos = 60◦ k~v k · k~nk 2 14 · 14 ed otteniamo quindi ∠(α, r) = 90◦ − ∠(~n, r) = 30◦ . Geometria analitica (V1.0) 38 LiLu1, 3N (Luca Rovelli) e) Un ulteriore modo per determinare l’equazione cartesiana di unpiano α conoscendo v1 w1 v3 w3 ~ =w2 ad un punto P0 (x0 , y0 , z0 ) su di esso e due vettori non collineari ~v =v2 e w esso paralleli: α è il piano passante per P0 e perpendicolare al vettore ~n = ~v × w. ~ Esempio: (v. pag. 36): determina l’equazione cartesiana del piano passante per il 3 5 −10 2 punto A(3, 0, 6), e parallelo ai vettori ~v = −6 e w ~ =4. Calcoliamo 3 5 28 2 ~n = ~v × w ~ = −6 × 4 = −56 = 14 −4 −10 2 42 3 . Quindi −→ ~n · AP = 0 ⇐⇒ 2 x−3 −4 · y = 0 3 z−6 ⇐⇒ 2x − 4y + 3z − 24 = 0 . L’equazione del piano è α : 2x − 4y + 3z − 24 = 0. f ) Distanza punto-piano: dati un punto P (xP , yP , zP ) e un piano −→ −−→ α : OP = OP0 + λ~v + µw ~ , possiamo sfruttare il fatto che la distanza dist(P, α) è pari all’altezza di un paral−−→ lelepipedo di spigoli ~v , w ~ e P0 P . La distanza può pertanto essere ottenuta come quoziente tra volume e area di base: h−−→ i ~ P0 P , ~v , w h = dist(P, α) = k~v × wk ~ P h w ~ P0 ~v α Dalla definizione di prodotto misto, tenendo conto del fatto che ~n = ~v × w ~ è normale ad α, ricaviamo h−−→ i ~ P0 P , ~v , w k~v × wk ~ = −−→ ~ P0 P · (~v × w) k~v × wk ~ = −−→ P0 P · ~n k~nk = −−→ −−→ OP − OP0 · ~n k~nk −−→ −−→ OP · ~n − OP0 · ~n = k~nk . Come abbiamo già notato (pag. 37), se l’equazione cartesiana del piano è data da a −−→ α : ax + by + cz + d = 0 vale ~n = b , OP0 · ~n = −d e c xP a −→ OP · ~n = yP · b = axP + byP + czP zP c Geometria analitica (V1.0) 39 . LiLu1, 3N (Luca Rovelli) Abbiamo quindi dimostrato che la distanza tra il punto P (xP , yP , zP ) e il piano α : ax + by + cz + d = 0 è data dalla formula dist(P, α) = |a · xP + b · yP + c · zP + d| √ a2 + b 2 + c 2 . Esempio: determina dist(A, α) con A(5, 1, −1) e α : x − 2y − 2z + 4 = 0. Ricaviamo immediatamente |5 − 2 · 1 − 2 · (−1) + 4| 9 dist(A, α) = p = =3 . 2 2 2 3 1 + (−2) + (−2) 8. Intersezione tra 2 piani Siano α : ax + by + cz + d = 0 e β : a0 x + b0 y + c0 z + d0 = 0 due piani in R3 . Nel paragrafo precedente (pag. 38) abbiamo già chiarito a quali condizioni α e β sono paralleli oppure coincidenti. Supponiamo ora che α e β non siano né paralleli, né coincidenti. Allora la loro intersezione è una retta r = α∩β; per ricavarne un’equazione parametrica è sufficiente conoscere due punti dell’intersezione. Per ricavare un punto dell’intersezione α ∩ β è sufficiente scegliere a caso il valore di una delle tre variabili x, y, z, ottenendo un sistema di equazioni per le altre due2 . Esempio: determina la retta d’intersezione dei piani α : x − 2y + 2z − 1 = 0 e β : 2x − 3y − z + 2 = 0 . Dapprima scelgo z = 0, vado cioè alla ricerca del punto di quota 0 su r (la prima traccia di r); ottengo il sistema ( x − 2y − 1 = 0 2x − 3y + 2 = 0 Sottraendo la II equazione dal doppio della I ottengo −y − 4 = 0, e quindi y = −4, x = 2y + 1 = −7. Il primo punto è quindi Q(−7, −4, 0). Analogamente, scegliendo x = 1 ricavo il punto R(1, 1, 1). Un’equazione della retta −→ −→ −→ r = QR = α ∩ β è r : OP = OQ + λ · QR, cioè x 1 8 r : y = 1 + λ · 5 . z 1 1 2 geometricamente, ciò significa intersecare i 2 piani con un terzo piano parallelo a Oxy, Oxz oppure Oyz Geometria analitica (V1.0) 40 LiLu1, 3N (Luca Rovelli) Osservazione: la retta r = α ∩ β è ortogonale ai vettori normali ~nα e ~nβ . Quindi, ~nα × ~nβ è un vettore direttore per r; anche questo fatto può essere sfruttato per ricavare un’equazione per r. Esempio. (v. sopra) con 1 ~nα = −2 2 e 2 ~nβ = −3 −1 otteniamo 1 2 8 ~v = ~nα × ~nβ = −2 × −3 = 5 2 −1 1 ; conoscendo inoltre un punto di r (ricavabile come sopra) possiamo scrivere un’equazione parametrica. 9. Intersezione retta/piano Siano α un piano e r una retta, dati come segue: x x0 v1 α : ax + by + cz + d = 0 risp. r : y = y0 + λ · v2 z0 v3 z . Sostituendo le tre equazioni x = x 0 + λ · v 1 y = y0 + λ · v2 z = z0 + λ · v3 nell’equazione di α si ottiene un’equazione nell’incognita λ; sia S l’insieme delle sue soluzioni; • se S = ∅, nessun valore di λ permette di produrre un punto di α con l’equazione parametrica di r e pertanto r ∩ α = ∅ : la retta r e il piano α sono paralleli (cioè: r giace su un piano parallelo a α). • se S = R, cioè r ∩ α = r, l’equazione parametrica di r produce un punto di α per ogni valore di λ. La retta r giace quindi nel piano α. • se S = {λ0 } per un certo λ0 ∈ R, vale r ∩ α = {P0 } dove P0 è il punto su r corrispondente a λ0 (cioè il punto ottenuto sostituendo λ = λ0 nell’equazione di r). rkα r⊆α r ∩ α = {P0 } Geometria analitica (V1.0) 41 LiLu1, 3N (Luca Rovelli) Esempio: determina α ∩ r, con x 7 2 α : 2x − 2y − z + 17 = 0 risp. r : y = 6 + λ · −1 z 3 −2 . Sostituendo, ottengo l’equazione 2(7 + 2λ) − 2(6 − λ) − (3 − 2λ) + 17 = 0 ⇐⇒ 8λ + 16 = 0 ⇐⇒ λ = −2 ; quindi S = {−2} e il punto d’intersezione è P0 (7 + 2 · (−2), 6 + (−1) · (−2), 3 + (−2) · (−2)) = P0 (3, 8, 7) . 10. L’equazione cartesiana della sfera Una sfera S nello spazio tridimensionale R3 è definita univocamente dal suo centro C(xC , yC , zC ) e dalla misura r > 0 del suo raggio. P (x, y, z) S r C(xC , yC , zC ) ⇐⇒ ⇐⇒ ⇐⇒ P (x, y, z) giace sulla sfera S di centro C e raggio r |CP | = r |CP |2 = r2 (x − xC )2 + (y − yC )2 + (z − zC )2 = r2 L’equazione S : (x − xC )2 + (y − yC )2 + (z − zC )2 = R2 (1) è l’equazione cartesiana della sfera S. Essa può anche essere riscritta nella forma S : x2 + y 2 + z 2 + ax + by + cz + d = 0 (2) con a, b, c ∈ R. Esempio: determina l’equazione cartesiana della sfera S con C(1, −3, 5) e r = 7. Otteniamo S : (x − 1)2 + (y + 3)2 + (z − 5)2 = 49 , oppure anche S : x2 + y 2 + z 2 − 2x + 6y − 10z − 14 = 0 . Se la sfera è descritta da un’equazione del tipo (2), è sempre possibile determinarne centro e raggio: il completamento dei quadrati permette infatti di risalire ad un’equazione del tipo (1), in cui C e r sono immediatamente leggibili. Geometria analitica (V1.0) 42 LiLu1, 3N (Luca Rovelli) Esempio: determina centro e raggio della sfera di equazione x2 + y 2 + z 2 − 2x + 8y − 4z − 4 = 0 . Completando il quadrato otteniamo ⇐⇒ ⇐⇒ x2 − 2x + y 2 + 8y + z 2 − 4z − 4 = 0 (x − 1)2 − 1 + (y + 4)2 − 16 + (z − 2)2 − 4 − 4 = 0 (x − 1)2 + (y + 4)2 + (z − 2)2 = 25 Quindi: centro C(1, −4, 2), raggio r = 5. 11. Il piano tangente ad una sfera Sia S una sfera di centro C, e P0 (x0 , y0 , z0 ) un punto della sfera. Allora, il piano tangente −−→ alla sfera nel punto P0 è il piano per P0 perpendicolare al vettore CP0 : ⇐⇒ ⇐⇒ P (x, y, z) giace sul piano α tangente a S in P0 CP0 ⊥ P0 P −−→ −−→ CP0 · P0 P = 0 −−→ In altre parole, ~n = CP0 è il vettore normale al piano tangente. Esempio: determina un’equazione cartesiana del piano tangente alla sfera S di centro C(1, −2, 3) e raggio r = 3 nel punto P0 (3, 0, z) con z minimo. Determiniamo innanzitutto l’equazione cartesiana della sfera: S : (x − 1)2 + (x + 2)2 + (x − 3)2 = 9 , e ricaviamo la quota di P0 : con x = 3 e y = 0 otteniamo (3 − 1)2 + (0 + 2)2 + (z − 3)2 = 9 ⇐⇒ (z − 3)2 = 1 ⇐⇒ z − 3 = ±1 e quindi z = 4 oppure z = 2; dato che z dev’essere minimo, è quest’ultima la quota cercata: P0 (3, 0, 2). Ricaviamo l’equazione del piano tangente α: 3−1 x−3 −−→ −−→ 0 + 2 · y − 0 = 0 CP0 · P0 P = 0 ⇐⇒ ⇐⇒ 2(x − 3) + 2y − (z − 2) = 0 2−3 z−2 e quindi l’equazione cartesiana cercata è α : 2x + 2y − z − 4 = 0. Geometria analitica (V1.0) 43 LiLu1, 3N (Luca Rovelli) 12. Intersezioni Intersezione sfera/retta: siano x = x0 + λ · v1 2 2 2 S : x + y + z + ax + by + cz + d = 0 e r : y = y0 + λ · v2 z = z0 + λ · v3 una sfera risp. una retta in R3 . Sostituendo le equazioni parametriche della retta nell’equazione della sfera otteniamo un’equazione quadratica per λ, le cui soluzioni ci permettono di ricavare i punti d’intersezione. Esempio: determina i punti d’intersezione tra la retta x 4 3 r : y = 5 + λ · 2 z 7 5 √ e la sfera S di centro O e raggio 14. L’equazione della sfera è S : x2 + y 2 + z 2 = 14; sostituendo, ricaviamo l’equazione (4+3λ)2 +(5+2λ)2 +(7+5λ)2 = 14 λ2 +3λ+2 = 0 ⇐⇒ ⇐⇒ (λ+2)(λ+1) = 0 le cui soluzioni sono λ = −2 e λ = −1, a cui corrispondono i punti d’intersezione I1 (−2, 1, −3) e I2 (1, 3, 2). Osservazione: il discriminante ∆ dell’equazione quadratica permette di stabilire se la retta interseca la sfera in 2 punti (2 soluzioni, ∆ > 0), è tangente (∆ = 0) oppure non interseca la sfera (∆ < 0). Intersezione sfera/piano: siano S : x2 + y 2 + z 2 + ax + by + cz + d = 0 e α : Ax + By + Cz + D = 0 una sfera (raggio R, centro C) risp. un piano in R3 . Sia inoltre d = dist(C, α) la distanza tra il punto C e il piano α. Per la posizione reciproca di S e α ci sono tre possibilità: • se d > R , la sfera S e il piano α non si intersecano; • se d = R , il piano α è tangente alla sfera nel punto P , che può essere ottenuto intersecando α con la retta perpendicolare ad α passante per C. √ • se d < R , l’intersezione S ∩ α è una circonferenza di raggio r = R2 − d2 , il cui centro C0 può essere ottenuto intersecando α con la retta perpendicolare ad α passante per C. Geometria analitica (V1.0) 44 LiLu1, 3N (Luca Rovelli) Disegno in sezione della situazione: Esempi: studia la posizione reciproca della sfera S : x2 + y 2 + z 2 − 4x − 4y − 4z − 88 = 0 e del piano α, con 1) α : 3x + 4y + 36 = 0 ; 2) α : 8x + 5y + 4z − 139 = 0 ; 3) α : x + y + 2z − 26 = 0 . Determiniamo dapprima centro e raggio della sfera: ⇐⇒ ⇐⇒ x2 + y 2 + z 2 − 4x − 4y − 4z − 88 = 0 (x − 2)2 − 4 + (y − 2)2 − 4 + (z − 2)2 − 4 − 88 = 0 (x − 2)2 + (y − 2)2 + (z − 2)2 = 102 quindi: raggio R = 10, centro C(2, 2, 2). |3 · 2 + 4 · 2 + 36| 50 √ = = 10 . 5 32 + 42 Quindi: d = R, e il piano è tangente alla sfera. Determiniamo il punto di tangenza intersecando α con la retta x 2 3 t : y = 2 + λ 4 z 2 0 1) Determiniamo la distanza tra C e il piano α: d = passante per C e perpendicolare ad α. Sostituendo nell’equazione di α ricaviamo 3(2 + 3λ) + 4(2 + 4λ) + 36 = 0 ⇐⇒ 25λ + 50 = 0 ⇐⇒ λ = −2 . Sostituendo λ = −2 nell’equazione parametrica di r, concludiamo che la sfera S e il piano α sono tangenti nel punto P (−4, −6, 2). Geometria analitica (V1.0) 45 LiLu1, 3N (Luca Rovelli) √ |8 · 2 + 5 · 2 + 4 · 2 − 139| √ = 105 . 82 + 52 + 42 Quindi: d > R, e il piano e la sfera non si intersecano. 2) Determiniamo la distanza tra C e α: d = √ |2 + 2 + 2 · 2 − 26| √ = 3 6 . Quindi: 12 + 12 + 22 d < R, e il piano e la sfera si intersecano in una circonferenza. Il raggio di tale √ √ √ 2 2 circonferenza misura r = R − d = 100 − 54 = 46 unità. Determiniamo il centro C0 intersecando α con la retta x 2 1 t : y = 2 + λ 1 z 2 2 3) Determiniamo la distanza tra C e α: d = passante per C e perpendicolare ad α. Sostituendo nell’equazione di α ricaviamo (2 + λ) + (2 + λ) + 2(2 + 2λ) − 26 = 0 ⇐⇒ 6λ − 18 = 0 ⇐⇒ λ=3 . Sostituendo λ = 3 nell’equazione parametrica di r concludiamo che la sfera S√e il piano α si intersecano in una circonferenza di centro C0 (5, 5, 8) e raggio r = 46 unità. Intersezione sfera/sfera: siano S1 : x2 + y 2 + z 2 + a1 x + b1 y + c1 z + d1 = 0 S2 : x2 + y 2 + z 2 + a2 x + b2 y + c2 z + d2 = 0 due sfere in R3 di raggio r1 risp. r2 . Sia d = |C1 C2 | la distanza tra i centri C1 di S1 e C2 di S2 . Per la posizione reciproca di S1 e S2 ci sono le seguenti possibilità: • se d > r1 + r2 , le sfere non si intersecano, e sono esterne una all’altra; • se d = r1 + r2 , le sfere sono tangenti esternamente; per determinare il punto di tangenza si può intersecare una delle due sfere con la retta C1 C2 ; • se |r1 − r2 | < d < r1 + r2 , le sfere si intersecano in una circonferenza; per determinarne centro e raggio possiamo procedere come segue: sottraendo un’equazione dall’altra si ottiene l’equazione cartesiana α : (a1 − a2 )x + (b1 − b2 )y + (c1 − c2 )z + (d1 − d2 ) = 0 del piano contenente tale circonferenza; a questo punto si può intersecare α con S1 oppure S2 ; • se d = |r1 − r2 | , le sfere sono tangenti internamente; per determinare il punto di tangenza si può (come sopra) intersecare una delle due sfere con la retta C1 C2 ; • se d < |r1 − r2 | , le sfere sono una interna all’altra. Geometria analitica (V1.0) 46 LiLu1, 3N (Luca Rovelli) Disegno in sezione della situazione: d > r1 + r2 d = r1 + r2 |r1 − r2 | < d < r1 + r2 d = |r1 − r2 | d < |r1 − r2 | Esempi: studia la posizione reciproca delle sfere S1 e S2 : 1) S1 : x2 + y 2 + z 2 − 4x + 6y − 23 = 0, S2 : x2 + y 2 + z 2 − 2x + 2z − 2 = 0; 2) S1 : x2 + y 2 + z 2 − 14x − 14y − 24z + 172 = 0, S2 : x2 + y 2 + z 2 − 4x − 4y − 4z − 88 = 0. Soluzioni: 1) Determiniamo i centri e i raggi: completando i quadrati ricaviamo S1 : (x − 2)2 + (y + 3)2 + (z − 0)2 = 62 S2 : (x − 1)2 + (y − 0)2 + (z + 1)2 = 22 Quindi: centri C1 (2, −3, 0) e C2 (1, 0, −1), raggi r1 = 6, r2 = 4. La distanza tra i 2 centri è pari a p √ d = (1 − 2)2 + (0 + 3)2 + (−1 − 0)2 = 11 √ e quindi vale 11 = d < |r1 − r2 | = 4: la sfera S2 è interna alla sfera S1 . 2) Determiniamo i centri e i raggi: completando i quadrati ricaviamo S1 : (x − 7)2 + (y − 7)2 + (z − 12)2 = 70 S2 : (x − 2)2 + (y − 2)2 + (z − 2)2 = 102 √ Quindi: centri C1 (7, 7, 12) e C2 (2, 2, 2), raggi r1 = 70, r2 = 10. La distanza tra i 2 centri è pari a p √ d = (7 − 2)2 + (7 − 2)2 + (12 − 2)2 = 5 6 e quindi vale |r1 − r2 | < |{z} d < r1 + r2 : le sfere si intersecano quindi in una circon| {z√ } | {z√ } √ 10− 70 5 6 10+ 70 ferenza. Calcolando la differenza tra le equazioni delle sfere ricaviamo l’equazione cartesiana del piano contenente l’intersezione: (x2 + y 2 + z 2 − 14x − 14y − 24z + 172) − (x2 + y 2 + z 2 − 4x − 4y − 4z − 88) = 0 ⇐⇒ −10x − 10y − 20z + 260 = 0 ⇐⇒ x + y + 2z − 26 = 0 Quindi il piano cercato è α : x + y + 2z − 26 = 0. Abbiamo già intersecato tale piano con la sfera S2 in √ precedenza (pag. 46), ottenendo una circonferenza di centro C0 (5, 5, 8) e raggio r = 46. Geometria analitica (V1.0) 47 LiLu1, 3N (Luca Rovelli)